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28 Marzo 2024

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Dodicesimo premio Top Utility: Luca Dal Fabbro ritira il riconoscimento vinto da Gruppo Iren

Il premio, dedicato alle migliori aziende attive nei servizi di pubblica utilità, testimonia l’impegno del Gruppo Iren per la circolarità, l’ambiente e il recupero delle materie critiche. Il commento di Luca Dal Fabbro conferma questo modus operandi.

Luca Dal Fabbro (Iren)

Gruppo Iren, guidato da Luca Dal Fabbro, è la migliore utility italiana 2024

Un riconoscimento importante, dedicato alle performance delle imprese italiane attive nei settori dell’energia, dell’ambiente e dell’acqua: il Gruppo Iren si aggiudica la dodicesima edizione del premio Top Utility. Il riconoscimento, ritirato dal Presidente Luca Dal Fabbro durante un evento svoltosi a Palazzo Turati, a Milano, è stato assegnato in virtù dell’ottima performance economica e operativa registrata da Iren nell’ultimo anno. Tra le motivazioni spicca l’attenzione costante e continuativa per la trasparenza e il confronto con i clienti e il territorio. Il Gruppo guidato da Luca Dal Fabbro è stato in grado di realizzare progetti e investimenti per l’economia circolare e la transizione energetica, utilizzando materiali strategici e guardando sempre all’innovazione. Il riconoscimento per la migliore utility italiana conferma la solidità del Gruppo e l’importanza della sua missione, sempre rivolta alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile. Il Top Utility, giunto alla dodicesima edizione, è il principale think tank italiano nel settore public utility. Organizzato da Utilitalia, si occupa di valutare ogni anno le 100 maggiori aziende del comparto, riconoscendone i pregi.

Premio Top Utility, il commento del Presidente di Iren Luca Dal Fabbro

Il premio ricevuto oggi valorizza ulteriormente il percorso di Iren quale leader nella transizione energetica e digitale delle nostre città. Le grandi utilities, in questo momento storico, sono i principali player economici in grado di generare investimenti strategici che portano crescita e sviluppo per il nostro Paese”: questo il commento del Presidente del Gruppo Iren Luca Dal Fabbro in occasione dell’assegnazione del premio Top Utility. Il manager ha sottolineato l’interesse degli investitori internazionali per realtà che si dimostrano solide come Iren, una constatazione più che confermata dalla recente emissione del Green Bond da parte del Gruppo, che ha ricevuto ordini dieci volte superiori all’ammontare offerto. “Iren si impegna in prima linea per la promozione di una filiera industriale del recupero e del riciclo delle materie prime critiche. Ha avviato investimenti concreti in ambito impiantistico, con l’obiettivo di diventare leader industriale nel settore”, ha concluso Luca Dal Fabbro.

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Paolo Arrigoni (GSE) presenta il simulatore CER, strumento innovativo per gli investimenti sostenibili

In seguito al decreto MASE, il numero di Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia potrebbe aumentare esponenzialmente: per questo il Gestore dei Servizi Energetici, guidato da Paolo Arrigoni, ha introdotto un simulatore CER in grado di valutare la fattibilità e profittabilità degli impianti, al fine di indirizzare correttamente gli incentivi pubblici volti a sostenerli.

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: il funzionamento del nuovo simulatore CER sviluppato da GSE

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) scende in campo per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): il Presidente Paolo Arrigoni ha parlato degli strumenti recentemente lanciati al fine di sostenerne lo sviluppo ed analizzarne i possibili benefici economici. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha infatti approvato un decreto che dispone elevate risorse al fine di incentivare e sostenere la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, per un periodo di circa dieci anni. Le CER, associazioni di cittadini che si accordano per costruire impianti per lo sfruttamento di fonti rinnovabili, rappresentano uno strumento concreto attraverso cui è possibile produrre autonomamente energia pulita, promuovendo la transizione energetica e decongestionando la rete nazionale. L’impatto del decreto sarà indubbiamente significativo: ci si aspetta che nel giro di un decennio le CER diventino più di un migliaio, mentre entro il 2027 supereranno la soglia dei 5 gigawatt complessivi. Il simulatore sviluppato dal GSE consentirà, come sottolineato da Paolo Arrigoni, agli operatori di settore di valutare la produttività di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici o a biomasse, misurando dunque la sostenibilità finanziaria degli investimenti.

Paolo Arrigoni: l’impegno del GSE per le Comunità Energetiche Rinnovabili

Paolo Arrigoni ha inoltre sottolineato come gli strumenti tecnici e gli incentivi economici non siano sufficienti per promuovere la diffusione delle CER: è necessario svolgere un lavoro di sensibilizzazione e informazione, che faccia conoscere ai cittadini i vantaggi dell’autoconsumo: “Il vantaggio più evidente è quello di avere una riduzione del peso delle bollette, al riparo dai rincari shock che abbiamo subito, ma anche benefici sociali e ambientali. Bisogna sottolineare il vero cambiamento culturale per il consumatore: produzione e consumo sono paralleli, l’energia viene utilizzata nello stesso momento in cui è prodotta. Gli effetti sulla vita quotidiana? Niente più necessità di lavatrici notturne per risparmiare”. È inoltre fondamentale che i cittadini vengano informati sulle piattaforme e procedure attraverso cui possono richiedere i finanziamenti, nonché sulla documentazione necessaria. A questo fine, il GSE ha organizzato una campagna di divulgazione, anche attraverso webinar. Paolo Arrigoni ha evidenziato come, in ogni caso, le richieste siano in forte aumento, rendendo sempre più vicino un futuro in cui le CER saranno un pilastro del sistema energetico nazionale.

