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Marzo 2024

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Dodicesimo premio Top Utility: Luca Dal Fabbro ritira il riconoscimento vinto da Gruppo Iren

Il premio, dedicato alle migliori aziende attive nei servizi di pubblica utilità, testimonia l’impegno del Gruppo Iren per la circolarità, l’ambiente e il recupero delle materie critiche. Il commento di Luca Dal Fabbro conferma questo modus operandi.

Luca Dal Fabbro (Iren)

Gruppo Iren, guidato da Luca Dal Fabbro, è la migliore utility italiana 2024

Un riconoscimento importante, dedicato alle performance delle imprese italiane attive nei settori dell’energia, dell’ambiente e dell’acqua: il Gruppo Iren si aggiudica la dodicesima edizione del premio Top Utility. Il riconoscimento, ritirato dal Presidente Luca Dal Fabbro durante un evento svoltosi a Palazzo Turati, a Milano, è stato assegnato in virtù dell’ottima performance economica e operativa registrata da Iren nell’ultimo anno. Tra le motivazioni spicca l’attenzione costante e continuativa per la trasparenza e il confronto con i clienti e il territorio. Il Gruppo guidato da Luca Dal Fabbro è stato in grado di realizzare progetti e investimenti per l’economia circolare e la transizione energetica, utilizzando materiali strategici e guardando sempre all’innovazione. Il riconoscimento per la migliore utility italiana conferma la solidità del Gruppo e l’importanza della sua missione, sempre rivolta alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile. Il Top Utility, giunto alla dodicesima edizione, è il principale think tank italiano nel settore public utility. Organizzato da Utilitalia, si occupa di valutare ogni anno le 100 maggiori aziende del comparto, riconoscendone i pregi.

Premio Top Utility, il commento del Presidente di Iren Luca Dal Fabbro

Il premio ricevuto oggi valorizza ulteriormente il percorso di Iren quale leader nella transizione energetica e digitale delle nostre città. Le grandi utilities, in questo momento storico, sono i principali player economici in grado di generare investimenti strategici che portano crescita e sviluppo per il nostro Paese”: questo il commento del Presidente del Gruppo Iren Luca Dal Fabbro in occasione dell’assegnazione del premio Top Utility. Il manager ha sottolineato l’interesse degli investitori internazionali per realtà che si dimostrano solide come Iren, una constatazione più che confermata dalla recente emissione del Green Bond da parte del Gruppo, che ha ricevuto ordini dieci volte superiori all’ammontare offerto. “Iren si impegna in prima linea per la promozione di una filiera industriale del recupero e del riciclo delle materie prime critiche. Ha avviato investimenti concreti in ambito impiantistico, con l’obiettivo di diventare leader industriale nel settore”, ha concluso Luca Dal Fabbro.

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Paolo Arrigoni (GSE) presenta il simulatore CER, strumento innovativo per gli investimenti sostenibili

In seguito al decreto MASE, il numero di Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia potrebbe aumentare esponenzialmente: per questo il Gestore dei Servizi Energetici, guidato da Paolo Arrigoni, ha introdotto un simulatore CER in grado di valutare la fattibilità e profittabilità degli impianti, al fine di indirizzare correttamente gli incentivi pubblici volti a sostenerli.

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: il funzionamento del nuovo simulatore CER sviluppato da GSE

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) scende in campo per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): il Presidente Paolo Arrigoni ha parlato degli strumenti recentemente lanciati al fine di sostenerne lo sviluppo ed analizzarne i possibili benefici economici. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha infatti approvato un decreto che dispone elevate risorse al fine di incentivare e sostenere la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, per un periodo di circa dieci anni. Le CER, associazioni di cittadini che si accordano per costruire impianti per lo sfruttamento di fonti rinnovabili, rappresentano uno strumento concreto attraverso cui è possibile produrre autonomamente energia pulita, promuovendo la transizione energetica e decongestionando la rete nazionale. L’impatto del decreto sarà indubbiamente significativo: ci si aspetta che nel giro di un decennio le CER diventino più di un migliaio, mentre entro il 2027 supereranno la soglia dei 5 gigawatt complessivi. Il simulatore sviluppato dal GSE consentirà, come sottolineato da Paolo Arrigoni, agli operatori di settore di valutare la produttività di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici o a biomasse, misurando dunque la sostenibilità finanziaria degli investimenti.

Paolo Arrigoni: l’impegno del GSE per le Comunità Energetiche Rinnovabili

Paolo Arrigoni ha inoltre sottolineato come gli strumenti tecnici e gli incentivi economici non siano sufficienti per promuovere la diffusione delle CER: è necessario svolgere un lavoro di sensibilizzazione e informazione, che faccia conoscere ai cittadini i vantaggi dell’autoconsumo: “Il vantaggio più evidente è quello di avere una riduzione del peso delle bollette, al riparo dai rincari shock che abbiamo subito, ma anche benefici sociali e ambientali. Bisogna sottolineare il vero cambiamento culturale per il consumatore: produzione e consumo sono paralleli, l’energia viene utilizzata nello stesso momento in cui è prodotta. Gli effetti sulla vita quotidiana? Niente più necessità di lavatrici notturne per risparmiare”. È inoltre fondamentale che i cittadini vengano informati sulle piattaforme e procedure attraverso cui possono richiedere i finanziamenti, nonché sulla documentazione necessaria. A questo fine, il GSE ha organizzato una campagna di divulgazione, anche attraverso webinar. Paolo Arrigoni ha evidenziato come, in ogni caso, le richieste siano in forte aumento, rendendo sempre più vicino un futuro in cui le CER saranno un pilastro del sistema energetico nazionale.

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Dario Lo Bosco (RFI): “Rispettiamo le tempistiche del PNRR, 50 miliardi già investiti”

Nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Ambiente del Senato, Dario Lo Bosco ha presentato i massicci investimenti infrastrutturali di RFI, che saranno accompagnati da un utilizzo sempre più intenso degli strumenti innovativi e digitali e da una serie di nuovi servizi per i viaggiatori.

Dario Lo Bosco

Dario Lo Bosco presenta in Senato i grandi progetti infrastrutturali di RFI

RFI sta rispettando i tempi previsti dal PNRR: lo ha affermato Dario Lo Bosco, Presidente di RFI, davanti alla Commissione Ambiente del Senato nel corso di un’audizione incentrata sugli utilizzi dell’intelligenza artificiale (AI) e delle tecnologie digitali nell’ambito dei trasporti. Il manager ha sottolineato come i progetti della società abbiano già previsto l’investimento di oltre 50 miliardi di euro in numerosi cantieri, sia fissi che mobili, al fine di rafforzare le infrastrutture ferroviarie, creare nuovi collegamenti e offrire un servizio generalmente più efficiente. Dario Lo Bosco ha inoltre evidenziato come gli investimenti di RFI non siano indirizzati solo alle grandi opere, ma puntino anche a migliorare il benessere dei viaggiatori: “Stiamo valorizzando anche il comfort nelle stazioni. Salute, benessere viaggio e turismo devono essere integrati tra loro”.

L’impegno di RFI nella digitalizzazione spiegato da Dario Lo Bosco

Nel corso dell’audizione, Dario Lo Bosco ha evidenziato come RFI stia investendo inoltre notevoli risorse nel rafforzamento degli assets digitali della società. In particolare, RFI sta facendo un uso sempre più estensivo dell’intelligenza artificiale per migliorare ulteriormente il proprio servizio. Tra questi utilizzi innovativi, vi è quello della gestione del traffico ferroviario, che permette all’AI di ottimizzare la circolazione dei treni prendendo decisioni in tempo reale. L’intelligenza artificiale ha anche una grande utilità nella cosiddetta “manutenzione predittiva”. Individuando anomalie o segnali di possibili guasti che potrebbero accadere in futuro, permettendo agli operatori di intervenire in anticipo, riducendo sia le interruzioni dei treni che i costi di manutenzione. Dario Lo Bosco ha inoltre sottolineato come RFI stia contribuendo a rafforzare la connettività nazionale attraverso il progetto “Gigabitrail and Road”, che prevede di installare la fibra ottica in tutte le stazioni e lungo molte tratte stradali e ferroviarie gestite dalla società. “Cerchiamo di digitalizzare le infrastrutture esistenti e le stazioni, che sono punti nodali, attrattori e generatori di traffico”, ha concluso il Presidente.

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Transizione energetica, Alessandra Ricci: il supporto di SACE alle imprese italiane

In un’era in cui la sostenibilità rappresenta un elemento imprescindibile, SACE si pone al centro dell’innovazione e del sostegno alle imprese italiane nel loro percorso verso una transizione energetica più green. L’AD Alessandra Ricci ha condiviso vision e iniziative del Gruppo durante l’evento “A&F Live 40 anni”, tenutosi presso l’Università Bocconi di Milano.

Alessandra Ricci

Alessandra Ricci: il sostegno di SACE alle imprese italiane

Oggi, le imprese italiane stanno investendo in termini di sostenibilità. “Abbiamo supportato 12 miliardi di investimenti”, ha confermato Alessandra Ricci, “coinvolgendo circa 600 imprese, l’80% delle quali sono piccole e medie imprese”. Questo impegno si traduce in progetti tangibili: tra questi, il sostegno all’azienda Replay per l’ottimizzazione dei cicli produttivi e il riutilizzo delle materie plastiche per la produzione di occhiali, gli interventi sostenibili e sociali nel porto di Viareggio che ha rimosso quelle che sono le barriere architettoniche e ha investito in colonnine elettriche, e il sostegno alla più grande gigafactory d’Italia. “L’Italia – ha ribadito Alessandra Riccideve rientrare in quella che è la filiera della produzione del fotovoltaico e se non produciamo internamente quelle che sono le componenti per la produzione di energia green, non riusciremo mai a fare quel salto”.

