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26 Febbraio 2020

Comunicati

L’uso di droga gioca un ruolo non indifferente nella disgregazione del tessuto sociale

In riferimento al devastante impatto della droga sulla società, L. Ron Hubbard ha scritto: “Il pianeta si è scontrato con una barriera che impedisce il progresso sociale: droga e altre sostanze biochimiche. Queste possono ridurre le persone in condizioni che non solo sono proibitive e distruttive per la salute, ma che sono tali da impedire ogni progresso stabile verso il benessere mentale o spirituale”.

L’uso di droga gioca un ruolo non indifferente nella disgregazione del tessuto sociale: “La ricerca dimostra che le droghe sono l’elemento più distruttivo nella nostra cultura attuale”. La Comunità di Scientology contribuisce attivamente alla campagna di prevenzione messa in atto dalla Chiesa. Attraverso la corretta informazione, istruzione sul soggetto e  la partecipazione di tutti coloro che condividono l’obiettivo di un mondo libero dalla droga, portano avanti “La Verità sulla droga“. materiali educativi e gli strumenti multimediali utilizzati, sono frutto di una meticolosa ricerca, assemblaggio, pubblicazione e distribuzione sponsorizzati dalla Chiesa di Scientology e messi a disposizione di Enti Governativi e non, Associazioni, Gruppi, Educatori e Chiunque abbia a cuore il nostro futuro. Contro la droga non solo si può fare qualcosa ma si deve.

A Milano gli opuscoli La Verità sulla droga vengono distribuiti gratuitamente ai cittadini anche attraverso negozianti ed esercenti che hanno a cuore il problema.

Sono anche disponibili opuscoli che trattano singolarmente soggetti quali:

Marijuana, Alcol, Ecstasy, Cocaina, Crack, CrystalMeth, Inalanti, Eroina, LSD, Antidolorifici, Ritalin.  Ogni opuscolo spiega come agiscono le droghe e gli effetti fisici e mentali che generano.

Per chi avesse interesse a conoscere questi contenuti, oltre alla possibilità online, può recarsi presso la sede di Milano in Viale Fulvio Testi e vederli da se presso il Centro Informativo aperto tutti i giorni.

Per maggiori informazioni su Scientology, il suo Fondatore e programmi:

www.scientology.it – www.lronhubbard.it – www.scientologyreligion.it

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Comunicati News

Cdp, riconoscimento per la società guidata da Fabrizio Palermo

In un mondo di ricavi, investimenti e cifre, capita spesso di perdere di vista una delle componenti fondamentali di un’azienda, il capitale umano: non è il caso di Cassa Depositi e Prestiti, società guidata da Fabrizio Palermo, che si aggiudica anche quest’anno la certificazione Top Employers Italia.

Fabrizio Palermo

Cdp tra le eccellenze in ambito Human Resource, il commento di Fabrizio Palermo

Nato nel 1991 in Olanda, il Top Employers Institute è un Ente internazionale indipendente sorto con l’obiettivo di valutare e certificare le condizioni di lavoro dei dipendenti delle aziende più importanti a livello globale. Dal 2008, l’Istituto ha aperto una sede a Milano: quest’anno sono 113 le aziende che hanno ottenuto il Top Employers Italia, tra le quali Cassa Depositi e Prestiti, certificata per il secondo anno consecutivo. “Questo importante riconoscimento – ha dichiarato l’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo a seguito della notizia ricevuta – rappresenta una nuova tappa nel percorso intrapreso dal Gruppo per la realizzazione degli obiettivi del piano industriale 2019-2021″. La conquista di Cdp è frutto di una grande attenzione nei confronti del proprio capitale umano: la certificazione tiene infatti conto di numerosi parametri, tra i principali il benessere dei dipendenti, le loro condizioni di lavoro e le opportunità reali di formazione e di crescita. “Siamo convinti – ha concluso l’AD – che siano le persone a fare la differenza, perciò intendiamo impegnarci e continuare ad investire per il rafforzamento del capitale umano, un fattore cruciale per la crescita del Paese”.

Piano Industriale 2019-2021, Fabrizio Palermo: “Cdp investirà 200 miliardi di euro”

La riconferma della certificazione come Top Employers del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, guidato da Fabrizio Palermo, va di pari passo con la nuova fase avviata dall’approvazione del Piano industriale 2019-2021. Con un investimento di 200 miliardi di euro in tre anni, la società sta confermando il suo ruolo proattivo nella crescita e soprattutto nello sviluppo sostenibile del Paese. Le risorse finanziarie messe in campo si dividono in 4 linee di intervento: sostegno all’innovazione, alla crescita e all’export delle imprese; finanziamento delle infrastrutture statali e aggiornamento della partnership con le PA; investimenti nei Paesi in via di sviluppo; infine, riorganizzazione del portafoglio di Gruppo. “Stiamo introducendo un nuovo modello operativo che punta all’ulteriore rafforzamento delle competenze di Gruppo, alla semplificazione organizzativa e operativa. Una trasformazione di grande respiro – spiega Fabrizio Palermoche ci consentirà di attivare ingenti risorse in favore di imprese e territori, aumentando il numero e l’efficacia dei nostri interventi”.

