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6 Agosto 2020

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Webinar costituzionale: Nicolò Zanon interviene come relatore

Nicolò Zanon è giudice della Corte costituzionale da ottobre 2014. Docente affermato, ha partecipato al seminario online del 29 giugno per discutere in merito alle linee di intervento della Corte costituzionale in tema di esecuzione penale.

Nicolò Zanon

Nicolò Zanon: il webinar sulla legge “SPAZZACORROTTI”

Un webinar incentrato sulle pronunce della Corte costituzionale in materia di disposizioni legislative relative all’esecuzione penale: è stato intitolato “Dalla sentenza 32 sulla Legge CD. “SPAZZACORROTTI” ad oggi: linee di intervento della Corte costituzionale in tema di esecuzione penale” l’evento online del 29 giugno al quale ha partecipato il giudice Nicolò Zanon. L’appuntamento è stato organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Milano e dalla Scuola Forense di Milano. Nicolò Zanon vi ha preso parte in qualità di relatore. Moderato dall’avvocatessa Valentina Alberta del foro di Milano, il dibattito ha tenuto in considerazione le più recenti sentenze della Corte. Tali disposizioni devono infatti essere governate da due principi: quello di rieducazione del condannato (Art. 27 della Cost.) e quello di non retroattività (Art. 25, secondo comma, Cost.), in particolare laddove la legge sopravenuta stabilisca che le modalità di esecuzione della pena già inflitta, la qualità stessa della pena, siano trasformate in negativo.

Nicolò Zanon: il ritratto professionale

Nicolò Zanon è giudice della Corte costituzionale dal 18 ottobre 2014 su nomina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ordinario (fuori ruolo) di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2017. Tra il 1991 e il 1996 ha svolto attività di ricerca presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino, prima di iniziare la sua carriera accademica come docente a contratto di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Bocconi di Milano. Successivamente Nicolò Zanon ha insegnato in altri prestigiosi atenei come la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova e la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Milano-Bicocca e l’Università degli Studi di Milano. È anche autore di testi scientifici e articoli pubblicati su riviste italiane e straniere. È stato componente laico del CSM (2010-2014) e membro del Comitato Legislativo della Regione Lombardia dal 2000 al 2010. Nello stesso periodo, ha fatto parte del CdA della Fondazione italiana per la ricerca contro il cancro (FIRC).

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Dossena (BG) nuova capitale dell’estate sicura 2020

È uno dei borghi più autentici della Lombardia, depositario di un patrimonio antichissimo, quale quello delle miniere, e custode di grandi tradizioni enogastronomiche. Dossena, il primo nucleo abitato nato in val Brembana, diventa quest’anno meta ambita per tutti coloro che apprezzano il “turismo lento e sostenibile”, nonché destinatario di un piano di riqualificazione e valorizzazione per 2,6 milioni di euro attivato in collaborazione con Regione Lombardia.

Dossena intercetta le nuove esigenze degli italiani che, segnati dalla crisi di Covid-19, hanno radicalmente mutato le loro abitudini estive, tornando a preferire un turismo di prossimità alla scoperta di luoghi autentici, spesso inesplorati e, perché no, vicini a casa. Luoghi contraddistinti da tranquillità e sicurezza. Nasce da qui, la voglia di investire nel suo sviluppo turistico, promuovendo interventi di varia natura che ne esaltino l’identità culturale e le peculiarità storiche, artistiche e paesaggistiche.

Saranno valorizzate le sue miniere, famose in tutto il mondo e oggetto di interesse finanche di Leonardo Da Vinci che su incarico del governatore di Milano, Charles d’Ambryse, ne tracciò le mappe intorno al 1509. Mappe che oggi sono conservate nella biblioteca reale di Windsor a Londra. Tutt’oggi infatti, le cavità sotterranee che conducono ai giacimenti, scavate a mano negli anni ’20, sono considerate delle vere e proprie opere d’arte, nonché luoghi che hanno contribuito a “esplorare il futuro”: intorno al 1950, infatti, la fluorite che veniva estratta dai giacimenti veniva inviata alla NASA e usata come uno dei principali componenti dei combustibili dei razzi per le missioni lunari.

