Monthly Archives

Febbraio 2020

Eventi

MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT e BIE – BIOMASS INNOVATION EXPO posticipate dall’8 all’11 settembre 2020 in Fiera Milano

Milano – 25 febbraio 2020, MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT, la fiera leader mondiale nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinnovabili e BIE – BIOMASS INNOVATION EXPO previste inizialmente dal 17 al 20 marzo sono posticipate dall’8 all’11 settembre 2020 a seguito dell’evoluzione epidemiologica del coronavirus (COVID-19) in Italia.

Dopo aver monitorato costantemente l’evoluzione della diffusione del coronavirus Covid-19 e seguito scrupolosamente tutte le direttive emanate dalle Autorità competenti, Reed Exhibitions Italia ha deciso di posticipare le due manifestazioni.

“La salute dei nostri clienti, partner e dipendenti è la nostra maggiore priorità. A seguito dei recenti sviluppi della situazione in Italia e in particolare in Lombardia, e tenendo conto dell’ordinanza emessa da Regione Lombardia e dal Ministero della Salute di sospendere “[…] manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato”, ci siamo confrontati con clienti e partner in questi ultimi giorni e abbiamo deciso di riprogrammare i nostri eventi a settembre” – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia.

“Non è stata una decisione presa con facilità; i nostri clienti, partner e il team in Italia hanno lavorato duramente all’organizzazione delle due manifestazioni ma, per quanto ci dispiaccia dover posticipare, è essenziale per noi dare priorità massima alla salute e alla sicurezza di tutti coloro che sono coinvolti. Il nostro obiettivo rimane poter garantire il maggior valore a tutti coloro che parteciperanno a MCE e BIE a settembre ed essere sempre al servizio dell’industria nelle migliori condizioni di tranquillità e serenità. Su queste basi, nelle prossime settimane, lavoreremo affinché la nostra community resti sempre connessa, supportandola nel superare questo difficile periodo.

Tutto il team di MCE e BIE è a disposizione di clienti, stakeholder, buyer, visitatori e professionisti per ogni necessità o richiesta e per gestire la transizione al nuovo periodo di svolgimento.

 

No Comments
Comunicati

Nominato il nuovo direttore generale dell’Università degli studi di Bergamo

Nella serata di mercoledì 26 febbraio, il Consiglio di amministrazione e il Senato accademico dell’Università degli studi di Bergamo, su proposta del rettore Remo Morzenti Pellegrini, hanno scelto all’unanimità il prossimo direttore generale dell’ateneo: Michela Pilot, classe 1971 originaria di Brescia, sarà in carica a partire dal prossimo 1° marzo per i prossimi tre anni.

In capo al nuovo direttore generale il raggiungimento di primi obiettivi, strategici per l’ateneo, quali la riorganizzazione del personale tecnico amministrativo, il supporto all’azione strategica della governance sull’internazionalizzazione, la sostenibilità dello sviluppo formativo e lo sviluppo logistico immobiliare.

Attualmente direttore generale vicario presso l’Università degli studi di Brescia con maturata esperienza in diversi ambiti della gestione amministrativa universitaria e una significativa esperienza presso l’università di Ferrara, la dott.ssa Pilot vanta un curriculum che corrisponde appieno alle caratteristiche ricercate e che le ha permesso di superare un’accurata selezione tra le 23 candidature presentate.

No Comments
Scienza e Tecnologia

Tutto quello che devi sapere per usare la tua TV come monitor del PC

Presto o tardi ti sei sicuramente chiesto anche tu come sarebbe avere un monitor gigante collegato al tuo computer. Pensa ad esempio quanto sarebbero più immersivi i tuoi giochi se avessi un monitor da 50 o 60 pollici invece di un monitor standard da 24 pollici!

Purtroppo, sebbene sia possibile utilizzare una TV come monitor del computer, ciò non significa che sia sempre l’opzione migliore.

In effetti si tratta di una soluzione meno attraente e conveniente di quanto possa sembrare (oltre a più costoso). C’è una ragione per cui le TV ad alta definizione (HDTV) in svendita nei supermercati non vanno a ruba per essere usate come monitor economici.

Nonostante ciò, puoi sicuramente utilizzare una HDTV come schermo del tuo PC.

Ecco tutto ciò che devi sapere su come impostare un televisore come monitor per il tuo computer.

TV AL POSTO DEL MONITOR: SI PUÒ FARE?

La risposta in breve è “Sì”.

Potrebbe essere necessario un cavo speciale, a seconda delle uscite del tuo PC e degli ingressi della tua HDTV, e dovrai controllare un paio di impostazioni, ma non dovresti avere troppi problemi ad agganciare la maggior parte dei PC moderni alla maggior parte dei moderni televisori HD.

I moderni televisori ad alta definizione hanno uscite HDMI. Alcuni televisori HD più vecchi hanno ingressi DVI e alcuni hanno ingressi VGA specificatamente progettati per l’uso del PC.

Se la tua scheda grafica ha un’uscita HDMI sei a posto: basta usare un cavo HDMI per collegare il tuo PC alla televisione.

Se stai utilizzando una scheda grafica o una scheda madre più vecchia che ha solo un’uscita DVI, puoi acquistare un cavo adattatore DVI-HDMI e collegarlo all’uscita HDMI della tua TV HD.

I vecchi televisori ad alta definizione e alcuni vecchi computer che dispongono solo di ingressi e uscite VGA non sono invece una scelta ideale. VGA è infatti un segnale analogico che restituisce un’immagine molto più sfocata e con una risoluzione più bassa di quella ottenibile con un cavo HDMI o DVI.

Se usi DVI o VGA, molto probabilmente dovrai collegare l’audio del tuo PC alla TV separatamente, oppure utilizzare altoparlanti esterni o cuffie.

IMPORTANTE: VERIFICA LA RISOLUZIONE DELLA SCHEDA GRAFICA

Per prima cosa dovrai determinare se la tua scheda grafica (o la grafica integrata del tuo PC) è in grado di trasmettere alla risoluzione della tua TV ad alta definizione.

Se la scheda grafica non è sufficientemente potente rischia di surriscaldarsi e di bruciare! Quindi, mi raccomando, non prendere sotto gamba questo passaggio perché è importantissimo.

1) Per prima cosa devi individuare la risoluzione della tua HDTV consultando il manuale del produttore.

Alcuni televisori ad alta definizione hanno risoluzioni non standard: non è detto quindi che la tua HDTV sia supportata. Tuttavia, la maggior parte delle HDTV si attiene alle risoluzioni standard 720p, 1080p o 4K.

2) Quindi, verifica la massima risoluzione supportata dalla tua scheda grafica/grafica integrata accedendo alle impostazioni del tuo monitor.

Coincide? Allora è tutto okay!

Se invece la tua scheda grafica non è abbastanza potente per supportare la risoluzione dello schermo, non collegarlo.

DENSITÀ DEI PIXEL E QUALITÀ DELL’IMMAGINE

Ci sono alcuni fattori da tenere a mente se desideri utilizzare un HDTV come monitor di un computer.

La densità dei pixel, o il numero di pixel racchiusi in un pollice quadrato dello schermo (misurato in pixel per pollice o ppi), è il fattore più importante da considerare.

Uno schermo per laptop da 15,6 pollici con una risoluzione di 1920 x 1080 ha una densità di pixel di 141,21ppi, mentre uno schermo HDTV da 32 pollici con la stessa risoluzione ha una densità di pixel significativamente inferiore, di soli 68,84ppi.

Più bassa è la densità dei pixel, meno chiara e dettagliata è l’immagine.

TV COME MONITOR: NE VALE LA PENA?

Dipende.

Se il tuo obiettivo è quello di risparmiare tenendo comunque un buon rapporto qualità/prezzo, sappi che una HDTV non ti farà necessariamente risparmiare rispetto a un monitor.

In effetti, se sei in procinto di acquistare un nuovo schermo, il consiglio è quello di acquistare un monitor per computer.

Per prima cosa, i televisori HD più piccoli ed economici hanno in genere una risoluzione di 720p, mentre i monitor con prezzi simili sono quasi sempre 1080p. Quindi, se stai cercando qualcosa di meno di 27 pollici, una HDTV sarà probabilmente più costosa e con una risoluzione inferiore.

Se stai cercando qualcosa di più grande di 27 pollici, ricorda che la densità dei pixel diminuisce in modo significativo con ogni pochi pollici che guadagni, e c’è una buona ragione per cui i produttori di TV HD suggeriscono di sedersi a qualche metro di distanza dai loro schermi.

Se hai bisogno di un monitor da lavoro per leggere le e-mail da vicino o come schermo per vedere film, è consigliabile qualcosa con una densità di pixel abbastanza alta affinché il testo sia leggibile e le immagini del film non sgranate.

E ricorda sempre che un display di grandi dimensioni può comunque causare affaticamento della vista e del collo se ti siedi troppo vicino.

Link: Riparazione computer Roma

No Comments
Scienza e Tecnologia

Come evitare il surriscaldamento del computer

Quando il computer è acceso quasi tutti i suoi componenti elettronici si riscaldano e in alcuni casi possono surriscaldarsi e danneggiarsi.

L’esposizione costante alle alte temperature può causare gravi danni alle componenti della scheda madre. Il surriscaldamento può quindi distruggere e ridurre la durata dei componenti all’interno del computer.

Il principale vantaggio di mantenere il computer “fresco” è quindi quello di aiutarti a evitare costose riparazioni in futuro

Ecco un elenco di modi per mantenere fresco il tuo PC:

SPEGNI IL COMPUTER QUANDO NON VIENE UTILIZZATO

Un computer continua a produrre calore finché è in esecuzione, anche quando non lo si utilizza.

Anche a modalità “ibernazione” non va bene, poiché lascia il disco in rotazione riducendo la vita della stesso. Anche per  solo poco tempo di inattività, ad esempio per la pausa pranzo, spegni il computer.

PULISCI REGOLARMENTE IL COMPUTER

È essenziale pulire regolarmente il computer, in particolare le ventole di raffreddamento.

Le ventole collegate all’interno del case del computer vengono utilizzate per il raffreddamento attivo del computer. Nel tempo, polvere e sporco possono accumularsi in questi ventilatori. Lo sporco accumulato può rallentare o, nel peggiore dei casi, impedire alle ventole di funzionare.

Se le ventole non riescono a espellere l’aria calda abbastanza velocemente, alcune parti interne alla fine si surriscaldano.

Per pulire la ventola di raffreddamento segui questi passi:

1) Spegni il computer e scollega i cavi dalla presa elettrica;
2) Apri il case togliendo le viti con un cacciavite;
3) Pulisci la ventola utilizzando un compressore ad aria compressa (quelli che si usano per gonfiare i pneumatici) tenendoti a una distanza adeguata dalla ventola in modo che il getto non soffi troppo forte contro di essa (provalo prima sulla tua mano per misurarne la potenza), facendo attenzione a tenere la ventola ferma con le dita, un’eccessiva rotazione in un solo verso danneggerebbe irrimediabilmente la Bronzina (o Cuscinetto di rotazione) della ventola stessa

Raccomandazioni importanti:

1) non spruzzare, non versare liquidi e non inserire oggetti direttamente nelle parti del computer.
2) Non usare le bombolette ad aria compressa. Nelle bombolette non c’è veramente aria compressa come il nome suggerisce, ma composti chimici liquidi che si trasformano in gas all’uscita dalla bomboletta.

