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23 Aprile 2023

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Come cambia all’estero la normativa in materia di salute e sicurezza?

Comunicato Stampa

Come cambia all’estero la normativa in materia di salute e sicurezza?

 

Il 24 maggio 2023 un corso in videoconferenza consentirà di fornire ai corsisti adeguate conoscenze sulla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro nei paesi esteri.

 

Se un’adeguata conoscenza della normativa in materia di salute e sicurezza è necessaria per chi voglia mettere in atto strategie di prevenzione efficaci e conformi alla legge, questa conoscenza risulta difficile quando le aziende e gli operatori si trovino ad operare in vari Paesi, interni o esterni all’Unione Europea.

 

Ricordiamo, ad esempio, che l’Unione Europea può adottare direttive, in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, al fine di sostenere e integrare le attività degli Stati membri. In questo modo vengono stabiliti i requisiti minimi ma poi gli Stati membri dell’Unione hanno la facoltà, nella loro normativa nazionale, di introdurre, mantenendo la conformità ai requisiti comunitari, anche un grado di protezione maggiore e norme più severe per la tutela dei lavoratori.

 

Norme, in materia di salute e sicurezza, che devono essere conosciute da chi si trova ad operare oltre i confini nazionali.

 

Ci sono percorsi formativi per conoscere le normative estere in materia di salute e sicurezza? Sono disponibili dei corsi, anche a distanza, che forniscono ad operatori e aziende queste importanti informazioni?

 

Il corso in videoconferenza per conoscere le normative estere

Proprio per favorire la conoscenza della legislazione di vari paesi in materia di sicurezza, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza il 24 maggio 2023 un corso in videoconferenza di 4 ore dal titolo “La normativa estera in materia di salute e sicurezza”.

 

Il percorso formativo – rivolto ai manager HSE, ai Responsabili e Addetti del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP/ASPP), ai consulenti e ai formatori che operano nel mondo delle imprese – si propone di trasferire precise conoscenze sulla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro nei paesi esteri.

 

Il docente del corso è Gianpaolo Natale, consulente senior in materia di sicurezza e di conformità legale per l’industria, docente nei corsi di Security Risk Management.

 

L’Unione europea: la normativa e la direttiva quadro

Se nell’Unione europea ci possono essere differenze nella normativa, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, esiste tuttavia una direttiva quadro, la direttiva 89/391/CEE del 12 giugno 1989 che è il testo alla base della normativa dei vari Paesi membri.

 

Con questa direttiva sono state apportate, per tutti i Paesi dell’Unione, notevoli innovazioni, ad esempio:

  • la concezione dell’ambiente di lavoro che si è modificata conformemente alla convenzione n°155 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL);
  • la direttiva mira a stabilire, con poche eccezioni, un equo livello di salute e sicurezza a vantaggio di tutti i lavoratori;
  • la direttiva introduce quale elemento chiave il principio di valutazione dei rischi specificandone gli elementi principali (ad esempio, individuazione dei rischi, partecipazione dei lavoratori, introduzione di misure adeguate aventi come priorità l’eliminazione dei rischi alla fonte, documentazione e rivalutazione periodica dei rischi sul luogo di lavoro);
  • l’obbligo di mettere a punto misure preventive sottolinea implicitamente l’importanza di una effettiva gestione della salute della sicurezza come parte dei processi di gestione aziendale.

 

Una comunicazione della Commissione europea del 2004, con riferimento all’attuazione pratica delle varie direttive in materia di salute e sicurezza, ha messo in luce come la legislazione europea abbia influito positivamente sulle varie norme nazionali in materia di sicurezza e salute sul lavoro contribuendo a diffondere, malgrado alcune differenze, una stessa cultura della prevenzione in tutta l’Unione.

 

Gli argomenti del corso e le informazioni per iscriversi

Il corso di 4 ore “La normativa estera in materia di salute e sicurezza” si svolgerà, dunque, il 24 maggio 2023, dalle 9.00 alle 13.00, in videoconferenza.

 

Durante la giornata verranno affrontati i seguenti argomenti:

  • comparazione normativa tra Italia e sistemi assimilabili
  • principali leggi nazionali e europee in materia di HSE e loro sviluppo
  • multinazionale con unità produttive sparse in sistemi di Common law e Civil Law
  • differenti concezioni di Occupation Safety nell’ambito internazionale
  • la differente concezione in ambito aziendale di lavoratore e di Human Resource
  • trasferimenti lavorativi Italia estero e inverso
  • sorveglianza sanitaria e gestione infortuni

 

La partecipazione al corso vale come 4 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP, per Coordinatori alla sicurezza, per formatori qualificati prima area tematica. Il corso è valido anche ai fini della formazione prevista per il Manager HSE (area giuridico-amministrativa) e ai fini della formazione necessaria per l’iscrizione al Registro Consulenti AiFOS (ambito sicurezza sul lavoro).

 

Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi/corsi-in-programma/corsi-in-programma/la_normativa_estera_in_materia_di_salute_e_sicurezza

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel. 030.6595035 – fax 030.6595040 – [email protected] –  [email protected]

 

20 aprile 2023

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Italgas è inarrestabile: il Gruppo guidato da Paolo Gallo cresce da 24 trimestri consecutivi

Il Consiglio di Amministrazione di Italgas approva i risultati relativi al 2022: il Gruppo guidato da Paolo Gallo chiude l’anno con ricavi in crescita del 12,1%.

L'AD di Italgas Paolo Gallo

Italgas: l’utile del Gruppo guidato da Paolo Gallo continua a crescere

La società guidata dall’AD Paolo Gallo sembra essere inarrestabile. Nonostante il rincaro delle materie prime e nonostante l’incertezza dei mercati, Italgas non frena la sua crescita, che ormai prosegue senza sosta da 24 trimestri consecutivi. I risultati approvati lo scorso 9 marzo dal Consiglio di Amministrazione mostrano una crescita dei ricavi del 12,1%. In rialzo anche l’EBITDA, che con un +7,3% rispetto al 2021 arriva a 1.082,7 milioni di euro. L’utile operativo aumenta del +6,8% a 622,8 milioni di euro e l’utile netto vola a 395,7 milioni con una crescita del +7,6%. Nel 2022 sono 2.044 i Comuni in concessione per i servizi di distribuzione del gas, 7.959 milioni sono invece i contatori attivi, con una rete di distribuzione complessiva di 81.310 km.

