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Rapporto AiFOS: webinar gratuito sulla qualificazione del formatore

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Rapporto AiFOS: webinar gratuito sulla qualificazione del formatore

 

Il primo febbraio 2024 un incontro in modalità webinar parlerà di qualificazione del formatore, dei risultati della ricerca raccolta nel Rapporto AiFOS 2023 e dell’auspicabile aggiornamento dei criteri di qualificazione.

 

Come ricordato in un contributo Inail pubblicato sul Quaderno della sicurezza AiFOS n. 4 di dicembre 2023 la formazione, in particolare in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ‘deve essere intesa non come obbligo ma come processo educativo, come componente essenziale della qualità della vita lavorativa, come misura generale di tutela e, quindi, come agente primario per un cambiamento culturale chiave per il miglioramento dei processi produttivi e per la valorizzazione del capitale umano’.

Partendo da questo assunto, è necessario che in questo importante processo educativo il formatore sia il protagonista di questo cambiamento, con competenze idonee e sempre aggiornate nel tempo, di pari passo con i processi di trasformazione culturale che sono in atto.

 

Per favorire questo aggiornamento e conoscere meglio la situazione attuale, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), che da quasi venti anni realizza corsi di formazione per formatori, ha condotto nel 2023 la nuova attività di ricerca “La qualificazione del formatore alla sicurezza” raccolta nel Rapporto AiFOS 2023.

 

Per conoscere i risultati e riflettere sul futuro della formazione alla sicurezza in Italia si è tenuto il 6 dicembre 2023 un convegno a Roma e si terrà l’1 febbraio 2024 il webinar gratuito “La qualificazione del formatore alla sicurezza. Rapporto AiFOS 2023”.

 

Il link per iscriversi al webinar:

https://aifos.org/home/eventi/intev/convegni_aifos/la-qualificazione-del-formatore-alla-sicurezza-webinar

 

Il Rapporto AiFOS 2023 e la qualificazione del formatore alla sicurezza

La nuova ricerca AiFOS, che si aggiunge alle tante attività di ricerca svolte dall’Associazione dal 2009 ad oggi, si è svolta a 10 anni dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale 6 marzo 2013 che ha definito i criteri di qualificazione dei docenti formatori alla sicurezza.

 

Attraverso dei questionari, compilati in forma anonima tra la fine del mese di maggio e il mese di giugno 2023, alla ricerca hanno partecipato ben 669 formatori da tutta l’Italia.

Una partecipazione capillare che rende i risultati ancora più significativi e utili per conoscere il parere e le indicazioni di queste importanti figure professionali, anche in previsione di un possibile futuro aggiornamento dei criteri di qualificazione stabiliti dal decreto del 2013.

 

I risultati della ricerca sono liberamente consultabili a questo link:

https://bit.ly/dati-rapporto-AiFOS-2023

 

Il Rapporto AiFOS 2023 e il futuro aggiornamento dei criteri

L’Associazione AiFOS ritiene che, a distanza di molti anni dall’approvazione del D.I. 6 marzo 2013, sia ormai necessario cominciare a fare un bilancio relativo alle competenze dei docenti, che ricoprono un ruolo fondamentale per l’efficacia del processo formativo.

 

La Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro avrebbe dovuto entro il 18 marzo 2015 (1 anno dopo l’entrata in vigore del decreto interministeriale) valutare la prima applicazione dei criteri ed elaborare proposte migliorative dell’efficacia dei criteri stessi.

Ad oggi, tuttavia, il documento non è stato rivisto e i criteri hanno ampliato il loro ambito di applicazione a tutti i corsi di formazione in materia di salute e sicurezza dove non siano previsti da altre norme requisiti diversi e specifici per i formatori.

 

Anche per questo motivo AiFOS ha ritenuto utile ed opportuno fare un’analisi della situazione, così da raccogliere l’opinione proprio dei docenti qualificati, al fine di far emergere criticità, punti di forza e possibili suggerimenti di modifica al Decreto Interministeriale.

 

Il Rapporto AiFOS 2023 e il webinar gratuito sulla qualificazione del formatore

Proprio per approfondire questi temi, giovedì 1 febbraio 2024 si terrà – dalle ore 14.30 alle ore 16.30 – l’evento gratuito in modalità webinar “La qualificazione del formatore alla sicurezza. Rapporto AiFOS 2023”.

 

Nel webinar saranno illustrati e discussi i risultati della ricerca, che verranno poi sottoposti all’attenzione della Commissione Consultiva per spronarla a rivedere ed aggiornare i criteri di qualificazione, anche alla luce delle nuove competenze digitali e relazionali che il formatore deve aver sviluppato dopo gli anni della pandemia.

 

Infatti, come ricordato nel Quaderno della sicurezza AiFOS n. 4 di dicembre 2023, dalle risposte emerge in tutta chiarezza che “la qualifica del formatore è argomento assai complesso, non comprimibile all’interno di soli sei criteri. Tali criteri, infatti, pur rappresentando una buona base da cui partire, richiedono un aggiornamento, al fine di permettere ai docenti di veicolare una formazione sempre aggiornata, precisa, efficace ed efficiente, al passo coi tempi e le evoluzioni”.

 

Ai partecipanti al webinar sarà inviato un attestato di presenza valido per il rilascio di 2 crediti per Formatori area tematica n.1 e per RSPP/ASPP.

 

Il link per iscriversi all’evento gratuito:

https://aifos.org/home/eventi/intev/convegni_aifos/la-qualificazione-del-formatore-alla-sicurezza-webinar

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel. 030.6595037 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected]

 

11 gennaio 2024

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Le conseguenze della pandemia sul lavoro di professionisti e imprese

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Le conseguenze della pandemia sul lavoro di professionisti e imprese

 

L’associazione AiFOS ha realizzato un secondo sondaggio nel 2021 per comprendere le conseguenze in termini di fatturato della crisi economica provocata dalla pandemia. Un operatore su quattro ha chiuso il 2020 con un calo di fatturato tra il 30% e il 50%.

 

L’emergenza COVID-19 e tutte le necessarie misure di contenimento e gestione del virus SARS-CoV-2 hanno avuto, in questi due anni, pesanti ripercussioni non solo sulle nostre abitudini di vita, ma anche su economia e lavoro.

L’anno 2020, che rimarrà nella storia per le conseguenze sanitarie della pandemia, non solo ha cambiato radicalmente il mondo del lavoro, ma si è rilevato un anno infausto anche per le conseguenze economiche sulle attività di aziende e professionisti che si occupano, a diversi livelli, di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Per comprendere la dimensione di queste conseguenze l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), su invito di Confcommercio Professioni, ha consultato i propri soci AiFOS per capire in che misura le attività di formazione e consulenza siano state colpite – in termini di fatturato – dalla crisi economica provocata dalla pandemia tuttora in atto.

 

È stato effettuato un primo sondaggio tra l’1 e il 10 novembre 2020, quando la situazione era ancora molto incerta e in divenire, e i dati sul fatturato ancora non definitivi.

A seguito di questo primo rilevamento l’Associazione AiFOS ha recentemente svolto un secondo sondaggio, tra l’11 e il 21 maggio 2021, per verificare se e in che misura le attese e valutazioni di imprenditori e liberi professionisti associati ad AiFOS si siano rispecchiati nel fatturato 2020.

 

Il sondaggio di novembre 2020: l’attività di formazione e di consulenza

Ricordiamo brevemente alcuni risultati della prima indagine di novembre 2020.

 

Riguardo alle attività di formazione i risultati del primo sondaggio (novembre 2020) mostravano che se il 48,5% dei formatori coinvolti dichiarava un calo di fatturato “percepito” nell’anno 2020 era preoccupante constatare che per più del 15% degli intervistati il fatturato dall’attività di formazione si era sostanzialmente azzerato (calo superiore al 70%) mentre per un 10% il calo percepito era nel range 51-70%.

 

Anche l’attività di consulenza era risultata penalizzata dal lockdown. In questo caso il 40,6% degli intervistati riportava un calo compreso tra l’11% e il 50% nell’anno 2020 rispetto all’esercizio precedente.

 

L’indagine ha poi coinvolto anche diverse aziende, associate AiFOS, e per quanto riguarda la formazione è stato rivelato nel 59% dei casi, rispetto all’anno precedente, un calo compreso tra l’11% e il 50% (in particolare quasi il 24% è nella fascia 31-50%).

 

Il sondaggio di maggio 2021: le conseguenze sui liberi professionisti

Veniamo ora al recente sondaggio che si è svolto tra l’11 e il 21 maggio 2021.

 

La fotografia della situazione – scattata a 6 mesi di distanza dalla prima e a seguito della fase più acuta della “seconda ondata” epidemica e con i libri contabili già chiusi – mostra un generale miglioramento, anche se alcuni dati preoccupanti permangono.

 

Poco meno del 20% dei liberi professionisti operanti nel campo della formazione e circa il 9% dei consulenti denunciano ancora un vero crollo del fatturato, più che dimezzato rispetto al 2019 (erano però rispettivamente il 28% e il 16% alla rilevazione di novembre). Di contro, aumentano gli operatori in grado di mantenersi in linea di galleggiamento se non di aumentare il fatturato, passati dal 15% al 26% nel campo della formazione e dal 31% al 37,5% in quello della consulenza.

Sono comunque molti ancora gli intervistati che dichiarano un sensibile calo dei ricavi, soprattutto nell’ambito della formazione dove oltre 1 libero professionista su 4 ha chiuso il 2020 un calo di fatturato compreso tra il 30% e il 50%.

 

Il sondaggio di maggio 2021: le conseguenze sulle imprese associate

Le considerazioni fatte per i liberi professionisti valgono anche per le imprese associate e il miglioramento è ben percepibile soprattutto per quanto riguarda l’attività di formazione.

 

Alcune note positive: sono “solo” il 6% le realtà che hanno accusato un calo superiore al 50% del fatturato 2020, e sfiorano il 40% le aziende in grado di mantenere inalterato o migliorare il fatturato 2019 in ambito consulenziale, con un ulteriore 19% che ha registrato una contrazione minima (0-10%). Rimane tuttavia un dato sicuramente negativo: oltre 1 azienda su 2 operanti nell’ambito della formazione ha subito una diminuzione dei ricavi compresa tra l’11% e il 50%.

 

Nell’annus horribilis 2020 so di molte aziende e professionisti” – commenta e conclude il Presidente AiFOS Rocco Vitale – “che hanno agito anche a prescindere dal tornaconto economico. I nostri associati sono stati tra i primi ad essere chiamati in causa per rispondere alle esigenze delle organizzazioni in questa terribile emergenza sanitaria. Il lavoro fatto è stato molto, e lo shock test servirà senza dubbio per il futuro: basti pensare a webinar e videoconferenze che solo dodici mesi fa non conoscevamo praticamente per nulla ed oggi sono uno strumento di lavoro quotidiano per tutti noi”.

 

Il link per scaricare l’indagine AiFOS sulla perdita di fatturato nel 2020:

http://bit.ly/bilanci2020-indagineAiFOS

 

Per avere ulteriori informazioni si può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected].

 

 

27 maggio 2021

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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Qual è l’impatto dell’emergenza COVID-19 su formatori e consulenti?

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Qual è l’impatto dell’emergenza COVID-19 su formatori e consulenti?

 

I risultati di un’indagine lanciata dall’Associazione AiFOS presso i suoi associati su invito di Confcommercio Professioni. A causa dell’emergenza COVID-19 c’è stato un calo di fatturato superiore al 30% per un formatore su due.

 

La situazione epidemiologica correlata al virus SARS-CoV-2 non ha solo conseguenze sanitarie o sulle nostre abitudini di vita e sulle relazioni sociali. L’emergenza COVID-19, specialmente in relazione alle limitazioni necessarie per il contenimento del virus, ha rilevanti conseguenze economiche anche sul mondo del lavoro e sulle attività di aziende e professionisti.

 

Quali sono le conseguenze che l’emergenza ha avuto e sta avendo sul mondo delle professioni relative alla formazione e alla consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro?

 

L’indagine sull’impatto economico per le aziende e i professionisti

Per avere informazioni sulle conseguenze economiche in questo particolare settore, Confcommercio Professioni, che in questi mesi si sta facendo portavoce presso i tavoli governativi delle richieste dei professionisti rappresentati dalle associazioni confederate, ha invitato l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) a lanciare un’indagine tra i propri associati.