Già che ci sei puoi prendere in considerazione di pulire anche monitor, tastiera e mouse. Il tuo computer te ne sarà certamente grato.

NON LIMITARE IL FLUSSO D’ARIA ATTORNO AL COMPUTER

Prima di tutto assicurati di collocare il computer in una stanza in grado di fornire sempre un flusso d’aria sufficiente sollevandolo da terra almeno di 30 cm, altrimenti si crea l’effetto “aspirapolvere”.

Ricorda che il PC non deve trovarsi accanto ad altri oggetti che impediscono la circolazione dell’aria, come pareti, mobili o altri elettrodomestici. Dovrebbero esserci almeno due o tre pollici di spazio su entrambi i lati del case.

Poiché la maggior parte dell’aria calda esce dalla presa d’aria sul retro del case del computer, questa parte dovrebbe essere completamente chiara e aperta.

È importante che la posizione fisica non contribuisca ulteriormente al calore del computer.

Accertati che il PC non sia posizionato nelle vicinanze di un forno, un frigorifero, apparecchi di cottura e altre cose che possono soffiare aria calda o trasferire calore nel sistema del computer.

Se la stanza in cui si trova non corrisponde a questi requisiti, prendi in considerazione di spostare il computer in un ambiente più fresco e pulito. Una stanza climatizzata è l’ideale.

USA IL COMPUTER CON LA CUSTODIA CHIUSA

Sembrerebbe logico tenere aperto il case mentre il computer è in esecuzione per mantenerlo più fresco. Non è forse vero?

Non lo è.

Il problema è che sporcizia e polvere si possono accumulare e ostruire più rapidamente le ventole del computer quando il case viene aperto. Ciò può causare il rallentamento o la rottura delle ventole stesse.

VALUTA DI INSTALLARE UNA VENTOLA SUPPLEMENTARE

Questa piccola ventola può essere collegata alla parte anteriore o posteriore del case del computer.

Esistono due tipi di ventole: una in grado di aspirare aria più fresca nella custodia e una in grado di espellere l’aria calda dalla custodia. L’installazione è un ottimo modo per raffreddare il tuo computer.

CAMBIA LA VENTOLA PER LA CPU

La CPU è il componente più importante all’interno del computer. Quando si eseguono applicazioni impegnative, la CPU e la scheda grafica si surriscaldano.

Prendi in considerazione l’acquisto di una ventola per la CPU di alta qualità e più grande in grado di mantenere la temperatura della CPU più bassa rispetto alla ventola CPU pre-installata sul tuo computer.

No Comments
Comunicati

Mons “Fiato Corto” è il singolo che presenta l’album d’esordio “non può piovere per sempre”

L’indie pop della band torinese accompagna il viaggio musicale fra arte e inconscio che ha come meta il superamento di uno stato di dolore.     

Nel momento in cui proviamo un’emozione forte sorgono in noi pensieri sconosciuti fino a quel momento che prendono vita e producono arte. Per “Fiato Corto” è stato così:

«Il dolore per la perdita di una persona speciale si è manifestato in una delle canzoni più belle che abbiamo mai scritto e continua a far vivere quella persona nell’arte. Il dolore è qualcosa di umano e inevitabile che chiunque prima o poi sperimenterà, ma solo chi saprà guardarlo in faccia e buttarlo fuori potrà conviverci e gioire suonando o ascoltando una canzone dedicata a una persona che non c’è più». Mons

Il singolo è il primo estratto dall’album d’esordio “Non può piovere per sempre”.

Etichetta: Up Stage

Radio date: 21 febbraio 2020

Pubblicazione album: 23 ottobre 2019

 

COMPONENTI: Marco Capitanio (voce), Alessandro Crupi (chitarra e voce), Marco Garbarino (basso e

voce), Alessandro Alloj (batteria e tastiere), Andrea Colombo (chitarra, synth e ableton live).

 

BIO

I MONS nascono a Grugliasco (TO) nei primi mesi del 2015, come cover band e nel 2016 iniziano a scrivere

brani propri pubblicando il loro primo EP “M.O.N.S.” nel gennaio 2017. 

La band cresce e si fortifica grazie a importanti esperienze live maturate in contesti come Collisioni Festival di Barolo, Teatro Ariston di Sanremo, Area Lounge di Casa Sanremo, Fiat Music di Red Ronnie, CET di Mogol e concerti nelle tre grandi piazze di Torino centro: Piazza San Carlo, Piazza Castello e Piazza Vittorio. Influenzata dal nuovo panorama musicale italiano, la band pubblica il singolo “Fiato Corto“, pezzo che permette loro di suonare su importanti palchi dell’ambiente torinese quali Hiroshima Mon Amour e Flowers Festival. Il brano è il primo estratto dall’album d’esordio, “Non può piovere per sempre”, uscito il 23 ottobre 2019 su tutte le piattaforme digitali.

 

Contatti e social

 

Facebook https://www.facebook.com/themonsofficial/

Instagram https://instagram.com/_monsofficial_?igshid=1jfemm8e7kvu4

Spotify https://open.spotify.com/album/0ozpGEMX6gPtEWo130t4hC…

Canale Youtube https://www.youtube.com/channel/UCmv4s4ymcp7FdiJqUkt_plQ

 

No Comments
Comunicati Etica e Società

Obiezione vostro onore: inscenare un processo per fare prevenzione

Comunicato Stampa

Obiezione vostro onore: inscenare un processo per fare prevenzione

In un corso a Brescia il 3 aprile 2020 sarà possibile analizzare un infortunio e inscenare, attraverso la tecnica simulativa del role playing, un procedimento penale davanti ad un giudice. Come affrontare correttamente questa situazione? 

Sono necessarie nuove metodologie didattiche per riuscire a incidere veramente sui nostri atteggiamenti, sulle percezioni e sui comportamenti. E sicuramente una delle tecniche formative più efficaci per sradicare vecchie abitudini e renderci consapevoli dei problemi reali e delle soluzioni possibili è l’utilizzo del metodo teatrale, delle tecniche del role playing.

 

Cosa accade se in azienda avviene un infortunio? Come analizzarlo? Come affrontare i procedimenti penali conseguenti all’infortunio? Come rispondere correttamente alle domande di un Giudice?

 

Obiezione vostro onore: insceniamo la sicurezza

Proprio per rispondere a queste domande utilizzando nuove tecniche formative di simulazione l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 3 aprile 2020 a Brescia un corso di 8 ore dal titolo “Obiezione vostro onore”.

Durante il corso i partecipanti si metteranno nei panni del “Datore di lavoro, del “Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione”, del “preposto”, del “Dirigente” e, partendo dall’analisi dell’infortunio, ci si immaginerà di essere coinvolti in un procedimento penale e di trovarsi a testimoniare davanti ad un Giudice.

Si cercherà di capire come comportarsi in Tribunale sia come indagati, sia solo come testimoni. Si comprenderà, in tal modo, quando i dialoghi e la documentazione a supporto della difesa sono utili, inefficaci o “armi a doppio taglio”.

Se il Giudice mi ponesse delle domande cosa risponderei? Sono sicuro di dire la cosa “giusta”? Quale documentazione devo produrre?

 

Fare formazione con il teatro e il role playing

Il role playing è una tecnica formativa simulativa che permette ad un gruppo di persone di svolgere, per un tempo limitato, il ruolo di attori, riproducendo situazioni che hanno una forte attinenza con situazioni reali. Uno strumento che permette di far emergere emozioni e, attraverso la simulazione, di rendere più consapevoli i partecipanti della reale portata dei problemi e dei modi corretti ed efficaci di affrontarli.

Questa metodologia consente, dunque, un’analisi dei vissuti, delle dinamiche interpersonali, delle specificità dei vari ruoli e dei processi di comunicazione correlati al particolare contesto rappresentato.

Nel caso del corso organizzato da AiFOS il role playing si basa sulla rappresentazione realistica dell’infortunio e del conseguente processo per far emergere i principi della normativa.

Attraverso la guida dell’avvocato Giovanna Rosa, che si occupa di consulenza legale, giuridica nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, sarà possibile sperimentare materialmente cosa succede in azienda quando accade un infortunio e comprendere anche cosa fare per prevenire e ridurre questa possibilità.

 

Informazioni e programma del corso

Il corso di 8 ore “Obiezione vostro onore” si terrà a Brescia il 3 aprile 2020 – dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 – ad AiFOS Service in via Branze 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia.

 

Durante il corso saranno affrontati i seguenti argomenti:

  • Analisi di un infortunio reale
  • Costruzione della difesa del partecipante (a seconda del ruolo che ricopre in azienda)
  • Documentazione da presentare al giudice
  • Le frasi “corrette” da pronunciare davanti al giudice
  • Esame del caso reale e analisi finale

 

La partecipazione al corso vale come 6 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP, Formatori qualificati (area 1) e Coordinatori alla sicurezza. Il corso è valido anche ai fini della formazione specifica prevista per il Manager HSE e ai fini della formazione necessaria per l’iscrizione al Registro Consulenti AiFOS (Legge 4/2013).

 

Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/normativa/normativa/obiezione_vostro_onore

 

Per informazioni e iscrizioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected][email protected]

 

 

27 febbraio 2020

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

No Comments
Comunicati

I problemi di Gibbo #Buonumore: dopo “come tu mi vuoi”, arriva il secondo singolo del duo reggiano che anticipa l’album in uscita a fine gennaio 2020

L’incontro tra sintetizzatori e chitarre acustiche segna l’avvento di un nuovo percorso sonoro volto alla sperimentazione di nuovi territori musicali.

 

«È difficile a volte girare completamente pagina, e nonostante le cose non siano andate come avremmo voluto, nonostante tutte le cose che ancora rimangono sospese, alla fine quello che conta veramente, sono le persone. Le persone a cui abbiamo voluto bene, che abbiamo amato, che se anche si sono perse, anche se non sono state sincere fino in fondo, sono comunque importanti, e fanno parte di noi, nel bene e nel male». I Problemi di Gibbo

E allora non c’è spazio per i rimpianti quando l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è di essere di #Buonumore.

Radio date: 10 gennaio 2020 

Autoproduzione

 

BIO

Stefano Gibertoni e Daniele Prandi vivono da sempre nelle colline di Reggio Emilia. Dopo varie esperienze con diversi progetti musicali, si accorgono che al loro mondo manca qualcosa e decidono di iniziare a collaborare per scrivere le proprie canzoni. Nella primavera del 2017 nascono così “I problemi di Gibbo”, per raccontare attraverso la musica, lo stato d’animo e le contraddizioni della vita di tutti i giorni. Stefano, voce e chitarra acustica e Daniele, batteria, attratti da sempre dal cantautorato italiano e dalle sonorità indie folk americane, creano un mix sonoro fresco e malinconico, fatto di chitarre gentili e suoni profondi, grazie anche alla creatività di Alessandro Stocchi alla chitarra elettrica e alla splendida voce di Carlotta Gibertoni, ai cori e basso synth. Nasce così il primo progetto discografico, con l’aiuto di Luca Serio Bertolini (Modena City Ramblers) e di Andrea Fontanesi (VoxRecording Studio). Nell’estate 2019 entrano in studio per registrare “Sai dirmi perché?”, l’album d’esordio de “I problemi di Gibbo”, di cui il brano “Come tu mi vuoi” è il primo singolo in uscita il 7 Novembre 2019. Il 10 gennaio 2020 viene presentato il secondo singolo #Buonumore. 