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Comunicati News

Come porsi un obiettivo e portarlo a termine nei tempi prestabiliti: i suggerimenti di Alessandro Benetton

“Il vero imprenditore non è chi sogna, ma chi sa trasformare i propri sogni in obiettivi”: nel recente appuntamento con la rubrica social “#UnCafféConAlessandro”, Alessandro Benetton dà le direttive per comprendere il proprio obiettivo e per raggiungerlo con consapevolezza.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: sogni e obiettivi non sono la stessa cosa

Non sempre volere è potere: ne ha parlato Alessandro Benetton in una recente puntata della video rubrica “#UnCafféConAlessandro”. L’imprenditore ha dedicato l’appuntamento social al fare chiarezza sul concetto di obiettivo, che non sempre coincide con i sogni che abbiamo nel cassetto e che ci impegniamo a realizzare. “Obiettivi e sogni sono cose molto diverse. Non saper distinguere la differenza, è il primo passo verso il fallimento”, ha dichiarato Alessandro Benetton. Come di consueto, il video è stato condiviso anche sulle pagine online del “Corriere della Sera”. L’argomento è di particolare interesse per giovani universitari così come per aspiranti imprenditori, o per chiunque sia in procinto di affrontare una nuova sfida professionale o di vita. Il primo step verso il successo è domandarsi il perché si vuole raggiungere un determinato obiettivo. “Bisogna porsi la domanda costantemente. Conoscere le nostre motivazioni, i nostri valori, è la prima cosa da fare per passare dai sogni agli obiettivi”. È importante che questi valori siano ben chiari prima di iniziare, in quanto saranno proprio loro a guidarci lungo la strada.

Alessandro Benetton: alcuni consigli per raggiungere il traguardo

Nella rubrica social “#UnCafféConAlessandro”, Alessandro Benetton è solito partire dalla propria esperienza professionale per fornire utili consigli. Nel video in questione, l’imprenditore suggerisce di “vivere grandi sogni in piccoli obiettivi”. Questo significa che al risultato finale si può giungere attraverso diversi step intermedi, più realistici e più costruttivi. Ogni piccolo successo rappresenta uno scalino da superare per giungere in cima all’intera scalinata. Con il progetto delle video rubriche su Youtube, Alessandro Benetton si impegna procedendo per step, “trovando volta per volta il modo giusto di comunicare e costruendo una squadra che mi permetta di lavorare al meglio”. L’imprenditore ha consigliato infine di darsi delle tempistiche adeguate: si evita così di perdere troppo tempo per raggiungere un risultato che, di fatto, non riusciremo ad ottenere. Si pensi a un ragazzo che punta a diventare medico: si potrebbe dare due anni di tempo per superare il test di ammissione a medicina. Se al termine di quei due anni l’obiettivo non fosse stato raggiunto, sarebbe meglio scegliere di cambiare strada. “Il vero imprenditore”, ha concluso Benetton, “non è chi sogna, ma chi sa trasformare i propri sogni in obiettivi”.

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Etica e Società

L’igiene degli abiti da lavoro

L’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.

Nella maggior parte dei casi il lavaggio di questi indumenti viene eseguito da ditte esterne specializzate nell’igienizzazione delle divise da lavoro, ma ci sono casi in cui lo si può fare anche da soli, utilizzando una normale lavatrice avendo comunque cura di non lavarli insieme agli altri indumenti e di utilizzare detergenti che abbiano anche una funzione antibatterica che garantisca un livello di pulizia più profondo e accurato, soprattutto nel caso di indumenti che vengono utilizzati in particolari ambienti ad esempio quello della ristorazione o quello medico-sanitario.

Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione.

Non per niente, cuochi, barman e camerieri nella maggior parte dei casi svolgono la loro attività in divisa, con l’aggiunta di cuffiette, camici e guanti per chi lavora a contatto con il cibo nelle fasi di preparazione. Il tutto, nel rispetto delle basilari norme igienico sanitarie previste per il settore della preparazione degli alimenti che andranno serviti al pubblico.

Dalle grandi mense aziendali o scolastiche fino ad arrivare al ristorante di quartiere, un abbigliamento adeguato per chi lavora in cucina a contatto con il cibo è obbligatorio e regolato da una serie di normative di legge.

Nel settore sanitario e ospedaliero, più che in tanti altri, è di fondamentale importanza la questione igienica, in quanto si è sempre a contatto con i degenti e spesso le spore e i batteri si attaccano ai tessuti e vengono trasportati dentro e fuori dagli ospedali, con conseguenti rischi sia per i degenti che per il personale.

Nel caso in cui non si utilizzino i lavaggi industriali, infatti, è necessario prestare particolare attenzione alla pulizia e al lavaggio degli indumenti da lavoro, avendo cura di utilizzare il pre-lavaggio e speciali prodotti battericidi come ad esempio il Napisan, per citarne uno. Anche il lavaggio a secco è un metodo di lavaggio altamente disinfettante che può essere utilizzato per questo tipo di indumento.

Certo, la cosa migliore sarebbe sterilizzare gli indumenti con lavaggi a 100 gradi, che assicura un’igienizzazione completa pur rispettando i tessuti. Per effettuare questa sterilizzazione bisogna necessariamente lavare gli indumenti in lavanderia, specificando il tipo di lavaggio richiesto.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abiti da lavoro brescia.

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Etica e Società

Divise da lavoro e loro significato

Sono molte le professioni che richiedono divise da lavoro di tipo specialistico, adeguate all’attività che si sta svolgendo.

Parliamo ad esempio del personale che lavora presso le fabbriche o le industrie, le professioni nel settore medico-sanitario, la ristorazione e tanto altro ancora: sono sempre di più infatti i settori in cui si decide di vestire il proprio personale in divisa, a cominciare dalle catene di negozi che richiedono, se non proprio una divisa, un abbigliamento particolare al proprio personale.

O all’industria alimentare che richiede mascherina, cuffietta, camice e guanti. Oppure al personale ospedaliero che ha bisogno di un abbigliamento speciale dalla testa ai piedi.

L’abbigliamento da lavoro è un tipo di indumento preposto allo svolgimento di una determinata attività e va quindi indossato prima di lavorare e tolto prima di lasciare il posto di lavoro. Solitamente chi lavora in divisa dovrebbe anche evitare di indossare troppi effetti personali come orologio e gioielli qualsiasi altra cosa che potrebbe essere di impedimento per il normale svolgimento delle attività lavorative.