Paolo Gallo: l’impegno di Italgas sul fronte ESG

Quella che l’AD Paolo Gallo ha chiamato prova di “grande solidità” è stata accompagnata da un altro percorso di successo, legato all’ambito della sostenibilità. Italgas ha infatti conseguito i target previsti nel Piano Strategico 2022-2028, che tra l’altro erano stati rialzati ulteriormente. Le emissioni scope 1 e 2 calano del 12,1% (141.200 tonnellate), mentre le emissioni scope 3 diminuiscono del 6,6%. Si riducono inoltre i consumi netti di energia (-21%), così come le emissioni fuggitive (-15,2%). Il 97,6% dei rifiuti del Gruppo e il 94,5% di quelli degli appaltatori sono stati inviati a recupero. L’impegno sotto il profilo ESG si estende anche a Persone e Partnership. Nel 2022, Italgas ha aumentato la presenza femminile in azienda e il numero di donne in posizione di responsabilità, accelerando infine sulla formazione dei dipendenti con 129.700 ore complessive erogate.

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Fintech e cultura finanziaria, il contributo di Banca Generali

Le novità introdotte dal fintech e l’attenzione alla sostenibilità stanno cambiando il mondo della finanza. Con il progetto Edufin 3.0, Banca Generali punta a sensibilizzare il pubblico sui temi del risparmio privato e sulle opportunità legate alle nuove tecnologie.

Fintech, l'iniziativa di Banca Generali

Il percorso fintech di Banca Generali

Tra i primi istituti italiani a comprendere le potenzialità del fintech c’è sicuramente Banca Generali. Negli ultimi anni, il Gruppo si è reso protagonista di un percorso sempre più incentrato sull’integrazione delle nuove tecnologie, dalla realizzazione di piattaforme fino alla valorizzazione delle competenze digitali del proprio network di consulenti. Il risultato è un modello “open banking” in grado di rispondere in maniera sempre più efficiente e flessibile alle sfide e alle opportunità legate ai nuovi servizi fintech. Le partnership avviate con la startup italiana Conio e la piattaforma blockchain scalabile e decentralizzata Algorand ne sono un esempio. Se da un lato è fondamentale per istituti come Banca Generali prepararsi all’arrivo sul mercato della clientela nativa digitale, è vero anche che l’Italia sconta un livello di educazione finanziaria storicamente più basso rispetto ai principali partner europei. È da queste premesse che nasce “EduFin 3.0”, una delle ultime iniziative promosse.

Dal fintech al risparmio privato, i dettagli del progetto EduFin di Banca Generali

Con l’avvento dei servizi fintech e di tecnologie innovative come la blockchain e le criptovalute, l’interesse verso il mondo della finanza sta crescendo. Un fenomeno che riguarda tutte le fasce d’età ma soprattutto le nuove generazioni. Con EduFin 3.0, Banca Generali ha deciso di portare l’educazione finanziaria sui canali social: una serie di 52 episodi settimanali in cui il famoso youtuber Marco Montemagno dialoga con alcuni dei maggiori esperti di finanza su temi quali investimenti sostenibili, gestione del risparmio, private banking e fintech. Punto di forza del progetto la chiave divulgativa semplice e diretta supportata dal lavoro di partner d’eccellenza come Vontobel, Pictet Asset Management e le già citate Conio e Algorand. A sottolineare l’importanza dell’educazione finanziaria sulla società è l’Amministratore Delegato di Banca Generali Gian Maria Mossa. Nel video di presentazione il manager ha ricordato che in Italia oggi ci sono circa 2mila miliardi di giacenze in liquidità: “Con l’inflazione di oggi significa praticamente tassarsi da soli. Ecco perché abbiamo dato vita a iniziative come Edufin, per spiegare che la ricchezza non utilizzata non sempre produce effetti positivi”.

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Economia: l’AD Cristina Scocchia racconta perché bisogna essere positivi

Da gennaio 2022, Cristina Scocchia è Amministratore Delegato di Illycaffè, realtà presente in 34 Paesi. In una recente intervista con il Vicedirettore de “Il Giornale” Nicola Porro, l’AD spiega perché bisognerebbe essere ottimisti e racconta dell’impatto del costo delle materie prime sul settore agroalimentare.

Cristina Scocchia, AD di Illycaffè

La situazione economica dell’Italia secondo Cristina Scocchia, AD di Illycaffè

Come una voce diversa dal coro, Cristina Scocchia crede nell’ottimismo e nell’impatto che l’essere positivi può avere sull’economia. Nell’intervista con Nicola Porro fornisce così il suo punto di vista sull’attuale situazione economica dell’Italia. “Il sistema economico in Italia in questo momento ha delle luci e delle ombre – afferma – le luci sono di più delle ombre. L’anno scorso abbiamo finito il 2022 con la crescita del PIL italiano al + 3,8%. L’Ocse ci dice che quest’anno l’Italia chiuderà di nuovo con il segno positivo. Certo, ci sarà una brusca frenata: dal +3,8% scenderemo al +0,6%. Ci fermeremo comunque in territorio positivo”. Una notizia quindi da tenere per buona. Anche l’inflazione è data in diminuzione: dall’8,7% al 6,7%. I numeri suggeriscono che il pericolo della recessione potrebbe essere dunque scampato. Confrontando inoltre l’economia italiana con le altre, l’AD di Illycaffè sostiene che l’Italia si starebbe comportando bene. Nonostante il crollo del 2020 e la decrescita del PIL più forte di tutti i Paesi industrializzati, il Belpaese si è ripreso, e lo dimostrano i numeri: nel 2021 si è registrato un +6,7% e nel 2022 un + 3,8%. “Il doppio quasi di quanto hanno fatto, ad esempio, gli Stati Uniti”, sottolinea Cristina Scocchia. Questo dimostra che, come Paese, nei momenti difficili sappiamo “tirarci su le maniche e dare il meglio di noi”, cosa che “anche questa volta ha pagato”.

Cristina Scocchia: l’impatto del costo delle materie prime sull’agroalimentare e una proposta alle aziende per vincere in futuro

Qual è stato l’impatto del costo delle materie prime sull’agroalimentare? L’AD di Illycaffè non può che ammettere che “l’impatto è stato fortissimo” e riporta l’esempio concreto dell’azienda da lei guidata. “Nel 2022 – racconta Cristina Scocchiaabbiamo avuto un aumento dei costi di produzione del 17%, ovvero più 43 milioni che per un’azienda come noi di 550 milioni di fatturato, è un’esplosione veramente molto grande”. Questo è stato il risultato di quella che chiama “la tempesta perfetta”: da un lato l’aumento del costo del caffè verde, dovuto al cambiamento climatico, dall’altro l’aumento di gas, energia, packaging, logistica, container, etc.