Alessandra Ricci: la Garanzia Archimede e gli eventi di business matching

SACE non si limita a guardare al presente, ma punta al futuro con l’introduzione di strumenti innovativi come la Garanzia Archimede, lanciata il primo marzo. Questo strumento è pensato per supportare gli investimenti in innovazione tecnologica, sostenibilità e adattamento climatico, aspetti fondamentali della transizione energetica. Nell’intervista, Alessandra Ricci ha posto l’accento anche sull’importanza dell’integrazione delle imprese italiane nelle catene del valore sostenibile a livello globale. Con un tasso di crescita dell’export sostenibile tre volte superiore a quello tradizionale, SACE si impegna a facilitare l’incontro tra imprese italiane e partner internazionali. Portando l’esempio di una utility brasiliana, Alessandra Ricci ha chiarito come gli eventi cosiddetti di business matching siano capaci di far incontrare la filiera delle aziende italiana e la controparte estera: “In questo modo – ha concluso l’AD – andiamo ad aumentare l’export sostenibile”.

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Lavoro: la visione di Giuseppina Di Foggia sull’inclusione e il merito

In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, ci si imbatte spesso nella difficoltà di trovare un angolo di discussione che non cada nella trappola della retorica o del già sentito. Giuseppina Di Foggia, attraverso le sue riflessioni, offre una prospettiva profondamente personale su come affrontare e superare le barriere di genere nel mondo del lavoro.

Giuseppina Di Foggia

Superare i pregiudizi di genere: la visione di Giuseppina Di Foggia

Giuseppina Di Foggia sostiene che l’autenticità e la valorizzazione dell’individualità siano le chiavi per eccellere in un contesto professionale ancora troppo spesso segnato da steccati di genere. Contrariamente all’idea che le quote rosa o le percentuali fissate possano effettivamente contribuire al superamento dei pregiudizi, pone l’accento sull’importanza di essere fedeli a se stessi, anche quando ciò significa essere in minoranza e dover affrontare sfide considerevoli. Dal suo punto di vista, le sfide professionali affrontate per il solo fatto di essere donna dovrebbero trasformarsi in nuovi stimoli per concentrarsi maggiormente sugli obiettivi e sui risultati. Giuseppina Di Foggia ci insegna che la costruzione di una carriera di successo non avviene contro qualcuno o in risposta a discriminazioni, ma attraverso il perseguimento costante di obiettivi concreti.

Inclusione e merito, Giuseppina Di Foggia: le fondamenta dell’ambiente lavorativo

Nel suo ruolo attuale di AD e DG di Terna, Giuseppina Di Foggia è fortemente impegnata a promuovere un ambiente lavorativo in cui l’inclusione e il merito siano i pilastri fondamentali. La sua visione prevede la creazione di un contesto in cui ogni individuo possa esprimere il proprio potenziale, libero da preconcetti e limitazioni legate al genere. L’AD e DG ritiene che la fiducia e la possibilità di esprimersi liberamente siano essenziali per far emergere le migliori idee, indipendentemente dalla posizione gerarchica o dal genere di appartenenza. “Quando qualunque collaboratore si siede al mio tavolo, io inizio dando fiducia e offrendo l’opportunità alle persone di far emergere le loro capacità e di esprimere le proprie idee, perché – come amo dire – le idee non hanno gerarchie e non hanno genere e il confronto fa emergere le soluzioni migliori”, conclude quindi Giuseppina Di Foggia.

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Gruppo Riva: nascita ed evoluzione del leader siderurgico

La storia di Gruppo Riva prende avvio negli anni ’50, quando Emilio Riva la fondò portando a concretizzazione la sua personale visione dell’azienda. Oggi il leader siderurgico è sempre più impegnato sul fronte della sostenibilità: di recente ha acquisito impianti per la raccolta e la selezione di rottami con lo scopo di raggiungere l’autonomia nella catena del riciclo dell’acciaio.

Gruppo Riva

La nascita e l’espansione di Gruppo Riva

Gruppo Riva nasce negli anni ’50 grazie alla lungimiranza imprenditoriale di Emilio Riva, che intuisce le grandi prospettive di sviluppo del settore siderurgico nell’Italia del dopoguerra. Il Gruppo si espande rapidamente anche all’estero, attraverso l’acquisizione di importanti realtà produttive in vari Paesi europei. Nel 1964, introduce in Italia la colata continua a tre linee, una tecnologia che rivoluziona il processo produttivo, aumentando la competitività. Negli anni successivi, continua a crescere con acquisizioni mirate in Italia e all’estero. Nel 1995, Gruppo Riva consolida ulteriormente la propria posizione, guadagnando il ruolo di secondo operatore siderurgico d’Europa. Negli anni successivi, il Gruppo prosegue la crescita assorbendo nuove aziende in Italia, Francia, Spagna e Belgio e ampliando le proprie attività nel settore armatoriale.

La storia più recente di Gruppo Riva

Nel 2005, Gruppo Riva sigla un accordo per la riconversione dello stabilimento Ilva di Cornigliano, fornendo un importante esempio di società industriale privata e redditizia che accetta di modificare la propria impostazione produttiva a favore di una riqualificazione ambientale. Dopo la scomparsa di Emilio Riva nel 2014, le redini dell’azienda passano a Claudio Riva, il quale per diverso tempo non aveva più esercitato ruoli operativi nel Gruppo dedicandosi a un’attività imprenditoriale autonoma. Il manager guida l’azienda con un focus sempre maggiore sulla sostenibilità ambientale. Con l’acquisizione, avvenuta a gennaio 2023, di quattro siti di raccolta e quattro siti di selezione e frantumazione di rottami, raggruppati poi sotto la società Trentetrois, il Gruppo adesso punta a ottenere autonomia nella catena del riciclo dell’acciaio, confermando ancora una volta il proprio impegno a sostegno di una crescita sostenibile nel settore siderurgico.

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Gianni Prandi (Vidierre): “Gli italiani chiedono più misure di fact-checking sui social”

Le fake news si diffondono sempre più rapidamente nel web e gli italiani chiedono contromisure: questo è quanto emerge dal report di Vidierre, società di Assist Group specializzata nel monitoraggio e nell’analisi dei media fondata da Gianni Prandi.

Gianni Prandi

I numeri sulla disinformazione online spiegati da Gianni Prandi

Dai dati emerge come l’opinione pubblica sia preoccupata per la divulgazione delle fake news e per il loro persistere sulla Rete”: ad affermarlo è Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, che spiega i risultati dello studio realizzato dalla società sul tema della disinformazione su internet. Il quadro che emerge dal report è appunto quello di una forte inquietudine: l’opinione pubblica sembra essere particolarmente sconcertata dal fatto che le fake news continuino a circolare indisturbate anche dopo autorevoli smentite. “La mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita”, ha affermato Gianni Prandi, sottolineando come il 78% degli intervistati viva questo fenomeno con particolare preoccupazione. Inoltre, la maggior parte degli italiani ha scarsa fiducia nella capacità dei propri connazionali di riconoscere una fake news sul web: i “pessimisti” rappresentano infatti il 48% del campione, contro il 39% degli “ottimisti”.

Gianni Prandi: “Gli italiani chiedono più controllo sui media”

Di fronte a una percezione così diffusa di vulnerabilità e impotenza di fronte alle falsità che circolano in rete, sembra solo naturale, secondo Gianni Prandi, che gli italiani chiedano misure di controllo più stringenti e severe. Sebbene infatti le misure di fact-checking messe in atto dai grandi media e dai social network incontrino l’approvazione della maggioranza degli italiani (61%), il fatto che così tante persone siano preoccupate dalla persistenza delle “bufale” sulla Rete indica che non sono, di per sé, sufficienti. Non stupisce, dunque, che ben l’84,8% dei cittadini sia unanime nel sostenere che servirebbe intensificare il controllo sull’informazione: dato, peraltro, che appare in netta crescita rispetto al 2021, in cui solo il 78,4% del campione auspicava misure di questo tipo.

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Stefano Venier: il 2023 di Snam, risultati solidi e traguardi rilevanti a livello industriale

Risultati 2023 di Snam, l’AD Stefano Venier“Guardiamo con fiducia al prossimo futuro, considerando che la maggior parte degli investimenti pianificati è stata approvata, che il macro contesto si sta stabilizzando e che le policy stanno evolvendo in linea con la nostra strategia”.

Stefano Venier

Stefano Venier: la presentazione agli analisti dei risultati finanziari 2023 di Snam

Risultati solidi nel 2023 di Snam. L’AD Stefano Venier, nel sottolinearne il valore, evidenzia come siano maturati in un contesto che rimane ancora complesso e volatile sia a livello europeo che globale. Ricavi in crescita del 16,8%, a 3,875 miliardi di euro, e utili oltre le attese che hanno raggiunto 1,168 miliardi di euro. In aumento anche gli investimenti totali, che ammontano a 2,194 miliardi di euro (+13,9%): a +30% rispetto al 2022 gli investimenti tecnici. Nell’arco dell’anno sono stati raggiunti “traguardi importanti sul fronte industriale, a cominciare dall’attivazione della nave rigassificatrice a Piombino” che, come ha spiegato l’AD Stefano Venier nel presentare i risultati agli analisti, ha ricevuto finora 19 carichi: fondamentale quindi l’apporto in ottica di sicurezza energetica. Proseguono inoltre i lavori per Ravenna che saranno completati entro la fine dell’anno.

Stefano Venier: gettate le basi della nostra crescita a lungo termine anche con la piattaforma di transizione energetica

L’AD Stefano Venier ha posto l’attenzione sui “progressi significativi per i pilastri chiave della nostra strategia, rafforzando le infrastrutture per la sicurezza degli approvvigionamenti del Paesi e gettando le basi della nostra crescita a lungo termine anche con la piattaforma di transizione energetica”. Numeri significativi anche per quanto riguarda gli stoccaggi che prima dell’inverno hanno raggiunto “un livello record” del 99%: “Usciremo dalla stagione fredda con riserve in stoccaggio intorno al 50%, ossia 5 miliardi di metri cubi, oltre alle riserve strategiche”, ha spiegato l’AD parlando a “Il Sole 24 Ore”. Snam conferma quindi gli obiettivi finanziari per il 2024, con investimenti attesi a 2,9 miliardi di euro in ambito infrastruttura gas e transizione energetica. “Guardiamo con fiducia al prossimo futuro, considerando che la maggior parte degli investimenti pianificati è stata approvata, che il macro contesto si sta stabilizzando e che le policy stanno evolvendo in linea con la nostra strategia”, ha detto Stefano Venier in occasione della presentazione dei risultati 2023 agli analisti.

