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La pediatra Susanna Esposito: “Il Covid ancora un problema nelle scuole, importante fare i tamponi se sintomi”

Nonostante il calo della letalità, il Covid continua ad essere l’infezione del momento: la professoressa Susanna Esposito spiega come proteggersi sui banchi di scuola.

Susanna Esposito

Susanna Esposito: “Fare tamponi frequenti e non presentarsi se si hanno sintomi anche lievi

Il ritorno sui banchi porta a tante novità eccitanti per i bambini, ma significa anche il propagarsi di malattie e infezioni da cui bisogna assolutamente proteggersi. In un’intervista rilasciata a “Fanpage”, la professoressa Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria presso l’Università di Parma e Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid), ha dato preziosi consigli ai genitori per aiutarli a difendere la salute dei propri bimbi.

Innanzitutto, l’esperta infettivologa ha messo in guardia rispetto alla minaccia del Covid: benché siamo fortunatamente lontani dai picchi pandemici degli scorsi anni, il Coronavirus continua a circolare.
Tra le infezioni più comuni, al momento c’è il Covid, nel senso che attualmente il numero dei casi sta aumentando in tutte le fasce d’età, anche in quella pediatrica.” Susanna Esposito ribadisce l’importanza di fare tamponi in presenza di sintomi, lavarsi le mani, portarsi sempre dietro la mascherina e avere del gel igienizzante. È fondamentale, inoltre, non andare a scuola in caso di sintomi anche lievi, perché l’ambiente chiuso rende il contagio quasi inevitabile. “Si deve sottolineare che bisogna raccomandare responsabilità da parte di tutti, ragazzi e genitori, per prevenire un’ulteriore circolazione virale”.

Vaccini, quando e perché? L’analisi di Susanna Esposito

Una questione particolarmente importante è quella della vaccinazione: sia contro il Covid che contro l’influenza. Mentre quest’ultima è raccomandata tra i 6 mesi e i 6 anni (ed è in generale utile per tutti) anche in assenza di malattie croniche a rischio di complicanze in corso di influenza, quella contro il Covid serve specialmente ai bambini più fragili, anche se potrebbero beneficiarne altri piccoli con uno stato di salute particolare. Secondo Susanna Esposito, è fondamentale in ogni caso rivolgersi a un pediatra, in grado di valutare i singoli casi. Secondo la pediatra, è fondamentale avere cura dei piccoli sull’aspetto Covid in quanto l’isolamento ha conseguenze psicologicamente pesanti per loro: “Noi diciamo di fare attenzione alle mascherine e al lavaggio delle mani proprio perché l’impatto del Covid sui bambini e sulla loro salute mentale è stato drammatico, per cui l’isolamento a cui l’infezione può indurre è un elemento che dobbiamo a tutti i costi scongiurare”. Infine, Susanna Esposito mette anche in guardia dai pidocchi e dalle gastroenteriti. Secondo l’infettivologa, contro i pidocchi bisogna fare controlli immediati nel caso il bambino sperimenti prurito intenso al cuoio capelluto. In caso di diarrea, invece, è fondamentale tenere il piccolo a casa perché questo genere di infezioni intestinali si diffonde con estrema rapidità.

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Verso un’urbanizzazione sostenibile, Davide D’Arcangelo: l’innovazione ha un ruolo centrale

Ospite del programma radiofonico “Io, Chiara e il green”, Davide D’Arcangelo si è soffermato su come sfruttare l’innovazione per ripensare i centri urbani e ridistribuire meglio la popolazione così da contrastare il cambiamento climatico.

Davide D'Arcangelo

Davide D’Arcangelo: trasformare i centri urbani con l’innovazione per combattere il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico si combatte anche attraverso un processo di urbanizzazione che possa essere più in sintonia con le funzioni residenziali e la sostenibilità ambientale. Attualmente, il 55% della popolazione mondiale è concentrata nei centri urbani, che occupano solo il 3% della superficie terrestre. In un’intervista andata in onda su “Io, Chiara e il green”, Davide D’Arcangelo propone di sfruttare l’innovazione come strumento per ridefinire le città e le abitudini delle persone, così da ripopolare i territori abbandonati e ridurre l’affollamento nei principali centri abitati. Pensando a come possa essere il futuro delle città, Davide D’Arcangelo ha ricordato Carlos Moreno, il quale “parlava delle città in 15 minuti, dove i servizi pubblici vengono ripensati in chiave digitale e la mobilità diventa anche non mobilità”. Quello che abbiamo davanti deve essere, insomma, “un futuro di sostenibilità” al quale si può arrivare solamente “capendo cosa serve accentrare nelle città e cosa può essere promosso al di fuori”. Trasformare i borghi in luoghi adatti alla terza età grazie ai servizi di telemedicina, potrebbe essere un esempio di come contribuire al decongestionamento dei centri urbani con l’innovazione.

Davide D’Arcangelo: gli esempi dal mondo, da Barcellona a New York

Nel mondo esistono già diversi casi di città che hanno avviato sperimentazioni nell’ambito dell’urbanizzazione con progetti consistenti nella realizzazione di spazi dedicati all’innovazione. Davide D’Arcangelo ne ha riportati alcuni. Sorge a Barcellona il “Distretto 22@”, un’area industriale degradata della città che è stata trasformata in un quartiere dedicato alla tecnologia e che è arrivato ad ospitare circa 7.000 aziende del settore, “con effetti positivi sia sulla riqualificazione che sull’occupazione”. Un altro esempio può essere quello della “Silicon Roundabout nella zona Est di Londra, conosciuta anche come Tech City, dove le imprese digitali hanno attratto talenti e rigenerato il quartiere”. A che punto si trova, invece, l’Italia? Mentre vengono avviati progetti paralleli pure in metropoli come New York e Amburgo, il nostro Paese sembra essere ancora indietro. “Con la nuova programmazione il PON Metro, finora limitato a finanziare la digitalizzazione delle 12 città metropolitane, sarà esteso anche alle città medie come i capoluoghi di provincia. Questo approccio alla digitalizzazione e al riutilizzo degli spazi nelle città potrebbe invertire il trend stimato dall’OCSE, come sta succedendo con il south working in alcune città americane”, ha evidenziato Davide D’Arcangelo, sottolineando i benefici che deriverebbero dall’estendere tale approccio a tutte “le principali città italiane”.

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Da Napoli a Fiumicino: le sfide di Atitech e il progetto di Gianni Lettieri

Atitech ha fatto un passo importante rilevando il ramo maintenance di Alitalia. Ora il Presidente Gianni Lettieri ha in mente di creare un polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche in grado di offrire servizi completi e competitivi.

Gianni Lettieri, Presidente di Atitec

Gianni Lettieri, Atitech: un anno dopo l’acquisizione del ramo Alitalia

È passato un anno da quando Atitech, l’azienda napoletana guidata da Gianni Lettieri e specializzata nella manutenzione, riparazione e revisione di aeromobili, ha portato a termine l’acquisizione del ramo maintenance di Alitalia, l’ex compagnia aerea nazionale in amministrazione straordinaria. Per l’industria aeronautica italiana una delle operazioni più significative degli ultimi anni. Grazie agli asset di Fiumicino, oggi la MRO di Capodichino non solo ha più che raddoppiato le capacità per il 2023, salite a 500 rispetto alle 220 stimate nel 2022, ma ha anche incrementato la propria quota di manutenzione con 32 nuovi scali divisi tra Italia ed estero, quattro nuovi hangar e undici linee di produzione “narrow body” e “wide body”. Positive le ricadute anche sul fronte dell’occupazione, con Atitech che ha deciso di integrare i 940 lavoratori di Fiumicino. L’obiettivo a lungo termine di Gianni Lettieri non è un segreto: fin dai primi anni come Presidente di Atitech, il manager ha sempre dichiarato di voler dotare l’Italia di un’infrastruttura strategica nel campo delle manutenzioni aeronautiche in grado di offrire soluzioni chiavi in mano, il primo polo di manutenzioni aeronautiche italiano.

Il progetto di Gianni Lettieri: un polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche

L’idea, che Gianni Lettieri ha ribadito anche nelle due convention organizzate da Atitech per illustrare a vecchi e nuovi dipendenti i progetti futuri della società, è di sfruttare le potenzialità ancora inespresse degli hub di Capodichino e di Fiumicino così da creare un polo unico italiano capace di diventare punto di riferimento a livello internazionale per componenti, motori e tutto ciò che riguarda la manutenzione degli aerei. Il prossimo passo è riportare i principali player del traffico aereo a Napoli, porta d’ingresso per aeromobili che guardano con interesse al Mediterraneo e a tutta l’area EMEA, e a Roma, in grado di intercettare una vasta platea internazionale grazie a scali come Tel Aviv, Francoforte, Monaco, Buenos Aires, San Paolo, Casablanca, Tunisi, Parigi e Osaka, per citarne alcuni. Fondamentali nel progetto le competenze e le professionalità presenti all’interno sia di Atitech che dell’ex ramo maintenance di Alitalia, secondo Gianni Lettieri “capaci di soddisfare le più svariate esigenze dei vettori presenti sul mercato, in tempi rapidi ed assicurando standard di qualità molto alti”. Sul fronte delle acquisizioni, il Presidente di Atitech ha invece più volte espresso l’intenzione di rilevare anche AMS (Alitalia Maintenance System), con base sempre a Fiumicino e specializzata nella manutenzione dei motori.

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Come rendere più accogliente e gradevole un locale commerciale?

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  • 23 Settembre 2023

Quando si gestisce una attività un locale commerciale di qualsiasi tipo, creare un’atmosfera accogliente e gradevole è importante per attirare nuovi clienti e farli sentire a proprio agio.

L’esperienza che le persone vivono nel tuo negozio può influenzare la loro permanenza, il loro interesse per i prodotti e la loro propensione all’acquisto.

Ecco perché ti parleremo di seguito delle diverse strategie che possono aiutarti a rendere il tuo locale commerciale più invitante e accogliente per i tuoi clienti.

 

Un design interno attraente e funzionale

Un design interno ben curato è un fondamentale per creare un’atmosfera accogliente. Scegli per questo con cura l’arredamento, l’illuminazione e la disposizione degli spazi. Scegli arredi e colori che riflettano l’identità del tuo marchio e creino un’atmosfera piacevole.

Assicurati che l’illuminazione sia adeguata e ben distribuita, in modo da mettere in risalto i prodotti e creare un’atmosfera accogliente. Organizza gli spazi in modo funzionale, facilitando la circolazione dei clienti e la visualizzazione dei prodotti.

 

Musica e suoni ambientali

La musica e i suoni ambientali possono contribuire a creare un’atmosfera piacevole in ogni negozio. Scegli una colonna sonora che si adatti al tuo pubblico di riferimento e che rifletta lo stile del tuo marchio.

La musica dovrebbe essere di volume adeguato, in modo da creare un sottofondo piacevole senza coprire le voci dei clienti o dei dipendenti. Inoltre, presta attenzione ai suoni ambientali, come il rumore di fondo o gli effetti sonori, assicurandoti che siano gradevoli e non disturbino l’esperienza d’acquisto.

