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24 Marzo 2024

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“Diario di volo”: la guida di Paolo Gallo (Italgas) per affrontare la transizione digitale

Partendo dalla sua esperienza alla guida di Italgas, Paolo Gallo esplora nel libro “Diario di volo. Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità” l’importanza della trasformazione digitale come motore per la transizione ecologica.

Paolo Gallo

Un viaggio nel cambiamento guidato da Paolo Gallo

Alla guida di Italgas dal 2016 in qualità di Amministratore Delegato, nel suo libro Paolo Gallo mette nero su bianco i concetti chiave di questa trasformazione costante: l’innovazione, la digitalizzazione, il

lifelong learning e la sostenibilità. Ogni capitolo costituisce un tassello fondamentale nel mosaico della transizione digitale, mentre le riflessioni dell’AD rappresentano una sorta di visione anticipatoria che si è già andata concretizzando nel corso dei mesi attraverso progetti di successo che hanno portato a risultati tangibili e misurabili. “Diario di volo” è quindi un viaggio nel cambiamento che invita a guardare al futuro con maggiore consapevolezza e fiducia, nonostante gli eventi storici e sociali che hanno seguito la fine della stesura del libro nel 2021.

Paolo Gallo: Italgas come faro nella trasformazione del settore

Il libro di Paolo Gallo offre dunque una visione proattiva e lungimirante sulle trasformazioni in corso nel settore energetico, partendo dalla pandemia fino al conflitto russo-ucraino, passando per l’approvazione del REPowerEU e l’importanza crescente delle fonti rinnovabili come il biometano e l’idrogeno. Un contesto nel quale Italgas emerge come punto di riferimento globale nel settore delle reti di distribuzione del gas smart, digitali e flessibili. “Diario di volo. Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità” non è però solo un resoconto sull’operato del Gruppo guidato da Paolo Gallo, rappresenta bensì un punto di partenza fondamentale per comprendere le sfide attuali e valutare il progresso fatto finora.

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Gianni Lettieri porta avanti con Atitech il sogno di un polo unico nazionale della manutenzione

Attraverso gli alti e bassi di un settore messo in seria difficoltà dalla pandemia, Atitech, sotto la guida di Gianni Lettieri, ha saputo trasformare le sfide in opportunità, espandendosi grazie allo stabilimento di Fiumicino e diversificando le sue attività per adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato.

Gianni Lettieri

Atitech e Gianni Lettieri, storia di resilienza e innovazione

In un’epoca caratterizzata da crisi e incertezze, il settore aeronautico è stato uno dei più colpiti, con la pandemia da Covid-19 che ha gettato ombre lunghe sull’industria. Tra le realtà del settore che hanno mostrato maggiore resilienza spicca Atitech, la MRO guidata da Gianni Lettieri che può vantare, a dispetto delle difficoltà, un 2023 con una crescita dei ricavi a doppia cifra. L’evoluzione di Atitech, costola della vecchia Alitalia oggi punto di riferimento nel panorama europeo della manutenzione aerea, è una storia che rispecchia il coraggio imprenditoriale e la determinazione nel perseguire una visione. Nel 2009 Gianni Lettieri, già affermato nel settore tessile e Presidente dell’Unione Industriale, prima di Avellino e poi di Napoli, si lancia in una nuova impresa: l’acquisizione e il rilancio dell’ex Ati di Capodichino. Ciò che tuttavia ha distinto il percorso di Atitech è stata la visione portata avanti dall’imprenditore, il quale ha sempre avuto in mente il sogno di creare un polo nazionale dedicato alle manutenzioni aeronautiche. Attraverso acquisizioni strategiche e investimenti mirati, negli anni l’imprenditore ha trasformato Atitech in un’officina full-maintenance in grado di soddisfare le esigenze dei clienti a 360°, mantenendo salda l’attenzione per la qualità e l’eleganza tipiche del Made in Italy.