 

Rispondendo positivamente all’invito l’Associazione AiFOS ha svolto nella prima metà di novembre un’indagine presso i propri soci per capire in che misura le attività di formazione e consulenza siano state colpite – in termini di fatturato – dalla crisi economica provocata dalla pandemia ancora in atto.

 

L’indagine ha anche raccolto informazioni sull’utilizzo delle misure di sostegno predisposte dalla normativa. Si è rilevato, ad esempio, che il 51,5% dei soci che operano in regime di libera professione hanno usufruito dei bonus di indennità di sostegno in favore dei lavoratori autonomi previsti dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (decreto Cura Italia) e dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio).

 

L’impatto dell’emergenza sulle attività di formazione

Riguardo alle attività di formazione si ricorda che, a seguito delle restrizioni alle attività economiche imposte dal Governo nella prima fase dell’emergenza COVID-19, la categoria ha risentito della sospensione dei corsi in presenza ed è stato possibile proseguire solo con i corsi a distanza. In questo senso l’attività dei formatori è evidentemente diminuita, soprattutto per coloro che svolgono docenze per i corsi di formazione che non possono prescindere dalla parte pratica il cui svolgimento è necessariamente in presenza.

 

Se il 48,5% dei formatori coinvolti dichiara un calo di fatturato “percepito” nell’anno 2020 compreso tra l’11% e il 50% rispetto all’esercizio precedente, con uno sbilanciamento nella fascia più alta del calo (compreso tra il 31-50% per il 27,7% degli intervistati contro il 20,8% che lamenta un calo dell’11-30%), è preoccupante constatare, che per più del 15% degli intervistati il fatturato dall’attività di formazione si è sostanzialmente azzerato (calo superiore al 70%) mentre per un 10% il calo percepito è nel range 51-70%.

 

Si rileva, tuttavia, che una ridotta parte del campione, il 14%, ha mantenuto un fatturato stabile o addirittura registrato un incremento.

 

L’impatto dell’emergenza sulle attività di consulenza

Malgrado non sia stata direttamente limitata, anche l’attività di consulenza è stata penalizzata dal lockdown, ad esempio a causa delle restrizioni agli spostamenti. I dati rilevati presso i professionisti associati rilevano in questo caso un calo del fatturato leggermente inferiore, tenuto conto anche del fatto che le aziende hanno dovuto rivolgersi a professionisti della prevenzione per servizi come l’aggiornamento del DVR, la redazione di procedure di lavoro e di protocolli aziendali, la scelta e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, ecc.

In questo caso il 40,6% degli intervistati riporta un calo compreso tra l’11% e il 50% nell’anno 2020 rispetto all’esercizio precedente, con le risposte equamente suddivise nelle due fasce 11-30% e 31-50%. Mentre per oltre un socio AiFOS su quattro (27,8%), limitatamente all’attività di consulenza, il fatturato nell’anno in corso rimarrà stabile o crescerà rispetto al 2019.

 

L’indagine ha poi coinvolto anche diverse aziende, associate AiFOS, che si occupano di formazione e consulenza in materia di salute e sicurezza.

Per quanto riguarda la formazione c’è stato nel 59% dei casi, rispetto all’anno precedente, un calo compreso tra l’11% e il 50% (in particolare quasi il 24% è nella fascia 31-50%). Per oltre il 15% è stato rilevato un fatturato stabile o in crescita.

Anche in questo caso l’impatto è stato minore per le attività di consulenza. Il 39,5% delle aziende ha avuto un calo tra l’11% e il 50%, ma quasi il 34% ha avuto un fatturato stabile (21,1%) o in crescita (12,7%).

 

Il link per avere ulteriori informazioni sull’Indagine AiFOS sulla perdita di fatturato nell’anno 2020:  https://bit.ly/Indagine-fatturato2020-soci-AiFOS

 

In definitiva, ricordando che il sondaggio hanno solo carattere indicativo dal momento che l’emergenza si è nuovamente inasprita successivamente alla rilevazione, i dati raccolti sono comunque preoccupanti per la situazione economica dei professionisti del settore. “Per un formatore su due l’anno si chiuderà con un calo del fatturato superiore al 30%” – sottolinea il Presidente AiFOS Rocco Vitale – “e addirittura uno su quattro subirà un vero e proprio tracollo con ricavi più che dimezzati rispetto al 2019”.

 

Per avere ulteriori informazioni si può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected].

 

 

10 dicembre 2020

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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Rapporto AiFOS: lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

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Rapporto AiFOS: lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

 

I dati della ricerca su lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus sono stati pubblicati sul Rapporto AiFOS 2020 e presentati il 3 dicembre durante l’evento online Ambiente Lavoro. Come è stata gestita l’emergenza nelle aziende?

 

Non c’è dubbio che la pandemia abbia messo in discussione molti degli strumenti finora adottati anche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. E ci vorrà diverso tempo non solo per sconfiggere definitivamente il virus, ma anche per approfondire e capire come affrontare questa tipologia di emergenze nei luoghi di lavoro.

 

Tuttavia per migliorare la prevenzione futura è necessario mettere in campo tutte le risorse possibili per comprendere come le aziende, i vari attori della sicurezza aziendale, hanno gestito l’attuale emergenza.

 

Proprio per fornire queste risposte l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) – su impulso del suo Comitato Scientifico presieduto dall’Ing. Marco Masi – ha realizzato nel 2020 una importante attività di ricerca per indagare come i professionisti della sicurezza hanno gestito la fase emergenziale. Attività di ricerca, dal titolo “Lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus”, che è stata presentata il 3 dicembre ad Ambiente Lavoro e raccolta e commentata nel Rapporto AiFOS 2020, pubblicato sulla rivista “Quaderni della sicurezza AiFOS” n. 4/2020.

 

La ricerca AiFOS su lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

Nella consapevolezza che la pandemia ha un impatto imprevedibile e, per certi aspetti, irreversibile, nel mondo del lavoro, la ricerca di AiFOS ha permesso di ascoltare il parere di coloro che si sono dovuti “innovare”, nella speranza che i dati possano rappresentare non solo un momento di riflessione e supporto per tutti coloro che operano nel campo della salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, ma anche un contributo per rilanciare l’economia e gli investimenti del nostro Paese.

 

Il Rapporto AiFOS 2020 presenta la ricerca condotta tramite la raccolta di questionari compilati, in forma anonima, tra la fine del mese di maggio e il mese di giugno 2020 da RSPP, ASPP, HSE manager, Consulenti e Formatori e Coordinatori di Cantiere.

Inoltre nel mese di settembre 2020, grazie alla collaborazione con il Coordinamento Sindacale Professionisti della Sanità, l’indagine è stata diffusa anche tra i Medici Competenti per indagare il loro vissuto e le loro opinioni in merito alla fase più acuta dell’emergenza.

 

COVID-19 e lavoro: le risposte di RSPP, consulenti, formatori e HSE manager

Il questionario, rivolto a RSPP, consulenti, formatori e HSE manager, ha trattato vari temi:

  • valutazione dei rischi, protocollo anticontagio, DPI e collaborazione soggetti sicurezza
  • informazioni ai lavoratori
  • smartworking
  • formazione salute e sicurezza in modalità videoconferenza ed e-learning
  • impressioni generali

 

Attraverso i risultati di questi questionari è stato possibile, ad esempio, comprendere che nelle aziende in cui operavano questi professionisti nel 66% dei casi la valutazione del rischio “è stata fatta a livello legislativo e il DVR è stato integrato con un ‘Allegato’ concernente le misure da adottare”. Mentre in poco più del 22% dei casi il DVR è stato aggiornato in tutti i suoi aspetti o, comunque, per le realtà in cui il rischio biologico COVID-19 era considerato rischio professionale.

I dati mostrano, almeno per il capitolo relativo alla valutazione dei rischi, ai protocolli anti-contagio e alla gestione dei dispositivi di protezione individuali, che le aziende italiane, pur nella confusione legislativa che ha caratterizzato l’emergenza e con margini di miglioramento, hanno recepito lo spirito della normativa e hanno fatte proprie molte delle prescrizioni.

 

Sono molte poi le risposte che hanno riguardato la formazione, che mostrano, ad esempio, come nel 52% del campione le attività formative sono state interrotte. E laddove la formazione non si è, di fatto, interrotta, gli interlocutori hanno dichiarato che hanno consigliato ai propri committenti di non fermare la formazione, ma piuttosto di svolgere attività in videoconferenza (70%) o in modalità e-learning (60%).

 

Link all’appendice statistica relativa alle risposte di RSPP, consulenti, formatori e HSE manager:

https://bit.ly/Rapporto-AiFOS-2020-Formatori-RSPP

 

COVID-19 e lavoro: le risposte di coordinatori e medici competenti

La ricerca di AiFOS ha poi raccolto anche le risposte e i pareri dei coordinatori di cantiere e dei medici competenti.

 

Riguardo al settore dei cantieri si è voluto, in particolare, comprendere quello che i coordinatori ed i consulenti hanno fatto, i problemi riscontrati, le soluzioni applicate, le sensazioni riportate, offrendo così un contributo formativo e informativo maturato “sul campo” proprio da chi, ogni giorno, si occupa della difficile materia della sicurezza in edilizia.

I dati mostrano che nel momento del lockdown l’attività sia stata sospesa nel 69,3% dei cantieri, mentre l’attività è proseguita solo in cantieri rientranti nei settori strategici (per il 14,7% dei casi) e in cantieri connessi a settori strategici per i quali era necessario lo svolgimento dei lavori (16%). Inoltre relativamente alle modalità di esecuzione della valutazione dei rischi indotti dall’emergenza Covid-19 nella stragrande maggioranza dei casi si è intervenuti sul PSC, predisponendo uno specifico allegato o con aggiornamenti del documento o delle sue sezioni.

 

Link all’appendice statistica relativa alle risposte dei coordinatori:

https://bit.ly/Rapporto-AiFOS-2020-Coordinatori

 

Altri dati interessanti, che emergono della ricerca condotta da AiFOS, riguardano la posizione del medico competente, anche con riferimento alle risposte degli altri attori della sicurezza aziendale sulla collaborazione tra le varie figure aziendali.

 

Se è scontato che in un’emergenza sanitaria tale figura sia chiamata a giocare un ruolo di fondamentale importanza, la ricerca offre però uno spaccato che pone tale soggetto tra luci ed ombre. Se si considera, infatti, la necessaria collaborazione delle varie figure aziendali nella stesura del protocollo aziendale anti-contagio, se quasi il 68% degli intervistati ritiene che il contributo del medico competente sia stato ottimo-buono, non passa inosservato che il 32% lo abbia ritenuto, invece, come scarso (25,16%) o addirittura nullo (7,22%).

 

In ogni caso l’indagine condotta ha messo in evidenza che nella prima fase dell’emergenza sanitaria legata all’epidemia COVID-19 il Medico Competente ha proseguito la sua attività professionale modulando gli adempimenti normativi in funzione delle necessità contingenti e tenendo conto dell’esigenza di scongiurare, per quanto possibile, il contagio nell’ambito della popolazione lavorativa delle aziende seguite.

 

Link all’appendice statistica relativa alle risposte dei medici competenti:

https://bit.ly/Rapporto-AiFOS-2020-MediciCompetenti

 

Invitiamo chi volesse conoscere altri risultati della ricerca o volesse approfondire i risultati delle analisi e riflessioni sui dati di richiedere il Quaderno della Sicurezza AiFOS n. 4/2020 all’indirizzo [email protected].

 

Per avere ulteriori informazioni sulla ricerca e sul Rapporto AiFOS 2020 si può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected],  [email protected].

 

 

03 dicembre 2020

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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Zuckerberg e Gates: Insieme contro il Covid-19

La fondazione di Mark Zuckerberg collaborerà con quella di Bill Gates per finanziare la ricerca di un farmaco contro il Covid-19. 
Ad annunciarlo è Zuckerberg in un post dove spiega che la sua fondazione investirà 25.000.000 di dollari “per accelerare lo sviluppo dei trattamenti”.

💡L’iniziativa a cui si è unito il Ceo di Facebook si chiama “Acceleratore terapeutico” ed è stata lanciata il 10 marzo scorso da Gates insieme a Wellcome e Mastercard con un impegno di 125.000.000 di dollari ( Oltre 115.000.000 di euro ).

Zuckerberg e Gates: Insieme contro il Covid-19

L’obiettivo è valutare rapidamente i farmaci esistenti più promettenti per vedere quali potrebbero essere efficaci nel prevenire e curare il Coronavirus.