 

Un’illuminazione accogliente

L’illuminazione gioca un ruolo cruciale nell’ambiente di un locale commerciale. Utilizza una combinazione di fonti di luce per creare un’atmosfera accogliente. Evita l’illuminazione troppo intensa o fredda, che potrebbe risultare fastidiosa per i clienti.

Scegli lampade con tonalità calde e diffondi la luce in modo uniforme in tutto lo spazio. Inoltre, considera l’utilizzo di luci direzionali per mettere in evidenza prodotti o aree specifiche del tuo locale.

 

Profumazione e odori gradevoli

Gli odori possono influenzare notevolmente l’esperienza dei clienti nel tuo locale commerciale. Utilizza profumatori d’ambiente o diffusori di essenze per creare un’atmosfera gradevole e accogliente.

Scegli fragranze che si adattino al tuo marchio e che siano piacevoli per la maggior parte delle persone. Tieni presente che alcuni clienti potrebbero essere sensibili agli odori, quindi assicurati che l’aroma non sia troppo intenso o invadente.

 

Insegne vintage per un tocco di nostalgia

Un’idea originale per rendere il tuo locale commerciale più accogliente e unico è l’utilizzo di insegne vintage. Le insegne vintage possono aggiungere un tocco di nostalgia e personalità al tuo locale.

Scegli insegne che si adattino al tuo marchio e che richiamino l’attenzione dei clienti. Questo elemento distintivo può contribuire a creare un’atmosfera affascinante e a far emergere la tua attività commerciale.

 

Conclusione

Creare un’atmosfera accogliente e gradevole nel tuo locale commerciale è un investimento che può portare rapidamente a risultati positivi.

Ricorda che ogni dettaglio conta e che ogni scelta dovrebbe essere guidata dall’obiettivo di offrire un’esperienza memorabile ai tuoi clienti.

Divertiti nel creare un ambiente che i tuoi clienti ameranno frequentare!

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Come valutare un preventivo per un trasloco?

Affidarsi ad una ditta di professionisti del trasloco può farti risparmiare molto tempo e semplificare un evento che speso che fonte di grande stress. Quando ci si trova nella situazione di dover affrontare un trasloco è sempre consigliabile pianificare il trasferimento con grande anticipo, contattare ditte specializzate per ottenere almeno due e tre preventivi, ed infine, valutare correttamente le proposte tenendo conto dei servizi offerti e del prezzo complessivo.

Per molte persone il trasloco è un evento che capiterà una volta nel corso della vita, per cui è piuttosto normale sentirsi incerti su come agire. Alcuni considerano il prezzo come il fattore chiave per la scelta, altri invece danno maggiore peso alla qualità dei servizi offerti ed all’esperienza dei traslocatori.

Scegliere un prezzo stracciato può spesso nascondere alcune insidie: ad esempio un trasloco incompleto, un servizio poco flessibile rispetto alle esigenze del cliente. Scegliere un costo elevato invece nasconde il rischio di strapagare un servizio standard. Ciò detto, un confronto attento e consapevole dei preventivi ricevuti diventa un momento chiave per comprendere come si svolgerà il servizio e cosa ci dovremo aspettare.

Questo articolo nasce quindi come una guida per il lettore inesperto che sta per traslocare. Passeremo in rassegna le principali voci di costo che frequentemente appaiono in un preventivo per un trasloco.

Preventivo per traslochi: le voci di costo

Innanzitutto è utile rimarcare che definire il costo di un trasloco non è una operazione banale per via delle innumerevoli varianti che entrano in gioco. A titolo di esempio possiamo citare la distanza tra la città di partenza e quella di arrivo, la necessità di usare autoscale per accedere ai piani più alti, la quantità di mobili ed oggetti da spostare, ecc.

Di seguito passiamo in rassegna ogni fattore che incide sui costi di trasloco:

Distanza: si tratta di un elemento che può avere un impatto molto variabile sul costo complessivo. Basti pensare alla differenza tra un trasloco all’interno dello stesso comune paragonato ad un trasloco internazionale

Accesso all’appartamento: in alcuni casi può essere necessario ricorrere a piattaforme aeree poiché non sono presenti ascensori o per via della natura dei mobili da trasportare.

Servizi standard: Per effettuare correttamente il trasloco di alcuni mobili può essere necessario procedere allo smontaggio prima e al montaggio poi. Questo lavoro può richiedere tempo e certamente impattare sul costo complessivo del trasloco.

Servizi extra: In alcune situazioni può risultare necessario gestire il trasloco con metodologie o accortezze particolari. A titolo di esempio immaginiamo di prendere in considerazione un trasloco di un pianoforte o di opera d’arte di pregio, oppure la movimentazione di un intero negozio (che deve avvenire in tempi stretti per consentire una rapida riapertura)

Tempistiche e preavviso: come anticipato, è essenziale pianificare le operazioni di trasloco con grande anticipo. Questo permetterà sia a noi che all’azienda di traslochi di gestire la situazione nel migliore dei modi. Un trasloco effettuato in urgenza può subire facilmente un sovrapprezzo consistente.

Esperienza: Questa non è una voce di costo esplicita, tuttavia richiede attenzione. Alcuni traslocatori vantano uno staff di professionisti esperti, in grado di gestire anche le situazioni più complesse. Quando invece ci si affida ad una ditta “giovane” i costi tendono ad essere più contenuti, ma il rischio di incappare nell’imprevisto cresce esponenzialmente. L’esperienza si paga cara, ma risolve molti problemi.

Mezzi impiegati: Se il trasloco è gestibile tramite un singolo camion il prezzo è moderato, se invece è necessario coinvolgere altri mezzi come una nave o un traghetto, i costi lievitano.

Smaltimento: Questa è una voce a cui prestare una particolare attenzione. I mobili che non intendiamo riutilizzare vanno smaltiti in discarica, secondo le normative vigenti. Più sono pesanti gli oggetti da smaltire, più è altro il costo per l’operazione richiesta. Disfarsi di molti mobili può facilmente far impennare il costo complessivo di un trasloco.

Deposito: Può accedere che il trasloco venga completato in due tempi. La necessità di lasciare libera la vecchia casa non combacia con la disponibilità della nuova sistemazione (per esempio quando ci si trasferisce in una casa ancora in fase di costruzione). In questi casi è necessario aggiungere un costo per il deposito mobili che può variare a seconda del tempo necessario e dello spazio affittato nel deposito.

Assicurazione: quando si effettua un trasporto esiste l’eventualità che qualcosa vada storto e che alcuni oggetti trasportati subiscano danni o alterazioni importanti. L’assicurazione tutelarsi da queste situazioni ed ottenere un risarcimento in caso si verifichi un sinistro. Questa voce di costo solitamente è piuttosto

Questo costo non dovrebbe essere troppo rilevante, ma è sempre consigliato non depennarlo dai servizi richiesti.

Come è possibile risparmiare?

La chiave per risparmiare è confrontare diversi preventivi e dare un corretto peso ai servizi desiderati, facendo una distinzione tra quelli necessari e quelli opzionali. In caso di forti anomalie o discrepanze tra le voci di costo è consigliabile chiedere chiarimenti alla ditta che ha inviato l’offerta.

Inoltre può essere utile comprendere come viene effettuato il servizio di trasloco, cercando di capire se è possibile intervenire con alcune semplificazioni.  A titolo di esempio, se nell’appartamento sono presenti molti oggetti che non servono presso il nuovo domicilio potrebbe essere utile provvedere autonomamente allo smaltimento (magari regalando alcuni mobili, o mettendo in vendita oggetti non più necessari).

In aggiunta è possibile rivolgersi ad un falegname per lo smontaggio dei mobili.  Oppure, se possibile, gestire le operazioni in autonomia.

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ETC su Oro Come Funzionano

Etc su oro, Exchange-Traded Commodity basati sull’oro è questo il significato di questa sigla, un modo alternativo all’acquisto di lingotti da investimento che devono essere ritirati dopo l’acquisto.
I lingotti si possono acquistare presso banchi metalli come questo compro oro Firenze mentre gli etc sono acquistati e venduti come qualsiasi altro strumento finanziario in borsa.
Exchange-Traded Commodity (ETC): Gli ETC sono strumenti finanziari negoziati in borsa che forniscono esposizione a commodities come l’oro, il petrolio, il grano, ecc. Sono simili agli ETF, ma invece di tracciare un indice, seguono direttamente il prezzo di una materia prima sottostante.
ETC sull’oro: Un ETC sull’oro segue l’andamento del prezzo dell’oro fisico o dei contratti futures sull’oro. Gli ETC possono essere una scelta popolare per gli investitori che desiderano ottenere esposizione all’oro senza doverlo detenere fisicamente o investire in futures.
Struttura: Gli ETC sull’oro possono essere emessi in diverse strutture. Alcuni detengono oro fisico nei depositi, mentre altri utilizzano strumenti finanziari derivati per replicare il prezzo dell’oro. La struttura può variare da un ETC all’altro.
Liquidità e negoziabilità: Gli ETC sull’oro sono generalmente negoziabili in borsa, il che significa che possono essere acquistati e venduti facilmente durante le ore di mercato. La liquidità può variare in base al volume di trading dell’ETC.
Diversificazione e gestione del rischio: Gli ETC sull’oro consentono agli investitori di diversificare il loro portafoglio e di gestire il rischio legato alle fluttuazioni del prezzo dell’oro.
Commissioni: Come gli ETF, gli ETC possono comportare commissioni di gestione e di negoziazione. Gli investitori dovrebbero prestare attenzione alle spese associate all’ETC scelto.
Tassazione: La tassazione degli ETC può variare in base alla giurisdizione e alle leggi fiscali locali. Gli investitori dovrebbero consultare un consulente fiscale o legale per comprendere le implicazioni fiscali specifiche.
Gli ETC sull’oro offrono un modo conveniente per investire nell’oro senza la necessità di gestire fisicamente l’oro stesso. Come con qualsiasi investimento, è importante comprendere come funzionano gli ETC, considerare i costi associati e valutare se si adattano alla propria strategia di investimento.

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India e Thailandia cercano l’acciaio green del Gruppo Danieli

Meranti, Rungta Mines, Tata Steel e ArcelorMittal Nippon Steel India: questi i nomi degli operatori siderurgici che hanno scelto di affidarsi agli impianti all’avanguardia del Gruppo Danieli, orientandosi dunque alla siderurgia green.

Gruppo Danieli, leader nella produzione di impianti siderurgici

Gruppo Danieli conquista il mercato asiatico: contratti in India e Thailandia

Produrre acciaio di qualità tagliando le emissioni e l’inquinamento: questo è l’obiettivo degli operatori siderurgici di India e Thailandia. Per questo motivo hanno scelto gli impianti modernissimi del Gruppo Danieli, che ha siglato quattro contratti chiave in Estremo Oriente. In Thailandia, realizzerà un impianto all’avanguardia per la produzione di Green Steel per conto di Meranti Green Steel, che si avvarrà della possibilità di utilizzare energia solare e idrogeno, consentendo una notevole riduzione delle emissioni di carbonio. Il CEO di Meranti, Sebastian Lagendorf, ha dichiarato: “Danieli è uno dei principali fornitori mondiali di produzione dell’acciaio e riteniamo che la tecnologia avanzata Energiron Dri svolgerà un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione delle catene di approvvigionamento dell’acciaio. Danieli ha un importante laboratorio a Rayong, in Thailandia, che consente la produzione locale”. Ben tre, invece, i significativi contratti in India. Rungta Mines, già cliente fidato del Gruppo Danieli, ha commissionato due nuovi laminatoi, che si aggiungono ai due già realizzati, e agli altri due in fase di lavorazione. Tata Steel ha assegnato a Danieli Corus un contratto per la realizzazione di una quarta stufa e ArcelorMittal Nippon Steel India ha affidato a Danieli Centro Maskin l’ordine per un nuovo impianto di ispezione e condizionamento delle bramme.