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Mercato dell’Oro dalle Piccole Transazioni ai Grandi Investimenti

Il mercato dell’oro è estremamente diversificato e comprende una vasta gamma di attori, transazioni e modalità di scambio. Ecco una panoramica delle diverse forme di transazioni che avvengono nel mercato dell’oro:
Transazioni di oggetti privati: Queste transazioni coinvolgono individui che vendono oggetti in oro come gioielli, monete o oggetti d’antiquariato. Queste operazioni avvengono spesso attraverso gioiellerie, negozi di pegno o attività come questo compro oro Firenze, dove gli acquirenti valutano e acquistano l’oro sulla base del suo peso e del suo contenuto di purezza.
Compro oro: I compro oro sono aziende specializzate nell’acquisto di oro da privati, offrendo loro un prezzo in base al peso e alla purezza dell’oro. Questi negozi rivendono poi l’oro a grossisti o raffinerie per il riciclaggio o la fusione.
Investimenti in oro dei piccoli investitori: Gli investitori individuali possono acquistare oro sotto forma di lingotti, monete o ETF (Exchange-Traded Fund) legati all’oro. Questi investimenti possono essere utilizzati come copertura contro l’inflazione, la volatilità del mercato azionario o come parte di una strategia di diversificazione del portafoglio.
Contratti futures sull’oro: I contratti futures consentono agli investitori di impegnarsi a comprare o vendere oro a un prezzo specifico in una data futura. Questi contratti sono ampiamente utilizzati sia per scopi di copertura che per scopi speculativi.
Acquisti delle banche centrali: Le banche centrali dei vari paesi accumulano riserve auree come parte delle loro riserve di valuta estera. Le banche centrali acquistano e vendono oro per diversificare le loro riserve, fornire stabilità finanziaria e preservare la fiducia nella propria valuta.
Ogni segmento di questo mercato contribuisce alla determinazione del prezzo dell’oro, che è influenzato da una serie di fattori, tra cui domanda e offerta globali, fluttuazioni valutarie, instabilità geopolitica e sentimenti degli investitori.

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Rinnovamento e tradizione: Maurizio Rota plasma il futuro del turismo in Italia

In un mondo in cui il turismo si reinventa, Maurizio Rota, Vice Presidente e AD di True Italian Experience, emerge come figura chiave nel panorama italiano, guidando TIE verso orizzonti innovativi. La sua visione incarna un turismo che unisce cultura, arte e benessere, attirando viaggiatori in cerca di esperienze autentiche e significative.

Maurizio Rota (True Italian Experience)

L’innovazione nel turismo culturale: l’impegno di Maurizio Rota

Nel cuore dell’evoluzione turistica italiana, l’AD di TIE delinea un futuro in cui l’Italia diventa un faro per i viaggiatori in cerca di benessere culturale e bellezza. Tale transizione rispecchia una profonda comprensione delle esigenze emergenti dei viaggiatori moderni, desiderosi di esperienze immersive e originali. Le iniziative e percorsi proposti da True Italian Experience rispondono a una domanda in continua crescita per viaggi che offrano non solo riposo, ma anche arricchimento personale. Le strategie implementate mirano a valorizzare le gemme nascoste del Paese, proponendo itinerari che tessono la ricca storia e l’arte italiana in esperienze indimenticabili. I dati dell’Osservatorio Internazionale di TIE rilevano una tendenza che pone l’Italia al centro delle preferenze globali dei viaggiatori. Infatti, grazie all’apporto strategico di Maurizio Rota, l’offerta turistica italiana si sta trasformando, sposando innovazione e tradizione per soddisfare un pubblico internazionale e vario. Le strategie adottate mirano a reinventare l’Italia come destinazione di scelta, enfatizzando esperienze che permettono ai visitatori di immergersi nelle unicità della cultura e dell’arte italiana.

La vision di Maurizio Rota per un turismo sostenibile

La ripresa del settore turistico post-pandemia vede l’Italia in prima linea nel definire nuovi standard per viaggi significativi ed ecocompatibili. L’adattamento alle mutate esigenze dei consumatori evidenzia un cambiamento di paradigma verso esperienze più ricche e personalizzate. La fascia più giovane dei turisti, 13-34 anni, che attraversa l’Italia in lungo e in largo, preferisce visitare il Paese per la cultura e l’arte e questo dato evidenzia un’evoluzione nelle preferenze dei giovani globetrotter. Questo gruppo demografico, precedentemente attratto da beni materiali, ora ricerca un connubio più profondo, per l’appunto, con la storia e l’arte del luogo che visitano. A questo proposito, True Italian Experience sta plasmando il futuro del turismo italiano con offerte che esaltano il patrimonio culturale e promuovono la sostenibilità. Questa strategia non solo rafforza l’immagine dell’Italia come destinazione prediletta per il turismo culturale, ma sostiene anche un modello di viaggio che rispetta e valorizza le risorse locali. In questo contesto, Maurizio Rota emerge non solo come un influente manager nel settore turistico, ma come un vero innovatore, impegnato a portare il turismo italiano verso nuovi orizzonti di eccellenza.

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Pietro Labriola parla della nuova vision industriale di TIM al “Corriere della Sera”

In una recente intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il CEO di TIM Pietro Labriola ha sottolineato come i due anni alla guida del Gruppo siano stati estremamente impegnativi, con sfide come quella legata alla gestione del debito in un mercato particolarmente difficile. Adesso però il manager guarda al futuro con ottimismo, concentrandosi sul raggiungimento degli obiettivi del piano “Free to run”.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: TIM è di nuovo competitiva, adesso ci concentriamo sugli obiettivi del piano

Erano tre le grandi sfide che TIM era chiamata ad affrontare quando il CEO Pietro Labriola raccolse le redini del Gruppo un paio di anni fa. La prima riguardava la gestione delle scadenze del debito in un contesto non proprio semplice, caratterizzato da tassi alle stelle e da due guerre in corso; la seconda consisteva nel riportare l’operatività a una condizione di normalità, soprattutto in termini di competitività; la terza aveva a che fare con la risoluzione del fardello del debito, da conquistare mediante la vendita della rete. Obiettivi che il CEO ha saputo raggiungere instradando TIM nella direzione giusta, ovvero quella che gli consentirà di sfruttare il potenziale del Gruppo per generare valore. Nonostante la reazione negativa della Borsa, Pietro Labriola continua ad essere ottimista: “Con il piano 2024-2026 TIM torna a generare cassa, a livello di Gruppo e in Italia, abbiamo davanti quasi 3 miliardi di potenziali earn-out, stiamo negoziando la cessione di Sparkle, elementi che contribuiranno senza dubbio ad accelerare le nostre riflessioni in materia di remunerazione agli azionisti. Il nostro obiettivo è una storia industriale solida e non uno spezzatino. Siamo concentrati sul raggiungimento degli obiettivi del piano e sulla crescita del business domestico”.

Pietro Labriola: il piano “Free to run” per una TIM senza rete

È il piano “Free to run” la via per la nuova TIM senza rete. Dopo oltre dieci anni di ipotesi e teorie, ora questa vision sta per diventare realtà. “Le nuove sfide del mondo digitale spingono sempre più verso la sostituzione della rete in rame con quella in fibra – ha sottolineato Pietro Labriolaun passaggio che richiede forti investimenti per almeno 1,5 miliardi l’anno per 6-7 anni. Per una TIM verticalmente integrata significherebbe sostenere ingenti investimenti, il 28% del fatturato, soglia insostenibile. Per una società infrastrutturale il discorso è diverso. È questa la logica di creare NetCo e venderla. Inoltre, se restiamo verticalmente integrati non potremmo partecipare al consolidamento: guardate l’operazione Fastweb-Vodafone, il mercato sta cambiando”. Ma cosa prevede il piano? Mantenendo l’intelligenza della rete fissa – TIM ha il backbone più distribuito sul territorio, la rete mobile con il migliore spettro 5G e la maggiore infrastruttura Data Center del Paese – il Gruppo ha intenzione di costruire una vera e propria customer platform di servizi e contenuti. “Potremmo offrire una connessione in fibra a 10 giga, 2 linee mobili e i contenuti di Disney, Prime, Netflix, Dazn e Apple+ più un’iPhone a un costo fisso e in un unico pacchetto – ha concluso Pietro Labriola – Nessun concorrente oggi è in grado di farlo”.

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Antonio Musacchio: una carriera di successo tra ingegneria e management

Antonio Musacchio è un esempio di successo nel mondo del management e dell’ingegneria, con una carriera caratterizzata da ruoli di crescente responsabilità e significativi traguardi professionali. Attualmente, in qualità di Amministratore Delegato di GSA Gruppo Servizi Associati, sta guidando l’espansione internazionale dell’azienda, implementando strategie innovative per migliorarne l’efficienza organizzativa.

Antonio Musacchio, AD di GSA

Antonio Musacchio, dalla laurea in Ingegneria Meccanica ai primi incarichi professionali

Nato a Roma nel 1965, Antonio Musacchio si è laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso l’Università La Sapienza, mostrando fin da subito un’eccellente preparazione tecnica. Successivamente, ha arricchito il suo bagaglio formativo con una specializzazione in Economia Aziendale e Manageriale, seguendo il suo interesse crescente per il mondo del business. Il percorso professionale di Antonio Musacchio ha inizio nel 2003, quando viene nominato Direttore Generale di SI Servizi del Gruppo Cofathec Servizi, consolidando la sua esperienza nella gestione e manutenzione di impianti tecnologici complessi. Ricopre successivamente ruoli chiave presso Pirelli RE Facility Management, dove supervisiona operazioni sia in Italia sia all’estero, dimostrando capacità manageriali di alto livello.