Il colpo più forte l’hanno però avuto le piccole realtà, che in Italia costituiscono il 95%. “Quando sei piccola è più dura perché tanto maggiore è la dimensione aziendale, tanto maggiore è la solidità finanziaria”, spiega infatti l’AD. Il problema è che con “una minore redditività e una minore solidità finanziaria riescono a investire meno in nuovi prodotti e nuove tecnologie; riescono ad attirare meno talenti a livello internazionale, di conseguenza perdono le battaglie a livello globale, perché a livello globale la dimensione fa ancora la differenza”. Cosa possono fare allora? Cristina Scocchia ritiene che per vincere in futuro, gli imprenditori italiani devono “aprire i propri capitali al private equity, al mercato, a forme di finanza straordinaria e devono aprire anche la gestione a manager che non appartengono alla famiglia”.

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Amplifon, approvati risultati 2022. Enrico Vita: “Ricavi record”

Amplifon chiude il 2022 con record di ricavi, EBITDA e utile netto. Enrico Vita: “Risultati significativi nonostante scenari di incertezza e inflazione”.

Enrico Vita Ceo Amplifon

Il commento dell’AD Enrico Vita: “Registrati aumenti di tutti i principali indicatori”

Per la prima volta in 72 anni abbiamo superato i 2 miliardi di euro di ricavi e i 500 milioni di euro di EBITDA, con un risultato netto in crescita a due cifre e un conseguente incremento della proposta di dividendo”. A illustrare i numeri record del 2022 di Amplifon è Enrico Vita, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società leader nell’hearing care. Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Progetto di Bilancio di Esercizio e il Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2022, confermando così il percorso di crescita intrapreso dall’azienda. Nel dettaglio, i ricavi consolidati si attestano alla quota record di 2.119 milioni di euro (+8,8% a cambi correnti e +6,8% a cambi costanti su base annua), mentre l’EBITDA ricorrente è aumentato dell’8,8% arrivando a quota 525 milioni di euro. Numeri da record anche per il risultato netto as reported, che cresce del 13,1% e si attesta a quota 179 milioni. “Nel 2022 abbiamo proseguito il nostro percorso di crescita – ha dichiarato Enrico Vita registrando un aumento di tutti i principali indicatori economici e raggiungendo livelli record in termini di ricavi, EBITDA e utile netto. Nel corso dell’anno abbiamo aumentato ancora la nostra quota di mercato, consolidando la leadership globale del nostro Gruppo”.

Enrico Vita: “Buon avvio del 2023, Amplifon pronta a consolidare le acquisizioni bolt-on”

Dal Bilancio 2022 emerge come il Gruppo guidato da Enrico Vita sia migliorato sensibilmente anche sotto il profilo dell’indebitamento finanziario netto, che scende a 830 milioni. Il CdA di Amplifon ha poi approvato la proposta di un dividendo di 0,29 euro per azione, in crescita dell’11,5% rispetto al 2021 e con un pay-out superiore al 36% sull’utile netto per azione. Il trend viene confermato anche nel quarto trimestre 2022, con i ricavi consolidati a 579 milioni di euro (+2% a cambi correnti e +1,5% a cambi costanti) e l’EBITDA ricorrente pari a 156 milioni di euro, mentre il risultato netto su base ricorrente, pari a 64 milioni di euro, ha registrato una flessione del 9,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Si tratta di risultati ancora più significativi perché ottenuti in un mercato più complesso del previsto, a causa di uno scenario macroeconomico caratterizzato da incertezza ed elevata inflazione, e con una base di confronto con il 2021 estremamente sfidante”, ha commentato Enrico Vita, aggiungendo che il Gruppo si ritiene soddisfatto anche per quanto riguarda l’avvio del 2023 sia per l’impulso alle acquisizioni bolt-on iniziate già lo scorso ottobre che per le prospettive di crescita sostenibile di ricavi e profittabilità.

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Il programma Rai “Quasar” ospita Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren

Ospite del programma Rai “Quasar”, il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha parlato dello scenario energetico attuale: le importanti decisioni di oggi daranno frutti nel medio-lungo periodo.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro a “Quasar”: per l’energia servono piani a medio-lungo termine

L’energia è un bene prezioso, ci rende più sicuri, permette di illuminare gli ospedali, di produrre, di estrarre l’acqua dalle fonti: è un bene primario”: così si è espresso Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, durante il suo intervento a “Quasar”, il programma tv Rai che si impegna a fornire una lettura scientifica dell’attualità. Parlando di energia, di sostenibilità e di innovazione, il Presidente ha sottolineato l’importanza di gestire l’approvvigionamento energetico con la giusta attenzione che merita, una consapevolezza rafforzata in seguito al complesso scenario derivante dal conflitto russo-ucraino. “Siamo la seconda potenza industriale in Europa e abbiamo bisogno di energia a brasso prezzo”: per questo, ha sottolineato Luca Dal Fabbro, serve ragionare sulla sostenibilità ma anche sulla competitività. “Non c’è una soluzione unica, la strada principale è fare piani a medio-lungo termine”. Non si tratta “di una gara dei cento metri, bensì di una maratona. Le grandi scelte energetiche vanno prese oggi e daranno frutti nei prossimi anni, probabilmente li raccoglieranno i nostri figli e nipoti ma occorre farlo”. Per procedere spediti verso gli obiettivi, è importante investire in infrastrutture, fotovoltaico, sostenibilità, così da poter garantire l’approvvigionamento grazie a diverse fonti (non potremo rinunciare del tutto al gas se non nel giro di qualche decennio).  