È anche importante occuparsi della pulizia e dell’ordine del proprio abbigliamento da lavoro, esattamente come se si trattasse dei nostri abiti di ogni giorno. Anche i piccoli dettagli, infatti, vanno a vantaggio dell’immagine dell’azienda per cui si lavora e in questo caso il rispetto è d’obbligo.

Inoltre, adeguati capi di abbigliamento da lavoro possono anche essere utili nella prevenzione di eventuali incidenti, soprattutto per determinate categorie di lavoratori, ad esempio gli operai, che indossano accessori e indumenti antinfortunistici come caschi, mascherine, guanti speciali, scarpe rinforzate.

Anche l’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.

L’abbigliamento da lavoro ha origine nell’ambiente industriale e in altre categorie lavorative, dove vengono impiegate persone per il lavoro all’aria aperta, ad esempio gli operatori ecologici, oppure nelle mense, dove è comunque richiesto un abbigliamento particolare.

Indipendentemente dall’attività lavorativa svolta, gli indumenti da lavoro hanno il comune denominatore della sicurezza. In alcuni settori industriali, come ad esempio l’industria, l’abito da lavoro è uno standard e un must per qualsiasi persona lavori all’interno di una determinata azienda.

Questa esigenza deriva naturalmente dal tipo di lavoro svolto: nelle industrie infatti gli operai sono spesso a contatto con materiali che possono sporcare, lasciare odori sgradevoli o essere in ogni modo dannosi o pericolosi per la salute, che si tratti di liquidi bollenti o di acidi, o dei prodotti chimici che spesso vengono utilizzati anche nell’industria alimentare.

Solitamente in questo settore lavorativo l’abbigliamento da lavoro è realizzato in cotone, nella maggior parte dei casi con colorazione blu, e con una trama particolarmente resistente in modo da non sfibrarsi a causa dei ripetuti lavaggi energici spesso ad alte temperature.

Ovviamente i capi di abbigliamento da lavoro non vengono utilizzati solo nel settore industriale privato ma in qualsiasi attività lavorativa dove si trattano materiali particolari o si svolgono lavori fisicamente impegnativi, basta pensare agli operai che lavorano per la creazione del manto stradale di strade e autostrade o chi si occupa di smaltimento di rifiuti.

Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione e delle aziende ospedaliere.

Gli ospedali (sia le strutture pubbliche che quelle private),le cliniche, i laboratori di analisi e tutti i luoghi di lavoro del settore sanitario prevedono l’utilizzo da parte del personale di un abbigliamento adeguato, che serve in primo luogo come segno di riconoscimento sia per le varie persone che vi lavorano, che spesso non sono poche, sia per i fruitori del servizio, che sanno identificare senza problemi un camice bianco.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, divise da lavoro Brescia.

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Etica e Società

La storia dell’abbigliamento

L’abbigliamento nasce in tempi preistorici per rispondere a esigenze di tipo utilitaristico. Esso protegge il corpo umano dai pericoli dell’ambiente: sia agenti atmosferici (freddo, pioggia, sole..), sia insetti, sostanze tossiche, armi e altri rischi alla sicurezza personale.

Tutti gli scavi finora effettuati che hanno portato al rinvenimento di oggetti e resti fossili risalenti al Paleolitico (da circa 2,5 milioni a 11-10.000 anni fa) non hanno portato alla luce elementi che possano dimostrare con sicurezza l’utilizzo di oggetti di abbigliamento da parte di ominidi in quel periodo.

Il ritrovamento di rudimentali strumenti in pietra, realizzati con la tecnica della pietra scheggiata, atti con ogni probabilità alla trasformazione delle pelli in indumenti, ha però portato molti antropologi a sostenere che già 18.000 anni fa (periodo Magdaleniano), e forse anche prima, gli uomini utilizzassero pelli per coprirsi.

In questo contesto la ragione fondamentale per cui gli esseri umani cominciarono a lavorare le pelli, per poi indossarle, è da ricercarsi nella necessità di coprire il corpo, nudo e più fragile rispetto ad altri animali, dalle intemperie. Non sono comunque da sottovalutare altri fattori.

Tra questi occorre citare la funzione simbolica dell’abbigliamento: indossare la pelle di un altro animale era equivalente a identificarsi con esso, oltre a dimostrare la propria forza, con cui si era ucciso lo stesso. Con ogni probabilità l’introduzione delle pelli per coprire il corpo ha un legame anche con delle forme primitive di pudore.

Questo contravviene alcune teorie secondo le quali il senso del pudore sia stata una condizione psicologica dettata dall’abbigliamento: essendo gli altri appartenenti alle comunità primitive coperti, l’uomo nudo percepiva la propria diversità dalla norma ed era portato ad equipararsi agli altri per non essere “escluso”.

L’adozione di forme di abbigliamento agli albori della civiltà umana è quindi dovuta sia ad un fattore funzionale (protezione del corpo) sia a fattori di altra natura (simbolici, religiosi, psicologici, ecc.).

Durante gli ultimi millenni dell’Età della pietra l’utilizzo di pelli di animali per coprirsi si diffuse tra gli uomini. Una vera e propria rivoluzione nel costume avvenne nel momento in cui si diffuse tra le civiltà preistoriche la lavorazione dei tessuti, che spesso garantivano maggiore protezione dal freddo e una maggiore reperibilità.

La nascita della tessitura, avvenuta intorno al VI-V millennio, portò ad una notevole crescita dell’uso delle vesti, che venivano tessute anche grazie ai primi telai, che apparvero proprio nel Neolitico, anche se erano assai rudimentali. La filatura e la tessitura furono introdotte nel mondo antico grazie agli strumenti, che gli uomini preistorici iniziarono ad utilizzare intorno al 4500 a.C.

