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La pediatra Susanna Esposito: “Il Covid ancora un problema nelle scuole, importante fare i tamponi se sintomi”

Nonostante il calo della letalità, il Covid continua ad essere l’infezione del momento: la professoressa Susanna Esposito spiega come proteggersi sui banchi di scuola.

Susanna Esposito

Susanna Esposito: “Fare tamponi frequenti e non presentarsi se si hanno sintomi anche lievi

Il ritorno sui banchi porta a tante novità eccitanti per i bambini, ma significa anche il propagarsi di malattie e infezioni da cui bisogna assolutamente proteggersi. In un’intervista rilasciata a “Fanpage”, la professoressa Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria presso l’Università di Parma e Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid), ha dato preziosi consigli ai genitori per aiutarli a difendere la salute dei propri bimbi.

Innanzitutto, l’esperta infettivologa ha messo in guardia rispetto alla minaccia del Covid: benché siamo fortunatamente lontani dai picchi pandemici degli scorsi anni, il Coronavirus continua a circolare.
Tra le infezioni più comuni, al momento c’è il Covid, nel senso che attualmente il numero dei casi sta aumentando in tutte le fasce d’età, anche in quella pediatrica.” Susanna Esposito ribadisce l’importanza di fare tamponi in presenza di sintomi, lavarsi le mani, portarsi sempre dietro la mascherina e avere del gel igienizzante. È fondamentale, inoltre, non andare a scuola in caso di sintomi anche lievi, perché l’ambiente chiuso rende il contagio quasi inevitabile. “Si deve sottolineare che bisogna raccomandare responsabilità da parte di tutti, ragazzi e genitori, per prevenire un’ulteriore circolazione virale”.

Vaccini, quando e perché? L’analisi di Susanna Esposito

Una questione particolarmente importante è quella della vaccinazione: sia contro il Covid che contro l’influenza. Mentre quest’ultima è raccomandata tra i 6 mesi e i 6 anni (ed è in generale utile per tutti) anche in assenza di malattie croniche a rischio di complicanze in corso di influenza, quella contro il Covid serve specialmente ai bambini più fragili, anche se potrebbero beneficiarne altri piccoli con uno stato di salute particolare. Secondo Susanna Esposito, è fondamentale in ogni caso rivolgersi a un pediatra, in grado di valutare i singoli casi. Secondo la pediatra, è fondamentale avere cura dei piccoli sull’aspetto Covid in quanto l’isolamento ha conseguenze psicologicamente pesanti per loro: “Noi diciamo di fare attenzione alle mascherine e al lavaggio delle mani proprio perché l’impatto del Covid sui bambini e sulla loro salute mentale è stato drammatico, per cui l’isolamento a cui l’infezione può indurre è un elemento che dobbiamo a tutti i costi scongiurare”. Infine, Susanna Esposito mette anche in guardia dai pidocchi e dalle gastroenteriti. Secondo l’infettivologa, contro i pidocchi bisogna fare controlli immediati nel caso il bambino sperimenti prurito intenso al cuoio capelluto. In caso di diarrea, invece, è fondamentale tenere il piccolo a casa perché questo genere di infezioni intestinali si diffonde con estrema rapidità.

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Verso un’urbanizzazione sostenibile, Davide D’Arcangelo: l’innovazione ha un ruolo centrale

Ospite del programma radiofonico “Io, Chiara e il green”, Davide D’Arcangelo si è soffermato su come sfruttare l’innovazione per ripensare i centri urbani e ridistribuire meglio la popolazione così da contrastare il cambiamento climatico.

Davide D'Arcangelo

Davide D’Arcangelo: trasformare i centri urbani con l’innovazione per combattere il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico si combatte anche attraverso un processo di urbanizzazione che possa essere più in sintonia con le funzioni residenziali e la sostenibilità ambientale. Attualmente, il 55% della popolazione mondiale è concentrata nei centri urbani, che occupano solo il 3% della superficie terrestre. In un’intervista andata in onda su “Io, Chiara e il green”, Davide D’Arcangelo propone di sfruttare l’innovazione come strumento per ridefinire le città e le abitudini delle persone, così da ripopolare i territori abbandonati e ridurre l’affollamento nei principali centri abitati. Pensando a come possa essere il futuro delle città, Davide D’Arcangelo ha ricordato Carlos Moreno, il quale “parlava delle città in 15 minuti, dove i servizi pubblici vengono ripensati in chiave digitale e la mobilità diventa anche non mobilità”. Quello che abbiamo davanti deve essere, insomma, “un futuro di sostenibilità” al quale si può arrivare solamente “capendo cosa serve accentrare nelle città e cosa può essere promosso al di fuori”. Trasformare i borghi in luoghi adatti alla terza età grazie ai servizi di telemedicina, potrebbe essere un esempio di come contribuire al decongestionamento dei centri urbani con l’innovazione.

Davide D’Arcangelo: gli esempi dal mondo, da Barcellona a New York

Nel mondo esistono già diversi casi di città che hanno avviato sperimentazioni nell’ambito dell’urbanizzazione con progetti consistenti nella realizzazione di spazi dedicati all’innovazione. Davide D’Arcangelo ne ha riportati alcuni. Sorge a Barcellona il “Distretto 22@”, un’area industriale degradata della città che è stata trasformata in un quartiere dedicato alla tecnologia e che è arrivato ad ospitare circa 7.000 aziende del settore, “con effetti positivi sia sulla riqualificazione che sull’occupazione”. Un altro esempio può essere quello della “Silicon Roundabout nella zona Est di Londra, conosciuta anche come Tech City, dove le imprese digitali hanno attratto talenti e rigenerato il quartiere”. A che punto si trova, invece, l’Italia? Mentre vengono avviati progetti paralleli pure in metropoli come New York e Amburgo, il nostro Paese sembra essere ancora indietro. “Con la nuova programmazione il PON Metro, finora limitato a finanziare la digitalizzazione delle 12 città metropolitane, sarà esteso anche alle città medie come i capoluoghi di provincia. Questo approccio alla digitalizzazione e al riutilizzo degli spazi nelle città potrebbe invertire il trend stimato dall’OCSE, come sta succedendo con il south working in alcune città americane”, ha evidenziato Davide D’Arcangelo, sottolineando i benefici che deriverebbero dall’estendere tale approccio a tutte “le principali città italiane”.

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Dal settore ceramico alla ristorazione: la carriera di Mario Putin

Dall’esordio in Spagna a soli 16 anni fino al ritorno in patria. I momenti chiave del percorso professionale di Mario Putin e il suo contributo al successo del Gruppo Serenissima Ristorazione.

Mario Putin, Presidente di Serenissima Ristorazione

I primi incarichi professionali di Mario Putin

Mario Putin è una figura di spicco nel settore della ristorazione commerciale e collettiva grazie alla sua leadership nel Gruppo Serenissima Ristorazione, una delle principali realtà del settore a livello nazionale. Il suo percorso professionale ha inizio a soli 16 anni, quando prende una decisione audace: lasciare l’Italia per trasferirsi in Spagna. In quegli anni trascorsi all’estero, intraprende una fruttuosa collaborazione con i fratelli Giovanni e Alberto, prendendo parte alla gestione dell’azienda Automatismo para ceramica, attiva nel settore ceramico. Nel 1969, fa ritorno in Italia e si unisce al fratello Franco nell’amministrazione dell’azienda Impianti Putin Installazioni Automatiche e Costruzioni (IPIAC), per la quale lavora fino al 1996. Durante questa lunga collaborazione con il fratello, Mario Putin concede in affitto uno dei suoi capannoni a una società di ristorazione emergente, Serenissima Ristorazione.

Mario Putin e il successo di Serenissima Ristorazione

Attraverso investimenti graduati nel corso degli anni, nel 1986 Mario Putin diventa azionista di maggioranza del Gruppo Serenissima Ristorazione e avvia un significativo processo di trasformazione del modello aziendale. Grazie alle abilità produttive e manageriali acquisite nel corso della sua carriera, decide di porre l’accento sulla ricerca della qualità e sull’eccellenza dei prodotti e dei servizi offerti, coniugando abilmente qualità elevata ed efficienza industriale. È il 1996 quando Mario Putin prende una decisione cruciale: lascia l’azienda di famiglia per dedicarsi completamente alla crescita e allo sviluppo di Serenissima Ristorazione. Il suo impegno e la sua visione portano la società a un ruolo di primo piano nell’ambito della ristorazione. Oggi, il Gruppo è leader del settore, in grado di soddisfare le esigenze del consumatore finale, delle grandi aziende e degli enti pubblici, offrendo servizi e prodotti di alta qualità.

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La nascita di Riva Acciaio: come è diventata leader di settore

Riva Acciaio fa parte del Gruppo Riva, destinato a diventare uno dei maggiori operatori siderurgici del continente europeo.

Riva Acciaio

Riva Acciaio, la fondazione e le prime tappe dell’espansione

La nascita del Gruppo Riva può essere collocata nel 1954, anno in cui l’imprenditore Emilio Riva, collaborando con il fratello Adriano, fonda Riva Acciaio, specializzata nella raccolta di rottami destinati ai produttori di acciaio. La società si trasforma progressivamente in produttore di acciaio per diversificare e oltrepassare i limiti del settore dei rottami. Viene dunque aperto uno stabilimento all’avanguardia a Caronno Pertusella nel 1956. Tale stabilimento è dotato di un forno elettrico ad arco con una capacità di 25 tonnellate per colata, superando di gran lunga le dimensioni dei forni in Italia all’epoca. Negli anni ’60, l’industria siderurgica italiana si trova ad affrontare una crescente concorrenza internazionale, ma Riva Acciaio è in grado di tenere il passo introducendo la colata continua curva a tre linee, un’innovazione tecnologica allora completamente sconosciuta in Italia ma utilizzata in Austria. Questa tecnica permette un rapido abbattimento dei costi e un notevole efficientamento della produzione, e svolge un ruolo chiave nel garantire l’affermazione nazionale del Gruppo Riva.