Luca Dal Fabbro: l’importanza della ricerca e dell’innovazione

La ricerca e l’innovazione sono aspetti fondamentali per una nuova strategia energetica che si basi sulla sicurezza, sulla sostenibilità e sulla competitività. Dobbiamo investire nella ricerca e nell’innovazione, perché è essenziale pensare all’energia del futuro”: Luca Dal Fabbro, durante il suo intervento a “Quasar”, ha sottolineato l’importanza di abbandonare gradualmente l’utilizzo del fossile per passare al fotovoltaico, al biogas, a nuove tecnologie che consentano di non sprecare le risorse che abbiamo a disposizione. In questo quadro complesso, l’economia circolare è l’elemento cardine, l’asso nella manica: secondo Luca Dal Fabbro, si tratta di un “modello di produzione, generazione, rigenerazione che scardina il sistema di consumo usa e getta e lo trasforma nel riutilizzo continuo di una materia che è sempre più scarsa”. Gruppo Iren, ha spiegato il Presidente, ha in programma la realizzazione di un impianto che recupera metalli rari, “un’altra risorsa su cui dovremmo fare investimenti”.

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Economia, la corsa del petrolio è una miccia per aggravare la crisi globale

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  • 23 Aprile 2023

Negli ultimi mesi le banche centrali di tutto il mondo hanno spinto sull’acceleratore dei tassi di interesse per riuscire a domare l’inflazione, spendo bene che questo avrebbe depresso l’economia. Ma sono andate avanti, anche a rischio di innescare una recessione.
Adesso che all’orizzonte si prospettano delle manovre più accomodanti e un ritorno dell’inflazione e dei tassi di interesse verso valori più normali, ecco però che il petrolio aleggia come una minaccia che rischia di vanificare tutti gli sforzi.

L’OPEC+, il petrolio e l’economia

economia e petrolioLa vera miccia che rischia di innescare una crisi economica globale, ancora più feroce di quella attuale, è la recente mossa dell’OPEC+. Il cartello dei produttori ha infatti deciso di tagliare la produzione di greggio di un milione di barili in un giorno.

Una mossa del genere ha immediatamente innescato una dinamica rialzista delle quotazioni del barile di greggio, che ha superato di slancio quota 80 dollari al barile, superando la media mobile del prezzo degli ultimi 10 mesi. Alcuni analisti hanno rispolverato le previsioni di $100 al fusto prima della fine di quest’anno.

Il problema è che la pressione rialzo dei prezzi del petrolio innescherà aumenti a cascata su tutti i settori dell’economia, rendendo così ancora più complicati gli sforzi delle banche centrali per raffreddare l’inflazione. In primo luogo la FED, che per prima ha cominciato ad alzare i tassi in modo vigoroso.

Equilibri geopolitici

La mossa dell’OPEC+ e la crisi dell’economia solo però un riflesso soprattutto di questioni di carattere geopolitico. Il taglio alla produzione è voluto principalmente dall’Arabia Saudita, uno dei due grandi stati del petrolio assieme alla Russia. Chi andrà più in difficoltà per via di questa mossa sarà la Federal Reserve americana.

Da una parte ci sono Riyad e Mosca, con una partnership sempre più forte, dall’altra c’è Washington con cui è in atto una rottura. Le conseguenze di questa crisi nei rapporti potrebbero essere però fatali per inflazione e sostenibilità dell’economia, come evidenziano gli analisti di XTB. Potrebbe quindi stagliarsi all’orizzonte una crisi peggiore di quella già in arrivo.

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Vendita macchine per spruzzo poliurea e poliuretano espanso

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  • 23 Aprile 2023

D5 Italia si occupa della produzione di macchine per poliurea e poliuretano e accessori per lo spruzzo della poliurea e del poliuretano espanso.

Siamo in grado di consigliarti nella scelta delle attrezzature più adatte alle tue esigenze e di trasferirti le competenze necessarie per avviare la tua nuova attività nel settore dei rivestimenti Poliuretanici. 

Organizziamo corsi teorici e pratici specifici per l’addestramento all’utilizzo delle nostre attrezzature con rilascio di attestati e patentino.

Ci occupiamo inoltre della promozione e della vendita di formulati Poliuretanici di ultima generazione per applicazione a spruzzo nel campo delle impermeabilizzazioni, dei rivestimenti protettivi e dell’isolamento termico nei settori Edilizia, Industria, Cantieristica Navale, Petrolchimica, Lavorazione Polistirolo, ecc.

Offriamo un pacchetto completo

  • VENDITA MACCHINE PER SPRUZZO POLIUREA E POLIURETANO ESPANSO
  • FORMAZIONE TEORICA E PRATICA DEL PERSONALE
  • ASSISTENZA PRE/POST VENDITA
  • VENDITA POLIUREA E POLIURETANO ESPANSO
  • LEASING  STRUMENTALE
  • VENDITA MACCHINE USATE CON REVISIONE E GARANZIA
  • VENDITA GENERATORI DI CORRENTE E COMPRESSORI ARIA COMPRESSA
  • RICAMBI E ACCESSORI

 

Impermeabilizzazioni con poliurea a spruzzo

I nostri sistemi impermeabilizzanti a base di Poliurea a Spruzzo offrono prestazioni nettamente superiori rispetto ai comuni metodi di impermeabilizzazione (guaina bituminosa, malte cementizie elastomeriche, ecc). È noto che questi ultimi mostrano nel breve tempo serie problematiche e criticità. I sistemi basati sulla Poliurea si distinguono principalmente per il fatto che l’applicazione viene effettuata a Spruzzo con specifiche macchine bi-mixer ad alta pressione in grado di scaldare i due componenti ad una temperatura superiore ai 65°C e di miscelarli ad una pressione maggiore di 180 Bar.

ll vantaggio maggiore delle impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo è che ci permettono di ottenere un rivestimento continuo senza giunzioni, ad indurimento immediato, pedonabile dopo circa 60 secondi con caratteristiche di elevata resistenza chimica e meccanica. Lo spessore dello strato di Poliurea applicato é di circa 2-3 mm. Con lo Spruzzo si possono inoltre raggiungere con facilità e velocità tutti i punti da trattare, anche quelli più difficili e nascosti.

