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Dicembre 2023

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GSA aggiunge nuovi servizi specializzati alla sua offerta: acquisita la spagnola Previnsa

GSA, tra le realtà più innovative in Europa nell’ambito della prevenzione incendi in strutture ad alto rischio, ha recentemente acquisito il 75% della società spagnola Previnsa e si appresta dunque ad ampliare la propria offerta di servizi specializzati.

GSA

Previnsa Servicios Integrales è ora al 75% di GSA

GSA, la società controllata da Eurizon Capital e attiva nella prevenzione incendio in strutture e infrastrutture complesse quali porti, aeroporti, ospedali, infrastrutture stradali, cantieristica navale, oil & gas, ha portato a termine un’importante operazione che si è conclusa con l’acquisizione al 75% del Gruppo spagnolo Previnsa Servicios Integrales. Realtà attiva nel settore dei servizi e degli impianti antincendio, formazione tecnica e segnaletica di sicurezza, Previnsa è specializzata in servizi di intervento e prevenzione in ambito nucleare e industriale, programmi di formazione per personale specializzato in lavoro ad alta quota, emergenze chimiche, sicurezza marittima, sicurezza del vento e sul lavoro, commercializzazione di segnaletica e accessori per la sicurezza sul lavoro. Nell’accordo, curato da GPBL e dallo Studio Broseta, è prevista inoltre l’acquisizione da parte di GSA di competenze finalizzate allo sviluppo di una nuova linea business legata alla produzione di segnaletica e accessori per la sicurezza e la formazione in loco per i propri clienti.

L’acquisizione di Previnsa contribuirà ad affermare GSA come player primario in Europa

L’operazione Previnsa – ha sottolineato Antonio Musacchio, AD di GSA da settembre 2021 – è perfettamente in linea con le strategie del Piano Pluriennale di GSA sia in termini di internazionalizzazione della società, che di ampliamento e arricchimento in chiave tecnologica della propria offerta di servizi, rivolgendosi anche a nuovi settori sia pur sempre affini al mondo della sicurezza”. Come evidenziato dal Fondatore e Vicepresidente esecutivo di GSA, Alessandro Pedone, l’acquisizione della società spagnola contribuirà poi ad accreditare il Gruppo “come primario player europeo nel settore della safety, ed è pronta a rafforzare ulteriormente la presenza in Italia”. Con un’offerta che oggi va dall’ingegneria all’execution, GSA vanta una serie di tecnologie, brevetti e competenze chiave per la prevenzione e sicurezza da incendi in contesti complessi, quali ad esempio il tunnel del Monte Bianco e del Gran Sasso.

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Umberto Lebruto illustra a Torino il ruolo chiave di FS Sistemi Urbani nello sviluppo delle città

Il CEO di FS Sistemi Urbani, Umberto Lebruto, tra i partecipanti al tavolo di Torino in cui si è discusso dello sviluppo infrastrutturale del Paese, per sottolineare il ruolo chiave del Polo Urbano del Gruppo FS nella rigenerazione delle città italiane.

Umberto Lebruto

Umberto Lebruto tra gli ospiti del tavolo di Torino

Lo scorso ottobre si è tenuto a Torino il tavolo “Per lo sviluppo (opere pubbliche, logistica, porti, aeroporti, digitalizzazione, innovazione tecnologica e ricerca)”, nel corso del quale sono state presentate le infrastrutture come mezzo per lo sviluppo e la crescita sociale delle città. Tra i presenti all’evento c’era anche Umberto Lebruto, Amministratore Delegato di FS Sistemi Urbani, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS. Durante il tavolo che si è tenuto all’interno dell’Archivio Storico di Torino, il CEO di FS Sistemi Urbani ha sottolineato il ruolo centrale che sta avendo il Polo Urbano nel progetto di rigenerazione urbana messo in atto dal Gruppo FS per trasformare i centri urbani in città sempre più sostenibili e a misura d’uomo.