Le innovazioni tecnologiche con cui il Gruppo Danieli guida la rivoluzione Green Steel

Ma quali sono le tecniche attraverso cui Gruppo Danieli produce l’acciaio pulito che gli operatori del Sud-Est asiatico richiedono? Innanzitutto, gli impianti di riduzione a idrogeno che utilizzano la tecnologia DRI (Direct Riduced Iron), consentendo l’utilizzo del solare e dell’idrogeno per la produzione di coils laminati a caldo. L’impianto che verrà costruito per Meranti è stato sviluppato in tandem da Tenova e Danieli. Riguardo alla collaborazione con Danieli, il CEO Giacomo Mareschi Danieli ha dichiarato: “Siamo lieti e orgogliosi di essere partner di Meranti per questo impegnativo progetto. Siamo pienamente in linea con la visione e l’approccio di Meranti di essere all’avanguardia nella transizione del Green Steel, e siamo sicuri che le tecnologie all’avanguardia di Danieli consentiranno a Meranti di svolgere un ruolo di primo piano nel mercato dei prodotti piatti in Estremo Oriente”. La stessa tecnologia è valsa al Gruppo Danieli un importante contratto con il colosso cinese Guangdong, per la costruzione di un impianto entro il 2024. Meranti ha inoltre commissionato un’unità di fusione Digimelter: il suo alimentatore Q-One potrà processare energia verde.

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Stefano Venier al “Corriere della Sera”: l’Italia può diventare l’hub della Ccs per il Sud Europa

Ecco il progetto con Eni: in un articolo de “L’Economia”, l’inserto del “Corriere della Sera”, l’AD di Snam Stefano Venier illustra le potenzialità del primo progetto italiano di Ccs su scala industriale legato all’hub di Ravenna.

 Stefano Venier

Stefano Venier: Snam-Eni, il pionierismo del progetto Ccs in sviluppo a Ravenna sul “Corriere della Sera”

L’AD Stefano Venier lo ha ribadito anche in una recente intervista su “L’Economia”, la voce economica del “Corriere della Sera”: l’Italia può diventare l’hub della Ccs (Carbon capture and storage) per il Sud Europa. Le potenzialità ci sono: “Abbiamo il vantaggio di disporre di giacimenti esauriti di gas al largo dell’Adriatico di fronte alla Pianura Padana, dove si concentra la maggior parte delle industrie ad alta intensità di energia e di emissioni. Un vantaggio che potrà andare a beneficio dell’intero bacino del Mediterraneo, per esempio delle industrie francesi, per cui sarà più conveniente stoccare la CO2 a Ravenna e non trasportarla fino in Norvegia”. Parole che esprimono efficacemente il valore del progetto che Snam sta portando avanti a Ravenna insieme a Eni: il primo italiano di Ccs su scala industriale sarà “un’occasione anche per le industrie straniere”, come ha spiegato a “L’Economia” l’AD Stefano Venier.

Stefano Venier: miriamo a utilizzare parte delle condotte già esistenti in una logica di operatore multi-molecola

L’AD Stefano Venier ha parlato del progetto anche recentemente in occasione della presentazione a Cernobbio dello studio strategico sulla Carbon Capture & Storage condotto da The European House – Ambrosetti con il contributo di Snam ed Eni: a Ravenna “svilupperemo un’infrastruttura essenziale per la competitività del tessuto industriale esistente e potenzialmente capace di giocare un ruolo chiave nell’intero Mediterraneo”. La posizione strategica, il porto, la cultura di impresa e la presenza di realtà manifatturiere industriali che hanno la necessità di decarbonizzare le loro attività sono alcuni dei fattori che hanno portato a guardare a Ravenna come a una location particolarmente idonea dove poter sfruttare al massimo le potenzialità del progetto: sono queste infatti condizioni funzionali allo sviluppo di progetti di cattura e stoccaggio della CO2 da realizzare con costi competitivi e in tempi brevi. Sul trasporto invece, come si legge nell’articolo de “L’Economia”, Snam punta su una strategia di soft infrastructure. “Miriamo a utilizzare parte delle condotte già esistenti in una logica di operatore multi-molecola: nei nostri tubi può scorrere gas naturale, ma anche biometano, idrogeno e, appunto, anidride carbonica”, ha spiegato l’AD Stefano Venier.

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Quali sono gli interventi di manutenzione più frequenti in un’auto?

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  • 20 Settembre 2023

La manutenzione è una di quelle operazioni di routine fondamentali per garantire la sicurezza e la durata nel tempo al veicolo.

Gli interventi di manutenzione più frequenti sono quelli che riguardano i componenti più soggetti a usura e deterioramento come i pneumatici, l’olio motore, i filtri e i freni, ma non solo.

Andiamo adesso a scoprire qualcosa in più riguardo questi interventi, con una breve descrizione di ciascuno.

Pneumatici

I pneumatici sono uno dei componenti più importanti di un’auto. Sono responsabili dell’aderenza e della trazione, e quindi hanno un impatto diretto sulla sicurezza.

Gli interventi di manutenzione più frequenti sui pneumatici sono:

  • Controllo della pressione: la pressione dei pneumatici deve essere controllata regolarmente, almeno una volta al mese. Una pressione insufficiente può causare un aumento del consumo di carburante e un peggioramento delle prestazioni.
  • Controllo dell’usura: anche l’usura dei pneumatici deve essere controllata regolarmente, in particolare il battistrada. Se l’usura è eccessiva, i pneumatici devono essere sostituiti.

Olio motore

L’olio motore svolge un ruolo fondamentale nella lubrificazione del motore e dei vari componenti del veicolo. Un olio motore vecchio o sporco può danneggiare il motore e ridurre le sue prestazioni.

L’intervento di manutenzione più frequente sull’olio motore è il cambio dell’olio, ed in concomitanza va cambiato anche il filtro olio che ha il compito di trattenere le impurità. Il cambio dell’olio deve essere effettuato secondo le indicazioni del produttore dell’auto.

Filtri

I filtri sono importanti per proteggere il motore da contaminanti e impurità.

Gli interventi di manutenzione più frequenti sui filtri sono:

  • Cambio del filtro dell’olio: il filtro dell’olio deve essere cambiato contemporaneamente al cambio dell’olio.
  • Cambio del filtro dell’aria: il filtro dell’aria deve essere cambiato ogni 10.000-15.000 chilometri.
  • Cambio del filtro del carburante: il filtro del carburante deve essere cambiato ogni 20.000-30.000 chilometri.

Freni

I freni sono fondamentali per la sicurezza. Un sistema frenante inefficiente può aumentare il rischio di  sinistri.

Gli interventi di manutenzione più frequenti sui freni sono:

  • Controllo del livello del liquido dei freni: il livello del liquido dei freni deve essere controllato regolarmente.
  • Controllo dell’usura delle pastiglie e dei dischi dei freni: l’usura delle pastiglie e dei dischi dei freni deve essere controllata regolarmente. Se l’usura è eccessiva, le pastiglie e i dischi dei freni devono essere sostituiti.

Altri interventi

Oltre agli interventi di manutenzione già citati, ci sono altri interventi che possono essere necessari a seconda dell’utilizzo dell’auto e delle condizioni in cui viene guidata.

Ad esempio, se l’auto viene utilizzata in condizioni di guida difficili, possono essere necessari interventi di manutenzione più frequenti sui componenti della trasmissione e dello sterzo.

In generale, se guidi una Mercedes potrebbero interessarti in proposito i “Servizi assistenza A e B.”, per una serie di controlli periodici completi per il tuo veicolo. Se vivi in Sicilia Occidentale puoi chiedere informazioni in merito all’officina autorizzata Mercedes Benz Lupo Giuseppe a Trapani.

Conclusione

La manutenzione dell’auto è un’operazione importante per garantire la sicurezza e la durata del veicolo. Eseguire regolarmente gli interventi di manutenzione più frequenti può aiutare a prevenire guasti e danni costosi, oltre a garantire la massima sicurezza a tutti.

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Dal settore ceramico alla ristorazione: la carriera di Mario Putin

Dall’esordio in Spagna a soli 16 anni fino al ritorno in patria. I momenti chiave del percorso professionale di Mario Putin e il suo contributo al successo del Gruppo Serenissima Ristorazione.

Mario Putin, Presidente di Serenissima Ristorazione

I primi incarichi professionali di Mario Putin

Mario Putin è una figura di spicco nel settore della ristorazione commerciale e collettiva grazie alla sua leadership nel Gruppo Serenissima Ristorazione, una delle principali realtà del settore a livello nazionale. Il suo percorso professionale ha inizio a soli 16 anni, quando prende una decisione audace: lasciare l’Italia per trasferirsi in Spagna. In quegli anni trascorsi all’estero, intraprende una fruttuosa collaborazione con i fratelli Giovanni e Alberto, prendendo parte alla gestione dell’azienda Automatismo para ceramica, attiva nel settore ceramico. Nel 1969, fa ritorno in Italia e si unisce al fratello Franco nell’amministrazione dell’azienda Impianti Putin Installazioni Automatiche e Costruzioni (IPIAC), per la quale lavora fino al 1996. Durante questa lunga collaborazione con il fratello, Mario Putin concede in affitto uno dei suoi capannoni a una società di ristorazione emergente, Serenissima Ristorazione.

Mario Putin e il successo di Serenissima Ristorazione

Attraverso investimenti graduati nel corso degli anni, nel 1986 Mario Putin diventa azionista di maggioranza del Gruppo Serenissima Ristorazione e avvia un significativo processo di trasformazione del modello aziendale. Grazie alle abilità produttive e manageriali acquisite nel corso della sua carriera, decide di porre l’accento sulla ricerca della qualità e sull’eccellenza dei prodotti e dei servizi offerti, coniugando abilmente qualità elevata ed efficienza industriale. È il 1996 quando Mario Putin prende una decisione cruciale: lascia l’azienda di famiglia per dedicarsi completamente alla crescita e allo sviluppo di Serenissima Ristorazione. Il suo impegno e la sua visione portano la società a un ruolo di primo piano nell’ambito della ristorazione. Oggi, il Gruppo è leader del settore, in grado di soddisfare le esigenze del consumatore finale, delle grandi aziende e degli enti pubblici, offrendo servizi e prodotti di alta qualità.

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La nascita di Riva Acciaio: come è diventata leader di settore

Riva Acciaio fa parte del Gruppo Riva, destinato a diventare uno dei maggiori operatori siderurgici del continente europeo.