Un rivestimento in Poliurea a Spruzzo aderisce completamente al supporto con il vantaggio di annullare i camminamenti dell’acqua al disotto della membrana stessa. Tale risultato è invece difficile da raggiungere con i sistemi tradizionali di impermeabilizzazione (ad esempio con le guaine bituminose)

Vantaggi delle Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo

  • Rapido indurimento (4-12 sec.)
  • Pedonabilità dopo circa 60 sec.
  • Rapidità d’ intervento
  • Elevata resistenza chimica e meccanica
  • Resistenza ad alte temperature e shock termici
  • Applicazione a temperature tra -15 °C e + 70°C
  • Eccellenti proprietà elastiche
  • Resistenza all‘abrasione ed agli urti
  • Elevata resistenza alla lacerazione
  • Elevata resistenza alla carrabilità
  • Elevatissima elasticità (300% – 470%)
  • Totale Impermeabilità all’acqua
  • Assenza di solventi
  • Applicazione a spessore anche in verticale
  • Antiscivolo
  • Applicazione sulla maggior parte dei supporti

Certificazioni dei sistemi a Spruzzo

  • Contatto Alimentare
  • Contatto con Acqua Potabile
  • Resistenza al Fuoco
  • Resistenza Chimica
  • Durabilità
  • Anti Slip
  • Resistenza all’Abrasione
  • Incapsulamento amianto
  • Marcatura CE

Tipologie di Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo

Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Impalcati di ponti stradali e ferroviari – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Viadotti e gallerie – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Strutture interrate – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Opere idrauliche – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Vasche di contenimento primario e secondario, Vasche antincendio, Vasche di contenimento acqua potabile, Piscine, Serbatoi, Depuratori, Laghetti artificiali – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Giardini pensili – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Tetti piani e inclinati – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Coperture di edifici civili e industriali – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Coperture di capannoni – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Lastrici solari – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Tetti in lamiera – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Terrazze e balconi – Impermeabilizzazioni di Parcheggi carrabili – Impermeabilizzazioni con Poliurea a Spruzzo di Vecchie guaine bituminose

Durata e garanzie dei sistemi a Spruzzo

I nostri sistemi impermeabilizzanti elastomerici a base di Poliurea hanno un’altissima durata nel tempo, l’applicazione viene eseguita da personale altamente specializzato e certificato. I lavori eseguiti dalla Rete di Applicatori D5 Italia presenti sul tutto il territorio Italiano, possono essere garantiti per difetto di posa e difetto di prodotto con Polizza Assicurativa Decennale Postuma. Per conoscere l’applicatore della tua zona contattaci o compila il modulo sotto riportato.

 

Per maggiori informazioni sul noleggio macchine per poliurea e poliuretano o sull’assistenza macchine per poliurea e poliuretano contattaci tramite il nostro sito d5italia.com

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Terna, progetto Hypergrid e rinnovabili i pilastri del Piano di Sviluppo 2023

Il Piano di Terna include oltre 30 progetti infrastrutturali. Spazio all’innovativa rete “Hypergrid” che andrà ad ammodernare cinque dorsali.

Terna

Terna: con rete Hypergrid pronti a raddoppiare la capacità di scambio

Abilitare la transizione energetica del Paese e conseguire gli obiettivi europei del pacchetto “Fit-for-55”. È con queste premesse che Terna ha lanciato lo scorso 15 marzo il suo nuovo Piano di Sviluppo decennale. Rispetto alla precedente edizione, il Gruppo mette sul piatto investimenti per 21 miliardi di euro, il 17% in più. Oltre metà delle risorse, 11 miliardi, è destinata all’ammodernamento di cinque elettrodotti già esistenti sulle dorsali tirrenica e adriatica e verso le isole attraverso la realizzazione di “Hypergrid”, l’innovativa rete in grado di sfruttare la corrente continua in alta tensione (HVDC). Un upgrade che, attraverso anche nuovi collegamenti sottomarini a 500 kV, consentirà a Terna di raddoppiare la capacità di scambio tra le zone di mercato, arrivando così a superare i 30 GW. Le nuove dorsali rientrano nelle oltre 30 opere infrastrutturali confermate dal Piano e che andranno a migliorare l’efficienza e la sicurezza energetica del Paese grazie ad una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili.

Terna, le opere strategiche

Oltre al completamento di opere strategiche come il Tyrrhenian Link e l’Adriatic Link, che concorreranno a rafforzare le dorsali Nord-Sud del Paese, e alla conferma di progetti come Sa.Co.I.3, con il nuovo Piano Terna rinnova il suo impegno anche sul fronte delle interconnessioni estere. Al momento la società è impegnata nella realizzazione del nuovo collegamento con la Tunisia. Proprio lo scorso dicembre il MASE ha avviato il procedimento autorizzativo per l’interconnessione sottomarina da 600 MW che collegherà Europa ed Africa. Un progetto da 850 milioni di euro, il primo tra uno Stato membro e uno Stato terzo a ricevere il finanziamento dall’UE tramite il fondo “Connecting europe facility (Cef)”. Il cavo dalla Tunisia di Terna apre uno scenario internazionale mai immaginato prima, tanto che questo progetto è finanziato in quota parte dall’Ue. L’Algeria potrà essere collegata tecnicamente all’Italia, così come potrà esserlo l’Egitto, attraverso un elettrodotto molto lungo che è stato già ipotizzato per la Grecia. A stretto giro è infatti prevista la consultazione pubblica per il nuovo cavo sottomarino da 500 MW che, grazie ad un investimento di 750 milioni di euro, raddoppierà la capacità di scambio tra i due Paesi. A questo si aggiungono i nuovi collegamenti con Francia, Svizzera e Austria. Investimenti che, a fronte delle potenzialità del Paese sulle rinnovabili, andranno a rinforzare il ruolo dell’Italia come hub energetico europeo.

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Finanza garantita, opportunità per le aziende in crisi: l’editoriale di Fabio Cassi

In un editoriale pubblicato nel 2020 su “Il Sole 24 Ore”, Fabio Cassi e Niccolò Abriani affermano che le imprese italiane, colpite dalla pandemia, dovranno affrontare la crisi più grave del sistema imprenditoriale dal Secondo Dopoguerra.

Fabio Cassi

Fabio Cassi: accesso alla finanza agevolata

Non è possibile e nemmeno pensabile escludere le imprese in crisi dalla possibilità di ottenere la liquidità necessaria, non solo per sopravvivere ma anche per rinnovarsi”, scrivono Fabio Cassi e Niccolò Abriani. Dal momento che queste aziende non devono essere ignorate, è giunto il momento di prendere decisioni concrete e agire. La proposta di consentire l’accesso alla finanza agevolata d’emergenza, nel caso in cui sia inserita all’interno del piano concordatario e la relativa proposta sia omologata dal tribunale, rappresenta un primo passo ma che non risulta essere sufficiente. Se da una parte il concordato preventivo viene utilizzato in presenza di diverse categorie di creditori e in situazioni di maggiore difficoltà, dall’altra causa la scadenza immediata dei finanziamenti impedendo all’impresa di pagare i fornitori e innescando quindi lo stop del ciclo produttivo. “Rimarrebbero escluse – specificano Fabio Cassi e Niccolò Abriani – le imprese in uno stato di crisi meno avanzata, che potrebbero essere ristrutturate, con maggiore rapidità ed efficacia, tramite altri strumenti previsti dal nostro ordinamento”.