L’espansione di Riva Acciaio nel mercato europeo e globale

Per competere a livello internazionale, Riva Acciaio inizia una campagna di acquisizioni mirate sia in Italia che all’estero, diventando un gruppo siderurgico internazionale a tutti gli effetti. In Canada, viene acquisita la Associated Steel Industries (ASI), società specializzata nella macinazione delle carcasse degli autoveicoli per la produzione di rottame di alta qualità. In Europa, vengono acquisite la Siderúrgica Sevillana in Spagna (1971) e l’acciaieria di Iton Seine (1976). Nel 1980, il Gruppo produceva oltre 1,1 milioni di tonnellate d’acciaio, posizionandosi tra i principali operatori europei. Nel 1978, è il primo Gruppo a vendere acciaio direttamente alla Cina. Negli anni ’80 e ’90, Gruppo Riva continua a crescere in Europa. Acquisisce impianti in Belgio, Germania e Francia, aumentando significativamente la produzione d’acciaio e consolidando la sua presenza internazionale. Nel 1996, Gruppo Riva rileva lo stabilimento di Sellero e nel 2000 acquisisce il gruppo francese SAM, segnando in modo irrevocabile l’ascesa di Riva Acciaio a protagonista del settore siderurgico dei prodotti lunghi.

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Auto elettriche, Luca de Meo (Renault Group): “Rivoluzione onerosa, servono investimenti e tecnologia”

L’auto elettrica rischia di essere una rivoluzione per i più abbienti, necessario spingere sulle alternative green come gli E-fuel: è il messaggio lanciato da Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, in occasione del Viva! Festival di Locorotondo.

Luca de Meo, CEO di Renault Group

Luca de Meo: prospettive sulla mobilità e gli svantaggi dell’elettrico

L’industria automobilistica sta vivendo una rivoluzione epocale, con l’elettrificazione che ormai domina le conversazioni. Luca de Meo, CEO di Renault Group, propone un’analisi più ampia e sfidante. In occasione della conferenza stampa promossa a latere del Viva! Festival di Locorotondo, di cui il Gruppo è stato main sponsor, il manager ha spiegato che il futuro dell’auto non può limitarsi esclusivamente all’elettrico. Ad oggi, considerati i costi di produzione nettamente maggiori rispetto alle vetture termiche, l’auto elettrica rischia di diventare una “rivoluzione per ricchi”. Per Luca de Meo “la mobilità privata per come l’abbiamo conosciuta non esisterà più”. Tuttavia, sebbene da un lato “investimenti, componenti e tecnologia” ricadono sul prezzo delle vetture, ha sottolineato il manager, il vantaggio delle auto elettriche è rappresentato dal “costo di esercizio inferiore, circa un terzo rispetto ad una vettura termica”.

Luca de Meo: “Regole Ue troppo stringenti, serve più coraggio su E-fuel e idrogeno”

Durante la conferenza stampa, il CEO di Renault Group, da gennaio anche Presidente dell’ACEA, ha poi ricordato ai presenti la competizione sempre più aggressiva della Cina, avvantaggiata non solo dal minor costo della manodopera e dagli ingenti investimenti statali, ma soprattutto dal controllo delle materie prime necessarie a realizzare le auto elettriche e in particolare le batterie. L’impianto regolatorio europeo, con le sue regole più stringenti sulle emissioni, non permette all’industria del Vecchio Continente di stare al passo con i competitor e per questo Luca de Meo chiede all’UE una decisa svolta verso la cosiddetta neutralità tecnologica, lasciando maggiore libertà ai produttori di scegliere le tecnologie adatte a raggiungere i target di decarbonizzazione. L’idrogeno e soprattutto gli E-fuel, già disponibili, possono rappresentare delle valide alternative all’elettrico: “Le nostre vetture potrebbero essere alimentate tranquillamente con una percentuale del 30% di carburante sintetico – ha spiegato il CEO di Renault Group – ma da parte dei costruttori non c’è stato il coraggio di comunicare l’esistenza di alternative alle auto a batteria”.

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Andrea Mascetti, Finlombarda sostiene Lario Reti Holding contro gli sprechi d’acqua

Andrea Mascetti spiega perché l’investimento di Lario Reti Holding, supportato tra gli altri da Finlombarda, è un progetto lungimirante che fa bene al territorio, al Pianeta e ai cittadini.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti, Finlombarda scende in campo: investimenti sostenibili per il territorio

La siccità estiva ha mostrato quanto, persino in Italia, l’acqua sia una risorsa da non dare mai per scontata. Tuttavia, molto spesso, questa risorsa fondamentale viene sprecata. Le cause sono numerose: dall’utilizzo di tecnologie desuete, alla scarsa manutenzione degli impianti. L’investimento di Lario Reti Holding, gestore della rete idrica di Lecco, punta proprio a risolvere questo problema: con il supporto di Banco BPM, BPER Banca, Banca Popolare di Sondrio e infine Finlombarda, l’ambizioso progetto prevede di ridurre le perdite attraverso un sofisticato sistema di monitoraggio digitalizzato delle reti idriche. Un investimento, dunque, che unisce impatto ecologico positivo, modernizzazione tecnologica e tutela di un bene comune, aderendo dunque a più punti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Presidente di Finlombarda Andrea Mascetti ha evidenziato i benefici dell’investimento per il territorio lombardo.

Andrea Mascetti: “Lieti di intervenire per Lario Reti Holding, azienda impegnata nella digitalizzazione”

Un investimento, quello di Banco BPM, BPER Banca e Banca Popolare di Sondrio assieme a Finlombarda, che conta in totale ben 62 milioni di euro, da dividersi in varie tranche. Lario Reti Holding ha delineato il programma degli interventi in collaborazione con l’Ufficio d’Ambito di Lecco in modo da armonizzarlo con le specifiche esigenze del territorio. Il Presidente Lelio Cavallier ha ringraziato gli “intermediari finanziari di primo livello” che hanno reso possibile il progetto. Andrea Mascetti, Presidente di Finlombarda, ha a sua volta elogiato gli sforzi di Lario Reti Holding verso “transizione digitale, l’efficienza e il miglioramento della qualità della risorsa idrica a favore dei cittadini della provincia di Lecco”. Oltre ai 62 milioni garantiti dai sostenitori della maxi-operazione, Lario Reti Holding conta su 8 milioni garantiti dalla Regione Lombardia e si appresta a richiedere 1,5 milioni di fondi dal PNRR in via prioritaria.

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Bergamo sceglie ‘Ciao’: l’iniziativa multimediale ideata da Susan Carol Holland per anziani e disabili

Susan Carol Holland: “La nostra Fondazione lavora per sostenere tutti coloro che rischiano di rimanere indietro, con attenzione particolare agli anziani nelle loro comunità, e promuove la partecipazione attiva delle persone alla vita sociale, culturale e professionale”

Susan Carol Holland, Amplifon include gli anziani attraverso la tecnologia: il progetto ‘Ciao’

La città di Bergamo apre le porte all’innovazione per gli anziani: il progetto ‘Ciao’, realizzato dalla Fondazione Amplifon sotto la guida della Presidente Susan Carol Holland, prevede di promuovere uno stile di vita attivo – fisicamente e mentalmente – per i nostri nonni attraverso l’utilizzo di installazioni multimediali di alta qualità. Schermi a massima risoluzione e impianti sonori ad alta fedeltà proporranno contenuti stimolanti in grado di arricchire la vita degli anziani e aumentarne il coinvolgimento. Potranno inoltre valersi dei dispositivi per entrare in contatto con i propri cari. Il progetto, che collabora già con il Villaggio degli Sposi e la RST di Piario, nell’alta Valle Seriana, include per la prima volta anche i disabili. Il Sindaco Giorgio Gori ha elogiato il progetto della Fondazione guidata da Susan Carol Holland, affermando che risponde all’esigenza – sempre più urgente – di offrire welfare di qualità a una popolazione anziana in crescita. E l’iniziativa di Fondazione Amplifon ha il merito di farlo in modo estremamente innovativo.

Susan Carol Holland: “Contenuti a misura di anziano per il benessere fisico e mentale

Sugli schermi del progetto ‘Ciao’, gli anziani potranno godere di una serie di esperienze e contenuti progettati apposta per assicurare la massima comprensibilità e il godimento per la terza età. Tra le proposte le lezioni di yoga, strutturate in modo da poter essere svolte anche da persone in sedia a rotelle e da assicurare il benessere fisico e mentale anche delle persone con limitazioni fisiche. Già apprezzatissime, poi, le visite guidate virtuali in bellissime città d’arte e di storia, o fantastici paesaggi naturali: gli anziani possono così esplorare il mondo nella comodità delle strutture assistenziali. Anche in questo caso, il lavoro di adattamento per questa categoria d’età è stato meticoloso: la scelta delle musiche, ad esempio, richiama gli anni ’30, ’40 e ’50, permettendo agli ospiti di fare un viaggio nel tempo verso la propria giovinezza. Le parole sono ben scandite, facilitando la comprensione agli anziani con problemi di udito.  “Aggregando le migliori energie, idee e professionalità del mondo pubblico e privato, la Fondazione mira a riportare al centro il ruolo e il patrimonio di vita e conoscenza degli anziani, in un’ottica di condivisione intergenerazionale”, sottolinea la Presidente di Fondazione Amplifon Susan Carol Holland.

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Renault Group, Alpine e Formula 1: Luca de Meo intervistato da “Automoto”

Rilancio del brand Alpine, creazione di una community, prospettive al futuro: questi alcuni dei temi su cui si è soffermato Luca de Meo, CEO di Renault Group protagonista di un’intervista con il magazine “Automoto”.

Luca de Meo

Alpine, Luca de Meo: “L’intento è creare una community, aggregando i tifosi”

Il “Viva Festival” tenutosi dal 2 al 6 agosto in Valle d’Itria ha fornito occasione per dialogare con il Chief Executive Officer di Renault Group Luca de Meo, che ha incontrato in maniera informale i giornalisti presenti all’evento dedicato al futuro e all’innovazione. Frangente in cui il CEO ha parlato di alcuni cambiamenti in atto in Alpine e di prospettive future per il Gruppo, oltre a soffermarsi su alcuni progetti per equipaggiare le Renault elettriche di un suono caratteristico. “In Italia c’è la Ferrari che trascina i tifosi e crea aggregazione, in Francia Renault corre da 46 anni, ma non c’è quell’attaccamento che abbiamo noi in Italia”, così il CEO Luca de Meo nell’intervista: “Abbiamo due piloti francesi, corriamo con un marchio francese e l’intento è proprio quello di creare una community, aggregando i tifosi, un po’ come era accaduto quando abbiamo lanciato la Fiat 500 (a quel tempo lavorava lì, ndr) e abbiamo creato una sorta di movimento in cui riconoscersi tutti”.

