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26 Gennaio 2021

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Frolla artistica

Frolla dipinta consigli pratici

Come dipingere sulla pasta frolla

Da quando ho conosciuto questa arte ho pensato di condividere in questo articolo e con gli altri, perché spesso mi ritrovo anche nel mio blog a parlarne a fare dei tutorial fotografici e video.

Sto dedicando molto a questa arte e tramite quest’ultima ho conosciuto tantissime blogger a cui piace farla come me, perché ho creato anche un gruppo un canale dove spiego gratuitamente come fare. Perché mi è venuto in mente proprio questo: perché spesso alle feste per bambini, la torta  in pasta di zucchero anche se bella scenograficamente può non piacere la copertura, ed ecco che entra in scena la pasta frolla, decorata e dipinta perché quest’ultima piace a molti, sia grandi che piccini.

È un dolce molto semplice e versatile da fare, e per il disegno una volta presa la mano credo  che sia il meno dei problemi.

Poi la si può personalizzare, cambiando le creme all’interno, si può per esempio usare la crema pasticcera, la crema cantilena, la ganache al cioccolato fondente o al latte, e tantissime altre, e il disegno va sopra, come un coperchio che copre la crema.
È una idea bella e al tempo stesso completa una scenografia di un tema scelto ad una festa di bambini, quindi se il bimbo/a ha scelto per esempio la sirenetta, la tavola sarà imbandita con tutto l’occorrente, dalle stoviglie di cartone a tema, alla torta in pasta di zucchero e affianco ma non meno importante, una bellissima torta dipinta con lo stesso soggetto di quella in pdz (pasta di zucchero).

Come si fa una torta del genere?

Allora, si può usare un rotolo già pronto di pasta frolla oppure la fai tu con la ricetta che usi sempre, che hai nel tuo ricettario ereditato, tanto quasi tutte vanno bene. È sempre consigliabile farla senza usare lievito per dolci, e metterla in frigo subito dopo aver fatto il panetto, anzi io faccio anche la forma e la metto in frigo già stesa, perché il burro che è un ingrediente della pasta frolla, tende poi a farla sudare se tenuta fuori.

La base può essere cotta da sola (usando il metodo dei ceci  se cotta in bianco), oppure con la crema, se utilizzate la crema alle nocciole vi consiglio di metterci sopra mentre si cuoce un foglio di alluminio per mantenere morbida la crema.

Per il disegno sulla pasta frolla: come si procede?

Io uso un pennarello alimentare, e con della carta da forno faccio il disegno, se sei brava, puoi farlo a mano libera, se invece non te la cavi tantissimo a disegnare, stampa un disegno da internet e mettilo sotto alla carta da forno, e ricalca con il pennarello alimentare.

Esiste anche la matita alimentare, sembra una normale matita con la mina, ma è per alimenti, può essere usata anche quella per fare il ricalco sulla pasta frolla facendo attenzione a non bucarla, quindi dovete appoggiare la punta in modo leggero, ed è consigliabile arrotondarla un pochino magari usando della carta vetra conservata solo per queste occasioni.

Finito di ripassare i bordi con il pennarelloalimentare, prendi il foglio giralo e posizionalo sul disco di pasta frolla precedentemente steso, e fai una leggera pressione, per far trasferire il colore dalla carta forno alla pasta frolla.

A proposito io lavoro su pasta frolla cruda, ma ciò non toglie che potreste lavorare anche con una gia cotta, l’effetto finale cambia un pochino. Alcuni invece colorano da cruda e danno dei dettagli di luci e ombre, o di profondità sulla frolla cotta.

Quali colori usare?

I colori alimentari, ce ne sono di vari tipi, in gel, in polvere, idrosolubili e liposolubili.
Io uso quelli in gel, che si possono diluire sia in acqua oppure in alcool alimentare, io addirittura li ho diluiti con il vino bianco per dipingere la pasta di zucchero, mentre quelli in polvere si diluiscono sempre con alcool, oppure posso essere utilizzati non diluiti per fare le sfumature, e delle pennellate delicate di colore.
Personalmente li ho scoperti dopo e avevo acquistato già quelli in gel, ma dopo che ho visto il loro potenziale spero a breve di provarli anche io.