Umberto Lebruto: i nodi urbani sono destinati a diventare il centro nevralgico dell’economia

Chiaro protagonista nello sviluppo del Paese, Gruppo FS sta portando a compimento una lunga serie di progetti che vanno dalla mobilità alla logistica, dall’energia alla sostenibilità, dall’innovazione alle reti della conoscenza e a quelle della ricerca. In tale contesto, il Polo Urbano si sta occupando di valorizzare le aree non più funzionali all’esercizio ferroviario per poterle così restituire ai cittadini sotto forma di nuovi luoghi di aggregazione. “I nodi urbani – ha affermato Umberto Lebrutosono destinati a diventare sempre di più il centro nevralgico dell’economia, oltre che dell’ecosistema della mobilità a livello locale. Di conseguenza è nelle città che si gioca la partita della sostenibilità”.

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Sfida digitale: Pietro Labriola evidenzia i rischi crescenti per le reti di telecomunicazioni

Il mondo digitale, considerato spesso come “magico” per le sue infinite possibilità, si trova ora di fronte a una sfida cruciale. Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM, ha recentemente lanciato l’allarme attraverso un post su Linkedin.

L'Amministratore Delegato di TIM, Pietro Labriola

Pietro Labriola: la sfida del mondo digitale

Pietro Labriola mette in discussione il modello attuale nel contesto delle telecomunicazioni. “Comincia a diventare sempre più difficile immaginare un futuro in cui il consumo dei dati possa continuare ad essere considerato unlimited”, scrive l’AD. L’esplosione del traffico dei dati e l’aumento esponenziale di applicazioni e servizi stanno mettendo a dura prova le reti, rischiando di compromettere la continuità dei servizi se non si adotta una nuova strategia. L’Amministratore Delegato di TIM ha evidenziato un cambiamento significativo nei consumi digitali degli ultimi anni. Mentre il consumo di dati è aumentato di dieci volte, il prezzo è diminuito di quasi un quarto. Tale andamento è insostenibile nel lungo periodo, poiché comporta costi sempre crescenti per l’adeguamento delle reti e dei servizi di assistenza, senza una corrispondente variazione per il consumatore. “È evidente che non può funzionare”, precisa Pietro Labriola.

Pietro Labriola: nuovi investimenti per nuove esigenze

L’AD di TIM sottolinea la necessità di nuovi investimenti per gestire le nuove esigenze del mondo digitale. La visualizzazione di video in streaming a 4K e gli aggiornamenti di giochi di successo generano una domanda di banda sempre più elevata. Questo implica la necessità di reti più performanti e capaci di gestire volumi eccezionali. “Per noi di TIM – spiega Pietro Labriolainvestimenti e pianificazione sono l’unica risposta possibile, ma comincia a diventare sempre più difficile immaginare un futuro in cui il consumo dei dati possa continuare ad essere considerato unlimited”. Le reti potrebbero però essere a rischio non solo a causa dell’assenza di investimenti, ma anche a causa dell’impossibilità di garantirne la pianificazione. Questo crea rischi sulla continuità stessa dei servizi digitali. “Il ritorno economico non può più essere considerato un nice to have mentre la continuità di servizio un must have. Entrambi debbono viaggiare di pari passo”, conclude Pietro Labriola.

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Gruppo Danieli, nuove commesse internazionali grazie agli impianti siderurgici green

Le acciaierie green di Gruppo Danieli hanno attratto una serie di ordini internazionali che hanno fatto lievitare il portafoglio alla soglia record dei 5,5 miliardi: gli ultimi due, in Messico e nel Sultanato dell’Oman, valgono 200 milioni ciascuno.