Fabio Cassi: gli strumenti previsti dalla legge per la crisi d’impresa

Una soluzione più razionale risiederebbe nella possibilità di consentire alle imprese di accedere alla nuova finanza prevista dal Cura Italia, solo se hanno avviato un percorso di risanamento, ricorrendo a uno degli “accordi” prefigurati dagli articoli 56 e seguenti del Codice della crisi. Si potrebbero così dare adeguate garanzie agli amministratori dell’impresa, ai creditori istituzionali e a tutti gli altri stakeholder. Pertanto, Fabio Cassi e Niccolò Abriani propongono di offrire la garanzia a favore dei nuovi finanziamenti concessi dalle banche, “in misura almeno pari al 25% dell’indebitamento finanziario e con un massimo di 5 (o 10) milioni di euro”. Una volta confermata l’erogazione dalla banca, la garanzia potrebbe quindi venire estesa anche a una parte della finanza old (che si potrebbe ipotizzare nel 50%), per un importo corrispondente. “Siamo di fronte a un’ultima chiamata – concludono nell’articolo del 2020 Fabio Cassi e Niccolò Abriani – resa più drammatica dal grido d’allarme lanciato da alcuni dei più autorevoli osservatori (da Gratteri a Caselli) che hanno ancora di recente ribadito il rischio che la crisi possa estendere i tentacoli della criminalità organizzata sul nostro sistema imprenditoriale”.

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Giampiero Catone: “PNRR? Serve coinvolgimento di chi opera ed è presente sui territori”

Giampiero Catone: per “mettere a terra” il Piano è necessaria la partecipazione di tutto il tessuto imprenditoriale, PMI in primis. Il Direttore de “La Discussione” torna sul tema dopo il richiamo del Presidente Mattarella.

Giampiero Catone (La Discussione)

Giampiero Catone: PNRR un’occasione per sostenere PMI e piccoli Comuni

I ritardi accumulati dal Paese sulle scadenze del 31 marzo e il monito lanciato dal Presidente Sergio Mattarella sul palco della conferenza nazionale delle Camere di Commercio di Firenze hanno riportato il PNRR al centro del dibattito. Giampiero Catone, Direttore del quotidiano “La Discussione”, è intervenuto sul tema pubblicando un editoriale nel quale sostiene l’importanza di un coinvolgimento reale e fattivo delle piccole e micro realtà imprenditoriali. Per realizzare il Piano e favorire la messa a terra di progetti e investimenti — circa 200 miliardi tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti ultra agevolati — bisogna potenziare i sostegni per le PMI e i piccoli Comuni, così da incentivarne gli strumenti cooperativi. Un appello, ricorda Giampiero Catone, condiviso dalle stesse associazioni di categoria, dalle imprese e dagli artigiani.

Giampiero Catone: “Il monito di Mattarella un appello di unità

Ed è proprio riprendendo le parole del Presidente di Confartigianato che Giampiero Catone accende i riflettori sul ruolo strategico dei territori e delle realtà che vi sono presenti ed operano. “Marco Granelli parla di una cultura del territorio, promuovendo un ‘alleanza della biodiversità’ che auspica possa essere implementata operativamente. Serve una grande sforzo che parta dal basso”. Il tempo per tergiversare è finito e non è detto che, nonostante le recenti rassicurazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’Europa sia disposta ad adeguarsi alle tempistiche del Belpaese. L’appello di Mattarella e il suo “mettersi alla stanga” in merito all’attuazione del PNRR, conclude Giampiero Catone, va considerato come un vero e proprio richiamo all’unità, un invito a “partecipare, progettare e realizzare, lo sforzo comune di crescita dell’Italia”.

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Luigi Ferraris (Gruppo FS): “Mobilità integrata di persone e merci il nostro obiettivo”

La mobilità è a un punto di svolta: ne è convinto Luigi Ferraris, che in un editoriale pubblicato sulla rivista “Longitude” racconta l’impegno del Gruppo FS verso un sistema infrastrutturale integrato.

Luigi Ferraris

Su “Longitude” l’editoriale a firma di Luigi Ferraris

Assistere da spettatori alle trasformazioni in atto nella mobilità o diventare “signifcant player” per guidarle in un’ottica di opportunità e crescita. È questo, secondo Luigi Ferraris, il bivio davanti al quale si trova il Paese, che deve farsi trovare pronto a gestire i profondi cambiamenti sociali portati dalla pandemia e oggi dal conflitto russo-ucraino. L’Amministratore Delegato del Gruppo FS ha illustrato la sua visione in un editoriale pubblicato su “Longitude”, il primo magazine italiano su economia e politica internazionale distribuito su scala globale, dal titolo “The Game changer, siamo a un punto di svolta per la mobilità e per il Paese”. Oggi il sentiment generale nei confronti della realizzazione di nuove infrastrutture appare profondamente mutato in positivo, spiega Luigi Ferraris, così come le politiche sostenute dall’Europa che, attraverso strumenti inediti come il Recovery Fund e l’EU REPower, spinge verso maggiori investimenti pubblici in transizione energetica e infrastrutture: “Due ambiti nei quali il Gruppo FS intende svolgere un ruolo di primo piano – sottolinea l’AD – anche all’interno di un rinnovato scenario nazionale. Migliorare le nostre infrastrutture è fondamentale, soprattutto quelle dedicate alla mobilità, comprese le ferrovie, che hanno un’età media di oltre 60 anni”.