Nel Mondo antico l’abbigliamento era costituito esclusivamente da oggetti filati di tessuto, e l’utilizzo di pelli di animale fu ben presto superato nella maggior parte delle comunità già a partire dal I millennio a.C. I tessuti utilizzati variano a seconda del luogo: ad esempio in Cina era assai sviluppata la produzione della seta, in India la canapa ed il cotone ed in Egitto il lino.

In Europa occorre ricordare come i Fenici furono i primi a praticare la tintura dei tessuti, grazie alla scoperta del pigmento della porpora, ricavato dall’essiccazione del murice.

A questo punto dell’evoluzione umana l’abbigliamento non era più visto esclusivamente come metodo per proteggersi da intemperie o altri agenti esterni, ma costituiva soprattutto un simbolo di appartenenza ad un gruppo (economico, religioso, politico, ecc.). I popoli mediterranei consideravano la porpora un bene di lusso ed i Fenici ottennero grossi guadagni vendendola alle altre popolazioni. Tra gli altri tessuti utilizzati nel mondo antico ricordiamo il cotone, la lana e il bisso.

L’Impero Romano con la sua grande espansione venne in contatto con gli usi ed i costumi di molte popolazioni, dalle quali importò l’utilizzo di alcuni tessuti per il vestiario quotidiano o riservato ai più ricchi. Vengono così confezionati abiti come la toga, la tunica ed il pallio.

Dopo Roma la filatura e la tessitura di seta, lino e lana diventano comuni a gran parte delle comunità europee, in particolare quella Bizantina, grazie ai suoi rapporti privilegiati (data la collocazione geografica) con l’Oriente. Di queste tre fibre tessili la più diffusa in questo periodo fu certamente la lana, sia per ragioni economiche (l’allevamento di ovini era abbastanza diffuso) che funzionali (alta capacità termica della stessa).

Lo sviluppo del settore tessile conosce un fermento, almeno per quanto riguarda l’Europa, a partire dai primi secoli del I millennio d.C., grazie soprattutto ad una rinascita degli scambi commerciali sia tra le nazioni sia tra Oriente ed Occidente. In Italia l’importazione di tessuti era uno dei fattori che produssero più ricchezza per le repubbliche marinare, anche se assunse un certo rilievo anche il commercio interno, soprattutto per rifornire le città più ricche (Firenze, Palermo, Lucca, ecc.).

L’abbigliamento di lusso o comunque con materiali pregiati rimase appannaggio delle classi nobiliari, delle corti di re e imperatori e dei ceti più abbienti (grandi commercianti, banchieri, ecc.). La qualità generale delle vesti comunque aumenta anche per le fasce di popolazione meno agiate, anche grazie all’adozione di strumenti che permettono una maggiore precisione nella sartoria: il ditale, gli aghi d’acciaio, le forbici a lame incrociate.

Lo sviluppo dell’abbigliamento era andato di pari passo con quello della tecnologia tessile, in particolare con lo sviluppo dei telai: nel 1790, nell’ambito della Rivoluzione industriale, Joseph-Marie Jacquard inventa l’omonimo telaio, che permette di aumentare sia la precisione sia la velocità di produzione dei tessuti.

L’evoluzione tecnologica si estende anche ai filatoi: tutto ciò attribuisce il primato nell’industria tessile ai paesi che per primi sono investiti dal fenomeno della rivoluzione industriale, tra tutti l’Inghilterra. Il mercato del vestiario conosce una crescita continua: la produzione tessile si meccanicizza e razionalizza assumendo notevoli dimensioni, rendendo l’industria dell’abbigliamento la più sviluppata del periodo.

Tra le fine del Settecento e l’Ottocento l’industria tessile è in grado di soddisfare le richieste, oltre che delle classi più abbienti, anche della media e bassa borghesia. Durante il XIX secolo cominciano ad apparire quei tipi di vestiti che sono utilizzati ancora oggi: aderenti al corpo, con le maniche, leggeri o pesanti, con stoffe prevalentemente scure.

Il miglioramento delle condizioni igieniche, assieme a quelle economiche, permette ad una buona parte della popolazione europea e nord-americana di indossare la biancheria. Il 1842 è un’altra data fondamentale: John J. Greenough brevetta la macchina per cucire, con la quale gli indumenti possono essere confezionati con grande velocità, ed il risparmio di denaro che ne deriva fa sì che la produzione può assumere dimensioni ancora più vaste.

L’industria dell’abbigliamento può adesso realizzare la produzione in serie dei vestiti, favorendo la creazione di centri industriali tessili e di grandi magazzini per la vendita dei loro prodotti. Successivamente, sia nell’Ottocento che nel secolo successivo, il perfezionamento della macchina per cucire permetterà di meccanizzare anche altre operazioni (ricamo, soprafilo, rammendo, cucitura dei bottoni, ecc.).

L’abbigliamento conobbe, nel XX secolo, una evoluzione straordinaria, ed una espansione produttiva e tecnologica senza pari. I due conflitti mondiali, ed i relativi dopoguerra, portano, dapprima, la crisi economica in molte nazioni: i materiali pregiati diventano appannaggio di pochissimi, mentre si diffondono quelli di recupero (lana riciclata, sughero per le scarpe).

In seguito, con il miglioramento della situazione economica, si ha un sempre maggiore sviluppo dell’industria del vestiario, che introduce, oltre ad una grandissima scelta di nuovi prodotti (busti, tailleur, gonne, jeans, tute da sport tanto per citarne alcuni) anche la scelta di nuovi materiali frutto della tecnologia come le fibre artificiali e sintetiche, meno costose e adattabili a situazioni diverse (tecnofibra).

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento professionale Brescia.