 

Contatti e social

IG https://instagram.com/iproblemidigibbo/

FB www.facebook.com/I-Problemi-di-Gibbo-937001536507728/

No Comments
Notizie dal mondo Salute e Benessere

Covid-19, varato il decreto con le misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza

covid-19 coronavirus

Covid-19, varato il decreto con le misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza

Roma, 24 Febbraio – Nel breve volgere di un paio di giorni, l’Italia si è trovata ad essere il Paese europeo (e il terzo al mondo dopo Cina e Corea) a fare più pesantemente i conti con  il coronavirus. L’emergenza generatasi dopo i casi di contagio e i decessi registratisi tra il Lodigiano e il Veneto ha costretto il Governo a un provvedimente straordinario, un decreto (qui il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri) già firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ed entrato immediatamente in vigore.

covid-19 coronavirusMisure inevitabilmente drastiche, quelle assunte dall’esecutivo: isolati i 10 comuni del Lodigiano interessati dall’epidemia, insieme al comune di Vò, nel Padovano. Blocco di tutte le manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, in luogo pubblico o privato (ieri si è bloccato anche il campionato di serie A). Chiuse fino a nuovo ordine le scuole di ogni ordine e grado, così come i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura, stop anche alle gite scolastiche programmate dalle scuole  sul territorio nazionale e all’estero.
Il decreto dispone inoltre la quarantena con sorveglianza attiva su tutti gli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di coronavirus, la conferma della chiusura di tutte le attività commerciali, con la sola esclusione degli esercizi che vendono beni di prima necessità. L’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità, tuttavia, è condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Il decreto dispone anche che, all’occorrenza, potranno essere sospesi i servizi del trasporto di merci e di persone e le attività lavorative nelle aree interessate dall’infezione. .
Per far fronte agli oneri derivanti dallo stato di emergenza sanitaria, il provvedimento  prevede un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro per il 2020, che troveranno capienza  nel Fondo per le emergenze nazionali e si vanno ad aggiungere a 5 milioni di euro già previsti dalla delibera dello scorso 31 gennaio con la quale il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza per il coronavirus.




I numeri, intanto (in continuo aggiornamento) riferiscono di 153 casi confermati di Covid-19  in Italia, comprendendo anche i quattro decessi (le donne morte a Cremona e a Casalpusterlengo, il 77enne di Vò Euganeo, e questa mattina, un 84enne che era ricoverato all’ospedale di Bergamo) e una persona guarita. In particolare, il dettaglio per Regione vede 113 casi in Lombardia (inclusi i tre decessi), 22 in Veneto (con una vittima), 9 in Emilia-Romagna, tre in Piemonte, tre in Trentino Alto Adige e tre nel Lazio, ovvero la coppia di cinesi in via di guarigione e il ricercatore italiano già guarito.

Come anticipato in premessa, l’Italia diventa così il terzo Paese al mondo per numero di contagi, secondo i dati della Johns Hopkins University, dopo la Cina (che resta il Paese più colpito con quasi 77 mila casi) e la Corea del Sud con 602. L’Italia scalza il Giappone, dove al momento i casi sono 135. Un caso a parte sono considerati gli oltre 630 casi di contagio registrati sulla nave da crociera Diamond Princess.

In alcune delle Regioni del nord maggiormanete colpite dal virus le autorità locali, prima ancora del decreto urgente del govegno di cui si è riferito,  sono corse ai ripari con apposite ordinanze che interrompono gli eventi pubblici previsti in questi giorni, come nel caso del Carnevale di Venezia. Chiuse, inoltre, tutte le scuole in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.

L’allarme ha coinvolto anche altri Paesi confinanti con l’Italia: ieri sera le autorità austriache hanno bloccato due treni al Brennero per il sospetto che ci fossero contagiati a bordo. Due persone sono state fatte scendere, ma era un falso allarme. I treni sono ripartiti dopo quasi quattro ore. In Romania, invece, è stata disposta la quarantena obbligatoria per tutte le persone in arrivo dalla Lombardia e dal Veneto.

 

FONTE: rifday.it
IMMAGINE: pixabay.com

No Comments
Volontariato e società

Il Terzo Segreto di Satira lancia la call di WeWorld per nuovi volontari

La clip del Terzo Segreto di Satira lancia un call per volontari di WeWorld Onlus: già aperte oltre 30 posizioni, e molte altre saranno pubblicate nei prossimi mesi, in tutto il mondo per volontari che verranno formati e inviati nelle sedi locali in diversi paesi fra cui Benin, Bolivia, Brazil, Cambodia, India, Kenya, Lebanon, Mozambique, Nepal, Palestine, Peru, Tanzania and Tunisia. Il Terzo Segreto sfata i luoghi comuni sui volontari e le varie tipologie di candidati possibili: dall’inconsapevole che vuole l’auto aziendale alla influencer che vuole lo stylist; da quello serio che non si è mai messo in gioco a quello convinto di avviare una rivoluzione planetaria. Il messaggio è semplice: fare il volontario è una cosa seria, cerchiamo persone determinate e consapevoli.

I volontari che cerca WeWorld onlus verranno destinati alla gestione del rischio nelle emergenze, promozione dei diritti delle donne, disaster risk reduction legata in particolare al cambiamento climatico, amministrazione o comunicazione all’interno di progetti umanitari. Chiunque può mettere a disposizione le proprie competenze e, con passione e dedizione, dedicare un periodo della sua vita a garantire sostegno e aiuto alle comunità più vulnerabili. La call si inserisce nel programma di volontariato internazionale EU Aid Volunteers promossa e finanziata dalla Direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile dell’Unione Europea (ECHO). Tutte le info à link:  https://www.weworld.it/progetti-eu-aid-volunteers.

No Comments
Volontariato e società

La prevenzione funziona; anche quella alla droga.

Distribuiti 1000 opuscoli agli abitanti di San Benedetto del Tronto a scopo preventivo

 

Soddisfatti i volontari, che nonostante la preoccupazione generale, domenica hanno trovato un atmosfera molto ricettiva da parte delle migliaia di persone che hanno trascorso il pomeriggio sul lungo mare di San Benedetto del Tronto.

 

Il risultato è stato di oltre 1000 copie di opuscoli informativi dal titolo La verità sulla droga, La verità sugli Inalanti e La verità sulla Marijuana consegnati direttamente nelle mani delle persone.

 

In realtà la droga è una vera epidemia sociale, che viene un po’ sottovalutata visto che uno viene “contagiato” con le idee e il marketing piuttosto che con un virus. Ciò non significa che non si stia dilagando a macchia d’olio o che non sia letale. Proprio come sosteneva l’umanitario L. Ron Hubbard, “la droga è un problema planetario”, e le statistiche parlano chiaro.

 

La marijuana è una droga come l’alcool, la cocaina o l’estasi. E come questi altri farmaci, ha effetti collaterali che possono essere dannosi.

 

Bisogna pensare che ad oggi, la droga più usata a livello mondiale resta la cannabis, (188 milioni i consumatori nel 2017, in crescita nel Nord America, Sud America e Asia, mentre il consumo di oppiacei sale in Africa e Europa ma anche nei Paesi asiatici e nordamericani, 53,4 milioni i consumatori totali, 50% in più in un anno.)

 

Ecco perché le persone apprezzano veramente la campagna La verità sulla droga che, senza mezzi termini, descrive le sostanze maggiormente in uso, tratta degli effetti a breve, medio e lungo termine e offre testimonianze di ragazzi che ne hanno fatto l’esperienza.

 

Non di meno descrivono i luoghi comuni e le BUGIE usate per diffondere l’uso epidemico di droga nella società. Ecco perché LA VERITA’ SULLA DROGA!

 

 

No Comments
Comunicati

Madri lavoratrici: 25% di lavoro in meno tutti i giorni a parità di stipendio

Mentre l’Italia continua a macinare record negativi in fatto di natalità (nel 2019, come certificato dall’Istat, si è registrato il minor numero di nascite di sempre, appena 435 mila), e il nord Europa si fa sempre più pioniere di buone pratiche in fatto di genitorialità (da ultimo il caso della Finlandia con 164 giorni di congedo retribuito per ogni genitore), c’è chi prova ad andare controcorrente, spingendo anche il nostro Paese verso nuovi orizzonti di welfare. È il caso di Automha, azienda leader nel settore dell’automazione intralogistica, che da quest’anno ha introdotto una nuova misura che prevede la riduzione del 25% dell’orario di lavoro, a parità di stipendio, per tutte le madri con figli di età compresa tra 1 e 10 anni.

La misura nasce con l’obiettivo di favorire la conciliazione vita-lavoro, riconosciuta come valore sempre più importante soprattutto dalle nuove generazioni di lavoratori (Millennials e Generazione Z, in particolare). A beneficiarne sono tutte le donne impiegate in azienda, pari al 15,5% del totale dei dipendenti (118), concentrate soprattutto nei reparti Operation & Engineering (9), Amministrazione (4), Direzione (2), Risorse Umane (2) e Marketing e Comunicazione (1).

Il provvedimento è automatico e alle lavoratrici è richiesto solo di comunicare la preferenza circa l’orario da adottare che sarà, appunto, di 30 anziché 40 ore alla settimana, pari al 25% in meno ogni giorno. Una proposta che nei primi due mesi di attivazione ha riscontrato soddisfazione da parte delle mamme lavoratrici e nessuna lamentela da parte degli uffici, dei clienti o dei fornitori. Non solo: la misura ha sviluppato un passaparola positivo che ha portato a un sensibile aumento del numero dei curriculum inviati spontaneamente in azienda da parte di personale femminile.

L’attenzione per la conciliazione – vita lavoro è, del resto, uno degli aspetti a cui le lavoratrici prestano maggiore attenzione. Tra le ragioni per cui il nostro Paese ha indici così bassi di natalità vi è, infatti, proprio la difficoltà di conciliare l’avanzamento della carriera con la cura della famiglia. Non a caso, secondo uno studio della Lega Europea delle Cooperative, il 43% delle dimissioni in Italia è dettato da motivazioni familiari che hanno a che fare con la necessità di accudire i propri figli, anche alla luce degli alti costi degli asili nido. Per questo, l’iniziativa di Automha di ridurre del 25% l’orario lavorativo giornaliero di tutte le madri con bambini in età scolare, si pone come una vera e propria best practice.

«Come azienda italiana è nostro dovere impegnarci a favore della società civile e questa misura è un investimento sociale di forte valenza umana. Siamo convinti che possa tutelare la salute personale, giovare sulle dinamiche familiari e private, diminuire lo stress e contribuire allo sviluppo della comunità. Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia a proporre un’iniziativa di questo tipo e speriamo di poter essere un esempio positivo anche per tante altre realtà» commenta Giuseppe Stefanelli, Amministratore Delegato di Automha.

 

LA STORIA 

Vanessa Vaglietti, 37 anni, mamma di una bambina di 3 anni e mezzo sta beneficiando della misura per le mamme.