Riva Acciaio

Riva Acciaio, la fondazione e le prime tappe dell’espansione

La nascita del Gruppo Riva può essere collocata nel 1954, anno in cui l’imprenditore Emilio Riva, collaborando con il fratello Adriano, fonda Riva Acciaio, specializzata nella raccolta di rottami destinati ai produttori di acciaio. La società si trasforma progressivamente in produttore di acciaio per diversificare e oltrepassare i limiti del settore dei rottami. Viene dunque aperto uno stabilimento all’avanguardia a Caronno Pertusella nel 1956. Tale stabilimento è dotato di un forno elettrico ad arco con una capacità di 25 tonnellate per colata, superando di gran lunga le dimensioni dei forni in Italia all’epoca. Negli anni ’60, l’industria siderurgica italiana si trova ad affrontare una crescente concorrenza internazionale, ma Riva Acciaio è in grado di tenere il passo introducendo la colata continua curva a tre linee, un’innovazione tecnologica allora completamente sconosciuta in Italia ma utilizzata in Austria. Questa tecnica permette un rapido abbattimento dei costi e un notevole efficientamento della produzione, e svolge un ruolo chiave nel garantire l’affermazione nazionale del Gruppo Riva.

L’espansione di Riva Acciaio nel mercato europeo e globale

Per competere a livello internazionale, Riva Acciaio inizia una campagna di acquisizioni mirate sia in Italia che all’estero, diventando un gruppo siderurgico internazionale a tutti gli effetti. In Canada, viene acquisita la Associated Steel Industries (ASI), società specializzata nella macinazione delle carcasse degli autoveicoli per la produzione di rottame di alta qualità. In Europa, vengono acquisite la Siderúrgica Sevillana in Spagna (1971) e l’acciaieria di Iton Seine (1976). Nel 1980, il Gruppo produceva oltre 1,1 milioni di tonnellate d’acciaio, posizionandosi tra i principali operatori europei. Nel 1978, è il primo Gruppo a vendere acciaio direttamente alla Cina. Negli anni ’80 e ’90, Gruppo Riva continua a crescere in Europa. Acquisisce impianti in Belgio, Germania e Francia, aumentando significativamente la produzione d’acciaio e consolidando la sua presenza internazionale. Nel 1996, Gruppo Riva rileva lo stabilimento di Sellero e nel 2000 acquisisce il gruppo francese SAM, segnando in modo irrevocabile l’ascesa di Riva Acciaio a protagonista del settore siderurgico dei prodotti lunghi.

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Il ruolo del digitale nel futuro delle aziende: le riflessioni di Paolo Gallo

Paolo Gallo ha presentato lo scorso anno il suo libro a Milano, sottolineando l’importanza della trasformazione digitale per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica nelle aziende. Durante l’intervista trasmessa su “Wired Italia”, l’AD di Italgas ha evidenziato come la digitalizzazione vada oltre la semplice conversione degli asset tradizionali in digitali, coinvolgendo profondamente anche i processi e le persone.

Paolo Gallo, AD di Italgas

Paolo Gallo e il ruolo chiave della digitalizzazione nell’attuale scenario di opportunità

Il libro di Paolo Gallo, intitolato “Diario di volo. Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità”, è stato presentato lo scorso anno a Milano, presso la Microsoft House, come un’importante chiamata all’azione per le aziende che desiderano centrare gli obiettivi della transizione ecologica. L’Amministratore Delegato di Italgas, nel corso dell’intervista trasmessa in diretta su “Wired Italia”, ha sottolineato come la trasformazione digitale sia un prerequisito fondamentale per affrontare efficacemente la transizione ecologica. La digitalizzazione non riguarda solo la trasformazione degli asset da tradizionali a digitali, ma coinvolge profondamente anche i processi e le persone all’interno dell’azienda. Secondo Paolo Gallo, chi “non abbraccia la trasformazione digitale in senso ampio, certamente alla fine del suo percorso avrà digitalizzato, magari avrà lanciato delle app e fatto qualcosa di attraente ma alla fine resterà in superficie e non avrà cambiato il modo di lavorare dell’azienda”. È quindi necessario un cambiamento culturale profondo e un impegno totale verso la digitalizzazione per affrontare con successo la sfida della transizione ecologica.

Paolo Gallo: la trasformazione digitale come leva per la Pubblica Amministrazione

Il momento attuale è propizio per intraprendere questa strada rivoluzionaria. Silvia Candiani, country manager di Microsoft Italia, ha inoltre evidenziato come il digitale in chiave ambientale sia diventato una priorità nelle agende dei dirigenti d’azienda in tutto il mondo. Il periodo di pandemia ha accelerato il percorso di digitalizzazione, spinto dalla necessità di adattarsi rapidamente alle nuove sfide. Inoltre, il Recovery Fund, con oltre 100 miliardi di euro stanziati per la trasformazione ambientale e digitale, offre un’opportunità unica. Tali risorse possono rivitalizzare il mercato dell’information technology italiano e avere un impatto significativo sull’economia del Paese. Paolo Gallo ha quindi sottolineato come questa opportunità rappresenti un’occasione da non perdere anche per la Pubblica Amministrazione, poiché una trasformazione digitale potrebbe sbloccare l’economia e semplificare i processi, accelerando progetti come quelli di Italgas e migliorando i servizi offerti ai cittadini. In un periodo di cambiamenti rapidi e sfide ambientali, la digitalizzazione emerge come il motore principale per il successo aziendale e il progresso sociale.

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Auto elettriche, Luca de Meo (Renault Group): “Rivoluzione onerosa, servono investimenti e tecnologia”

L’auto elettrica rischia di essere una rivoluzione per i più abbienti, necessario spingere sulle alternative green come gli E-fuel: è il messaggio lanciato da Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, in occasione del Viva! Festival di Locorotondo.

Luca de Meo, CEO di Renault Group

Luca de Meo: prospettive sulla mobilità e gli svantaggi dell’elettrico

L’industria automobilistica sta vivendo una rivoluzione epocale, con l’elettrificazione che ormai domina le conversazioni. Luca de Meo, CEO di Renault Group, propone un’analisi più ampia e sfidante. In occasione della conferenza stampa promossa a latere del Viva! Festival di Locorotondo, di cui il Gruppo è stato main sponsor, il manager ha spiegato che il futuro dell’auto non può limitarsi esclusivamente all’elettrico. Ad oggi, considerati i costi di produzione nettamente maggiori rispetto alle vetture termiche, l’auto elettrica rischia di diventare una “rivoluzione per ricchi”. Per Luca de Meo “la mobilità privata per come l’abbiamo conosciuta non esisterà più”. Tuttavia, sebbene da un lato “investimenti, componenti e tecnologia” ricadono sul prezzo delle vetture, ha sottolineato il manager, il vantaggio delle auto elettriche è rappresentato dal “costo di esercizio inferiore, circa un terzo rispetto ad una vettura termica”.

Luca de Meo: “Regole Ue troppo stringenti, serve più coraggio su E-fuel e idrogeno”

Durante la conferenza stampa, il CEO di Renault Group, da gennaio anche Presidente dell’ACEA, ha poi ricordato ai presenti la competizione sempre più aggressiva della Cina, avvantaggiata non solo dal minor costo della manodopera e dagli ingenti investimenti statali, ma soprattutto dal controllo delle materie prime necessarie a realizzare le auto elettriche e in particolare le batterie. L’impianto regolatorio europeo, con le sue regole più stringenti sulle emissioni, non permette all’industria del Vecchio Continente di stare al passo con i competitor e per questo Luca de Meo chiede all’UE una decisa svolta verso la cosiddetta neutralità tecnologica, lasciando maggiore libertà ai produttori di scegliere le tecnologie adatte a raggiungere i target di decarbonizzazione. L’idrogeno e soprattutto gli E-fuel, già disponibili, possono rappresentare delle valide alternative all’elettrico: “Le nostre vetture potrebbero essere alimentate tranquillamente con una percentuale del 30% di carburante sintetico – ha spiegato il CEO di Renault Group – ma da parte dei costruttori non c’è stato il coraggio di comunicare l’esistenza di alternative alle auto a batteria”.

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Andrea Mascetti, Finlombarda sostiene Lario Reti Holding contro gli sprechi d’acqua

Andrea Mascetti spiega perché l’investimento di Lario Reti Holding, supportato tra gli altri da Finlombarda, è un progetto lungimirante che fa bene al territorio, al Pianeta e ai cittadini.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti, Finlombarda scende in campo: investimenti sostenibili per il territorio

La siccità estiva ha mostrato quanto, persino in Italia, l’acqua sia una risorsa da non dare mai per scontata. Tuttavia, molto spesso, questa risorsa fondamentale viene sprecata. Le cause sono numerose: dall’utilizzo di tecnologie desuete, alla scarsa manutenzione degli impianti. L’investimento di Lario Reti Holding, gestore della rete idrica di Lecco, punta proprio a risolvere questo problema: con il supporto di Banco BPM, BPER Banca, Banca Popolare di Sondrio e infine Finlombarda, l’ambizioso progetto prevede di ridurre le perdite attraverso un sofisticato sistema di monitoraggio digitalizzato delle reti idriche. Un investimento, dunque, che unisce impatto ecologico positivo, modernizzazione tecnologica e tutela di un bene comune, aderendo dunque a più punti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Presidente di Finlombarda Andrea Mascetti ha evidenziato i benefici dell’investimento per il territorio lombardo.

Andrea Mascetti: “Lieti di intervenire per Lario Reti Holding, azienda impegnata nella digitalizzazione”

Un investimento, quello di Banco BPM, BPER Banca e Banca Popolare di Sondrio assieme a Finlombarda, che conta in totale ben 62 milioni di euro, da dividersi in varie tranche. Lario Reti Holding ha delineato il programma degli interventi in collaborazione con l’Ufficio d’Ambito di Lecco in modo da armonizzarlo con le specifiche esigenze del territorio. Il Presidente Lelio Cavallier ha ringraziato gli “intermediari finanziari di primo livello” che hanno reso possibile il progetto. Andrea Mascetti, Presidente di Finlombarda, ha a sua volta elogiato gli sforzi di Lario Reti Holding verso “transizione digitale, l’efficienza e il miglioramento della qualità della risorsa idrica a favore dei cittadini della provincia di Lecco”. Oltre ai 62 milioni garantiti dai sostenitori della maxi-operazione, Lario Reti Holding conta su 8 milioni garantiti dalla Regione Lombardia e si appresta a richiedere 1,5 milioni di fondi dal PNRR in via prioritaria.

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Industria del lusso, arriva la frenata dopo anni di forti performance

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  • 20 Settembre 2023

Dopo anni di grande fulgore, l’industria del lusso comincia ad avvertire i segni di un appannamento. I tassi di crescita in doppia cifra (così come la sovraperformance dell’intero settore) potrebbero presto diventare un ricordo. C’è da chiedersi quanto forti siano i segnali di allarme, e soprattutto se le imprese del settore sono preparate a un cambiamento forte.