Luca de Meo: Formula 1 e Le Mans, i progetti per Alpine

La rivoluzione generata in Alpine ha condotto a diverse trasformazioni: tra queste, l’uscita del team principal Otmar Szafauner, del CEO Laurent Rossi, del direttore tecnico Pat Fry e del direttore sportivo Alan Permane. “Non ci sono solo le corse, ma anche l’approccio umano”, sottolinea Luca de Meo. Lo sguardo è ora proiettato al futuro: “L’impegno in Formula 1 deve portarci ad essere competitivi, vincenti, attrattivi anche per i migliori piloti e creare seguito. L’impegno nello sport non è solo Formula 1, abbiamo cominciato i test con la A424 che correrà a Le Mans il prossimo anno, abbiamo una gamma di modelli Alpine sportivi, giovani, dinamici, una linea Esprit Alpine nelle vetture di serie, è un discorso molto ampio e complesso”. Nello specifico, sarà Bruno Famin a occuparsi della squadra: “Bruno è uno squadrato, preparato, conosce le competizioni. Tocca a lui creare le basi per una squadra vincente”, così Luca de Meo nell’intervista. Una riflessione, infine, sull’elettrico e sulla musica: “Le auto elettriche sono silenziose, serve un sound che le distingua. Con Jean Michel Jarre abbiamo visto dei punti in comune, è nata l’idea di una abbinata che dia un sound caratteristico alle Renault del futuro”.

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Copma, l’assemblea generale dei soci approva il bilancio 2022: “Biennio migliore della storia della cooperativa”

Copma ha eletto il nuovo Consiglio d’Amministrazione e confermato nuovamente Silvia Grandi come Presidente e Paolo Villani Vice Presidente: il bilancio del 2021-2022, approvato nel corso della riunione, è tra i più floridi della storia aziendale.

2021-2022: il biennio dei record per Copma. Crescita in tutti i settori

L’assemblea generale dei soci della cooperativa Copma ha approvato il bilancio 2022, che conferma un anno di maggiore crescita nel corso della sua intera storia, a partire dalla fondazione nel 1971.

Nel 2022, il bilancio ha registrato un fatturato di 45.813.866 euro, confermando i risultati positivi degli anni precedenti. Nello stesso anno, Copma ha registrato una crescita del +4,08%, corrispondente a un incremento di 1.794.662 euro. Risultato ancora più significativo alla luce della crescita dell’anno 2021, calcolata intorno al +13,2%.

La crescita ha riguardato entrambi i dipartimenti della cooperativa ferrarese: la divisione pulizie (specializzata in igienizzazione e sanificazione di ambienti) e la divisione verde (specializzata nella cura di giardini, aiuole e parchi urbani). I dati dimostrano dunque in maniera inequivocabile la posizione di leadership che Copma ha ormai ottenuto nel settore.

Copma conferma Silvia Grandi alla guida del nuovo Consiglio d’Amministrazione

In seguito all’approvazione del bilancio, l’assemblea dei soci di Copma, riunitasi a Ferrara Fiere, ha provveduto ad eleggere un nuovo Consiglio d’Amministrazione. Silvia Grandi, già Presidente negli scorsi mandati consigliari, è stata riconfermata nel suo ruolo, affiancata da Paolo Villani nel ruolo di Vicepresidente.

Nel suo intervento, Silvia Grandi ha messo in luce come la crescita di Copma sia avvenuta nonostante numerose congiunture economiche sfavorevoli, quali l’aumento del costo del carburante, l’inflazione e il caro prezzo, mostrando la notevole resilienza dell’azienda e la sua capacità di crescere sotto qualsiasi pressione.

Tra gli altri membri del nuovo Consiglio d’Amministrazione figurano: Viviana Baldoni, Alessio Bonazzi, Mirna Bonzagni, Silvana Bugin, Elena Celestino, Christian Fogli, Rosella Gherardi, Natascia Mistroni, Cristina Parmeggiani, Michela Poser ed Elisabetta Tosi.

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Ares Ambiente e il riciclo dei rifiuti organici: un passo verso l’economia circolare

Il progetto di Ares Ambiente si inserisce perfettamente nell’ambito dell’economia circolare, un modello di gestione delle risorse che mira a minimizzare gli sprechi e massimizzare il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali.

Ares Ambiente, azienda specializzata nella raccolta e smaltimento dei rifiuti

Ares Ambiente: un nuovo impianto di compostaggio per dare impulso all’economia circolare

L’obiettivo principale di Ares Ambiente è ridurre l’uso delle risorse e promuovere il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, contribuendo così a un approccio sostenibile alla gestione dei rifiuti. Il fulcro di questo progetto è il nuovo impianto di compostaggio, che rappresenta un esempio tangibile di economia circolare in azione. L’impianto prende rifiuti organici come scarti alimentari, sfalci di giardino e potature, e li trasforma attraverso un processo di decomposizione controllata in compost, un ammendante naturale ricco di nutrienti per il suolo. L’aspetto circolare dell’impianto di compostaggio è evidente nel suo ciclo di funzionamento: invece di destinare i rifiuti organici alla discarica o all’incenerimento, questi vengono trasformati in un prodotto utile, il compost, che trova applicazione nell’agricoltura, nell’orticoltura e nella gestione del verde urbano. Tale processo promuove l’efficienza delle risorse, poiché riduce la necessità di fertilizzanti chimici industriali e sfrutta le risorse locali disponibili. Inoltre, spiega Ares Ambiente, contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e l’impatto ambientale associato alla gestione dei rifiuti.

Ares Ambiente: le nuove direttive del pacchetto economia circolare

Il progetto portato avanti da Ares Ambiente dimostra in modo concreto come l’economia circolare possa essere implementata nel settore dei rifiuti, trasformando i rifiuti stessi in risorse preziose e creando un ciclo virtuoso di sostenibilità. Nel contesto delle normative e direttive dell’Unione Europea e dell’Italia relative all’economia circolare, il progetto di Ares Ambiente è allineato con gli obiettivi di riduzione degli sprechi, del riciclo e del recupero dei materiali. Le direttive del “pacchetto economia circolare” sottolineano l’importanza di raggiungere obiettivi specifici di riciclo e smaltimento dei rifiuti entro date specifiche. Le nuove direttive prevedono il riciclo entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani, limitando al contempo lo smaltimento in discarica. Il 65% degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. A partire dal 2025, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio. Il pacchetto UE limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035.

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Amplifon diventa main partner di Next Age. L’AD Enrico Vita: puntiamo sulle tecnologie digitali

Amplifon, la multinazionale italiana leader nel campo dell’hearing care, è diventata main partner dell’acceleratore di start up Next Age. L’AD Enrico Vita spiega le motivazioni che hanno spinto la società a intraprendere questo nuovo percorso.

Enrico Vita, Amministratore Delegato di Amplifon

Enrico Vita sulla scelta di entrare in Next Age

Quella di entrare in Next Age è soltanto un’altra tappa che si va ad aggiungere al percorso intrapreso da tempo da Amplifon. Sono anni che la realtà guidata da Enrico Vita punta sulle nuove tecnologie digitali e i dati per offrire ai clienti un servizio sempre più personalizzato. In quest’ottica, le collaborazioni con realtà innovative che operano nella Silver Economy assumono un ruolo di notevole importanza. Lo dimostra la partnership tra la divisione digitale di Amplifon e la start up Otohub, che lo scorso anno ha dato vita ad Amplifon X. L’ingresso in Next Age non fa che confermare l’impegno della società nella ricerca di soluzioni innovative che possano rendere migliore l’esperienza multicanale dei propri clienti. “La nostra visione è quella di fare leva sulle tecnologie digitali, in primis le capacità di connessione e di comunicazione di dati delle nuove generazioni di dispositivi acustici, per innovare il servizio che offriamo e per raggiungere due obiettivi molto importanti: conoscere sempre meglio i nostri clienti tramite l’utilizzo dei dati, personalizzare e arricchire ancora di più l’esperienza con i nuovi servizi”, ha spiegato l’AD Enrico Vita.   

Enrico Vita: le risorse della Bei contribuiranno allo sviluppo di nuove tecnologie

Il sostegno ricevuto dalla Bei conferma la solidità del nostro percorso di innovazione e trasformazione digitale, partito proprio dall’Italia e dall’Unione europea. Stiamo dedicando tempo e risorse crescenti allo sviluppo di nuove tecnologie e all’utilizzo virtuoso dei dati per offrire a chi si rivolge a noi un’esperienza audiologica sempre più personalizzata, a beneficio della qualità della vita delle persone”. Così commenta l’AD Enrico Vita il supporto ricevuto dalla Bei. La Banca europea per gli investimenti ha infatti concesso, lo scorso luglio, un finanziamento di 300 milioni di euro che servirà ad accelerare il processo di innovazione e digitalizzazione di Amplifon, lo stesso che ha portato la società a sviluppare Amplifon App. Lanciata di recente, l’applicazione consente l’instaurazione di una relazione continuativa con i clienti, monitorando i dati e le modalità di utilizzo degli apparecchi acustici in tempo reale. Lo scopo? Ovviamente migliorare la qualità della vita delle persone con l’ausilio di intelligenza artificiale e machine learning.

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Energia, Stefano Venier a “La Repubblica”: l’impegno di Snam per un futuro più sostenibile

“Repubblica”, nell’intervista dello scorso 30 luglio l’AD di Snam Stefano Venier racconta la sua vision sul futuro dell’energia: “Abbandonare il carbone il prima possibile, il combustibile più inquinante. Il gas accompagnerà le rinnovabili per avere energia programmabile”.

Stefano Venier

Stefano Venier: il futuro dell’energia appartiene alle nuove tecnologie della filiera dell’idrogeno e della cattura della CO2

L’Italia, ha sottolineato Stefano Venier in una recente intervista a “La Repubblica”, può diventare un hub nel Mediterraneo per il passaggio in Europa dell’idrogeno che verrà prodotto dalle rinnovabili nel Nord Africa. Parlando del futuro dell’energia, di obiettivi di sostenibilità e alternative agli idrocarburi, l’AD di Snam si è soffermato sul valore delle nuove tecnologie della filiera dellidrogeno e della cattura della CO2: “Penso che, mai come in questo momento, per agire nella direzione della decarbonizzazione bisogna essere agnostici dal punto di vista tecnologico. L’idrogeno è una opzione su cui si sta puntando molto, soprattutto in Europa, Usa e Middle East. E penso che vada perseguita”. Per l’AD Stefano Venier sono quindi necessarie “infrastrutture per il trasporto adeguate, adattate alle caratteristiche di ogni singolo Paese, a seconda se c’è grande disponibilità di rinnovabili oppure se vengono realizzate dove c’è grande domanda di gas”. L’Italia dispone di capacità tecniche e strutture adeguate per diventare leader europeo della transizione: “È uno dei cinque corridoi strategici Ue che vedono il coinvolgimento di vari operatori e di cui noi facciamo parte. Ed è il corridoio che ha potenzialmente i costi di trasporto inferiori grazie al recupero delle infrastrutture esistenti”.