Ma anche a livello gastronomico Dossena riserva grandi sorprese. Basti pensare al famoso “Ol minadur” il formaggio affinato nella cantina delle miniere, reso speciale proprio dalla bassa temperatura e dall’alta umidità presente all’interno delle cave. Condizioni atmosferiche che gli regalano una struttura morbida, cremosa e un aroma unico. Visitare Dossena significa infatti anche gustare un piatto locale, magari al tramonto, godendosi gli scorci mozzafiato che il paese offre, soggiornando nel suo albergo diffuso, altra peculiarità del territorio, ovvero un albergo “orizzontale” che offre servizi comodi, sicuri e di alta qualità in diversi luoghi.

A soli 35 km da Bergamo, con il suo migliaio di abitanti, Dossena è infatti pronto a ospitare turisti che sappiano apprezzare la magia della natura. Vanno in questa direzione anche i nuovi interventi previsti. Con il Parco delle Orobie sarà riqualificata l’area “Wilderness” tra il monte Ortighera e la Val Parina, là dove la natura fa il suo corso senza essere intaccata dall’uomo. Sulla Val Parina nascerà il punto panoramico “il Becco” che esalterà le bellezze naturalistiche della vallata, in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Un luogo pensato per essere il punto d’arrivo di un percorso fisico, ma anche il punto di partenza di una riflessione più ampia del rapporto tra uomo e natura. Il centro del paese sarà invece collegato all’area del vecchio tiro al piattello con un ponte tibetano, una passerella lunga 500 metri, alta 150, la più alta d’Europa. Con partenza dalla mulattiera dietro la chiesa parrocchiale, la vista sarà mozzafiato: di fronte i monti Alben e Gioco, a nord l’abitato di Dossena e a fondovalle San Pellegrino Terme. Infine, sarà attivato un percorso ciclopedonale, in rete con Serina, Oltre il Colle e San Giovanni Bianco: oltre 200 chilometri fra piste forestali e sentieri o brevi tratti di strade a transito limitato, con quattro punti di ricarica e noleggio e-bike. Un percorso ideale per le famiglie e per tutti coloro che amano “perdersi” nei boschi e per gli alpeggi, apprezzando le strutture agricole e agrituristiche del territorio.

A fronte di un costo complessivo per la realizzazione degli interventi di circa 2,6 milioni di euro, Regione Lombardia ha messo a disposizione 1 milione di euro a valere sul bilancio regionale 2019-2021; la restante quota sarà invece garantita dal comune con fondi proprie e con contributi (bandi statali, enti e fondazioni).

“In questa estate insolita – afferma l’Assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, Lara Magoni crediamo sia vincente puntare anzitutto sui nostri laghi e sulle nostre montagne, luoghi immersi nella natura e che permettono di vivere le proprie esperienze in sicurezza e all’aria aperta. Prosegue poi l’impegno per quella Lombardia segreta sulla quale stiamo investendo fin dal principio del mio mandato: borghi e angoli della nostra regione poco conosciuti, ma meravigliosi e accoglienti. Dossena è una perfetta sintesi di entrambi, con l’aggiunta di un investimento creativo e lungimirante da parte di un capace gruppo di giovani. Un turismo esperienziale e originale, che messo a sistema con le tante altre attrattive della Val Brembana, dalle terme ai percorsi di montagna, possano aiutare a rilanciare il territorio in un’estate che sarà all’insegna sia del turismo active che di quello di prossimità. Siamo pronti a riscoprire la nostra regione con questa estate di vacanze in Lombardia”.

“L’attenzione che Regione Lombardia rivolge ai piccoli comuni – dichiara l’Assessore agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori resta sempre alta, con una politica lungimirante e rispettosa delle esigenze e delle peculiarità del territorio. Il mio assessorato ha assunto l’impegno di contribuire a valorizzare e a tenere in vita queste piccole realtà, spina dorsale dell’intero Paese. Il comune di Dossena è una di queste e come Regione Lombardia ci stiamo impegnando, anche economicamente, a supportarlo, tutelarlo e a promuoverlo”.

“Dopo il periodo di lockdown – conclude Sertorisi sta registrando un incremento del turismo di prossimità e anche per Dossena è un’occasione da non perdere: una location suggestiva da riscoprire, un’espressione di straordinaria identità passata e futura, senza dimenticare un’offerta gastronomica di qualità. Sono convinto che sarà una destinazione importante.”