Antonio Musacchio: il ruolo presso Energyproject e l’ingresso in GSA

Nel 2010, Antonio Musacchio intraprende un nuovo capitolo della sua carriera con il Gruppo Manutencoop, assumendo la carica di Amministratore Delegato di Energyproject, società specializzata nella costruzione e gestione di impianti fotovoltaici. Guida, successivamente, Nagest Global Service, acquisendo esperienza nel facility management e nella gestione integrata dei grandi patrimoni urbani. Nel 2017, raggiunge un traguardo significativo diventando Amministratore Delegato di Apleona Italy. Da settembre 2021, Antonio Musacchio opera in qualità di Amministratore Delegato di GSA Gruppo Servizi Associati, portando avanti la sua missione di garantire sicurezza, salute sul lavoro e vigilanza antincendio attraverso approcci innovativi e soluzioni su misura. Oltre al suo ruolo manageriale, ha dimostrato la sua versatilità avviando con successo due start-up e confermando la sua reputazione di leader eclettico e intraprendente nel mondo del business.

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Sabrina De Filippis sulla Direttiva EU “Pesi e dimensioni”: “Rischio di impatto ambientale negativo”

In occasione della conferenza stampa organizzata dalla coalizione ferroviaria RFF, Sabrina De Filippis ha parlato dei numerosi svantaggi che la recente Direttiva europea sui trasporti comporterà a livello ambientale, infrastrutturale ed economico, valorizzando invece la natura sostenibile del trasporto intermodale su treno.

Sabrina De Filippis

Sabrina De Filippis alla conferenza RFF contro l’eccesso di camion su strada

Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics, ha recentemente preso parte a una conferenza promossa da RFF, alleanza di operatori europei del settore ferroviario, sollevando serie preoccupazioni riguardo alla Direttiva EU “Pesi e Dimensioni” per il trasporto merci su strada. L’introduzione proposta dalla Direttiva prevede l’aggiunta di oltre 10 milioni di camion sulle strade europee, per un impatto ambientale di circa 6,6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2: uno stato di cose che va decisamente in contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione stilati dal Green Deal Europeo. L’allarme sollevato da Sabrina De Filippis non riguarda solamente l’aspetto ambientale, ma anche le ripercussioni significative sulla sicurezza stradale e sull’infrastruttura viaria, che potrebbero subire un sovraccarico senza precedenti: i camion pesanti comporteranno un’usura che potrebbe anche tradursi in seri rischi per chi guida, in particolare in riferimento a ponti e altre strutture critiche.

Sabrina De Filippis: la Direttiva “Pesi e Dimensioni” potrebbe compromettere la strategia intermodale

Unitamente agli altri rappresentanti delle società ferroviarie presenti, Sabrina De Filippis ha osservato come la Direttiva finirà inevitabilmente per costituire un serio ostacolo per i target che prevedono di aumentare la quota di merci che viaggiano su treno, nonché agli sforzi per dare luogo a una rete di trasporti autenticamente intermodale in Europa. Secondo la strategia dell’intermodalità, la maggior parte del percorso di trasporto delle merci dovrebbe avvenire via mare o via treno, trattandosi di mezzi dall’elevatissima capacità di trasporti e (soprattutto nel caso dei treni) relativamente poco inquinanti. Ai camion, mezzi dalla limitata capacità di trasporto e dunque dall’impatto ambientale complessivo più alto, dovrebbe essere lasciato solo “l’ultimo chilometro”, ossia la tappa che separa la destinazione del prodotto dal terminal intermodale più vicino. La Direttiva comporterebbe invece, secondo i calcoli di RFF, un calo del trasporto combinato gomma-rotaia di circa il 16%, e un calo del 21% del trasporto di merci su treno. I rappresentanti del settore ferroviario radunatisi in occasione della conferenza sono dunque unanimi nel richiedere una revisione della Direttiva, nell’ottica di ridurre tanto i consumi energetici e le emissioni quanto i costi e i disagi per il cittadino.

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Umberto Lebruto e la visione del Gruppo FS: sostenibilità e digitalizzazione nel settore ferroviario

Al termine dell’Expo Ferroviaria 2023 di Milano, Ferrovie dello Stato Italiane ha delineato la sua visione per un futuro del trasporto più sostenibile e innovativo. Durante un panel di chiusura ricco di spunti, gli Amministratori Delegati dei diversi poli di business del Gruppo, tra cui Umberto Lebruto, hanno condiviso impegni e progetti che pongono FS in prima linea nella transizione ecologica e digitale del settore ferroviario.

Umberto Lebruto a Expo Ferroviaria 2023

Umberto Lebruto presente al panel organizzato dal Gruppo FS

La Presidente del Gruppo FS Nicoletta Giadrossi ha aperto l’evento, al quale ha preso parte anche l’AD Umberto Lebruto, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della collaborazione con i partner per realizzare progetti trasformativi. Tra le iniziative principali, spicca il progetto di decarbonizzazione che prevede l’autoproduzione di 2,6 TWh di energia fotovoltaica, utilizzando aree dismesse per la collocazione degli impianti. Un’altra iniziativa ambiziosa mira a sfruttare l’estesa rete ferroviaria di FS per garantire connettività Internet nelle aree rurali, combattendo il digital divide e promuovendo l’accesso equo alle risorse digitali. Anche l’Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana ha evidenziato l’impegno di FS verso infrastrutture più sicure, resilienti e sostenibili. Le nuove costruzioni e gli ammodernamenti mirano a resistere ai cambiamenti climatici e ai rischi di cybersecurity, con un focus crescente sulle infrastrutture digitali.

Umberto Lebruto: rigenerazione urbana e recupero delle aree ferroviarie

L’importanza del treno come mezzo di trasporto sostenibile nel corso del tempo è stata confermata da Trenitalia, che si impegna a potenziare e mantenere questa caratteristica. Il Gruppo ha avviato diverse iniziative volte a ridurre il consumo di gas e l’impiego della plastica nei propri impianti, con l’obiettivo di ottenere un risparmio energetico significativo e ridurre l’impatto ambientale. Sul fronte del trasporto merci, l’AD di Mercitalia Logistics, ha condiviso l’obiettivo ambizioso di raddoppiare il volume di merci trasportate su ferro entro il 2030, per poi raggiungere il 50% entro il 2050. Investimenti significativi sono previsti per l’ammodernamento dei mezzi, l’acquisto di locomotive elettriche e lo sviluppo dei terminali. L’Amministratore Delegato di Fs Sistemi Urbani Umberto Lebruto ha infine commentato il forte impegno verso la rigenerazione urbana: il Gruppo, ha dichiarato il manager, “mette a disposizione delle città le aree non più utilizzate dal punto di vista ferroviario, che vengono così rigenerate per ricucire quella frattura urbana storica rappresentata dalla ferrovia”.

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Gruppo FS: la riorganizzazione del Gruppo e le società che lo compongono

Dopo la presentazione del Piano Industriale 2022-2031, il Gruppo FS è stato riorganizzato in quattro Poli di business, guidati dalle società capofila RFI, Trenitalia, Mercitalia Logistics e FS Sistemi Urbani.

Gruppo FS

La riorganizzazione del Gruppo FS a seguito del Piano Industriale 2022-2031

Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane è il principale Gruppo ferroviario in Italia, composto da diverse società attive in vari settori del trasporto ferroviario. In quanto azienda pubblica, ha il compito di garantire il trasporto ferroviario sulla rete nazionale. Allo scopo di far fronte a problemi come la congestione della rete ferroviaria, il deterioramento dell’infrastruttura e la concorrenza di altri operatori, il Gruppo ha avviato un processo di ristrutturazione e modernizzazione che ha portato alla creazione di nuove società e alla riorganizzazione delle attività esistenti. Come previsto dal Piano Industriale 2022-2031, firmato a maggio 2022, il Gruppo FS è stato riorganizzato in quattro Poli di business: “Infrastrutture”, “Passeggeri”, “Logistica” e “Urbano”, con RFI, Trenitalia, Mercitalia Logistics e FS Sistemi Urbani come capofila. In questo nuovo assetto, la holding svolge funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo strategico e finanziario sulle capogruppo, che a loro volta si occupano dell’indirizzo e del controllo operativo delle società del polo.

Le società che compongono il Gruppo FS e le loro rispettive responsabilità

Le società che compongono il Gruppo FS hanno compiti e responsabilità specifiche e operano in maniera indipendente l’una dall’altra. RFI si occupa della gestione, della manutenzione e dello sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria nazionale ed è quindi responsabile dei binari, dei segnali, dei ponti e dei tunnel, nonché della gestione del traffico ferroviario. Trenitalia è la società che si interessa dell’offerta dei servizi di trasporto passeggeri: gestisce i treni regionali, gli intercity e le frecce. Mercitalia Logistics si occupa invece del trasporto merci sulla rete ferroviaria italiana, gestendo treni merci, terminal intermodali e servizi logistici integrati. FS Sistemi Urbani è incaricata della rigenerazione urbana e della logistica di primo e ultimo miglio, con l’obiettivo di restituire ai cittadini quelle aree non più funzionali all’esercizio ferroviario. Oltre a queste, il Gruppo FS include anche altre aziende che si occupano di attività sempre legate al trasporto ferroviario come Italferr, società ingegneristica addetta alla realizzazione di investimenti infrastrutturali resilienti, integrati e innovativi.

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Gruppo Danieli, eccellenti risultati finanziari grazie agli impianti siderurgici sostenibili

Gruppo Danieli ha presentato il Bilancio semestrale per il 2023, che testimonia solide performance finanziarie: a compensare la leggera contrazione della produzione diretta di acciaio sono stati i risultati strabilianti della divisione Plant Making, i cui impianti siderurgici a basse emissioni stanno attirando commesse in tutto il mondo.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli, risultati da record nella seconda semestrale 2023 per la divisione Plant Making

Gruppo Danieli conferma la sua leadership nel settore siderurgico, eccellendo specialmente nella progettazione e realizzazione di impianti per la produzione di acciaio sostenibile. Nonostante il clima internazionale teso e la domanda fluttuante, la multinazionale di Buttrio ha mostrato notevole resilienza, chiudendo il semestre del 2023 con un fatturato di 2,07 miliardi di euro, per un aumento complessivo dell’11% rispetto al semestre precedente. Il successo più evidente è quello della divisione Plant Making, che ha registrato un aumento del 162%, a conferma della crescente richiesta di soluzioni eco-compatibili nel settore siderurgico. Nonostante la contrazione nella divisione Steel Making, Gruppo Danieli ha mantenuto una solida performance complessiva, supportata da un portafoglio ordini robusto e in continuo aumento, superiore ai 6 miliardi di euro.

