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18 Ottobre 2014

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Siro Polazzetto presenta i suoi sassi dai volti arcaici alle mostre veneziane curate da Sgarbi

La grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” sta ricevendo ottimi consensi di pubblico e critica. Dopo il mega vernissage inaugurale in data 27 Settembre resterà allestita fino al 24 Ottobre 2014 con la curatela del professor Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Le location ospitanti sono due luoghi secolari simbolo dell’alta nobiltà, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nella selezionata cerchia dei personaggi spiccano Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Lo scultore Siro Polazzetto è stato inserito nel novero dei rinomati nomi presenti in esposizione con una serie di creazioni di matrice etnica e cosmopolita.
Polazzetto guarda al passato, ma non perde di vista il futuro e ciò si denota dalle opere in stile maschere totemiche dalle forme arcaiche, intrise di forte simbologia, che rimandano i soggetti da lui realizzati alla società contemporanea e alla visione dell’uomo moderno, che si proietta sulle cose circostanti.
Di lui è stato scritto “È un maestro e un tecnico. Dalla frequentazione quotidiana con l’arte antica in qualità di esperto restauratore ne deriva il desiderio di cimentarsi con un’espressione propria, senza imitazioni e neppure plagi, ma con la visione delle immagini che lo circondano costantemente. Riesce a spaziare all’interno di una varietà di tecniche e materiali, di cui sfrutta ogni intrinseca qualità espressiva. La sicurezza delle pennellate quando dipinge, l’abilità nel creare forme di poliuretano, che abbiano una vita animale, la maestria nel riprodurre fisionomie in resine simili a vetro testimoniano l’innato talento e l’estro fantasioso”.
Molto significativo il contributo di Polazzetto con l’incarico di restauratore permanente di Mosaico nella Basilica di San Marco a Venezia dal 1973. Come membro onorario della prestigiosa “Scuola di Mosaico” ha lavorato nella realizzazione di importanti composizioni per vari paesi stranieri, tra cui il Kuwait, la Nigeria, l’Arabia Saudita.

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Il vero valore Di Scientology

Tramite l’auditing e lo studio, gli Scientologist sono arrivati a comprendere come gran parte del nostro mondo sia provvisorio, precario e basato su cose che non sopravvivono o che vengono distrutte. Sanno che la pratica di Scientology può restituire all’individuo le sue piene potenzialità e che questi successi durano per sempre, conducendolo verso la realizzazione della propria immortalità.

Intrappolate come sono nel ritmo della produzione quotidiana, bombardate dal tipico materialismo della nostra epoca, è davvero difficile per molte persone rendersi conto che possono esistere stati di esistenza più elevati.

Tuttavia esistono.

La pratica di Scientology ha a che fare con il miglioramento dello stato dell’Uomo e apre, su un ponte assolutamente sicuro, la strada verso il futuro. Questa via da sempre sognata nelle epoche del passato, non era mai esistita finora per l’Uomo.

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.scientology.it

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L’ESPOSIZIONE DEL WERKBUND A COLONIA, MAGGIO-AGOSTO 1914. PRODUZIONE DI PACE IN TEMPO DI GUERRA.

Il 22 ottobre 2014, alle ore 18, si inaugura, presso la Biblioteca Centrale della Facoltà di Architettura (Roma, via Gramsci 53, Info: Tel. 06.49919126, e-mail: [email protected]), la mostra, L’Esposizione del Werkbund a Colonia, Maggio Agosto 1914. Produzione di Pace in Tempo di Guerra. La mostra, a cura di Alberto Giuliani, rimarrà aperta dal 23 ottobre al 28 novembre, dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 19.00; ingresso libero.

Questa mostra, organizzata nell’ambito delle celebrazioni sull’ Esposizione del Werkbund tedesco nella città di Colonia, ci offre la possibilità di riflettere in maniera approfondita, a cento anni di distanza, su un evento che possiamo considerare epocale nel quadro dello sviluppo delle Arti Applicate e dell’Architettura del Novecento europeo e mondiale. Il 1914 è segnato dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale che rappresenta uno spartiacque nella storia contemporanea e che coincide, a livello culturale, con un momento di grande crisi. Le nuove istanze di rinnovamento artistico convivono ancora con una tradizione – spesso recente e gloriosa come nel caso della Secessione viennese – la cui influenza è ancora viva e presente negli artisti e nella realtà produttiva. Nel caso specifico la natura a tratti contraddittoria dell’esposizione stessa, caratterizzata dalla presenza di alcuni dei personaggi che, a vario titolo, saranno i protagonisti del rinnovamento del linguaggio architettonico e del design negli anni immediatamente successivi, rappresenta in modo particolarmente evidente il travaglio attraverso il quale si cominciavano a prefigurare gli orizzonti futuri.