Visto che questi farmaci hanno già attraversato studi clinici di sicurezza, se sono efficaci, sarà molto più veloce renderli disponibili rispetto a sviluppare e testare un nuovo vaccino”.

L’articolo completo lo trovi direttamente qui

Mark Zuckerberg e Bill Gates doneranno quindi 25.000.000 di dollari, con altri soggetti, per finanziare la ricerca nella lotta al coronavirus.
Inizialmente lo ha annunciato Priscilla Chan, moglie del fondatore di Facebook. La coppia avvierà la campagna attraverso la “Chan-Zuckerberg Initiative” ( CZI ), che collaborerà con la “Bill and Melinda Gates Foundation” per stanziare la cifra.

Quindi, CZI si unirà a Gates ed altri per l’iniziativa che verrà battezzata “acceleratore terapeutico per combattere il coronavirus”. L’obiettivo comune è “finanziare un gruppo che valuti tutti i farmaci noti in grado di avere effetti potenziali contro il coronavirus”.

Numerose informazioni di approfondimento le trovi sul sito www.macchinasociale.com

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Sicurezza e coronavirus: la parola ai coordinatori di cantiere

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Sicurezza e coronavirus: la parola ai coordinatori di cantiere

Una ricerca tra gli attori della sicurezza per comprendere come il mondo del lavoro sta affrontando l’emergenza COVID-19. Uno specifico questionario è rivolto alle indicazioni e problematiche dei coordinatori di cantiere.

 

Nei cantieri edili, un settore lavorativo che, al di là dell’attuale emergenza COVID-19, è normalmente connotato da un’incidenza elevata di infortuni, una delle figure più rilevanti per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori è il coordinatore per la sicurezza.

È evidente che nell’emergenza correlata alla diffusione del virus SARS-CoV-2 il ruolo del coordinatore diventa ancora più significativo in relazione alla prevenzione e contenimento del rischio biologico correlato al nuovo coronavirus. Prevenzione e contenimento che sono organizzate anche da diversi protocolli condivisi, elaborati in questi mesi, di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID–19 nei cantieri.

Tuttavia in questa fase di riapertura di diverse imprese e cantieri sono state più volte segnalate difficoltà e criticità tra addetti ai lavori e, in particolare, tra i professionisti che svolgono le funzioni di coordinatore della sicurezza per l’esecuzione (CSE). E non sono mancate anche le critiche e le proposte di modifiche dei protocolli in materia di cantieri.

 

Qual è la situazione attuale dei coordinatori alla sicurezza nei cantieri? Come si sono organizzate le imprese? Come hanno implementato i protocolli anticontagio? Qual è l’atteggiamento dei committenti e la collaborazione con le altre figure rilevanti in materia di sicurezza?

 

La ricerca su lavoro, sicurezza e formazione nell’emergenza COVID-19

A dare la possibilità anche ai Coordinatori alla sicurezza di esprimersi su come il mondo del lavoro sta affrontando l’emergenza è la nuova ricerca dell’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) che – su impulso del suo Comitato Scientifico presieduto dall’Ing. Marco Masi – si sviluppa attraverso due diversi questionari.

Dei due questionari, che comprendono domande e raccolte di dati, in forma anonima, su vari temi in materia di sicurezza, un questionario è rivolto a RSPP, consulenti, formatori e HSE manager. Mentre un secondo questionario è rivolto espressamente ai coordinatori di cantiere.

 

Il link per accedere ai due questionari:

https://aifos.org/home/news/int/nostre_attivita/rapporto_aifos_2020

 

Il contenuto del questionario rivolto ai coordinatori

Ricordiamo che, al di là dell’emergenza COVID-19, il D.Lgs. 81/2008 assegna ai coordinatori alla sicurezza ruoli importanti:

  • coordinatore della sicurezza in fase di progettazione: redazione del piano di sicurezza e coordinamento; redazione del fascicolo tecnico; coordinamento nelle fasi di progettazione per assicurarsi che vengano applicate le misure generali di salvaguardia della sicurezza nei cantieri;
  • coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione: verifica, coordinamento e controllo di tutte le imprese e i lavoratori autonomi che partecipano all’esecuzione dell’opera.

 

Riguardo alla ricerca in materia di sicurezza ed emergenza COVID-19, queste sono le principali sezioni del questionario rivolte ai coordinatori:

  • valutazione dei rischi, applicazione protocollo anticontagio, DPI e collaborazione soggetti sicurezza
  • informazioni ai lavoratori
  • attività del coordinatore
  • formazione salute e sicurezza
  • impressioni generali e commenti.

 

In relazione all’attività del coordinatore il questionario si sofferma, ad esempio, sulla redazione dei costi della sicurezza, sull’attività di sanificazione e sull’atteggiamento riscontrato nei committenti, nei responsabili dei lavori, nelle imprese e tra i lavoratori.

 

I questionari e il Rapporto AiFOS 2020

Il futuro Rapporto AiFOS 2020 sarà dunque dedicato al lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus e raccoglierà i risultati della ricerca che saranno poi adeguatamente presentati, commentati e analizzati in specifici incontri.

Segnaliamo che tutti i dati raccolti nei questionari verranno elaborati e analizzati esclusivamente in forma anonima e aggregata – nel pieno rispetto della normativa sulla privacy – e non saranno riconducibili a singoli operatori o singole aziende.

Per comprendere come nei cantieri si sta affrontando la situazione emergenziale e con l’obiettivo di apprendere dalle criticità per migliorare la gestione delle emergenze, invitiamo dunque tutti i coordinatori dei cantieri a supportare la ricerca compilando i questionari e diffondendo il link anche ad altri colleghi per ampliare il campione rappresentativo.

 

Chi volesse avere informazioni su come visionare, ricevere, utilizzare i questionari può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected].

 

 

25 giugno 2020

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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Comunicati Salute e Benessere Società

La ricerca su lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

Comunicato Stampa

La ricerca su lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus

Disponibili due questionari per conoscere cosa si sta facendo nelle aziende per affrontare l’emergenza COVID-19. Un questionario è rivolto ai coordinatori di cantiere e l’altro a RSPP, consulenti, formatori e HSE manager.

 

Negli ultimi mesi, in modo inaspettato ed improvviso, il nostro paese è stato sconvolto dall’emergenza sanitaria COVID-19 che ha duramente colpito tutti noi.

Questa emergenza ha ambiato radicalmente i rischi e la prospettiva del mondo del lavoro, sia nel breve termine che nel prossimo futuro.

In questo periodo si è assistito, gioco forza, a una serie di provvedimenti che hanno indotto persone e organizzazioni a cambiare, spesso radicalmente, abitudini e comportamenti.

In particolare, il tema salute e sicurezza sul lavoro ha ritrovato il proprio ruolo centrale nel dibattito istituzionale, in quanto la sua tutela è oggi condizione fondamentale per poter garantire la riapertura delle attività lavorative.

A distanza ormai di qualche mese dai primi provvedimenti restrittivi e nella cosiddetta seconda fase dell’evoluzione epidemiologica, è bene cominciare a fare qualche riflessione e a porsi qualche domanda. È necessario capire, ad esempio, come le aziende e gli operatori hanno fronteggiato e stanno fronteggiando l’emergenza. È importante comprendere quali strumenti siano stati utilizzati, quali criticità sono state riscontrate e quali sono le impressioni generali dei vari attori della sicurezza aziendale.

 

La nuova ricerca su lavoro, sicurezza e formazione nell’emergenza COVID-19

Proprio per raccogliere importanti risposte sull’emergenza COVID-19 nei luoghi di lavoro, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) – su impulso del suo Comitato Scientifico presieduto dall’Ing. Marco Masi – ha avviato una nuova attività di ricerca per indagare come i professionisti della sicurezza hanno gestito la fase emergenziale.

Questa attività di monitoraggio si aggiunge ai tanti lavori di ricerca che l’Associazione AiFOS ha realizzato negli anni: sui lavoratori (2009), sui formatori (2010), sui datori di lavoro (2011), sui medici competenti (2012) e sui coordinatori per la sicurezza (2013). L’associazione ha poi approfondito anche rilevanti temi come la formazione eLearning (2014), il rapporto tra risorse umane e sicurezza sul lavoro (2015), la sicurezza nelle strutture scolastiche (2016), l’efficacia della formazione (2017), la collaborazione tra RLS, RSPP e Medico Competente (2018) e il monitoraggio del D.Lgs. 81/2008 (2019).

 

Il questionario per RSPP, consulenti, formatori e HSE manager

Un primo questionario è rivolto a RSPP, consulenti, formatori e HSE manager e comprende domande e raccolte di dati, in forma anonima, su vari temi.

 

Le principali sezioni del questionario:

  • valutazione dei rischi, protocollo anticontagio, DPI e collaborazione soggetti sicurezza
  • informazioni ai lavoratori
  • smartworking
  • formazione salute e sicurezza in modalità videoconferenza ed e-learning
  • impressioni generali

 

Nel questionario gli operatori potranno indicare, ad esempio, qual è stato l’impatto dei diversi provvedimenti restrittivi sulle attività aziendali, se è stata fatta una valutazione dei rischi, se ci sono stati casi di persone sintomatiche, se c’è stata collaborazione nella redazione del Protocollo anticontagio e cosa è stato fatto in materia di informazione e formazione.

 

Il questionario per i coordinatori di cantiere

Il secondo questionario è rivolto ai coordinatori di cantiere.

In questo questionario oltre ai temi già evidenziati, ad esclusione dello smartworking, ci si soffermerà sull’attività del coordinatore, ad esempio con riferimento all’organizzazione del cantiere, alla redazione dei costi della sicurezza, alle attività di sanificazione e all’atteggiamento riscontrato nei committenti, nei responsabili dei lavori, nelle imprese e tra i lavoratori.

 

Il link per accedere ai due questionari:

https://aifos.org/home/news/int/nostre_attivita/rapporto_aifos_2020

 

I questionari e il Rapporto AiFOS 2020

L’associazione AiFOS dedica dunque il futuro Rapporto AiFOS 2020 al lavoro, sicurezza e formazione ai tempi del coronavirus. Il Rapporto raccoglierà i risultati della ricerca che saranno poi adeguatamente presentati in specifici incontri.

I dati raccolti nei questionari verranno elaborati e analizzati esclusivamente in forma anonima e aggregata – nel pieno rispetto della normativa sulla privacy – e non saranno riconducibili a singoli operatori o singole aziende.

Proprio per l’importanza di questo monitoraggio che ci fornirà rilevanti indicazioni su come affrontare correttamente la salute e la sicurezza anche durante scenari emergenziali come quello attuale, invitiamo RSPP, consulenti, formatori, HSE manager e coordinatori a supportare la ricerca compilando i questionari e diffondendo il link ad altri colleghi, al fine di ampliare il campione rappresentativo che costituirà la base della ricerca.

 

Chi volesse avere informazioni su come visionare, ricevere, utilizzare i questionari può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected].

 

 

28 maggio 2020

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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News Salute e Benessere

MAPPING RIFLESSIVO SUL CONTAGIO DEL COVID-19

Per contribuire a dare una risposta al perché la diffusione del contagio abbia assunto determinate proporzioni in Lombardia, un gruppo di ricercatori dell’Università degli studi di Bergamo, guidato dalla direttrice del Centro studi sul territorio Emanuela Casti, ha intrapreso una ricerca che, utilizzando il mapping riflessivo, indaga la diffusione del contagio del Covid-19 mettendo in rapporto gli aspetti sociali e ambientali del territorio (popolazione, mobilità, lavoro, inquinamento), a scala nazionale, della Lombardia e della provincia di Bergamo.

Dopo una prima analisi dei risultati condotta in fase 1, il gruppo di ricerca presenta il 2° rapporto dal titolo L’evoluzione del contagio in relazione ai territori (aprile 2020 – maggio 2020). Nel rapporto viene interpretata l’evoluzione del contagio e dei suoi esiti (positivi e negativi) nei loro vari aspetti, sui dati dal 24 febbraio al 14 aprile a scala locale, regionale e nazionale, messi in relazione alla distribuzione e alla composizione della popolazione; al rapporto tra inquinamento e distribuzione della popolazione della Lombardia; alla mobilità, e alla densità e tipologia insediativa della popolazione in Valle Seriana.