Stefano Venier: non c’è sostenibilità senza sicurezza energetica

Nell’intervista a Stefano Venier emerge chiaramente la complessità della sfida che il mondo dell’energia ha davanti oggi: “Compiere una transizione nella metà del tempo di quella precedente, in un ambito economico più complesso e coinvolgendo il doppio della popolazione”. Contrastare l’inquinamento e affrontare la questione climatica impone di “abbandonare il prima possibile il carbone, il combustibile più inquinante” e di accelerare nella transizione energetica: per riuscirci non occorre solo raggiungere “la stessa competitività di costi e di qualità” ma bisogna disporre anche di “energia che è possibile programmare e che non sia intermittente”. Nel percorso delineato dall’AD di Snam a giocare un ruolo fondamentale è il gas che “accompagnerà le rinnovabili per avere energia programmabile”. Trovare modelli di sostenibilità “per tutti i Paesi, soprattutto per chi consuma più idrocarburi” oggi è quindi indispensabile: la decarbonizzazione si porta avanti anche attraverso un uso più consapevole delle risorse. “Non c’è sostenibilità senza sicurezza energetica” è un altro messaggio di rilievo che Stefano Venier ha lanciato nel corso dell’intervista sottolineando l’importanza della “affordability” del sistema. “Per arrivarci occorrono diversificazione delle fonti e infrastrutture adeguate in un contesto di innovazione tecnologica” ha spiegato l’AD di Snam.

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Innovazione disruptive: il percorso formativo di Alice Carli con HBS

23 anni di esperienza professionale e, nonostante questo, la voglia di imparare ancora molto. Alice Carli ha raccontato alla Harvard Business School Online il percorso di apprendimento che l’ha portata a mettersi in gioco durante la pandemia.

La manager ed Executive Advisor Alice Carli

Alice Carli: la sua esperienza formativa raccontata alla Harvard Business School Online

Lo scorso aprile, la Deputy Director del Comitato Globale di Inclusione Gwen Mdinaradze ha condotto l’evento dal titolo “Start-up e imprenditoria” con l’obiettivo di mostrare quali conoscenze e competenze può ottenere un iscritto alla Harvard Business School dopo aver conseguito un Certificato di Specializzazione. Durante l’incontro online è stata intervistata Alice Carli: la manager ha condiviso la sua esperienza nell’affrontare la pandemia e nell’approfittare delle opportunità offerte dalla formazione. Residente a Milano, ha intrapreso un percorso di crescita professionale seguendo un Certificato di Specializzazione in Strategia presso la Harvard Business School. La sua storia è emblematica di come la pandemia abbia spinto molte persone a esplorare nuove direzioni, e nel caso di Alice Carli, ha rappresentato l’opportunità di ampliare le sue prospettive e sviluppare un nuovo mindset. Durante il periodo di restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19, la manager ha infatti colto l’occasione per iscriversi ai corsi “Innovazione Disruptive”, “Strategia Aziendale Sostenibile” ed “Esecuzione Strategica”.

Alice Carli: un approccio innovativo per affrontare le sfide attuali

Alice Carli ha quindi completato il suo percorso formativo con il conseguimento del Certificato di Specializzazione in Strategia, una pietra miliare che ha arricchito le sue conoscenze e le ha fornito gli strumenti giusti per affrontare le sfide attuali. Il corso formativo ha rappresentato per la manager un’esperienza trasformativa: ha avuto la possibilità di interagire e collaborare con colleghi provenienti da background diversi, arricchendo ulteriormente la sua prospettiva e costruendo una rete globale di contatti. Durante la conversazione con Gwen Mdinaradze, ha sottolineato l’importanza dell’approccio innovativo e ha riflettuto sul ruolo cruciale che l’innovazione svolge nel guidare il successo aziendale.

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Iren, Luca Dal Fabbro: “Rinnovabili un freno contro gli shock energetici”

In un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Tirreno”, il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha fatto il punto sui vantaggi e le potenzialità di un modello di economia sempre più circolare.

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: la visione di Iren per una sostenibilità redditizia e innovativa

Oggi “sostenibilità” è una parola spesso abusata ma che nasconde una rivoluzione e soprattutto rappresenta un enorme potenziale di sviluppo per le aziende e il Paese. Ne è convinto Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, primaria azienda multiutility italiana attiva nei settori dell’energia elettrica, del gas, dei servizi ambientali e idrici. In una recente intervista, il manager ha illustrato la sua visione di come rendere l’Italia più indipendente e competitiva nel settore energetico, sfruttando le potenzialità delle fonti rinnovabili, del riciclo e delle comunità energetiche. Per Luca Dal Fabbro la sostenibilità non è solo un obiettivo etico, ma anche uno “strumento potente” per creare valore in azienda, rendere più sicuro il Paese sotto il punto di vista energetico e salvaguardare i territori. Eolico, fotovoltaico, biogas, geotermico, idroelettrico: fonti che l’Italia potrebbe sviluppare diminuendo così la dipendenza dall’estero e ridurre il rischio in casi di shock energetico. Ed è qui che entrano in gioco le comunità energetiche, che consentono di tagliare il 20% del costo dell’energia e rendere l’approvvigionamento più sicuro. Anche se al momento manca una normativa definitiva, secondo il Presidente di Iren si tratta ormai di “una pratica di sviluppo certa e bisogna che le PMI si informino già ora”.

I progetti di Iren per l’economia circolare e il recupero dei materiali critici

Negli ultimi anni Iren ha avviato numerosi progetti di economia circolare e recupero dei materiali critici, ovvero quelle materie prime come il litio, l’iridio e le terre rare oggi fondamentali per la produzione non solo di computer, batterie, telefoni cellulari ma anche di pannelli fotovoltaici e auto elettriche. “È un nuovo modello di economia – ha spiegato Luca Dal Fabbrodalla produzione di un oggetto si passa a un oggetto che si riutilizza, si rigenera, si ripara, si ricicla. È un’economia rigenerativa anche perché le risorse saranno sempre più costose e più scarse”. Da inizio 2023 diversi gli impianti inaugurati dalla multiutility che, consolidata la sua presenza in Emilia-Romagna, Piemonte e Liguria, si sta radicando anche in Toscana. Tra i più recenti l’impianto di Gavassa, che trasforma la frazione organica dei rifiuti solidi urbani in biometano e compost, e l’impianto Circular Wood di Vercelli. Il Gruppo guidato da Luca Dal Fabbro continua inoltre a radicarsi anche in Toscana. A Scarlino, in provincia di Grosseto, Iren realizzerà un polo di recupero per il legno, i fanghi da depurazione e le plastiche non riciclabili: “L’area grossetana è quella in cui siamo entrati nell’ultimo periodo ed è un territorio in cui ci stiamo ambientando: il progetto di Scarlino è anche un importante progetto di riqualificazione di un’area a vocazione industriale, ci è sembrato il posto adatto per un investimento di economia circolare”.

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Innovazione e qualità: la storia della Casa Editrice Federico Motta Editore

La Casa Editrice milanese Federico Motta Editore rappresenta una pietra miliare dell’editoria italiana, vantando una storia di oltre 90 anni arricchita da opere iconiche e proposte sempre all’avanguardia.

 Federico Motta Editore

Federico Motta Editore e la costante attenzione all’innovazione

Federico Motta Editore ha lasciato un’impronta indelebile nell’editoria italiana con oltre 90 anni di attività all’insegna della storia e dell’innovazione. Fin dalla sua fondazione, la Casa Editrice milanese si è distinta per la sua volontà di offrire proposte all’avanguardia. Già negli anni ‘80, ha introdotto il rivoluzionario Sonobox, uno strumento multimediale per la lettura audio dei testi di Storia Contemporanea dell’Enciclopedia, rappresentando una novità nella tecnologia digitale dell’epoca. Con il passare degli anni, Federico Motta Editore ha continuato a sperimentare, pubblicando la prima enciclopedia multimediale che accompagnava i volumi con floppy disk, CD-ROM, videocassette e Tavole Transvision. L’avvento di Internet ha segnato una nuova fase nella storia della Casa Editrice, con progetti di editoria digitale come mottaformazione.it e l’Enciclopedia Motta con Internet TV. Questa costante ricerca dell’innovazione ha portato a numerosi riconoscimenti e premi, affermando la Casa Editrice come un punto di riferimento nell’editoria italiana.

Le origini di Federico Motta Editore

Il Gruppo Editoriale Federico Motta Editore, originariamente noto come “Cliché Motta”, è passato da essere una modesta impresa specializzata nella produzione fotomeccanica a uno dei pilastri dell’editoria italiana. La visione del fondatore Federico Motta ha guidato l’azienda verso un nuovo percorso: la stampa dei fumetti e la pubblicazione della prima Enciclopedia Motta hanno infatti segnato l’inizio di un’avventura nel mondo dell’editoria. L’Enciclopedia, inizialmente distribuita in fascicoli nelle edicole, ha presto trovato la sua strada nelle case degli italiani, diventando un’iconica opera di riferimento per le famiglie. Grazie a questo successo, Federico Motta Editore si è affermato come un simbolo di qualità, autorevolezza e tradizione nel panorama editoriale italiano. Nel corso degli anni, l’offerta culturale della Casa Editrice è cresciuta costantemente, testimoniando la capacità di adattarsi ai cambiamenti continuando a offrire contenuti all’avanguardia.

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Andrea Mascetti: Studio legale Mascetti, la mission e i valori

Andrea Mascetti: la sinergia fra professionisti esperti nelle diverse aree di competenza e l’attenzione alle necessità del singolo cliente permettono allo SLM di garantire puntuale ed efficace assistenza, giudiziale e stragiudiziale, su questioni riguardanti i settori del diritto amministrativo, civile e penale.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: il profilo dello Studio legale Mascetti

L’avvocato Andrea Mascetti lo ha fondato nel 2004. In quasi venti anni di attività lo Studio legale Mascetti si è fatto strada nel settore acquisendo sempre più rilevanza, come provato anche dalla recente apertura di una nuova sede a Milano. L’adozione di un approccio che fa leva sulla “multidisciplinarietà delle competenze” ha giocato un ruolo rilevante in questa crescita. Lo spiega efficacemente anche l’avvocato Andrea Mascetti sul sito: “Affrontare qualsiasi questione in modo approfondito, mirato e completo oltre che reperire la soluzione più adatta alle esigenze del cliente è la sfida che, ogni giorno, con fatica e determinazione, noi tutti, avvocati dello Studio Legale Mascetti, ci proponiamo di vincere”. La multidisciplinarietà delle competenze sviluppata nel tempo gioca quindi a favore di “coloro che devono confrontarsi con profili di attività e di rischio sempre più articolati e mutevoli”.