 Gruppo Danieli

Gruppo Danieli collaborerà al maxi-investimento da 3,5 miliardi di Vulcan Green Steel in Oman

Nel panorama mondiale della siderurgia sempre maggiore importanza ha la capacità di produrre acciai a scarso impatto ambientale attraverso impianti sostenibili: lo sa bene Gruppo Danieli, che proprio grazie alla produzione di impianti siderurgici green sta registrando un sempre più consistente successo globale. Tra le principali commesse internazionali dell’ultimo periodo vi è quella di Vulcan Green Steel, Gruppo siderurgico indiano già da tempo partner dell’azienda di Buttrio, nel Sultanato dell’Oman. Il Presidente di Gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti, ha rivelato interessanti anticipazioni di quella che si configura essere come una operazione di rilevanti dimensioni: “Questa gara l’abbiamo vinta in concorrenza con un gruppo giapponese e uno tedesco. E questo ci fa ben sperare per i tender dei prossimi mesi. Si tratta infatti solo di una prima tappa. Il programma degli indiani, molto ambizioso, si articolerà in due fasi. Nella prima si produrranno nastri (coils) di acciaio, un po’ come fa l’Italia a Taranto”. Il Presidente ha aggiunto che si tratterà, nello stile di Gruppo Danieli, di un progetto all’apice della sostenibilità: “Il tutto sarà fatto in maniera green: utilizzeranno sì il gas ma in cima alle ciminiere verranno installate delle supercappe in grado di catturare la CO2 e, attraverso tubature di 15 centimetri, di stoccarla sotto terra, nei pozzi esauriti, come abbiamo già fatto ad Abu Dhabi”.

Nuovi ordini da De Acero, storico partner messicano di Gruppo Danieli

Oltre all’Oman, nuove commesse da 200 milioni vengono dal Messico: da De Acero, società messicana che è da oltre 40 anni uno storico alleato di Gruppo Danieli. Gianpietro Benedetti ha raccontato la vicenda che ha portato alla nascita di questa durevole partnership: “Siamo fornitori della famiglia Gutierrez fin dagli anni Ottanta. Allora vincemmo la prima gara contro ben 31 altri concorrenti. Certo, eravamo piccoli sia noi (circa 100 milioni di euro l’anno) sia loro. Il primo impianto, un mini-laminatoio, produceva appena 250mila tonnellate l’anno”. Col passare dei decenni, entrambi i Gruppi sono cresciuti moltissimo, come dimostrato dai numeri che descrivono l’ultimo ordine: “Oggi i nostri clienti, con i quali abbiamo una vera e propria partnership quarantennale, hanno un volume annuo di 5 milioni di tonnellate di acciaio e continuano a fornirsi sempre da noi. L’ultima commessa che ci siamo aggiudicati è un’acciaieria con laminatoio fino a 700 millimetri di larghezza che serve a produrre pilastri e travi per costruzioni”. Con due commesse da circa 200 milioni di euro ciascuno, il portafoglio di ordini di Gruppo Danieli sfiora ora la soglia record di 5,5 miliardi.

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L’evoluzione professionale di Claudio Machetti in Enel

Claudio Machetti esordisce professionalmente presso il Banco di Roma come analista finanziario, arrivando a capo della Direzione Finanziaria. Oggi è in Enel in qualità di Direttore Global Energy and Commodity Management and Chief Pricing Officer del Gruppo.

Claudio Machetti

Claudio Machetti in Enel: l’esordio e il percorso fino ad oggi

È il 2000 quando Claudio Machetti fa il suo ingresso in Enel. La sua prima mansione all’interno del Gruppo lo vede nelle vesti di Responsabile dell’Area Finanza. Successivamente, partecipa alla creazione di Enelfactor ed Enel Insurance, divenendone Presidente fino al 2014. Ricopre poi il ruolo di Direttore Finanziario del Gruppo, lavorando a diretto riporto dell’Amministratore Delegato e operando, inoltre, nei board di consociate quali Wind Telecomunicazioni e Terna. Nel 2009, a seguito della nascita della Direzione Risk Management, la divisione responsabile del controllo dei rischi aziendali, Claudio Machetti viene scelto come Direttore. Attualmente, è Direttore Global Energy and Commodity Management and Chief Pricing Officer del Gruppo

Le altre esperienze professionali di Claudio Machetti

Prima di entrare in Enel, Claudio Machetti ha operato all’interno di altre importanti realtà italiane. Dopo il diploma di maturità ottenuto presso il liceo classico “Tito Lucrezio Caro” di Roma e la laurea in Scienze Statistiche presso l’Università La Sapienza, avvia la sua carriera professionale presso il Banco di Roma, esordendo in qualità di analista finanziario. Specializzatosi in equity, passa alla Direzione Finanziaria, occupandosi dell’IPO di alcune società nella Borsa Italiana. La sua prima esperienza lavorativa termina nel 1990, quando viene assunto da Ferrovie dello Stato Italiane per ricoprire il ruolo di Dirigente Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari. Successivamente il Gruppo FS gli affida la Direzione della Finanza Operativa. Claudio Machetti partecipa anche alla creazione della società finanziaria Fercredit.