Un lavoro di squadra che punta a far riscoprire Dossena quale esempio virtuoso di comunità montana, resiliente, autentica, sostenibile.

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Auto: in Sardegna ci sono ancora più di 96.200 Euro 0

Dal primo agosto sono scattati gli incentivi statali per l’acquisto di autovetture Euro 6, una novità importante che potrebbe aiutare a svecchiare un parco auto sardo che non gode di ottima salute; secondo l’elaborazione di Facile.it, realizzata su dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti* aggiornati al 31 dicembre 2019, nei registri della motorizzazione sarda risultano ancora registrate 96.218 automobili Euro 0, corrispondenti all’8,93% del totale vetture ad uso privato in circolazione.

A livello nazionale, la Sardegna si posiziona più o meno a metà classifica, mentre se si guarda al rapporto percentuale questo risulta leggermente più alto rispetto alla media nazionale dell’8,4%.

Il quadro peggiora ulteriormente se si allarga l’analisi sino agli Euro 3; in totale, le auto private Euro 0-1-2-3 presenti nell’Archivio Nazionale dei Veicoli della Motorizzazione registrate nella regione sono ancora più di 426mila. Se è vero che tra questi potrebbero esserci mezzi sì iscritti ma, di fatto, non più circolanti, preoccupa comunque sapere che quasi la metà della auto potenzialmente in strada in Sardegna (40%) ha 15 anni o più di anzianità, considerando che le vetture Euro 3 sono uscite di produzione nel 2005 e quelle Euro 0 addirittura nel 1992. In questo caso la regione si posiziona tra le peggiori del Paese, superando la media nazionale del 34,1%.

Mappa dei “catorci”

Come sono distribuite a livello provinciale queste autovetture? Se si guarda ai valori assoluti, la maglia nera della regione spetta alla provincia di Sassari che, da sola, conta 28.873 auto private Euro 0 ancora immatricolate (8,91% del totale); alle spalle di Sassari si trova la provincia di Cagliari, dove le vetture appartenenti a questa categoria sono 21.830 (7,71%), seguita da Sud Sardegna, che conta 18.675 autovetture Euro 0 (8,52%). Al quarto posto troviamo la provincia di Nuoro, che conta 18.032 auto private Euro 0; la provincia è risultata essere l’area sarda con la percentuale più alta di questo tipo di veicoli sul totale parco auto registrato (12,22%). Chiude la graduatoria sarda la provincia di Oristano, che conta 8.808 autovetture Euro 0 ancora immatricolate (8,49%).

Se si contano non solo le autovetture Euro 0, ma anche quelle Euro 1-2-3, la graduatoria vede al primo posto la provincia di Nuoro; qui quasi la metà delle autovetture (48,65%) appartiene ad una categoria inferiore a quella Euro 4. Subito dopo si trova la provincia di Oristano (41,46%), seguita da quella di Sud Sardegna (40,64%).

Chiudono la graduatoria sarda le province di Sassari (38,41%) e Cagliari (34,64%).

Gallina vecchia…costa solo di più

In troppi continuano a circolare con auto vecchie pensando di risparmiare, ma autovetture che hanno 15 o più anni alle spalle, oltre ad essere dannose per l’ambiente e, potenzialmente, meno sicure sulle strade, hanno anche inevitabili conseguenze negative sul portafogli, con costi maggiori non solo su manutenzione e carburante, ma anche sull’RC auto.

A conferma dell’aumento del costo dell’RC auto, Facile.it ha messo a confronto il premio richiesto per assicurare una city car di cilindrata 1.200 cc, Euro 3 immatricolata nel 2005 con quello necessario per assicurare lo stesso modello d’auto, nella sua versione più recente, Euro 6 e immatricolata nel 2020. Secondo le simulazioni* di Facile.it, la miglior tariffa disponibile online per assicurare l’auto vecchia è sino al 156% più alta rispetto a quella necessaria per tutelare il veicolo nuovo.