SLM: la vision dell’avvocato Andrea Mascetti

Lo Studio legale che Andrea Mascetti guida dal 2004 opera in svariati ambiti, molti dei quali di particolare interesse per l’opinione pubblica: la web reputation, il diritto ambientale ma anche la normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti (Legge 231), partenariato pubblico-privato, per citarne solo alcuni. In un panorama normativo complesso e in continua evoluzione, grazie alla consolidata esperienza e all’aggiornamento costante da parte del team di professionisti, lo SLM garantisce assistenza a privati, società e imprese ma anche ad amministrazioni pubbliche e società a partecipazione pubblica, nei settori del diritto amministrativo, civile e penale. In linea con la vision dell’avvocato Andrea Mascetti, lo SLM si propone ogni giorno di individuare le soluzioni più adeguate ed efficaci in risposta alle necessità del cliente: studio e aggiornamento, ma anche dedizione e profondo rispetto per la professione sono alla base dell’impegno “verso l’eccellenza” che lo SLM ambisce a portare avanti quotidianamente.

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Susan Carol Holland, insieme al Comune di Bergamo, per l’inclusione sociale degli anziani

Il progetto Ciao! è un’iniziativa significativa promossa dalla collaborazione tra il Comune di Bergamo, Fondazione Amplifon, di cui Susan Carol Holland è Presidente, e la rete sociale del territorio, che mira a promuovere l’inclusione sociale tra gli anziani, coinvolgendo anche la comunità per disabili del Comune di Piario.

Susan Carol Holland

Susan Carol Holland: l’iniziativa dedicata agli anziani

È stata annunciata la scelta di estendere il progetto, che già coinvolge circa 200 residenze sanitarie assistenziali in tutta Italia, anche agli anziani che vivono nelle proprie abitazioni. Il proposito è stato annunciato durante un incontro presso il centro diurno “Villaggio degli Sposi” alla presenza, tra gli altri, del Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, del Presidente della Fondazione Carisma Miro Radici e della Presidente di Fondazione Amplifon Susan Carol Holland. Durante il periodo più difficile della pandemia di Covid19, è stata avvertita l’importanza di superare l’isolamento a cui erano costretti gli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, e così è nata l’idea di Ciao! per facilitare il mantenimento dei rapporti con le famiglie tramite la tecnologia di video-presenza. Grazie a questa iniziativa, è stato possibile offrire un ricco palinsesto di attività, tra cui teatro, musica, yoga e viaggi virtuali, che coinvolge e stimola gli anziani, consentendo loro di mantenere relazioni emozionali sia con i familiari che tra di loro. “Questa collaborazione con il Comune e il sistema sociale di Bergamo – ha dichiarato Susan Carol Hollandci consente di estendere ulteriormente il nostro progetto a un territorio importante e di renderlo ancora più inclusivo”.

Susan Carol Holland: riportare al centro il ruolo degli anziani

La nostra Fondazione lavora per sostenere tutti coloro che rischiano di rimanere indietro, con attenzione particolare agli anziani nelle loro comunità, e promuove la partecipazione attiva delle persone alla vita sociale, culturale e professionale”, ha sottolineato Susan Carol Holland. Il progetto Ciao! ha trovato terreno fertile grazie alla tecnologia e alla collaborazione con importanti partner, tra cui LaFil – Filarmonica di Milano e la Compagnia Teatrale Gino Franzi. Grazie a questi accordi, è stato possibile arricchire il palinsesto di attività con concerti di musica classica su misura per le comunità delle RSA coinvolte, lezioni di yoga dolce appositamente pensate per le specifiche esigenze degli anziani e contenuti teatrali e musicali ambientati tra gli anni ’40 e ’60. Inoltre, il progetto ha offerto la possibilità di vivere viaggi virtuali interattivi in diretta dalle città più belle del mondo grazie alla partnership con la start-up italiana Miravilius. Tali attività hanno rappresentato un’importante occasione di svago e di stimolo intellettuale per gli anziani, contribuendo a costruire legami più forti tra di loro e a migliorare la loro qualità di vita. “Aggregando le migliori energie, idee e professionalità del mondo pubblico e privato – ha quindi concluso Susan Carol Holland la Fondazione mira a riportare al centro il ruolo e il patrimonio di vita e conoscenza degli anziani, in un’ottica di condivisione intergenerazionale. Ci auguriamo che l’iniziativa avviata a Bergamo possa essere replicata anche in altri Comuni italiani”.

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Gruppo Riva: l’esemplare percorso di crescita del leader siderurgico

Il leader siderurgico Gruppo Riva opera nel settore dagli anni ’50, da quando il pioniere della siderurgia italiana Emilio Riva la fondò, insieme al fratello Adriano, nel 1954. Oggi è una realtà internazionale, primo Gruppo siderurgico italiano e tra i principali in Europa.

Gruppo Riva

Gruppo Riva: le prime tappe della storia

Nato in pieno dopoguerra, Gruppo Riva guida quello che è passato alla storia come “miracolo economico”, accompagnando la sua crescita alla ripresa del Paese, per poi espandersi oltre confine con l’acquisizione di importanti realtà produttive nei principali Paesi europei. Negli anni ’60 inizia ad investire in maniera cospicua in ricerca e innovazione per mantenere la competitività con la concorrenza straniera. Il Gruppo introduce così la colata continua curva a tre linee in Italia ed avvia una campagna di acquisizioni mirate. Rilevate le Acciaierie di Lesegno e diventato socio di minoranza nella SEII – Società Esercizi Impianti Industriali di Malegno, il Gruppo arriva a produrre 300mila tonnellate d’acciaio l’anno. Negli anni ’70 Gruppo Riva inizia ad effettuare i primi grandi investimenti a livello internazionale, dapprima in Spagna, poi in Canada e in Francia. Nel 1980 il Gruppo produce 1,1 milioni di tonnellate di acciaio e nel 1988 acquisisce l’Italsider di Genova. Tra il 1989 e il 1992, il leader siderurgico si espande anche in Belgio e in Germania. Con una produzione di 5,8 milioni di tonnellate d’acciaio e 5 milioni di tonnellate di laminati, nel 1994 la società è ormai una realtà consolidata, nonché protagonista nel panorama europeo.

Gli ultimi 20 anni di Gruppo Riva

Alla soglia del nuovo millennio, Gruppo Riva continua il suo percorso di crescita, acquisendo lo stabilimento di Sellero nel 1996, la maggioranza della greca Hellenic Steel e l’ex Italsider. Nel corso del 2000 rileva il Gruppo francese SAM con i suoi 8 stabilimenti produttivi e 1.500 dipendenti. Successivamente, attraverso la scissione dalla holding di controllo del Gruppo Riva Fire, viene costituita la società Riva Forni Elettrici, a cui fanno capo le produzioni da forno elettrico. Nell’aprile del 2014 si spegne il fondatore e Presidente del Gruppo Emilio Riva, e nel giugno dello stesso anno Claudio Riva, da tempo lontano dai ruoli operativi nel Gruppo, viene nominato Presidente di Riva Forni Elettrici, realtà che rappresenta tutt’oggi il principale operatore siderurgico italiano.

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Marco Nicola Domizio: sostenibilità nell’impianto di compostaggio

Marco Nicola Domizio è il fondatore di Ares Ambiente, società con sede a Treviolo, in provincia di Bergamo, che si occupa di rifiuti e ambiente, secondo i criteri di efficienza, trasparenza ed economicità.

Marco Nicola Domizio

Marco Domizio: i progetti chiave nel mondo dell’ambiente e dei rifiuti

Marco Domizio è entrato a far parte del settore dell’intermediazione dei rifiuti fin da giovane, iniziando a lavorare per un’azienda lombarda del comparto, subito dopo aver conseguito il diploma. Nel corso della sua carriera è riuscito a specializzarsi estendendo le sue competenze alle procedure e alle gare di appalto. Ha ricoperto il ruolo di Responsabile Commerciale in diverse realtà locali, contribuendo significativamente all’ampliamento del portafoglio clienti. Ha coordinato progetti importanti, inclusi la creazione di un impianto di compostaggio in provincia di Bergamo e l’installazione di sette impianti di trito-vagliatura in Campania. Inoltre, Marco Nicola Domizio si è occupato della gestione di una cava di estrazione di minerali naturali e del trasporto transfrontaliero di rifiuti, assumendo responsabilità di grande rilievo.

Marco Nicola Domizio: l’impianto di compostaggio di Ares Ambiente all’insegna di innovazione e sostenibilità

La produzione di compost rappresenta un fondamentale processo di trasformazione degli scarti organici, provenienti da raccolte differenziate domestiche, potature, sfalci e cicli agro-industriali. Il compostaggio estende il ciclo di vita dei prodotti di scarto, riducendo l’accumulo di rifiuti e generando un pregiato ammendante naturale per l’agricoltura, riducendo l’utilizzo di fertilizzanti chimici. L’impegno di Marco Nicola Domizio e di Ares Ambiente si concretizza in due tipologie di ammendante o compost, rispettando scrupolosamente le normative vigenti: l’ammendante compostato misto e quello compostato da fanghi. Nel moderno impianto di Piedimonte San Germano, l’ammendante prodotto viene sottoposto a rigorose analisi di laboratorio per garantirne la qualità e la conformità alle normative, rilasciando certificazioni a tutti gli agricoltori che ne faranno uso. La produzione di compostaggio segna un importante passo verso la sostenibilità ambientale e l’ottimizzazione delle risorse per l’agricoltura.

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Crescita dimensionale e reddituale: il 2022 di Serenissima Ristorazione

Nel 2022 Serenissima Ristorazione ha ottenuto risultati positivi nel bilancio di esercizio, mostrando crescita in tutti i principali indicatori finanziari rispetto ai dati pre-pandemia. Il fatturato consolidato è aumentato del 12,26%, l’ebitda consolidato del 10,6% e l’utile netto del 18,2%. Il Gruppo ha dimostrato resilienza e solidità, reagendo come top player nel settore della ristorazione collettiva.