Industria del lusso

lussoLa corsa delle vendite non poteva continuare in eterno, e adesso le previsioni sono per una certa normalizzazione. Il lusso, che finora aveva sempre battuto la crisi, questa volta non sembra più così tanto inossidabile. Insomma non brilla più e gli indicatori di inversione trend cominciano ad essere tanti.

Ad incidere è soprattutto l’andamento dell’economa cinese, che rappresenta il primo grande sbocco di mercato, visto che nel Paese c’è un numero maggiore di consumatori a medio e alto reddito. Ma nel 2022, per la prima volta in cinque anni, il mercato luxury cinese ha registrato una flessione. Si sperava però che dopo la pandemia ci sarebbe stata una vigorosa ripresa, ma lo scenario è stato completamente diverso.

La seconda maggiore forza economica mondiale è in grande difficoltà, non centrerà gli obiettivi annuale del PIL e questo è un grosso fardello per il settore del lusso.
Ad inizio anno un rapporto della banca Barclays prevedeva che le entrate del settore del lusso in Cina sarebbero cresciute del 15% nel 2023, più velocemente rispetto alla media globale del 9%. Ma queste previsioni sono state drasticamente riviste al ribasso.

Altri fattori frenanti

Assieme alla frenata delle vendite, bisogna anche evidenziare che il tasso di cambio è diventato meno favorevole. Infatti lo yuan cinese ha perso valore rispetto a dollaro ed euro, frenando gli acquisti dei turisti cinesi in Europa e zavorrando quelli in Yuan nel Paese orientale. Questo potrebbe comprimere fortemente i margini dei grandi player del settore fashion & luxury, già alle prese con trading con volumi minori.

La corsa degli utili dell’industria del lusso dovrebbe quindi rallentare, se non nel terzo trimestre del 2023 in quelli successivi. Quello che rispetto al passato rimane uguale è che il mercato cinese resta straordinariamente importante, per chi lo capisce e lo sa affrontare.

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Venezia, Banca Generali Private apre nuova sede: crescono opportunità per il risparmio privato

Banca Generali Private espande la presenza in Veneto con l’inaugurazione della sede in Piazza San Marco 105 a Venezia: sempre maggiore vicinanza da parte dell’Istituto leader nel settore del risparmio privato.

Banca Generali risparmio privato

Risparmio privato: Banca Generali da 150 anni in Veneto

“In un momento in cui le banche tirano il freno sul territorio noi scegliamo di aumentare la presenza e la vicinanza per rispondere al meglio ai crescenti bisogni di consulenza e protezione patrimoniale”. Nelle parole di Marco Bernardi, Vice Direttore Generale di Banca Generali, emerge la prospettiva con cui l’Istituto leader nel settore del risparmio privato ha deciso di estendere la propria presenza sul territorio veneto. Una scelta che vede nella consulenza e nella protezione patrimoniale due cardini con cui affiancare le famiglie a tutela delle sfide attuali in materia finanziaria e patrimoniale. “La nuova sede nella splendida cornice di Piazza San Marco rappresenta un nuovo spazio essenziale per accogliere i nostri wealth manager e private banker dell’area”, ha aggiunto il Vice Direttore Generale di Banca Generali, sottolineando la storica presenza dell’Istituto in Veneto, “un territorio dove la presenza del Gruppo Generali è viva da oltre 150 anni”.

Banca Generali a Venezia: consulenza finanziaria per il risparmio privato

Caratterizzata da un’offerta che include prodotti bancari, soluzioni d’investimento, advisory, wealth management e innovazione digitale, Banca Generali Private ha da sempre l’obiettivo di tutelare il patrimonio delle famiglie operando con consulenti di grande valore ed esperienza. Un’unicità che la contraddistingue e che negli anni le ha consentito di raggiungere una posizione di leadership nel mercato del risparmio privato. L’apertura a Venezia prosegue oggi lungo tale vision per rinsaldarla ulteriormente: ne ha parlato anche Marco Bernardi spiegando che “in un momento di grande incertezza per il risparmio zavorrato dalle pressioni inflattive, le tensioni geopolitiche e il rallentamento economico, crediamo sia fondamentale essere al fianco delle famiglie e rispondere con maggior efficacia ai bisogni della nostra clientela”. Impegno che viene riconosciuto anche dai numeri raggiunti in Veneto, dove l’Istituto è attivo da oltre 150 anni e conta oggi 16 sedi: negli ultimi due anni la raccolta dalle famiglie locali ha segnato un +20%, con un valore di masse in gestione che supera i 13 miliardi di euro. Forte bisogno di consulenza, dunque, a cui Banca Generali risponde con l’apertura di nuove sedi: in quella di Venezia saranno presenti in particolare tre consulenti finanziari per il Wealth Management e undici per il Private Banking.

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Aeronautica, Gianni Lettieri: sfide e opportunità

Guidata dal Presidente Gianni Lettieri, la napoletana Atitech aspira a far decollare aerei di linea dall’Italia, aprendo nuove prospettive per l’industria aerospaziale nazionale.

Gianni Lettieri

Atitech, la visione di Gianni Lettieri

In qualità di Presidente, Gianni Lettieri ha sottolineato, in una recente intervista, la visione di Atitech nel campo dell’aerospazio. La trasformazione di aerei da passeggeri a cargo emerge come un’ambiziosa sfida che l’azienda intende affrontare, considerandola come un investimento nel futuro a lungo termine. Il Presidente ha sottolineato che questa iniziativa, sebbene costosa, rappresenta un passo cruciale verso l’evoluzione dell’azienda. Ha inoltre espresso la sua convinzione che questo tipo di progetto sia destinato a svolgersi nel corso dei prossimi vent’anni, portando benefici sia all’azienda stessa sia al territorio circostante. Oltre alla sua attenzione per il trasporto aereo cargo, Gianni Lettieri ha anche affrontato il tema della sfida dell’aerospazio italiano nel suo complesso. “Per me è una cosa insopportabile il fatto che noi abbiamo un distretto così importante, ma non c’è un aereo di linea che decolla dal nostro territorio”, ha precisato. “Non siamo riusciti a fare quello che i francesi hanno fatto con Toulouse. Il mio auspicio è che si dia attenzione a questo settore importante perché abbiamo un distretto importante, e che si faccia in modo che in futuro possa decollare un aereo dal nostro territorio”.

Gianni Lettieri: le sfide e i progetti di Atitech

Atitech rappresenta una MRO indipendente di spicco nel panorama dell’industria aerospaziale, con sede a Napoli. L’azienda, sotto la guida di Gianni Lettieri, ha costruito una solida reputazione nel fornire servizi di manutenzione per una vasta gamma di aeromobili di interesse globale. Ciò che distingue Atitech è la sua capacità di adattarsi ai mutamenti del settore e di abbracciare nuove opportunità. Nel 2021, l’azienda ha intrapreso un ambizioso percorso di espansione, stringendo una partnership con la rinomata Israel Aerospace Industries’ (IAI) Aviation Group, un leader mondiale nel campo aerospaziale. Questa collaborazione mira a trasformare aerei Boeing 737-700/800 da passeggeri a cargo, un progetto di notevole complessità e rilevanza strategica. Atitech, vantando le maestranze e le attrezzature specializzate necessarie per questa conversione, si posiziona come una realtà unica in Europa e tra le pochissime al mondo in grado di gestire tale operazione. Questo passo avanti è testimonianza dell’impegno del Gruppo nell’affrontare sfide ambiziose e nell’incidere sul futuro dell’industria aerospaziale.

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Multe: a Cagliari ed Oristano i conducenti più multati della Sardegna

Cagliaritani e oristanesi sono i guidatori più multati della Sardegna; il dato emerge dall’analisi congiunta Facile.itAssicurazione.it realizzata esaminando i rendiconti dei proventi delle violazioni del Codice della Strada pubblicati dalle città capoluogo di provincia sarde*.

Cagliari, con quasi 4,4 milioni di euro, è risultato essere il comune sardo che, nel 2022, ha incassato i maggiori proventi derivanti da sanzioni legate all’accertamento delle violazioni al Codice della Strada. Seguono nella graduatoria regionale Sassari (1 milione) ed Oristano (852mila euro). Chiudono la classifica Nuoro, con quasi 301mila euro, e Carbonia (poco meno di 120mila).

Nel 2022 l’importo complessivo raccolto nella regione ha superato i 6,7 milioni.

Rapportando le somme incassate con il numero di autovetture e motocicli iscritti nei registri della motorizzazione**, però, la classifica sarda cambia, anche se non per la prima posizione: al primo posto si posiziona Cagliari, dove – nel 2022 – la “spesa pro capite” per multe legate alle violazioni del Codice della Strada è stata di 37 euro.

Seguono nella graduatoria regionale i conducenti oristanesi, che in media nel 2022 hanno dovuto pagare contravvenzioni di importo pari a 34 euro, e – sebbene a grande distanza – quelli sassaresi (11 euro) e quelli nuoresi (10 euro). Chiude la classifica, ancora una volta, Carbonia, dove la “multa pro capite” è stata pari a soli 6 euro.

Limitando l’analisi ai soli proventi derivanti da violazioni ai limiti massimi di velocità, invece, emerge che tra le città capoluogo della Sardegna quella con i maggiori incassi è ancora una volta Cagliari (311mila euro nel 2022).

«Non tutti sanno che violare il Codice della Strada, oltre ad essere estremamente pericoloso, può avere un impatto negativo anche sul premio RC auto dell’assicurato», spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it «Alcune compagnie assicurative, nel valutare il profilo dell’automobilista, tengono conto non solo della classe di merito, ma anche del saldo punti della patente e del rispetto del codice della strada da parte dell’assicurato negli anni precedenti alla stipula della polizza. Ad esempio, aver subito una sospensione della patente oppure aver ricevuto multe per guida in stato di ebbrezza può essere visto come il segnale di un atteggiamento poco prudente al volante e questo potrebbe spingere la compagnia ad aumentare il prezzo dell’Rc auto».

 

 

* Per l’analisi Facile.it ha rielaborato i dati provenienti dal “Rendiconto proventi violazioni codice della strada art. 142 comma 14 quater dlgs 285/1992” pubblicati dal Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali. Tra i comuni capoluogo di provincia analizzati non sono presenti i dati relativi ai seguenti comuni: Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Avellino, Pesaro, Campobasso, Alessandria.

** Elaborazione Facile.it su dati ACI relativi alla consistenza del parco veicolare sulla base dei veicoli iscritti al Pubblico Registro Automobilistico al 31 dicembre 2022.