Gianni Lettieri: le attività di Fiumicino e la strategia di diversificazione

L’acquisizione dello stabilimento di Fiumicino dell’ex Alitalia Engineering Maintenance, dotato di quattro hangar e linee di produzione per diversi tipi di aeromobili, è stato uno dei passi significativi più recenti verso l’obiettivo di Gianni Lettieri. Nonostante le sfide imposte dalla pandemia, Atitech ha dimostrato una crescita costante anche nella produzione, con i livelli che nel 2023 sono aumentati in modo significativo sia a Napoli che a Fiumicino, riflettendo l’efficacia delle strategie messe in atto dall’azienda. Attualmente, grazie ai suoi 1.500 dipendenti, offre i suoi servizi a circa un centinaio di clienti, nazionali e internazionali. Il core business di Atitech è rappresentato dalla manutenzione e dall’ingegneria di velivoli, motori e componenti, ma l’azienda guarda anche al futuro, puntando sulla diversificazione delle attività. In una recente intervista, Gianni Lettieri ha ricordato come l’azienda sia partita occupandosi esclusivamente di maintenance di base, per poi arrivare alla line maintenance e oggi allo sviluppo di nuove attività, come la manutenzione dei carrelli e della parte interna dei motori. Inoltre, Atitech ha investito nella conversione degli aeromobili da passeggeri a cargo, un settore in crescita grazie all’espansione degli e-

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Pier Silvio Berlusconi: donne e under 30, nuove assunzioni e piani di crescita per MFE

“Lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo avanti per altri tre (anni, ndr) con un complessivo di 1.000 nuove assunzioni”: la risposta di Mediaset alle sfide del settore nell’intervista all’AD Pier Silvio Berlusconi del “Corriere della Sera”.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: Mediaset in controtendenza, sviluppo e nuove assunzioni in risposta alle sfide del settore

Quale futuro per Mediaset? Ne ha parlato l’AD Pier Silvio Berlusconi in un’intervista che il “Corriere della Sera” ha pubblicato lo scorso 18 marzo. In uno scenario particolarmente complesso “avremmo potuto stringere la cinghia, ‘fare economie’, ‘fare efficienza’ come si dice in gergo aziendale e come fanno le grandi multinazionali”: Mediaset invece ha deciso di rispondere rilanciando. “Abbiamo preferito puntare sullo sviluppo con orgoglio. E con un po’ di coraggio farlo mentre il settore dei media va in direzione opposta. Noi, in controtendenza, assumiamo. E assumiamo per metà under 30 e per il 50% donne. Abbiamo già iniziato lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo andare avanti per altri tre con un complessivo di 1.000 nuove assunzioni”, ha spiegato Pier Silvio Berlusconi. Parola d’ordine quindi: sviluppo. E il saldo fra chi entra e chi esce è assolutamente positivo, aggiunge l’AD: “Il nostro organico sta crescendo. Non assumiamo solo data scientist o digital oriented già formati che hanno un loro ruolo già definito in azienda, ma anche giovani che formiamo singolarmente e che seguiremo nel corso della loro carriera. Tra loro ci sono i nostri manager del futuro”.

MFE, Pier Silvio Berlusconi: ogni nazione deve farsi una tv adatta al proprio pubblico, calda, locale, in diretta

La televisione generalista, sottolinea Pier Silvio Berlusconi nell’intervista, “se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande”. E nel caso di Mediaset “continua a dare soddisfazioni”: difficile negare che sia “tostissima” ma “con il giusto mix di esperienza e investimenti si può addirittura crescere”. E i numeri sembrano dargli ragione: “È presto per dirlo e ci vuole cautela. Ma contrariamente alle previsioni degli analisti, il mercato sembra tonico. La nostra raccolta pubblicitaria di Gruppo in Italia e Spagna nel primo trimestre del 2024 ci fa vedere un +5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con due guerre, i tassi di interesse alle stelle, l’inflazione, il caro energia e via dicendo, anche il 2023 lo vedevamo durissimo. Eppure, stiamo per chiudere il bilancio con un utile superiore ai 217 milioni del 2022. E senza l’effetto contabile dei dividendi della Germania”. Il riferimento è alla situazione di ProsiebenSat, in perdita: “È importante che cambi rotta e torni a investire sulla televisione”. Il progetto di MFE (MediaForEurope) per creare un grande broadcaster europeo, rimarca in merito Pier Silvio Berlusconi, non significa fare una tv italiana in Germania con prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima: “Ogni nazione deve farsi una tv adatta al proprio pubblico. Calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato e in questo caso assolutamente tedesca. Noi persino in Italia stiamo aumentando il prodotto italiano, lo stiamo facendo in Spagna dando vita a una tv moderata, familiare e moderna. Ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”.