Serenissima Ristorazione, leader nei servizi di ristorazione collettiva e commerciale

Serenissima Ristorazione chiude il 2022 con un fatturato a 458 milioni

Il 2022 si è rivelato un anno di successi e resilienza per Serenissima Ristorazione, come attestato dai risultati positivi ottenuti nel bilancio di esercizio. Il Gruppo ha dimostrato una notevole capacità di adattamento e reazione alle sfide del periodo post-pandemia, registrando incrementi significativi in tutti i principali indicatori finanziari. La crescita dimensionale e la redditività hanno costituito i pilastri fondamentali di questo percorso di crescita. Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione, ha sottolineato l’importante contributo dei collaboratori, oltre 10.000 dipendenti, che con dedizione e impegno sono stati essenziali nel raggiungere gli obiettivi aziendali. Nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, il Gruppo ha continuato a investire nell’innovazione, nell’efficientamento dei processi produttivi e nella diversificazione del business, mantenendo una crescita costante anche nei momenti di avversità. Più nel dettaglio, Serenissima Ristorazione ha registrato un fatturato consolidato pari a 457.592.092 euro (+12.26% in rapporto ai dati pre-pandemia), un ebitda consolidato che si attesta a 25.199.647 euro (+10,6% in rapporto ai dati pre-pandemia), un utile netto di 10.143.555 euro (+ 18,2% in rapporto ai dati pre-pandemia) e un patrimonio netto consolidato di 114.026.671 euro. “L’impegno, ora – come sottolinea il Vicepresidente – è quello di proseguire lungo questo percorso di crescita, con un piano industriale che prevede di raggiungere i 500 milioni di euro di fatturato nel 2023, con investimenti per oltre 30 milioni di euro, per nuove acquisizioni e per il potenziamento della nostra capacità produttiva”.

Sostenibilità e innovazione: l’impegno di Serenissima Ristorazione

La sostenibilità ambientale e sociale è stata una priorità per Serenissima Ristorazione, come dimostrato dalla Certificazione di Genere, dal riconoscimento “Green Stars” e da altre certificazioni che attestano l’impegno del Gruppo verso pratiche aziendali sostenibili. L’azienda si è distinta per la sua capacità di gestione e per l’attenzione dedicata a diversi aspetti chiave del suo modello di business. Grazie agli investimenti nell’innovazione e nella formazione, il Gruppo ha raggiunto una notevole flessibilità e razionalizzazione dei processi produttivi, consentendo una crescita costante nonostante le difficoltà causate dalla pandemia. La diversificazione del business è stata una strategia efficace che ha contribuito a garantire stabilità e crescita nel periodo post-pandemia. Un elemento chiave nella strategia di sviluppo di Serenissima Ristorazione è stato l’investimento nel centro di Boara Pisani (PD), uno dei centri produttivi più avanzati in Europa per la produzione di pasti in legame refrigerato. Tale investimento ha confermato l’impegno dell’azienda nell’utilizzare le risorse sostenibili, come la geotermia, per ridurre l’impatto ambientale e massimizzare l’efficienza energetica. Serenissima Ristorazione ha confermato la sua posizione di top player nel settore della ristorazione collettiva grazie a una solida strategia aziendale, una gestione oculata delle risorse e un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione. Il Gruppo si proietta verso il futuro con ambizioni di ulteriore crescita e il raggiungimento di obiettivi ambiziosi nel settore della ristorazione.

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Andrea Mascetti: SLM, disabilità e comporto per malattia al centro di un nuovo editoriale

Diritto del lavoro: l’impegno dello Studio Legale Mascetti (SLM), fondato dall’avvocato Andrea Mascetti, specializzato nel fornire assistenza in ogni aspetto inerente al rapporto professionale.

Andrea Mascetti, Avvocato e titolare dell'omonimo Studio Legale

Andrea Mascetti, Studio Legale Mascetti: disabilità e comporto per malattia, un caso di discriminazione indiretta

Nato su iniziativa di Andrea Mascetti nel 2004, lo Studio Legale Mascetti opera in svariati ambiti occupandosi anche di diritto del lavoro. In particolare nel settore giuslavoristico fornisce a società e imprese assistenza giudiziale e stragiudiziale nella gestione delle procedure disciplinari, nonché della predisposizione di contratti di lavoro subordinato e autonomo, di contratti di agenzia e di rappresentanza commerciale e della redazione di codici disciplinari e di regolamenti aziendali. Inoltre, assiste anche privati in ogni aspetto inerente al rapporto di lavoro: dai contratti di assunzione alle progressioni di carriera ma anche trasferimenti, formazione professionale e quanto concerne la fine del rapporto di lavoro. L’esperienza dei professionisti che l’avvocato Andrea Mascetti coordina all’interno dello Studio legale è anche nei numerosi contributi che arricchiscono il sito, rinnovato negli scorsi mesi. Uno dei più recenti, a cura di Stefania Massarenti che per conto dello SLM si occupa di diritto del lavoro e, in particolare, di rapporti subordinati e para subordinati, riguarda un caso di discriminazione indiretta su cui il Tribunale di Milano ha deliberato con la sentenza del 6 aprile 2023 dichiarando nullo il licenziamento subito da una lavoratrice per superamento del comporto, in quanto ritenuto discriminatorio in via indiretta atteso che le era stato applicato il medesimo termine dei lavoratori non disabili, senza escludere le assenze dovute alla sua disabilità.

Andrea Mascetti: sul sito dello Studio Legale Mascetti gli editoriali dei professionisti

L’avvocato Andrea Mascetti ha concepito il sito dello SLM anche come uno spazio di condivisione e informazione sulle principali questioni giuridiche di cui si occupano nella loro attività quotidiana i professionisti di cui si avvale. Il Giudice di merito, si legge nell’editoriale che approfondisce il caso su disabilità e comporto per malattia, “ha ritenuto irrilevante la circostanza che il datore di lavoro non conoscesse lo stato di disabilità della lavoratrice, affermando che la discriminazione opera su un piano esclusivamente oggettivo”. Il Tribunale di Milano dunque con la sentenza del 6 aprile 2023 richiama sostanzialmente “i principi che l’ordinamento giuslavoristico ha fatto propri nel più recente passato (anche grazie all’apporto del diritto dell’Unione Europea) in relazione all’esigenza di assicurare una particolare protezione ai lavoratori portatori di potenziali fattori di discriminazione o, comunque, che si trovino in condizioni personali destinate a incidere negativamente sulla loro vita professionale”. Nel caso specifico la Corte, deliberando sulla scorta della recente giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea e della Corte di Cassazione (da ultimo Cass. sez. lavoro n. 9095/2023), ha inoltre chiarito che “i contratti collettivi che non prevedano un periodo di comporto più lungo per i lavoratori portatori di handicap rientrano nell’ipotesi di ‘discriminazione indiretta’, dato che il lavoratore disabile è soggetto al rischio di più frequenti assenze per malattia collegate alla propria disabilità”. Lo Studio Legale guidato dall’avvocato Andrea Mascetti opera nelle sedi di Varese e Milano.

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Streptococco fuori stagione. L’infettivologa Susanna Esposito: evitate i tamponi fai da te

La coordinatrice del Tavolo Tecnico di Malattie Infettive e Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria Susanna Esposito fa luce sulle cause connesse all’impennata di contagi da streptococco che sta interessando molti bambini italiani.

Susanna Esposito, Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma

Susanna Esposito: esiste una correlazione tra il boom di scarlattina e il Covid-19

Continua ad essere ancora alto, anzi altissimo, il numero di bambini contagiati da streptococco A e scarlattina, nonostante dovremmo essere ben oltre stagione. I numeri parlano chiaro: sono aumentate del 2.000% le vendite dei test per lo streptococco e del 38% quelle di amoxicillina, l’antibiotico utilizzato per curarlo. Susanna Esposito, Coordinatrice del Tavolo Tecnico di Malattie Infettive e Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria, spiega che a prolungare i focolai di faringiti e scarlattina sono “contagi e reinfezioni a ping pong” che hanno portato a un “picco fuori stagione, con bimbi che si ricontagiano anche dopo poco tempo”. Professoressa di Pediatria all’Università di Parma, Susanna Esposito sostiene che l’impennata di faringite e scarlattina sia “legata a un debito immunologico nella popolazione, dovuto alla minore circolazione di patogeni durante la pandemia Covid”. Ad aumentare la preoccupazione dei genitori è il fatto che queste infezioni si ripresentano anche “due o tre volte sullo stesso bambino”, costringendolo a sottoporsi a “più cicli di antibiotici in poche settimane”.

Susanna Esposito avverte: no al fai da te

L’infezione solitamente si manifesta con febbre e faringite e per curarla è necessario ricorrere all’antibiotico, il quale, proprio a causa di questa impennata, inizia ad essere difficile da reperire. “Bisogna iniziare subito la terapia antibiotica per evitare possibili complicanze, tra cui ascessi e malattia reumatica”, suggerisce Susanna Esposito, la quale mette in guardia contro il fai da te. “Il tampone fatto a casa non ha la stessa attendibilità di quello eseguito da un esperto”, avverte. Sottolinea, inoltre, l’inutilità di ricorrere al tampone qualora non si presentino sintomi: “Bisogna evitare il tampone in assenza di sintomi perché ai portatori sani non vanno fatte terapie”. Il rispetto di tali linee guida è indispensabile anche al fine di “evitare prescrizioni, non sempre necessarie di amoxicillina”. Già dallo scorso novembre, la SIP (Società Italiana di Pediatria) ha infatti denunciato la difficoltà di approvvigionamento del farmaco.

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Tommaso Putin nel Consiglio di Presidenza di ANIR Confindustria. L’impegno da Vicepresidente

L’Assemblea dei Soci ha ufficializzato lo scorso 11 luglio il cambio alla guida di ANIR Confindustria nominando il nuovo Presidente, Massimo Piacenti. Nel team anche Tommaso Putin, che dal 2020 opera in qualità di Vicepresidente del Consiglio di Presidenza.

Tommaso Putin

Tommaso Putin, Vicepresidente del Consiglio di Presidenza di ANIR Confindustria

Per il prossimo triennio, Massimo Piacenti, recentemente nominato Presidente di ANIR Confindustria, prevede un futuro importante per la ristorazione collettiva, grazie all’aumento della consapevolezza dei suoi interlocutori sull’importanza di questo settore. Oggi è fondamentale attribuire il giusto valore a questa nuova dimensione, introducendo concetti come il cibo pubblico, inteso come servizio per tutti, e il pasto giusto. La squadra del Consiglio di Presidenza, composta dai Vicepresidenti Tommaso Putin, Emilio Roussier Fusco, Graziano Sanna e Rosario Sortino, insieme al Segretario Generale Paolo Valente, affiancheranno il Presidente Piacenti nei prossimi tre anni per perseguire questi obiettivi e garantire il successo di ANIR Confindustria.