I coloranti idrosolubili si possono diluire in acqua;
i coloranti liposolubili si diluiscono con il burro di cacao.

Ci sono per esempio i coloranti liposolubili in polvere, quelli anche vanno diluiti con il burro di cacao.
Un altro consiglio che posso darvi è di usare per dipingere i pennelli per decorazioni, io ho acquistato un set da 5 pennelli, di varie misure e con punta piatta e arrotondata, ma vi consiglio di acquistare apparte un pennello per fare le linee sottilissime, in genere li vendono in set da 3 pennelli dalle misure 0, 00, 000; sono le tre misure più sottili, in genere sono i pennelli per artisti.

La mia guida finisce qui, un ultimo consiglio, se non vi ricordate  la teoria dei colori, consiglio una breve ripassata, perché vi può tornare utile se vi manca qualche colore, l’importante è almeno avere disponibi i 3 colori primari, il rosso il giallo e il blu; e anche il banco e il nero.
Con questi potete creare tutti gli altri se non li avete.
(Rosso più giallo, arancio; giallo più blu, verde; rosso più blu, viola; rosso giallo e blu, marrone).

Potete trovare tantissimi consigli e tutorial sul mio sito segnatiilmioblog.it

 

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La pastiera napoletana

Pastiera napoletana , il dilemma: deve essere con o senza crema pasticcera?

Oggi vorrei parlarvi della pastiera napoletana.
Da napoletana posso già dirvi che in famiglia ci sono delle opinioni molto differenti, c’è chi la preferisce classica, chi invece usa la crema pasticcera.

Allora la pastiera come deve essere? Con o senza crema pasticcera?

Bella domanda e la risposta porta molte discordie, anche nei social, noto che tra le food blogger ci sono opinioni divergenti, e spesso incalzanti, quasi a dire “eresia… una pastiera con la crema pasticcera”
Quindi penso che almeno a Napoli per pastiera si intende quella davvero Classica con la “C” maiuscola, cioè fatta di solo grano e ricotta.

Ma, mi dispiace per le sostenitrici della classica, a me piace di più quella con la crema. Sul mio blog comunque troverete entrambe le versioni, con e senza crema pasticcera, addirittura una versione in cui invece di usare il latte per cuocere il grano usiamo il succo di arancia (versione di mia suocera) io la chiamo la pastiera versione light perché effettivamente se la provate è più leggera.

Beh comunque c’è anche da dire una nota sulla cottura del grano nel latte, perché se leggo le istruzioni su alcuni barattoli di grano, quello già pronto, non è neanche necessario cuocerlo tutto quel tempo nel latte perché è in realtà già cotto in questi barattoli, quindi si può aggiungerlo senza cuocerlo. Si usava cuocerlo perché ai tempi delle norme e bisnonne non lo vendevano già cotto nei barattoli.
Noi personalmente, in famiglia (apparte mia suocera che cuoce nel succo di arancia), usiamo ancora cuocerlo nel latte, anche se quello in barattolo, perché abbiamo sempre fatto così e io continuo a farlo.

Anzi vi aggiungo le mie varianti:

• Uso tritare il grano ( in genere gli altri lo mettono intero) a me non piace

• Trito anche i canditi (in un poco di latte altrimenti si attacca tutto)

• E per la mia teglia (dalla mia dose escono tre grandi pastiere) qualche volta ci aggiungo le gocce di cioccolato

• Uso la crema pasticcera

Sarà anche “non classica” o come la volete chiamare ma a me piace così.

Comunque l’idea della crema l’ho avuta dalla pastiera che faceva mia zia, me la ricordo, che la fa da quando ero piccola e andavo a casa loro a mangiarla s Natale.