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Dario Lo Bosco (RFI): “Rispettiamo le tempistiche del PNRR, 50 miliardi già investiti”

Nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Ambiente del Senato, Dario Lo Bosco ha presentato i massicci investimenti infrastrutturali di RFI, che saranno accompagnati da un utilizzo sempre più intenso degli strumenti innovativi e digitali e da una serie di nuovi servizi per i viaggiatori.

Dario Lo Bosco

Dario Lo Bosco presenta in Senato i grandi progetti infrastrutturali di RFI

RFI sta rispettando i tempi previsti dal PNRR: lo ha affermato Dario Lo Bosco, Presidente di RFI, davanti alla Commissione Ambiente del Senato nel corso di un’audizione incentrata sugli utilizzi dell’intelligenza artificiale (AI) e delle tecnologie digitali nell’ambito dei trasporti. Il manager ha sottolineato come i progetti della società abbiano già previsto l’investimento di oltre 50 miliardi di euro in numerosi cantieri, sia fissi che mobili, al fine di rafforzare le infrastrutture ferroviarie, creare nuovi collegamenti e offrire un servizio generalmente più efficiente. Dario Lo Bosco ha inoltre evidenziato come gli investimenti di RFI non siano indirizzati solo alle grandi opere, ma puntino anche a migliorare il benessere dei viaggiatori: “Stiamo valorizzando anche il comfort nelle stazioni. Salute, benessere viaggio e turismo devono essere integrati tra loro”.

L’impegno di RFI nella digitalizzazione spiegato da Dario Lo Bosco

Nel corso dell’audizione, Dario Lo Bosco ha evidenziato come RFI stia investendo inoltre notevoli risorse nel rafforzamento degli assets digitali della società. In particolare, RFI sta facendo un uso sempre più estensivo dell’intelligenza artificiale per migliorare ulteriormente il proprio servizio. Tra questi utilizzi innovativi, vi è quello della gestione del traffico ferroviario, che permette all’AI di ottimizzare la circolazione dei treni prendendo decisioni in tempo reale. L’intelligenza artificiale ha anche una grande utilità nella cosiddetta “manutenzione predittiva”. Individuando anomalie o segnali di possibili guasti che potrebbero accadere in futuro, permettendo agli operatori di intervenire in anticipo, riducendo sia le interruzioni dei treni che i costi di manutenzione. Dario Lo Bosco ha inoltre sottolineato come RFI stia contribuendo a rafforzare la connettività nazionale attraverso il progetto “Gigabitrail and Road”, che prevede di installare la fibra ottica in tutte le stazioni e lungo molte tratte stradali e ferroviarie gestite dalla società. “Cerchiamo di digitalizzare le infrastrutture esistenti e le stazioni, che sono punti nodali, attrattori e generatori di traffico”, ha concluso il Presidente.

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Transizione energetica, Alessandra Ricci: il supporto di SACE alle imprese italiane

In un’era in cui la sostenibilità rappresenta un elemento imprescindibile, SACE si pone al centro dell’innovazione e del sostegno alle imprese italiane nel loro percorso verso una transizione energetica più green. L’AD Alessandra Ricci ha condiviso vision e iniziative del Gruppo durante l’evento “A&F Live 40 anni”, tenutosi presso l’Università Bocconi di Milano.

Alessandra Ricci

Alessandra Ricci: il sostegno di SACE alle imprese italiane

Oggi, le imprese italiane stanno investendo in termini di sostenibilità. “Abbiamo supportato 12 miliardi di investimenti”, ha confermato Alessandra Ricci, “coinvolgendo circa 600 imprese, l’80% delle quali sono piccole e medie imprese”. Questo impegno si traduce in progetti tangibili: tra questi, il sostegno all’azienda Replay per l’ottimizzazione dei cicli produttivi e il riutilizzo delle materie plastiche per la produzione di occhiali, gli interventi sostenibili e sociali nel porto di Viareggio che ha rimosso quelle che sono le barriere architettoniche e ha investito in colonnine elettriche, e il sostegno alla più grande gigafactory d’Italia. “L’Italia – ha ribadito Alessandra Riccideve rientrare in quella che è la filiera della produzione del fotovoltaico e se non produciamo internamente quelle che sono le componenti per la produzione di energia green, non riusciremo mai a fare quel salto”.

Alessandra Ricci: la Garanzia Archimede e gli eventi di business matching

SACE non si limita a guardare al presente, ma punta al futuro con l’introduzione di strumenti innovativi come la Garanzia Archimede, lanciata il primo marzo. Questo strumento è pensato per supportare gli investimenti in innovazione tecnologica, sostenibilità e adattamento climatico, aspetti fondamentali della transizione energetica. Nell’intervista, Alessandra Ricci ha posto l’accento anche sull’importanza dell’integrazione delle imprese italiane nelle catene del valore sostenibile a livello globale. Con un tasso di crescita dell’export sostenibile tre volte superiore a quello tradizionale, SACE si impegna a facilitare l’incontro tra imprese italiane e partner internazionali. Portando l’esempio di una utility brasiliana, Alessandra Ricci ha chiarito come gli eventi cosiddetti di business matching siano capaci di far incontrare la filiera delle aziende italiana e la controparte estera: “In questo modo – ha concluso l’AD – andiamo ad aumentare l’export sostenibile”.