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Etica e Società

Storia del ricamo

Il ricamo ha origini antichissime e si distingue in:

– Ricamo bianco, così detto anche se eseguito con fili colorati, per la biancheria personale e da casa.
– Ricamo fantasia, in cui viene sfruttato ogni tipo di materiale: seta, lana, cordoncino, lustrino, ecc.
– Ricamo in colore, per ottenere effetti suggestivi.
– Su tela, a fili contati.
– In oro, per parati e tessuti importanti, con seta e oror, molto in rilievo e resistente, per paramenti e arazzi.
– Ricami a riporto, che si ottengono con l’applicazione di tessuti diversi da quello del fondo per ottenere un dato disegno.
– ricamo ad arazzo, uno dei più antichi, a fili contati, che riproduce scene di caccia, di ambienti familiari o soggetti sacri.
– ricamo lamellato, molto delicato, per il quale si usa un ago piatto a 2 buchi.
– ricamo in metallo, per bandiere, gagliardetti e altre applicazioni di carattere militare.

Vi sono poi il ricamo umbro, a colori, quello persiano, fastoso e ricco, il ricamo a giorno, a bandiera, a intaglio e tanti altri.

Il ricamo rappresentava il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto politico o religioso, aumentandone così dignità e prestigio.
In Italia, e precisamente in Sicilia, questa arte inizia intorno all’anno mille, durante il dominio dei Saraceni, che vi introducono laboratori di tessitura e di ricamo, rispettivamente Thiraz e Rakam, dai quali escono manti cerimoniali di grande pregio. La parola ricamo, infatti, deriva dal lemma arabo raqm (racam) che significa “segno, disegno”.

La Chiesa assegna al ricamo il compito di edificazione religiosa. Il materiale che il Medioevo offriva per i soggetti era inesauribile, le figure del Vecchio e del Nuovo Testamento e la crescente schiera di Santi presentava un’infinita abbondanza di avvenimenti interessanti e meravigliosi. Dal Medioevo fino al XVI secolo inoltrato, i ricami sono sovente portatori di tradizioni popolari e di poesia, ma anche di leggende profondamente radicate nell’animo dei popoli.

Durante il regno dei Normanni, in particolare di Ruggero II, la maestria dei ricamatori e tessitori è tale che i loro manufatti sono degni di Papi e Imperatori. I motivi ornamentali sono, in quell’epoca, ancora limitati a pochi elementi fitomorfi (albero della vita, giglio) e zoomorfi (grifoni, pappagalli, aquile), resi in maniera schematica ed essenziale.

Ci rimane, quale monumentale testimonianza, il Mantello da incoronazione del Sacro Romano Impero, ricamato con oro e perle, con un motivo di cammelli assaliti da leoni tigrati, a specchio, separati da una palma da datteri, simbolo dell’albero della vita. Fu ordinato nel 1133 e fu portato a termine nel 1134; ora è conservato nel Kurstgeveben Museum di Vienna. Molto probabilmente la tecnica e i decori sono stati portati presso le altre maggiori corti della Penisola dalle stesse maestranze arabo-sicule, costrette a fuggire sulla fine del secolo XIII a seguito della rivoluzione dei Vespri.

La moda dei ricami coinvolge le “nobili et virtuose donne” europee, che continuano a trovare in quest’arte un modo materiale e spirituale di evadere dalla quotidianità familiare. A Venezia si occupa di ricamo persino suor Arcangela Tarabotti, la scrittrice femminista ante litteram.

Si diffondono ovunque gli Istituti di religiose che accolgono giovinette abbandonate per insegnare loro un mestiere, di ricamatrice o merlettaia, e per aiutarle poi, anche con l’apporto di una dote messa da parte in anni di lavoro all’interno del collegio, ad inserirsi degnamente in società.

In Francia la riorganizzazione dell’Arti e dell’Artigianato determinata dall’accorta politica di Jean Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV, riunisce in un unico luogo, dov’era esistita la Manifattura d’Arazzi di Gobelins, tutti i laboratori destinati a produrre soltanto per il re. Sotto la direzione del pittore Le Brun, dal 1663, una équipe di artisti rinomati, tra cui scultori, architetti, ebanisti, incisori, tessitori e ricamatori, vengono riuniti nella “Grande Fabrique” per creare gli arredi dei sontuosi interni ed il guardaroba personale del loro sovrano.

Nel Settecento si assiste addirittura ad un aumento di ricami, anche se forse meno rilevati e spessi.

Viene usato prevalentemente per l’abbigliamento maschile, “camiciole” e “velade” si arricchiscono di bassorilievi auro-serici lungo le bottonerie e sui bottoni, attorno alle tasche, a sottolineare gli orli degli scolli, gli spacchi, risvolti, sui paramani delle maniche sagomate. Sono per lo più fiori, di tutte le tipologie, a mazzi, a tralci a ghirlande, intrecciati a nastri, nodi d’amore, nappe, conchiglie e piume.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento da lavoro Brescia.

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Comunicati

“Il Sapore e il Sapere: Salumificio Roncadese

Oggi vi parleremo di quei Artigiani di un tempo a partire dalle materie prime semplici e uniche che caratterizzano i prodotti del Salumificio Roncadese, occhi e mani esperte lavorano ogni giorno
per scegliere l’eccellenza della materia prima.

Abbiamo incontrato Ivan Bozzato, contitolare con il padre del Salumificio Roncadese, lo abbiamo messo sotto torchio per fornirci tutti i segreti produttivi e, perché i suoi salumi sono cosi buoni e molto apprezzati dai clienti:

  • Perché Ivan i vostri salumi sono semplicemente splendidi?

Siamo ancora un salumificio artigianale di Roncade in provincia di Treviso, e da sempre offriamo salumi di qualità. Produciamo i nostri salumi come artigiani, con carne selezionata di prima qualità e spezie 100% naturali. Ciò che rende unici i prodotti è l’esperienza che mio padre mi ha trasmesso, che hanno fatto di questo mestiere la passione più grande della propria vita. Siamo da sempre un salumificio a conduzione familiare, legati ai sapori autentici e genuini di una volta. La nostra filosofia è semplice: un’attenta selezione delle materie prime, una lavorazione artigianale in tutte le fasi e una ricerca costante – in equilibrio tra tradizione ed innovazione.

