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11 Marzo 2024

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Paolo Gallo: gas, biometano e innovazione la ricetta di Italgas per la Grecia

Italgas investe sul gas e sul biometano in Grecia e punta sulla diversità delle fonti per la transizione ecologica. Cambiamenti anche per Depa Infrastructure, che si trasforma in Enaon. L’AD Paolo Gallo: “Obiettivi UE sulla net zero condivisibili, ma l’elettrico da solo non può farcela”.

Paolo Gallo, AD di Italgas, all'inaugurazione di Enaon

Paolo Gallo, Depa Infrastructure diventa Enaon e scommette sul biometano: il piano di Italgas

Per affrontare la sfida della transizione ecologica è necessario puntare sulla diversità delle fonti energetiche. Gli obiettivi dell’Unione Europea sulla net zero al 2050 sono condivisibili, ma farcela esclusivamente con l’elettrico è impossibile. Nei prossimi anni l’infrastruttura del gas continuerà a ricoprire un ruolo chiave. Così Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas, volato ad Atene per prendere parte alla cerimonia di inaugurazione della sede di Enaon, il nuovo marchio del Gruppo per il mercato ellenico che prende il posto di Depa Infrastructure. Italgas ha deciso di accelerare gli investimenti in Grecia mettendo sul piatto da qui al 2029 un totale di 900 milioni di euro, che potrebbe essere rivisto al rialzo già nei prossimi mesi. Il piano prevede la digitalizzazione della rete di distribuzione del gas, ma anche il proseguimento della sua espansione: agli 800 chilometri di nuove condotte realizzate nel 2023, che hanno consentito di raggiungere 25 nuove città, Enaon ne aggiungerà altre 13 già quest’anno. Oggi la società gestisce circa 7.700 km di rete e oltre mezzo milione di clienti: l’obiettivo per il 2029 è arrivare a 11mila chilometri di nuove condotte e raggiungere 1 milione di punti di riconsegna (pdr), ossia di case, uffici e aziende servite dalla rete. Centrale nella strategia ellenica di Italgas la diffusione del biometano, come testimonia la partnership siglata con Habio, l’associazione greca che riunisce i produttori di biogas.

Paolo Gallo: “Per la net zero economy serviranno tutti gli strumenti possibili”

Il piano ideato da Italgas per il mercato ellenico rappresenta, secondo Paolo Gallo, la strada giusta per raggiungere concretamente gli ambiziosi obiettivi dell’UE. “La tecnologia e l’innovazione hanno dimostrato che gli obiettivi possono essere raggiunti in modo diverso. Se vogliamo davvero arrivare alla net zero economy nel 2050 dobbiamo mettere in campo tutto ciò che abbiamo”. E il biometano è uno di quegli strumenti, sottolinea Paolo Gallo, perché intanto consente di ridurre la dipendenza da forniture estere e di migliorare quindi la sicurezza energetica, senza contare gli effetti sul fronte della sostenibilità e dell’economia circolare. L’innovazione è l’altro potente alleato verso la transizione, conclude: da quando Italgas ha acquisito Depa Infrastructure nel 2022, è stato completato il passaggio dei sistemi sul cloud e l’eliminazione dei server fisici, e sono stati posati oltre 1.000 km di reti cosiddette “native digitali”. E già dal prossimo anno anche in territorio ellenico verranno installati i Nimbus, contatori smart “H2 ready” di ultima generazione targati Italgas.

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Il viaggio di Pietro Labriola con TIM: dagli inizi alla nomina come AD

L’AD di TIM Pietro Labriola ha concesso una lunga intervista al podcast “Connecting The Dots – The Invisible Path to Success” di Chaberton Partners, raccontando la propria vita, il percorso professionale e le scelte che lo hanno portato al successo. Secondo il manager, insieme alla determinazione e all’attitudine, è fondamentale sapersi scegliere superiori che credano in noi e prendano a cuore la nostra evoluzione.

Pietro Labriola

Determinazione e resilienza nella vita di Pietro Labriola

Una caratteristica che spicca nella biografia di Pietro Labriola è la perseveranza: l’AD di TIM è restato convinto delle sue idee e fiducioso nei propri progetti anche quando il contesto non appariva favorevole. Nato in una famiglia di media borghesia nella periferia di Bari, il futuro AD era un ragazzo intelligente, indipendente e piuttosto indisciplinato. Nonostante il padre volesse fare di suo figlio un ingegnere, il giovane Pietro lo convinse e iniziò a studiare Economia per inseguire il proprio sogno di manager. Nonostante qualche insuccesso iniziale, portò a compimento gli studi laureandosi con pieni voti. Una seconda sliding door si presentò subito dopo: il futuro AD ebbe la scelta se rimanere a Bari, con un lavoro comodo ma dalle limitate prospettive di crescita, oppure abbandonare la comfort zone trasferendosi a Milano per uno stage. La scelta, ovviamente, cadde sulla seconda opzione. Dopo essersi fatto le ossa a France Telecom, Pietro Labriola è poi entrato in TIM, attraversando dunque il celebre “boom delle telecomunicazioni” del ’93 e acquisendo incarichi di sempre maggiore rilevanza. Il manager ha attribuito questo successo alla sua tenacia: che si esprime innanzitutto nella scelta di rimanere nella società nonostante i vari cambi di leadership (e conseguentemente, di stile manageriale e attitudine), ma anche nella tendenza a esprimere le proprie idee anche in contrasto con i colleghi. In seguito alla nomina a CFO per TIM Brasile, nel 2015, il manager convinse ad esempio i colleghi ad adottare l’outsourcing dei call center, pratica che diede immediatamente risultati positivi. In seguito alla sua gestione, il Brasile rimane un’area in cui la presenza di TIM è particolarmente solida, spianando la strada per ulteriori successi.