Gruppo Danieli all’avanguardia nel settore dell’acciaio ecologico

L’espansione della divisione Plant Making di Gruppo Danieli dimostra come sempre più società siderurgiche internazionali siano sempre più convinte della necessità di implementare pratiche e tecnologie sostenibili nella propria produzione. La motivazione dietro a queste politiche non sta solo nel desiderio di venire incontro alla sensibilità di una società che ha sempre più a cuore l’ambiente, ma anche alle recenti politiche dell’Unione Europea volte a premiare i prodotti ecosostenibili. In virtù del nuovo meccanismo di tassazione sui contenuti di CO2 (CBAM), che entrerà in vigore a partire dal 2026, i prodotti realizzati in modo sostenibile potranno essere importati nel Continente con diverse agevolazioni. Nel settore siderurgico, queste nuove esigenze si traducono nella richiesta di impianti di acciaio a forno elettrico, meno inquinanti dell’altoforno e rispettosi del Sistema europeo dei certificati ambientali (ETS). Ambito in cui Gruppo Danieli ha ben pochi rivali.

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“Diario di volo”: la guida di Paolo Gallo (Italgas) per affrontare la transizione digitale

Partendo dalla sua esperienza alla guida di Italgas, Paolo Gallo esplora nel libro “Diario di volo. Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità” l’importanza della trasformazione digitale come motore per la transizione ecologica.

Paolo Gallo

Un viaggio nel cambiamento guidato da Paolo Gallo

Alla guida di Italgas dal 2016 in qualità di Amministratore Delegato, nel suo libro Paolo Gallo mette nero su bianco i concetti chiave di questa trasformazione costante: l’innovazione, la digitalizzazione, il

lifelong learning e la sostenibilità. Ogni capitolo costituisce un tassello fondamentale nel mosaico della transizione digitale, mentre le riflessioni dell’AD rappresentano una sorta di visione anticipatoria che si è già andata concretizzando nel corso dei mesi attraverso progetti di successo che hanno portato a risultati tangibili e misurabili. “Diario di volo” è quindi un viaggio nel cambiamento che invita a guardare al futuro con maggiore consapevolezza e fiducia, nonostante gli eventi storici e sociali che hanno seguito la fine della stesura del libro nel 2021.

Paolo Gallo: Italgas come faro nella trasformazione del settore

Il libro di Paolo Gallo offre dunque una visione proattiva e lungimirante sulle trasformazioni in corso nel settore energetico, partendo dalla pandemia fino al conflitto russo-ucraino, passando per l’approvazione del REPowerEU e l’importanza crescente delle fonti rinnovabili come il biometano e l’idrogeno. Un contesto nel quale Italgas emerge come punto di riferimento globale nel settore delle reti di distribuzione del gas smart, digitali e flessibili. “Diario di volo. Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità” non è però solo un resoconto sull’operato del Gruppo guidato da Paolo Gallo, rappresenta bensì un punto di partenza fondamentale per comprendere le sfide attuali e valutare il progresso fatto finora.

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Gianni Lettieri porta avanti con Atitech il sogno di un polo unico nazionale della manutenzione

Attraverso gli alti e bassi di un settore messo in seria difficoltà dalla pandemia, Atitech, sotto la guida di Gianni Lettieri, ha saputo trasformare le sfide in opportunità, espandendosi grazie allo stabilimento di Fiumicino e diversificando le sue attività per adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato.

Gianni Lettieri

Atitech e Gianni Lettieri, storia di resilienza e innovazione

In un’epoca caratterizzata da crisi e incertezze, il settore aeronautico è stato uno dei più colpiti, con la pandemia da Covid-19 che ha gettato ombre lunghe sull’industria. Tra le realtà del settore che hanno mostrato maggiore resilienza spicca Atitech, la MRO guidata da Gianni Lettieri che può vantare, a dispetto delle difficoltà, un 2023 con una crescita dei ricavi a doppia cifra. L’evoluzione di Atitech, costola della vecchia Alitalia oggi punto di riferimento nel panorama europeo della manutenzione aerea, è una storia che rispecchia il coraggio imprenditoriale e la determinazione nel perseguire una visione. Nel 2009 Gianni Lettieri, già affermato nel settore tessile e Presidente dell’Unione Industriale, prima di Avellino e poi di Napoli, si lancia in una nuova impresa: l’acquisizione e il rilancio dell’ex Ati di Capodichino. Ciò che tuttavia ha distinto il percorso di Atitech è stata la visione portata avanti dall’imprenditore, il quale ha sempre avuto in mente il sogno di creare un polo nazionale dedicato alle manutenzioni aeronautiche. Attraverso acquisizioni strategiche e investimenti mirati, negli anni l’imprenditore ha trasformato Atitech in un’officina full-maintenance in grado di soddisfare le esigenze dei clienti a 360°, mantenendo salda l’attenzione per la qualità e l’eleganza tipiche del Made in Italy.

Gianni Lettieri: le attività di Fiumicino e la strategia di diversificazione

L’acquisizione dello stabilimento di Fiumicino dell’ex Alitalia Engineering Maintenance, dotato di quattro hangar e linee di produzione per diversi tipi di aeromobili, è stato uno dei passi significativi più recenti verso l’obiettivo di Gianni Lettieri. Nonostante le sfide imposte dalla pandemia, Atitech ha dimostrato una crescita costante anche nella produzione, con i livelli che nel 2023 sono aumentati in modo significativo sia a Napoli che a Fiumicino, riflettendo l’efficacia delle strategie messe in atto dall’azienda. Attualmente, grazie ai suoi 1.500 dipendenti, offre i suoi servizi a circa un centinaio di clienti, nazionali e internazionali. Il core business di Atitech è rappresentato dalla manutenzione e dall’ingegneria di velivoli, motori e componenti, ma l’azienda guarda anche al futuro, puntando sulla diversificazione delle attività. In una recente intervista, Gianni Lettieri ha ricordato come l’azienda sia partita occupandosi esclusivamente di maintenance di base, per poi arrivare alla line maintenance e oggi allo sviluppo di nuove attività, come la manutenzione dei carrelli e della parte interna dei motori. Inoltre, Atitech ha investito nella conversione degli aeromobili da passeggeri a cargo, un settore in crescita grazie all’espansione degli e-

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Pier Silvio Berlusconi: donne e under 30, nuove assunzioni e piani di crescita per MFE

“Lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo avanti per altri tre (anni, ndr) con un complessivo di 1.000 nuove assunzioni”: la risposta di Mediaset alle sfide del settore nell’intervista all’AD Pier Silvio Berlusconi del “Corriere della Sera”.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: Mediaset in controtendenza, sviluppo e nuove assunzioni in risposta alle sfide del settore

Quale futuro per Mediaset? Ne ha parlato l’AD Pier Silvio Berlusconi in un’intervista che il “Corriere della Sera” ha pubblicato lo scorso 18 marzo. In uno scenario particolarmente complesso “avremmo potuto stringere la cinghia, ‘fare economie’, ‘fare efficienza’ come si dice in gergo aziendale e come fanno le grandi multinazionali”: Mediaset invece ha deciso di rispondere rilanciando. “Abbiamo preferito puntare sullo sviluppo con orgoglio. E con un po’ di coraggio farlo mentre il settore dei media va in direzione opposta. Noi, in controtendenza, assumiamo. E assumiamo per metà under 30 e per il 50% donne. Abbiamo già iniziato lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo andare avanti per altri tre con un complessivo di 1.000 nuove assunzioni”, ha spiegato Pier Silvio Berlusconi. Parola d’ordine quindi: sviluppo. E il saldo fra chi entra e chi esce è assolutamente positivo, aggiunge l’AD: “Il nostro organico sta crescendo. Non assumiamo solo data scientist o digital oriented già formati che hanno un loro ruolo già definito in azienda, ma anche giovani che formiamo singolarmente e che seguiremo nel corso della loro carriera. Tra loro ci sono i nostri manager del futuro”.

MFE, Pier Silvio Berlusconi: ogni nazione deve farsi una tv adatta al proprio pubblico, calda, locale, in diretta

La televisione generalista, sottolinea Pier Silvio Berlusconi nell’intervista, “se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande”. E nel caso di Mediaset “continua a dare soddisfazioni”: difficile negare che sia “tostissima” ma “con il giusto mix di esperienza e investimenti si può addirittura crescere”. E i numeri sembrano dargli ragione: “È presto per dirlo e ci vuole cautela. Ma contrariamente alle previsioni degli analisti, il mercato sembra tonico. La nostra raccolta pubblicitaria di Gruppo in Italia e Spagna nel primo trimestre del 2024 ci fa vedere un +5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con due guerre, i tassi di interesse alle stelle, l’inflazione, il caro energia e via dicendo, anche il 2023 lo vedevamo durissimo. Eppure, stiamo per chiudere il bilancio con un utile superiore ai 217 milioni del 2022. E senza l’effetto contabile dei dividendi della Germania”. Il riferimento è alla situazione di ProsiebenSat, in perdita: “È importante che cambi rotta e torni a investire sulla televisione”. Il progetto di MFE (MediaForEurope) per creare un grande broadcaster europeo, rimarca in merito Pier Silvio Berlusconi, non significa fare una tv italiana in Germania con prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima: “Ogni nazione deve farsi una tv adatta al proprio pubblico. Calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato e in questo caso assolutamente tedesca. Noi persino in Italia stiamo aumentando il prodotto italiano, lo stiamo facendo in Spagna dando vita a una tv moderata, familiare e moderna. Ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”.

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Renato Mazzoncini: premiato da Arena Digitale per la sua leadership innovativa

La sede di Arena Digitale ha fatto da cornice a un evento durante il quale l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A Renato Mazzoncini è stato insignito del Premio Arena Digitale.