  • Quando avete capito che eravate sulla strada giusta?

Nel nostro salumificio ogni salume ha il suo tempo per divenire buono. Solo attraverso una stagionatura adeguata e mai forzata si riscopre il tempo reale del gusto, della genuinità e del sapore vero. La stagionatura rende il prodotto veramente esclusivo, “questo è il sapere dei sapori”.

* Un sogno?

Vorrei fare assaggiare il mio cotechino a Carlo Cracco.

Per concludere Ivan, cosa vorresti aggiungere: il nostro lavoro è una missione che racchiude in sè valori professionali ed etici, la conoscenza di tecniche e di procedure precise che rappresentano poi il gusto, la bontà e la genuinità di tutti i nostri prodotti sulla tavola e, questo lo percepisci dalle relazioni che abbiamo, questo è il fattore-chiave di una buona salute aziendale.

Tirando le somme, che voto daresti alla tua azienda? Un bel’8 non voglio essere presuntuoso.

Distinti salumi a tutti.

Info e Informazioni utili

Salumificio Roncadese

Roncade – Via Manera 21

www.salumificioroncadese.it

mail: [email protected]

 

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Volontariato e società

Volontari per l’ambiente ripuliscono l’area del porto di Senigallia

In un paio d’ore raccolti 3 sacchi di spazzatura

I volontari de La via della felicità di Senigallia, organizzano diverse attività nell’area, come pulizia parchi, spiagge libere ed altre attività che hanno lo scopo di ripristinare, con i fatti, quei valori sociali molto importanti per vivere una vita migliore e più felice per tutti.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 20 febbraio, approfittando della bellissima giornata, il gruppo di volontari, armati di guanti e pinze, si sono dedicati ad un intervento di pulizia nella zona porto di Senigallia con il risultato di 3 sacchi di spazzatura, tra plastica e cartacce; incastrate tra i roccioni, ma pur sempre degradanti per l’ambiente.

Il rispetto dell’ambiente è uno dei punti trattati nella guida al buon senso La via della felicità, l’opuscolo che ispira i volontari ad impegnarsi costantemente nelle diverse attività nella comunità.

Molta la soddisfazione dei volontari per il lavoro fatto, e anche per l’apprezzamento dai cittadini che passando hanno dispensato tantissimi “Bravi”, “Grazie per quello che fate”; ecc… che fa capire quanta sia  l’attenzione all’ambiente; considerando che anche queste piccole azioni contribuiscono a mantenere il litorale di Senigallia “un gioiello”, apprezzato e ammirato ogni anno da migliaia di persone che si godono la meravigliosa spiaggia di Velluto.

Dato che il nostro benessere è legato alle azioni degli altri, diventa vitale promuovere i benefici di una buona condotta. “Rispettare e proteggere il proprio ambiente” questo è uno dei messaggi che i volontari vogliono diffondere nella società.

Il filosofo L. Ron Hubbard scrive: “Un ambiente deturpato da persone in disordine può avere un effetto leggermente depressivo sul morale. Comunque, ricchi o poveri, o per qualunque altra ragione, quelli che non hanno cura delle loro proprietà e luoghi possono provocare disordine alle persone che vivono accanto a loro.”

Vai sul sito: www.laviadellafelicita.org e decidi come puoi entrare in azione per migliorare il tuo ambiente.

 

 

 

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Salute e Benessere

Avis Regionale Lombardia: il Coronavirus non è un pericolo per chi dona e chi riceve

Il sistema sangue italiano è sicuro e non teme il Coronavirus. AVIS Regionale Lombardia, alla luce del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha rafforzato le misure di contenimento, tranquillizza e invita i donatori a continuare a donare. A scopo puramente prudenziale sono sospese temporaneamente dall’attività donazionale i residenti nei comuni di Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione D’Adda, Castelgerundo, Fombio, Maleo, Bertonico, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini.

Il presidente di AVIS Regionale Lombardia, Oscar Bianchi rassicura: «I donatori devono comportarsi come sempre, seguendo il fondamentale criterio dell’autosospensione in caso di sintomi da raffreddamento e febbre o altri sintomi simili.  Si dona il sangue solo quando si è in buona salute, quindi è opportuno avere la sensibilità di comunicare alla struttura trasfusionale se tali sintomi sono comparsi nei 15 giorni dopo la donazione. A tutti i donatori raccomando di informare il servizio trasfusionale di riferimento in caso di comparsa di sintomi compatibili con l’infezione da “Coronavirus” o in caso di diagnosi, nei 14 giorni successivi ad una donazione. Vige il principio di massima precauzione, ma è importante ribadire che il nostro sistema trasfusionale è sicuro e di qualità”.

Insieme alle istituzioni nazionali e locali, Avis Regionale Lombardia sta costantemente monitorando la situazione e dando aggiornamenti puntuali sui canali social e sul sito. Non sono state documentate trasmissioni mediante la trasfusione di emocomponenti e non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale ma in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state rafforzate le misure di sorveglianza anamnestica sul donatore di sangue. I criteri di esclusione dalla donazione sono: soggiorno in area interessata nei 28 giorni precedenti, soprattutto se vi sono stati contatti personali con soggetti confermati o potenzialmente infetti, specie se con sintomi simil influenzali, ma anche in fase ancora asintomatica; presenza di sintomatologia simil influenzale. I sintomi più comuni sono febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Il periodo di incubazione è attualmente stimato in 3-14 gg. E’ competenza e responsabilità del medico l’ammissione o meno alla donazione.

Sul sito di Avis regionale www.avislombardia.it è pubblicato il pieghevole informativo del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità su sintomi e prevenzione del Coronavirus.