I consigli di Pietro Labriola per futuri manager: adattabilità, curiosità, flessibilità

Secondo Pietro Labriola, tuttavia, la determinazione da sola non basta: servono anche competenze trasversali e mindset aperto. Doti che, secondo il manager, non sono innate, ma vengono invece sviluppate in un contesto stimolante: per questo, è di fondamentale importanza sapersi scegliere un ambiente di lavoro che porti ad affinare tali qualità. Nello spiegare le ragioni del proprio successo, l’AD ha infatti espresso profonda gratitudine per i manager che gli hanno trasmesso nozioni fondamentali. In particolare, il primo capo Mario Citelli, di France Telecom, che lo faceva stare molto in ufficio perché ascoltasse e apprendesse il più possibile. Inoltre, gli affidava già a 25 anni incarichi di responsabilità, affinando fin da subito la sua capacità di resistere alle pressioni lavorative. Alcuni di questi elementi sono diventati veri e propri pilastri dello stile manageriale di Pietro Labriola: in particolare, l’AD mette al centro della sua filosofia il concetto di accessibilità. In TIM, i dipendenti sono invitati continuamente a esprimere le proprie opinioni, anche in contrasto con i capi; l’ambiente lavorativo non è ingessato, ma spontaneo e dinamico. “Come stile manageriale, coinvolgo molto le mie strutture affinché tutti sappiano perché prendo determinate decisioni. Questo permette ai miei colleghi di crescere più rapidamente”. Bisogna poi abituarsi ad apprendere competenze di ogni genere, anche lontane dalla nostra base formativa, perché solo da una prospettiva olistica si può ottenere uno sguardo completo su questioni complesse.

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Contrastare la scarsità di materie prime: l’intervento di Luca Dal Fabbro

Nell’ambito della 49esima edizione del Forum Ambrosetti “Lo Scenario di oggi e domani per le strategie competitive” a Villa d’Este, Cernobbio, Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, ha condiviso la strategia del Gruppo nel fronteggiare la crescente scarsità di materie prime. Un tema cruciale che riguarda direttamente le sfide ambientali ed economiche attuali.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: la strategia di Iren

Luca Dal Fabbro ha delineato un approccio proattivo adottato da Iren, che si concentra sull’innovazione e sull’autoproduzione di risorse. Una delle iniziative chiave è il recupero di materie critiche attraverso il riciclo. Il Gruppo sta infatti investendo in impianti avanzati che consentono il recupero di materiali come l’oro, il rame e il platino, che diventano sempre più richiesti, e quindi più scarsi, sul mercato. Questa mossa non solo contribuisce alla sicurezza delle forniture, ma riduce anche l’impatto ambientale attraverso il riutilizzo di risorse preziose. Un’altra strategia adottata da Iren, ha rivelato Luca Dal Fabbro, è l’autoproduzione di risorse, come nel caso del biogas. Attraverso l’installazione di biodigestori, lil Gruppo è in grado di produrre biogas, un’energia rinnovabile che contribuisce alla riduzione delle emissioni e offre un doppio vantaggio ambientale. Tale scelta non solo promuove la sostenibilità ambientale, ma genera anche ricchezza per le comunità locali, trasformando gli scarti in risorse preziose.

Luca Dal Fabbro: gli investimenti di Iren nelle energie rinnovabili

La strategia di Iren si estende anche al settore dell’energia, con un focus sull’aumento della produzione di rinnovabili. Questo, ha sottolineato Luca Dal Fabbro, include investimenti nel fotovoltaico, nell’ottimizzazione delle capacità idroelettriche esistenti e nell’impiego crescente del biogas come fonte energetica. Il Presidente ha inoltre messo in luce il potenziale economico e ambientale dell’energia verde, evidenziando come sia non solo un’opportunità per le imprese, ma anche per le famiglie. Il Gruppo ha autorizzato due progetti chiave che incarnano l’innovazione nel recupero delle materie prime critiche. Ad Arezzo, sta sviluppando un impianto con tecnologia idrometallurgica avanzata, mentre a Volpiano utilizza l’intelligenza artificiale per il recupero dei materiali critici. La transizione verso un’economia circolare e sostenibile, ha infine concluso Luca Dal Fabbro, non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità economica. Attraverso un approccio basato sull’innovazione e sull’efficienza, le imprese possono ottenere benefici economici a lungo termine, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle proprie attività.