Tale incrocio ha prodotto risultati rilevanti sin qui trascurati ma certamente rilevanti, quali

  • FOCOLAI: esiste una reticolarità tra i focolai di Codogno e quello della Bassa Valle Seriana con assembramenti tra lodigiani e bergamaschi nei 15 giorni antecedente l’epidemia.
  • POPOLAZIONE CONTAGIATA: l’età media della popolazione contagiata si sta abbassando: in marzo erano gli ultra 70; al 16 aprile sono i cinquantenni con una crescita consistente delle fasce più giovani (dal 5% al 6,7%).
  • MORTALITA’: In Lombardia e a Bergamo l’alta mortalità non dipende dal numero elevato di anziani poiché lo studio sulla composizione della popolazione è in linea con quelle delle altre Regioni italiane.
  • INQUINAMENTO: 53 Comuni lombardi nel 2019 hanno superato le 35 giornate (limite previsto dall’UE) di PM10 e i valori più alti (>40 μg/mc) di biossido di azoto riguardano l’area metropolitana di Milano e lungo l’autostradale A4 Milano-Bergamo-Brescia. Tali dati rapportati alla popolazione residente mostra la grande massa di persone esposta alle fonti inquinanti.
  • BASSA VALSERIANA: La conurbazione di circa 50.000 abitanti è porta d’ingresso e corridoio d’accesso per l’Alta Valle Seriana con un alto pendolarismo scolastico e lavorativo; una popolazione con un alto tasso di invecchiamento e con una consistente presenza di RSA.
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Scienza e Tecnologia

Ricercatori Unibg al lavoro contro Covid-19

Con l’entrata in vigore del DPCM del 9 marzo, che ha esteso a tutta Italia le misure di contenimento del COVID-19, l’Università degli studi di Bergamo ha dato il via a significativi progetti di ricerca con uno sforzo senza precedenti da parte di molti suoi docenti e ricercatori. La Ricerca sta infatti giocando un ruolo fondamentale in questo momento di emergenza sanitaria.

Dopo la pubblicazione sul Lancet, dello studio condotto in collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria biomedica e l’Istituto Mario Negri sull’andamento del trend dei contagi e  il trend dei pazienti bisognosi di terapia intensiva (la pubblicazione a questo link: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30627-9/fulltext), venerdì 3 aprile, in occasione della giornata dedicata alla Notte europea della geografia, la prof.ssa di geografia Emanuela Casti, direttore del Centro studi sul territorio e responsabile del laboratorio cartografico Diathesis, interverrà al webinar dal titolo “Questa Terra, questo virus: fare, pensare e insegnare geografia” organizzato dal coordinamento dei Sodalizi geografici italiani (SoGeI)  per contribuire a dare una risposta sul perché la diffusione del contagio ha assunto le attuali proporzioni nel territorio bergamasco. Utilizzando le banche dati prodotte negli anni sugli aspetti socio-territoriali e innovativi sistemi cartografici web, i ricercatori stanno mettendo in rapporto gli aspetti territoriali (distribuzione della popolazione, composizione per fasce di età, varie forme di mobilità, organizzazione del lavoro, inquinamento) con quelli resi pubblici dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. Stanno emergendo risultati inediti come le differenti età dei contagiati a seconda della Regione, la diversità distributiva in base alla tipologia del dato (reale o percentuale) e alcune implicazioni socio-territoriali quando la percentuale del contagio è rapportata al numero dei residenti.

Uno studio che va ad aggiungersi al lavoro svolto nelle ultime settimane da un gruppo di economisti che vede lavorare insieme l’Ateneo di Bergamo con l’Università La Sapienza di Roma, l’Università di Catania, il CNRS e la Bocconi di Milano (la pubblicazione a questo link https://voxeu.org/article/cross-country-correlation-analysis-research-covid-19 ).  I ricercatori, tra cui il docente di economia dell’ateneo bergamasco Paolo Buonanno, hanno indagato sul perché i contagi e il tasso di mortalità italiano rappresentassero un unicum nel panorama europeo. Molte spiegazioni, trattate anche dalla stampa italiana, facevano riferimento alla struttura familiare italiana (molti giovani adulti e anziani vivono in famiglia) o al fatto che gli italiani abbiano un rispetto più basso delle norme (tra cui anche della quarantena). La maggior parte di queste (frettolose) analisi confronta dati tra diversi Paesi che sono ad uno stadio diverso della diffusione e che hanno metodologie di rilevazione dei deceduti differenti (con o per coronavirus?). Un’analisi equivalente condotta sulle sole regioni italiane ribalta i risultati mostrando come in assenza di dati affidabili e confrontabili sia arbitrario e dannoso cercare di trovare spiegazioni ad un fenomeno molto complesso. È necessario mobilitare studiosi con esperienza nella valutazione delle politiche pubbliche, nell’analisi delle reti e nell’epidemiologia per comprendere le complesse dinamiche alla base dell’epidemia e valutare l’efficacia delle politiche alternative. Per fare ciò, è fondamentale armonizzare i dati e le metodologie di raccolta dei dati sui decessi, almeno in tutti i Paesi europei. Ove possibile, tutti i microdati disponibili sull’esito di test, decessi e pazienti ospedalizzati dovrebbero essere resi pubblici.  Uno studio che sottolinea quanto il disastro globale richieda uno sforzo senza precedenti da parte della comunità accademica. È necessario muoversi rapidamente con la consapevolezza del di suggerire raccomandazioni politiche inefficaci che, in un periodo di crisi, possono comportare costi più elevati rispetto ai benefici.

«Possiamo essere orgogliosi di come, a maggior ragione in questo momento di emergenza, il nostro Ateneo stia mettendo le proprie competenze al servizio del Paese, lavorando in modo sinergico con le istituzioni, gli istituti di ricerca, le imprese. Ringrazio in modo particolare tutti i colleghi che con dedizione lavorano senza sosta anche su questo fronte» sottolinea il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini.

Infine, insieme ad Earthquake Network, il dipartimento di ingegneria gestionale, dell’informazione e della produzione, promuove un’indagine pilota sulla mobilità ed il rischio contagio con particolare riferimento alla Val Seriana, zona tra le più colpite dalla pandemia di COVID-19 nella bergamasca. A tal fine, l’Università chiede a chi abita nei comuni della Val Seriana di installare la app Rilevatore Terremoto visitando il sito (www.sismo.app) o scaricandola dagli store Android e iOS. Dal 2012, l’app aiuta gli italiani nelle emergenze terremoto inviando allerte in tempo reale.  Francesco Finazzi, docente di ingegneria e capo del progetto di ricerca insieme al collega Alessandro Fassò, sottolinea che lo studio vuole essere d’aiuto alle popolazioni coinvolte dall’emergenza COVID-19 monitorando la mobilità delle persone in forma anonima al fine di valutare il rischio di contagio e fornire informazioni utili alla collettività. Installando l’app si partecipa all’indagine pilota la quale verrà condotta da oggi fino al termine del 2020.

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Unibg: conferito il titolo di Professore Emerito a Maurizio Gotti e Antonio Perdichizzi

Il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, ha conferito il titolo di “Professore Emerito” ai docenti Maurizio Gotti e Antonio Perdichizzi durante la cerimonia tenutasi in Aula Magna nel pomeriggio di giovedì 6 febbraio alla presenza dei presidi di facoltà e dei direttori dei dipartimenti di Lingue, culture e letterature straniere e di Ingegneria e scienze applicate.

«Il titolo di Professore Emerito – ha dichiarato il rettoreè un riconoscimento ministeriale prestigioso che non solo onora ufficialmente la carriera e l’apporto professionale dei colleghi, omaggiandoli di un titolo distintivo che certifica i loro meriti, ma traccia anche la storia della nostra università».

I professori possono essere considerati la memoria viva dell’Ateneo avendolo visto crescere dall’inizio. Gotti, tra i primi laureati a Bergamo nel 1972, è diventato ricercatore e poi, dopo varie esperienze in altri atenei, è tornato all’Università di Bergamo come professore ordinario nel 1996. Perdichizzi invece si è laureato al Politecnico di Milano, dove ha iniziato la sua carriera accademica, proseguita poi all’Università di Brescia per giungere a Bergamo, in qualità di professore ordinario, nel 1990.

Importante il contributo dei docenti emeriti alla promozione della ricerca scientifico-tecnologica e dei rapporti internazionali per i settori di loro competenza: gli studi linguistici sulle varie strategie discorsive di Gotti e gli studi aerodinamici, termici e sulle energie rinnovabili di Perdichizzi,

Il tratto che li accomuna, come evidenziato dal rettore, è la grande capacità di scambio che hanno avuto con i loro studenti, “aprendoli alla vita”. «I professori Gotti e Perdichizzi sono “emeriti” proprio per questo: oggi riconosciamo loro il “merito” di aver saputo compiere la loro missione universitaria nel migliore dei modi possibili, ma soprattutto di aver saputo condividere, ricevere e restituire i saperi con passione e con attenzione alle persone e alle loro diverse esistenze. Spero che siano di esempio a molti giovani: l’obiettivo per le nuove generazioni, ma anche per tutti noi, è quello di scoprire e alimentare i propri talenti (qualunque essi siano), per metterli poi al servizio della società intera» ha concluso il rettore che, per la seconda volta nel suo mandato assegna questo titolo (nel 2017 è toccato ai prof. Gianfranco Gambarelli e Marco Masini).

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2019: solidarietà, ricerca scientifica, arte e cultura al centro dell’attività di Fondazione Credito Bergamasco

Solidarietà, ricerca medica e scientifica, educational, arte e cultura sono state al centro delle azioni e delle attività quotidiane svolte da Fondazione Credito Bergamasco nel corso del 2019. Un impegno a 360° con 234 interventi attivati sul territorio, di cui il 76% nell’ambito della solidarietà e del sociale.

Un anno di forte condivisione da parte del pubblico intervenuto numeroso a Palazzo Creberg – Banco BPM dove sono state prodotte e realizzate dalla Fondazione 8 mostre: da Gianni Grimaldi a Francesco Betti, da Mario Sironi alla mostra in collaborazione con Accademia Carrara, dedicata ai ritratti dell’Ottocento. Un’attenzione all’arte espressa anche attraverso il restauro di 10 capolavori, provenienti dal territorio, tra cui opere di Simone Peterzano, Palma il Giovane, Vermiglio, Francesco Bassano, Leandro Bassano e Paolo Pagani; questi dipinti – riportati dalla Fondazione al loro originario splendore – al termine dell’attività espositiva e divulgativa sono stati restituiti alle comunità di appartenenza.

Le mostre, le attività culturali e i numerosi spettacoli organizzati con Antiche Contrade – da Boccaccio a Aristofane, da Paganini a Omero – hanno richiamato 38.968 visitatori a Palazzo Creberg, con 174 visite guidate e la distribuzione di 15.000 cataloghi, il tutto gratuito.

Le attività della Fondazione Credito Bergamasco sono anche uscite da Palazzo Creberg, promuovendo 12 mostre ed eventi sul territorio bergamasco, milanese e veronese, per un totale di 14.200 visitatori e la distribuzione di 6.000 cataloghi. Di particolare importanza la partnership con il M.A.C.S. di Romano di Lombardia e le esposizioni nelle sedi principali di Banco BPM (Milano e Verona).

Un successo di pubblico derivante dalla qualità delle iniziative presentate e al costante coinvolgimento dei territori attraverso la stampa, le newsletter e i canali social della Fondazione pronti a raccontare il nuovo anno che si preannuncia ricco di iniziative.

 

 

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Per informazioni: www.fondazionecreberg.it

La Fondazione Creberg è online su Facebook con la pagina “Fondazione Credito Bergamasco”

https://www.facebook.com/pages/Fondazione-Credito-bergamasco/1544952805763131?fref=ts

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Comunicati News

Unibg: approvato il piano strategico triennale 2020-2022

Dopo il parere positivo del Senato Accademico lunedì 16 dicembre e l’approvazione all’unanimità del CDA martedì nel tardo pomeriggio, l’Università degli Studi di Bergamo ha varato il piano strategico 2020 – 2022, grazie al quale l’Ateneo delinea le linee d’azione in ambito di didattica, ricerca, terza missione e infrastrutture.

Un piano che delinea il nuovo volto dell’Università degli studi di Bergamo con nuovi spazi a disposizione degli studenti e al servizio della comunità, ma anche un notevole arricchimento dell’offerta formativa, grazie all’introduzione di nuovi corsi di laurea e percorsi in ambiti strategici.