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Salute e Benessere

Inquinamento plastica: un’emergenza alimentare

L’uomo mangia 5 grammi di plastica ogni settimana e questa sta diventando un’emergenza sempre più pressante.

Mano a mano che gli scienziati studiano il problema ci si rende conto della gravità della situazione: se fino a qualche anno fa si pensava che il problema principale fosse di natura strettamente ecologica per la vita di flora e fauna, oggi, progressivamente, ci si sta rendendo conto che l’emergenza sta trasformandosi in un problema anche sanitario.

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Scienza e Tecnologia

Condensa sulle finestre di casa, come prevenire questo problema

Con il cambio di stagione e il freddo dell’inverno, il fenomeno della condensa sui nostri infissi e serramenti diventa sempre più frequente.

La sua comparsa può portare a problematiche quali muffa attorno ai bordi delle finestre, gocce d’acqua che possono rovinare i nostri pavimenti, soprattutto in presenza di parquet, i nostri mobili in legno e addirittura l’intonaco delle pareti.

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Salute e Benessere

Concorso Cuore d’oro 2.0: edizione #gialloplasma

Ultimi giorni per partecipare al secondo concorso “Cuore d’Oro 2.0 – Edizione #gialloplasma” promosso da Avis Comunale di Bergamo per sensibilizzare i cittadini sulle donazioni di plasma.

Il plasma è la parte liquida del sangue di colore giallo. Da questo prezioso elemento è possibile ottenere dei veri e propri farmaci per la cura di numerose malattie e – poiché il fabbisogno nazionale rende necessario importare dall’estero alcune scorte di tali farmaci – è fondamentale incrementare il numero di donatori e di donazioni. Per questo Avis Comunale di Bergamo organizza questo concorso la cui partecipazione è gratuita ed aperta a tutti i cittadini di Bergamo e ai soci Avis iscritti nella sezione Comunale di Bergamo.

Scopo del concorso: la realizzazione di grafiche e fotografie utili a sensibilizzare donatori ed aspiranti donatori al dono del plasma.

Partecipare è semplice, basta inviare la scheda di adesione (individuale o di gruppo) e l’elaborato in alta definizione, che può essere un disegno grafico o una fotografia, all’email [email protected] entro e non oltre il 7 marzo 2020.

In palio numerosi premi. A tutti i partecipanti verrà consegnato il kit #gialloplasma mentre ai primi tre classificati dei buoni dal valore di 300 euro, 200 euro e 100 euro. I lavori più meritevoli saranno promossi sui canali social di Avis Comunale Bergamo, e utilizzati per il materiale informativo promozionale dell’Associazione.

Per informazioni e programma: www.avisbg.it

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Instagram @aviscomunalebergamo

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News

eCommerce: è rivoluzione grazie alla nuova tecnologia di Image Recognition

Yakkyofy, il software italiano che rende completamente automatica la gestione di un negozio online, oggi lancia sul mercato il primo strumento mai inventato, per la realizzazione di preventivi automatici di prodotti da vendere in dropshipping.

Roma 19/02/2020 Si chiama Yakkyofy la startup italiana, con sede a Bari, che oggi punta a rivoluzionare il mercato dell’eCommerce delle consegne in dropshipping grazie al lancio del primo software al mondo in grado di realizzare preventivi B2B in tempo reale.

Questa tecnologia di Image Recognition, basata sul Machine Learning, oggi in fase di brevetto, è in grado di riconoscere un prodotto attraverso un’immagine, di cercarlo all’interno di un enorme database, in continua espansione, con oltre 12 milioni di articoli e di restituire una quotazione comprensiva di spedizioni per oltre 100 paesi diversi, in maniera completamente automatica.

Un’innovazione che cambierà per sempre il mondo dell’eCommerce.

Oggi il 33% di tutti i prodotti venduti online viene consegnato con una tecnica chiamata dropshipping che permette al proprietario di un negozio di vedere articoli che non possiede fisicamente, ma di inviare automaticamente gli ordini generati sul suo store ad un fornitore che spedisce la merce al cliente finale per suo conto.

Questo sistema riduce esponenzialmente sia i costi di gestione di un business online perché il proprietario dello store non dovrà gestire nè inventario nè spedizioni, sia i costi di logistica della merce che viene spostata una sola volta al momento dell’acquisto.

I numeri di questo mercato sono incredibili e in rapida crescita. Solo nel 2019, le vendite al dettaglio globali generate dal settore eCommerce sono state pari a $3453 miliardi di cui $1139 miliardi attribuibili al metodo del dropshipping che si prevede raggiungerà i $1609 miliardi entro il 2021.

Fino ad oggi, c’erano solamente due metodi per reperire i prodotti da consegnare con questo metodo di rifornimento: si potevano acquistare articoli da altre piattaforme online con il metodo dell’arbitraggio oppure comprare prodotti direttamente da un fornitore.

Nel primo caso, il proprietario dello store riusciva a trovare la merce ricercata con una procedura online ma doveva acquistare gli articoli uno per uno a prezzi B2C, nel secondo caso, acquistava prodotti a prezzi B2B, ma doveva attendere preventivi da 7 a 10 giorni e doveva assicurare al fornitore un minimo quantitativo d’ordine giornaliero.

Grazie al nuovo strumento offerto da Yakkyofy, che offre preventivi B2B in tempo reale per prodotti in dropshipping, tutto è cambiato ed ora i rivenditori possono avere prezzi B2B per i loro prodotti direttamente online, senza aspettare e senza la richiesta di un MOQ.

Come è nata questa nuova tecnologia di Image Recognition

Nel 2018, Giovanni Conforti e Carole Hsiao, fondatori di Yakkyofy ed esperti di logistica internazionale, decidono di realizzare un software in grado di automatizzare completamente tutta la gestione di un negozio in dropshipping: dall’approvvigionamento, fino alla consegna.