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Bergamo sceglie ‘Ciao’: l’iniziativa multimediale ideata da Susan Carol Holland per anziani e disabili

Susan Carol Holland: “La nostra Fondazione lavora per sostenere tutti coloro che rischiano di rimanere indietro, con attenzione particolare agli anziani nelle loro comunità, e promuove la partecipazione attiva delle persone alla vita sociale, culturale e professionale”

Susan Carol Holland, Amplifon include gli anziani attraverso la tecnologia: il progetto ‘Ciao’

La città di Bergamo apre le porte all’innovazione per gli anziani: il progetto ‘Ciao’, realizzato dalla Fondazione Amplifon sotto la guida della Presidente Susan Carol Holland, prevede di promuovere uno stile di vita attivo – fisicamente e mentalmente – per i nostri nonni attraverso l’utilizzo di installazioni multimediali di alta qualità. Schermi a massima risoluzione e impianti sonori ad alta fedeltà proporranno contenuti stimolanti in grado di arricchire la vita degli anziani e aumentarne il coinvolgimento. Potranno inoltre valersi dei dispositivi per entrare in contatto con i propri cari. Il progetto, che collabora già con il Villaggio degli Sposi e la RST di Piario, nell’alta Valle Seriana, include per la prima volta anche i disabili. Il Sindaco Giorgio Gori ha elogiato il progetto della Fondazione guidata da Susan Carol Holland, affermando che risponde all’esigenza – sempre più urgente – di offrire welfare di qualità a una popolazione anziana in crescita. E l’iniziativa di Fondazione Amplifon ha il merito di farlo in modo estremamente innovativo.

Susan Carol Holland: “Contenuti a misura di anziano per il benessere fisico e mentale

Sugli schermi del progetto ‘Ciao’, gli anziani potranno godere di una serie di esperienze e contenuti progettati apposta per assicurare la massima comprensibilità e il godimento per la terza età. Tra le proposte le lezioni di yoga, strutturate in modo da poter essere svolte anche da persone in sedia a rotelle e da assicurare il benessere fisico e mentale anche delle persone con limitazioni fisiche. Già apprezzatissime, poi, le visite guidate virtuali in bellissime città d’arte e di storia, o fantastici paesaggi naturali: gli anziani possono così esplorare il mondo nella comodità delle strutture assistenziali. Anche in questo caso, il lavoro di adattamento per questa categoria d’età è stato meticoloso: la scelta delle musiche, ad esempio, richiama gli anni ’30, ’40 e ’50, permettendo agli ospiti di fare un viaggio nel tempo verso la propria giovinezza. Le parole sono ben scandite, facilitando la comprensione agli anziani con problemi di udito.  “Aggregando le migliori energie, idee e professionalità del mondo pubblico e privato, la Fondazione mira a riportare al centro il ruolo e il patrimonio di vita e conoscenza degli anziani, in un’ottica di condivisione intergenerazionale”, sottolinea la Presidente di Fondazione Amplifon Susan Carol Holland.

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Investimenti sostenibili ESG: Banca Generali promuove scelte di investimento etiche

Investimenti sostenibili ESG per generare profitti senza pregiudicare gli altri o avere impatti sull’ambiente: così Elena Leonardi, Responsabile Servizio Banking Group Sustainability, in un intervento pubblicato sul blog di Banca Generali.

 Banca Generali investimenti sostenibili ESG

Banca Generali: investimenti sostenibili ESG a tutela ambientale, sociale e di governance solida

Banca Generali si impegna a sviluppare strategie di lungo periodo con un’attenzione particolare alla sostenibilità in tutte le sue sfaccettature. Il focus è favorire investimenti sostenibili ESG per promuovere principi e valori di rispetto dell’ambiente, delle comunità e di una solida governance aziendale. “Un investimento sostenibile consiste nell’impiego di una somma di denaro allo scopo di ottenere un profitto per se stessi senza pregiudicare gli altri o l’ambiente, ma al contrario producendo un valore aggiunto anche per la società e l’economia”, sottolinea Elena Leonardi, Responsabile Servizio Banking Group Sustainability di Banca Generali, in un recente intervento. Su cosa è basata tale strategia? “In termini concreti, dato che l’investimento finanziario viene destinato di solito all’acquisto di partecipazioni del capitale proprio o del debito di una società emittente, è necessario che la stessa adotti politiche e regole volte al rispetto dell’ambiente, della comunità e di una solida governance aziendale, cioè che consideri attentamente i cosiddetti fattori E (Environment), S (Social) e G (Governance)”. Un paradigma apparentemente semplice che, come evidenza Elena Leonardi, “negli ultimi anni ha attivato le principali istituzioni internazionali”. Sul piano regolamentativo, il percorso è iniziato in Europa nel 2018 con la pubblicazione del Piano d’Azione della Commissione Europea, proseguendo con il Green Deal e con la successiva emanazione del Regolamento Disclosure n. 2088 (2019) e del Regolamento Tassonomia n. 852 (2020).

Investimenti sostenibili ESG: l’approccio di Banca Generali e gli obiettivi futuri

In aggiunta alle introduzioni regolamentative, in Europa è avvenuta anche “l’entrata in vigore lo scorso anno della MIFID-ESG, che valuta la coerenza dei prodotti in cui il cliente investe anche rispetto alle preferenze di sostenibilità”: per tutta l’industria della finanza e anche per Banca Generali “una opportunità per rafforzare la relazione con la propria clientela”, osserva Elena Leonardi nell’intervento. Su tali principi è basato anche l’impegno dell’Istituto per promuovere gli investimenti sostenibili ESG nelle scelte di investimento: una vision portatrice di sviluppo sostenibile e azioni responsabili. La transizione verso forme di investimento legate alla sostenibilità, inoltre, passa attraverso progetti di sensibilizzazione degli individui: a tal proposito, si pensi all’iniziativa “BG4SDG’s – Time To Change” realizzata da Banca Generali insieme al fotografo internazionale Stefano Guindani. Ma per l’Istituto leader negli investimenti sostenibili ESG la transizione vuol dire anche fissare obiettivi ambiziosi in primis nel proprio operato: tra i target principali, la riduzione dell’impronta di carbonio del 25% (rispetto al 2019) in relazione agli investimenti diretti gestiti da Banca Generali, la graduale eliminazione al 2030 di tutti gli investimenti in aziende collegate ai combustibili fossili, l’obiettivo delle zero emissioni nette al 2040.

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Paolo Gallo: formazione, percorso professionale e ruoli accademici dell’AD di Italgas

Paolo Gallo è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Italgas, società leader nel settore della distribuzione del gas.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: la formazione e le prime esperienze professionali

Classe 1961, Paolo Gallo si laurea in Ingegneria Aeronautica presso il Politecnico di Torino e consegue un MBA presso l’Università degli Studi di Torino. Avvia la sua carriera nel 1988 all’interno della Fiat Avio S.p.A., nella quale opera per i successivi 13 anni. Sviluppando nuovi progetti in Italia, India e Brasile per conto della Fiat, nel 1997 si specializza in ambito energetico e contribuisce alla nascita di Fiat Energia, società in cui si concentrano tutte le attività di generazione di energia elettrica del Gruppo Fiat. Nel 2002 passa al Gruppo Edison in qualità di Direttore Strategie e Innovazione. Un anno dopo viene nominato Direttore Generale e Amministratore Delegato di Edipower, ruolo che ricopre fino al 2011. Successivamente, passa alla guida di Acea S.p.A., dapprima come Direttore Generale e in seguito in qualità di Amministratore Delegato. Nel 2014 viene assunto per ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato di Grandi Stazioni, di cui ne coordina la privatizzazione.

Paolo Gallo: il presente professionale e gli altri incarichi di rilievo

Nel 2016 Paolo Gallo entra ufficialmente a far parte di Italgas come Amministratore Delegato e Direttore Generale per guidare quella che è considerata una realtà leader nel settore della distribuzione del gas naturale. Nominato nel 2020 e riconfermato nel 2021, viene designato come Presidente di Gas Distributors for Sustainability (GD4S), l’organismo che riunisce tutti i maggiori operatori del settore della distribuzione del gas in Europa. Numerosi, inoltre, gli incarichi ricoperti da Paolo Gallo in ambito accademico. Tra il 1992 e il 1993 è Direttore del Corso MBA presso la Scuola di Amministrazione Aziendale dell’Università di Torino e fino al 2002 è stato titolare del corso “Valutazioni economico-finanziarie di Investimenti Industriali”. Oltre a lavorare come co-autore per alcune pubblicazioni di settore, dal 2018 opera presso la Luiss Business School, tenendo corsi di Re-engineering Operational Processes (Master Digital Ecosystem) e di Energy Management (Master Energy Industry).

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Renault Group, Alpine e Formula 1: Luca de Meo intervistato da “Automoto”

Rilancio del brand Alpine, creazione di una community, prospettive al futuro: questi alcuni dei temi su cui si è soffermato Luca de Meo, CEO di Renault Group protagonista di un’intervista con il magazine “Automoto”.

Luca de Meo

Alpine, Luca de Meo: “L’intento è creare una community, aggregando i tifosi”

Il “Viva Festival” tenutosi dal 2 al 6 agosto in Valle d’Itria ha fornito occasione per dialogare con il Chief Executive Officer di Renault Group Luca de Meo, che ha incontrato in maniera informale i giornalisti presenti all’evento dedicato al futuro e all’innovazione. Frangente in cui il CEO ha parlato di alcuni cambiamenti in atto in Alpine e di prospettive future per il Gruppo, oltre a soffermarsi su alcuni progetti per equipaggiare le Renault elettriche di un suono caratteristico. “In Italia c’è la Ferrari che trascina i tifosi e crea aggregazione, in Francia Renault corre da 46 anni, ma non c’è quell’attaccamento che abbiamo noi in Italia”, così il CEO Luca de Meo nell’intervista: “Abbiamo due piloti francesi, corriamo con un marchio francese e l’intento è proprio quello di creare una community, aggregando i tifosi, un po’ come era accaduto quando abbiamo lanciato la Fiat 500 (a quel tempo lavorava lì, ndr) e abbiamo creato una sorta di movimento in cui riconoscersi tutti”.

Luca de Meo: Formula 1 e Le Mans, i progetti per Alpine

La rivoluzione generata in Alpine ha condotto a diverse trasformazioni: tra queste, l’uscita del team principal Otmar Szafauner, del CEO Laurent Rossi, del direttore tecnico Pat Fry e del direttore sportivo Alan Permane. “Non ci sono solo le corse, ma anche l’approccio umano”, sottolinea Luca de Meo. Lo sguardo è ora proiettato al futuro: “L’impegno in Formula 1 deve portarci ad essere competitivi, vincenti, attrattivi anche per i migliori piloti e creare seguito. L’impegno nello sport non è solo Formula 1, abbiamo cominciato i test con la A424 che correrà a Le Mans il prossimo anno, abbiamo una gamma di modelli Alpine sportivi, giovani, dinamici, una linea Esprit Alpine nelle vetture di serie, è un discorso molto ampio e complesso”. Nello specifico, sarà Bruno Famin a occuparsi della squadra: “Bruno è uno squadrato, preparato, conosce le competizioni. Tocca a lui creare le basi per una squadra vincente”, così Luca de Meo nell’intervista. Una riflessione, infine, sull’elettrico e sulla musica: “Le auto elettriche sono silenziose, serve un sound che le distingua. Con Jean Michel Jarre abbiamo visto dei punti in comune, è nata l’idea di una abbinata che dia un sound caratteristico alle Renault del futuro”.

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Giacomo Mareschi Danieli: il percorso professionale del CEO di Gruppo Danieli

Attuale CEO e Membro del Consiglio Esecutivo di Gruppo Danieli, Giacomo Mareschi Danieli opera all’interno della storica multinazionale italiana, leader nella produzione di impianti siderurgici, dall’inizio della sua carriera.