L’impegno di Tommaso Putin

Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione, oggi una delle realtà italiane leader nel campo della ristorazione commerciale e collettiva, è parte integrante della squadra che affiancherà il nuovo Presidente Massimo Piacenti, dopo il cambio alla guida di ANIR Confindustria. Insieme a Emilio Roussier Fusco, Graziano Sanna e Rosario Sortino, Tommaso Putin contribuirà a sostenere e promuovere la ristorazione collettiva come servizio essenziale per tutti. Questa nuova dimensione richiede però l’introduzione di un quadro normativo ad hoc per garantire l’agibilità delle aziende che hanno deciso o decideranno di investire in questo settore, poiché le attuali normative non sono sufficienti. Oggi, infatti, non esistono norme capaci di tutelare coloro che usufruiscono dei servizi di ristorazione collettiva di fronte a un aumento incontrollato dei prezzi.

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Iren, Luca Dal Fabbro: “Azienda solida e strutturata, continuiamo a crescere”

Due gli impianti inaugurati dalla multiutility nell’ultimo mese. Il passaggio di Armani in Enel non influirà sulla crescita di Iren, ha detto il Presidente Luca Dal Fabbro.

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro (Iren): “Siamo sereni, il nostro è un Piano industriale robusto”

Iren si conferma una realtà solida, con performance in crescita e un Piano industriale che mette al centro decarbonizzazione, sviluppo delle rinnovabili, economia circolare ed efficienza energetica. A ribadirlo è Luca Dal Fabbro, Presidente della multiutility. Intercettato a Reggio Emilia durante l’inaugurazione del nuovo impianto per la produzione di biometano e compost di Gavassa, è intervenuto in merito al passaggio in Enel Grids dell’ex AD Gianni Vittorio Armani. Ha dichiarato che l’azienda sta lavorando in continuità e che il cambio nel management non avrà alcuna ripercussione diretta o indiretta. Il Presidente ha poi ricordato che a seguito delle dimissioni di Armani le deleghe sono state distribuite tra lui e il Vicepresidente Moris Ferretti, aggiungendo che l’azienda continua ad avere un management forte, anche espressione del territorio: “Siamo molto sereni: l’azienda è solida e il Piano industriale robusto.”, ha commentato Luca Dal Fabbro.

I progetti di Iren su transizione ed economia circolare

Il cambio ai vertici non devia il percorso intrapreso dal Gruppo guidato da Luca Dal Fabbro, con il Piano al 2030 che va avanti come da programma e prevede investimenti pari a 10,5 miliardi di euro. Oltre ai risultati finanziari in crescita, nell’ultimo mese Iren ha inaugurato non solo l’impianto di Gavassa, che trasforma la frazione organica dei rifiuti solidi urbani in biometano, compost e CO2 food grade per utilizzi industriali e alimentari, ma anche l’impianto Circular Wood di Vercelli. La struttura è stata realizzata dalla controllata ASM Vercelli, attiva nella produzione di supporti logistici da legno proveniente esclusivamente dalla raccolta differenziata. Due opere che testimoniano l’impegno di Iren e del Presidente Luca Dal Fabbro nel perseguire una strategia di crescita costruita sulla decarbonizzazione, lo sviluppo delle rinnovabili, sull’economia circolare e sull’efficienza energetica.

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Luca de Meo: gli esordi e il presente professionale, intervista rilasciata al “Corriere della Sera”

Nato a Milano nel 1967, Luca de Meo ha alle spalle più di 30 anni di carriera nel settore automobilistico, con esperienze di rilievo in 12 Paesi e per più di 10 marchi, attraverso i 4 gruppi automobilistici più importanti.

Luca de Meo

Intervista a Luca de Meo: la carriera e il rapporto con la Francia

CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association), Luca de Meo è un dirigente d’azienda con esperienza consolidata nel settore automobilistico. Il suo percorso annovera ruoli di responsabilità ricoperti in 12 Paesi nel mondo e nell’ambito di oltre 10 marchi. Nel suo profilo professionale non mancano, inoltre, titoli e riconoscimenti di prestigio – tra tutti, quello di Cavaliere al Merito del Lavoro nel 2022 e la Legion d’Honneur nel 2023 – così come traguardi significativi come l’essere il primo CEO non francese a guidare Renault Group. Basti pensare che ciò non è mai accaduto fin dal lontano 1898, anno in cui Renault venne avviata per opera del meccanico Louis Renault. Come raccontato nell’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il rapporto di Luca de Meo con la Francia, in particolare con Parigi, trae origine nei primi anni ‘90: “Sono arrivato qui per la prima volta all’inizio degli anni Novanta con la mia fidanzata ed ex compagna di università che poi è diventata mia moglie. Eravamo neanche trentenni a Parigi, un sogno”. Nel 1992 il primo incarico in Renault, per poi entrare in Toyota, Fiat, Volkswagen, Audi e Seat: una lunga esperienza che lo conduce nel 2020 al ruolo di CEO del Gruppo francese.

Luca de Meo: l’incarico in Renault Group e le prospettive per il settore

Soffermandosi su alcuni aspetti della sua esperienza in Renault Group, Luca de Meo evidenzia come questo sia ormai “un Gruppo internazionale che fa parte di un’alleanza con Nissan”: la lingua di lavoro è infatti “soprattutto l’inglese. Io poi parlo anche francese”. Rimanendo in tema di lavoro, de Meo racconta come questo occupi gran parte della sua giornata: “Io sono un industriale e l’industria è dura, una fatica di ogni giorno”, specifica, aggiungendo che “non esiste un Paese forte senza un’industria forte, a meno che tu non sia una piattaforma finanziaria come Singapore. L’economia dematerializzata è un’illusione, i problemi non si risolvono solo a colpi di clic. Durante la pandemia servivano le mascherine, ma in Europa non eravamo più in grado di produrle”. Un’industria che, nello specifico del settore auto, fornisce stimoli importanti per l’economia: “Sono convinto che l’industria resti fondamentale per l’Europa. E il 30 per cento di tutti gli investimenti in ricerca e sviluppo dipendono dall’industria automobilistica. Poi, per ogni posto di lavoro che creo all’interno dell’azienda, ne nascono sei o sette fuori, come indotto. Il contributo dell’auto è decisivo in termini di innovazione e valore aggiunto, e noi europei possiamo eccellere nel settore premium, il più importante”. Centralità che emerge anche in relazione alla transizione ecologica: secondo Luca de Meo, per questo bisogna essere realistici. Non può esserci un solo ‘piano A’ deciso dai Governi, le soluzioni tecniche possono essere tante e noi industriali dobbiamo essere lasciati liberi di esplorarle”, così il CEO a conclusione dell’intervista.

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Con Ares Ambiente un ciclo virtuoso tra rifiuti organici e agricoltura

Ares Ambiente rinnova il suo impegno per un’economia circolare. Con il nuovo impianto FORSU l’azienda produrrà concime naturale.

Ares Ambiente

Ares Ambiente, dettagli e finalità del nuovo impianto FORSU

L’umido raccolto nelle città che diventa concime naturale per l’agricoltura. È la nuova proposta di Ares Ambiente, azienda specializzata nell’intermediazione dei rifiuti. La realtà di Treviolo è infatti al lavoro per realizzare un nuovo impianto di compostaggio a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone. Un progetto che testimonia l’attenzione che da sempre Ares Ambiente rivolge alla sostenibilità ambientale. Produrre compost significa infatti ridare vita ai prodotti di scarto e ottenere ammendanti naturali da destinare all’agricoltura, avviando quindi un ciclo virtuoso. All’impianto verranno destinati la FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), i rifiuti organici (fanghi da depurazione e da lavorazioni agro-industriali) e gli scarti di potature del verde pubblico e privato. Due gli ammendanti prodotti attraverso il processo aerobico: ammendante compostato misto e ammendante compostato da fanghi.

Il contributo di Ares Ambiente per l’economia circolare

Una volta terminati i lavori, a pieno regime l’impianto di compostaggio di Ares Ambiente sarà in grado di trasformare 40.000 tonnellate all’anno, di cui 35.000 tonnellate di FORSU e rifiuti organici e 5.000 tonnellate di frazione verde. Oltre a sostituire l’uso di prodotti chimici, che richiedono un maggiore esborso di energia e impattano l’ambiente, i compost arricchiscono il terreno di materia organica che libera gradualmente sostanze nutritive di fondamentale importanza per le piante come fosforo, azoto e potassio. Inoltre, aiutano a rendere la struttura del terreno maggiormente porosa, accrescendone la capacità di trattenere l’acqua e ridurre il rischio di inondazioni. Caratteristiche che fanno del compost non solo un concime naturalmente adatto all’agricoltura, ma anche un alleato contro gli effetti del cambiamento climatico. Ma il contributo di Ares Ambiente per l’economia circolare va oltre il recupero dei rifiuti e la produzione di compost, con l’azienda che utilizzerà gli ammendanti per fertilizzare anche alcuni terreni agricoli di sua proprietà.

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Marco Domizio: l’esperienza nel settore dell’intermediazione dei rifiuti

Marco Domizio è un imprenditore dalla comprovata esperienza nel settore dell’intermediazione dei rifiuti e nella gestione di impianti autorizzati. Le sue attività si caratterizzano per una particolare attenzione alla sostenibilità, puntando a offrire soluzioni innovative e personalizzate ai clienti. Nel corso degli anni ha acquisito specifiche competenze gestionali e autorizzative rilevanti per il settore, portando nel 2008 alla fondazione di Ares Ambiente.

Marco Domizio

Marco Domizio: la carriera prima di Ares Ambiente

Nato a Bergamo nel 1974, Marco Domizio avvia la propria carriera professionale subito dopo aver conseguito il diploma. Il suo primo impiego lo vede impegnato presso un’azienda lombarda specializzata nell’intermediazione dei rifiuti, dove si occupa anche della partecipazione nelle gare d’appalto. Ricopre in seguito diversi ruoli come Responsabile Commerciale, dapprima in una società specializzata in spurghi e pulizie industriali e poi in una primaria azienda della provincia di Milano. In questo periodo gestisce anche l’installazione di sette impianti di trito-vagliatura in Campania. La sua esperienza nel settore si consolida ulteriormente operando prima nel comparto del trasporto transfrontaliero di rifiuti, sia a mezzo gomma/intermodale sia via mare, e in seguito ricoprendo il ruolo di Responsabile Commerciale in un impianto di compostaggio. Successivamente Marco Domizio è Responsabile nella gestione di una cava di estrazione di minerali naturali, per poi collaborare con due realtà attive nel settore ambientale. Forte delle competenze maturate, nel 2008 porta a compimento la fondazione di una propria azienda: Ares Ambiente.

