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Scienza e Tecnologia

Eni impianti gonfiabili, adattabilità e alto grado di sperimentabilità

Fotovoltaico organico tra celle stampabili e impianti gonfiabili

Eni impianti gonfiabili, adattabilità e alto grado di sperimentabilità

Dal Centro Ricerca Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara al MIT di Cambridge passando per il finlandese VTT: viaggio lungo strada dell’innovazione per il fotovoltaico organico

Fotovoltaico organico tra celle stampabili e impianti gonfiabili

Leggero, flessibile, economico, personalizzabile e a basso impatto: sulla carta il fotovoltaico organico (Organic PhotoVoltaics – OPV) ha caratteristiche invidiabili. E nonostante l’efficienza di conversione non sia ancora a livello delle tradizionali celle al silicio e delle altre tipologie di fotovoltaico a film sottile, da pochissimo tempo è riuscito a farsi strada nel mercato solare. Al netto dei problemi di resa e stabilità, infatti, la tecnologia organica offre benefici unici che continuano a nutrirne l’appeal anche sul fronte dei costi. Il settore ha messo a punto soluzioni che rendono estremamente semplice ed economica non solo la produzione ma anche il trasporto in zone impervie e l’installazione: lì dove il silicio mostra rigide e pesanti celle nere o blu, il fotovoltaico organico può contare su paste, pellicole, soluzioni liquide o veri e propri inchiostri solari, arrivando in alcuni casi a risparmiare fino al 90 per cento in peso di materiale rispetto la controparte inorganica.

L’adattabilità e l’alto grado di sperimentabilità rendono oggi questa tecnologia un popolare campo di ricerca. Campo a cui partecipa a pieno titolo anche l’Italia. Il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara lavora dal 2007 sul solare avanzato in collaborazione con diverse accademie italiane ed estere, incluso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) statunitense. In questi anni il progetto condotto nell’Istituto piemontese – uno dei più prestigiosi centri di ricerca industriale in Europa –ha portato alla realizzazione di innovativi moduli fotovoltaici organici, grazie anche della collaborazione con il VTT Technical Research Centre of Finland, il CNR e numerose università italiane. L’obiettivo? Realizzare pannelli economici e versatili che facilitino da un lato l’integrazione del OPV in edilizia e dall’altro l’elettrificazione di aree remote e difficili da raggiungere.

Nel Centro ricerche Eni di Novara è appena entrato in produzione un impianto pilota per la stampa di rulli di OPV. Nel caso dell’Organic PhotoVoltaics, infatti, tutti gli strati della cella possono essere prodotti in soluzione ad atmosfera e temperatura ambiente, utilizzando tecniche di stampa roll to roll molto simili a quelle che si usano per le riviste a colori. In altre parole, questa tecnologia non richiede complicate fasi di deposizioni di vapore né particolari condizioni ambientali. Ciò offre dei diretti vantaggi economici ed ambientali e il risultato è un dispositivo flessibile, leggero, robusto e ultrasottile in grado di assumere qualsiasi forma e su cui è possibile progettare disegni illimitati: può essere stampato su sottili rotoli di plastica, che possono piegarsi o curvarsi attorno alle strutture, essere incorporato nei tessuti per indumenti o accessori o applicato sui materiali edilizi per trasformare finestre e facciate di un edificio in centrali solari integrate. Un’altra opzione, su cui sta lavorando il Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente, interessa l’applicazione delle celle polimeriche nella sensoristica di un sistema elettrico, nell’ambito dell’Internet Of Things. La soluzione fa leva su una delle grandi capacità del fotovoltaico organico, ossia quella di riuscire a lavorare anche con la luce diffusa negli ambienti interni, rivelandosi pertanto una funzionale fonte d’alimentazione indoor.

Gli ultimi trend di settore hanno sfruttato la leggerezza e flessibilità del fotovoltaico organico per realizzare impianti d’emergenza mobili, facilmente trasportabili in quelle aree remote del pianeta senza accesso all’elettricità o in situazioni di emergenza al verificarsi di grandi calamità. In questo filone di ricerca si inserisce anche il lavoro svolto da Alessandra Cominetti presso il Centro piemontese. Cominetti, assieme al suo team, ha perfezionato la tecnologia dei pannelli solari organici (Organic PhotoVoltaics, OPV) applicandola a un sistema gonfiabile.

Il risultato è una struttura di forma prismatica, dal peso estremamente ridotto e dal facile utilizzo: basta trasportare il kit – inserito in uno zaino – dove necessario, aprirlo per attivare i moduli solari OPV, gonfiarlo con l’aria usando la pompa elettrica alimentata dai moduli stessi e orientarlo nella posizione migliore per la ricezione dei raggi solari e la produzione immediata di elettricità. L’impiego non richiede alcuna preparazione tecnica da parte degli utenti. Inoltre, la struttura gonfiabile è stata concepita per permettere all’impianto di essere ancorato a terra semplicemente inserendo un peso (sassi, sabbia, acqua) nella tasca di cui è dotato oppure, tramite ormeggio, può essere posto sull’acqua a galleggiare. La ricerca sul fotovoltaico organico gonfiabile ha fatto meritare alla scienziata il prestigioso premio dedicato ai giovani innovatori con meno di 35 anni promosso da MIT-Technology Review Italia e dalla Bologna Business School dell’Università di Bologna.