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Riva Acciaio, l’eccellenza dello stabilimento di Malegno nel settore automotive

Acquisito da Riva Acciaio negli anni ’90, lo stabilimento di Malegno rappresenta un esempio di innovazione nel settore siderurgico: i continui investimenti nelle nuove tecnologie e l’implementazione dell’automazione hanno permesso al Gruppo di ridurre al minimo le emissioni inquinanti e i rischi per la sicurezza, aumentando invece l’efficienza e la qualità dei prodotti.

Riva Acciaio

Riva Acciaio, i processi produttivi dello stabilimento di Malegno

Prima di essere acquisito da Riva Acciaio, lo stabilimento di Malegno era già rinomato per la qualità dei suoi prodotti: oggi, rappresenta uno dei perni della produzione di Gruppo Riva in Italia, nonché una realtà all’avanguardia tecnologica nel panorama della siderurgia nel Paese. Insieme agli stabilimenti di Cerveno e Sellero, costituisce il cosiddetto “triangolo” di Riva Acciaio nella Val Camonica. Mentre i primi due sono rinomati nelle lavorazioni “a caldo”, ossia la lavorazione del metallo sotto temperature elevatissime, Malegno è specializzato in quelle definite “a freddo”, dunque a temperature normali. Queste ultime lavorazioni sono essenziali per dare ai prodotti siderurgici precedentemente modellati la necessaria finitura e precisione. Non a caso, gli acciai lavorati a Malegno sono richiestissimi dall’industria automobilistica. La trafilatura, la pelatura e la rettifica sono solo alcune delle operazioni in cui lo stabilimento di Malegno eccelle, realizzando prodotti noti per la superficie uniforme e le ottime caratteristiche meccaniche.

Riva Acciaio, l’eccellenza di Malegno nell’innovazione sostenibile

Lo stabilimento di Malegno non avrebbe raggiunto standard di qualità così elevati se non fosse stato oggetto di continui investimenti e migliorie da parte di Riva Acciaio, volti a implementare le più moderne e avanzate tecniche di produzione nel settore siderurgico. Tra le caratteristiche più rilevanti dell’impianto vi è la quasi totale automazione dei processi produttivi, che ha permesso non solo di aumentare la produttività, ma anche di ridurre i rischi per gli 88 specialisti che vi sono impiegati. Nello stabilimento sono presenti anche un laboratorio, che consente di effettuare analisi e prove tecnologiche sui prodotti, e un apparecchio a corrente di Foucault, in grado di rilevare difetti anche minimi sulla superficie dei metalli. L’eccellenza di Malegno è confermata dal conseguimento e rinnovo delle certificazioni, tra cui la UNI EN ISO 9001, che attesta la conformità ai sistemi di gestione della qualità, la IATF 16949, specifica per i sistemi di gestione della qualità nel settore automotive, la UNI EN ISO 14001, per il sistema di gestione ambientale, e infine UNI ISO 45001, per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

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Imprenditoria responsabile, Gianni Lettieri interviene a “Fenomeni di Economy”

L’impresa come responsabilità sociale e ambientale: è il messaggio che Gianni Lettieri, Patron di Atitech, ha portato all’ultimo appuntamento dell’iniziativa “Fenomeni di Economy”.

Gianni Lettieri

“Fenomeni di Economy”, l’intervento di Gianni Lettieri

Gianni Lettieri, Presidente di Atitech, è stato uno dei dieci imprenditori selezionati per la tappa campana di “Fenomeni di Economy”. Organizzata dal Gruppo Economy in collaborazione con Symbola e il Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, l’iniziativa ha percorso l’Italia da Sud a Nord con l’obiettivo di mettere in luce le storie di chi ha saputo coniugare l’impresa con l’inclusione e la sostenibilità. L’ultimo appuntamento si è tenuto a Benevento, presso la sede di Confindustria, giovedì 29 febbraio. Moderato da Alfonso Ruffo, l’incontro ha visto la partecipazione di Clementina Donisi (Cosmind S.r.l.); Salvatore Esposito (EP); Ludovica Zigon (Gruppo Getra); Letizia Magaldi (Magaldi metallurgia); Caterina Meglio (Materias); Cosimo Rummo (Rummo) e Gianni Lombardi (Tecno). Durante il suo intervento, Gianni Lettieri ha inizialmente ripercorso le sue esperienze come Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, dove tra il 2004 e il 2010 ha promosso diversi progetti sociali, come “Quadrifoglio”, dedicato ai giovani dei quartieri difficili della città, “Piccoli Imprenditori Crescono”, per favorire la nascita di nuove imprese, e “Casa di Tonia”, una struttura che accoglie le ragazze madri, realizzata con il cardinale Sepe.