«Sono Vanessa Vaglietti, ho 37 anni, una bambina di 3 anni e mezzo e lavoro in Automha dal 2011. Ho iniziato il mio percorso come receptionist, poi sono stata in maternità e al mio rientro mi è stata offerta la proposta di lavorare nel comparto Amministrativo e Back Office. Un bel salto in avanti, cosa che non accade molto spesso: dopo la maternità, l’azienda non solo non mi ha declassata, ma ha creduto in me, offrendomi un ruolo con maggiori responsabilità. L’ufficio in cui lavoro ora non esisteva fino a qualche tempo fa: è nato proprio a seguito del fatto che Automha ha deciso di investire in me, potenziando il Customer Service. Siamo diventati così un vero e proprio reparto.

L’introduzione di questa misura per le mamme è un ulteriore passo avanti. Garantisce maggiore equilibrio tra vita privata e professionale, mi permette di passare più tempo con mia figlia, di andare a prenderla all’asilo, di portarla al parco. Momenti di vita quotidiana importanti, che non vanno trascurati. Prima contavo molto sull’aiuto e sulla disponibilità dei nonni, ora riesco a conciliare tutto molto meglio: due ore sono tante per una donna che deve gestire lavoro, casa, figli. Si è alzata la qualità della vita, con molto meno stress.

Ritengo, quindi, che sia una possibilità importante per le future madri: Automha ha messo in atto un ottimo welfare, facendo un reale passo avanti verso il futuro».

No Comments
Senza categoria

Traslochi a Roma fai da te? Noleggia ciò che ti occorre da Bagaglini

Per i tuoi traslochi a Roma in autonomia aiutati con il noleggio delle attrezzature necessarie

Se preferisci effettuare il trasloco in maniera autonoma ma ti manca l’attrezzatura idonea per poterlo fare, la soluzione sta nel noleggio delle attrezzature da trasloco, una formula fai da te che ti consentirà di risparmiare notevolmente sui prezzi del facchinaggio e del trasporto.

Bagaglini traslochi, l’azienda leader nei traslochi a Roma e in tutto il territorio nazionale, mette a tua disposizione una vasta gamma di strumenti e mezzi da noleggiare che renderanno più facile e rapido il trasferimento nella nuova casa o nei nuovi uffici.

L’ampio parco auto di cui dispone la ditta Bagaglini ti consentirà di scegliere il veicolo commerciale più adatto alle tue esigenze di trasloco, dai mezzi di carico più piccoli fino a ai veicoli extra carico, oltre che mezzi speciali per il trasporto di oggetti preziosi o animali domestici. Inoltre, potrai scegliere se noleggiare il mezzo con conducente o senza conducente.

Risultato immagini per bagaglini traslochi

Quali sono le principali attrezzature da trasloco?

Tra i mezzi di trasloco e le attrezzature messe a disposizione dalla ditta di traslochi a Roma Bagaglini potrai noleggiare:

  • furgoni da trasloco: non sono tutti uguali. Per scegliere quello che più si adatta alle tue esigenze è necessario valutare il peso da trasportare e il volume che occupano ad esempio i mobili non smontabili
  • scale per traslochi, montacarichi o elevatori: sono fondamentali per i traslochi ai piani alti perché consentono di avvicinarsi in completa sicurezza a finestre o terrazzi
  • piattaforme aeree: se si devono spostare mobili molto grandi e pesanti questi strumenti vengono installati su furgoni speciali e manovrati da un conducente esperto
  • pedane: sono necessari per materiale o mobilio molto grande e pesante perché permettono di trasportare in massima sicurezza senza causare danni
  • transpallet: è un carrello per il carico e lo scarico agevole delle scatole del trasloco

La ditta di traslochi Roma Bagaglini potrà inoltre fornirti tutto il materiale necessario per l’imballaggio dei tuoi affetti personali: scatole di cartone, pluriball e tutti gli elementi necessari per un trasloco in pena sicurezza.

Se sei interessato al noleggio di mezzi o attrezzature da trasloco richiedi un preventivo gratuito a Bagaglini traslochi. Visita il sito web o chiama il numero  06 22755033

No Comments
Comunicati

L’uso di droga gioca un ruolo non indifferente nella disgregazione del tessuto sociale

In riferimento al devastante impatto della droga sulla società, L. Ron Hubbard ha scritto: “Il pianeta si è scontrato con una barriera che impedisce il progresso sociale: droga e altre sostanze biochimiche. Queste possono ridurre le persone in condizioni che non solo sono proibitive e distruttive per la salute, ma che sono tali da impedire ogni progresso stabile verso il benessere mentale o spirituale”.

L’uso di droga gioca un ruolo non indifferente nella disgregazione del tessuto sociale: “La ricerca dimostra che le droghe sono l’elemento più distruttivo nella nostra cultura attuale”. La Comunità di Scientology contribuisce attivamente alla campagna di prevenzione messa in atto dalla Chiesa. Attraverso la corretta informazione, istruzione sul soggetto e  la partecipazione di tutti coloro che condividono l’obiettivo di un mondo libero dalla droga, portano avanti “La Verità sulla droga“. materiali educativi e gli strumenti multimediali utilizzati, sono frutto di una meticolosa ricerca, assemblaggio, pubblicazione e distribuzione sponsorizzati dalla Chiesa di Scientology e messi a disposizione di Enti Governativi e non, Associazioni, Gruppi, Educatori e Chiunque abbia a cuore il nostro futuro. Contro la droga non solo si può fare qualcosa ma si deve.

A Milano gli opuscoli La Verità sulla droga vengono distribuiti gratuitamente ai cittadini anche attraverso negozianti ed esercenti che hanno a cuore il problema.

Sono anche disponibili opuscoli che trattano singolarmente soggetti quali:

Marijuana, Alcol, Ecstasy, Cocaina, Crack, CrystalMeth, Inalanti, Eroina, LSD, Antidolorifici, Ritalin.  Ogni opuscolo spiega come agiscono le droghe e gli effetti fisici e mentali che generano.

Per chi avesse interesse a conoscere questi contenuti, oltre alla possibilità online, può recarsi presso la sede di Milano in Viale Fulvio Testi e vederli da se presso il Centro Informativo aperto tutti i giorni.

Per maggiori informazioni su Scientology, il suo Fondatore e programmi:

www.scientology.it – www.lronhubbard.it – www.scientologyreligion.it

No Comments
Comunicati News

Cdp, riconoscimento per la società guidata da Fabrizio Palermo

In un mondo di ricavi, investimenti e cifre, capita spesso di perdere di vista una delle componenti fondamentali di un’azienda, il capitale umano: non è il caso di Cassa Depositi e Prestiti, società guidata da Fabrizio Palermo, che si aggiudica anche quest’anno la certificazione Top Employers Italia.

Fabrizio Palermo

Cdp tra le eccellenze in ambito Human Resource, il commento di Fabrizio Palermo

Nato nel 1991 in Olanda, il Top Employers Institute è un Ente internazionale indipendente sorto con l’obiettivo di valutare e certificare le condizioni di lavoro dei dipendenti delle aziende più importanti a livello globale. Dal 2008, l’Istituto ha aperto una sede a Milano: quest’anno sono 113 le aziende che hanno ottenuto il Top Employers Italia, tra le quali Cassa Depositi e Prestiti, certificata per il secondo anno consecutivo. “Questo importante riconoscimento – ha dichiarato l’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo a seguito della notizia ricevuta – rappresenta una nuova tappa nel percorso intrapreso dal Gruppo per la realizzazione degli obiettivi del piano industriale 2019-2021″. La conquista di Cdp è frutto di una grande attenzione nei confronti del proprio capitale umano: la certificazione tiene infatti conto di numerosi parametri, tra i principali il benessere dei dipendenti, le loro condizioni di lavoro e le opportunità reali di formazione e di crescita. “Siamo convinti – ha concluso l’AD – che siano le persone a fare la differenza, perciò intendiamo impegnarci e continuare ad investire per il rafforzamento del capitale umano, un fattore cruciale per la crescita del Paese”.

Piano Industriale 2019-2021, Fabrizio Palermo: “Cdp investirà 200 miliardi di euro”

La riconferma della certificazione come Top Employers del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, guidato da Fabrizio Palermo, va di pari passo con la nuova fase avviata dall’approvazione del Piano industriale 2019-2021. Con un investimento di 200 miliardi di euro in tre anni, la società sta confermando il suo ruolo proattivo nella crescita e soprattutto nello sviluppo sostenibile del Paese. Le risorse finanziarie messe in campo si dividono in 4 linee di intervento: sostegno all’innovazione, alla crescita e all’export delle imprese; finanziamento delle infrastrutture statali e aggiornamento della partnership con le PA; investimenti nei Paesi in via di sviluppo; infine, riorganizzazione del portafoglio di Gruppo. “Stiamo introducendo un nuovo modello operativo che punta all’ulteriore rafforzamento delle competenze di Gruppo, alla semplificazione organizzativa e operativa. Una trasformazione di grande respiro – spiega Fabrizio Palermoche ci consentirà di attivare ingenti risorse in favore di imprese e territori, aumentando il numero e l’efficacia dei nostri interventi”.

No Comments
Comunicati News

Come porsi un obiettivo e portarlo a termine nei tempi prestabiliti: i suggerimenti di Alessandro Benetton

“Il vero imprenditore non è chi sogna, ma chi sa trasformare i propri sogni in obiettivi”: nel recente appuntamento con la rubrica social “#UnCafféConAlessandro”, Alessandro Benetton dà le direttive per comprendere il proprio obiettivo e per raggiungerlo con consapevolezza.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: sogni e obiettivi non sono la stessa cosa

Non sempre volere è potere: ne ha parlato Alessandro Benetton in una recente puntata della video rubrica “#UnCafféConAlessandro”. L’imprenditore ha dedicato l’appuntamento social al fare chiarezza sul concetto di obiettivo, che non sempre coincide con i sogni che abbiamo nel cassetto e che ci impegniamo a realizzare. “Obiettivi e sogni sono cose molto diverse. Non saper distinguere la differenza, è il primo passo verso il fallimento”, ha dichiarato Alessandro Benetton. Come di consueto, il video è stato condiviso anche sulle pagine online del “Corriere della Sera”. L’argomento è di particolare interesse per giovani universitari così come per aspiranti imprenditori, o per chiunque sia in procinto di affrontare una nuova sfida professionale o di vita. Il primo step verso il successo è domandarsi il perché si vuole raggiungere un determinato obiettivo. “Bisogna porsi la domanda costantemente. Conoscere le nostre motivazioni, i nostri valori, è la prima cosa da fare per passare dai sogni agli obiettivi”. È importante che questi valori siano ben chiari prima di iniziare, in quanto saranno proprio loro a guidarci lungo la strada.