Quindi, con questo obiettivo in mente, lanciano nel settembre del 2018, la prima versione di Yakkyofy, che consentiva ai proprietari di uno store online di importare prodotti dal loro catalogo in un clic, automatizzare completamente tutto il processo di pagamento ed evasione degli ordini e spedire merce in 3-12 giorni in Nord America e nella maggior parte dei paesi dell’UE, inviando i tracciamenti in automatico al cliente finale.

A questi servizi oggi Yakkyofy, aggiunge anche la possibilità di realizzare preventivi B2B in tempo reale tagliando in maniera considerevole i tempi di gestione di un eCommerce in dropshipping: infatti, grazie alla sua tecnologia Image Recognition basata sull’apprendimento automatico, il software Yakkyofy è ora in grado di mappare un’immagine inviata da un cliente, trovarla all’interno di un enorme database con milioni di prodotti e restituire un preventivo con i prezzi di spedizione per oltre 100 paesi, in pochi istanti. “Il 2020 sarà un anno molto emozionante per noi”, ha affermato Giovanni Conforti, CEO di Yakkyofy.

 

“Grazie alla nostra tecnologia di Image Recognition, ora siamo l’unica azienda sul mercato ad offrire un servizio di preventivi B2B in tempo reale. Questo nuovo strumento ridefinirà completamente le logiche del mercato del dropshipping perché offrirà maggiori margini di profitto, ridurrà i tempi di attesa per le quotazioni dei prodotti e permetterà ai dropshipper di reagire più rapidamente all’emergere di nuovi trend di mercato. “

Nel 2021, si ritiene che i ricavi del dropshipping genereranno oltre $1609 miliardi di dollari e Yakkyofy è impaziente di conquistare la sua fetta di questo mercato grazie alla sua nuova tecnologia di Image Recognition e al suo software in continua evoluzione.

“I nostri sviluppatori sono in fermento e pronti a rilasciare molte nuove funzionalità entro la fine del 2020” ci conferma Giovanni Conforti e noi auguriamo a questa startup italiana un grande in bocca al lupo.

Visita il nostro sito: http://bit.ly/2UJVOZ9

Image recognition tool: http://bit.ly/3bA43gn

La società: Yakkyofy è l’unico software che ti aiuta a gestire in maniera completamente automatica un negozio in dropshipping, con un notevole risparmio sia in termini di tempo che di denaro.

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Comunicati Eventi

Il Gal L’Altra Romagna firma due importanti accordi di cooperazione regionale per lo sviluppo dell’Appennino Romagnolo

Il Gal L’Altra Romagna, rappresentato dal Presidente Bruno Biserni, è stato protagonista della sottoscrizione di due accordi di cooperazione inter territoriali insieme a tutti gli altri GAL – Gruppi di Azione Locale dell’Emilia Romagna, a loro volta rappresentati dai rispettivi Presidenti.

La firma dell’accordo è avvenuta nella sede del Municipio di Bobbio, borgo decretato come più bello d’Italia per il 2019 all’interno del talent di Rai3 “Il Borgo dei Borghi, alla presenza del Sindaco Roberto Pasquali.

I progetti sottoscritti riguardano la tematica dei cammini e del paesaggio.

Entrambi i progetti si avvalgono di azioni comuni concertate in coerenza con il coordinamento regionale, mentre le azioni locali sono contestualizzate alle esigenze dei rispetti territori di competenza.

Il primo progetto dal titolo “Percorrendo le vie di pellegrinaggio dagli appennini al Delta del Po – itinerari nelle aree rurali dell’Emilia Romagna” si pone l’obiettivo, tramite un approccio partecipato, di migliorare itinerari e percorsi sotto il profilo della mappatura e della ricognizione, dell’ospitalità, dell’enogastronomia tipica e della promozione e comunicazione.

In particolare le aree di competenza del GAL L’Altra Romagna interessate dal progetto saranno quelle attraversate dai Cammini già riconosciuti a livello regionale sia per il versante forlivese-cesenate che per quello faentino, la cui rappresentanza è svolta dalle rispettive Associazioni.

Il secondo progetto dal titolo “Paesaggi da vivere – valorizzazione dei paesaggi rurali e creazione di osservatori locali per la qualità del paesaggio dell’Emilia Romagna” si pone l’obiettivo di fornire una lettura ed interpretazione dell’Appennino romagnolo con il fattivo coinvolgimento della popolazione locale, al fine di identificare i “paesaggi” più rappresentativi delle aree rurali forlivesi-cesenati e faentine, i paesaggi da valorizzare ulteriormente ma anche quelli da “mitigare” per la presenza di elementi incongrui.

L’Appennino romagnolo, può rappresentare un vero e proprio “laboratorio” a cielo aperto per quanto riguarda tale tematica.

I partner dei due progetti sono tutti i 6 GAL dell’Emilia Romagna ai quali è assegnata la gestione della Misura 19 del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna all’interno delle rispettive aree rurali di competenza.

Nello specifico i GAL coinvolti sono:

Gal del Ducato con competenza per le aree rurali delle Province di Piacenza e Parma

Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano con competenza per le aree rurali delle Province di Modena e Reggio Emilia

Gal Appenino Bolognese con competenza per le aree rurali della Provincia di Bologna

Gal Delta 2000 con competenza per le aree rurali delle Province di Ferrara e Ravenna

Gal L’Altra Romagna con competenza per le aree rurali delle Province di Forlì-Cesena e Ravenna

Gal Valli Marecchia e Conca con competenza per le aree rurali della Provincia di Rimini

 I termini per la realizzazione completa di tutte le attività previste da entrambi i progetti è fissata al 31/12/2022.

 

L’ufficio stampa

GAL L’ALTRA ROMAGNA

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