Renato Mazzoncini

Conferito a Renato Mazzoncini il premio Arena Digitale

Il conferimento del premio a Renato Mazzoncini riflette il positivo ruolo svolto dal manager contributo nel settore della trasformazione digitale e della sostenibilità aziendale. Dal suo insediamento in A2A nel maggio 2020, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale ha guidato la Life Company verso nuovi traguardi di innovazione e responsabilità ambientale. Una visione che ha contribuito notevolmente al successo e all’evoluzione del Gruppo nel contesto digitale contemporaneo. La cerimonia di premiazione è stata un momento di incontro per il mondo imprenditoriale e accademico, con la presenza di studenti, professionisti e rappresentanti istituzionali e ha costituito un’importante piattaforma per il networking e lo scambio di idee.

Renato Mazzoncini: un percorso di leadership tra innovazione digitale, sostenibilità e impatto sociale

Il discorso di Renato Mazzoncini ha toccato temi cruciali quali l’indipendenza energetica, l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale, le dinamiche demografiche e le sfide della geopolitica globale. La sua analisi approfondita ha messo in luce la necessità di un approccio olistico e lungimirante nel settore aziendale, fondamentale per affrontare le sfide attuali e future. L’assegnazione del Premio Arena Digitale riconosce quindi il ruolo del manager come un leader capace di ispirare cambiamenti positivi. La sua gestione in A2A è un esempio concreto di come le decisioni aziendali possano essere orientate anche al benessere sociale, all’inclusione e alla tutela ambientale. L’evento ha inoltre fatto da catalizzatore per discussioni sull’armonizzazione dell’innovazione digitale con la sostenibilità e l’inclusione, temi cari a Renato Mazzoncini.

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Materie prime, le grandi aziende continuano la corsa al rame

Da un po’ di tempo a questa parte, sul mercato delle materie prime è scoppiata una frenesia per quanto riguarda il rame. Diversi giganti aziendali stanno infatti portando avanti operazioni di acquisizione di miniere di metallo rosso, spendendo montagne di milioni.

La corsa alle materie prime

rameHa fatto notizia, ad esempio, l’acquisto della miniera di Khoemacau, in Africa, da parte della China Minmetals, il potente gruppo statale cinese. L’acquisto è costato circa 1,88 miliardi di dollari, e fa parte di un piano strategico che la Cina sta portando avanti da tempo per insediarsi in Africa e Sud America.

Pochi mesi prima, era stato il gigante anglo-australiano BHP ad acquisire la rivale OZ Minerals, ricca di rame, per 6,38 miliardi di dollari. Un altro colosso delle materie prime, l’americana Newmont, poco prima aveva pagato 19 miliardi per acquistare Newcrest.

Perché così tanto interesse?

Tra tutte le materie prime, il rame è al centro della competizione internazionale per il suo ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica, al pari (se non di più) del Litio o delle Terre rare, altri due minerali molto richiesti sulla borsa Xetra.
Il metallo rosso è una materia prima ampiamente utilizzata nell’edilizia, nelle reti elettriche e nei beni di consumo a basse emissioni di carbonio. Ma soprattutto ha un ruolo fondamentale per l’industria solare e quella automobilistica.

Qualche numero…

Si stima che ogni auto in futuro richiederà non meno di 80-100 chili di rame, rispetto ai circa 20 chili di un veicolo convenzionale. Nel settore solare, il fabbisogno di questa materia prima dovrebbe quintuplicare rispetto a quello di una centrale elettrica a gas. E non dimentichiamo le turbine eoliche offshore, che richiedono un numero considerevolmente maggiore di cavi per essere collegate alla costa. Questo basta a spiegare perché il prezzo del rame è salito a circa 4 dollari per libbra, con il Parabolic Sar che si è spostato sotto la linea della quotazione.

La corsa al rame

Diventa chiaro adesso perché c’è questa corsa ad accaparrarsi le forniture per il futuro. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), la domanda globale di rame dovrebbe crescere del 40% entro il 2040, il che potrebbe portare a una carenza globale, e quindi a una esplosione di prezzo.

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Il nuovo Premio Tesi di laurea 2024 su salute, sicurezza e sostenibilità

Comunicato Stampa

Il nuovo Premio Tesi di laurea 2024 su salute, sicurezza e sostenibilità

 

Partecipa al concorso promosso dalla Fondazione AiFOS per premiare le migliori tesi di laurea su salute, sicurezza sul lavoro e sostenibilità. Invia gli elaborati entro il 31 ottobre 2024!

 

Le tesi di laurea che affrontano il tema della salute, sicurezza e sostenibilità possono essere cruciali in un contesto lavorativo in costante mutamento, caratterizzato dal continuo avanzamento tecnologico e digitale, da modifiche nell’organizzazione aziendale e da frequenti crisi, anche di tipo ambientale, che richiedono soluzioni innovative e sostenibili.

 

In questa complessa realtà, le tesi di laurea offrono un’analisi dettagliata delle sfide presenti nei luoghi di lavoro, anche con riferimento alle possibili cause degli incidenti e ai fattori di rischio. Possono identificare le buone pratiche esistenti e proporre soluzioni nuove che derivano, ad esempio, da nuove tecnologie o da differenti metodologie di gestione del rischio e dei processi lavorativi.

 

Le tesi di laurea possono contribuire, dunque, a creare ambienti di lavoro più sicuri, salutari e sostenibili.

 

Proprio per favorire l’elaborazione di nuove tesi in materia la Fondazione AiFOS anche per il 2024 ha lanciato il “Premio tesi di laurea nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro e sostenibilità”, un premio che, nelle scorse edizioni, ha già premiato e segnalato più di 90 studenti autori di tesi di laurea triennali, magistrali, di dottorato e di master di primo/secondo livello.

 

Il nuovo bando tesi di laurea 2024 su salute, sicurezza e sostenibilità

La Fondazione AiFOS, in collaborazione con l’Associazione AiFOS e con la partnership di PuntoSicuro, indice il nuovo Bando Tesi di Laurea 2024 per tesi, discusse tra il 1° novembre 2023 ed il 31 ottobre 2024, che trattino i seguenti temi:

  • Salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, declinata in uno dei seguenti ambiti individuati dal Decreto interministeriale del 6 marzo 2013:
    • ambito giuridico, normativo, organizzativo;
    • ambito tecnico, ingegneristico, medico;
    • ambito psicologico, educativo, formativo, relazionale.
  • Sostenibilità in ambito lavorativo, declinata in uno o più dei seguenti argomenti: benessere organizzativo, lavoro dignitoso, corretta gestione ambientale in azienda.
  • Pari opportunità, premio dedicato al genere femminile, alla diversità di genere e alla conciliazione vita-lavoro.

 

Premio tesi di laurea 2024: la valutazione, i premi e la diffusione

Attraverso una Commissione valutatrice, nominata dal Presidente della Fondazione AiFOS, saranno selezionate diverse tipologie di tesi:

  • 3 tesi di lauree triennali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, una per ciascuno dei tre ambiti individuati (ambito giuridico, normativo, organizzativo; ambito tecnico, ingegneristico, medico; ambito psicologico, educativo, formativo, relazionale);
  • 3 tesi di lauree magistrali/master di primo livello in materia di salute e sicurezza sul lavoro, una per ciascuno degli ambiti individuati;
  • 1 dottorato in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
  • 1 master di II livello in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
  • 1 tesi in materia di sostenibilità;
  • 1 tesi in materia di pari opportunità (Premio SOFIA Comitato Donne AiFOS).

 

Le tesi selezionate avranno diritto ad un riconoscimento economico di € 500,00, un attestato di partecipazione e ad un abbonamento online ai “Quaderni della Sicurezza”, la rivista scientifica AiFOS.

 

Tutte le tesi partecipanti saranno pubblicate sul portale BTSBiblioteca Tesi Sicurezza” (https://bibliotecatesi.fondazioneaifos.org/), una biblioteca virtuale di libera consultazione dedicata alle tesi di laurea in materia di salute e sicurezza sul lavoro e sostenibilità che hanno partecipato al Premio dal 2013 ad oggi.

 

Punto Sicuro, media partner del Premio Tesi di laurea, promuoverà poi la diffusione e conoscenza delle tesi premiate o, comunque, degli elaborati ritenuti più rilevanti per il miglioramento delle strategie in materia di sostenibilità e prevenzione.

 

Premio tesi di laurea 2024: le informazioni, la partecipazione e le scadenze

La partecipazione al Premio è completamente gratuita ed è aperta agli studenti che stanno conseguendo o hanno conseguito lauree triennali, magistrali, master di primo e secondo livello, dottorati, purché non siano stati già premiati nelle precedenti edizioni del premio organizzate da AiFOS o Fondazione AiFOS.

 

Il termine ultimo per l’invio degli elaborati è fissato al 31 ottobre 2024, mentre la data della premiazione verrà definita e comunicata successivamente dalla Fondazione AiFOS.

 

Si invitano gli studenti ad elaborare e presentare le proprie tesi alla segreteria del Premio e i docenti a valorizzare i lavori degli studenti tramite la diffusione del bando di concorso.

 

Il link per poter scaricare il bando di concorso e la domanda di partecipazione alla selezione:

https://www.fondazioneaifos.org/premio-tesi-di-laurea

 

Segreteria del Premio: Fondazione AiFOS c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia, via Branze, 45 – 25123 Brescia Tel. 030.6595037 Fax 030.6595040 [email protected]

 

 

21 marzo 2024

 

 

Ufficio Stampa Fondazione AiFOS

[email protected]

www.fondazioneaifos.org

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Premio Industria Felix a Euroristorazione: un impegno verso il futuro

In un clima di crescente attenzione verso la sostenibilità e l’affidabilità finanziaria, Euroristorazione, azienda leader nel settore della ristorazione collettiva, si è aggiudicata il prestigioso Premio Industria Felix.