Alessandro Benetton: alcuni consigli per raggiungere il traguardo

Nella rubrica social “#UnCafféConAlessandro”, Alessandro Benetton è solito partire dalla propria esperienza professionale per fornire utili consigli. Nel video in questione, l’imprenditore suggerisce di “vivere grandi sogni in piccoli obiettivi”. Questo significa che al risultato finale si può giungere attraverso diversi step intermedi, più realistici e più costruttivi. Ogni piccolo successo rappresenta uno scalino da superare per giungere in cima all’intera scalinata. Con il progetto delle video rubriche su Youtube, Alessandro Benetton si impegna procedendo per step, “trovando volta per volta il modo giusto di comunicare e costruendo una squadra che mi permetta di lavorare al meglio”. L’imprenditore ha consigliato infine di darsi delle tempistiche adeguate: si evita così di perdere troppo tempo per raggiungere un risultato che, di fatto, non riusciremo ad ottenere. Si pensi a un ragazzo che punta a diventare medico: si potrebbe dare due anni di tempo per superare il test di ammissione a medicina. Se al termine di quei due anni l’obiettivo non fosse stato raggiunto, sarebbe meglio scegliere di cambiare strada. “Il vero imprenditore”, ha concluso Benetton, “non è chi sogna, ma chi sa trasformare i propri sogni in obiettivi”.

No Comments
Etica e Società

L’igiene degli abiti da lavoro

L’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.

Nella maggior parte dei casi il lavaggio di questi indumenti viene eseguito da ditte esterne specializzate nell’igienizzazione delle divise da lavoro, ma ci sono casi in cui lo si può fare anche da soli, utilizzando una normale lavatrice avendo comunque cura di non lavarli insieme agli altri indumenti e di utilizzare detergenti che abbiano anche una funzione antibatterica che garantisca un livello di pulizia più profondo e accurato, soprattutto nel caso di indumenti che vengono utilizzati in particolari ambienti ad esempio quello della ristorazione o quello medico-sanitario.

Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione.

Non per niente, cuochi, barman e camerieri nella maggior parte dei casi svolgono la loro attività in divisa, con l’aggiunta di cuffiette, camici e guanti per chi lavora a contatto con il cibo nelle fasi di preparazione. Il tutto, nel rispetto delle basilari norme igienico sanitarie previste per il settore della preparazione degli alimenti che andranno serviti al pubblico.

Dalle grandi mense aziendali o scolastiche fino ad arrivare al ristorante di quartiere, un abbigliamento adeguato per chi lavora in cucina a contatto con il cibo è obbligatorio e regolato da una serie di normative di legge.

Nel settore sanitario e ospedaliero, più che in tanti altri, è di fondamentale importanza la questione igienica, in quanto si è sempre a contatto con i degenti e spesso le spore e i batteri si attaccano ai tessuti e vengono trasportati dentro e fuori dagli ospedali, con conseguenti rischi sia per i degenti che per il personale.

Nel caso in cui non si utilizzino i lavaggi industriali, infatti, è necessario prestare particolare attenzione alla pulizia e al lavaggio degli indumenti da lavoro, avendo cura di utilizzare il pre-lavaggio e speciali prodotti battericidi come ad esempio il Napisan, per citarne uno. Anche il lavaggio a secco è un metodo di lavaggio altamente disinfettante che può essere utilizzato per questo tipo di indumento.

Certo, la cosa migliore sarebbe sterilizzare gli indumenti con lavaggi a 100 gradi, che assicura un’igienizzazione completa pur rispettando i tessuti. Per effettuare questa sterilizzazione bisogna necessariamente lavare gli indumenti in lavanderia, specificando il tipo di lavaggio richiesto.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abiti da lavoro brescia.

No Comments
Etica e Società

Divise da lavoro e loro significato

Sono molte le professioni che richiedono divise da lavoro di tipo specialistico, adeguate all’attività che si sta svolgendo.

Parliamo ad esempio del personale che lavora presso le fabbriche o le industrie, le professioni nel settore medico-sanitario, la ristorazione e tanto altro ancora: sono sempre di più infatti i settori in cui si decide di vestire il proprio personale in divisa, a cominciare dalle catene di negozi che richiedono, se non proprio una divisa, un abbigliamento particolare al proprio personale.

O all’industria alimentare che richiede mascherina, cuffietta, camice e guanti. Oppure al personale ospedaliero che ha bisogno di un abbigliamento speciale dalla testa ai piedi.

L’abbigliamento da lavoro è un tipo di indumento preposto allo svolgimento di una determinata attività e va quindi indossato prima di lavorare e tolto prima di lasciare il posto di lavoro. Solitamente chi lavora in divisa dovrebbe anche evitare di indossare troppi effetti personali come orologio e gioielli qualsiasi altra cosa che potrebbe essere di impedimento per il normale svolgimento delle attività lavorative.

È anche importante occuparsi della pulizia e dell’ordine del proprio abbigliamento da lavoro, esattamente come se si trattasse dei nostri abiti di ogni giorno. Anche i piccoli dettagli, infatti, vanno a vantaggio dell’immagine dell’azienda per cui si lavora e in questo caso il rispetto è d’obbligo.

Inoltre, adeguati capi di abbigliamento da lavoro possono anche essere utili nella prevenzione di eventuali incidenti, soprattutto per determinate categorie di lavoratori, ad esempio gli operai, che indossano accessori e indumenti antinfortunistici come caschi, mascherine, guanti speciali, scarpe rinforzate.

Anche l’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.

L’abbigliamento da lavoro ha origine nell’ambiente industriale e in altre categorie lavorative, dove vengono impiegate persone per il lavoro all’aria aperta, ad esempio gli operatori ecologici, oppure nelle mense, dove è comunque richiesto un abbigliamento particolare.

Indipendentemente dall’attività lavorativa svolta, gli indumenti da lavoro hanno il comune denominatore della sicurezza. In alcuni settori industriali, come ad esempio l’industria, l’abito da lavoro è uno standard e un must per qualsiasi persona lavori all’interno di una determinata azienda.

Questa esigenza deriva naturalmente dal tipo di lavoro svolto: nelle industrie infatti gli operai sono spesso a contatto con materiali che possono sporcare, lasciare odori sgradevoli o essere in ogni modo dannosi o pericolosi per la salute, che si tratti di liquidi bollenti o di acidi, o dei prodotti chimici che spesso vengono utilizzati anche nell’industria alimentare.

Solitamente in questo settore lavorativo l’abbigliamento da lavoro è realizzato in cotone, nella maggior parte dei casi con colorazione blu, e con una trama particolarmente resistente in modo da non sfibrarsi a causa dei ripetuti lavaggi energici spesso ad alte temperature.

Ovviamente i capi di abbigliamento da lavoro non vengono utilizzati solo nel settore industriale privato ma in qualsiasi attività lavorativa dove si trattano materiali particolari o si svolgono lavori fisicamente impegnativi, basta pensare agli operai che lavorano per la creazione del manto stradale di strade e autostrade o chi si occupa di smaltimento di rifiuti.

Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione e delle aziende ospedaliere.

Gli ospedali (sia le strutture pubbliche che quelle private),le cliniche, i laboratori di analisi e tutti i luoghi di lavoro del settore sanitario prevedono l’utilizzo da parte del personale di un abbigliamento adeguato, che serve in primo luogo come segno di riconoscimento sia per le varie persone che vi lavorano, che spesso non sono poche, sia per i fruitori del servizio, che sanno identificare senza problemi un camice bianco.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, divise da lavoro Brescia.

No Comments
Etica e Società

La storia dell’abbigliamento

L’abbigliamento nasce in tempi preistorici per rispondere a esigenze di tipo utilitaristico. Esso protegge il corpo umano dai pericoli dell’ambiente: sia agenti atmosferici (freddo, pioggia, sole..), sia insetti, sostanze tossiche, armi e altri rischi alla sicurezza personale.

Tutti gli scavi finora effettuati che hanno portato al rinvenimento di oggetti e resti fossili risalenti al Paleolitico (da circa 2,5 milioni a 11-10.000 anni fa) non hanno portato alla luce elementi che possano dimostrare con sicurezza l’utilizzo di oggetti di abbigliamento da parte di ominidi in quel periodo.

Il ritrovamento di rudimentali strumenti in pietra, realizzati con la tecnica della pietra scheggiata, atti con ogni probabilità alla trasformazione delle pelli in indumenti, ha però portato molti antropologi a sostenere che già 18.000 anni fa (periodo Magdaleniano), e forse anche prima, gli uomini utilizzassero pelli per coprirsi.

In questo contesto la ragione fondamentale per cui gli esseri umani cominciarono a lavorare le pelli, per poi indossarle, è da ricercarsi nella necessità di coprire il corpo, nudo e più fragile rispetto ad altri animali, dalle intemperie. Non sono comunque da sottovalutare altri fattori.

Tra questi occorre citare la funzione simbolica dell’abbigliamento: indossare la pelle di un altro animale era equivalente a identificarsi con esso, oltre a dimostrare la propria forza, con cui si era ucciso lo stesso. Con ogni probabilità l’introduzione delle pelli per coprire il corpo ha un legame anche con delle forme primitive di pudore.

Questo contravviene alcune teorie secondo le quali il senso del pudore sia stata una condizione psicologica dettata dall’abbigliamento: essendo gli altri appartenenti alle comunità primitive coperti, l’uomo nudo percepiva la propria diversità dalla norma ed era portato ad equipararsi agli altri per non essere “escluso”.

L’adozione di forme di abbigliamento agli albori della civiltà umana è quindi dovuta sia ad un fattore funzionale (protezione del corpo) sia a fattori di altra natura (simbolici, religiosi, psicologici, ecc.).

Durante gli ultimi millenni dell’Età della pietra l’utilizzo di pelli di animali per coprirsi si diffuse tra gli uomini. Una vera e propria rivoluzione nel costume avvenne nel momento in cui si diffuse tra le civiltà preistoriche la lavorazione dei tessuti, che spesso garantivano maggiore protezione dal freddo e una maggiore reperibilità.

La nascita della tessitura, avvenuta intorno al VI-V millennio, portò ad una notevole crescita dell’uso delle vesti, che venivano tessute anche grazie ai primi telai, che apparvero proprio nel Neolitico, anche se erano assai rudimentali. La filatura e la tessitura furono introdotte nel mondo antico grazie agli strumenti, che gli uomini preistorici iniziarono ad utilizzare intorno al 4500 a.C.

Nel Mondo antico l’abbigliamento era costituito esclusivamente da oggetti filati di tessuto, e l’utilizzo di pelli di animale fu ben presto superato nella maggior parte delle comunità già a partire dal I millennio a.C. I tessuti utilizzati variano a seconda del luogo: ad esempio in Cina era assai sviluppata la produzione della seta, in India la canapa ed il cotone ed in Egitto il lino.

In Europa occorre ricordare come i Fenici furono i primi a praticare la tintura dei tessuti, grazie alla scoperta del pigmento della porpora, ricavato dall’essiccazione del murice.

A questo punto dell’evoluzione umana l’abbigliamento non era più visto esclusivamente come metodo per proteggersi da intemperie o altri agenti esterni, ma costituiva soprattutto un simbolo di appartenenza ad un gruppo (economico, religioso, politico, ecc.). I popoli mediterranei consideravano la porpora un bene di lusso ed i Fenici ottennero grossi guadagni vendendola alle altre popolazioni. Tra gli altri tessuti utilizzati nel mondo antico ricordiamo il cotone, la lana e il bisso.

L’Impero Romano con la sua grande espansione venne in contatto con gli usi ed i costumi di molte popolazioni, dalle quali importò l’utilizzo di alcuni tessuti per il vestiario quotidiano o riservato ai più ricchi. Vengono così confezionati abiti come la toga, la tunica ed il pallio.