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Lavoro: la visione di Giuseppina Di Foggia sull’inclusione e il merito

In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, ci si imbatte spesso nella difficoltà di trovare un angolo di discussione che non cada nella trappola della retorica o del già sentito. Giuseppina Di Foggia, attraverso le sue riflessioni, offre una prospettiva profondamente personale su come affrontare e superare le barriere di genere nel mondo del lavoro.

Giuseppina Di Foggia

Superare i pregiudizi di genere: la visione di Giuseppina Di Foggia

Giuseppina Di Foggia sostiene che l’autenticità e la valorizzazione dell’individualità siano le chiavi per eccellere in un contesto professionale ancora troppo spesso segnato da steccati di genere. Contrariamente all’idea che le quote rosa o le percentuali fissate possano effettivamente contribuire al superamento dei pregiudizi, pone l’accento sull’importanza di essere fedeli a se stessi, anche quando ciò significa essere in minoranza e dover affrontare sfide considerevoli. Dal suo punto di vista, le sfide professionali affrontate per il solo fatto di essere donna dovrebbero trasformarsi in nuovi stimoli per concentrarsi maggiormente sugli obiettivi e sui risultati. Giuseppina Di Foggia ci insegna che la costruzione di una carriera di successo non avviene contro qualcuno o in risposta a discriminazioni, ma attraverso il perseguimento costante di obiettivi concreti.

Inclusione e merito, Giuseppina Di Foggia: le fondamenta dell’ambiente lavorativo

Nel suo ruolo attuale di AD e DG di Terna, Giuseppina Di Foggia è fortemente impegnata a promuovere un ambiente lavorativo in cui l’inclusione e il merito siano i pilastri fondamentali. La sua visione prevede la creazione di un contesto in cui ogni individuo possa esprimere il proprio potenziale, libero da preconcetti e limitazioni legate al genere. L’AD e DG ritiene che la fiducia e la possibilità di esprimersi liberamente siano essenziali per far emergere le migliori idee, indipendentemente dalla posizione gerarchica o dal genere di appartenenza. “Quando qualunque collaboratore si siede al mio tavolo, io inizio dando fiducia e offrendo l’opportunità alle persone di far emergere le loro capacità e di esprimere le proprie idee, perché – come amo dire – le idee non hanno gerarchie e non hanno genere e il confronto fa emergere le soluzioni migliori”, conclude quindi Giuseppina Di Foggia.

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Gruppo Riva: nascita ed evoluzione del leader siderurgico

La storia di Gruppo Riva prende avvio negli anni ’50, quando Emilio Riva la fondò portando a concretizzazione la sua personale visione dell’azienda. Oggi il leader siderurgico è sempre più impegnato sul fronte della sostenibilità: di recente ha acquisito impianti per la raccolta e la selezione di rottami con lo scopo di raggiungere l’autonomia nella catena del riciclo dell’acciaio.

Gruppo Riva

La nascita e l’espansione di Gruppo Riva

Gruppo Riva nasce negli anni ’50 grazie alla lungimiranza imprenditoriale di Emilio Riva, che intuisce le grandi prospettive di sviluppo del settore siderurgico nell’Italia del dopoguerra. Il Gruppo si espande rapidamente anche all’estero, attraverso l’acquisizione di importanti realtà produttive in vari Paesi europei. Nel 1964, introduce in Italia la colata continua a tre linee, una tecnologia che rivoluziona il processo produttivo, aumentando la competitività. Negli anni successivi, continua a crescere con acquisizioni mirate in Italia e all’estero. Nel 1995, Gruppo Riva consolida ulteriormente la propria posizione, guadagnando il ruolo di secondo operatore siderurgico d’Europa. Negli anni successivi, il Gruppo prosegue la crescita assorbendo nuove aziende in Italia, Francia, Spagna e Belgio e ampliando le proprie attività nel settore armatoriale.

La storia più recente di Gruppo Riva

Nel 2005, Gruppo Riva sigla un accordo per la riconversione dello stabilimento Ilva di Cornigliano, fornendo un importante esempio di società industriale privata e redditizia che accetta di modificare la propria impostazione produttiva a favore di una riqualificazione ambientale. Dopo la scomparsa di Emilio Riva nel 2014, le redini dell’azienda passano a Claudio Riva, il quale per diverso tempo non aveva più esercitato ruoli operativi nel Gruppo dedicandosi a un’attività imprenditoriale autonoma. Il manager guida l’azienda con un focus sempre maggiore sulla sostenibilità ambientale. Con l’acquisizione, avvenuta a gennaio 2023, di quattro siti di raccolta e quattro siti di selezione e frantumazione di rottami, raggruppati poi sotto la società Trentetrois, il Gruppo adesso punta a ottenere autonomia nella catena del riciclo dell’acciaio, confermando ancora una volta il proprio impegno a sostegno di una crescita sostenibile nel settore siderurgico.