Gianni Lettieri: l’impegno di Atitech tra solidarietà e ambiente

L’imprenditore napoletano ha poi illustrato le numerose iniziative di responsabilità sociale che ormai dal 2009 caratterizzano la sua attività alla guida della MRO con base a Capodichino. Oltre ad aver installato numerosi pannelli fotovoltaici sui tetti degli hangar e aver sostituto i veicoli aziendali con quelli elettrici, ad oggi Atitech è impegnata nella realizzazione di un piano di riduzione dei consumi energetici, che sono già diminuiti del 30%. L’azienda promuove, inoltre, diversi studi sul motore a idrogeno e, in collaborazione con le Università Federico II e Parthenope, sta portando a termine il progetto di conversione aeromobili da passeggeri a cargo. Sul fronte della formazione, la società guidata da Gianni Lettieri è tra i finanziatori del Master in Aviation Industry (Università La Sapienza) e a breve lancerà un Academy per rafforzare le competenze interne. Da diversi anni i dipendenti possono, inoltre, contare su un fondo di 500.000 euro per sostenere gli studi dei propri figli. Ma l’impegno di Atitech spazia anche nel solidale, con iniziative come la distribuzione di pasti per le famiglie bisognose di alcuni quartieri di Napoli durante le festività natalizie. Durante la pandemia, Gianni Lettieri ha poi deciso di trasformare uno degli hangar in hub vaccinale, il più grande del Sud Italia. Azioni concrete che riflettono le parole con cui l’imprenditore ha concluso il suo intervento a “Fenomeni di Economy”: per un’impresa la crescita non può prescindere dalla responsabilità.

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Vidierre, Gianni Prandi: gli italiani e la dieta. Resistenza nel cambiare a favore dell’ambiente

Un sondaggio condotto da Vidierre di Gianni Prandi rivela che gli italiani sono sempre più attenti alla loro dieta, ritenuta fondamentale per il mantenimento del proprio equilibrio psico-fisico. Se si tratta però di apportare cambiamenti per salvaguardare l’ambiente, non tutti sono disposti a farlo.

Gianni Prandi

Il sondaggio condotto da Vidierre di Gianni Prandi sulle tendenze alimentari degli italiani

Ce lo hanno ripetuto per anni: “Siamo quello che mangiamo”, “La buona salute parte da una corretta alimentazione”, “Una dieta corretta è un efficace strumento di prevenzione per molte malattie”. E alla fine gli italiani si sono convinti, così hanno iniziato a fare sempre più attenzione a quello che mangiano, modificando la propria dieta a favore di un migliore benessere psico-fisico. Negli ultimi anni la percentuale di persone che reputano indispensabile una corretta alimentazione per il funzionamento ottimale dell’organismo è cresciuta esponenzialmente. A rivelarlo è un sondaggio condotto da Vidierre, società di Assist Group specializzata nel monitoraggio dei media e fondata da Gianni Prandi, nonché ideatrice di WOSM©, avanzato sistema di media intelligence. Nell’analisi emerge anche un altro importante dato: sebbene sia ormai generalmente accettata l’idea di correggere la propria dieta per migliorare lo stato di salute, c’è ancora parecchia resistenza sulla possibilità di cambiare le proprie abitudini alimentari per salvaguardare l’ambiente.

Gianni Prandi commenta i risultati dell’analisi

I dati mostrano come le tendenze alimentari siano in continua evoluzione perché influenzate da una società sempre più attenta a una dieta bilanciata e legata a scelte oculate – osserva il fondatore e membro del CdA di Vidierre Gianni PrandiPositivo l’approccio a un cambiamento di abitudini se dettate dalla necessità di abbattere gli sprechi alimentari”. Se la riduzione degli sprechi alimentari viene ancora vista come un cambiamento positivo da una buona parte degli italiani, non si può proprio dire lo stesso sugli approcci più strettamente legati alla sostenibilità ambientale. Il 56% degli utenti si è infatti dimostrato restio alla possibilità di modificare la propria dieta per salvaguardare l’ecosistema.

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Memorial Lorenzo Parelli: cultura della sicurezza tra scuola e impresa

Comunicato Stampa

Memorial Lorenzo Parelli: cultura della sicurezza tra scuola e impresa

 

La Fondazione AiFOS lancia un bando per premiare i migliori progetti di sensibilizzazione della cultura della sicurezza negli ambienti scolastici e nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (CPTO, ex alternanza scuola lavoro).

 

Il 21 gennaio 2022 il diciottenne Lorenzo Parelli, che frequentava il quarto anno del settore meccanica industriale di un Istituto di Formazione Professionale, muore nell’azienda metalmeccanica dove stava svolgendo uno stage.

Lo stage lo avrebbe terminato la sera stessa. Invece, una barra d’acciaio da 150 chilogrammi lo ha schiacciato, facendone uno studente vittima del lavoro. Ancora poche ore da trascorrere in azienda e lunedì mattina sarebbe tornato in classe, a raccontare ai compagni l’esperienza in quella ditta di carpenteria metallica nella quale aveva svolto il proprio tirocinio in un progetto di alternanza scuola lavoro. Ma la sua giovane vita, la sua passione per le moto, il calcio e la meccanica è finita stritolata tra le lamiere.

 

Lorenzo muore sul colpo sotto lo sguardo incredulo e disperato di chi, fino a pochi momenti prima, gli stava insegnando il lavoro che lui sognava di fare una volta finiti gli studi.