La presenza all’Esposizione di Colonia di personalità note come Hoffmann,  Van de Velde,  Behrens, Gropius e Taut, e di altre sin qui trascurate, ci introduce in una temperie all’interno della quale il dibattito sullo stile e sulla forma assumeva i connotati di uno scontro tra mondi ormai lontani e non più conciliabili: proprio le visioni ormai estenuate della grande tradizione austriaca e tedesca avevano posto le basi, in ambito mitteleuropeo, per quel corto circuito che prelude all’avvento del Movimento Moderno. Il serrato confronto tra gli operatori che vedevano nel rinnovamento della produzione artigianale attraverso il diretto apporto dell’arte e dell’industria l’unica strada plausibile per permettere una diffusione capillare del prodotto di qualità all’interno della società, era percorso da tensioni che nell’Esposizione di Colonia ebbero uno dei momenti di maggiore espressione. Le tesi propugnate da Hermann Muthesius sulla necessità di standardizzare il prodotto artistico e le rivendicazioni di Henry Van de Velde sull’unicità non replicabile del gesto creativo ne sono la testimonianza più nota ed evidente.

In realtà, come la mostra cerca di illustrare, le diverse posizioni teoriche spesso non coincidevano con una coerenza progettuale che ne costituisse la concreta dimostrazione. Grandi personalità come lo stesso Muthesius, tra i fondatori del Werkbund tedesco nel 1907,  o come Peter Behrens – che nel 1909 aveva realizzato gli innovativi e fondamentali edifici dell’AEG di Berlino – di fronte al tema leggero dei padiglioni dell’Esposizione, decidono di non andare oltre ad architetture di circostanza, improntate a una depurata  tradizione tardo ottocentesca – Muthesius nella Casa del Colore (Farbenschau) – o a un austero classicismo – Behrens nel Padiglione delle Feste (Festhalle).

Inaugurata il 16 Maggio 1914 in un clima di festosa euforia, l’Esposizione, che era previsto dovesse proseguire fino all’Ottobre successivo, viene drammaticamente e repentinamente chiusa ai primi di Agosto a seguito della dichiarazione di guerra della Germania alla Francia: in brevissimo tempo vengono smantellati tutti gli allestimenti e demoliti i padiglioni, creando una lunga catena di fallimenti e disastri finanziari tra le industrie e le ditte produttrici che avevano sponsorizzato o investito ingenti capitali nell’evento. Il primo ad essere demolito fu il Padiglione del Vetro (Glashaus) di Bruno Taut, forse proprio a causa delle frasi che correvano nel fregio perimetrale esterno non propriamente consone ad un momento nel quale il confronto tra i popoli lasciava il posto alle ostilità militari: questo edificio insieme ad alcuni elementi della Fabbrica Modello di Walter Gropius (Musterfabrik), diventerà tra le icone più note e celebrate dell’Architettura del Novecento.

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Anche i miti del wrestling nell’offerta di EMP

Il primo sito di e-commerce rock d’Europa arricchisce la sua offerta grazie a un accordo con WWE:
arrivano le t-shirt ed il merchandising ufficiale delle stelle del wrestling