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Gianni Prandi (Vidierre): “Gli italiani chiedono più misure di fact-checking sui social”

Le fake news si diffondono sempre più rapidamente nel web e gli italiani chiedono contromisure: questo è quanto emerge dal report di Vidierre, società di Assist Group specializzata nel monitoraggio e nell’analisi dei media fondata da Gianni Prandi.

Gianni Prandi

I numeri sulla disinformazione online spiegati da Gianni Prandi

Dai dati emerge come l’opinione pubblica sia preoccupata per la divulgazione delle fake news e per il loro persistere sulla Rete”: ad affermarlo è Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, che spiega i risultati dello studio realizzato dalla società sul tema della disinformazione su internet. Il quadro che emerge dal report è appunto quello di una forte inquietudine: l’opinione pubblica sembra essere particolarmente sconcertata dal fatto che le fake news continuino a circolare indisturbate anche dopo autorevoli smentite. “La mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita”, ha affermato Gianni Prandi, sottolineando come il 78% degli intervistati viva questo fenomeno con particolare preoccupazione. Inoltre, la maggior parte degli italiani ha scarsa fiducia nella capacità dei propri connazionali di riconoscere una fake news sul web: i “pessimisti” rappresentano infatti il 48% del campione, contro il 39% degli “ottimisti”.

Gianni Prandi: “Gli italiani chiedono più controllo sui media”

Di fronte a una percezione così diffusa di vulnerabilità e impotenza di fronte alle falsità che circolano in rete, sembra solo naturale, secondo Gianni Prandi, che gli italiani chiedano misure di controllo più stringenti e severe. Sebbene infatti le misure di fact-checking messe in atto dai grandi media e dai social network incontrino l’approvazione della maggioranza degli italiani (61%), il fatto che così tante persone siano preoccupate dalla persistenza delle “bufale” sulla Rete indica che non sono, di per sé, sufficienti. Non stupisce, dunque, che ben l’84,8% dei cittadini sia unanime nel sostenere che servirebbe intensificare il controllo sull’informazione: dato, peraltro, che appare in netta crescita rispetto al 2021, in cui solo il 78,4% del campione auspicava misure di questo tipo.

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Stefano Venier: il 2023 di Snam, risultati solidi e traguardi rilevanti a livello industriale

Risultati 2023 di Snam, l’AD Stefano Venier“Guardiamo con fiducia al prossimo futuro, considerando che la maggior parte degli investimenti pianificati è stata approvata, che il macro contesto si sta stabilizzando e che le policy stanno evolvendo in linea con la nostra strategia”.

Stefano Venier

Stefano Venier: la presentazione agli analisti dei risultati finanziari 2023 di Snam

Risultati solidi nel 2023 di Snam. L’AD Stefano Venier, nel sottolinearne il valore, evidenzia come siano maturati in un contesto che rimane ancora complesso e volatile sia a livello europeo che globale. Ricavi in crescita del 16,8%, a 3,875 miliardi di euro, e utili oltre le attese che hanno raggiunto 1,168 miliardi di euro. In aumento anche gli investimenti totali, che ammontano a 2,194 miliardi di euro (+13,9%): a +30% rispetto al 2022 gli investimenti tecnici. Nell’arco dell’anno sono stati raggiunti “traguardi importanti sul fronte industriale, a cominciare dall’attivazione della nave rigassificatrice a Piombino” che, come ha spiegato l’AD Stefano Venier nel presentare i risultati agli analisti, ha ricevuto finora 19 carichi: fondamentale quindi l’apporto in ottica di sicurezza energetica. Proseguono inoltre i lavori per Ravenna che saranno completati entro la fine dell’anno.

Stefano Venier: gettate le basi della nostra crescita a lungo termine anche con la piattaforma di transizione energetica

L’AD Stefano Venier ha posto l’attenzione sui “progressi significativi per i pilastri chiave della nostra strategia, rafforzando le infrastrutture per la sicurezza degli approvvigionamenti del Paesi e gettando le basi della nostra crescita a lungo termine anche con la piattaforma di transizione energetica”. Numeri significativi anche per quanto riguarda gli stoccaggi che prima dell’inverno hanno raggiunto “un livello record” del 99%: “Usciremo dalla stagione fredda con riserve in stoccaggio intorno al 50%, ossia 5 miliardi di metri cubi, oltre alle riserve strategiche”, ha spiegato l’AD parlando a “Il Sole 24 Ore”. Snam conferma quindi gli obiettivi finanziari per il 2024, con investimenti attesi a 2,9 miliardi di euro in ambito infrastruttura gas e transizione energetica. “Guardiamo con fiducia al prossimo futuro, considerando che la maggior parte degli investimenti pianificati è stata approvata, che il macro contesto si sta stabilizzando e che le policy stanno evolvendo in linea con la nostra strategia”, ha detto Stefano Venier in occasione della presentazione dei risultati 2023 agli analisti.