La buona notizia è che, con un numero così ampio di auto estremamente vecchie, saranno molti gli italiani che potranno usufruire dei nuovi incentivi statali previsti chi acquista un’autovettura Euro 6. Per poter usufruire del massimo bonus, che tenendo in considerazione tutte le agevolazioni nazionali può arrivare in alcuni casi fino a 10.000 euro, è necessario rottamare proprio un veicolo Euro 3 o inferiore…. modelli che, a quanto pare, in Italia non scarseggiano.

* I numeri fanno riferimento alle sole autovetture per trasporto persone ad uso proprio presenti nell’archivio nazionale dei veicoli gestito dalla Direzione Generale per la Motorizzazione e aggiornato al 31-12-2019. La simulazione è stata fatta su Facile.it, in data 27 luglio 2020, sul seguente profilo: CU 1, city car 1.200 c.c, guida esperta, in 3 città campione (Milano, Roma, Napoli

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Le famiglie del Morandi, fra indennizzi e nuovi acquisti

Il 3 agosto Genova avrà nuovamente il suo ponte sulla Valpolcevera. Dopo il drammatico crollo del Morandi, che il 14 agosto 2018 segnò indelebilmente la storia della città, molte famiglie che vivevano a pochi passi da esso dovettero affrontare una grave crisi abiitativa, ma cosa è successo da allora? Gli incentivi promessi sono stati effettivamente pagati? E se sì, come sono stati utilizzati? Dove vivono oggi quelle famiglie e che volto avranno i quartieri all’ombra del nuovo ponte Genova San Giorgio? Facile.it, con la collaborazione del giornalista genovese Franco Canevesio, ha voluto indagare ed ecco cosa è emerso.

Le promesse mantenute

«Tutto quanto promesso è stato mantenuto». Non lascia spazio al dubbio Simona Venni, una delle persone che hanno ottenuto l’indennizzo per la casa che aveva al Campasso, nei pressi del ponte crollato due anni fa e ricostruito a tempo di record. «Abbiamo ottenuto oltre 250 mila euro di indennizzo per la nostra casa di circa 100 mq: adesso viviamo tra Sanpierdarena e Voltri», dice Venni. Niente mutuo, in questo caso, ma indennizzo diretto riutilizzato immediatamente.

Non mutui, ma indennizzi diretti dagli 80 ai 300 mila euro

Come la signora Venni tanti altri pare abbiano scelto la strada dell’indennizzo diretto piuttosto che quella del mutuo da rinegoziare o da sospendere. «La maggior parte ha fatto un atto notarile con cui ha liquidato il mutuo, intascando la differenza» – spiega Franco Ravera, presidente dell’associazione Quelli del ponte Morandi – «Ecco, se c’è stata un’agevolazione è stata proprio questa: poter acquistare case anche gravate da altre spese accessorie, come ho fatto io. Normalmente non avrei potuto acquistare una casa gravata da mutuo invece, vista l’urgenza e la situazione assolutamente fuori dal normale, abbiamo potuto fare contemporaneamente le due cose, azzerare il mutuo e siglare l’atto di compravendita».

Stefano Salvetti, presidente regionale di Adiconsum chiarisce alcuni numeri: «A inizio 2019 abbiamo firmato l’accordo con l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, per bloccare l’erogazione delle rate dei mutui. Il provvedimento ha riguardato sostanzialmente una settantina di nuclei famigliari proprietari di abitazioni e residenti in via Porro, proprio sotto il ponte, quella che oggi non esiste più».

In media, secondo Adiconsum, le famiglie proprietarie hanno ottenuto dai 250 mila ai 300 mila euro di indennizzo, gli inquilini 80 mila euro. Ricordiamo che l’indennizzo comprendeva quattro voci: 2.025,50 euro di indennizzo a metro quadro per il valore dell’immobile, più le spese per l’acquisto degli arredi e di ogni altra spesa accessoria per la ricollocazione abitativa, più l’indennità dei Pris, i Programmi regionali di intervento strategico, pari a 45.000 euro e, infine, l’indennità per l’improvviso sgombero, pari a 36.000 euro. In tutto sono state indennizzate 260 famiglie, 200 proprietarie residenti e 60 inquilini (con i relativi 60 proprietari non residenti).

Dove sono andate ad abitare le persone indennizzate?