Euroristorazione

Euroristorazione, eccellenza gestionale e sostenibilità nel Veneto

Il Premio Industria Felix, conferito durante l’evento tenutosi a Fossalta di Portogruaro presso Zignago Holding, sottolinea l’impegno di Euroristorazione per l’eccellenza gestionale, la solidità finanziaria valutata da Cerved, e l’attenzione verso pratiche sostenibili particolarmente meritevoli nella regione Veneto. Con oltre 3.500 collaboratori e oltre 20 centri di produzione, l’azienda produce più di 20 milioni di pasti all’anno: il fatturato è aumentato del 4,6% nel 2023, superando i 110 milioni di euro. Questi numeri non solo ne riflettono la capacità produttiva ma anche l’impegno verso la qualità e la sostenibilità. Euroristorazione si distingue per la sua profonda esperienza nel campo della ristorazione scolastica, dove non si limita alla fornitura di pasti, ma arricchisce l’offerta con progetti educativi per promuovere abitudini alimentari sane tra i più giovani. Il tutto è supportato da un servizio dietetico-nutrizionale interno che lavora a stretto contatto con chef esperti per elaborare menù equilibrati, sani e inclusivi.

Euroristorazione: le pratiche di orientamento alla sostenibilità

L’orientamento alla sostenibilità di Euroristorazione è evidente nell’adozione di energia pulita, con l’installazione di impianti fotovoltaici nei centri di produzione, l’utilizzo di attrezzature avanzate a basso impatto ambientale, l’eliminazione della plastica a favore di materiali biodegradabili e la riduzione degli sprechi alimentari. Quest’ultima si concretizza anche attraverso la collaborazione con enti benefici per il recupero delle eccedenze alimentari, e una politica di approvvigionamento che favorisce fornitori locali e riduce l’impatto logistico sul territorio. Il Premio Industria Felix, assegnato in collaborazione con Industria Felix Magazine e Cerved, non solo riconosce il successo finanziario e gestionale di Euroristorazione ma anche il suo impegno verso un modello di business etico e sostenibile. Questo premio si inserisce in un contesto più ampio in cui, secondo l’indagine di Industria Felix Magazine e Cerved, il Veneto emerge come leader del Nord-Est con il 75% delle imprese in utile nel post-Covid, dimostrando la resilienza e la capacità innovativa dell’industria locale.

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Ares Ambiente tra le imprese Best Performer di Bergamo

Ares Ambiente si conferma ancora una volta come un modello di innovazione e stabilità nel panorama imprenditoriale di Bergamo, guadagnandosi il titolo di impresa Best Performer per il terzo anno consecutivo. Tale riconoscimento, assegnato dalla ricerca di ItalyPost, sottolinea il costante impegno dell’azienda per un futuro più green e sostenibile.

Ares Ambiente

Ares Ambiente: successo economico e leadership ambientale

L’analisi dettagliata condotta da ItalyPost, che abbraccia il periodo dal 2019 al 2021, ha messo in luce le aziende che si sono distinte per risultati economici eccellenti e una stabilità finanziaria invidiabile, caratterizzate da un EBITDA superiore al 4%. In questo contesto, Ares Ambiente emerge come un vero e proprio pilastro dell’economia di Bergamo, grazie a un fatturato in costante crescita e a una solidità finanziaria definita da equilibrata a ottima. Tali risultati sono il frutto di una gestione aziendale strategica e responsabile, che si traduce in una capacità di incrementare il fatturato mantenendo simultaneamente una robusta posizione finanziaria. Tuttavia, per Ares Ambiente, il successo economico non è mai fine a se stesso. Piuttosto, rappresenta il riconoscimento della qualità e dell’efficienza dei servizi offerti nel settore ambientale.

Il successo di Ares Ambiente e il contributo del suo team

Quello di Ares Ambiente è un successo reso possibile grazie alla dedizione e alla propensione all’innovazione del team, il cui impegno quotidiano è fondamentale per garantire soluzioni ecologiche all’avanguardia. L’azienda non vede la sostenibilità come un semplice obiettivo da raggiungere, ma come un percorso da intraprendere con costanza, innovazione e un’etica lavorativa che pone l’ambiente al centro delle decisioni aziendali. Questa filosofia guida Ares Ambiente verso l’eccellenza e l’innovazione nel settore ambientale, promuovendo al contempo una crescita economica sana e sostenibile. È grazie all’impegno dei membri del team, la cui dedizione costituisce la forza motrice di ogni successo ottenuto, che l’azienda continua a brillare come leader nel settore ambientale, dimostrando che il perseguimento della sostenibilità può anche essere sinonimo di prosperità economica.

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Federico Motta Editore omaggia lo scrittore Umberto Eco

A otto anni dalla scomparsa di Umberto Eco, avvenuta il 19 febbraio 2016, la sua eredità intellettuale continua a esercitare un’influenza significativa. Federico Motta Editore ricorda la collaborazione con il semiologo, massmediologo, scrittore, storico e bibliofilo che ha lasciato un’impronta indelebile nel nostro panorama culturale.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: le opere di Umberto Eco

Nato ad Alessandria nel 1932, Umberto Eco si è distinto per i suoi interessi, che nel corso degli anni hanno incluso il pensiero medievale, l’estetica, la semiotica e la teoria della comunicazione. La sua formazione presso l’Università di Torino ha posto le basi per una carriera straordinariamente variegata. Eco, come ricorda Federico Motta Editore, è universalmente riconosciuto per romanzi che hanno riscosso grande successo di pubblico e di critica, come Il nome della rosa, Il pendolo di Foucault, L’isola del giorno prima, Baudolino, La misteriosa fiamma della regina Loana, Il cimitero di Praga e Numero zero. Oltre a saggi quali Opera aperta, Apocalittici e integrati, La struttura assente, Lector in fabula, Kant e l’ornitorinco e Dire quasi la stessa cosa.

La collaborazione tra Federico Motta Editore e Umberto Eco

Significativa è stata la collaborazione di Umberto Eco con la Casa Editrice Federico Motta Editore, per la quale ha diretto opere di grande rilievo culturale. Tra queste, Historia – La grande storia della civiltà europea, un’opera monumentale che abbraccia la storia europea dal Vicino Oriente Antico fino al Novecento, coinvolgendo oltre 400 autori. Una copia dell’opera è stata donata all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Altra opera di spicco è La filosofia, che testimonia il desiderio dell’autore di rendere la storia del pensiero filosofico accessibile e appassionante per il grande pubblico.

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Gianpietro Benedetti, l’analisi del Presidente di Gruppo Danieli sul futuro del green steel

Gianpietro Benedetti, Presidente di Gruppo Danieli, ha parlato delle numerose innovazioni tecnologiche che stanno consentendo alla multinazionale di Buttrio di produrre acciaio a bassissimo impatto ambientale, attirando commesse in tutto il mondo: secondo l’ingegnere, la sostenibilità può essere raggiunta solamente lavorando sull’efficienza.

Gianpietro Benedetti

La filosofia di Gianpietro Benedetti: raggiungere la sostenibilità con l’efficienza

Quando si parla di sostenibilità accade che i risultati concreti vengano sostituiti da una facile demagogia: ad esempio, molte realtà tentano di apparire ecologiche installando impianti a idrogeno, ignorando che allo stato attuale delle cose, come evidenziato da Gianpietro Benedetti, Presidente di Gruppo Danieli, il rendimento sia ancora basso mentre il consumo di acqua molto alto. Al contrario, è fondamentale mantenere una prospettiva focalizzata sui risultati, tenendo in particolare a mente una regola generale: i consumi di energia e le emissioni ambientali diminuiscono tanto più sono efficienti i processi produttivi. “Quando si abbassano i costi di trasformazione, automaticamente si diventa più verdi”, ha affermato Gianpietro Benedetti, sottolineando come molti degli impianti green di Gruppo Danieli, che ricevono ordini da tutto il mondo, non fossero inizialmente neanche stati progettati con la finalità di essere sostenibili. Semplicemente, la maggiore efficienza ha finito per tradursi in una serie di benefici ambientali. Ora, la leadership di Gruppo Danieli nelle acciaierie sostenibili è divenuta tale che persino il WWF ha autorizzato l’installazione di un impianto in un’oasi naturalistica.

Progetti ambiziosi e innovazioni sostenibili di Gruppo Danieli illustrati da Gianpietro Benedetti

Gianpietro Benedetti ha spiegato come la natura ecologica degli impianti siderurgici di Gruppo Danieli sia attribuibile specialmente a tre innovazioni: il direct rolling, la digitalizzazione delle acciaierie e il Digimelter. Il direct rolling, in particolare, è una tecnica introdotta in quasi tutti gli impianti del Gruppo, la cui adozione ha permesso un taglio significativo delle emissioni: “Con l’innovazione del direct rolling abbiamo eliminato il forno di riscaldo a gas che è la fonte principale di CO2. Noi andiamo direttamente senza forno di riscaldo nel laminatoio della colata continua. Sono le tecnologie che vendiamo ovunque”. La digitalizzazione, invece, permette una produzione su richiesta molto precisa, risparmiando dunque sui costi di immagazzinamento. Il Digimelter è invece un “forno elettrico a controllo digitale con un design completamente sigillato, controllato direttamente dal sistema Q-One che ottimizza consumi e impatti sulla rete elettrica, alimentabile anche con risorse rinnovabili”. Tale innovazione, in particolare, permette di produrre una tonnellata di acciaio generando solamente dai 95 ai 130 chili di anidride carbonica, dunque circa la metà sotto la soglia dei 200 chili stabilita dall’Unione Europea per indicare l’acciaio a “impatto zero”.

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La carriera di Alessandro Noceti, Direttore presso Valeur Capital LTD e Valeur Securities SA

Nel panorama finanziario internazionale, Alessandro Noceti emerge come figura di rilievo nel settore del credito e dell’equity, ricoprendo il ruolo di Responsabile della distribuzione per Valeur Group e di Direttore presso Valeur Capital LTD e Valeur Securities SA.