Ma soprattutto, l’Università ha deciso di introdurre il numero “sostenibile e programmato”, dimensionato sulle infrastrutture e sul personale docente e tecnico-amministrativo.  Una sperimentazione che nell’anno accademico 2020\2021 coinvolgerà le lauree triennali e l’anno successivo, salvo diverso avviso, anche le lauree magistrali.

Il numero “programmato e sostenibile” individuato per ogni singolo corso di laurea triennale, è in linea con la media elevata di immatricolati dell’ultimo triennio con alcune eccezioni che riguardano i quattro corsi di laurea più affollati, per i quali si è fissato un numero calmierato ma coerente con il numero registrato nell’a.a. 2018/2019. UniBG conta infatti 24mila iscritti, con un forte incremento degli stranieri (in crescita del 74,5%) e degli studenti fuori sede, (il 45% circa di iscritti da fuori provincia). In particolare l’anno accademico attuale registra un +15% sugli iscritti totali rispetto allo scorso anno e un +50% rispetto al 2012.

Una scelta a garanzia della qualità della didattica e della centralità dello studente in tutte le dimensioni della vita universitaria – sottolinea il Rettore Remo Morzenti Pellegrini che aggiunge – a conferma della massima attenzione al singolo studente, alla sua formazione e alla sua crescita con possibilità di approfondimento e di recupero per rimanere al passo con il percorso di studi scelto”.

Per le prove di selezione per l’ammissione ai corsi di laurea triennali, l’Università si avvarrà infatti delle soluzioni proposte dal CISIA (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso). La nuova metodologia garantisce test differenziati per i diversi corsi di laurea, i TOLC (Test OnLine CISIA), che gli studenti hanno la possibilità di svolgere senza vincoli geografici e temporali. Il test infatti, è completamente informatizzato e può essere sostenuto in qualsiasi sede universitaria, tra le oltre 50 consorziate e nelle date ritenute migliori per lo studente all’interno di due sessioni, quella primaverile (da inizio febbraio fino al 24 aprile 2020) e quella estiva (entro il 31 agosto 2020).

Il TOLC ha la doppia funzione di test di selezione e test di valutazione delle competenze iniziali (TVI), così che lo studente potrà colmare eventuali debiti formativi, in anticipo rispetto all’inizio delle lezioni. Un modo per valutare le proprie conoscenze e un mezzo per orientare gli studenti della scelta del percorso più adatto alle proprie esigenze e competenze.

Nel piano strategico promosso dall’Università, sono stati inoltre toccati tre aspetti fondamentali, punti cardine del processo di sviluppo dell’Ateneo: la tecnologia, imprescindibile nello sviluppo delle capacità e dello spirito critico di ogni persona; la persona, sempre al centro dell’operato dell’Ateneo le cui azioni sono volte a valorizzarne e tutelarne le specificità e a favorirne l’operato all’interno della società e la società stessa, dove l’Ateneo opera e come tale è imprescindibile la relazione con essa e la comprensione delle sue dinamiche di cambiamento.

Tutte le informazioni dettagliate sono disponibili sul sito dell’Ateneo all’indirizzo: www.unibg.it

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Comunicati Etica e Società Salute e Benessere

I risultati del monitoraggio sull’applicazione del D.Lgs. 81/2008

Comunicato Stampa

I risultati del monitoraggio sull’applicazione del D.Lgs. 81/2008

Presentati e pubblicati i risultati del monitoraggio che l’associazione AiFOS ha realizzato in relazione all’applicazione del D.Lgs. 81/2008: la norma in alcuni casi è applicata bene ma i punti inevasi e migliorabili restano ancora molti.

 

Capire come è applicata una legge, verificare i problemi degli operatori che devono applicarla, non è solo utile, ma è necessario per avere un quadro realistico dell’efficacia di una norma e comprendere come migliorarla.

Tuttavia, per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, il primo ed unico monitoraggio è stato realizzato diversi anni fa dopo l’entrata in vigore del D. Lgs. 626/94. Un monitoraggio che – promosso dal Coordinamento tecnico delle Regioni, allora presieduto da Marco Masi – aveva permesso di constatare nel 2003, tra le altre cose, le carenze in materia di valutazione dei rischi. Ad oggi è invece ancora assente un monitoraggio istituzionale dell’attuale Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, il D.Lgs. 81/2008.

 

Ad undici anni dalla sua promulgazione qual è la situazione applicativa del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81?

 

Il monitoraggio del D.Lgs. 81/2008 realizzato dall’Associazione AiFOS

Se sono state più volte segnalate e riscontrate, in questi anni, difficoltà pratiche ed interpretative del D.Lgs. 81/2008, per comprendere la situazione attuale della normativa e fornire utili informazioni per un suo reale miglioramento, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) ha realizzato un vero e proprio monitoraggio relativo all’applicazione del Testo Unico.

Il monitoraggio ha coinvolto ben 2494 intervistati ed è stato possibile attraverso le risposte fornite a diversi questionari dai principali soggetti della sicurezza: lavoratori, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), Addetti antincendio ed al Primo soccorso, Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Coordinatori CSP/CSE e Formatori.

 

La presentazione e la pubblicazione del Rapporto AiFOS 2019

La ricerca, che parte dalla realtà quotidianamente vissuta dai soggetti coinvolti e non dalle analisi di esperti e studiosi, costituisce il Rapporto AiFOS 2019. Un Rapporto che è stato pubblicato sui “Quaderni della Sicurezza” ed è stato presentato nel convegno “Monitoraggio D.Lgs. 81/2008. Rapporto Aifos 2019” che si è tenuto il 4 dicembre 2019 a Roma.

Il monitoraggio assume grande rilevanza sia per l’alto numero di soggetti coinvolti, che per le successive analisi, presenti nel Rapporto, delle risposte relative a obblighi e adempimenti previsti dal D. Lgs. 81/2008.

I risultati della ricerca mostrano – come indicato da Rocco Vitale, Presidente di AiFOS – “come siamo lungi dal vedere i soggetti operanti a pieno regime all’interno del quadro normativo”. E le risposte segnalano “in alcuni casi, una buona applicazione della norma”, ma anche che “i punti inevasi sono e restano ancora molti”.

 

Il link per poter leggere il Rapporto AiFOS 2019 e i risultati del monitoraggio:

http://bit.ly/Monitoraggio-Testo-Unico-AiFOS

 

I problemi e le carenze della valutazione dei rischi

Per quanto riguarda i risultati ci soffermiamo brevemente sul tema della valutazione dei rischi, uno dei principali assi portanti di ogni politica e strategia di prevenzione.

 

Dal monitoraggio si evince che al di là degli RSPP, che per compito hanno proprio quello di contribuire alla valutazione dei rischi, esiste ancora una scarsa partecipazione degli attori della sicurezza aziendale alla valutazione dei rischi.

Riguardo agli RLS solo il 32% viene sempre coinvolto, mentre un altro 30% dichiara di venire coinvolto qualche volta ed il 10% dichiara di non essere mai coinvolto.

 

Il dato generale racconta poi che il 62% dei lavoratori non è minimamente coinvolto nella valutazione e il 21% dice di esserlo solo qualche volta. Pensando ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato che operano in aziende di grandi dimensioni, si evince che la cosiddetta “partecipazione condivisa” nella valutazione dei rischi, che coinvolge per ora solamente il 17%, deve fare ancora molta strada.

 

La funzione e gli obiettivi del monitoraggio del D.Lgs. 81/2008

Concludiamo con le parole di Marco Masi, Presidente del Comitato Scientifico AiFOS, che ricorda come la ricerca non si proponga di modificare il D.Lgs. 81/2008, compito che spetta al legislatore, ma di fornire una lettura ed una interpretazione sull’andamento complessivo del decreto, al fine di poterne trarre utili indicazioni per un suo aggiornamento e revisione.

Anche perché “la profonda trasformazione del rapporto tra la produzione, sempre più on demand e sempre meno programmata, ed il mercato appare ormai un fatto strutturale che impone la necessità di adattare l’organizzazione del lavoro alle nuove esigenze non sempre perfettamente prevedibili. Le nuove forme contrattuali, l’ingresso e la rilevanza di nuove categorie di lavoratori, i processi di decentramento ed esternalizzazione di cicli o di interi segmenti produttivi, oltre a richiedere un’opera costante di monitoraggio e nuovi strumenti di analisi e di intervento anche normativo, hanno fatto emergere nuovi condizionamenti dovuti a fattori molteplici e complessi che si aggiungono ai rischi ‘tradizionali’ e ‘conosciuti’”.

In questo senso il miglioramento della normativa in materia di salute e sicurezza, nonché  le politiche di emersione e di contrasto al lavoro irregolare ed insicuro, nel binomio legalità e sicurezza, “debbono necessariamente passare attraverso la promozione e il sostegno ad un diffuso sistema di qualificazione delle imprese, anche attraverso lo strumento della certificazione sociale, e di una formazione professionale efficace, quali elementi fondanti e di crescita sostenibile per tutto il nostro Paese”.

 

Il link per poter leggere il Rapporto AiFOS 2019 e i risultati del monitoraggio:

http://bit.ly/Monitoraggio-Testo-Unico-AiFOS

 

 

Per informazioni sul Rapporto AiFOS 2019 e sulle attività dell’associazione

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected][email protected]

 

 

12 dicembre 2019

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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http://www.aifos.it/

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Eventi

Unibg partecipa a “MEETmeTONIGHT”, la notte europea dei ricercatori

L’Università degli studi di Bergamo il 27 e 28 settembre partecipa alla “MEETmeTONIGHT”, la notte europea dei ricercatori in Lombardia con uno stand allestito nella splendida cornice dei Giardini Indro Montanelli (via Palestro 18).

Un appuntamento nato con lo scopo di diffondere la cultura scientifica attraverso un palinsesto ricco di eventi, esperimenti e dimostrazioni scientifiche, laboratori interattivi, giochi di ruolo, visite guidate e spettacoli.

L’Università di Bergamo ha scelto di farsi portavoce di un tema attuale e sentito “Come diventare Dementia Friendly?”, per far comprendere al pubblico le difficoltà quotidiane incontrate da persone con fragilità cognitiva e demenza. Ogni giorno infatti, vengono diagnosticate nel mondo diverse forme di demenza e, solo in Italia, oltre 1.200.000 persone sono colpite da questa malattia progressiva e irreversibile che compromette le facoltà cognitive e relazionali. La demenza è riscontrabile soprattutto negli anziani e l’Alzheimer rappresenta circa il 60% dei casi. Questo progetto nasce dunque con lo scopo di aiutare malati, famiglie e istituzioni a comprendere che c’è ancora una vita da vivere, nonostante la patologia. I laboratori dimostreranno come stimolare il linguaggio, le azioni quotidiane e i limiti da superare.

Grazie a dispositivi che sfruttano la realtà virtuale, sarà possibile prendere parte a esperienze interattive, mediante l’utilizzo di piattaforme olografiche e simulazioni con video 360°, appositamente realizzati per comprendere come la demenza interferisca con la qualità della vita, portando la persona a una progressiva perdita della propria autonomia e alla conseguente dipendenza dagli altri. Ricreare situazioni di fragilità e viverle – anche solo virtualmente – in prima persona permette di comprendere le difficoltà che ogni giorno un malato vive sulla sua pelle, ma anche la diffidenza e l’indifferenza di chi lo circonda, con cui spesso è costretto a convivere.

Creare la consapevolezza che includere nella comunità una persona affetta da demenza non è solo possibile, ma anche necessario per migliorarne la qualità della vita è l’obiettivo di questo percorso. Diventare “Dementia Friendly” significa infatti cambiare la prospettiva sociale mettendo al centro il malato non per la sua patologia, ma per la sua individualità. Questa è la vera sfida a cui sono chiamati a rispondere professionisti, istituzioni e tutti i cittadini.

Laboratori, simulazioni, giochi interattivi e dimostrazioni scientifiche permetteranno – anche agli studenti delle scuole – di fare esperienza diretta di cosa significa “vivere con la demenza”.

Il Rettore, Prof. Remo Morzenti Pellegrini, sarà presente al taglio del nastro venerdì 27 settembre alle ore 17.00.