 

Un tragico incidente che non sarebbe mai dovuto accadere. Anche perché, come ricordato dal Presidente Sergio Mattarella, che ha incontrato i genitori, il valore del lavoro, per i giovani, e per chiunque, non può essere associato al rischio, alla dimensione della morte. La sicurezza sul lavoro si trova alle fondamenta della sicurezza sociale, cioè del valore fondante di una società contemporanea”.

 

Partendo da queste riflessioni e per dare continuità al ricordo di Lorenzo, nasce il Memorial Lorenzo Parelli per poter raccogliere nuove idee e buone prassi affinché si accresca la sensibilizzazione riguardo i temi della salute e la sicurezza nel mondo della scuola e delle attività lavorative degli studenti all’interno dei percorsi ex alternanza scuola lavoro.

 

Il nuovo memorial sulla cultura della sicurezza tra scuola e impresa

La Famiglia Parelli e la Fondazione AiFOS, ente filantropico del terzo settore, con il supporto organizzativo sul territorio del Centro di Formazione AiFOS AUREA Professional, promuovono il Memorial Lorenzo Parelli.

 

Il Memorial è un concorso di idee, suggerimenti e progetti che verranno realizzati dagli studenti.

 

In particolare potranno partecipare al bando tutti gli studenti, a livello singolo, di gruppo, o di istituto scolastico delle penultime classi delle istituzioni scolastiche e della formazione professionale, pubbliche e private, oppure istituiti scolastici che coinvolgano nel progetto le stesse classi sopra riportate attraverso la realizzazione di un elaborato (tesina o ricerca), un video, una raccolta fotografica e di immagini, un disegno, un dipinto o un quadro, una canzone, ovvero con qualsiasi mezzo utile alla sensibilizzazione della cultura della sicurezza negli ambienti scolastici e di alternanza scuola-lavoro.

 

Memorial Lorenzo Parelli: selezione, premi e premiazione

La selezione dei differenti lavori ricevuti verrà effettuata da un’apposita Commissione, nominata dal Presidente della Fondazione AiFOS, unitamente al Centro di Formazione Aifos Aurea Professional ed alla famiglia Parelli, composta da membri esperti e coadiuvata dalla segreteria tecnica della Fondazione stessa.

La Commissione, a suo insindacabile giudizio, selezionerà n. 5 lavori da premiare.

 

I 5 lavori selezionati avranno diritto, a titolo di premio, a:

  • riconoscimento economico di € 500,00, da suddividere in caso di più autori;
  • pubblicazione del lavoro sul sito www.fondazioneaifos.org;
  • attestato di partecipazione al Memorial;
  • abbonamento ai singoli studenti ed alla scuola di appartenenza della rivista on-line “Quaderni della Sicurezza”, la rivista scientifica AiFOS.

 

La premiazione avverrà nel mese di gennaio 2025 in occasione del terzo anniversario della tragica morte di Lorenzo Parelli, in data da definirsi.

 

La partecipazione al Memorial Lorenzo Parelli 2024

Per partecipare alla selezione è necessario compilare la domanda di partecipazione, allegando la documentazione richiesta, entro la data del 30 giugno 2024.

 

Entro il mese di ottobre 2024 la Commissione giudicatrice comunicherà l’elenco degli studenti o del gruppo di studenti ritenuti meritevoli.

 

Il link per poter scaricare il bando e la domanda di partecipazione alla selezione:

https://fondazioneaifos.org/memorial-lorenzo-parelli/

 

Concludiamo con l’invito a partecipare a questa iniziativa che dedica un pensiero non solo a Lorenzo ma a tutti gli studenti impegnati in percorsi di orientamento lavorativo. Anche perché, come ricordato dai genitori di Lorenzo: “Lui vi direbbe: abbiate cura della vita, perché è sacra e dobbiamo onorarla. La sicurezza non ha colore né bandiera, è di tutti, è una responsabilità collettiva di ognuno di noi”.

 

Per avere informazioni: Fondazione AiFOS c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia, via Branze, 45 – 25123 Brescia Tel. 030.6595037 Fax 030.6595040 [email protected]

 

07 marzo 2024

 

Ufficio Stampa Fondazione AiFOS

[email protected]

www.fondazioneaifos.org

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“Game Changers: Unconventional Strategies for Winning Big in Esports Gambling”

Trend Terkini dalam Industri Judi Esports Online

Industri judi Esports sudah berkembang cepat dalam sekian tahun akhir, meng ikuti ketenaran yang melesat dari permainan bersaing itu. Esports bukan sekedar jadi kesenangan buat banyak fans, namun juga jadi subyek taruhan yang memikat untuk banyak orang-orang di pelosok dunia. Di bawah ini ialah sejumlah mode terkini dalam industri judi Esports online yang layak menjadi perhatian:

1. Perkembangan Reputasi Esports:
Esports makin berkembang serta jadi lebih tenar di kelompok pemirsa dan pemain. Beberapa acara besar seperti The International buat Dota 2, League of Legends World Championship, dan Overwatch League menarik juta-an pemirsa dengan online dan off line. Dengan begitu, ketertarikan dalam taruhan Esports pun bertambah dengan krusial.