«L’80% è rimasta lungo l’alveo del Polcevera». – spiega Ravera – Un 20% ha scelto altre circoscrizioni per avvicinarsi ai parenti. Solo una cinquantina di famiglie (oggi ridotte a dieci) che erano state collocate nelle case della Polizia a San Biagio hanno deciso di rimanere a vivere lì. Per un anno non hanno pagato nulla, poi hanno iniziato a pagare un affitto. Non potendo comprarle, visto che sono case delle forze dell’ordine, hanno trattenuto l’indennizzo destinandolo al pagamento della locazione.

Prezzi crollati, ma la zona cambierà volto.

Di questo sono convinti gli esperti, anche se nel 2019 la Valpolcevera ha avuto un decremento dei prezzi del 4,7%, il più alto della città. Se la quotazione immobiliare media del comune di Genova è stata pari a 2.000 euro al mq, quella della Valpolcevera è di circa la metà, con valori di vendita che scendono anche sotto i 500 euro al mq, il che fa della zona, secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, il punto di Genova con i valori di vendita più bassi. Eppure il mercato della Valpolcevera sembra tenere e aprirsi a nuove prospettive. La ragione è presto spiegata. «Molte famiglie interessate dal crollo, grazie ai rimborsi hanno avuto la possibilità di ricomprare una casa mediamente migliore di quella posseduta, ma sita nella stessa zona, alimentando virtuosamente il mercato», spiega Bruno Fraternale, broker owner di Re/Max Genova.

La situazione del primo semestre 2020 è, invece, condizionata dal lockdown. E anche qui la Valpolcevera regge. «I valori degli immobili con caratteristiche come gli spazi esterni sono cresciuti anche in queste zone», sottolinea Fraternale. Quel che più conta, sostengono gli esperti, è che nell’ottica di una rigenerazione territoriale, queste aree potrebbero diventare nuovi centri di aggregazione molto appetiti, tra parco dell’architetto Boeri, riqualificazioni industriali con le nuove startup dal lungopolcevera al Campasso, via Fillak destinata a diventare un boulevard con nuovi campi sportivi e residenze universitarie, Certosa che riprende vita con la nuova metro e la collina hi-tech degli Erzelli lì davanti che già ora mostra valori in rialzo, dal minimo di 1.350 euro al mq a 2.300 euro di massimo.

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Auto: in Calabria ci sono ancora più di 179.000 Euro 0

Dal primo agosto sono scattati gli incentivi statali per l’acquisto di autovetture Euro 6, una novità importante che potrebbe aiutare a svecchiare un parco auto calabrese che non gode di ottima salute; secondo l’elaborazione di Facile.it, realizzata su dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti* aggiornati al 31 dicembre 2019, nei registri della motorizzazione calabrese risultano ancora registrate 179.810 automobili Euro 0, corrispondenti al 13,72% del totale vetture ad uso privato in circolazione.

Se si guarda al rapporto percentuale la regione si posizione al secondo posto tra le peggiori d’Italia, subito dopo la Campania.

Il quadro peggiora ulteriormente se si allarga l’analisi sino agli Euro 3; in totale, le auto private Euro 0-1-2-3 presenti nell’Archivio Nazionale dei Veicoli della Motorizzazione registrate nella regione sono ancora più di 633mila. Se è vero che tra questi potrebbero esserci mezzi sì iscritti ma, di fatto, non più circolanti, preoccupa comunque sapere che quasi la metà della auto potenzialmente in strada in Calabria (48,3%) ha 15 anni o più di anzianità, considerando che le vetture Euro 3 sono uscite di produzione nel 2005 e quelle Euro 0 addirittura nel 1992. In questo caso la regione si guadagna il primo posto tra le peggiori d’Italia, superando di gran lunga la media nazionale del 34,1%.