Luigi Ferraris: biglietto unico, piattaforme digitali e sostenibilità le chiavi per un’offerta attrattiva

Infrastrutture più efficienti, connesse e sostenibili risultano indispensabili per raggiungere uno dei propositi principali contenuti nel Piano Industriale da 190 miliardi del Gruppo FS, aggiunge Luigi Ferraris: offrire ai viaggiatori un’alternativa “attrattiva, comoda e conveniente”, che dia la possibilità di viaggiare passando comodamente da un treno a un bus o a un altro mezzo grazie ad un biglietto unico e un ecosistema di piattaforme digitali interconnesse. Centrale nella strategia anche il trasporto merci, con il Gruppo FS che entro il decennio intende raddoppiare l’attuale quota dell’11% affidando alla ferrovia il trasporto sulle lunghe distanze terrestri, e agli altri mezzi il primo e ultimo miglio. Dei 190 miliardi messi sul piatto, ricorda Luigi Ferraris, oltre 1,6 verranno destinati all’autoproduzione di energia rinnovabile con l’obiettivo di soddisfare circa il 40% del proprio fabbisogno energetico e raggiungere la carbon neutrality in anticipo rispetto ai target europei. Il progetto “Gigabit Rail and Roas”, lanciato per portare la connessione wi-fi lungo gli oltre 17mila km di linee ferroviarie e oltre 220 stazioni, testimonia invece l’attenzione del Gruppo FS sul fronte della connettività e della digitalizzazione: “Il nostro gruppo intende guidare la ripresa italiana generando valore e contribuendo allo sviluppo di una mobilità multimodale di persone e merci“. Tra le iniziative più recenti anche il lancio di FS Security, la nuova società che ingloberà tutti i servizi di sicurezza assicurando maggiore presidio degli scali ferroviari.

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Alessandro Benetton: il “nuovo viaggio” di Mundys raccontato dal Presidente di Edizione

Portare “valore aggiunto sul fronte dello sviluppo internazionale, dell’innovazione e della crescita sostenibile”: la sfida di Mundys nelle parole di Alessandro Benetton.

Alessandro Benetton Presidente di Edizione

Alessandro Benetton: Mundys, la nuova sfida che io e i miei cugini stiamo per affrontare

Da anni Alessandro Benetton condivide riflessioni, emozioni, aspettative legate alle proprie sfide professionali con i suoi follower. Lo ha fatto anche nei giorni scorsi parlando del “nuovo viaggio” di Atlantia in un video: nuovo nome, nuovi obiettivi, nuovo team per diventare entro cinque anni leader nel mondo per la gestione di infrastrutture sostenibili e innovative e nei servizi di mobilità integrata e sostenibile. “Una nuova sfida che io e i miei cugini stiamo per affrontare”, spiega il Presidente di Edizione. E per sottolineare ulteriormente il valore del progetto cita le parole di Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. Una frase che “mi sta guidando in questa fase della mia vita”, racconta Alessandro Benetton ai suoi follower.

Alessandro Benetton: nel “nuovo viaggio” di Mundys innovazione, internazionalità e attenzione all’ambiente

Mundys, spiega Alessandro Benetton, “nasce in Italia per competere in tutto il mondo con l’ambizione di gestire e realizzare infrastrutture sostenibili e innovative, migliorando l’attrattività dei territori e semplificando la vita delle persone in movimento”. Per riuscirci, aggiunge il Presidente di Edizione, “dovremo essere in grado di lasciarci contaminare da quanti più soggetti possibili, dalle università alle startup”. In quest’ottica sono già stati lanciati tre progetti: “L’Innovation Hub, acceleratore di startup interno all’aeroporto di Fiumicino a Roma. MobiUS, laboratorio di mobilità sostenibile in partnership con la Bocconi di Milano. E VeniSIA, acceleratore di progetti sulla sostenibilità in collaborazione con la Ca’ Foscari di Venezia”. Il “nuovo viaggio” di Mundys parte da qui, conferma Alessandro Benetton, per arrivare a portare “valore aggiunto sul fronte dello sviluppo internazionale, dell’innovazione e della crescita sostenibile”.

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I corsi per utilizzare in sicurezza i gas tecnici industriali

Comunicato Stampa

I corsi per utilizzare in sicurezza i gas tecnici industriali

Il 30 maggio 2023 a Brescia e il 18 aprile, 29 giugno, 19 settembre e 27 novembre 2023 a Peschiera Borromeo (MI) si terrano vari corsi in presenza per migliorare la sicurezza nell’uso dei gas tecnici industriali e nella manipolazione dei recipienti.

 

Con “gas tecnici industriali” si fa riferimento ad una serie di gas che, ricavati dall’atmosfera, da processi produttivi o da giacimenti, possono essere utilizzati in fase gassosa, solida o liquida e possono essere stoccati in bombole e serbatoi a pressioni e temperature differenti. Sono gas utilizzati in vari ambiti lavorativi e che sono alla base dei processi produttivi di quasi tutte le attività industriali.

 

Tuttavia, malgrado la loro grande diffusione nel mondo del lavoro e i tanti pericoli correlati al loro impiego, esiste ancora una scarsa consapevolezza dei possibili rischi associati all’utilizzo e stoccaggio di questi gas. Scarsa consapevolezza che può favorire comportamenti non sicuri e portare a gravi incidenti.

 

Ci sono corsi in presenza che possono aiutare aziende e lavoratori a utilizzare correttamente e in sicurezza i gas tecnici industriali? Ci sono percorsi formativi che possono favorire la prevenzione di infortuni e malattie professionali connessi all’uso di questi gas?

 

Nuovi corsi in presenza sull’utilizzo dei gas tecnici industriali

Proprio per prevenire gli incidenti nell’utilizzo dei gas tecnici, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza vari corsi in presenza di 8 ore dal titolo “Utilizzo in sicurezza dei gas tecnici industriali”: un corso a Brescia il 30 maggio 2023 e vari corsi a Peschiera Borromeo (MI) il 18 aprile, 29 giugno, 19 settembre e 27 novembre 2023.

 

L’obiettivo di questi corsi è quello di creare un momento di riflessione circa l’utilizzo in sicurezza dei gas tecnici industriali, partendo dalla classificazione in base alle loro proprietà chimico/fisiche, attraverso un approccio pratico che permetta di mettere in evidenza i principali rischi sia nella manipolazione dei recipienti che nell’utilizzo dei singoli gas.

 

Nel percorso formativo saranno chiariti il concetto di pressione, volume e temperatura osservando l’interdipendenza di questi parametri e gli effetti che questi potrebbero avere in caso di incidente. Verranno poi valutate le principali misure di prevenzione per la corretta gestione dei rischi derivati dalla loro manipolazione, dal loro impiego e dallo stoccaggio.

 

I docenti dei corsi:

  • Antonio Notaris: formatore qualificato AiFOS esperto in chimica;
  • Marco Gaviraghi: chimico e Tecnologo Farmaceutico, direttore dell’Area Lombardia per SIAD S.p.A.