 

Per info e programma completo: www.meetmetonight.it

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Cercare Oro Sarà Più Facile Grazie ai Funghi

Chi cerca i funghi trova l’oro, ecco come si potrebbe sintetizzare la scoperta effettuata da Tsing Bohu, il ricercatore della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation.
Dalla ricerca è stato evidenziato come alcune varietà di funghi filiformi raccolgono ove esistano nel terreno particelle di oro attraverso loro filamenti, dopodiché le particelle auree vengono disseminate intorno ai funghi stessi.
In questo modo i funghi di questa specie diventano una specie di segnalatori di possibili giacimenti auriferi.
In prospettiva futura le attuali miniere d’oro non danno garanzie sulla produzione di oro, anzi alcune proiezioni danno la produzione di oro a livello mondiale in calo se non si troveranno ulteriori giacimenti auriferi di rilievo che possano invertire questa tendenza.
Anche le crescenti attività che si dedicano al riciclo d’oro compresi i compro oro Firenze e di ogni altro luogo non possono sopperire la costante domanda di oro a livello mondiale, un fatto che nei prossimi anni potrebbe far salire di molto il prezzo se non si riesce a cercare oro con metodi più veloci e convenienti.
I miracolosi funghi in questo potrebbero rivelarsi molto utili per la scoperta di nuovi potenziali giacimenti d’oro, che potrebbero essere individuati molto più velocemente e senza elevati costi di ricerca.
Quella sui funghi non è la prima ricerca che partendo da obbiettivi diversi mette in luce correlazioni tra il prezioso metallo giallo e molecole organiche che interagiscono ed in parte trasformano l’oro.
Queste scoperte oltre ad essere interessanti da un punto di vista economico danno importanti conferme su quanto questo metallo sia pienamente compatibile non solo con l’organismo umano ma anche con altri organismi organici presenti in natura.
Questa compatibilità con altri elementi naturali dimostra che il valore dell’oro che gli viene attribuito non è casuale, tra tutti i metalli conosciuti l’oro da sempre è stato utilizzato per un’infinità di scopi dimostrando così la sua eccezionale capacità di adattamento.
Forse anche per questo l’oro attraverso i millenni ha rappresentato e continua a rappresentare un bene prezioso estremamente ricercato per il quale uomini ed intere civiltà hanno compiuto scelte epocali per appropiarsene.

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Ogni anno vengono trovate 22000 chiavette USB nelle tintorie

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  • 20 Gennaio 2016

Uno studio ESET rivela che soltanto il 53% dei dispositivi viene restituito ai proprietari

Roma, 20 Gennaio 2016 – ESET®, il più grande produttore di software per la sicurezza digitale dell’Unione Europea, rende noti i risultati del sondaggio condotto a novembre del 2015 su un campione di 500 titolari di tintorie in tutta la Gran Bretagna, per stabilire quante chiavette USB e quanti telefoni cellulari vengano smarriti ogni anno negli indumenti sporchi. Ebbene, sembra che ben 22.266 chiavette USB e 973 telefoni cellulari siano rimasti nelle tasche degli indumenti consegnati in tintoria e che uno sbalorditivo 45% di questi non sia più tornato ai legittimi proprietari.

Ma non è tutto: a quanto pare i titolari delle lavanderie in Gran Bretagna hanno trovato anche:

  • un topo morto

  • molteplici dosi di Viagra

  • Numerosi preservativi

  • 1600 sterline in contanti

  • Dentiere

  • Lasagne e patatine

Insomma, ce n’è per tutti i gusti! Scherzi a parte, anche se alcuni di questi oggetti sono importanti, e alcuni persino divertenti, la loro frequenza è minima rispetto agli oggetti tecnologici dimenticati, come telefoni e chiavi USB.

Secondo i ricercatori di ESET il numero di chiavette USB e di dispositivi mobili lasciati ogni anno in tintoria è sconcertante ed evidenzia chiaramente la necessità che le persone pongano maggiore attenzione alla protezione dei loro dati. Sulla scia delle recenti violazioni alla sicurezza di aziende di alto profilo è tempo che le persone inizino a prendere più seriamente la propria sicurezza. I dati sono di gran valore nel lato oscuro della rete e i cyber criminali sono sempre alla ricerca di informazioni da poter sfruttare. È facile supporre che una buona percentuale dei dispositivi USB mai tornati indietro contenesse dati aziendali riservati. Ne consegue un potenziale rischio per le aziende britanniche, in quanto questi dispositivi potrebbero essere finiti nelle mani di qualche criminale informatico.

ESET, fondata nel 1992, è uno dei fornitori globali di software per la sicurezza informatica di pubbliche amministrazioni, aziende e utenti privati. Il software ESET NOD32 Antivirus fornisce una protezione in tempo reale da virus, worm, spyware e altri pericoli, conosciuti e non, offrendo il più elevato livello di protezione disponibile alla massima velocità e con il minimo impiego di risorse di sistema. NOD32 è lantivirus che ha vinto il maggior numero di certificazioni Virus Bulletin 100% e dal 1998 non ha mai mancato l’individuazione di un virus ItW (in fase di diffusione). ESET NOD32 Antivirus, ESET Smart Security e ESET Cybersecurity per Mac rappresentano le soluzioni per la sicurezza informatica più raccomandate a livello mondiale, avendo ottenuto la fiducia di oltre 100 milioni di utenti. Lazienda, presente in 180 Paesi, ha il suo quartier generale a Bratislava e uffici e centri di ricerca a San Diego, Buenos Aires, Singapore, Praga, Cracovia, Montreal, Mosca. Per quattro anni di seguito ESET è stata inclusa fra le aziende Technology Fast 500 EMEA da Deloitte e per dieci anni consecutivi fra le aziende Technology Fast 50 Central Europe. Per maggiori info: www.eset.it

FUTURE TIME è il distributore esclusivo dei prodotti ESET per lItalia, nonché suo partner tecnologico. Fondata a Roma nel 2001, Future Time nasce dalla sinergia di due preesistenti aziende attive da anni nel campo della sicurezza informatica. Future Time, con Paolo Monti e Luca Sambucci, fa parte della WildList Organization International, ente no profit a livello mondiale composto da esperti e aziende antivirus che hanno il compito di riportare mensilmente tipologia e numero dei virus diffusi in ogni Paese. Per maggiori info: www.eset.it

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TELETHON CATANIA, IL 4 MAGGIO LA FESTA DELLA CITTÀ PER LA RICERCA

Anche per il 2014 la città di Catania, insieme a Napoli, Roma e Milano, conferma il proprio sostegno a favore della Fondazione Telethon e della ricerca scientifica sulle malattie genetiche. Un sostegno che si concretizza con l’organizzazione di manifestazioni sportive e culturali che, nel corso degli anni, raccolgono sempre più consensi ed espressioni di solidarietà da parte del territorio etneo.

Dal 26 aprile al 4 maggio in piazza Università sarà allestito il Villaggio della Ricerca, punto di incontro della manifestazione dove si concentreranno attività, info point, iniziative di divulgazione sulla ricerca scientifica portata avanti nel corso degli anni da Telethon, con il supporto di ricercatori di fama nazionale, coinvolgendo anche gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori della provincia di Catania. Sarà allestita inoltre un’area spettacoli in cui si avvicenderanno numerosi artisti a partire dall’1 maggio – giorno del grande concerto “Aspettando la Walk of Life” – fino a domenica 4.

Sempre da piazza Università, domenica 4 maggio alle 10.00, partirà lo start per la “Walk of Life” – letteralmente “camminata per la vita” – che prevede una passeggiata non competitiva di 3km tra piazze storiche e vie del centro, dedicata a famiglie, bambini e disabili. Una corsa speciale – stessa giornata, alle 9.00 – è poi riservata agli amici a quattro zampe con la “Stracanina”, organizzata in collaborazione con associazioni animaliste e riproposta anche quest’anno dopo il successo della scorsa edizione.

La gara podistica competitiva di 10 km è fissata per domenica 8 giugno in quanto prova del Grand Prix regionale di corsa su strada iscritta nei calendari regionali della Federazione Italiana Atletica Leggera (Fidal).

Nella squadra che lavora all’organizzazione: il coordinatore provinciale Telethon Catania Maurizio Gibilaro, il vicecoordinatore Concetto Nicolosi, il responsabile eventi Telethon Catania Carmelo Furnari, il presidente dell’associazione di Protezione Civile “Le Aquile di Catania” Giuseppe Coco, Mario Lombardo dell’Associazione “Sport Extreme”, le ricercatrici catanesi con progetti finanziati dalla Fondazione Telethon prof.ssa Maria Vincenza Catania presso il Cnr e prof.ssa Lucia Ciranna presso l’Università degli Studi di Catania, la responsabile comunicazione Wol Assia La Rosa di I Press.

Tutte le informazioni per partecipare e il programma dettagliato degli appuntamenti sono consultabili sul sito www.telethoncatania.it

Le manifestazioni di Telethon Catania vantano il patrocinio dei maggiori enti istituzionali regionali e locali e di numerose organizzazioni sportive e di volontariato. 

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Ricerca collaboratore commerciale

Rinomata società di eventi e comunicazione con 25 anni di avviata attività in campo nazionale e internazionale e sede a Milano, Roma e Vicenza, ricerca in zona Lombardia una figura commerciale di professionista serio e motivato per inserimento nell’acquisizione e sviluppo di contatti per la sponsorizzazione e la partnership in ambito promozionale di prestigiose iniziative artistico-culturali, organizzate e gestite dalla società.

Si offre interessante opportunità di inserimento in ambiente stimolante, giovane e dinamico con vantaggioso accordo collaborativo a percentuale provigionale.

 

Per ricevere ulteriori ragguagli informativi si può contattare il seguente numero 02-76280638

inviare curriculum con i propri dati alla mail [email protected]

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Al Tanexpo 2014 il Gruppo Valnico presenterà il nuovo cofano eco-friendly

La partecipazione del Gruppo Valnico alla prossima edizione del TANEXPO sarà una di quelle che lasceranno il segno. L’azienda osimana ha infatti preannunciato una vera e propria “rivoluzione” del settore funerario.

Le dichiarazioni di Paolo Recantini, patron della storica azienda produttrice di bare in legno, sono chiare: verrà realizzato un cofano funebre costituito da uno speciale polimero che garantirà la piena compostabilità e biodegradabilità secondo la direttiva europea EN 14995.

Una svolta epocale. Un cofano funebre che rivoluzionerà il mercato in quanto utilizzabile sia per la sepoltura in unamazione e per la tumulazione in loculi tradizionali e areati, che per la cremazione: e non stiamo parlando del già noto cofano in cartone low-cost – peraltro vietato nel nostro paese – ma di una bara costruita con materiale bio-polimerico.

Come è nata l’idea di questo nuovo prodotto? Ci siamo rivolti direttamente al patron Recanatini per maggiori informazioni

“Come imprenditore ma soprattutto come uomo e padre, ho cercato nei limiti della mia professione di partecipare alla tutela del pianeta e delle generazioni future. Le emissioni e lo smaltimento di colle, vernici e resine nella cremazione e i tempi di rigenerazione del legno, comportano un elevato costo ambientale soprattutto per chi come il Gruppo Valnico, ha da sempre prodotto bare in legno nel massimo rispetto della natura. Abbiamo così deciso di investire tempo e denaro nella ricerca del materiale più funzionale alla produzione di cofani non inquinanti, interamente biodegradabili e conformi alle norme vigenti. Questo materiale ha tempi di rinnovamento inferiori al legno e può essere impiegato immediatamente in produzione dopo l’acquisto dimezzando i tempi del ciclo produttivo, così da garantire la massima soddisfazione del cliente.”

Il progetto annovera anche importanti collaborazioni, giusto?

“Confermo: la ricerca è stata condotta in ambiente universitario da un prestigioso ateneo nazionale, mentre la fase di lavorazione del biopolimero è stata curata da una multinazionale tra le più competenti e affidabili del settore. Processi, materiali e biopolimero sono coperti da brevetto internazionale.”

I vostri nuovissimi cofani ecologici: altre caratteristiche da menzionare?

“L’impermeabilità e la tenuta stagna dei cofani ecologici è garantita dal polimero con cui sono realizzati i cofani ecologici; il materiale si comporta come un contenitore di liquidi.”

Il prodotto è valido sia per la cremazione che per la sepoltura, ci conferma questa cosa?

“Proprio così: i vantaggi sono evidenti in entrambe le situazioni. La particolare struttura del biopolimero accelera i tempi di decomposizione nella tumulazione e inumazione, risolvendo conseguentemente problematicità legate allo spazio; nella cremazione è ridotto drasticamente il dispendio energetico per lo spessore ridotto del cofano e non vengono bruciate ulteriori sostanze ottenendo una riduzione delle emissioni di anidride carbonica.”