2. Integratif dengan Sportsbook Online:
Banyak blog judi online saat ini tawarkan taruhan di bermacam permainan Esports. Ini terhitung permainan tenar seperti Dota 2, Counter-Strike: Global Offensive (CS:GO), League of Legends (LoL), dan banyak. Integratif ini berikan pemain peluang buat memasangkan taruhan di acara Esports pujaan mereka secara gampang.

3. Penawaran Taruhan yang Penganeragaman:
Kecuali taruhan dalam hasil kompetisi, sportsbook online saat ini tawarkan pelbagai model taruhan Esports. Ini tergolong taruhan pada juara kompetisi, jumlah point atau kill yang dibuat oleh club atau pemain tertentu, serta banyak. Penawaran taruhan yang varietas memberi pemain lebih beberapa pilihan untuk taruhan sama dengan prioritas mereka.

4. Pemakaian Tehnologi Live Streaming:
Streaming secara langsung sudah jadi sisi integral dari Esports, serta judi Esports online. Pemain bisa melihat kompetisi dengan cara langsung lewat basis streaming seperti Twitch, YouTube Gaming, atau basis yang lain. Ini memungkinkannya pemain buat meng ikuti laga secara real-time saat mereka memasangkan taruhan.

5. Taruhan Langsung (In-Play Betting):
Taruhannya tidak terbatas dalam hasil kompetisi sebelumnya. Taruhan secara langsung, atau in-play betting, makin ternama di judi Esports online. Ini memungkinkannya pemain buat memasangkan taruhan saat laga terjadi, berdasar pada kejadian yang terjadi dalam permainan.

6. Komune Taruhan Esports yang Berkembang:
Populasi taruhan Esports semakin berkembang dengan cepat, dengan komunitas online, group social media, dan website yang slot bet 100 gacor diberikan untuk dialog dan riset taruhan. Ini memberi pemain peluang untuk share data, kiat, serta panduan taruhan dengan sama-sama pencinta Esports.

Perkembangan:
Industri judi Esports online semakin berkembang dengan perkembangan kemashyuran Esports, integratif dengan sportsbook online, penawaran taruhan yang varietas, pemanfaatan technologi streaming secara langsung, taruhan secara langsung, dan populasi taruhan Esports yang berkembang. Untuk banyak fans Esports serta pecinta taruhan online, ini memberinya akses ke pengalaman taruhan yang memikat serta dalam. Dengan selalu bertumbuhnya industri ini, kita bisa menginginkan bertambah banyak pembaharuan mendatang pada dunia judi Esports online.

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Luca de Meo rilancia la Renault 5: “Icona pop che renderà l’elettrico accessibile in Europa”

Un’auto sviluppata in tre anni, che punta a diffondere in gran stile l’elettrico in Europa, rinvigorire l’industria automobilistica del Continente e recuperare il fascino senza tempo di uno dei grandi classici delle quattro ruote: il lancio di Renault 5 E-Tech Electric si configura, secondo il CEO Luca de Meo, come una delle operazioni più ambiziose del decennio.

Luca de Meo, CEO di Renault, foto di Repubblica.it

Luca de Meo presenta Renault 5 E-Tech Electric, icona rinnovata

La Renault 5, vettura-simbolo degli anni ’70, vedrà un ritorno in grande stile: Luca de Meo, CEO di Renault Group, ha presentato al Salone dell’Auto di Ginevra Renault 5 E-Tech Electric, versione interamente elettrica dell’iconico predecessore. La parola chiave è “retrofuturismo”: per questo illustre rifacimento, il Gruppo ha puntato sul design irresistibile, sulla guida intuitiva e agile e sul prezzo contenuto, con il valore aggiunto della sostenibilità. “Renault 5 non è un’auto come le altre. Arriva in un momento in cui milioni di europei stanno facendo la grande transizione verso la mobilità elettrica, connessa e sostenibile”, ha sottolineato Luca de Meo, enfatizzando come l’obiettivo di Renault sia quello di farne il veicolo di riferimento per la transizione energetica, nonché la city car di nuova generazione per eccellenza.

La strategia di Luca de Meo per rilanciare l’industria automobilistica europea

Secondo Luca de Meo, la nuova automobile non rappresenta solamente un passo in avanti in una direzione verde e sostenibile, ma anche un progetto pioneristico nel restituire all’industria europea una posizione di leadership, specialmente nel settore elettrico. Il CEO ha messo in evidenza come la (rapidissima) progettazione dell’automobile abbia permesso di implementare forme di efficientamento e innovazione produttiva: “Per sviluppare quest’auto in tre anni, in Francia, con questo livello di qualità tecnologica ed elettrica, tutte le nostre decisioni dovevano essere rivoluzionarie e l’organizzazione quanto più agile possibile: esser stati i primi a scegliere una piattaforma 100% elettrica per un’auto di piccole dimensioni in Europa, ottimizzare i costi su tutta la catena del valore, rilocalizzare il nostro ecosistema industriale”. Luca de Meo ha infatti sottolineato come Renault 5 E-Tech Electric sia “al centro della battaglia per reinventare l’industria europea nei confronti della concorrenza proveniente da Oriente e Occidente”. La realizzazione è infatti avvenuta interamente nel nord della Francia, avvalendosi solo di fornitori situati entro un raggio di 300 chilometri: nel corso del processo produttivo, si è creata una vera e propria “electric valley” europea, hub di competenze che permetterà al Continente di riaffermarsi come avanguardia dell’industria delle quattro ruote. “Con quest’auto dimostriamo che produrre in Europa, in Francia, è possibile”, ha concluso il CEO.