Milano – Chi non conosce Hulk Hogan, The Undertaker, John Cena e Triple H? Tra i più giovani, ma non solo, il wrestling è sinonimo di spettacolo, oltre che di prestazioni fisiche portate all’estremo. Da oggi, per il pubblico italiano sarà ancor più facile immedesimarsi negli eroi di questa disciplina tanto affascinante quanto spettacolare. Grazie a un accordo siglato con WWE EMP, il primo sito di e-commerce rock d’Europa, ha esteso la propria offerta al merchandising ufficiale delle stelle del wrestling.
Nella sezione dedicata sul sito, sono già disponibili le t-shirt ufficiali dei grandi campioni di questo sport, oltre a vari articoli di merchandising firmati WWE. Con pochi clic del mouse, gli amanti del wrestling potranno assicurarsi gli articoli firmati dai loro beniamini, con tutta la comodità e le garanzie che il marchio EMP è solita offrire ai suoi clienti.
“Da sempre, al centro del mondo dello spettacolo c’è il desiderio di vivere un’esperienza speciale, immedesimandosi man mano nei personaggi che incontriamo”, spiega Alberto Gaglio, country manager di EMP Mailorder Italia. “Il wrestling è uno spettacolo, prima ancora che una disciplina sportiva, e le sue stelle hanno un following fedele ed appassionato, proprio come succede alle rockstar. Questa nuova sezione arricchisce ulteriormente la nostra offerta, per rispondere ai desideri di chi ci segue da anni, come di chi si accosta ora al nostro sito.”
L’accordo con WWE va ad arricchire l’offerta online di EMP, che nel tempo si è allargata a coprire vari filoni. Dal merchandising musicale ufficiale, con il quale l’azienda ha mosso i primi passi, EMP ha ampliato nel tempo il proprio raggio d’azione, andando man mano ad offrire articoli ispirati al mondo del cinema, della televisione, del gaming, oltre che ai brand più amati dai teenager (e non solo) di tutto il mondo.
WWE (World Wrestling Entertainment) è la principale federazione mondiale di wrestling. Con sede a Stamford, nel Connecticut, e uffici in diversi paesi del mondo, si occupa dell’organizzazione e della gestione di show televisivi quali Monday Night Raw e Friday Night SmackDown, che raggiungono 13 milioni di ascoltatori negli USA e sono trasmessi in 30 lingue in più di 145 paesi. Oltre al wrestling, WWE si occupa anche di cinema, musica e merchandising, ed è quotata in borsa al New York Stock Exchange.
Per restare in ambito sportivo, EMP ha recentemente reso disponibile sul suo sito il merchandising ufficiale NBA, che permette di soddisfare i gusti di tutti gli amanti del campionato di basket più bello e spettacolare del mondo.
L’intera offerta di EMP – che comprende abbigliamento, accessori, merchandising, gadget, supporti musicali e tanto altro ancora – è disponibile al sito www.emp-online.it.

EMP
EMP Mailorder Italia è la filiale italiana di EMP Merchandising, azienda che da oltre 25 anni opera in Germania ed in Europa ed è un punto di riferimento per tutto il merchandise del vecchio continente. Sponsor dei maggiori festival europei, EMP ha un moderno centro logistico in Germania da dove partono migliaia di spedizioni ogni giorno e milioni di cataloghi ogni anno. EMP opera direttamente anche in Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra, Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Spagna e Portogallo, oltre che in tutto il mondo con il catalogo internazionale.

Contatti per la stampa
AXICOM
Sandro Buti, Silvia Asperges
Email: [email protected], [email protected]

EMP
Fabio Rodighiero, Marketing Manager
Email: [email protected]

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le multiformi geometrie variopinte creazioni di Nino Leanza

In occasione della grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” a cura del critico Vittorio Sgarbi è possibile ammirare una corposa carrellata di creazioni di altissimo livello nel contesto di due strutture espositive di aristocratica origine, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 ed è visitabile ad ingresso libero. Tra i nomi salienti si annoverano Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il noto pittore Nino Leanza è stato selezionato nell’esclusivo gruppo dei partecipanti con i suoi dipinti dal coreografico cromatismo.

Nel commentarne l’abilità creativa è stato dichiarato “Non l’idillio, ma l’enigma del paesaggio egli fissa con colori terrosi, che sanno di antichissime emozioni, di stravolgimenti tellurici, di detriti e di cenere. Pittura pregna dello sgomento della natura, di un frammento cosmico, che nel divenire del tempo e nel mutare delle stagioni è metafora dell’essere e dell’esistere. I colori materici, grumosi, si frantumano, si spezzano, si compongono a tratti e macchie. Sono eredi più che del tardo impressionismo, dell’energia espressionista, della drammaticità disperante con una semantica personale, che è insieme realismo sognante e accensione Fauve”.

Dopo aver conosciuto Monet, Degas, Matisse e Vlaminck Leanza elabora una poetica visionarietà del paesaggio. C’è anche un’esperienza d’ispirazione astratta di chiara matrice costruttiva. La sintassi geometrica e razionale segue campiture di colori serigrafici che rimandano all’influenza dei maestri russi così come dei futuristi per il dinamismo delle forme, che si ritagliano e si strutturano come una sorta di puzzle su tela, che rievoca soli, cieli, montagne, mari in un mondo surreale e giocoso, che si sviluppa nella scansione di cunei, piani, sfere intersecanti, che planano e roteano simultaneamente, creando un vivace effetto d’insieme molto originale e di immediato impatto visivo.

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