Giacomo Mareschi Danieli

Giacomo Mareschi Danieli: l’esordio nel Gruppo e la “svolta” internazionale

Laureato in Ingegneria Elettrica presso il Politecnico di Milano nel 2005, Giacomo Mareschi Danieli entra in ABS (Acciaierie Bertoli Safau), la divisione Steelmaking di Gruppo Danieli, appena un anno dopo aver terminato gli studi universitari. Qui approfondisce la propria conoscenza sul processo produttivo dell’acciaio. Quando più tardi gli viene data l’opportunità di dare alla sua carriera un carattere più “internazionale” non se la lascia sfuggire e inizia così ad operare presso i cantieri di costruzione di Danieli in giro per il mondo. Si stabilisce ad Abu Dhabi per ben tre anni, dopodiché si trasferisce in Ucraina, dove diviene dapprima Project Coordinator e poi Manager Responsabile per la costruzione dell’impianto Interpipe Steel. In Thailandia, Giacomo Mareschi Danieli opera invece come Responsabile macro-pianificazione della Danieli Far East Ltd e tre anni più tardi assume il ruolo di Chief Executive Officer.

Giacomo Mareschi Danieli: il rientro in Italia e la nomina a CEO

È il 2009 quando Giacomo Mareschi Danieli entra ufficialmente a far parte del Consiglio di Amministrazione di Gruppo Danieli. Una volta rientrato in Italia, si occupa di dirigere la divisione Plant Engineering, compito che porta avanti con successo, riuscendo a consolidare le attività commerciali per i progetti multi-linea e a gestire le linee di prodotto di divisioni come la Danieli Centro Cranes, la Danieli Hydraulics, la Danieli Environment System e la Danieli Centro Metallics. Nel 2017 Giacomo Mareschi Danieli viene nominato CEO e Membro del Consiglio Esecutivo di Gruppo Danieli.

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Copma, l’assemblea generale dei soci approva il bilancio 2022: “Biennio migliore della storia della cooperativa”

Copma ha eletto il nuovo Consiglio d’Amministrazione e confermato nuovamente Silvia Grandi come Presidente e Paolo Villani Vice Presidente: il bilancio del 2021-2022, approvato nel corso della riunione, è tra i più floridi della storia aziendale.

2021-2022: il biennio dei record per Copma. Crescita in tutti i settori

L’assemblea generale dei soci della cooperativa Copma ha approvato il bilancio 2022, che conferma un anno di maggiore crescita nel corso della sua intera storia, a partire dalla fondazione nel 1971.

Nel 2022, il bilancio ha registrato un fatturato di 45.813.866 euro, confermando i risultati positivi degli anni precedenti. Nello stesso anno, Copma ha registrato una crescita del +4,08%, corrispondente a un incremento di 1.794.662 euro. Risultato ancora più significativo alla luce della crescita dell’anno 2021, calcolata intorno al +13,2%.

La crescita ha riguardato entrambi i dipartimenti della cooperativa ferrarese: la divisione pulizie (specializzata in igienizzazione e sanificazione di ambienti) e la divisione verde (specializzata nella cura di giardini, aiuole e parchi urbani). I dati dimostrano dunque in maniera inequivocabile la posizione di leadership che Copma ha ormai ottenuto nel settore.

Copma conferma Silvia Grandi alla guida del nuovo Consiglio d’Amministrazione

In seguito all’approvazione del bilancio, l’assemblea dei soci di Copma, riunitasi a Ferrara Fiere, ha provveduto ad eleggere un nuovo Consiglio d’Amministrazione. Silvia Grandi, già Presidente negli scorsi mandati consigliari, è stata riconfermata nel suo ruolo, affiancata da Paolo Villani nel ruolo di Vicepresidente.

Nel suo intervento, Silvia Grandi ha messo in luce come la crescita di Copma sia avvenuta nonostante numerose congiunture economiche sfavorevoli, quali l’aumento del costo del carburante, l’inflazione e il caro prezzo, mostrando la notevole resilienza dell’azienda e la sua capacità di crescere sotto qualsiasi pressione.

Tra gli altri membri del nuovo Consiglio d’Amministrazione figurano: Viviana Baldoni, Alessio Bonazzi, Mirna Bonzagni, Silvana Bugin, Elena Celestino, Christian Fogli, Rosella Gherardi, Natascia Mistroni, Cristina Parmeggiani, Michela Poser ed Elisabetta Tosi.

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Gianni Lettieri: dall’esordio nel settore tessile alla guida di Meridie S.p.A. e Atitech S.p.A.

Originario di Napoli, Gianni Lettieri guida in qualità di Presidente Meridie S.p.A., prima investment company del Sud Italia quotata in Borsa, e Atitech, MRO leader nel mercato EMEA. Il percorso professionale dell’imprenditore e dirigente d’azienda.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: l’esordio e il successo nel settore tessile

Nato a Napoli nel 1956, Gianni Lettieri è una figura poliedrica che ha segnato il mondo imprenditoriale italiano. Le sue radici nel Sud Italia e la sua determinazione lo hanno guidato attraverso una carriera di successo. Fin dai primi anni dimostra un’attitudine all’imprenditoria: dopo l’esordio professionale nel 1975, frequentando allo stesso tempo la facoltà di Economia Aziendale, acquisisce competenze nel settore commerciale. La sua prima esperienza lavorativa lo porta all’interno di un’azienda di La Spezia. La svolta arriva invece nel 1979, anno in cui insieme a un industriale lombardo inaugura un nuovo stabilimento produttivo specializzato nella lavorazione di tessuti, tintura e finissaggio. Questa mossa strategica porta Gianni Lettieri a proseguire la sua carriera nel settore tessile e dell’abbigliamento. Nel 1989, il suo intuito imprenditoriale lo spinge a fondare la prima società europea dedicata alla produzione di tessuto denim-ring, un prodotto che conquista anche il mercato statunitense e indiano. La sua joint venture con il gruppo indiano Raymond è il preludio alla nascita della Raymond Calitri India, la prima azienda di produzione di tessuto denim in India.

Gianni Lettieri tra imprenditoria e impegno sociale

Gianni Lettieri non solo si distingue come imprenditore di successo, ma dimostra anche un’innata capacità di adattarsi a nuove sfide, dimostrando versatilità e spirito di innovazione. Nel 2006 fonda la CO.S.ER. S.r.l., una compagnia dedicata allo sviluppo di energia rinnovabile, sottolineando il suo impegno verso la sostenibilità ambientale e le nuove opportunità economiche. Successivamente, il suo impegno nel settore finanziario lo porta a fondare Meridie S.p.A. e a guidarla verso una quotazione di successo in Borsa Italiana. Tale risultato è la testimonianza della sua capacità di guidare aziende di successo e di avere un impatto sullo sviluppo economico locale. Il suo contributo non si è limitato all’ambito imprenditoriale: Gianni Lettieri ha dimostrato un forte senso di responsabilità sociale e un legame profondo con la sua comunità. Durante momenti critici, come la pandemia, ha messo a disposizione uno degli hangar di Atitech per realizzare il centro vaccinale più grande del Mezzogiorno. Il suo è un percorso di successo arricchito da importanti premi e riconoscimenti: Premio Cuore d’Oro (2010-2011), il Premio Masaniello (2009) e il Premio Guido Dorso XXIX Edizione (2008). Nel 2011 è stato insignito della laurea honoris causa in Giurisprudenza, specializzazione “amministrazione e legislazione di impresa” dall’Università degli studi di Napoli Parthenope.

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Crescita e tassi, la BCE è attesa da una partita difficile (e pericolosa)

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  • 9 Settembre 2023

Tra Europa e Stati Uniti non c’è dubbio che il blocco economico messo peggio sia il vecchio continente. In Europa la crescita è debole mentre negli USA marcia resiliente, e intanto da noi l’inflazione sta scendendo con maggiore fatica e un ritmo più lento. Per questo la situazione in cui si trova la BCE è delicata.

BCE tra due fuochi: inflazione e crescita

crescita eurozonaA metà settembre le due più grandi banche centrali (FED e BCE) si riuniranno in meeting per decidere cosa fare dei tassi di interesse. L’istituto americano sembra indirizzato verso una conferma del livello attuale, mentre quello europeo vive un compito più difficile. Perché la crescita economica verrebbe ulteriormente messa sotto pressione, e il rischio recessione fa molta paura.

All’attesa di un ‘soft landing‘ negli Usa si contrappone sempre di più il timore di un ‘hard landing‘ in Europa. Per questo bisognerà agire con estrema cautela da qui in poi. L’istituto di Washington sembra essere riuscito a ottenere la discesa dell’inflazione (su base annua è al 3,2%) senza portare l’economia in recessione. La Bce deve invece ancora uscire dal tunnel (l’inflazione è al 6,1% su base annua, quasi il doppio di quella americana, dati Pocket Option Italia).

Incertezza sul prossimo meeting

Sul piatto della bilancia europea comincia però a pesare di più il quadro di una crescita sofferente, rispetto alla necessità di abbassare l’inflazione. Ma siccome la priorità istituzionale della BCE riguarda i prezzi, non la tenuta dell’economia, la partita rimane molto aperta.
Tuttavia a Francoforte sanno benissimo che gli oneri finanziari sono a un livello prossimo alla insostenibilità, e in questo momento i finanziamenti per le imprese (anche le migliori) sono costosissimi. Il relative volatility index RVI è cresciuto tantissimo nell’ultimo anno, mettendo sotto pressione la stabilità finanziaria delle imprese. Alzare ancora i tassi potrebbe dare il colpo di grazia all’economia, innescando la recessione.

Se la BCE guardasse al fatto che l’inflazione sta calando, potrebbe decidere di fermarsi un attimo e stare a guardare i dati del prossimo mese. Se invece dovesse focalizzarsi sul ritmo con cui sta scendendo (molto più lento del previsto) allora i falchi potrebbero prevalere nella decisione finale.