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Stefano Venier: l’intervista de “Il Messaggero” all’AD di Snam, il focus

Stefano Venier: “L’Italia può diventare davvero la porta di ingresso verso i Paesi più vicini interconnessi. Un ruolo condiviso anche a livello di Commissione europea, visto che con il RepowerEu ci sono stati riconosciuti fondi sia per la realizzazione della Linea Adriatica sia per il potenziamento della capacità di esportazione verso l’Austria”.

Stefano Venier

“Il Messaggero” intervista Stefano Venier: sicurezza energetica, lo sguardo di Snam su Italia ed Europa

L’AD di Snam Stefano Venier, in un’intervista a “Il Messaggero” pubblicata lo scorso 25 febbraio, ha confermato l’inizio dei lavori per la Linea Adriatica entro maggio. “È stata la crisi ucraina a far emergere come una priorità il potenziamento del corridoio da sud. Di qui nasce la spinta alla forte accelerazione di un progetto in programma da molto tempo. Il rafforzamento delle commissioni Via ci ha consentito, per questo e altri interventi, di beneficiare di un’accelerazione importante nei percorsi autorizzativi”, ha spiegato l’AD Stefano Venier sottolineandone il rilievo strategico per il Paese: con la Linea Adriatica, terzo gasdotto sulla direttrice sud-nord, l’Italia infatti può diventare davvero “la porta di ingresso verso i Paesi più vicini interconnessi”. Un ruolo “condiviso anche a livello di Commissione europea, visto che con il RepowerEu ci sono stati riconosciuti fondi sia per la realizzazione della Linea Adriatica sia per il potenziamento della capacità di esportazione verso l’Austria”. Senza i nuovi tubi della Linea Adriatica, inoltre, sarebbe impossibile riuscire a far transitare tutto il gas in arrivo dal Nord Africa che sostituirà definitivamente quello russo: “Le due navi rigassificatrici, a Piombino e dal 2025 a Ravenna, consentiranno già un salto nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento portando la quota del gas liquefatto sulla domanda complessiva fino al 40%, lo stesso livello raggiunto nel 2023 anche dall’Europa. Nell’emergenza abbiamo utilizzato tutta la flessibilità del sistema e ciò rende necessario potenziare il corridoio da sud in una prospettiva di sicurezza, non solo per l’Italia ma anche per gli altri Paesi confinanti”.

Stefano Venier a “Il Messaggero”: l’idrogeno è il futuro ma serve ancora tempo

In questo momento, ha precisato l’AD Stefano Venier, “possiamo trasportare da sud fino a 45 miliardi di metri cubi, sui 63 miliardi consumati nel 2023. Con la Linea Adriatica aggiungeremo 10 miliardi, passando a coprire dal 66% a oltre l’80% dei consumi. Inoltre, porteremo la capacità di esportazione verso l’Austria, attualmente di 6,5 miliardi di metri cubi, a quota 10 miliardi, al pari dei flussi potenziali verso la Svizzera”. Stefano Venier ha quindi ricordato il ruolo chiave che la Linea Adriatica ha non solo per la sicurezza energetica ma anche per la transizione. Tenendo conto che “una delle tre condotte potrà essere utilizzata domani per l’idrogeno, è evidente come la Linea Adriatica renda il South H2 Corridor una opzione unica nel panorama europeo”, ha rimarcato l’AD nell’intervista riferendosi al “Corridoio dell’idrogeno Italia – Austria – Germania” che è attualmente in fase di sviluppo da parte dei TSO europei Snam, TAG, GCA e bayernets. L’idrogeno è il futuro ma serve ancora tempo: “Si tratta di costruire un mercato, un’intera catena del valore, dalla produzione, alle infrastrutture di trasporto fino alle regole. L’orizzonte è al 2030. L’Italia può avere un ruolo cruciale dopo il riconoscimento del corridoio italiano (South H2 Corridor, la nuova per il trasporto di molecole verdi, ndr) tra i cinque chiave della transizione per l’Ue. Inoltre, la quota della nostra rete che può già essere dedicata al trasporto di idrogeno è molto significativa, pari al 70%. Questo riduce i costi e stringe i tempi. Un vantaggio importante rispetto ai corridoi alternativi”.

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L’analisi di Giuseppina Di Foggia (Terna): “Non c’è transizione energetica senza transizione digitale”

La transizione energetica sarà possibile solo in seguito alla digitalizzazione: lo sostiene Giuseppina Di Foggia, AD e DG di Terna, che ha evidenziato come il controllo digitale delle infrastrutture permetta di ridurre considerevolmente gli sprechi e controllare lo stato delle reti, superando le difficoltà causate dalla natura non-programmabile delle fonti rinnovabili.