Dopo Roma la filatura e la tessitura di seta, lino e lana diventano comuni a gran parte delle comunità europee, in particolare quella Bizantina, grazie ai suoi rapporti privilegiati (data la collocazione geografica) con l’Oriente. Di queste tre fibre tessili la più diffusa in questo periodo fu certamente la lana, sia per ragioni economiche (l’allevamento di ovini era abbastanza diffuso) che funzionali (alta capacità termica della stessa).

Lo sviluppo del settore tessile conosce un fermento, almeno per quanto riguarda l’Europa, a partire dai primi secoli del I millennio d.C., grazie soprattutto ad una rinascita degli scambi commerciali sia tra le nazioni sia tra Oriente ed Occidente. In Italia l’importazione di tessuti era uno dei fattori che produssero più ricchezza per le repubbliche marinare, anche se assunse un certo rilievo anche il commercio interno, soprattutto per rifornire le città più ricche (Firenze, Palermo, Lucca, ecc.).

L’abbigliamento di lusso o comunque con materiali pregiati rimase appannaggio delle classi nobiliari, delle corti di re e imperatori e dei ceti più abbienti (grandi commercianti, banchieri, ecc.). La qualità generale delle vesti comunque aumenta anche per le fasce di popolazione meno agiate, anche grazie all’adozione di strumenti che permettono una maggiore precisione nella sartoria: il ditale, gli aghi d’acciaio, le forbici a lame incrociate.

Lo sviluppo dell’abbigliamento era andato di pari passo con quello della tecnologia tessile, in particolare con lo sviluppo dei telai: nel 1790, nell’ambito della Rivoluzione industriale, Joseph-Marie Jacquard inventa l’omonimo telaio, che permette di aumentare sia la precisione sia la velocità di produzione dei tessuti.

L’evoluzione tecnologica si estende anche ai filatoi: tutto ciò attribuisce il primato nell’industria tessile ai paesi che per primi sono investiti dal fenomeno della rivoluzione industriale, tra tutti l’Inghilterra. Il mercato del vestiario conosce una crescita continua: la produzione tessile si meccanicizza e razionalizza assumendo notevoli dimensioni, rendendo l’industria dell’abbigliamento la più sviluppata del periodo.

Tra le fine del Settecento e l’Ottocento l’industria tessile è in grado di soddisfare le richieste, oltre che delle classi più abbienti, anche della media e bassa borghesia. Durante il XIX secolo cominciano ad apparire quei tipi di vestiti che sono utilizzati ancora oggi: aderenti al corpo, con le maniche, leggeri o pesanti, con stoffe prevalentemente scure.

Il miglioramento delle condizioni igieniche, assieme a quelle economiche, permette ad una buona parte della popolazione europea e nord-americana di indossare la biancheria. Il 1842 è un’altra data fondamentale: John J. Greenough brevetta la macchina per cucire, con la quale gli indumenti possono essere confezionati con grande velocità, ed il risparmio di denaro che ne deriva fa sì che la produzione può assumere dimensioni ancora più vaste.

L’industria dell’abbigliamento può adesso realizzare la produzione in serie dei vestiti, favorendo la creazione di centri industriali tessili e di grandi magazzini per la vendita dei loro prodotti. Successivamente, sia nell’Ottocento che nel secolo successivo, il perfezionamento della macchina per cucire permetterà di meccanizzare anche altre operazioni (ricamo, soprafilo, rammendo, cucitura dei bottoni, ecc.).

L’abbigliamento conobbe, nel XX secolo, una evoluzione straordinaria, ed una espansione produttiva e tecnologica senza pari. I due conflitti mondiali, ed i relativi dopoguerra, portano, dapprima, la crisi economica in molte nazioni: i materiali pregiati diventano appannaggio di pochissimi, mentre si diffondono quelli di recupero (lana riciclata, sughero per le scarpe).

In seguito, con il miglioramento della situazione economica, si ha un sempre maggiore sviluppo dell’industria del vestiario, che introduce, oltre ad una grandissima scelta di nuovi prodotti (busti, tailleur, gonne, jeans, tute da sport tanto per citarne alcuni) anche la scelta di nuovi materiali frutto della tecnologia come le fibre artificiali e sintetiche, meno costose e adattabili a situazioni diverse (tecnofibra).

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento professionale Brescia.

No Comments
Etica e Società

Storia del ricamo

Il ricamo ha origini antichissime e si distingue in:

– Ricamo bianco, così detto anche se eseguito con fili colorati, per la biancheria personale e da casa.
– Ricamo fantasia, in cui viene sfruttato ogni tipo di materiale: seta, lana, cordoncino, lustrino, ecc.
– Ricamo in colore, per ottenere effetti suggestivi.
– Su tela, a fili contati.
– In oro, per parati e tessuti importanti, con seta e oror, molto in rilievo e resistente, per paramenti e arazzi.
– Ricami a riporto, che si ottengono con l’applicazione di tessuti diversi da quello del fondo per ottenere un dato disegno.
– ricamo ad arazzo, uno dei più antichi, a fili contati, che riproduce scene di caccia, di ambienti familiari o soggetti sacri.
– ricamo lamellato, molto delicato, per il quale si usa un ago piatto a 2 buchi.
– ricamo in metallo, per bandiere, gagliardetti e altre applicazioni di carattere militare.

Vi sono poi il ricamo umbro, a colori, quello persiano, fastoso e ricco, il ricamo a giorno, a bandiera, a intaglio e tanti altri.

Il ricamo rappresentava il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto politico o religioso, aumentandone così dignità e prestigio.
In Italia, e precisamente in Sicilia, questa arte inizia intorno all’anno mille, durante il dominio dei Saraceni, che vi introducono laboratori di tessitura e di ricamo, rispettivamente Thiraz e Rakam, dai quali escono manti cerimoniali di grande pregio. La parola ricamo, infatti, deriva dal lemma arabo raqm (racam) che significa “segno, disegno”.

La Chiesa assegna al ricamo il compito di edificazione religiosa. Il materiale che il Medioevo offriva per i soggetti era inesauribile, le figure del Vecchio e del Nuovo Testamento e la crescente schiera di Santi presentava un’infinita abbondanza di avvenimenti interessanti e meravigliosi. Dal Medioevo fino al XVI secolo inoltrato, i ricami sono sovente portatori di tradizioni popolari e di poesia, ma anche di leggende profondamente radicate nell’animo dei popoli.

Durante il regno dei Normanni, in particolare di Ruggero II, la maestria dei ricamatori e tessitori è tale che i loro manufatti sono degni di Papi e Imperatori. I motivi ornamentali sono, in quell’epoca, ancora limitati a pochi elementi fitomorfi (albero della vita, giglio) e zoomorfi (grifoni, pappagalli, aquile), resi in maniera schematica ed essenziale.

Ci rimane, quale monumentale testimonianza, il Mantello da incoronazione del Sacro Romano Impero, ricamato con oro e perle, con un motivo di cammelli assaliti da leoni tigrati, a specchio, separati da una palma da datteri, simbolo dell’albero della vita. Fu ordinato nel 1133 e fu portato a termine nel 1134; ora è conservato nel Kurstgeveben Museum di Vienna. Molto probabilmente la tecnica e i decori sono stati portati presso le altre maggiori corti della Penisola dalle stesse maestranze arabo-sicule, costrette a fuggire sulla fine del secolo XIII a seguito della rivoluzione dei Vespri.

La moda dei ricami coinvolge le “nobili et virtuose donne” europee, che continuano a trovare in quest’arte un modo materiale e spirituale di evadere dalla quotidianità familiare. A Venezia si occupa di ricamo persino suor Arcangela Tarabotti, la scrittrice femminista ante litteram.

Si diffondono ovunque gli Istituti di religiose che accolgono giovinette abbandonate per insegnare loro un mestiere, di ricamatrice o merlettaia, e per aiutarle poi, anche con l’apporto di una dote messa da parte in anni di lavoro all’interno del collegio, ad inserirsi degnamente in società.

In Francia la riorganizzazione dell’Arti e dell’Artigianato determinata dall’accorta politica di Jean Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV, riunisce in un unico luogo, dov’era esistita la Manifattura d’Arazzi di Gobelins, tutti i laboratori destinati a produrre soltanto per il re. Sotto la direzione del pittore Le Brun, dal 1663, una équipe di artisti rinomati, tra cui scultori, architetti, ebanisti, incisori, tessitori e ricamatori, vengono riuniti nella “Grande Fabrique” per creare gli arredi dei sontuosi interni ed il guardaroba personale del loro sovrano.

Nel Settecento si assiste addirittura ad un aumento di ricami, anche se forse meno rilevati e spessi.

Viene usato prevalentemente per l’abbigliamento maschile, “camiciole” e “velade” si arricchiscono di bassorilievi auro-serici lungo le bottonerie e sui bottoni, attorno alle tasche, a sottolineare gli orli degli scolli, gli spacchi, risvolti, sui paramani delle maniche sagomate. Sono per lo più fiori, di tutte le tipologie, a mazzi, a tralci a ghirlande, intrecciati a nastri, nodi d’amore, nappe, conchiglie e piume.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento da lavoro Brescia.

No Comments
Comunicati

“Il Sapore e il Sapere: Salumificio Roncadese

Oggi vi parleremo di quei Artigiani di un tempo a partire dalle materie prime semplici e uniche che caratterizzano i prodotti del Salumificio Roncadese, occhi e mani esperte lavorano ogni giorno
per scegliere l’eccellenza della materia prima.

Abbiamo incontrato Ivan Bozzato, contitolare con il padre del Salumificio Roncadese, lo abbiamo messo sotto torchio per fornirci tutti i segreti produttivi e, perché i suoi salumi sono cosi buoni e molto apprezzati dai clienti:

  • Perché Ivan i vostri salumi sono semplicemente splendidi?

Siamo ancora un salumificio artigianale di Roncade in provincia di Treviso, e da sempre offriamo salumi di qualità. Produciamo i nostri salumi come artigiani, con carne selezionata di prima qualità e spezie 100% naturali. Ciò che rende unici i prodotti è l’esperienza che mio padre mi ha trasmesso, che hanno fatto di questo mestiere la passione più grande della propria vita. Siamo da sempre un salumificio a conduzione familiare, legati ai sapori autentici e genuini di una volta. La nostra filosofia è semplice: un’attenta selezione delle materie prime, una lavorazione artigianale in tutte le fasi e una ricerca costante – in equilibrio tra tradizione ed innovazione.

  • Quando avete capito che eravate sulla strada giusta?

Nel nostro salumificio ogni salume ha il suo tempo per divenire buono. Solo attraverso una stagionatura adeguata e mai forzata si riscopre il tempo reale del gusto, della genuinità e del sapore vero. La stagionatura rende il prodotto veramente esclusivo, “questo è il sapere dei sapori”.

* Un sogno?

Vorrei fare assaggiare il mio cotechino a Carlo Cracco.

Per concludere Ivan, cosa vorresti aggiungere: il nostro lavoro è una missione che racchiude in sè valori professionali ed etici, la conoscenza di tecniche e di procedure precise che rappresentano poi il gusto, la bontà e la genuinità di tutti i nostri prodotti sulla tavola e, questo lo percepisci dalle relazioni che abbiamo, questo è il fattore-chiave di una buona salute aziendale.

Tirando le somme, che voto daresti alla tua azienda? Un bel’8 non voglio essere presuntuoso.

Distinti salumi a tutti.