Se volete vedere tutte le varianti della pastiera napoletana andate sul mio sito segnatiilmioblog.it

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FS Italiane, Gianfranco Battisti: una vision d’insieme per il futuro del Gruppo

Il talento, l’inclusione, la diversità: focus su #LePersoneEilFare, l’iniziativa di FS Italiane che ha visto l’AD e DG Gianfranco Battisti confrontarsi con 25 giovani talentuosi ferrovieri, in rappresentanza degli altri 8.870 entrati da poco nel Gruppo.

Gianfranco Battisti, AD FS Italiane

#LePersoneEilFare: l’AD Gianfranco Battisti incontra 25 giovani ferrovieri di FS Italiane

Promuovere il talento per FS Italiane significa anche e soprattutto valorizzare l’inclusione e la diversità all’interno e all’esterno del Gruppo. Lo dicono anche le numerose iniziative che FS Italiane organizza in questa prospettiva, come quella che lo scorso luglio ha portato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Gianfranco Battisti a confrontarsi con 25 giovani ferrovieri laureati, in rappresentanza degli altri 8.870 entrati da poco a far parte dell’organico del Gruppo. La metà di questi sono donne, a riprova di quanto FS Italiane si stia impegnando concretamente sul fronte dell’inclusion e della diversity. L’incontro è avvenuto nell’auditorium di Villa Patrizi, nella sede storica del Gruppo a Roma: Gianfranco Battisti, non a caso nominato Ambasciatore europeo per la diversità dalla Commissaria Europea ai Trasporti Violeta Bulc, ha dialogato con i giovani professionisti di FS Italiane ascoltandone le opinioni e condividendo obiettivi e strategie di crescita. Nel corso dell’evento intitolato #LePersoneEilFare è stato inoltre presentato railpost.it, un nuovo blog di racconti, esperienze, progetti con un cambiamento sostanziale: dallo story-telling, che punta semplicemente ad attrarre e a vendere, allo story-doing che propone come protagonista chi fa trasformandolo in narratore del suo stesso fare.

FS Italiane: l’intervento dell’AD e DG Gianfranco Battisti all’incontro #LePersoneEilFare

Nel corso dell’incontro l’AD e DG Gianfranco Battisti ha parlato inoltre del Piano Industriale e della sua ridefinizione per fronteggiare i mutamenti di scenario causati dalla pandemia: "Negli ultimi due anni FS Italiane ha raggiunto i migliori risultati della sua storia. Abbiamo generato valore condiviso per 10,4 miliardi di euro nel nostro Paese. Vogliamo creare le condizioni di sviluppo e accessibilità laddove c’è più bisogno". In questa prospettiva è importante non accontentarsi mai di come le cose sono, impegnandosi invece a farle diventare come vorremmo che fossero: non a caso l’AD Gianfranco Battisti ha invitato i giovani a riflettere su come la passione, la discontinuità, lo sviluppo di un approccio sistemico, di un pensiero laterale possano portare a quel cambiamento mai come oggi così indispensabile per crescere ulteriormente come persone, aziende e per l’intero Paese. In tale ottica ognuno dei giovani partecipanti ha proposto un hashtag per progettare il futuro dell’azienda: #Innovazione, #OsmosiDelleIdee, #Integrazione, #Sostenibilità, #ContinuousAuditing e #LavoroDiSquadra. Insieme si vince, come ha ricordato l’AD e DG di FS Italiane: le persone, le donne, la ricchezza di esperienze e valori diversi, i giovani sono i veri motori del cambiamento, per innovare il modello di business e costruire il Paese del futuro.

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Napoli, la situazione di crisi descritta da Gianni Lettieri

“Avevo un progetto ben chiaro per Napoli, abbiamo buttato 10 anni”: così Gianni Lettieri, Presidente di Atitech, in una recente intervista rilasciata a Radio Crc Targato Italia.