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Mercato dell’Oro dalle Piccole Transazioni ai Grandi Investimenti

Il mercato dell’oro è estremamente diversificato e comprende una vasta gamma di attori, transazioni e modalità di scambio. Ecco una panoramica delle diverse forme di transazioni che avvengono nel mercato dell’oro:
Transazioni di oggetti privati: Queste transazioni coinvolgono individui che vendono oggetti in oro come gioielli, monete o oggetti d’antiquariato. Queste operazioni avvengono spesso attraverso gioiellerie, negozi di pegno o attività come questo compro oro Firenze, dove gli acquirenti valutano e acquistano l’oro sulla base del suo peso e del suo contenuto di purezza.
Compro oro: I compro oro sono aziende specializzate nell’acquisto di oro da privati, offrendo loro un prezzo in base al peso e alla purezza dell’oro. Questi negozi rivendono poi l’oro a grossisti o raffinerie per il riciclaggio o la fusione.
Investimenti in oro dei piccoli investitori: Gli investitori individuali possono acquistare oro sotto forma di lingotti, monete o ETF (Exchange-Traded Fund) legati all’oro. Questi investimenti possono essere utilizzati come copertura contro l’inflazione, la volatilità del mercato azionario o come parte di una strategia di diversificazione del portafoglio.
Contratti futures sull’oro: I contratti futures consentono agli investitori di impegnarsi a comprare o vendere oro a un prezzo specifico in una data futura. Questi contratti sono ampiamente utilizzati sia per scopi di copertura che per scopi speculativi.
Acquisti delle banche centrali: Le banche centrali dei vari paesi accumulano riserve auree come parte delle loro riserve di valuta estera. Le banche centrali acquistano e vendono oro per diversificare le loro riserve, fornire stabilità finanziaria e preservare la fiducia nella propria valuta.
Ogni segmento di questo mercato contribuisce alla determinazione del prezzo dell’oro, che è influenzato da una serie di fattori, tra cui domanda e offerta globali, fluttuazioni valutarie, instabilità geopolitica e sentimenti degli investitori.

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Rinnovamento e tradizione: Maurizio Rota plasma il futuro del turismo in Italia

In un mondo in cui il turismo si reinventa, Maurizio Rota, Vice Presidente e AD di True Italian Experience, emerge come figura chiave nel panorama italiano, guidando TIE verso orizzonti innovativi. La sua visione incarna un turismo che unisce cultura, arte e benessere, attirando viaggiatori in cerca di esperienze autentiche e significative.

Maurizio Rota (True Italian Experience)

L’innovazione nel turismo culturale: l’impegno di Maurizio Rota

Nel cuore dell’evoluzione turistica italiana, l’AD di TIE delinea un futuro in cui l’Italia diventa un faro per i viaggiatori in cerca di benessere culturale e bellezza. Tale transizione rispecchia una profonda comprensione delle esigenze emergenti dei viaggiatori moderni, desiderosi di esperienze immersive e originali. Le iniziative e percorsi proposti da True Italian Experience rispondono a una domanda in continua crescita per viaggi che offrano non solo riposo, ma anche arricchimento personale. Le strategie implementate mirano a valorizzare le gemme nascoste del Paese, proponendo itinerari che tessono la ricca storia e l’arte italiana in esperienze indimenticabili. I dati dell’Osservatorio Internazionale di TIE rilevano una tendenza che pone l’Italia al centro delle preferenze globali dei viaggiatori. Infatti, grazie all’apporto strategico di Maurizio Rota, l’offerta turistica italiana si sta trasformando, sposando innovazione e tradizione per soddisfare un pubblico internazionale e vario. Le strategie adottate mirano a reinventare l’Italia come destinazione di scelta, enfatizzando esperienze che permettono ai visitatori di immergersi nelle unicità della cultura e dell’arte italiana.

La vision di Maurizio Rota per un turismo sostenibile

La ripresa del settore turistico post-pandemia vede l’Italia in prima linea nel definire nuovi standard per viaggi significativi ed ecocompatibili. L’adattamento alle mutate esigenze dei consumatori evidenzia un cambiamento di paradigma verso esperienze più ricche e personalizzate. La fascia più giovane dei turisti, 13-34 anni, che attraversa l’Italia in lungo e in largo, preferisce visitare il Paese per la cultura e l’arte e questo dato evidenzia un’evoluzione nelle preferenze dei giovani globetrotter. Questo gruppo demografico, precedentemente attratto da beni materiali, ora ricerca un connubio più profondo, per l’appunto, con la storia e l’arte del luogo che visitano. A questo proposito, True Italian Experience sta plasmando il futuro del turismo italiano con offerte che esaltano il patrimonio culturale e promuovono la sostenibilità. Questa strategia non solo rafforza l’immagine dell’Italia come destinazione prediletta per il turismo culturale, ma sostiene anche un modello di viaggio che rispetta e valorizza le risorse locali. In questo contesto, Maurizio Rota emerge non solo come un influente manager nel settore turistico, ma come un vero innovatore, impegnato a portare il turismo italiano verso nuovi orizzonti di eccellenza.