Alessandro Noceti

Alessandro Noceti: formazione ed esordio professionale

Alessandro Noceti si forma all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dove si laurea in Economia e Commercio. La sua propensione allo studio lo porta a espandere gli orizzonti formativi attraverso l’ESCP-EAP European School of Management, dove consegue un Master in European Business Studies e un MBA, frequentando i campus di Londra e Torino. Tali esperienze affinano le sue competenze in ingegneria finanziaria, asset management e soluzioni di investimento, preparandolo per le sfide del mercato globale. La carriera di Alessandro Noceti nel settore finanziario prende il via presso Credit Suisse International, dove ricopre il ruolo di Analista nell’Area Investment Banking – Equity and Fixed Income Derivatives Sales.

Alessandro Noceti: da Credit Suisse alla leadership in Valeur Group

La sua scalata professionale presso Credit Suisse lo vede evolversi da Associate a Vicepresidente, gestendo la clientela italiana retail e istituzionale e specializzandosi nel settore italiano del Real Money. Nel 2015, la sua esperienza e competenza lo portano ad assumere il ruolo di Direttore, segnando l’inizio di una nuova fase professionale. Il passaggio a Valeur Group segna un punto di svolta nella carriera di Alessandro Noceti: oggi svolge un ruolo cruciale nella distribuzione e nella direzione delle società affiliate Valeur Capital Ltd e Valeur Securities SA. Sotto la sua guida, il Gruppo ha consolidato la sua posizione nel mercato, distinguendosi per l’offerta di soluzioni innovative in ambito di asset management, advisory, trading, ricerca e real estate.

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Come affrontare i near miss con la formazione esperienziale

Comunicato Stampa

Come affrontare i near miss con la formazione esperienziale

 

Il 24 maggio 2024 un corso di 8 ore in presenza a Brescia fornirà, attraverso l’uso della formazione esperienziale, strumenti utili all’individuazione e all’analisi dei near miss.

 

Nelle aziende la conoscenza dei near miss, intesi come gli accadimenti pericolosi che non hanno determinato conseguenze quali infortuni, malattie o decessi, ma che avrebbero avuto il potenziale per farlo, è molto importante. Le informazioni sui near miss evidenziano, infatti, criticità che devono essere rilevate, registrate e analizzate per migliorare l’organizzazione aziendale e il sistema di prevenzione.

 

Tuttavia, per cominciare strutturare correttamente la loro rilevazione e analisi è necessaria una metodologia adeguata, una metodologia formativa coinvolgente. E ricordando che l’esperienza è un fattore importante e significativo di sviluppo e apprendimento, un fattore in grado di favorire un cambiamento reale nelle persone, è importante utilizzare metodologie esperienziali che, attraverso l’utilizzo di strumenti come il gioco, l’osservazione e la riflessione sulle attività svolte, siano in grado di arricchire la formazione con il valore aggiunto dell’esperienza vissuta.

 

Esistono corsi in presenza che utilizzano la formazione esperienziale per affrontare adeguatamente la tematica dei near miss?

 

Il corso per conoscere i near miss con la formazione esperienziale

Per parlare di near miss e migliorare la prevenzione nelle aziende l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 24 maggio 2024 a Brescia un corso di 8 ore in presenza dal titolo “Come affrontare la tematica dei near miss con la formazione esperienziale”.

 

Il corso si propone di fornire adeguati strumenti utili all’individuazione e all’analisi dei near miss, anche con riferimento alla partecipazione di tutti necessari interlocutori, in ambito salute e sicurezza.

 

Durante il percorso formativo si mostrerà che l’individuazione dei near miss non è solamente fondamentale per l’attività di prevenzione ma anche per individuare la cultura che sottende i comportamenti, la propensione al rischio e l’analisi di piani di miglioramento da poter applicare attraverso il coinvolgimento degli agenti di cambiamento.

 

Il corso è rivolto a RSPP, ASPP, Formatori della sicurezza, Coordinatori, HSE Manager e Consulenti ed il docente è Alessandra Marconato, formatrice qualificata Aifos coach e trainer nell’area del comportamento organizzativo.

 

La piramide della sicurezza e i near miss

La “piramide della sicurezza”, che schematizza il rapporto quantitativo fra diversi tipi di “eventi avversi”, segnala che per ogni incidente grave che avviene nei luoghi di lavoro ci sono circa 30 incidenti meno gravi e 300 incidenti che non hanno provocato danni alle persone. E nelle aziende sono poi numerosi gli incidenti mancati, quegli eventi correlati al lavoro che potevano causare un infortunio o un danno alla salute, ma per un caso fortuito non lo hanno fatto.

 

I near miss possono essere considerati come dei veri e propri indicatori di esposizione al rischio, dei precursori, degli eventi sentinella che rappresentano delle non conformità rispetto ad una condizione normale progettata di funzionamento di una organizzazione di un’azienda.

 

Gli argomenti del corso e le informazioni per iscriversi

Il corso “Come affrontare la tematica dei near miss con la formazione esperienziale”, organizzato dall’Associazione AiFOS, si terrà il 24 maggio 2024 – dalle ore 8.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.30 – a Brescia presso Aifos Service in via Branze n. 45.

 

Durante la giornata verranno affrontati i seguenti argomenti:

  • near miss: comprenderli per indagarli
  • 5 perché e cause radice
  • 5W + 1H- il metodo Kipling e gli 8 elementi di D’Aquino
  • indagare i near miss, setting, domande e feedback istruttivo
  • la prevenzione partecipata e gli agenti di cambiamento
  • ciclo di Deming e piano di miglioramento

 

La partecipazione al corso vale come 8 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP e Coordinatori alla sicurezza, 4 ore di aggiornamento per formatori qualificati prima area e 4 ore terza area tematica. Il corso è valido anche ai fini della formazione prevista per il Manager HSE (UNI 11720:2018 – area organizzativa-gestionale) e ai fini della formazione per i Consulenti AiFOS (ambito sicurezza sul lavoro).

 

Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi/corsi-in-programma/corsi-in-programma/come-affrontare-la-tematica-dei-near-miss-con-la-formazione-esperienziale

 

Per informazioni e iscrizioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected][email protected]

 

 

14 marzo 2024

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Virus respiratorio sinciziale, Susanna Esposito: i casi più gravi sono legati all’associazione con l’infezione da metapneumovirus

La docente di Pediatria dell’Università di Parma Susanna Esposito ha rivelato ad “Adnkronos Salute” qual è il trend delle infezioni da virus nei bambini nelle ultime settimane. Secondo la pediatra, il virus respiratorio sinciziale circolerà ancora per un altro mese.

Susanna Esposito

Susanna Esposito: virus in circolo ancora per un mese

Si dovrà attendere ancora un mese, almeno, per vedere la fine di questa stagione che ha portato il virus respiratorio sinciziale nelle case di tante famiglie. Lo ha dichiarato ad “Adnkronos Salute” Susanna Esposito, docente di Pediatria all’Università di Parma e responsabile del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria, la quale ha parlato di una “circolazione che sarà attiva ancora un mese”. Comunque, ha rassicurato, già “nelle ultime due settimane si registra un calo delle infezioni da virus respiratorio sinciziale nei bambini, patogeno all’origine di bronchioliti e casi di polmonite”.

Susanna Esposito: i casi più gravi sono legati al coinvolgimento del metapneumovirus

Per quanto riguarda i casi più impegnativi, vale a dire quelli legati ai ricoveri più prolungati, Susanna Esposito ha spiegato che si tratta di “quelli in cui, insieme a questa infezione, c’è anche il coinvolgimento del metapneumovirus, patogeno che quando infetta il bambino con virus respiratorio sinciziale può determinare casi più gravi, con ricoveri più lunghi che durano anche sette giorni invece di quattro”. La pediatra ha fatto inoltre sapere che in questo periodo, tra le forme infettive più frequenti nei reparti pediatrici degli ospedali, ci sono le polmoniti da streptococco di gruppo A, “lo stesso patogeno che provoca la scarlattina”.

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Equità e merito: la visione di Cristina Scocchia per il futuro corporate

Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di Illycaffè, è una figura di ispirazione e un esempio di successo femminile nel mondo corporate. Attraverso la sua esperienza e le sue parole, emerge chiaramente il bisogno di superare gli stereotipi di genere che ancora permeano l’ambiente lavorativo, specialmente nelle posizioni di alto livello.

Cristina Scocchia, AD di Illycaffè

Cristina Scocchia e la leadership femminile

Nella sua brillante carriera, Cristina Scocchia ha dimostrato che le competenze e lo stile di leadership non sono una questione di genere ma di capacità individuale e di carattere. Tuttavia, in Italia, solo il 3% dei CEO è donna, un dato che riflette la persistente visione stereotipata dei ruoli di leadership come preminenza maschile. La stessa manager osserva che la nomina di molte donne come Presidenti piuttosto che Amministratori Delegati, con compiti più istituzionali che esecutivi, rappresenti una conferma dei soliti schemi sociali. Riconosce tuttavia che anche piccoli passi, come l’incremento delle donne in posizioni di comando, possono innescare un cambiamento culturale necessario. Con una quota femminile del 30% tra i dirigenti di Illycaffè, Cristina Scocchia evidenzia l’importanza di offrire pari opportunità a tutti, indipendentemente dal genere, sottolineando che il vero valore risiede nella capacità di ciascuno di dimostrare il proprio merito.

Cristina Scocchia: fondamentale saper affrontare le sfide

La sua storia personale, priva di vantaggi pregressi e focalizzata sul duro lavoro e l’ambizione, serve da ispirazione per molte donne. Cristina Scocchia invita a non lasciarsi definire dal proprio punto di partenza, compreso il genere, e a perseguire i propri obiettivi con determinazione. In un contesto più ampio, l’esempio di Jacinda Ardern, ex Premier della Nuova Zelanda, che si è dimessa citando l’esaurimento delle energie, dimostra un approccio autentico e onesto alla leadership. Questo atto di trasparenza, secondo l’AD, dovrebbe essere valorizzato come un modello sia di impegno sia di realismo, poiché mostra che prendersi una pausa e riconoscere i propri limiti è segno di forza e saggezza. Attraverso le sue riflessioni, Cristina Scocchia non solo mette in luce le sfide che le donne affrontano nelle posizioni di leadership, ma incoraggia anche un cambiamento di prospettiva verso una maggiore inclusione e valorizzazione del merito, indipendentemente dal genere.

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