Gianni Lettieri
L’intervista a Gianni Lettieri: fondamentale far ripartire Napoli

Se da un lato la crisi economica del 2020 ha colpito indistintamente ampie fasce della popolazione italiana, dall’altro è nelle situazioni già disagiate che le difficoltà si sono fatte sentire ancora con più forza, questo il messaggio lanciato dai microfoni di Radio Crc del Presidente di Atitech Gianni Lettieri, imprenditore e già presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli. Nel corso dell’intervista Lettieri fa un’analisi della condizione di vita dei napoletani e dello stato in cui versa la città, che definisce “spaventoso”: “La città vive una tragedia. La situazione è spaventosa, c’è gente ridotta in povertà costretta a dormire in auto”. Una situazione di difficoltà esistente da qualche anno ma che la crisi provocata dal Covid-19 ha fatto emergere in modo ancora più marcato: “A Napoli c’è molta economia sommersa, tante persone vivono di espedienti”, prosegue Gianni Lettieri, “è scioccante che alla mensa dei poveri si trovino non solo famiglie disagiate ma anche nuclei familiari che prima conducevano una vita agiata”. La necessità è dunque quella di lavorare per far ripartire al più presto la città, per tentare di alleviare per lo meno le condizioni più critiche vissute da diverse famiglie.

Gianni Lettieri: l’iniziativa solidale di Atitech

“Avevo un progetto ben chiaro per Napoli, che andava al di là dell’appartenenza ad un partito”, prosegue Gianni Lettieri nell’intervista, “chiesi una legge speciale per la città, che aiutasse Napoli a risollevarsi, con dignità e amor proprio. Con rammarico, tristezza e un po’ di rabbia devo constatare che abbiamo buttato 10 anni”. Da napoletano ritengo che sia “bello vedere persone di un certo spessore che vogliono impegnarsi per la ripresa di questa città, ormai caduta in tragedia”. E aggiunge: “Sono tutt’ora disponibile per chi vorrà realmente lavorare per Napoli ma oggi personalmente mi dedico alla mia azienda”. Quella realtà industriale, Atitech, che l’imprenditore guida come Presidente dal 2009 e che da allora ha condotto verso una posizione da protagonista nel comparto aereonautico internazionale. Un traguardo raggiunto senza dimenticare le proprie origini né l’attaccamento alla città: “avendo nella nostra struttura di Atitech una mensa, che attualmente non è attiva, ho voluto fortemente rimetterla in funzione per dare una mano a chi si trova in difficoltà. Ci siamo fatti aiutare dai cuochi di Fratelli La Bufala e dall’associazione di volontariato Larsec”. L’iniziativa permette di donare 150 pasti caldi al giorno con menù vario a 50 famiglie dell’area di Secondigliano, di San Pietro a Patierno e del Rione Sanità: “L’iniziativa, realizzata per donare un po’ di serenità a chi purtroppo non la ha, andrà avanti almeno fino al 6 gennaio”, conclude Gianni Lettieri, “poi vedremo cosa altro poter fare, non intendiamo fermarci”.

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Terna, il centro nazionale di controllo: l’AD e DG Stefano Donnarumma nel “centro” dell’energia

L’AD e DG Stefano Donnarumma in visita al centro nazionale di controllo: “Vedo ancora meglio il ruolo di Terna come regista del sistema elettrico italiano”.

Stefano Donnarumma

Terna: le considerazioni dell’AD e DG Stefano Donnarumma in visita al centro nazionale di controllo

È il “centro” dell’energia: nel centro nazionale di controllo vengono costantemente monitorate 293 linee, di cui nove interconnessioni con l’estero, tre cavi sottomarini e 281 linee nazionali. Lo scorso 28 ottobre l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna Stefano Donnarumma vi si è recato in visita, come ha scritto in un post su Linkedin: “Una mattinata al centro nazionale di controllo, con i colleghi impegnati nella complessa attività del dispacciamento”. In altri termini, si tratta della gestione dei flussi energetici prodotti e trasmessi in tempo reale in modo da far coincidere in perfetto equilibrio l’offerta con la domanda di energia e garantire così la continuità e la sicurezza della fornitura del servizio. La “complessa” (per riprendere le parole dell’AD e DG Stefano Donnarumma) e delicata attività di dispacciamento che Terna svolge implica quindi il monitoraggio dei flussi elettrici e l’applicazione delle disposizioni necessarie per l’esercizio coordinato degli elementi del sistema, cioè gli impianti di produzione, la rete di trasmissione e i servizi ausiliari.