Info e Informazioni utili

Salumificio Roncadese

Roncade – Via Manera 21

www.salumificioroncadese.it

mail: [email protected]

 

No Comments
Volontariato e società

Volontari per l’ambiente ripuliscono l’area del porto di Senigallia

In un paio d’ore raccolti 3 sacchi di spazzatura

I volontari de La via della felicità di Senigallia, organizzano diverse attività nell’area, come pulizia parchi, spiagge libere ed altre attività che hanno lo scopo di ripristinare, con i fatti, quei valori sociali molto importanti per vivere una vita migliore e più felice per tutti.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 20 febbraio, approfittando della bellissima giornata, il gruppo di volontari, armati di guanti e pinze, si sono dedicati ad un intervento di pulizia nella zona porto di Senigallia con il risultato di 3 sacchi di spazzatura, tra plastica e cartacce; incastrate tra i roccioni, ma pur sempre degradanti per l’ambiente.

Il rispetto dell’ambiente è uno dei punti trattati nella guida al buon senso La via della felicità, l’opuscolo che ispira i volontari ad impegnarsi costantemente nelle diverse attività nella comunità.

Molta la soddisfazione dei volontari per il lavoro fatto, e anche per l’apprezzamento dai cittadini che passando hanno dispensato tantissimi “Bravi”, “Grazie per quello che fate”; ecc… che fa capire quanta sia  l’attenzione all’ambiente; considerando che anche queste piccole azioni contribuiscono a mantenere il litorale di Senigallia “un gioiello”, apprezzato e ammirato ogni anno da migliaia di persone che si godono la meravigliosa spiaggia di Velluto.

Dato che il nostro benessere è legato alle azioni degli altri, diventa vitale promuovere i benefici di una buona condotta. “Rispettare e proteggere il proprio ambiente” questo è uno dei messaggi che i volontari vogliono diffondere nella società.

Il filosofo L. Ron Hubbard scrive: “Un ambiente deturpato da persone in disordine può avere un effetto leggermente depressivo sul morale. Comunque, ricchi o poveri, o per qualunque altra ragione, quelli che non hanno cura delle loro proprietà e luoghi possono provocare disordine alle persone che vivono accanto a loro.”

Vai sul sito: www.laviadellafelicita.org e decidi come puoi entrare in azione per migliorare il tuo ambiente.

 

 

 

No Comments
Salute e Benessere

Avis Regionale Lombardia: il Coronavirus non è un pericolo per chi dona e chi riceve

Il sistema sangue italiano è sicuro e non teme il Coronavirus. AVIS Regionale Lombardia, alla luce del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha rafforzato le misure di contenimento, tranquillizza e invita i donatori a continuare a donare. A scopo puramente prudenziale sono sospese temporaneamente dall’attività donazionale i residenti nei comuni di Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione D’Adda, Castelgerundo, Fombio, Maleo, Bertonico, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini.

Il presidente di AVIS Regionale Lombardia, Oscar Bianchi rassicura: «I donatori devono comportarsi come sempre, seguendo il fondamentale criterio dell’autosospensione in caso di sintomi da raffreddamento e febbre o altri sintomi simili.  Si dona il sangue solo quando si è in buona salute, quindi è opportuno avere la sensibilità di comunicare alla struttura trasfusionale se tali sintomi sono comparsi nei 15 giorni dopo la donazione. A tutti i donatori raccomando di informare il servizio trasfusionale di riferimento in caso di comparsa di sintomi compatibili con l’infezione da “Coronavirus” o in caso di diagnosi, nei 14 giorni successivi ad una donazione. Vige il principio di massima precauzione, ma è importante ribadire che il nostro sistema trasfusionale è sicuro e di qualità”.

Insieme alle istituzioni nazionali e locali, Avis Regionale Lombardia sta costantemente monitorando la situazione e dando aggiornamenti puntuali sui canali social e sul sito. Non sono state documentate trasmissioni mediante la trasfusione di emocomponenti e non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale ma in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state rafforzate le misure di sorveglianza anamnestica sul donatore di sangue. I criteri di esclusione dalla donazione sono: soggiorno in area interessata nei 28 giorni precedenti, soprattutto se vi sono stati contatti personali con soggetti confermati o potenzialmente infetti, specie se con sintomi simil influenzali, ma anche in fase ancora asintomatica; presenza di sintomatologia simil influenzale. I sintomi più comuni sono febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Il periodo di incubazione è attualmente stimato in 3-14 gg. E’ competenza e responsabilità del medico l’ammissione o meno alla donazione.

Sul sito di Avis regionale www.avislombardia.it è pubblicato il pieghevole informativo del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità su sintomi e prevenzione del Coronavirus.

No Comments
Salute e Benessere

Inquinamento plastica: un’emergenza alimentare

L’uomo mangia 5 grammi di plastica ogni settimana e questa sta diventando un’emergenza sempre più pressante.

Mano a mano che gli scienziati studiano il problema ci si rende conto della gravità della situazione: se fino a qualche anno fa si pensava che il problema principale fosse di natura strettamente ecologica per la vita di flora e fauna, oggi, progressivamente, ci si sta rendendo conto che l’emergenza sta trasformandosi in un problema anche sanitario.

No Comments
Scienza e Tecnologia

Condensa sulle finestre di casa, come prevenire questo problema

Con il cambio di stagione e il freddo dell’inverno, il fenomeno della condensa sui nostri infissi e serramenti diventa sempre più frequente.

La sua comparsa può portare a problematiche quali muffa attorno ai bordi delle finestre, gocce d’acqua che possono rovinare i nostri pavimenti, soprattutto in presenza di parquet, i nostri mobili in legno e addirittura l’intonaco delle pareti.

No Comments
Salute e Benessere

Concorso Cuore d’oro 2.0: edizione #gialloplasma

Ultimi giorni per partecipare al secondo concorso “Cuore d’Oro 2.0 – Edizione #gialloplasma” promosso da Avis Comunale di Bergamo per sensibilizzare i cittadini sulle donazioni di plasma.

Il plasma è la parte liquida del sangue di colore giallo. Da questo prezioso elemento è possibile ottenere dei veri e propri farmaci per la cura di numerose malattie e – poiché il fabbisogno nazionale rende necessario importare dall’estero alcune scorte di tali farmaci – è fondamentale incrementare il numero di donatori e di donazioni. Per questo Avis Comunale di Bergamo organizza questo concorso la cui partecipazione è gratuita ed aperta a tutti i cittadini di Bergamo e ai soci Avis iscritti nella sezione Comunale di Bergamo.

Scopo del concorso: la realizzazione di grafiche e fotografie utili a sensibilizzare donatori ed aspiranti donatori al dono del plasma.

Partecipare è semplice, basta inviare la scheda di adesione (individuale o di gruppo) e l’elaborato in alta definizione, che può essere un disegno grafico o una fotografia, all’email [email protected] entro e non oltre il 7 marzo 2020.

In palio numerosi premi. A tutti i partecipanti verrà consegnato il kit #gialloplasma mentre ai primi tre classificati dei buoni dal valore di 300 euro, 200 euro e 100 euro. I lavori più meritevoli saranno promossi sui canali social di Avis Comunale Bergamo, e utilizzati per il materiale informativo promozionale dell’Associazione.

Per informazioni e programma: www.avisbg.it

Facebook @avis.comunalebergamo

Instagram @aviscomunalebergamo

No Comments
News

eCommerce: è rivoluzione grazie alla nuova tecnologia di Image Recognition

Yakkyofy, il software italiano che rende completamente automatica la gestione di un negozio online, oggi lancia sul mercato il primo strumento mai inventato, per la realizzazione di preventivi automatici di prodotti da vendere in dropshipping.

Roma 19/02/2020 Si chiama Yakkyofy la startup italiana, con sede a Bari, che oggi punta a rivoluzionare il mercato dell’eCommerce delle consegne in dropshipping grazie al lancio del primo software al mondo in grado di realizzare preventivi B2B in tempo reale.

Questa tecnologia di Image Recognition, basata sul Machine Learning, oggi in fase di brevetto, è in grado di riconoscere un prodotto attraverso un’immagine, di cercarlo all’interno di un enorme database, in continua espansione, con oltre 12 milioni di articoli e di restituire una quotazione comprensiva di spedizioni per oltre 100 paesi diversi, in maniera completamente automatica.

Un’innovazione che cambierà per sempre il mondo dell’eCommerce.

Oggi il 33% di tutti i prodotti venduti online viene consegnato con una tecnica chiamata dropshipping che permette al proprietario di un negozio di vedere articoli che non possiede fisicamente, ma di inviare automaticamente gli ordini generati sul suo store ad un fornitore che spedisce la merce al cliente finale per suo conto.

Questo sistema riduce esponenzialmente sia i costi di gestione di un business online perché il proprietario dello store non dovrà gestire nè inventario nè spedizioni, sia i costi di logistica della merce che viene spostata una sola volta al momento dell’acquisto.

I numeri di questo mercato sono incredibili e in rapida crescita. Solo nel 2019, le vendite al dettaglio globali generate dal settore eCommerce sono state pari a $3453 miliardi di cui $1139 miliardi attribuibili al metodo del dropshipping che si prevede raggiungerà i $1609 miliardi entro il 2021.

Fino ad oggi, c’erano solamente due metodi per reperire i prodotti da consegnare con questo metodo di rifornimento: si potevano acquistare articoli da altre piattaforme online con il metodo dell’arbitraggio oppure comprare prodotti direttamente da un fornitore.

Nel primo caso, il proprietario dello store riusciva a trovare la merce ricercata con una procedura online ma doveva acquistare gli articoli uno per uno a prezzi B2C, nel secondo caso, acquistava prodotti a prezzi B2B, ma doveva attendere preventivi da 7 a 10 giorni e doveva assicurare al fornitore un minimo quantitativo d’ordine giornaliero.

Grazie al nuovo strumento offerto da Yakkyofy, che offre preventivi B2B in tempo reale per prodotti in dropshipping, tutto è cambiato ed ora i rivenditori possono avere prezzi B2B per i loro prodotti direttamente online, senza aspettare e senza la richiesta di un MOQ.

Come è nata questa nuova tecnologia di Image Recognition

Nel 2018, Giovanni Conforti e Carole Hsiao, fondatori di Yakkyofy ed esperti di logistica internazionale, decidono di realizzare un software in grado di automatizzare completamente tutta la gestione di un negozio in dropshipping: dall’approvvigionamento, fino alla consegna.

Quindi, con questo obiettivo in mente, lanciano nel settembre del 2018, la prima versione di Yakkyofy, che consentiva ai proprietari di uno store online di importare prodotti dal loro catalogo in un clic, automatizzare completamente tutto il processo di pagamento ed evasione degli ordini e spedire merce in 3-12 giorni in Nord America e nella maggior parte dei paesi dell’UE, inviando i tracciamenti in automatico al cliente finale.

A questi servizi oggi Yakkyofy, aggiunge anche la possibilità di realizzare preventivi B2B in tempo reale tagliando in maniera considerevole i tempi di gestione di un eCommerce in dropshipping: infatti, grazie alla sua tecnologia Image Recognition basata sull’apprendimento automatico, il software Yakkyofy è ora in grado di mappare un’immagine inviata da un cliente, trovarla all’interno di un enorme database con milioni di prodotti e restituire un preventivo con i prezzi di spedizione per oltre 100 paesi, in pochi istanti. “Il 2020 sarà un anno molto emozionante per noi”, ha affermato Giovanni Conforti, CEO di Yakkyofy.