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Umberto Lebruto: aree residenziali e verde al posto degli scali Milano Farini e San Cristoforo

Umberto Lebruto, AD di FS Sistemi Urbani, ha presentato lo scorso aprile il progetto di rigenerazione urbana degli ex scali ferroviari Milano Farini e Milano San Cristoforo: al loro posto sorgeranno social housing, servizi pubblici e tanti spazi verdi.

Umberto Lebruto

Umberto Lebruto: il progetto che farà rinascere la città

Gli ex scali Milano Farini e Milano San Cristoforo sono coinvolti nel progetto di rigenerazione portato avanti con impegno da FS Sistemi Urbani, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS Italiane. Presentato dall’AD di FS Sistemi Urbani Umberto Lebruto nell’ambito dell’evento tenutosi lo scorso aprile e intitolato “Dagli scali, la nuova città. Sei anni dopo”, il progetto vedrà trasformare radicalmente l’area di circa 45 ettari al momento occupata dalle stazioni dismesse. Al loro posto sorgeranno servizi di innovazione per attività artigianali e manifatturiere, servizi pubblici, un’area residenziale e un parco di oltre 25 ettari. “Un obiettivo importante che persegue Regione Lombardia unitamente a FS Sistemi Urbani e Comune di Milano da tempo”, ha sottolineato l’Assessore alle Infrastrutture e Opere Pubbliche.

Umberto Lebruto: più del 65% dell’area diventerà uno spazio verde

L’intervento agli scali di Milano Farini e Milano San Cristoforo è parte di un progetto più ampio, che coinvolge ben sette scali ferroviari del Gruppo FS e rappresenta il piano di rigenerazione urbana relativo a Milano più grande degli ultimi anni. Un’iniziativa complessa che ha richiesto tempistiche molto lunghe. “Abbiamo iniziato ad unirci in questo processo sin dal 2006 e, nel 2017, abbiamo raggiunto un accordo molto equilibrato fra Regione, Comune e Ferrovie – ha spiegato Umberto LebrutoIn questi sei anni abbiamo iniziato a rendere fruibili alla città gli spazi abbandonati da tanti anni e non più utilizzati per la circolazione dei treni”. L’AD di FS Sistemi Urbani ha sottolineato poi come la presenza dei binari abbia raffigurato “una frattura storica” per il quartiere che presto sarà ricucita. Più del 64% dell’area sarà destinata a piazze ed aree verdi, con un parco che collegherà Porta Garibaldi con Bovisa. Un 20-25% sarà invece destinato al social housing.

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Iren: il Presidente Luca Dal Fabbro annuncia il lancio del più grande biodigestore d’Italia

“Noi abbiamo una miniera a cielo aperto che sono i nostri rifiuti, che dobbiamo smettere di chiamare rifiuti perché sono risorse, e queste vanno trasformate e valorizzate”: il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha sottolineato l’importanza strategica dell’economia circolare.

 Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro presenta i progetti di Iren al Festival Ecomondo

Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, è intervenuto al Festival Ecomondo 2023, che si è tenuto dal 7 al 10 novembre alla Fiera di Rimini. Ecomondo rappresenta una sorta di expo italiana dedicata all’economia circolare ed è un punto di incontro per l’industria, i policy maker e gli esperti del settore ambientale. Iren ha partecipato attivamente all’evento con una serie di panel e attività legate all’economia circolare e alla transizione ecologica. Nel corso della prima sessione, “Materie prime critiche ed economia circolare”, è intervenuto personalmente il Presidente Luca Dal Fabbro, che ha parlato delle strategie e delle soluzioni innovative per mitigare il rischio di carenza di materie prime critiche. In particolare, ha messo in evidenza i notevoli sforzi che Iren sta compiendo attraverso gli investimenti sugli impianti di recupero, che potrebbero soddisfare, attraverso lo sfruttamento dei rifiuti tecnologici, gran parte del fabbisogno nazionale di questi materiali, importantissimi per l’industria dell’alta tecnologia. Iren ha inoltre promosso il coinvolgimento delle nuove generazioni: all’evento hanno partecipato gli studenti del Liceo Bertolucci di Parma, che sono stati omaggiati inoltre con il Premio Planet Fan Eduiren 2022. L’artista Matteo Moras, noto come Mattley, ha presentato opere d’arte realizzate con scarti di legno, dando prova di uno splendido connubio tra arte e sostenibilità.

Luca Dal Fabbro: “Recuperare le materie rare per evitare la dipendenza dall’estero

Luca Dal Fabbro ha evidenziato l’importanza del riciclaggio e del riutilizzo dei rifiuti, non solo in riferimento alle problematiche ambientali, ma anche per una questione di sicurezza strategica. L’Italia soffre infatti della scarsità di diversi materiali fondamentali nella produzione di apparecchiature tecnologiche sofisticate e per la transizione ecologica, che è dunque costretta a importare da Paesi esteri, come la Cina, rischiando così un’eccessiva dipendenza. Da qui, la grande importanza di investire sul recupero: “Recuperare questi materiali è importante perché l’industria italiana dipende da circa 5 o 6 materie critiche che importiamo dall’estero e la tensione geopolitica e le crisi potrebbero rischiare di ridurre l’approvvigionamento di queste materie critiche, fermando le nostre imprese”. Particolarmente preziosi come fonte delle cosiddette materie critiche, ha sottolineato Luca Dal Fabbro, sono i rifiuti tecnologici, che potrebbero, se valorizzati dovutamente, sopperire al nostro fabbisogno nazionale, anche in maniera significativa. “Pensiamo solo ai cellulari e ai computer che gettiamo che sono ricchi di rame, di palladio, di zinco, di litio, tutte materie essenziali per la nostra impresa che ad oggi importiamo totalmente”. Il Presidente di Iren ha dunque nuovamente rimarcato l’importanza di considerare i rifiuti come vere e proprie risorse, anche nell’ottica di rendere l’Italia meno dipendente dalle importazioni estere.

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Tyrrhenian Lab: la seconda edizione del Master di Terna in collaborazione con tre atenei

È ufficialmente partita la seconda edizione del Master “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”, promosso da Terna in stretta collaborazione con le Università di Cagliari, Palermo e Salerno all’interno del progetto Tyrrhenian Lab. Il Gruppo, sotto la guida di Giuseppina Di Foggia, ha stanziato un investimento complessivo di 100 milioni di euro, distribuiti nel periodo 2022-2026.

Terna

Terna: al via la seconda edizione del Master

L’inaugurazione del Master, che rappresenta la seconda di tre edizioni programmate, è stata celebrata attraverso un evento simultaneo organizzato presso i tre atenei coinvolti. Il Tyrrhenian Lab ha l’ambizioso obiettivo di creare un centro di formazione di eccellenza distribuito tra le sedi delle tre città coinvolte nel percorso dei cavi del Tyrrhenian Link. L’elettrodotto sottomarino di Terna unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, con un totale di circa 970 km di collegamento e 3,7 miliardi di euro di investimenti: l’infrastruttura favorirà l’integrazione dei flussi energetici provenienti da fonti rinnovabili. Considerando il successo della partecipazione alla prima edizione, Terna, in collaborazione con le tre università, ha deciso di aumentare il numero di posti disponibili. Saranno ora 19, anziché 15, gli studenti selezionati per ciascuna delle tre sedi universitarie, portando il totale dei partecipanti a 57.