Marco Domizio: nascita e sviluppo di Ares Ambiente

Grazie alla solida esperienza acquisita nel settore, Marco Nicola Domizio riesce a fondare un’azienda di successo incentrata sui principi di efficienza, economicità e trasparenza. In pochi anni Ares Ambiente riesce così a farsi strada nel comparto, specializzandosi nei servizi dedicati all’ambiente e operando su tutto il territorio italiano. Nello specifico, è attiva nell’intermediazione dei rifiuti e nella gestione di impianti autorizzati, con servizi che spaziano dallo smaltimento al recupero fino ad occuparsi, per i clienti, del trasporto di rifiuti “speciali pericolosi” e “speciali non pericolosi”. In linea con la classificazione “Elenco Europeo dei Rifiuti – EER 2014/955/UE”, le sue attività si focalizzano sul trattamento di rifiuti caratterizzati in numerosi codici CER/EER – Codice Europeo dei Rifiuti. Ares Ambiente è iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, Categoria 8 Classe A e Categoria 4F e 5F – Sezione Regionale della Lombardia e si distingue per un impegno costante verso servizi di alta qualità ed efficienza. Lo conferma anche il titolo di azienda Best Performer nella provincia di Bergamo, assegnato da “LombardiaPost” sia nel 2021 che nel 2022.

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Renault Group, il CEO Luca de Meo: necessaria una strategia per le auto elettriche in UE

UE e auto elettriche, Luca de Meo a “Il Sole 24 Ore”: “Non basta quello che si sta facendo per creare una strategia o una politica”.

Luca de Meo

Luca de Meo: fondamentale una strategia complessiva sul settore auto

Ha parlato di un “gigantesco esercizio burocratico” Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, intervistato da “Il Sole 24 Ore” sui più recenti sviluppi in materia di mobilità elettrica a livello europeo. In particolare, per quel che riguarda il settore privato delle auto, per il quale è necessario sviluppare un piano strategico su cui puntare per competere globalmente. E la Cina, dal canto suo, conferma una posizione di leadership in tale sfida grazie a un piano preciso dedicato al settore. In Europa “non basta quello che si sta facendo per creare una strategia o una politica”, ha evidenziato il CEO Luca de Meo, specificando come in tale contesto l’ACEA “vuole essere parte della soluzione, non del problema. Siamo a favore della transizione ambientale, certo non l’abbiamo rifiutata, ma si tratta, ripeto, di avere una strategia complessiva”.

Luca de Meo: la Cina guida il settore, in Europa “regolamentazione eccessiva”

Proseguendo sul tema, il CEO Luca de Meo ha osservato come, nel contesto globale, “gli Stati Uniti tendono a stimolare l’attività economica, la Cina tende a guidarla, e l’Unione Europea tende a regolamentarla”. Il nostro Continente paga lo scotto di un “gigantesco esercizio burocratico”, così come definito dal CEO di Renault Group, che ha parlato di una “regolamentazione eccessiva” citando, ad esempio, il regolamento dedicato alla sicurezza delle automobili in vigore dal prossimo anno. “Verrà a costare 400-500 euro in più per veicolo. Verranno aggiunte ad ogni auto 18-22 funzioni, molte delle quali non interessano al cliente finale”, ha evidenziato nell’intervista. Il costo si riverserà sul prezzo finale d’acquisto a prescindere dal tipo di vettura: “Sia per una Fiat 500 che per una Mercedes Classe S. L’impatto sul prezzo di una Fiat 500 è evidente”. Una riflessione, infine, sull’andamento del mercato a livello internazionale: “Il mercato mondiale è di 85 milioni di auto, di cui 13 milioni vendute in Europa. Le case produttrici non hanno l’incentivo a seguire le regole europee, perché il mercato è soprattutto altrove”, così Luca de Meo in conclusione.

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Mario Putin: Serenissima Ristorazione pronta a inaugurare una nuova area produttiva

Leader nel settore della ristorazione collettiva, scolastica, aziendale e sociosanitaria, Serenissima Ristorazione, guidata da Mario Putin, vanta un fatturato di 280.000.000 euro, conta oltre 7.000 dipendenti e 13 società correlate. Innovazione e sostenibilità sono i driver strategici nei quali il Gruppo investe da sempre.

Serenissima Ristorazione di Mario Putin

Mario Putin: Serenissima Ristorazione amplia il centro cottura di Boara Pisani

A Boara Pisani, in provincia di Padova, sorge il centro cottura in legame refrigerato di Serenissima Ristorazione al quale l’azienda ha dedicato importanti investimenti negli ultimi mesi. La realtà guidata da Mario Putin ha infatti deciso di ampliare il centro cottura, dotandolo di una nuova area produttiva e logistica equipaggiata con attrezzature innovative e tecnologicamente avanzate. Questo contribuirà a rendere i pasti forniti dal leader della ristorazione collettiva ancora più sicuri sotto il profilo igienico-sanitario, migliori dal punto di vista qualitativo e di differenziazione della dieta. Con 30.000.000 di euro investiti su una superficie totale di 12.000 mq e oltre 300 operatori impiegati al suo interno, il centro cottura di Boara Pisani ha tutte le carte in regola per diventare uno dei più moderni e tecnologicamente avanzati d’Europa.

Serenissima Ristorazione: il Cook&Chill della realtà guidata da Mario Putin è un successo negli ospedali

Tra i primi ambiti in cui Serenissima Ristorazione si è specializzata, quello socio sanitario continua ad essere un settore di grandi soddisfazioni. Cook&Chill, la tecnica ideata dalla società guidata da Mario Putin, sta riscuotendo enorme successo tra le strutture sanitarie. Soprattutto a seguito della realizzazione del centro cottura di Boara Pisani, sempre più strutture si sono mostrate interessate. Attualmente, sono 60 i nosocomi che vengono riforniti dal centro cottura. Segno che investire nell’innovazione, puntando al legame refrigerato con il fine di minimizzare il rischio microbiologico e razionalizzare le diete risolvendo i problemi logistici legati al trasporto e alla distribuzione, è stata una scelta più che efficace.

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Riva Acciaio: eccellenza e leadership nell’industria siderurgica italiana

Fondata negli anni ‘50 da Emilio ed Adriano Riva, Riva Acciaio è passata dal commercio di rottami ferrosi alla produzione di acciaio di alta qualità. Attraverso una visione lungimirante e una strategia di acquisizioni, l’azienda ha raggiunto una posizione di rilievo sia in Italia sia a livello internazionale, contribuendo alla crescita e al successo dell’industria siderurgica nazionale.

 Riva Acciaio

Riva Acciaio: una visione lungimirante per l’industria siderurgica italiana

Riva Acciaio è un’eccellenza nell’industria siderurgica italiana, una realtà di grande importanza che riunisce le attività del Gruppo Riva nella penisola. Fondata nel 1954 da Emilio ed Adriano Riva, rappresenta uno dei principali protagonisti europei nel settore dell’acciaio. La società è controllata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici ed è specializzata nella produzione di prodotti lunghi e acciai di alta qualità. Grazie a oltre 60 anni di esperienza, il Gruppo ha consolidato una leadership indiscussa in questo settore, introducendo importanti innovazioni tecnologiche, tra cui la colata continua curva a tre linee, un primato assoluto in Italia, insieme ad altre significative innovazioni siderurgiche. Un elemento di grande valore per l’azienda è il suo avanzato laboratorio di ricerca e sviluppo, situato nello stabilimento di Lesegno (CN), che dispone di sofisticate apparecchiature, tra cui il simulatore termomeccanico “Gleeble 3800”. Questo laboratorio ha stretto numerosi accordi di collaborazione con importanti centri universitari e di ricerca, come il Politecnico di Torino e l’Università di Pisa. Tale sinergia tra l’azienda e le istituzioni accademiche consente di promuovere l’innovazione e lo sviluppo tecnologico nell’ambito dell’industria siderurgica. Dopo la fondazione, Riva Acciaio è cresciuta rapidamente, passando dal commercio di rottami ferrosi alla produzione di acciaio. Nel 1956, viene costruito lo stabilimento siderurgico a Caronno Pertusella, in provincia di Varese, che si distingue per la sua dimensione e per l’adozione di tecnologie all’avanguardia, come il forno elettrico ad arco. 

La crescita internazionale di Riva Acciaio

Negli anni ‘60, l’industria siderurgica italiana affronta una forte concorrenza internazionale e per rimanere competitiva, Riva Acciaio introduce la colata continua curva a tre linee, diventando la prima azienda italiana a utilizzare questa tecnologia. Nel frattempo, l’azienda inizia a espandersi sia in Italia sia all’estero attraverso acquisizioni strategiche. Nel 1966, acquisisce le Acciaierie e Ferriere del Tanaro e diventa socia di minoranza nella SEII. Alla fine degli anni ‘60, la produzione di acciaio raggiunge così le 300.000 tonnellate all’anno e l’azienda avvia l’export dei suoi prodotti sui mercati internazionali. Negli anni ‘70, nonostante la crisi petrolifera e la concorrenza estera, il Gruppo siderurgico prosegue con il piano di investimenti e si espande ulteriormente a livello internazionale. Acquisisce la Siderúrgica Sevillana in Spagna nel 1971 e nel 1974 costituisce la Associated Steel Industries (ASI) in Canada, oltre all’acquisizione dell’acciaieria di Iton Seine in Francia nel 1976. Due anni più tardi, diventa il primo operatore europeo a vendere acciaio direttamente in Cina. Alla fine degli anni ‘70, la produzione di acciaio supera 1,1 milioni di tonnellate. Negli anni ‘80, Riva Acciaio continua la propria espansione attraverso acquisizioni in Francia, Belgio e Germania. Acquisisce la maggioranza dell’ALPA (Aciéries et Laminoirs de Paris) in Francia nel 1988, mentre quattro anni più tardi rileva due impianti siderurgici a Berlino. Nel frattempo, la produzione di acciaio continua a crescere rapidamente e nel 1994 raggiunge 5,8 milioni di tonnellate, consolidando la posizione del Gruppo come uno dei principali attori dell’industria siderurgica europea.

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