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Pietro Labriola parla della nuova vision industriale di TIM al “Corriere della Sera”

In una recente intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il CEO di TIM Pietro Labriola ha sottolineato come i due anni alla guida del Gruppo siano stati estremamente impegnativi, con sfide come quella legata alla gestione del debito in un mercato particolarmente difficile. Adesso però il manager guarda al futuro con ottimismo, concentrandosi sul raggiungimento degli obiettivi del piano “Free to run”.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: TIM è di nuovo competitiva, adesso ci concentriamo sugli obiettivi del piano

Erano tre le grandi sfide che TIM era chiamata ad affrontare quando il CEO Pietro Labriola raccolse le redini del Gruppo un paio di anni fa. La prima riguardava la gestione delle scadenze del debito in un contesto non proprio semplice, caratterizzato da tassi alle stelle e da due guerre in corso; la seconda consisteva nel riportare l’operatività a una condizione di normalità, soprattutto in termini di competitività; la terza aveva a che fare con la risoluzione del fardello del debito, da conquistare mediante la vendita della rete. Obiettivi che il CEO ha saputo raggiungere instradando TIM nella direzione giusta, ovvero quella che gli consentirà di sfruttare il potenziale del Gruppo per generare valore. Nonostante la reazione negativa della Borsa, Pietro Labriola continua ad essere ottimista: “Con il piano 2024-2026 TIM torna a generare cassa, a livello di Gruppo e in Italia, abbiamo davanti quasi 3 miliardi di potenziali earn-out, stiamo negoziando la cessione di Sparkle, elementi che contribuiranno senza dubbio ad accelerare le nostre riflessioni in materia di remunerazione agli azionisti. Il nostro obiettivo è una storia industriale solida e non uno spezzatino. Siamo concentrati sul raggiungimento degli obiettivi del piano e sulla crescita del business domestico”.

Pietro Labriola: il piano “Free to run” per una TIM senza rete

È il piano “Free to run” la via per la nuova TIM senza rete. Dopo oltre dieci anni di ipotesi e teorie, ora questa vision sta per diventare realtà. “Le nuove sfide del mondo digitale spingono sempre più verso la sostituzione della rete in rame con quella in fibra – ha sottolineato Pietro Labriolaun passaggio che richiede forti investimenti per almeno 1,5 miliardi l’anno per 6-7 anni. Per una TIM verticalmente integrata significherebbe sostenere ingenti investimenti, il 28% del fatturato, soglia insostenibile. Per una società infrastrutturale il discorso è diverso. È questa la logica di creare NetCo e venderla. Inoltre, se restiamo verticalmente integrati non potremmo partecipare al consolidamento: guardate l’operazione Fastweb-Vodafone, il mercato sta cambiando”. Ma cosa prevede il piano? Mantenendo l’intelligenza della rete fissa – TIM ha il backbone più distribuito sul territorio, la rete mobile con il migliore spettro 5G e la maggiore infrastruttura Data Center del Paese – il Gruppo ha intenzione di costruire una vera e propria customer platform di servizi e contenuti. “Potremmo offrire una connessione in fibra a 10 giga, 2 linee mobili e i contenuti di Disney, Prime, Netflix, Dazn e Apple+ più un’iPhone a un costo fisso e in un unico pacchetto – ha concluso Pietro Labriola – Nessun concorrente oggi è in grado di farlo”.

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Antonio Musacchio: una carriera di successo tra ingegneria e management

Antonio Musacchio è un esempio di successo nel mondo del management e dell’ingegneria, con una carriera caratterizzata da ruoli di crescente responsabilità e significativi traguardi professionali. Attualmente, in qualità di Amministratore Delegato di GSA Gruppo Servizi Associati, sta guidando l’espansione internazionale dell’azienda, implementando strategie innovative per migliorarne l’efficienza organizzativa.

Antonio Musacchio, AD di GSA

Antonio Musacchio, dalla laurea in Ingegneria Meccanica ai primi incarichi professionali

Nato a Roma nel 1965, Antonio Musacchio si è laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso l’Università La Sapienza, mostrando fin da subito un’eccellente preparazione tecnica. Successivamente, ha arricchito il suo bagaglio formativo con una specializzazione in Economia Aziendale e Manageriale, seguendo il suo interesse crescente per il mondo del business. Il percorso professionale di Antonio Musacchio ha inizio nel 2003, quando viene nominato Direttore Generale di SI Servizi del Gruppo Cofathec Servizi, consolidando la sua esperienza nella gestione e manutenzione di impianti tecnologici complessi. Ricopre successivamente ruoli chiave presso Pirelli RE Facility Management, dove supervisiona operazioni sia in Italia sia all’estero, dimostrando capacità manageriali di alto livello.

Antonio Musacchio: il ruolo presso Energyproject e l’ingresso in GSA

Nel 2010, Antonio Musacchio intraprende un nuovo capitolo della sua carriera con il Gruppo Manutencoop, assumendo la carica di Amministratore Delegato di Energyproject, società specializzata nella costruzione e gestione di impianti fotovoltaici. Guida, successivamente, Nagest Global Service, acquisendo esperienza nel facility management e nella gestione integrata dei grandi patrimoni urbani. Nel 2017, raggiunge un traguardo significativo diventando Amministratore Delegato di Apleona Italy. Da settembre 2021, Antonio Musacchio opera in qualità di Amministratore Delegato di GSA Gruppo Servizi Associati, portando avanti la sua missione di garantire sicurezza, salute sul lavoro e vigilanza antincendio attraverso approcci innovativi e soluzioni su misura. Oltre al suo ruolo manageriale, ha dimostrato la sua versatilità avviando con successo due start-up e confermando la sua reputazione di leader eclettico e intraprendente nel mondo del business.

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Sabrina De Filippis sulla Direttiva EU “Pesi e dimensioni”: “Rischio di impatto ambientale negativo”

In occasione della conferenza stampa organizzata dalla coalizione ferroviaria RFF, Sabrina De Filippis ha parlato dei numerosi svantaggi che la recente Direttiva europea sui trasporti comporterà a livello ambientale, infrastrutturale ed economico, valorizzando invece la natura sostenibile del trasporto intermodale su treno.