 

“Grazie alla nostra tecnologia di Image Recognition, ora siamo l’unica azienda sul mercato ad offrire un servizio di preventivi B2B in tempo reale. Questo nuovo strumento ridefinirà completamente le logiche del mercato del dropshipping perché offrirà maggiori margini di profitto, ridurrà i tempi di attesa per le quotazioni dei prodotti e permetterà ai dropshipper di reagire più rapidamente all’emergere di nuovi trend di mercato. “

Nel 2021, si ritiene che i ricavi del dropshipping genereranno oltre $1609 miliardi di dollari e Yakkyofy è impaziente di conquistare la sua fetta di questo mercato grazie alla sua nuova tecnologia di Image Recognition e al suo software in continua evoluzione.

“I nostri sviluppatori sono in fermento e pronti a rilasciare molte nuove funzionalità entro la fine del 2020” ci conferma Giovanni Conforti e noi auguriamo a questa startup italiana un grande in bocca al lupo.

Visita il nostro sito: http://bit.ly/2UJVOZ9

Image recognition tool: http://bit.ly/3bA43gn

La società: Yakkyofy è l’unico software che ti aiuta a gestire in maniera completamente automatica un negozio in dropshipping, con un notevole risparmio sia in termini di tempo che di denaro.

No Comments
Comunicati Eventi

Il Gal L’Altra Romagna firma due importanti accordi di cooperazione regionale per lo sviluppo dell’Appennino Romagnolo

Il Gal L’Altra Romagna, rappresentato dal Presidente Bruno Biserni, è stato protagonista della sottoscrizione di due accordi di cooperazione inter territoriali insieme a tutti gli altri GAL – Gruppi di Azione Locale dell’Emilia Romagna, a loro volta rappresentati dai rispettivi Presidenti.

La firma dell’accordo è avvenuta nella sede del Municipio di Bobbio, borgo decretato come più bello d’Italia per il 2019 all’interno del talent di Rai3 “Il Borgo dei Borghi, alla presenza del Sindaco Roberto Pasquali.

I progetti sottoscritti riguardano la tematica dei cammini e del paesaggio.

Entrambi i progetti si avvalgono di azioni comuni concertate in coerenza con il coordinamento regionale, mentre le azioni locali sono contestualizzate alle esigenze dei rispetti territori di competenza.

Il primo progetto dal titolo “Percorrendo le vie di pellegrinaggio dagli appennini al Delta del Po – itinerari nelle aree rurali dell’Emilia Romagna” si pone l’obiettivo, tramite un approccio partecipato, di migliorare itinerari e percorsi sotto il profilo della mappatura e della ricognizione, dell’ospitalità, dell’enogastronomia tipica e della promozione e comunicazione.

In particolare le aree di competenza del GAL L’Altra Romagna interessate dal progetto saranno quelle attraversate dai Cammini già riconosciuti a livello regionale sia per il versante forlivese-cesenate che per quello faentino, la cui rappresentanza è svolta dalle rispettive Associazioni.

Il secondo progetto dal titolo “Paesaggi da vivere – valorizzazione dei paesaggi rurali e creazione di osservatori locali per la qualità del paesaggio dell’Emilia Romagna” si pone l’obiettivo di fornire una lettura ed interpretazione dell’Appennino romagnolo con il fattivo coinvolgimento della popolazione locale, al fine di identificare i “paesaggi” più rappresentativi delle aree rurali forlivesi-cesenati e faentine, i paesaggi da valorizzare ulteriormente ma anche quelli da “mitigare” per la presenza di elementi incongrui.

L’Appennino romagnolo, può rappresentare un vero e proprio “laboratorio” a cielo aperto per quanto riguarda tale tematica.

I partner dei due progetti sono tutti i 6 GAL dell’Emilia Romagna ai quali è assegnata la gestione della Misura 19 del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna all’interno delle rispettive aree rurali di competenza.

Nello specifico i GAL coinvolti sono:

Gal del Ducato con competenza per le aree rurali delle Province di Piacenza e Parma

Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano con competenza per le aree rurali delle Province di Modena e Reggio Emilia

Gal Appenino Bolognese con competenza per le aree rurali della Provincia di Bologna

Gal Delta 2000 con competenza per le aree rurali delle Province di Ferrara e Ravenna

Gal L’Altra Romagna con competenza per le aree rurali delle Province di Forlì-Cesena e Ravenna

Gal Valli Marecchia e Conca con competenza per le aree rurali della Provincia di Rimini

 I termini per la realizzazione completa di tutte le attività previste da entrambi i progetti è fissata al 31/12/2022.

 

L’ufficio stampa

GAL L’ALTRA ROMAGNA

No Comments
Comunicati

Le mappe antiche per ricerche e arredamento, scegli quella che fa per te

Ami le carte geografiche antiche e sogni da tempo di acquistare una riproduzione? Ecco, in pochi passi, una piccola guida per orientarti nella scelta.

– Attenzione alla qualità.

Scegli un fornitore affidabile: la mappa antica deve essere riprodotta direttamente dall’originale, così da conservare intatta la sua valenza documentaria. Una mappa approssimativa e inattendibile, sia nella veste grafica che nei riferimenti, perde la maggior parte del suo fascino.

Estetica e qualità, nella cartografia, vanno sempre di pari passo: la tua carta geografica, quindi, dovrà provenire da una fonte pregevole e accreditata.

– Scegli il soggetto.

Il bello delle carte geografiche antiche è che puoi inserirle in qualsiasi stile di arredamento, dalla camera da letto liberty al soggiorno minimal-chic. E non ci sono limiti riguardo al soggetto e all’epoca: un planisfero del Cinquecento o una cartina settecentesca dell’impero romano – solo per fare qualche esempio – sono ugualmente perfette in ogni tipo di ambiente.

La scelta della cartina giusta, quindi, dipende unicamente dai tuoi gusti e dalle tue esigenze. Nella tua decisione possono influire motivi esclusivamente estetici, ma anche ragioni più squisitamente professionali: ogni cartina, infatti, fornisce dati preziosi su tantissimi ambiti di studio e di ricerca.

Il cartografo vi troverà notizie importanti in merito alla proiezione utilizzata; lo storico potrà ricorrervi per ricostruire gli equilibri politici dell’epoca; il geografo vi attingerà per conoscere lo stato degli studi geografici nel periodo di interesse.

Ma anche per i semplici appassionati, una mappa d’epoca costituisce un vero e proprio tesoro, sempre disponibile per qualsiasi riferimento o curiosità.

– Decidi il formato.

Piccola o grande? Dipende dallo spazio disponibile, dall’impatto che vuoi ottenere o dallo stile che intendi valorizzare. Un corridoio stretto e spoglio, ad esempio, si trasforma in un angolo luminoso e ricco di personalità semplicemente appendendovi una mappa antica grande quasi quanto l’intera parete.

Le sale d’aspetto richiedono discrezione e sobrietà: per questo, spesso rimangono fredde e impersonali. Creando composizioni di tre o quattro mappe antiche in piccolo formato è possibile renderle istantaneamente più accoglienti senza sacrificare il tono formale che la loro funzione richiede.

In salotto, in camera da letto o nello studio, invece, la scelta di una media dimensione (50×70, ad esempio) consente di armonizzare al meglio la cartina con gli altri mobili, quadri e complementi d’arredo.

– Metti in cornice.

Lungi dal rappresentare un dettaglio senza importanza, la cornice svolge un ruolo decisivo: cambiando la cornice, in altre parole, cambia completamente anche lo stile della tua mappa. Dovrai quindi puntare su questo elemento per creare il giusto equilibrio tra la carta geografica e l’ambiente circostante.

A seconda dell’effetto che vuoi realizzare, potrai optare per una cornice “in pendant” oppure a contrasto. In una camera da letto in stile impero, ad esempio, la tua carta geografica antica enfatizzerà l’atmosfera romantica con una cornice d’antiquariato in legno dorato motivata da decori di foglie e palmette; utilizzando una cornice minimal nei colori oro e rosso, invece, otterrai un piacevolissimo effetto di leggerezza.

Guarda ora tutte le nostre carte geografiche antiche >>

No Comments
Comunicati

Acari delle orecchie del gatto, cosa sono e come trattarli

Controlla regolarmente le orecchie del tuo gatto: in condizioni normali, i padiglioni sono rosei e puliti, dato che il micio sa occuparsi molto bene della loro pulizia.

Se invece noti la presenza di arrossamenti accompagnati da lesioni e da una quantità eccessiva di cerume scuro e maleodorante (dall’aspetto molto simile alla cenere o ai fondi di caffè), rivolgiti immediatamente al veterinario, soprattutto se il tuo gatto tende a tenere a testa piegata e si gratta con molta insistenza sulle orecchie e sulla zona circostante.

Potrebbe infatti trattarsi di una otoacariasi, patologia meglio nota come “acari dell’ orecchio del gatto”.

L’otoacariasi scaturisce da una vera e propria infestazione del condotto uditivo: favorita dalla sporcizia e dalla promiscuità, colpisce con più frequenza i gatti di strada, ma è talmente contagiosa da potersi trasmettere anche ai gatti domestici.

Responsabile di tale condizione è l'”Otodectes Cynotis”, un piccolo insetto infestante che si nutre di detriti organici, secrezioni e cellule morte.

All’interno dell’orecchio, le popolazioni di questo parassita trovano calore e nutrimento in abbondanza per vivere e prolificare.

L’ aspetto dell’acaro, molto simile a quello di un ragno, non è riconoscibile ad occhio nudo a motivo delle dimensioni microscopiche: se quindi il comportamento e l’aspetto del tuo gatto dovessero farti pensare ad una otoacariasi, solo una visita veterinaria mirata potrà confermarne la presenza.

In questa eventualità, il veterinario prescriverà una cura appropriata a base di farmaci antibiotici e gocce antiparassitarie.

Nel trattamento di questa infezione, la tempestività è determinante: se trascurata, l’otoacariasi può degenerare in altre complicanze di difficile gestione, causando al tuo piccolo amico molte sofferenze.

I morsi degli acari, infatti, spingono a grattarsi furiosamente per alleviare il prurito insopportabile: così, il tuo gatto si autoinfligge lesioni da grattamento che possono facilmente infettarsi.

Nei soggetti predisposti possono sopraggiungere anche crisi epilettiche. Questa situazione, nel lungo periodo, finisce col danneggiare il timpano e compromettere gravemente l’udito.

Riproducendosi in modo incontrollato, i parassiti passano facilmente da un condotto uditivo all’altro: per questo, generalmente, l’infestazione interessa entrambe le orecchie.

Dal loro ospite, gli acari si trasferiscono nell’ambiente circostante, contagiando altri animali (come cani e furetti; non si trasmettono, invece, all’essere umano): ecco perché è molto importante curare l’igiene domestica, procedendo ad una periodica disinfezione delle cucce, delle spazzole, delle coperte, dei cuscini, delle poltrone, dei divani, dei tappeti e di tutti gli altri tessili dove i parassiti potrebbero annidarsi.

Per saperne di più sul gatto >>

No Comments