Mappa dei “catorci”

Come sono distribuite a livello provinciale queste autovetture? Se si guarda ai valori assoluti, la maglia nera della regione spetta alla provincia di Cosenza che, da sola, conta 64.341 auto private Euro 0 ancora immatricolate (13,17% del totale); alle spalle di Cosenza si trova la provincia di Reggio Calabria, dove le vetture appartenenti a questa categoria sono 56.677; la provincia non solo si guadagna il primato calabrese per percentuale di veicoli Euro 0 sul totale delle autovetture registrate, con un valore pari a 15,32%, ma anche il secondo posto tra le province peggiori di Italia. Seguono nella graduatoria le province di Catanzaro, che conta 26.851 autovetture Euro 0 (11,36%), e di Vibo Valentia (17.109 veicoli, 15,25%, terza peggiore a livello nazionale). Chiude la classifica calabrese la provincia di Crotone, che conta 14.832 autovetture Euro 0 ancora immatricolate (14,31%).

Se si contano non solo le autovetture Euro 0, ma anche quelle Euro 1-2-3, la graduatoria vede al primo posto la provincia di Vibo Valentia; qui più della metà delle autovetture (50,76%) appartiene ad una categoria inferiore a quella Euro 4. Al secondo posto si posiziona Reggio Calabria (49,77%), seguita dalla provincia di Crotone (49,61%).

Chiudono la classifica calabrese le province di Cosenza (48,56%) e Catanzaro (43,73%).

Gallina vecchia…costa solo di più

In troppi continuano a circolare con auto vecchie pensando di risparmiare, ma autovetture che hanno 15 o più anni alle spalle, oltre ad essere dannose per l’ambiente e, potenzialmente, meno sicure sulle strade, hanno anche inevitabili conseguenze negative sul portafogli, con costi maggiori non solo su manutenzione e carburante, ma anche sull’RC auto.

A conferma dell’aumento del costo dell’RC auto, Facile.it ha messo a confronto il premio richiesto per assicurare una city car di cilindrata 1.200 cc, Euro 3 immatricolata nel 2005 con quello necessario per assicurare lo stesso modello d’auto, nella sua versione più recente, Euro 6 e immatricolata nel 2020. Secondo le simulazioni* di Facile.it, la miglior tariffa disponibile online per assicurare l’auto vecchia è, a livello medio nazionale, sino al 156% più alta rispetto a quella necessaria per tutelare il veicolo nuovo.

La buona notizia è che, con un numero così ampio di auto estremamente vecchie, saranno molti gli italiani che potranno usufruire dei nuovi incentivi statali previsti chi acquista un’autovettura Euro 6. Per poter usufruire del massimo bonus, che tenendo in considerazione tutte le agevolazioni nazionali può arrivare in alcuni casi fino a 10.000 euro, è necessario rottamare proprio un veicolo Euro 3 o inferiore…. modelli che, a quanto pare, in Italia non scarseggiano.

 

* I numeri fanno riferimento alle sole autovetture per trasporto persone ad uso proprio presenti nell’archivio nazionale dei veicoli gestito dalla Direzione Generale per la Motorizzazione e aggiornato al 31-12-2019. La simulazione è stata fatta su Facile.it, in data 27 luglio 2020, sul seguente profilo: CU 1, city car 1.200 c.c, guida esperta, in 3 città campione (Milano, Roma, Napoli).

 

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Private Equity: Nicola Volpi, crescita professionale del professionista alla guida di Movidea

Il profilo biografico di Nicola Volpi: dopo essere stato fra i soci fondatori del Private Equity Permira e aver ricoperto ruoli apicali in tale contesto, ha dato vita a Movidea che guida in qualità di CEO.

Nicola Volpi

Movidea: nascita e affermazione della società guidata da Nicola Volpi

Movidea nasce su iniziativa di Nicola Volpi e di Emilio Petrone: la società di investimento attiva nel settore dei beni e dei servizi di lusso in ambito italiano e internazionale può contare sulla consolidata esperienza dei due professionisti che; nel corso della loro carriera, li ha visti ricoprire incarichi di primissimo livello in aziende in Italia e all’estero. Movidea supporta società con promettenti idee di business attraverso l’immissione di capitali e di know-how strategico e finanziario. Nicola Volpi ricopre il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato di Movidea. Tra gli investimenti di Movidea, da segnalare la quota di partecipazione in Pagani Automobili, nota casa di auto sportive di superlusso. Nicola Volpi è membro del Consiglio di Amministrazione di Pagani Automobili con ruoli di indirizzo strategico e supporto allo sviluppo. Tra il 2014 e il 2018 ha fatto parte inoltre del Consiglio di Amministrazione della società sportiva FC Internazionale Milano S.p.A.