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10 Modi per Investire il Tuo Denaro

Quando si parla di modi per investire denaro è fondamentale sapere che tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio.
Non esiste un investimento che sia garantito perciò prima di iniziare ad investire è importante informarsi e comprendere il livello di rischio che sei disposto a correre.
Di seguito un elenco di 10 modi per investire il denaro
Materie prime
Le materie prime sono beni fisici, come oro, argento, petrolio e grano e molti altri che sono utilizzati nella nostra società per soddisfare le esigenze delle persone. Le materie prime possono essere un investimento volatile, ma possono offrire un’opportunità di diversificare il tuo portafoglio.
Oro
Tra le materie prime su cui investire una riflessione a parte la merita l’oro in quanto ha un ruolo di particolare importanza essendo considerato il bene rifugio per eccellenza. Il prezioso metallo giallo è una sorta di alternativa alle valute essendo facilmente monetizzabile in ogni sua forma presso attività come i banchi metalli e le attività come questo compro oro Firenze.
Azioni
Le azioni sono una parte del capitale azionario di una società. Quando acquisti azioni di una società, stai acquistando una piccola parte della proprietà di quella società. Se la società va bene, il valore delle tue azioni aumenterà. Se la società va male, il valore delle tue azioni diminuirà.
Obbligazioni
Le obbligazioni sono prestiti che fai a una società o a un governo. La società o il governo ti promette di rimborsare il prestito con interessi in un periodo di tempo specifico. Le obbligazioni sono generalmente considerate un investimento meno rischioso delle azioni, ma offrono anche rendimenti inferiori.
Fondi comuni
I fondi comuni sono un modo per investire in un gruppo di attività diverse, come azioni, obbligazioni o materie prime. I fondi comuni sono gestiti da un professionista che investe i soldi dei fondi in vari titoli. I fondi comuni possono essere un’opzione più diversificata e conveniente per investire rispetto all’acquisto di singole azioni o obbligazioni.
Proprietà Immobiliari
Le proprietà immobiliari possono essere un investimento redditizio, ma possono anche essere rischiosi. Quando acquisti una casa, stai acquistando un bene che potrebbe aumentare di valore nel tempo. Tuttavia, potresti anche dover affrontare costi di manutenzione e riparazione, e potresti non essere in grado di vendere la casa per il prezzo che hai pagato.
Valute
La negoziazione di valute è un modo per trarre profitto dalle variazioni del valore delle valute. Quando scambi valute, stai acquistando una valuta e vendendone un’altra. Il tasso di cambio tra due valute può variare in base a una serie di fattori, come le condizioni economiche, i tassi di interesse e le aspettative di inflazione.
Fondi speculativi
I fondi speculativi sono un tipo di fondo comune che investe in attività rischiose, come azioni o valute. I fondi speculativi possono offrire rendimenti elevati, ma possono anche comportare un rischio elevato di perdita.
Investimenti alternativi
Gli investimenti alternativi sono un tipo di investimento che non rientra nelle categorie tradizionali, come azioni, obbligazioni o immobili. Gli investimenti alternativi possono includere cose come arte, vino, diamanti e fondi di private equity. Gli investimenti alternativi possono essere un modo per diversificare il tuo portafoglio, ma possono anche essere più rischiosi degli investimenti tradizionali.
Investimenti sostenibili
Gli investimenti sostenibili sono un tipo di investimento che tiene conto di fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) quando si sceglie dove investire. Gli investimenti sostenibili possono essere un modo per investire nel futuro, ma possono anche essere più costosi degli investimenti tradizionali.
Investimenti diretti
Gli investimenti diretti sono un modo per investire in un’attività specifica, come un’azienda, una proprietà immobiliare o un’attività commerciale. Gli investimenti diretti possono essere un modo per assumere il controllo del tuo investimento, ma possono anche comportare un rischio elevato di perdita.

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Collezionismo: Torna il 23 e 24 settembre 2023 il Memorial Correale

Weekend di sabato 23 e domenica 24 settembre 2023 da non perdere a Castellammare di Stabia, rinomata città della provincia di Napoli.

Torna il Memorial Correale, organizzato dai soci dell’Associazione Circolo “Tempo Libero”, iscritta alla FSFI – Federazione fra le Società Filateliche Italiane, che hanno sempre creduto e sostenuto la validità dell’iniziativa dal 1994.

Quest’anno lo spazio espositivo utilizzato sarà per la seconda volta quello all’interno dell’ex Tendostruttura comunale, ampia sala, situata al centro della città, in viale Puglia n° 4, a pochi passi dalle due uscite della Circumvesuviana Napoli-Sorrento.

Giunta alla 59° edizione, sia gli appassionati di collezionismo che semplici curiosi, potranno usufruire della professionalità di esperti operatori del settore provenienti da ogni zona d’Italia, di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartoline, bibliofilia, gettoni, schede telefoniche e oggettistica varia.

Per ampliare il palcoscenico e garantire una maggiore partecipazione, in esposizione delle vere chicche, i dischi in vinile, con una selezione di grandi album sia di musica italiana che estera, unici nel loro genere, rari e preziosi.

Inoltre per la gioia femminile un vasto assortimento di bijoux vintage, accessori anni ’50, ’60, ’70, abbigliamento e oggetti di cucito creativo e per i piu’ piccoli, i giocattoli d’epoca, per far rivivere insieme ai nonni delle emozioni indescrivibili.

Un lungo viaggio fra storia e memoria, un vortice di condivisione e partecipazione tra particolari collezioni , quasi sconosciute, ormai in disuso:

Monete antiche e moderne, francobolli, banconote italiane ed estere, decorazioni militari, cartoline, dischi in vinile, medaglie, bijoux e abbigliamento vintage, storia postale, giocattoli, gettoni, tokens, stampe, orologi, folder, bollettini illustrativi, interi postali, album, immagini sacre, carte telefoniche, quotidiani, locandine, libri, cataloghi, fumetti, figurine, calendari militari, penne da scrittura, pins, spille, oggettistica varia, accessori e raccoglitori.

Gli orari di apertura e chiusura sono sabato 23 settembre, dalle ore 9 alle 18, mentre domenica 24 settembre, dalle ore 9 alle 12, l’ingresso è libero e gratuito, a disposizione area ristoro con specialità locali, adiacente alla Tendostruttura per i visitatori vari parcheggi privati custoditi e videosorvegliati.

Sarà possibile acquistare, vendere materiale da collezionismo, far valutare francobolli o periziare monete e banconote.

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Ares Ambiente e il riciclo dei rifiuti organici: un passo verso l’economia circolare

Il progetto di Ares Ambiente si inserisce perfettamente nell’ambito dell’economia circolare, un modello di gestione delle risorse che mira a minimizzare gli sprechi e massimizzare il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali.

Ares Ambiente, azienda specializzata nella raccolta e smaltimento dei rifiuti

Ares Ambiente: un nuovo impianto di compostaggio per dare impulso all’economia circolare

L’obiettivo principale di Ares Ambiente è ridurre l’uso delle risorse e promuovere il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, contribuendo così a un approccio sostenibile alla gestione dei rifiuti. Il fulcro di questo progetto è il nuovo impianto di compostaggio, che rappresenta un esempio tangibile di economia circolare in azione. L’impianto prende rifiuti organici come scarti alimentari, sfalci di giardino e potature, e li trasforma attraverso un processo di decomposizione controllata in compost, un ammendante naturale ricco di nutrienti per il suolo. L’aspetto circolare dell’impianto di compostaggio è evidente nel suo ciclo di funzionamento: invece di destinare i rifiuti organici alla discarica o all’incenerimento, questi vengono trasformati in un prodotto utile, il compost, che trova applicazione nell’agricoltura, nell’orticoltura e nella gestione del verde urbano. Tale processo promuove l’efficienza delle risorse, poiché riduce la necessità di fertilizzanti chimici industriali e sfrutta le risorse locali disponibili. Inoltre, spiega Ares Ambiente, contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e l’impatto ambientale associato alla gestione dei rifiuti.

Ares Ambiente: le nuove direttive del pacchetto economia circolare

Il progetto portato avanti da Ares Ambiente dimostra in modo concreto come l’economia circolare possa essere implementata nel settore dei rifiuti, trasformando i rifiuti stessi in risorse preziose e creando un ciclo virtuoso di sostenibilità. Nel contesto delle normative e direttive dell’Unione Europea e dell’Italia relative all’economia circolare, il progetto di Ares Ambiente è allineato con gli obiettivi di riduzione degli sprechi, del riciclo e del recupero dei materiali. Le direttive del “pacchetto economia circolare” sottolineano l’importanza di raggiungere obiettivi specifici di riciclo e smaltimento dei rifiuti entro date specifiche. Le nuove direttive prevedono il riciclo entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani, limitando al contempo lo smaltimento in discarica. Il 65% degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. A partire dal 2025, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio. Il pacchetto UE limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035.

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Sabrina De Filippis: Gruppo FS amplia il trasporto su gomma e crea una nuova società in Germania

Gruppo FS sta dimostrando di poter conquistare spazi non solo in Italia, ma anche in Europa, in settori che vanno ben oltre il trasporto passeggeri. L’intervista a Sabrina De Filippis, da poco nominata Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics, la società capofila del Polo Logistica del Gruppo FS, rivela il coraggio e l’ambizione di un’azienda che sta compiendo passi significativi nell’ambito della logistica e del trasporto merci.

 Sabrina De Filippis (AD Mercitalia)

Sabrina De Filippis: Gruppo FS amplia il trasporto su gomma

L’acquisizione di un ramo d’azienda specializzato nel trasporto di merci su strada rappresenta una svolta simbolica e strategica per il Gruppo FS. Questa operazione è una grande novità, poiché per la prima volta nella sua storia, il Gruppo ha esteso il proprio raggio d’azione al settore del trasporto su gomma. Sabrina De Filippis ha spiegato che l’obiettivo è offrire ai clienti servizi di trasporto completi, coprendo tutte le fasi dal primo all’ultimo miglio e promuovendo un’intermodalità più efficiente tra treno e camion. “È la prima volta che acquisiamo in toto un operatore su strada specializzato nel trasporto merci, in coerenza con il piano industriale che prevede di aumentare la quota di autoproduzione dei servizi di trasporto su gomma fino al 60%”. La nuova attività presenta dimensioni operative interessanti, con una flotta di veicoli dotati di autisti, magazzinieri e coordinatori trasporti, il che sottolinea l’impegno del Gruppo nel garantire servizi di alta qualità. Tuttavia, la recente acquisizione in Germania vanta dimensioni maggiori. Attraverso la società tedesca Tx Logistik, il Gruppo FS, ha specificato Sabrina De Filippis, ha raggiunto nuove vette diventando il secondo operatore di trasporto merci in Germania. Questa mossa ambiziosa è in linea con il piano industriale dell’azienda, che mira a raddoppiare la quota di merci e a incrementare il fatturato estero (passando da 1,8 a 5 miliardi).

Sabrina De Filippis: la nuova acquisizione in Germania

La fusione tra Tx Logistik ed Exploris Deutschland Holding, ha ricordato Sabrina De Filippis, non rappresenta un progetto di crescita solo quantitativa. Ma apre nuovi orizzonti nell’Europa dei trasporti ferroviari, collegando efficientemente l’Est e l’Ovest del continente. L’integrazione tra le due realtà non solo potenzia la presenza del Gruppo nel settore, ma contribuisce anche allo sviluppo dell’import-export italiano, favorendo così il “made in Italy”. “Aggiungendo Exploris a Tx Logistik ampliamo la nostra presenza in Europa offrendo al mercato e alle aziende italiane servizi più capillari, flessibili e efficienti”, ha continuato l’AD. L’operazione in Germania ha anche un risvolto ambientale: “La quota delle merci trasportare su ferro in Europa è del 18% e in Italia dell’11%. Dato che il trasporto ferroviario comporta meno emissioni, l’obiettivo dell’Ue è raddoppiarne la quota entro il 2030, per arrivare al 50% nel 2050”. Sabrina De Filippis ha infine illustrato gli investimenti del Gruppo FS: “Il piano industriale prevede un investimento di 3 miliardi, l’80% dei quali dedicati al rinnovo della flotta, 300 milioni al potenziamento di terminal esistenti e alla creazione di nuovi, e 200 milioni alla digitalizzazione”.

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