 

Classificazione dei gas e principali rischi per i lavoratori

I gas, a seconda dello stato fisico in cui si trovano nei recipienti, possono essere suddivisi in 3 differenti gruppi:

  • gas compressi: gas allo stato gassoso stoccati ad alte pressioni all’interno di recipienti cavi.
  • gas liquefatti: gas liquefatti a temperatura ambiente, stoccati in un recipiente cavo ed in equilibrio con la componente gassosa
  • gas disciolti: gas disciolto in solvente (unico caso è l’acetilene).

Inoltre, a seconda delle caratteristiche chimiche, possiamo suddividere i gas anche in:

  • gas inerti: gas che in condizioni normali di T (temperatura) e P (pressione), se miscelati all’aria, non reagiscono con altre sostanze generando sottossigenazione
  • gas infiammabili: gas che miscelati all’aria, in presenza di un innesco, reagiscono formando una fiamma (incendio)
  • gas comburenti: gas che alimentano una combustione (atmosfera sovraossigenata-incendio)
  • gas tossici: pericolosi per l’uomo (avvelenamento)
  • gas corrosivi: in grado di provocare danni a persone e cose (ustioni chimiche).

 

Ricordiamo che utilizzando i gas tecnici industriali, che possono essere stoccati in bombole e serbatoi a pressioni e temperature differenti, ci possono essere vari rischi per i lavoratori. Ad esempio in relazione a:

  • cadute dei recipienti
  • scoppio e proiezione di oggetti
  • esposizione a nebbie e/o vapori
  • movimentazione manuale dei carichi.

 

Gas tecnici industriali: i contenuti e le informazioni sui corsi

Questi i corsi di 8 ore in presenza dal titolo “Utilizzo in sicurezza dei gas tecnici industriali”:

  • il 30 maggio 2023 a Brescia – dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30 – presso la sede di AiFOS Service in Via Branze, 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia;
  • il 18 aprile, 29 giugno, 19 settembre e 27 novembre 2023 a Peschiera Borromeo (MI) – dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 – presso la sede di 4 Safety, Via Achille Grandi 4/11 a Peschiera Borromeo.

 

Questi i contenuti dei corsi:

  • cenni di chimica;
  • pressione (p), volume (v) e temperatura (t) e loro relazione
  • produzione e trasporto;
  • recipienti;
  • tipologie di gas (inerti, infiammabili ed ossidanti);
  • rischi associati al loro utilizzo;
  • caratteristiche gas criogenici
  • bombole: colorazione ogiva, punzonatura, raccordi valvole;
  • bombole: movimentazione e uso in sicurezza; ricollaudo;
  • il corretto stoccaggio;
  • riduttori di pressione, caratteristiche generali.

 

È prevista anche una parte pratica relativa alla dimostrazione, attraverso l’utilizzo di alcune tipologie di gas tecnici, dei diversi rischi associati alla loro manipolazione.

 

Ogni corso è valido come 8 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP, coordinatori alla sicurezza, formatori qualificati seconda area tematica, HSE (area tecnica in materia di sicurezza sul lavoro) e Consulenti AiFOS (ambito sicurezza sul lavoro).

 

Per avere ulteriori dettagli sui corsi e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi/corsi-in-programma/corsi-in-programma/utilizzo_in_sicurezza_dei_gas_tecnici_industriali

 

Per informazioni e iscrizioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 – [email protected][email protected]

 

13 aprile 2023

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Gioielleria manifatturiera italiana

La Gioielleria manifatturiera italiana è specializzata nella produzione di gioielli artigianali di alta qualità. Le aziende italiane si sono guadagnate una reputazione internazionale per la loro eccellenza artigianale e la bellezza senza tempo dei suoi gioielli. Il settore della Gioielleria manifatturiera si contraddistingue per caratteristiche proprie che li permette di essere molto apprezzato anche all’estero, un fatto che permette al settore di poter contare su un forte export.
Questi punti di forza si possono riassumere nei seguenti punti:
Le aziende utilizzano solo i materiali più pregiati, come l’oro, l’argento e le pietre preziose, per creare i suoi gioielli.
Ogni pezzo viene realizzato a mano da maestri artigiani altamente qualificati, che hanno passato anni a perfezionare le loro tecniche.
La Gioielleria manifatturiera italiana si impegna per la sostenibilità ambientale e utilizza solo materiali provenienti da fonti etiche e responsabili.
Le aziende di gioielleria italiane propongono ogni anno una vasta gamma di gioielli, tra cui anelli, braccialetti, orecchini e collane, tutti caratterizzati da una bellezza senza tempo e una qualità superiore.
Se sei alla ricerca di un gioiello che ti accompagni per tutta la vita, la Gioielleria è sicuramente una scelta eccellente.
Una scelta che include anche il fatto di essere un ottimo investimento in quanto il valore dei gioielli può essere facilmente monetizzato senza intermediari presso attività come questo compro oro Prato.
Tradizione orafa italiana
La tradizione orafa italiana è famosa in tutto il mondo per l’alta qualità dei suoi gioielli e l’abilità artigianale dei suoi orafi. La sua storia risale a molti secoli fa e continua a essere una fonte di ispirazione per molti designer di gioielli contemporanei.
I gioielli nel rinascimento
Durante il Rinascimento, i gioielli erano considerati un simbolo di status e di potere. Erano spesso realizzati con materiali preziosi come l’oro, l’argento e le pietre preziose e venivano utilizzati per adornare non solo le donne, ma anche gli uomini. Molti artisti rinascimentali, come Leonardo da Vinci e Benvenuto Cellini, si dedicavano anche alla creazione di gioielli unici per la nobiltà e la classe alta.
Quali sono i gioielli italiani più preziosi
Tra i gioielli italiani più preziosi ci sono quelli creati da designer e marchi di alta gioielleria come Bulgari, Cartier, Buccellati, Pomellato, Damiani e Chopard. Alcuni esempi di gioielli italiani pregiati includono anelli, collane e orecchini con diamanti, smeraldi, rubini e altre pietre preziose.
In quali zone di italia si realizzano i gioielli in oro
In Italia, i gioielli in oro vengono realizzati in diverse zone. Tuttavia, alcune delle principali zone di produzione sono la regione della Campania, la città di Vicenza in Veneto e la regione della Toscana con Arezzo che è considerato uno dei distretti più importanti.

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