Terna regista del sistema elettrico italiano: il post Linkedin dell’AD e DG Stefano Donnarumma

Il centro nazionale di controllo rappresenta dunque il cuore del sistema elettrico: ne garantisce infatti la gestione in tempo reale grazie a un sistema di monitoraggio altamente tecnologico che si avvale di oltre 100 schermi di controllo e un wallscreen di 40 metri quadrati. “Mi fa “vedere” ancora meglio il ruolo di Terna SpA come regista del sistema elettrico italiano” si legge nel post Linkedin scritto da Stefano Donnarumma lo scorso 28 ottobre. L’AD ne ha rimarcato il valore anche in relazione all’impegno di Terna sul fronte della sostenibilità e della transizione energetica. In particolare nel post Stefano Donnarumma cita “il lavoro di integrazione delle fonti rinnovabili, fondamentale per uno sviluppo sostenibile del Paese“.

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“Riparte l’Italia”, intervista a Francesco Starace: le prossime sfide di Enel a sostegno del Paese

Il futuro del Paese tra emergenza Coronavirus e ripresa economica, il valore della sostenibilità, l’impegno di Enel sul fronte della decarbonizzazione e dell’economia circolare: l’intervista dell’Osservatorio "Riparte l’Italia" all’AD e DG Francesco Starace.

Francesco Starace, AD Enel

Enel proietta il Paese in un futuro sempre più sostenibile: l’intervista all’AD e DG Francesco Starace

La prima scommessa è stata vinta: "Oggi le rinnovabili sono più competitive delle altre fonti e rappresentano il futuro dell’energia". Ma per Enel questo è solo l’inizio, come ha spiegato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Francesco Starace nell’intervista rilasciata al think magazine dell’Osservatorio "Riparte l’Italia": "Enel è stata tra i primi a credere in queste tecnologie, ormai dieci anni fa, in un momento in cui gli scettici erano ancora la maggioranza, ed è oggi il primo operatore privato a livello mondiale di energia prodotta da acqua, sole, vento e calore naturale della terra. Oggi sono rimasti in pochi a dubitare del ruolo di queste tecnologie per il futuro. La prossima sfida è completare la sostituzione graduale delle fonti fossili con le rinnovabili". L’AD ha illustrato "gli obiettivi sfidanti" che il Gruppo si è dato in tale ottica: tra questi "la chiusura e riconversione delle centrali a carbone oggi attive in Italia entro il 2025 e nel mondo entro il 2030, ridurre del 70% le emissioni dirette di gas a effetto serra per kWh entro il 2030, rispetto ai valori del 2017, e raggiungere la piena decarbonizzazione entro il 2050, grazie ad uno sviluppo sempre maggiore delle fonti rinnovabili, un ulteriore impegno per la digitalizzazione e per la ricerca di soluzioni innovative per l’elettrificazione consumi finali". E sul raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 "siamo sulla buona strada: a livello globale sia la capacità installata che la produzione di energia da fonti rinnovabili del Gruppo hanno superato quelle da fonti termoelettriche". Nell’intervista, Francesco Starace ha parlato anche delle dieci proposte di Enel per il Recovery Fund: "I cluster di azioni "verdi" individuati seguono tre linee guida: decarbonizzazione e crescita delle rinnovabili, sviluppo di reti sempre più intelligenti e resilienti e elettrificazione dei consumi finali. Le nostre proposte riguardano investimenti che accelerino l’uso delle rinnovabili, rafforzino le reti di distribuzione resilienti e digitali, promuovano le città sostenibili, la mobilità elettrica e l’efficienza energetica: una serie di azioni in grado di favorire la ripresa e di generare nuove opportunità per il Paese".