La carriera di Nicola Volpi: formazione e incarichi professionali ricoperti

Per il CEO di Movidea Nicola Volpi parlano gli oltre trent’anni di esperienza nel Private Equity che lo hanno visto gestire con successo numerose acquisizioni in Italia e all’estero. Laureatosi in Business Administration presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano ha conseguito una specializzazione in Finanza presso la SDA Bocconi. È uno dei soci fondatori di Permira, realtà specializzata in Private Equity oggi conosciuta a livello globale con fondi gestiti per oltre 40 miliardi di euro. Nominato Chief Executive Officer di Permira Associati S.p.A. nel 2005, ha fatto parte inoltre dell’Executive Committee che guida Permira nel mondo. Sotto la sua guida il fondo di Private Equity ha portato a termine numerose operazioni di acquisizione e dismissione legate ad aziende leader nei propri settori come Ferretti Yachts, Marazzi, Valentino, Sisal, TFL, Veneta Cucine. Precedentemente Nicola Volpi aveva ricoperto l’incarico di Responsabile della divisione di Leverage Finance di Sanpaolo Finance, Investment Bank del gruppo San Paolo (oggi Banca Intesa): fu lui a organizzare a partire dal 1987 il finanziamento dei primi Buy Out realizzati in Italia.

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Condizionatore: come usarlo la notte

Condizionatore: come usarlo la notte

Arriva la tanto attesa estate e con essa anche le alte temperature che tanto si sono desiderate durante i mesi invernali. Il gran caldo ha però, purtroppo, anche un risvolto negativo: quello di rendere spesso le notti insonni a causa del malessere provocato dall’aria infuocata e dalla forte umidità. Questo porta solitamente la maggior parte delle persone ad azionare i climatizzatori anche nelle ore notturne, per trovare un po’ di refrigerio, a volte però senza considerare i possibili effetti negativi sul proprio organismo. Di seguito qualche consiglio preziosissimo su come usare il condizionatore durante la notte.

 

La corretta temperatura: come andrebbe regolato il condizionatore di notte

La primissima cosa da tenere in considerazione, nell’uso del condizionatore, è che durante il giorno il nostro corpo è quasi sempre in movimento, pertanto la nostra temperatura corporea è più alta di quella che invece manteniamo di notte, quando siamo distesi a letto. Ed è proprio per questo che non possiamo usare il climatizzatore allo stesso modo durante le 24 ore che compongono la giornata.

Il modo giusto per non andare incontro a problemi di salute è quello di mantenere durante la notte una differenza termica di soli pochi gradi (massimo 6 o 7) tra la stanza da letto e l’esterno della casa. Facendo un esempio pratico, se fuori ci sono 30 gradi, la temperatura da impostare in stanza dovrebbe non scendere sotto i 24 gradi. Per impostare al meglio il climatizzatore puoi rivolgerti ad un tecnico specializzato che sappia indicarti tempi e modalità a livello di comandi da dare all’apparecchiatura. Con Assistenza Condizionatori Torino hai a disposizione tecnici qualificati sulle diverse marche di condizionatori.

 

Consigli per rinfrescare la camera da letto con l’uso del condizionatore di notte

Se si desidera dormire in una stanza fresca e riposare serenamente senza il rischio di prendersi raffreddori, colpi di aria o svegliarsi il giorno dopo con la muscolatura indolenzita (c’è chi perfino arriva ad accusare dolori addominali o alla gola a causa della troppa aria condizionata), il suggerimento è quello di accendere il climatizzatore qualche ora prima di coricarsi, in modo che la temperatura desiderata venga ottenuta in anticipo e che la macchina si possa spegnere così ancora prima di addormentarsi.

Le apparecchiature di ultima generazione offrono oggi diverse funzioni intelligenti, per cui si può anche decidere di optare per la programmazione controllata della temperatura, fissandone non solo i gradi desiderati ma anche l’orario in cui il condizionatore deve lavorare. In questo modo si potrà impostare un orario in cui il climatizzatore si spegnerà automaticamente, evitando di disturbare il vostro riposo.