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Renato Mazzoncini: premiato da Arena Digitale per la sua leadership innovativa

La sede di Arena Digitale ha fatto da cornice a un evento durante il quale l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A Renato Mazzoncini è stato insignito del Premio Arena Digitale.

Renato Mazzoncini

Conferito a Renato Mazzoncini il premio Arena Digitale

Il conferimento del premio a Renato Mazzoncini riflette il positivo ruolo svolto dal manager contributo nel settore della trasformazione digitale e della sostenibilità aziendale. Dal suo insediamento in A2A nel maggio 2020, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale ha guidato la Life Company verso nuovi traguardi di innovazione e responsabilità ambientale. Una visione che ha contribuito notevolmente al successo e all’evoluzione del Gruppo nel contesto digitale contemporaneo. La cerimonia di premiazione è stata un momento di incontro per il mondo imprenditoriale e accademico, con la presenza di studenti, professionisti e rappresentanti istituzionali e ha costituito un’importante piattaforma per il networking e lo scambio di idee.

Renato Mazzoncini: un percorso di leadership tra innovazione digitale, sostenibilità e impatto sociale

Il discorso di Renato Mazzoncini ha toccato temi cruciali quali l’indipendenza energetica, l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale, le dinamiche demografiche e le sfide della geopolitica globale. La sua analisi approfondita ha messo in luce la necessità di un approccio olistico e lungimirante nel settore aziendale, fondamentale per affrontare le sfide attuali e future. L’assegnazione del Premio Arena Digitale riconosce quindi il ruolo del manager come un leader capace di ispirare cambiamenti positivi. La sua gestione in A2A è un esempio concreto di come le decisioni aziendali possano essere orientate anche al benessere sociale, all’inclusione e alla tutela ambientale. L’evento ha inoltre fatto da catalizzatore per discussioni sull’armonizzazione dell’innovazione digitale con la sostenibilità e l’inclusione, temi cari a Renato Mazzoncini.

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Materie prime, le grandi aziende continuano la corsa al rame

Da un po’ di tempo a questa parte, sul mercato delle materie prime è scoppiata una frenesia per quanto riguarda il rame. Diversi giganti aziendali stanno infatti portando avanti operazioni di acquisizione di miniere di metallo rosso, spendendo montagne di milioni.

La corsa alle materie prime

rameHa fatto notizia, ad esempio, l’acquisto della miniera di Khoemacau, in Africa, da parte della China Minmetals, il potente gruppo statale cinese. L’acquisto è costato circa 1,88 miliardi di dollari, e fa parte di un piano strategico che la Cina sta portando avanti da tempo per insediarsi in Africa e Sud America.

Pochi mesi prima, era stato il gigante anglo-australiano BHP ad acquisire la rivale OZ Minerals, ricca di rame, per 6,38 miliardi di dollari. Un altro colosso delle materie prime, l’americana Newmont, poco prima aveva pagato 19 miliardi per acquistare Newcrest.

Perché così tanto interesse?

Tra tutte le materie prime, il rame è al centro della competizione internazionale per il suo ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica, al pari (se non di più) del Litio o delle Terre rare, altri due minerali molto richiesti sulla borsa Xetra.
Il metallo rosso è una materia prima ampiamente utilizzata nell’edilizia, nelle reti elettriche e nei beni di consumo a basse emissioni di carbonio. Ma soprattutto ha un ruolo fondamentale per l’industria solare e quella automobilistica.

Qualche numero…

Si stima che ogni auto in futuro richiederà non meno di 80-100 chili di rame, rispetto ai circa 20 chili di un veicolo convenzionale. Nel settore solare, il fabbisogno di questa materia prima dovrebbe quintuplicare rispetto a quello di una centrale elettrica a gas. E non dimentichiamo le turbine eoliche offshore, che richiedono un numero considerevolmente maggiore di cavi per essere collegate alla costa. Questo basta a spiegare perché il prezzo del rame è salito a circa 4 dollari per libbra, con il Parabolic Sar che si è spostato sotto la linea della quotazione.

La corsa al rame

Diventa chiaro adesso perché c’è questa corsa ad accaparrarsi le forniture per il futuro. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), la domanda globale di rame dovrebbe crescere del 40% entro il 2040, il che potrebbe portare a una carenza globale, e quindi a una esplosione di prezzo.

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