Sabrina De Filippis

Sabrina De Filippis alla conferenza RFF contro l’eccesso di camion su strada

Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia Logistics, ha recentemente preso parte a una conferenza promossa da RFF, alleanza di operatori europei del settore ferroviario, sollevando serie preoccupazioni riguardo alla Direttiva EU “Pesi e Dimensioni” per il trasporto merci su strada. L’introduzione proposta dalla Direttiva prevede l’aggiunta di oltre 10 milioni di camion sulle strade europee, per un impatto ambientale di circa 6,6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2: uno stato di cose che va decisamente in contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione stilati dal Green Deal Europeo. L’allarme sollevato da Sabrina De Filippis non riguarda solamente l’aspetto ambientale, ma anche le ripercussioni significative sulla sicurezza stradale e sull’infrastruttura viaria, che potrebbero subire un sovraccarico senza precedenti: i camion pesanti comporteranno un’usura che potrebbe anche tradursi in seri rischi per chi guida, in particolare in riferimento a ponti e altre strutture critiche.

Sabrina De Filippis: la Direttiva “Pesi e Dimensioni” potrebbe compromettere la strategia intermodale

Unitamente agli altri rappresentanti delle società ferroviarie presenti, Sabrina De Filippis ha osservato come la Direttiva finirà inevitabilmente per costituire un serio ostacolo per i target che prevedono di aumentare la quota di merci che viaggiano su treno, nonché agli sforzi per dare luogo a una rete di trasporti autenticamente intermodale in Europa. Secondo la strategia dell’intermodalità, la maggior parte del percorso di trasporto delle merci dovrebbe avvenire via mare o via treno, trattandosi di mezzi dall’elevatissima capacità di trasporti e (soprattutto nel caso dei treni) relativamente poco inquinanti. Ai camion, mezzi dalla limitata capacità di trasporto e dunque dall’impatto ambientale complessivo più alto, dovrebbe essere lasciato solo “l’ultimo chilometro”, ossia la tappa che separa la destinazione del prodotto dal terminal intermodale più vicino. La Direttiva comporterebbe invece, secondo i calcoli di RFF, un calo del trasporto combinato gomma-rotaia di circa il 16%, e un calo del 21% del trasporto di merci su treno. I rappresentanti del settore ferroviario radunatisi in occasione della conferenza sono dunque unanimi nel richiedere una revisione della Direttiva, nell’ottica di ridurre tanto i consumi energetici e le emissioni quanto i costi e i disagi per il cittadino.

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Umberto Lebruto e la visione del Gruppo FS: sostenibilità e digitalizzazione nel settore ferroviario

Al termine dell’Expo Ferroviaria 2023 di Milano, Ferrovie dello Stato Italiane ha delineato la sua visione per un futuro del trasporto più sostenibile e innovativo. Durante un panel di chiusura ricco di spunti, gli Amministratori Delegati dei diversi poli di business del Gruppo, tra cui Umberto Lebruto, hanno condiviso impegni e progetti che pongono FS in prima linea nella transizione ecologica e digitale del settore ferroviario.

Umberto Lebruto a Expo Ferroviaria 2023

Umberto Lebruto presente al panel organizzato dal Gruppo FS

La Presidente del Gruppo FS Nicoletta Giadrossi ha aperto l’evento, al quale ha preso parte anche l’AD Umberto Lebruto, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della collaborazione con i partner per realizzare progetti trasformativi. Tra le iniziative principali, spicca il progetto di decarbonizzazione che prevede l’autoproduzione di 2,6 TWh di energia fotovoltaica, utilizzando aree dismesse per la collocazione degli impianti. Un’altra iniziativa ambiziosa mira a sfruttare l’estesa rete ferroviaria di FS per garantire connettività Internet nelle aree rurali, combattendo il digital divide e promuovendo l’accesso equo alle risorse digitali. Anche l’Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana ha evidenziato l’impegno di FS verso infrastrutture più sicure, resilienti e sostenibili. Le nuove costruzioni e gli ammodernamenti mirano a resistere ai cambiamenti climatici e ai rischi di cybersecurity, con un focus crescente sulle infrastrutture digitali.

Umberto Lebruto: rigenerazione urbana e recupero delle aree ferroviarie

L’importanza del treno come mezzo di trasporto sostenibile nel corso del tempo è stata confermata da Trenitalia, che si impegna a potenziare e mantenere questa caratteristica. Il Gruppo ha avviato diverse iniziative volte a ridurre il consumo di gas e l’impiego della plastica nei propri impianti, con l’obiettivo di ottenere un risparmio energetico significativo e ridurre l’impatto ambientale. Sul fronte del trasporto merci, l’AD di Mercitalia Logistics, ha condiviso l’obiettivo ambizioso di raddoppiare il volume di merci trasportate su ferro entro il 2030, per poi raggiungere il 50% entro il 2050. Investimenti significativi sono previsti per l’ammodernamento dei mezzi, l’acquisto di locomotive elettriche e lo sviluppo dei terminali. L’Amministratore Delegato di Fs Sistemi Urbani Umberto Lebruto ha infine commentato il forte impegno verso la rigenerazione urbana: il Gruppo, ha dichiarato il manager, “mette a disposizione delle città le aree non più utilizzate dal punto di vista ferroviario, che vengono così rigenerate per ricucire quella frattura urbana storica rappresentata dalla ferrovia”.