L’obbiettivo ci sembra evidente: la produzione di un cofano funebre ecologico, non economico.

“Esattamente. E’ evidente la tecnologia dietro a questo progetto: una bara che abbia cura dell’ambiente e che porti investimenti ed occupazione in Italia, in quanto la produzione rimane sul territorio. Era anche giunto il momento di dare una svolta ad un settore che era ormai fermo dal punto di vista tecnologico.”

Non ci resta che attendere con trepidazione TANEXPO 2014 il 21 Marzo per quella che sicuramente sarà l’innovazione 2014 del settore funerario!

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Tiroidite autoimmune in iridologia e le differenze di genere

Lavoro scientifico presentato (come poster) al 3° Congresso Italiano di Medicina di Genere, Università di Padova 10-11 Ottobre 2013.

Metodi: è stata condotta una ricerca osservazionale e monocentrica. Sono stati analizzati i pazienti con diagnosi di tiroidite autoimmune, iscritti presso lo studio di Medicina Generale del Dr. Daniele Lo Rito (Oriago di Mira – Ve). Il campione selezionato è costituito da 108 soggetti, di cui 36 affetti dalla malattia di Hashimoto (casi di cui: 29 donne e 7 uomini, età media 49.7±15.0) e 72 controlli (36 donne e 36 uomini), età media (49.5±16,6).

Obiettivi: valutare: 1) la presenza di un segno irideo localizzato a livello dei loci di riferimento iridologico per la ghiandola tiroidea: limbus, area sclerale e area ciliare; 2) la correlazione tra la lateralità del segno e la familiarità, l’asse ereditario.

Conclusioni:

Per il Limbus è evidente una differenza significativa nello spazio 7 dell’area nasale dx e sx nelle donne (p<0.01). Per l’area sclerale dx, nella popolazione femminile, l’analisi statistica mostra un p<0.01.

Per il logit-1: un paziente che presenta un segno nell’orlo pupillare interno e nella sclera la verosimiglianza di malattia è di circa il 33%; con la presenza un segno in tutte e tre le aree è di circa il 97%.

Per il logit-2 la presenza di due segni alza la verosimiglianza di malattia al 90%.

Con il modello di regressione logistica 1 si è dimostrato che la verosimiglianza di avere la tiroidite autoimmune aumenta con il riscontro di un maggior numero positivo dei segni su vari loci iridologici. Con il modello di regressione logistica 2 si è dimostrato lo stesso principio della regressione logistica 1, avallando la tesi della iridologia multi-dimensionale che ci indirizzerà verso il concetto della rete biologica.

Per l’influenza della linea familiare: sull’OPI la linea materna vs. paterna mostra p<0.05, mentre la linea della nonna materna vs nonno paterno presenta p<0.01; lo stesso per il LIMBUS. Questo a dimostrazione che la differenza di genere (femminile) è presente nella tiroidite autoimmune.

Dr. Daniele Lo Rito
MMG, ASLL 13
Mirano-Dolo

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I segni della tiroidite in iridologia

Lavoro scientifico presentato (come poster) al 3° Congresso Italiano di Medicina di Genere, Università di Padova, 10-11 Ottobre 2013.

Metodi: è stata condotta una ricerca osservazionale e monocentrica. Sono stati analizzati i pazienti con diagnosi di tiroidite autoimmune, iscritti presso lo studio di Medicina Generale del Dr. Daniele Lo Rito. Il campione selezionato è costituito da 108 soggetti, di cui 36 affetti dalla malattia di Hashimoto (casi di cui: 29 donne e 7 uomini, età media 49,7±15.0) e 72 controlli (di cui: 36 donne e 36 uomini, età media 49.5±16.6).

Obbiettivi: valutare 1) la presenza di un segno irideo localizzato a livello dei loci di riferimento iridologico per la ghiandola tiroidea, in relazione con la diagnosi di tiroidite autoimmune e in rapporto alla differenza di Genere; 2) la correlazione tra l’organo, la patologia e la costituzione iridologica, la disposizione e la diatesi.

Per la tiroidite autoimmune sono stati individuati i seguenti loci iridologici: orlo pupillare interno (OPI), spazio 7; area embriologica tiroidea, area 15; area ciliare classica della tiroide; spaziorischio del limbus, area 7; area sclerale classica della tiroide.

Per le disposizioni iridologiche abbiamo una leggera diffusione, tra i casi, della disposizione vegetativo-spastica.

Conclusioni:
Nello studio sulle costituzioni, disposizioni e diatesi il dato predominante individua una disposizione vegetativo-spastica. Per l’OPI (orlo pupillare interno) nelle donne il valore predominante (p<0.01) è rilevato per l’area nasale destra e sinistra. Per l’area embriologica il dato più significativo riguarda l’occhio di destra (p< 0.01) e di sinistra (p< 0.05).

Dr. Daniele Lo Rito
MMG, ASLL 13
Mirano-Dolo

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Stardea presenta i premi di ricerca “Aterostar Forte Award” e “Rebilfast Award”

Parma, 14 ottobre 2013 – Stardea, azienda specializzata in prodotti nutraceutici, ha presentato in contemporanea a “Obesity Week”, settimana per la prevenzione dell’obesità che si è tenuta a Parma dall’1 al 13 ottobre 2013, due premi di ricerca destinati ai lavori medico-scientifici di ricercatori attivi sul territorio italiano, inediti o in corso di pubblicazione.

Aterostar Forte Award, con il patrocinio della Società di Medicina e Scienze Naturali dell’Università degli Studi di Parma, e Rebilfast Award, sotto l’egida della SINSEB (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere), prevedono ognuno l’assegnazione di un primo premio del valore di 5.000€, e di un secondo premio pari a 3.000€.

Chi può partecipare al bando di concorso, per quale tipologia di ricerche, e con quali modalità? Lo spiega la dott.ssa Claudia Vignali, responsabile della direzione scientifica Stardea.

In cosa consistono esattamente i due premi di ricerca?
«Abbiamo deciso di incentrare la nostra iniziativa su due prodotti nutraceutici al top della gamma Stardea: Aterostar® Forte, che aiuta a ridurre i livelli di colesterolemia e Rebilfast®, indicato per il recupero muscolare post-infortunio. Pertanto tutti i ricercatori che vorranno sperimentare mediante trial clinici l’efficacia di questi prodotti potranno partecipare al bando di concorso, che riguarderà il periodo 2014-2015».

Chi può partecipare, e con quali modalità?
«I candidati al premio di ricerca dovranno inviare alla Segreteria Organizzativa, entro la data del 1° marzo 2015, la documentazione relativa allo studio clinico condotto oltre ai propri dati personali. I lavori pervenuti verranno esaminati in modo del tutto anonimo da una Commissione Scientifica, dopodiché entro il 30 aprile 2015 verrà pubblicata una graduatoria finale con il nome dei vincitori. I parametri presi in considerazione dagli esperti della Commissione saranno le metodologie e il disegno scientifico dello studio, il campione statistico preso in considerazione e la rilevanza clinica delle indagini effettuate».

Quando avverrà la premiazione? E in che modo i lavori verranno valorizzati?
«Tutti i lavori pervenuti e accettati dalla Commissione verranno pubblicati sulla rivista “Acta Biomedica” edita dalla Società di Medicina e Scienze Naturali dell’Università degli Studi di Parma (Aterostar Forte Award), o sulla rivista “Progress in Nutrition” (Rebilfast Award). Mentre nel primo caso i lavori vincitori saranno premiati nel corso dell’Obesity Week 2015, i premi per le ricerche su Rebilfast® verranno assegnati durante il Congresso Pianeta Nutrizione & Integrazione 2015».

Quali sono gli obiettivi che hanno spinto Stardea a dare vita a questo progetto?
«Volevamo innanzitutto valorizzare il lavoro di ricerca in ambito nutraceutico, settore in continua espansione al quale viene riconosciuta una sempre maggiore credibilità scientifica. Oltre a ciò, l’idea di premiare l’impegno di giovani ricercatori che, nonostante i tempi difficili, continuano a tenere alto il nome della ricerca italiana. Pertanto abbiamo proposto i premi di ricerca Aterostar Forte Award e Rebilfast Award con lo scopo di premiare i migliori protocolli di ricerca condotti in Università, Strutture Sanitarie (sia pubbliche che private) ed Enti Ospedalieri italiani».

Per maggiori informazioni riguardanti i premi di ricerca Stardea è possibile collegarsi ai seguenti siti web:

Aterostar Forte Award: www.aterostaraward.it

Rebilfast Award: www.rebilfastaward.it

Elisa Bottazzi
Ufficio Stampa Digitale Stardea
Zenzero Comunicazione
Via F. Nitti, 14 – 43126 Parma
Tel. 0521-969489
e.bottazzi[at]zenzerocomunicazione.it

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La ricerca energetica nel mondo ed in Italia

Risale a questa estate la pubblicazione del rapporto sull’Innovazione Energetica di I-Com (Istituto per la Competitività), frutto della collaborazione con ABB Italia, Assoelettrica, CNR, ENEA, Enel, Eni, RSE e Terna.

Lo studio mostra gli andamenti degli investimenti in ricerca e sviluppo, tra cui brevetti e pubblicazioni, a livello globale e del nostro paese in confronto agli altri attori internazionali.

Dai dati si evidenzia che negli investimenti l’Italia è fanalino di coda, ma la situazione è in miglioramento rispetto al 2010.

Per scoprire in quali campi stiamo investendo, a che punto è la ricerca italiana di più e per guardare la nostra infografica, puoi andare sul sito di Sardegna Ricerche.

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EDIZIONE STRAORDINARIA DELLA RACCOLTA PER TELETHON ALLE CASSE DI AUCHAN SASSARI E OLBIA

EDIZIONE STRAORDINARIA DELLA RACCOLTA PER TELETHON  

ALLE CASSE DI AUCHAN SASSARI E OLBIA 

 

Dopo il successo della maratona “Walk of life” organizzata lo scorso maggio dall’ipermercato Auchan di Sassari, continua la sua “corsa” per Telethon alle casse con un’edizione straordinaria della raccolta fondi indetta per l’estate.

 

Fino al 31 agosto, tutti i clienti possono donare 1 euro direttamente alle casse degli ipermercati Auchan di Sassari ed Olbia per dare un contributo alla ricerca scientifica sulle malattie genetiche.

 

L’iniziativa porta avanti l’impegno intrapreso da Auchan Sassari a favore di Telethon con l’organizzazione di una tappa sarda della “Walk of life”, maratona podistica che si è tenuta lo scorso 26 maggio con il patrocinio del Comune di Porto Torres, della Provincia di Sassari e del Parco Nazionale dell’Asinara. All’evento hanno partecipato 383 partecipanti, di cui 47 dipendenti Auchan, e sono stati raccolti 2.870 euro da destinare alla ricerca scientifica.  

 

Le prossime tappe ufficiali della “Walk of Life” di Telethon sono in programma il 29 settembre a Milano e a Torino, con il supporto anche di Auchan che fornirà bevande energetiche a marchio proprio nei punti ristoro. E’ possibile iscriversi a queste manifestazioni sportive direttamente dal sito www.walkoflife.it e partecipare così al raggiungimento di un traguardo davvero importante: la sconfitta delle malattie genetiche. Auchan ringrazia tutti i suoi clienti, che come ogni anno dimostrano grande sensibilità e coinvolgimento. 

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Catania Roma nuovo portale di viaggi

Catania Roma nuova apertura  di un portale di viaggio Italiano che propone pacchetti vacanze, prenotazioni voli + hotel, offerte speciali di  viaggi e informazioni  con vantaggiose proposte ogni  mese, servendo un servizio professionale e attento alle esigenze dell’utente. I confronti tra le tariffe alberghiere sono effettuati nello stato Italiano, sulla tratta Roma Catania e Catania Roma, la prenotazione si può effettuare, da qualunque postazione internet. La piattaforma fu fondata in Sicilia nella città di Catania, nell’anno 2013, con il nome “Catania Roma”. Se non trovi hotel oppure il volo che stai cercando, puoi contattarci tramite chat, che si trova all’interno della piattaforma. Il sistema fornisce anche un motore di ricerca e informazioni sulla disponibilità delle camere e dei voli aerei. Consentendone la prenotazione su ben 2.600 hotel. Il portale raccoglie inoltre le opinioni dei viaggiatori su hotel e attrazioni turistiche e tantissimi altri servizi. Che aspetti? Prenota adesso la tua vacanza indimenticabile in queste meravigliose terre di Catania e Roma.