Francesco Starace a "Riparte l’Italia": economia circolare, rinnovabili e tecnologie green per vincere la sfida della ripartenza

"Negli ultimi anni l’esperienza di Enel ha dimostrato come l’adozione di una strategia e di un modello di business sostenibili non sia soltanto un bene per l’ambiente, ma anche per la creazione di valore di lungo periodo", ha ricordato Francesco Starace nell’intervista rilasciata all’Osservatorio "Riparte l’Italia", evidenziando quindi come non ci possa essere contrapposizione tra ripresa economica e sostenibilità "ma al contrario, l’emergenza sanitaria ha reso ancora più evidente come l’adozione di strategie e modelli di business sostenibili renda le aziende più competitive proprio perché meno esposte a rischi, garantendo una maggiore solidità nel lungo termine". E in merito alla ripresa, l’AD ha parlato dei punti di forza dell’Italia rilevando come il nostro Paese abbia "una vocazione naturale per la sostenibilità e oggi la sfida per la ripartenza non può che mettere al centro soluzioni che vadano in questa direzione, improntate su economia circolare, rinnovabili e tecnologia". In questa prospettiva è necessario "lavorare su iter approvativi più rapidi per evitare, ad esempio, che siano necessari anni per realizzare nuovi impianti da fonti rinnovabili o che la transizione energetica abbia tempi più lunghi di quelli che la tecnologia permetterebbe". Rivolgendosi poi ai giovani, Francesco Starace ne ha richiamato il valore facendo notare come abbiano "una visione del mondo e di come vorrebbero che fosse gestito molto chiara", ben evidente già prima che scoppiasse la pandemia: "Cambiamento climatico, effetti delle attività umane sull’ambiente, importanza di agire prima che sia troppo tardi. Abbiamo l’opportunità di dare risposte a queste richieste e penso ci sia finalmente una condivisione di obiettivi e risposte a queste legittime richieste".

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“Adnkronos”: l’intervento dell’AD di Eni Claudio Descalzi per il Libro dei Fatti 2020

Il Libro dei Fatti 2020 di "Adnkronos" si avvale del contributo di Claudio Descalzi: "Eni sta cambiando volto, in modo radicale e irreversibile. A febbraio abbiamo presentato un Piano di decarbonizzazione delle attività che porterà l’azienda da qui a 30 anni a essere leader nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati, e del quale i princìpi dell’economia circolare saranno tra i pilastri strategici".

Claudio Descalzi

"Adnkronos", Libro dei Fatti 2020: il "modello Eni" nelle parole dell’AD Claudio Descalzi

È un cambiamento "radicale e irreversibile" quello che porterà Eni a riappropriarsi di un nuovo volto. Lo definisce così l’AD Claudio Descalzi nel suo intervento sul Libro dei Fatti di "Adnkronos": "A febbraio abbiamo presentato un Piano di decarbonizzazione delle attività che porterà l’azienda da qui a trenta anni a essere leader nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati e del quale i princìpi dell’economia circolare saranno tra i pilastri strategici". Per il momento il piano lanciato da Eni "non ha pari nell’industria", come evidenzia l’AD: si avvale di "una metodologia di valutazione delle emissioni unica nel settore, comprensiva di tutti i passaggi della catena di produzione e commercializzazione e di tutti i prodotti generati". È stata elaborata "in collaborazione con esperti del mondo accademico e attraverso un processo di verifica indipendente compiuto da terze parti che ne garantisce un’applicazione coerente". Una strategia dunque "complessa", come rimarca Claudio Descalzi: "Attraverso tecnologie esistenti e il nostro know how coniuga gli obiettivi di continuo sviluppo con una significativa riduzione dell’impronta carbonica delle nostre attività".