Terna: candidature e presenza femminile in crescita

Quest’anno, il numero di candidature ha registrato un notevole incremento, con un totale di circa 300 domande (36% a Palermo, 34% a Salerno e 30% a Cagliari), rispetto alle 170 della prima edizione. Inoltre, è in crescita anche la presenza femminile, che costituirà circa il 40% dei 57 selezionati, rispetto al 33% della precedente edizione. Anche quest’anno, il Master promosso da Terna ha suscitato interesse non solo tra i neolaureati (51%) e coloro che hanno già esperienza lavorativa (33%), ma anche tra coloro che avevano precedentemente intrapreso un percorso accademico (16%). Al termine del corso, articolato in undici moduli per un totale di 60 crediti formativi, gli studenti saranno assunti da Terna, con il supporto delle università coinvolte, e avranno l’opportunità di lavorare presso la sede territoriale come esperti di algoritmi e modelli per il Mercato Elettrico, sistemi di analisi e regolazione degli apparati di campo, nonché sistemi di Automazione di Stazione (SAS).

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Webinar: il trasporto di merci pericolose e la consulenza ADR

Comunicato Stampa

Webinar: il trasporto di merci pericolose e la consulenza ADR

 

Il 13 dicembre 2023 un incontro in modalità webinar si soffermerà sull’Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada, sul ruolo del Consulente ADR e sui suoi obblighi e il suo legame con gli altri attori della sicurezza. 

 

In Europa il trasporto merci pericolose è soggetto a norme e regolamenti complessi e dettagliati, strutturati anche in base alla tipologia di merce da trasportare, ai confezionamenti ed ai veicoli di trasporto da utilizzare.

In particolare, il trasporto su strada è regolamentato dall’Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada (ADR) che, siglato già alla fine degli anni ’50 del precedente secolo, ha avuto negli anni diversi aggiornamenti.

 

L’Accordo ADR regolamenta molti aspetti del trasporto delle merci pericolose. Ad esempio:

  • classificazione delle sostanze pericolose
  • metodi di prova
  • disposizioni su costruzione e prova degli imballaggi e delle cisterne
  • condizioni di imballaggio delle merci
  • marcatura ed etichettatura dei colli
  • placcatura e marcatura dei mezzi di trasporto
  • struttura dei veicoli e delle cisterne
  • requisiti per il trasporto e documenti di viaggio
  • abilitazione dei conducenti utilizzo dei mezzi di trasporto

L’Accordo individua poi importanti obblighi dei vari soggetti in materia di sicurezza.

 

Chi è il Consulente ADR? Quali sono i suoi principali obblighi? Qual è il suo legame con il ruolo di RSPP e HSE manager?

 

Per rispondere a queste domande l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 13 dicembre 2023 un webinar gratuito dal titolo “La consulenza ADR: chi, cosa e perché”.

 

Trasporto merci pericolose: l’accordo ADR e i consulenti per la sicurezza

L’Accordo ADR contiene misure di controllo e altre misure di supporto per l’osservanza delle disposizioni di sicurezza.

 

Si indica che ogni impresa, la cui attività comporta trasporti di merci pericolose, oppure operazioni di imballaggio, di carico, di riempimento o di scarico, connesse a tali trasporti, designa uno o più consulenti per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose, denominati “consulenti”, incaricati di facilitare l’opera di prevenzione dei rischi per le persone, per i beni o per l’ambiente inerenti a tali attività.

 

Nell’accordo sono riportati i casi in cui le disposizioni dell’Accordo non si applicano alle imprese, ad esempio con riferimento ai limiti dei quantitativi trasportati o al fatto che tali imprese non eseguono, a titolo di attività principale o accessoria, trasporti di merci pericolose o operazioni di carico o scarico connesse a tali trasporti, ma che eseguono occasionalmente trasporti nazionali di merci pericolose, o operazioni di carico o scarico connesse a tali trasporti che presentano un grado di pericolosità o un rischio di inquinamento minimi.