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Gruppo FS: la riorganizzazione del Gruppo e le società che lo compongono

Dopo la presentazione del Piano Industriale 2022-2031, il Gruppo FS è stato riorganizzato in quattro Poli di business, guidati dalle società capofila RFI, Trenitalia, Mercitalia Logistics e FS Sistemi Urbani.

Gruppo FS

La riorganizzazione del Gruppo FS a seguito del Piano Industriale 2022-2031

Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane è il principale Gruppo ferroviario in Italia, composto da diverse società attive in vari settori del trasporto ferroviario. In quanto azienda pubblica, ha il compito di garantire il trasporto ferroviario sulla rete nazionale. Allo scopo di far fronte a problemi come la congestione della rete ferroviaria, il deterioramento dell’infrastruttura e la concorrenza di altri operatori, il Gruppo ha avviato un processo di ristrutturazione e modernizzazione che ha portato alla creazione di nuove società e alla riorganizzazione delle attività esistenti. Come previsto dal Piano Industriale 2022-2031, firmato a maggio 2022, il Gruppo FS è stato riorganizzato in quattro Poli di business: “Infrastrutture”, “Passeggeri”, “Logistica” e “Urbano”, con RFI, Trenitalia, Mercitalia Logistics e FS Sistemi Urbani come capofila. In questo nuovo assetto, la holding svolge funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo strategico e finanziario sulle capogruppo, che a loro volta si occupano dell’indirizzo e del controllo operativo delle società del polo.

Le società che compongono il Gruppo FS e le loro rispettive responsabilità

Le società che compongono il Gruppo FS hanno compiti e responsabilità specifiche e operano in maniera indipendente l’una dall’altra. RFI si occupa della gestione, della manutenzione e dello sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria nazionale ed è quindi responsabile dei binari, dei segnali, dei ponti e dei tunnel, nonché della gestione del traffico ferroviario. Trenitalia è la società che si interessa dell’offerta dei servizi di trasporto passeggeri: gestisce i treni regionali, gli intercity e le frecce. Mercitalia Logistics si occupa invece del trasporto merci sulla rete ferroviaria italiana, gestendo treni merci, terminal intermodali e servizi logistici integrati. FS Sistemi Urbani è incaricata della rigenerazione urbana e della logistica di primo e ultimo miglio, con l’obiettivo di restituire ai cittadini quelle aree non più funzionali all’esercizio ferroviario. Oltre a queste, il Gruppo FS include anche altre aziende che si occupano di attività sempre legate al trasporto ferroviario come Italferr, società ingegneristica addetta alla realizzazione di investimenti infrastrutturali resilienti, integrati e innovativi.

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Gruppo Danieli, eccellenti risultati finanziari grazie agli impianti siderurgici sostenibili

Gruppo Danieli ha presentato il Bilancio semestrale per il 2023, che testimonia solide performance finanziarie: a compensare la leggera contrazione della produzione diretta di acciaio sono stati i risultati strabilianti della divisione Plant Making, i cui impianti siderurgici a basse emissioni stanno attirando commesse in tutto il mondo.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli, risultati da record nella seconda semestrale 2023 per la divisione Plant Making

Gruppo Danieli conferma la sua leadership nel settore siderurgico, eccellendo specialmente nella progettazione e realizzazione di impianti per la produzione di acciaio sostenibile. Nonostante il clima internazionale teso e la domanda fluttuante, la multinazionale di Buttrio ha mostrato notevole resilienza, chiudendo il semestre del 2023 con un fatturato di 2,07 miliardi di euro, per un aumento complessivo dell’11% rispetto al semestre precedente. Il successo più evidente è quello della divisione Plant Making, che ha registrato un aumento del 162%, a conferma della crescente richiesta di soluzioni eco-compatibili nel settore siderurgico. Nonostante la contrazione nella divisione Steel Making, Gruppo Danieli ha mantenuto una solida performance complessiva, supportata da un portafoglio ordini robusto e in continuo aumento, superiore ai 6 miliardi di euro.

Gruppo Danieli all’avanguardia nel settore dell’acciaio ecologico

L’espansione della divisione Plant Making di Gruppo Danieli dimostra come sempre più società siderurgiche internazionali siano sempre più convinte della necessità di implementare pratiche e tecnologie sostenibili nella propria produzione. La motivazione dietro a queste politiche non sta solo nel desiderio di venire incontro alla sensibilità di una società che ha sempre più a cuore l’ambiente, ma anche alle recenti politiche dell’Unione Europea volte a premiare i prodotti ecosostenibili. In virtù del nuovo meccanismo di tassazione sui contenuti di CO2 (CBAM), che entrerà in vigore a partire dal 2026, i prodotti realizzati in modo sostenibile potranno essere importati nel Continente con diverse agevolazioni. Nel settore siderurgico, queste nuove esigenze si traducono nella richiesta di impianti di acciaio a forno elettrico, meno inquinanti dell’altoforno e rispettosi del Sistema europeo dei certificati ambientali (ETS). Ambito in cui Gruppo Danieli ha ben pochi rivali.

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