 

Deumidificare a volte è meglio che climatizzare

Se quello che disturba il vostro sonno non è tanto il caldo quanto la forte umidità (che potrete verificare attraverso un semplice igrometro), sarà sufficiente azionare la funzione di deumidificazione del climatizzatore, il quale non agirà più sulla temperatura ma piuttosto sulla quantità di umidità presente nella stanza. In questo modo l’ambiente risulterà più gradevole e non si creerà durante la notte l’effetto frigorifero.

 

Il silenzio è d’oro

Se questo proverbio è veritiero, esso lo diventa ancor di più durante la notte, momento in cui non si vorrebbe essere disturbati da alcun rumore. Per fortuna i condizionatori sono oramai tutti fortemente tecnologici ed offrono la funzione silenziosa (quasi sempre identificata sui telecomandi con il tasto sleep che in inglese vuole dire appunto dormire), attraverso la quale la macchina lavora riducendo in modo quasi assoluto la sua rumorosità. Questo accade in quanto il programma da l’input all’apparecchio di girare ad una velocità molto bassa (la temperatura scende di mezzo grado ogni ora), evitando così qualsiasi tipo di rumore.

Infine, quando si usa il condizionatore bisogna sempre stare attenti a non dirigere il getto direttamente su sé stessi. Le alette della macchina sono sempre orientabili per cui si può stabilire la miglior posizione alla quale far fuoriuscire il getto d’aria. Grazie a questi semplici e scrupolosi accorgimenti il caldo notturno non sarà più un problema e non vi ammalerete a causa dell’uso sconsiderato del condizionatore.

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Un agosto ricco di appuntamenti a Lazzaretto on stage

È la cultura a vincere in questa estate bergamasca così atipica. Lazzaretto on stage, la manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura e simbolo della ripresa cittadina, chiude il primo mese di programmazione con più di 3000 spettatori, 11 spettacoli e molti esibiti. Un successo di pubblico tanto sperato quanto inaspettato che riporta la cultura al primo posto.

Una programmazione che non si ferma e propone un agosto ricco di nuovi appuntamenti che, tra teatro e musica, coinvolgerà tutti coloro che resteranno in Città anche durante la settimana di Ferragosto nella quale ad esibirsi saranno deSidera Teatro Festival e Ambaradan con la XVI Rassegna Internazionale di Arti Comiche. Primo appuntamento mercoledì 12 agosto alle 21.30 con “Annie” a cura di deSidera Festival, la storia vera di Annie Cohen Kopchovsky (in arte Annie Londonderry), giovane ebrea americana che nel 1894 lasciò la sua famiglia e fece il giro del mondo in bicicletta in solitaria, ottenendo il primato di essere stata la prima donna nella storia ad aver compiuto un’impresa simile. Venerdì 14 agosto alle 21.30, sarà invece la “Eccentrici night (Orobic Edition)”, una imprevedibile serata con tanti ospiti per un varietà comico durante il quale si alterneranno sul palco, rigorosamente distanti tra loro, alcuni dei più interessanti prodotti tipici del buon umore locale in un curioso mix di canzoni, monologhi, danze, acrobazie e pantomime.

La programmazione agostana proseguirà con gli ultimi tre appuntamenti in programma nella rassegna culturale. Mercoledì 19 agosto e sabato 22 agosto alle 21.30, sarà protagonista la musica nei due appuntamenti a cura di Fondazione Teatro Donizetti rispettivamente “Enrico Rava Special Edition” e “Nel cuore di Gaetano”. A chiudere Lazzaretto on stage sarà la Fondazione Benedetto Ravasio con un ultimo frizzante appuntamento, lunedì 24 agosto alle 17, che incanterà grandi e piccini con magnifici burattini. Uno spettacolo con un titolo che ha il sapore di un augurio per l’intera Città “… e vissero felici e contenti”.

Biglietteria

Gli spettacoli hanno un costo del biglietto pari a 7 euro

Biglietti in vendita esclusivamente on line su www.vivaticket.com

 

È possibile acquistare i biglietti fino 5 minuti prima dell’orario di inizio dello spettacolo.

In caso di maltempo lo spettacolo sarà recuperato la sera successiva.

 

Info su: www.comune.bergamo.it

Facebook: @LazzarettoOnStage

Instagram: @lazzaretto_on_stage

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