Claudio Descalzi: entro trenta anni Eni sarà leader nella produzione di prodotti decarbonizzati

Nell’intervento sul Libro dei Fatti, l’AD Claudio Descalzi illustra inoltre gli obiettivi che il Gruppo si è dato: il più grande "è quello di ottenere al 2050 la riduzione dell’80% rispetto al 2018 delle emissioni nette riferibili all’intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti, che includono emissioni Scope 1, 2 e 3". Eni punta dunque a valorizzare e a rendere sempre più sostenibile il portafoglio upstream oil&gas con l’obiettivo di ridurne l’impronta carbonica attraverso una forte azione di efficienza energetica e l’espansione della componente gas, nell’ambito di una progressiva riduzione della produzione di idrocaburi. Non solo: "Produrremo energia verde sviluppando le rinnovabili; faremo gas, Gnl e idrogeno da gas ripuliti dalla CO2 grazie ai progetti di cattura e stoccaggio; produrremo bio carburanti dalle nostre bioraffinerie, nonché metanolo e idrogeno dai nostri progetti di valorizzazione dei rifiuti organici; faremo chimica bio sfruttando i materiali da riciclo e produrremo biometano di derivazione agricola". È dunque questa l’Eni del futuro, come ribadisce infine Claudio Descalzi: focalizzata su prodotti decarbonizzati che sono destinati "a un enorme parco clienti retail, commerciale e industriale, domestico e relativo alla mobilità sostenibile".

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Nicola Bedin: un vademecum autorevole contro la paura e il sovraffollamento dei Pronto Soccorso

Regole precise, condivise dalla comunità scientifica, contro la paura del contagio e gli assalti ai presidi ospedalieri di primo soccorso: la soluzione di Nicola Bedin al centro dell’editoriale pubblicato su "Repubblica".

Nicola Bedin

Nicola Bedin su "Repubblica": Covid-19 curato a casa, necessario un vademecum per rassicurare i potenziali malati

L’allarmismo e la paura per la pandemia si combatte solo attraverso regole chiare, validate dalla comunità scientifica. In un editoriale pubblicato su "Repubblica" lo scorso 30 ottobre, il Presidente di Snam Nicola Bedin, alla luce della sua lunga esperienza professionale nella sanità, riflette su un fenomeno tornato prepotentemente alla ribalta in queste settimane, a fronte dell’aumento del numero di contagi. Le lunghe code fuori dai Pronto Soccorso si devono principalmente alla seconda ondata di Coronavirus e alla sua particolare aggressività ma sono anche il risultato di una scarsa consapevolezza che genera paure in molti casi immotivate. Il sovraffollamento che si crea davanti alle strutture ospedaliere contribuisce ad aumentare il rischio di diffusione del virus provocando inoltre ritardi e disfunzioni nell’erogazione delle cure "ordinarie". Secondo Nicola Bedin, per fronteggiare tale situazione bisognerebbe fare in modo che i pazienti sapessero come comportarsi: fondamentale è quindi predisporre regole autorevoli e precise per rassicurare e contribuire ad evitare assalti impropri agli ospedali, come accaduto in queste settimane.

Nicola Bedin: il valore di regole chiare e condivise con la comunità scientifica per aiutare medici e malati

Nell’editoriale, Nicola Bedin invita dunque "gli esperti della materia, cioè medici e professionisti che hanno maturato una specifica esperienza sul trattamento del Covid-19" a riunirsi al più presto, sotto l’egida del Ministero, per predisporre "un vademecum semplice e chiaro, di una pagina, da diffondere pubblicamente, contenente indicazioni su cosa fare e non fare in relazione all’età, allo stato di salute, ai diversi sintomi ed alla loro gravità". Qualche esempio: "Hai 20 anni e hai solo febbre a 37,5°? Stai tranquillo a riposo a casa, senza prendere farmaci. La febbre si alza e cominci ad avere tosse? Fai questo, ma non fare quello (perché non serve o può addirittura essere controproducente). Cominci ad avvertire un affaticamento respiratorio? È il caso che ti procuri un saturimetro e verifichi l’ossigenazione del sangue: se fosse sotto ad un certo livello sarebbe il caso di andare in Pronto Soccorso. E così via, in modo schematico e facilmente intellegibile". Il pensiero di Nicola Bedin non è solo indirizzato ai potenziali pazienti ma anche ai medici "che non si sono trovati nelle condizioni di poter conoscere direttamente il virus e la malattia ad esso associata. Questi medici possono rappresentare una task force aggiuntiva per fornire consulti telefonici o video-telefonici in relazione ad una certa fase dell’evoluzione della patologia, secondo le linee guida stesse". Il Presidente di Snam e fondatore di Lifenet Healthcare si dice convinto del fatto che "non mancherebbero i volontari pronti a prestarsi a questo ruolo nonché gli enti che potrebbero favorirne l’organizzazione in tempi rapidi".