 

Le funzioni del consulente per la sicurezza, da adattare alle attività dell’impresa, sono:

  • verificare l’osservanza delle disposizioni in materia di trasporto di merci pericolose;
  • consigliare l’impresa nelle operazioni riguardanti il trasporto di merci pericolose;
  • redigere una relazione annuale, destinata alla direzione dell’impresa o eventualmente a un’autorità pubblica locale, sulle attività dell’impresa per quanto concerne il trasporto di merci pericolose. La relazione è conservata per cinque anni e, su richiesta, messa a disposizione delle autorità nazionali.

 

Trasporto merci pericolose: il webinar sulla Consulenza ADR

Proprio per parlare di trasporto merci pericolose e del Consulente ADR si terrà mercoledì 13 dicembre 2023 – dalle ore 15.00 alle ore 16.15 – l’evento gratuito in modalità webinar “La consulenza ADR: chi, cosa e perché”.

 

Nel webinar si forniranno informazioni sull’Accordo ADR, dove ADR è l’acronimo di “Accord Dangereuses Route”, sintesi di “Accord europeen relatif au transport international des marchandises dangereuses par route”, ossia “Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada”.

Ricordiamo che l’accordo originale è stato siglato a Ginevra il 30 settembre 1957 come European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Road.

 

Durante l’incontro si approfondiranno, in particolare, il ruolo e i compiti del Consulente ADR. Verranno fornite informazioni sui suoi principali obblighi e sui rapporti e legami professionale con i ruoli di RSPP e HSE manager.

 

Il relatore del webinar:

  • Marco Berrettini: Consulente ADR e Responsabile Tecnico gestione rifiuti

 

Ai partecipanti al webinar sarà inviato un attestato di presenza valido per il rilascio di 1 credito per Formatori area tematica n.2 e per RSPP/ASPP.

 

Il link per iscriversi all’evento gratuito:

https://aifos.org/home/eventi/intev/convegni_aifos/la-consulenza-adr–chi–cosa-e-perche

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel. 030.6595037 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected]

 

 

30 novembre 2023

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Gianni Lettieri vuole trasformare Atitech in un polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche

Nel 2022, Atitech ha raggiunto un margine operativo lordo del 10%, nonostante la pandemia, e prevede di chiudere il 2023 con circa 160 milioni di ricavi. Sottoscritti, inoltre, importanti contratti che confermano il trend di crescita delle attività legate al business tradizionale: i dettagli del piano di rilancio ideato dal Presidente Gianni Lettieri.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: vogliamo riportare la full maintenance in Italia

69 milioni di fatturato nel 2022 e 160 milioni di ricavi stimati per il 2023: da quando ne ha assunto le redini l’imprenditore Gianni Lettieri nel 2009, la crescita di Atitech è inarrestabile. È passata dall’essere sull’orlo del precipizio a divenire la società indipendente di manutenzioni più grande d’Europa con 20 linee e 15 nelle aree di parcheggio. Il merito va tutto al piano di rilancio del Presidente Gianni Lettieri che, dopo aver portato i livelli di produzione a +37% a Napoli e a +210% a Fiumicino, ora si è posto l’obiettivo di far diventare Atitech il polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche. A fine 2022, attraverso Meridie, l’imprenditore ha acquisito Alitalia Engineering Maintenance, portando a nove gli hangar a disposizione della società. “È la prima tappa di un progetto che ha nei due centri, Capodichino e Fiumicino, gli asset strategici del nuovo polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche – spiega il Presidente di Atitech –. Stiamo lavorando per riportare in Italia le attività relative alla full maintenance che prima del 2008 erano state esternalizzate a favore di concorrenti come Lufthansa Technik, Air France Industries, Bedek e altre, creando una sorta di officina italiana per la riparazione a 360 gradi di aeromobili”.