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Il Centro Sviluppo Materiali festeggia 50 anni di innovazione tecnologica

Roma – Il Centro Sviluppo Materiali (CSM) è un’eccellenza nella ricerca applicata e nell’innovazione tecnologica dell’Italia e del Lazio. Con i propri cercatori, laboratori e impianti sperimentali è, da cinquanta anni, centro di riferimento in Europa e nel mondo per l’innovazione dei materiali e delle tecnologie di produzione e applicazione in settori industriali diversificati.

I circa 300 dipendenti e collaboratori altamente qualificati e specializzati dell’Azienda, sono per il 68% laureati, prevalentemente in ingegneria chimica e fisica e per il 30% diplomati. La percentuale delle donne negli ultimi anni è cresciuta fino a rappresentare il 21% della forza lavoro.

Lo scorso 18 marzo il Presidente Roberto Zocchi e l’Amministratore Delegato Mauro Pontremoli hanno riunito nella sede storica di Castel Romano tutti i dipendenti e collaboratori, provenienti dalle varie sedi dell’azienda in Italia per dare avvio alle celebrazioni del Cinquantenario del Centro Sviluppo Materiali, proprio nel giorno della sua fondazione, che risale al 18 marzo del 1963.

Con tale qualificata platea si è svolto il primo degli eventi di celebrazione del Cinquantenario del CSM, durante il quale la direzione aziendale ha voluto creare un’occasione di riflessione sulla situazione attuale e sulle prospettive del Centro a partire dalle radici. Nella stessa giornata è stato presentato il programma degli eventi dei prossimi mesi, alcuni dei quali specificatamente rivolti agli “stakeholder” ed alle istituzioni con lo scopo di valorizzare l’importanza del Centro Sviluppo Materiali come “asset” di grande valore per il nostro paese.

«Testimonianza lampante che la ricerca è uno dei settori su cui puntare per il futuro del territorio per dare alla regione prospettive concrete di sviluppo nel segno dell’innovazione»: con queste parole si è espresso il neo eletto presidente della Regione Lazio, Luca Zingaretti per sottolineare il suo apprezzamento verso l’Azienda.

Il CSM è riconosciuto a livello internazionale come Centro italiano di eccellenza che elabora soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel campo dei materiali, con particolare rilievo per acciaio e leghe speciali, con un approccio multidisciplinare che consente di coprire l’intero arco del processo di innovazione, dalla metallurgia alla chimica fisica di processo fino all’ applicazione nella filiera produttiva.

Il CSM è un RTO (Research Technology Organization) che opera sul mercato globale fornendo soluzioni tecnologiche innovative ad un portfolio di clienti internazionali che si estende ormai anche ai paesi “trainanti” per l’economia mondiale quali Cina, Russia, India e Turchia.

I cinquant’anni di attività di Ricerca e Sviluppo hanno qualificato Il CSM come uno dei nodi importanti del network di ricerca europeo, con un forte coinvolgimento nella ricerca comunitaria e con la presenza istituzionale in organismi che svolgono un ruolo decisivo anche nel futuro programma Horizon 2020.

Questo anniversario è un passaggio di particolare rilievo per rilanciare con forza il ruolo del CSM come preziosa risorsa nazionale per la competitività delle aziende italiane nell’ambito di importanti settori dell’industria manifatturiera grazie alle innovazioni strategiche nel campo dei materiali.

 

Info: Centro Sviluppo Materiali – CSM SpA, Roma.

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Search Engine Optimization (seo): ecco perché il sito della mia azienda si trova facilmente sui motori di ricerca

Search Engine Optimization (seo): ecco perché il sito della mia azienda si trova facilmente sui motori di ricerca

Quali sono i rischi di avere un sito non ottimizzato e non correttamente indicizzato dai motori di ricerca?

L’obiettivo delle aziende che hanno un sito web è quello di essere presenti in internet. Essere presenti in rete significa essere facilmente raggiungibili: una grandissima parte delle visite al tuo sito arrivano dai risultati delle ricerche su internet.

Se il tuo sito non è tra i primi posti per le parole chiave che caratterizzano i tuoi servizi o prodotti, il rischio è che l’utente non arrivi mai alla tua pagina web. Se addirittura non sei nella prima pagina di risultati, quasi nessuno scoprirà la tua azienda: è un dato accertato che pochi utenti prendono in considerazione le pagine di risultati oltre alla prima.

Quanto hai investito nel tuo sito?

L’investimento nella realizzazione di un sito web solitamente comprende la grafica e lo sviluppo. L’ottimizzazione per i motori di ricerca viene visto dal cliente come un lavoro a parte, una sorta di optional, spesso eseguito solo dopo che il sito è stato già messo online. Lavorare solo a questo punto al seo di un sito comporta maggiori difficoltà, sia tecniche che di sviluppo dei contenuti.

Quando decidi di far realizzare il nuovo sito della tua azienda, considera anche l’importanza di comparire sui motori di ricerca: a conti fatti, ci guadagni!

Con il tuo vecchio sito hai ottenuto i risultati prefissati?

Il contenuto va pianificato

Per ottimizzare al meglio è necessario valutare anche i testi pubblicati, al fine di includere specifiche parole, ovvero quelle chiavi di ricerca che vengono utilizzate più spesso dagli utenti nell’ambito del settore dell’azienda. Ogni pagina deve avere le giuste keyword e includere la descrizione breve che meglio si adatta ai contenuti pubblicati.

Sai quali sono le parole chiave con le quali la maggioranza degli utenti cercano in internet i tuoi servizi?

Ottimizzare i testi del sito e scegliere le giuste keyword è un lavoro che richiede ricerche specifiche basate sul settore di prodotti/servizi offerti dall’azienda, anche in base ai trend di ricerca degli utenti, suddivisi per zone geografiche.

I vantaggi di un sito ottimizzato

I vantaggi di un sito ottimizzato

Il vantaggio dell’impostare fin dall’inizio un sito ottimizzato per i motori di ricerca è che in seguito ci saranno, eventualmente, solo pochi perfezionamenti da apportare. Ma soprattutto, il vantaggio è che la vostra azienda riceverà più contatti da parte di potenziali clienti, senza perdersi nel mare di prodotti e servizi presenti su internet, ma difficilmente raggiungibili.

CONTATTI: Studio Lifestyle | grafica, comunicazione, webdesign | www.studiolifestyle.it

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Tappa Roadshow Enel a La Sapienza

venerdì 14 dicembre 2012 ore 10.30
aula Gini – edificio di Statistica, piano terra
piazzale Aldo Moro 5, Roma

Venerdì 14 dicembre, presso l’aula Gini dell’edificio di Statistica, Sapienza ospiterà una tappa del roadshow Enel Foundation per la presentazione del bando “Energie per la ricerca”, promosso da Enel nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo anno di attività insieme con la Fondazione Crui. Il progetto prevede l’assegnazione di 20 premi di ricerca nei campi delle fonti rinnovabili, dell’impatto economico della produzione energetica e della responsabilità sociale d’impresa. All’evento parteciperanno il rettore Luigi Frati, il delegato del rettore per il Rapporto con gli enti locali, per l’energia e l’ambiente, Livio de Santoli, il direttore Fondazione centro studi Enel Alessandro Costa e il docente di Storia contemporanea dell’Università di Torino Valerio Castronovo.
Il bando, che scade il 21 dicembre 2012, è finalizzato a incentivare la ricerca in campi strategici per lo sviluppo del Paese e per la competitività del sistema scientifico italiano. I 20 progetti selezionati saranno finanziati da Enel con un importo pari a 15.000 euro.
Le domande possono essere presentate da laureati dei corsi di laurea specialistica/magistrale o da dottori di ricerca di Ingegneria, Architettura, Chimica industriale, Scienze ambientali, Medicina, Economia, Statistica, Giurisprudenza, Scienze politiche, Scienze della comunicazione, Fisica, Matematica, Chimica e Geologia. Il bando e la domanda di partecipazione sono scaricabili dal sito di Fondazione Crui e di Enel Foundation, raggiungibili sui link in alto a destra.
La Fondazione Centro Studi Enel è un’istituzione no-profit finanziata da Enel dedita alla ricerca nell’ambito dell’energia e nei temi più ampi a essa correlati quali:
la socioeconomia,
lo sviluppo sostenibile e l’innovazione.
Il suo principale obiettivo è contribuire al confronto internazionale su questi temi, anche attraverso la promozione dell’alta formazione, la divulgazione e il sostegno ai nuovi talenti in campo scientifico.
La Fondazione è l’espressione della volontà di Enel per un impegno volto alla crescita della conoscenza, impegno dettato dall’esigenza di anticipare e interpretare i nuovi bisogni della società e dei mercati nell’attuale contesto globale.
Gli scenari che si delineano richiedono infatti lo sviluppo di nuovi saperi e di nuovi metodi interpretativi basati su un approccio interdisciplinare e comparato.
La Fondazione ha la missione di cogliere e analizzare i trend di più grande attualità con il duplice obiettivo di:
fornirne una chiave di lettura scientifica e rigorosa,
partecipare al dibattito scientifico internazionale.
Cogliendo le nuove sfide globali, la Fondazione Centro Studi Enel si pone gli obiettivi di esplorarne le implicazioni e sviluppare nuove visioni sui temi dell’energia, della socioeconomia, dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione.
Questi obiettivi vengono perseguiti anche attraverso la promozione dell’alta formazione, la divulgazione e il sostegno ai nuovi talenti in campo scientifico, attività imprescindibili per il progresso della società civile.

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Comunicati

Performing art e sostenibilità energetica, partecipa alla ricerca!

Dalla collaborazione tra una ricercatrice dell’università Iuav di Venezia e Fondazione Teatrodue di Parma nasce un questionario on-line per indagare il comportamento energetico nel settore teatrale.

Da sempre il binomio arte e sostenibilità energetica ha dato vita ad opionioni controverse. 
Il teatro ha spesso usato le sue potenzialità espressive per raccontare al pubblico temi importanti come la salvaguardia delle risorse ambientali, ma di rado ha messo in discussione se stesso come principale attore, per favorire il cambiamento verso uno stile di vita più consapevole.

“Grazie alle tecnologie dell’informazione e comunicazione (tecnologie TIC), il sistema elettrico del futuro cambierà la nostra percezione, i nostri pensieri e il nostro modo di interagire con l’energia.” – afferma Maddalena Mometti. 
La ricercatrice dell’università Iuav di Venezia, grazie alla collaborazione con la Fondazione Teatrodue di Parma, ha dato vita ad una indagine riguardo all’uso delle risorse energetiche nel settore teatrale che coinvolgerà sia profenissionisti che che spettatori.

Cosa vorresti che facesse il tuo teatro per favorire la sostenibilità ambientale delle sue attività?
Da oggi, i visitatori del Teatrodue di Parma possono esprimere la loro opinione attraverso un questionario on-line (http://www.maddalenadesign.it/energization/teatrodue-parma-italy/)

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Metropolitalia: Nuovo gioco online per chi ama la lingua italiana

Dopo un processo di ricerca di un anno e mezzo la piattaforma MetropolItalia (http://www.metropolitalia.org/ ) va in rete. Il progetto viene portato avanti da un team di ricercatori della Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera, composto dai responsabili del progetto, i professori Thomas Krefeld (linguista romanista) e Stephan Lücke (informatico), e dai loro collaboratori soprattutto di madrelingua italiana.

Metropolitalia non è solo un gioco ma si pone lo scopo di raccogliere dati autentici sull’italiano regionale e sui dialetti, tenendo conto anche di parametri quali il sesso, l’età e il livello d’istruzione. Tali informazioni risultano dal tagging effettuato durante il gioco da parte dei giocatori. La piattaforma è indirizzata principalmente agli italofoni sia in Italia che all’estero.

La piattaforma è interattiva e ha varie funzionalità: Gli utenti giocano e cercano di accumulare più punti possibili, scommettendo sulla provenienza delle espressioni che gli verranno proposte. Inoltre, possono aggiungere parole o frasi che ritengono tipiche di un qualsiasi luogo. È disponibile anche una funzione di ricerca, con la quale gli utenti possono farsi indicare la provenienza di quell’espressione.

Quindi, la piattaforma documenta il sapere linguistico dei parlanti italiano e getta le fondamenta di un osservatorio digitale – interattivo e dinamico della realtà linguistica dell’Italia.

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