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Cortina 2021, Alessandro Benetton al Rotary di Treviso: “Vogliamo essere un esempio”

Secondo Alessandro Benetton, i Mondiali di Sci che si terranno a Cortina nel 2021 hanno tutte le carte in regola per rilanciare la Regina delle Dolomiti.

Alessandro Benetton

Covid-19 e Mondiali di Sci: il commento di Alessandro Benetton

Martedì 13 ottobre, presso il ristorante "Al Migò" di Treviso, si è tenuto un incontro intitolato "I campionati mondiali di sci a Cortina". Promosso da Rotary Treviso, l’evento ha visto la partecipazione di Alessandro Benetton, intervenuto come relatore principale. Il Presidente di Fondazione Cortina 2021 ha inizialmente parlato delle difficoltà sorte a causa della pandemia da Covid-19, che in questi giorni registra dati allarmanti in tutto il mondo: "Stimiamo di dover ospitare metà pubblico, ma potremmo fare i conti pure con le ‘porte chiuse’. Siamo pronti a tutto, solo a ridosso dell’evento sapremo come muoverci". Lo scorso luglio la Federazione Internazionale di Sci ha confermato la programmazione dell’evento sportivo, previsto dall’8 al 21 febbraio, sebbene la Fondazione avesse fatto richiesta ufficiale di rinvio proprio a causa dell’emergenza sanitaria in corso. "Con il governo – ha dichiarato Alessandro Benettonstiamo predisponendo un evento che faccia da lancio. Lo stesso Esecutivo ci ha garantito risorse aggiuntive per far fronte a limitazioni e necessità imposte dall’era Covid".

Alessandro Benetton: l’importanza della "legacy" per il territorio

"Stiamo preparando una cerimonia d’apertura televisivamente molto accattivante": secondo Alessandro Benetton, viste le misure restrittive in atto, la diffusione dei Mondiali dovrà avvenire soprattutto grazie ai media e in particolare alla televisione. "Il ruolo della tivù, in questo momento, diventa fondamentale. I Mondiali saranno anzitutto un grande spettacolo televisivo. Con la premessa di poter raggiungere una platea di almeno 500 milioni di telespettatori. Con la mente che giocoforza andrà già alle Olimpiadi 2026". Gli effetti positivi dell’evento sportivo sul territorio saranno fondamentali per il rilancio di Cortina nel post pandemia: "I Mondiali potranno generare un movimento di centinaia di milioni di euro, un indotto straordinario". Tuttavia, la città veneta è stata già protagonista di diversi importanti interventi che hanno portato alla creazione di palestre, piscine e piste di allenamento: "Ci sono i 25 alberghi oggetto di restauro dopo 30 anni. Vogliamo essere un esempio. Perché il grande evento può fare la differenza. I Mondiali di Sci rilanceranno Cortina come l’Expo lo ha fatto per Milano". Il fondatore di 21 Invest mette in risalto anche l’importanza del capitale umano: "Il vero lascito sarà la squadra che ha lavorato negli ultimi anni. Una straordinaria iniezione di energie. Quello che ho ribattezzato effetto palla di neve", ha concluso Alessandro Benetton.

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