Giuseppina Di Foggia

Il ruolo della digitalizzazione nell’agevolare la transizione energetica: l’analisi di Giuseppina Di Foggia

L’energia rinnovabile, per sua natura intermittente e non programmabile, richiede una gestione più sofisticata e una rete trasmissiva capace di adattarsi alle sue fluttuazioni: lo sostiene l’AD e DG di Terna Giuseppina Di Foggia, la quale ha sottolineato la necessità di una forte sinergia tra sostenibilità e digitalizzazione. La manager ha infatti dichiarato: “Credo fortemente non possa esserci una transizione energetica se non c’è anche un’altra rete digitale ad accompagnarla. Le due sono imprescindibili”. Giuseppina Di Foggia ha mostrato come il controllo digitale rivoluzionerà la gestione dell’energia in tutti gli ambiti: “Con la digitalizzazione, si aiuterà a controllare meglio anche la trasmissione dell’energia, in tutte le fasi: non si tratta soltanto di introdurre tecnologie, innovazione, digitalizzazione nelle infrastrutture, ma anche in tutti i processi di monitoraggio e di manutenzione”.

Giuseppina Di Foggia, la digitalizzazione nel nuovo Piano di Terna

Per far fronte alla crescente immissione di energia rinnovabile nella rete elettrica, Terna sta investendo, sotto la guida di Giuseppina Di Foggia, una quantità sempre crescente di risorse nell’implementare la digitalizzazione delle reti. Il nuovo Piano industriale del Gruppo prevede infatti investimenti record da 1,2 miliardi di euro per sostenere questo processo, anche attraverso l’adozione di tecnologie all’avanguardia, come i film transistor. La manager ha sottolineato come la digitalizzazione causerà profondi cambiamenti culturali, sia all’interno del Gruppo che nella società in generale. Il nuovo sistema energetico digitale richiederà infatti nuove competenze e nuovi paradigmi, facendo sì che, mentre alcuni lavori diventeranno desueti, nasceranno nuove categorie professionali. Ma anche i lavori che rimarranno saranno svolti in maniera molto diversa, richiedendo che i collaboratori acquisiscano col tempo nuove nozioni.

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Comunicati

Gianpiero Strisciuglio annuncia la creazione dell’Osservatorio Cittadino per le piene dell’Adige

Con l’avanzare del cambiamento climatico, sono sempre più necessari strumenti avanzati che possano monitorare esondazioni, alluvioni e altri fenomeni naturali rischiosi per l’uomo: in risposta a questa sentita esigenza, l’AD di RFI Gianpiero Strisciuglio ha annunciato la formazione di un Osservatorio Cittadino per le piene dell’Adige, un avanzato sistema di controllo e gestione delle alluvioni basato sul coinvolgimento attivo della cittadinanza.

Gianpiero Strisciuglio

Gianpiero Strisciuglio presenta l’Osservatorio Cittadino per le piene dell’Adige

Gianpiero Strisciuglio, AD di RFI, ha sottoscritto un importante accordo con l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, al fine di dare vita a un nuovo importante strumento per la prevenzione delle alluvioni: l’Osservatorio Cittadino per le piene dell’Adige, sofisticato sistema di monitoraggio che vedrà la partecipazione attiva degli abitanti delle aree prossime all’Adige. Scopo dell’Osservatorio, infatti, è non solo proteggere il 1° Lotto Funzionale “Verona – bivio Vicenza” della strategica Linea AV/AC Verona-Padova, ma anche informare sui rischi delle inondazioni e la vulnerabilità dei territori locali. Gianpiero Strisciuglio si augura che l’istituzione del nuovo sistema di monitoraggio possa diffondere una “cultura della prevenzione” nelle comunità locali, coinvolgendole attivamente nella tutela delle aree del bacino dell’Adige.

L’intervento di Gianpiero Strisciuglio alla presentazione dell’Osservatorio

Nel corso della presentazione dell’Osservatorio, tenutasi a Verona, Gianpiero Strisciuglio ha espresso soddisfazione per il successo dell’accordo, che sensibilizzerà i cittadini nella preservazione delle infrastrutture: “La sottoscrizione della Convenzione tra RFI e l’Autorità di Bacino nel piano di gestione di rischio alluvione segna un passo cruciale nel nostro impegno per la gestione delle piene nel bacino del fiume Adige. Questo accordo riflette il nostro costante rispetto delle normative e l’impegno per garantire la sicurezza delle aree coinvolte e della Linea AV/AC Verona-Padova. L’AD Gianpiero Strisciuglio ha inoltre sottolineato l’importante ruolo sociale che RFI ricopre nel sostenere le comunità locali e supportarle nella lotta contro i rischi ambientali: “L’introduzione dell’Osservatorio dei Cittadini e l’implementazione di un sistema di monitoraggio da parte di RFI rappresentano un’importante risorsa per potenziare la resilienza territoriale. Confidiamo che questa partnership possa portare benefici tangibili alla comunità e contribuire in modo sostanziale alla mitigazione dei rischi legati alle alluvioni”.

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