Gianni Lettieri: nuova opportunità di crescita dalla conversione di aerei passeggeri in cargo

Se da un lato il Covid ha frenato il mercato del nuovo, dall’altro ha spinto il business delle manutenzioni che è quindi in crescita. Questo si è verificato, precisa Gianni Lettieri, “soprattutto in Asia, dove si è sviluppata un’offerta low cost”, da affrontare con “un’ulteriore internazionalizzazione”, senza però mai perdere di vista il valore del nostro Made in Italy, “un misto di qualità, professionalità, attenzione per i dettagli ed eleganza formale”. “All’interno di Atitech e dell’ex Alitalia – sottolinea il Presidente – esistono professionalità e competenze capaci di soddisfare le più svariate esigenze dei vettori sul mercato”. Il trend di crescita nel settore delle manutenzioni è confermato anche dai recenti accordi conclusi da Atitech. A fine 2022 la società ha firmato un contratto decennale per la manutenzione degli aerei di ITA Airways e a inizio 2023 è arrivata la fornitura quinquennale di servizi di assistenza per Poste Air Cargo, insieme a contratti con l’Aeronautica Militare e la Guardia di Finanza. Intanto, l’incremento dell’e-commerce ha aperto la strada a una nuova opportunità. “Dalla fine del 2021 abbiamo cominciato a convertire gli aeromobili B737-800 da passeggeri a cargo per diverse compagnie aeree, lavorando su progetti sviluppati dalle Israel Aerospace Industries attraverso un accordo di partnership — conclude Gianni Lettieri —. Abbiamo investito 60 milioni per la conversione di aeromobili civili da passeggeri a cargo, attività in crescita”.

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Claudio Descalzi: Eni negli USA, l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima in visita al CFS

Claudio Descalzi: “L’impegno di Eni verso la decarbonizzazione è forte, profondo e irreversibile e si basa su un percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso già da dieci anni. Eni sta riducendo le sue emissioni totali Scope 1, 2 e 3 per raggiungere Net Zero nel 2050”.

Claudio Descalzi

Eni, l’AD Claudio Descalzi accoglie l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti al CFS di Devens

Emerge anche nelle parole dell’AD di Eni Claudio Descalzi la soddisfazione per la visita dell’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti, John Kerry, alla sede di Commonwealth Fusion Systems (CFS) a Devens, Massachusetts, vicino Boston. “È con grande piacere che sono qui oggi con John Kerry, che sta svolgendo un lavoro straordinario per accelerare in maniera concreta la transizione energetica a livello globale”, ha sottolineato l’AD Claudio Descalzi che insieme all’Amministratore Delegato di CFS Bob Mumgaard ha accolto lo scorso 20 novembre l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti presso la sede di Commonwealth Fusion Systems (CFS). “Abbiamo una storica collaborazione scientifica con il MIT e siamo investitore strategico in Commonwealth Fusion Systems: stiamo investendo significativamente nella fusione magnetica con l’obiettivo di portarla all’industrializzazione, e attribuiamo valore alle collaborazioni internazionali e pubblico-private per accelerarne la commercializzazione. Siamo partiti da qui, nell’ecosistema di innovazione statunitense unico nel suo genere, il cui approccio dovrebbe essere visto come un modello per altri Paesi che si avvicinano a questa tecnologia”, ha rimarcato in merito l’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi: guardiamo al futuro investendo in soluzioni breakthrough per la transizione

L’AD di Eni Claudio Descalzi ha quindi ricordato il “forte, profondo e irreversibile” impegno di Eni verso la decarbonizzazione: “Si basa su un percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso già da dieci anni. Eni sta riducendo le sue emissioni totali Scope 1, 2 e 3 per raggiungere Net Zero nel 2050. Da un lato, stiamo lavorando alla riduzione del contenuto carbonico nella produzione energetica da fonti tradizionali, ad esempio con la diminuzione significativa delle nostre emissioni di metano; dall’altro, stiamo aumentando progressivamente la nostra offerta di prodotti a basse emissioni di carbonio, crescendo sia nella produzione di rinnovabili che di biocarburanti”. Ma Eni, ha aggiunto l’AD Claudio Descalzi, a conferma della vision lungimirante che la contraddistingue da 70 anni, è sempre più proiettata su ciò che sarà: “Guardiamo anche al nostro futuro, investendo in soluzioni breakthrough per la transizione, come l’energia da fusione, che rappresenta una fonte di energia sostenibile e virtualmente inesauribile. Ecco perché oggi siamo orgogliosi di condividere i progressi di CFS con una persona lungimirante come John Kerry”.

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