Rinnovabili.it
Redazione
http://www.rinnovabili.it

Fonte: Rinnovabili.it

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Quando Chiamare un Pronto Intervento Idraulico è Urgente

Il servizio di pronto intervento idraulico può essere provvidenziale in tutti quei casi di guasto all’impianto idraulico in cui un intervento urgente può evitare o limitare i danni alla casa o a qualsiasi altro edificio o oggetto in essi presente.
Le aziende come HM Service che offrono un pronto intervento idraulico Pisa, Siena, Livorno e nel resto della Toscana sono organizzate per rispondere sempre alle richieste in ogni momento del giorno e della notte e in ogni giorno dell’anno compreso i festivi o i periodi di ferie-
Ogni chiamata di intervento urgente sarà gestita nel modo più veloce e professionale in modo che già da questa potranno essere annotate le informazioni necessarie a pianificare il pronto intervento idraulico nel modo più adatto alle specifiche esigenze di intervento.
Una volta ricevuta la richiesta e stabilito con il cliente l’intervento da fare ed un costo la azienda provvederà a mandare nel più breve tempo possibile un idraulico professionista a cui saranno già comunicate le informazioni ricevute in merito al guasto.
In questo modo l’idraulico che interverrà con la massima urgenza potrà già farsi un’idea e attrezzarsi in modo adeguato per risolvere il guasto nel modo più veloce possibile garantendo allo stesso tempo la qualità della riparazione.
Per quanto riguarda il costo il servizio di pronto intervento idraulico ha un costo fisso di chiamata maggiore a quello di un intervento programmato, per questo motivo al momento della chiamata sarà deciso insieme al cliente se la riparazione sia veramente urgente per il pericolo di eventuali danni alla casa o se potrà rientrare nella lista degli interventi programmati.
Per questo motivo è bene sapere quando è importante se non fondamentale attivare la procedura del pronto intervento idraulico: un intervento idraulico è veramente urgente nei casi in cui si abbia a che fare con specifiche situazioni che stanno provocando danni o ne possono provocare se non si interviene.
Nello specifico situazioni che si possono ritenere urgenti sono:
Perdita di acqua in corso dalle tubazioni dell’impianto
Tubi o scarichi intasati
Allagamenti o infiltrazioni
Elettropompa guasta
Bassa pressione dell’acqua
Nel caso si abbia a che fare con problematiche di questo genere può essere utile richiedere il servizio di pronto intervento idraulico urgente in quanto si potrebbero verificare danni imminenti alle strutture della casa o dell’edificio e agli oggetti presenti in essi.

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Leonardo Di Caprio risponde alle accuse di Bolsonaro su youtube

Leonardo Di Caprio versus Jair Bolsonaro

Leonardo Di Caprio risponde alle accuse di Bolsonaro su youtube

Ieri ho pubblicato un video che riporta che il presidente della repubblica Jair Bolsonaro ha accusato Leonardo Di Caprio di aver finanziato le organizzazioni responsabili dell’incendio nella foresta amazzonica che abbiamo avuto principalmente nel mese di agosto e che ha attirato l’attenzione di tutto il pianeta.

Bisogna ricordare che l’accusa di Jair Bolsonaro è il risultato della attività dello stesso Leonardo Di Caprio fondatore di una ONG chiamata alfalailce che è un’organizzazione non governativa.
Leonardo Di Caprio versus Jair BolsonaroLeonardo Di Caprioha promesso 5 milioni di dollari alle organizzazioni antincendio in Amazzonia e da agosto jair Bolsonaro e i suoi figli hanno accusato le ONG di aver spento gli incendi per guadagnare questa cifra che avevano esse stesse acceso.
Lo scopo sarebbe quindi di raccogliere donazioni e la scorsa settimana il centro delle critiche di parte del governo Bolsonaro è ricaduto su una persona, che è tra le più attente e attive in favore delle più grandi organizzazioni non governative del pianeta legate al problema dell’ambiente:
Le accuse sono sorte dopo accuse contro la Greenpeace un’altra ong e così tante altre persone che hanno a favore di tali organizzazioni specifiche in riferimento a chi elogia il popolo brasiliano che lavora per salvare il suo patrimonio culturale e naturale.
L’ufficio di Cabral ha negato le accuse di Jair Bolsonaro in una lunga nota ha anche definito una favola delirante per tutti coloro che lavorano nella lotta agli incendi boschivi, è bene ricordare che questi incendi tutte le indicazioni in riferimento alle indagini ufficiali indicano che i responsabili sono accaparratori di terra e taglialegna non ci sono prove ufficiali. che alcune organizzazioni non governative siano i responsabili e le uniche segnalazioni al riguardo sono quelle del presidente della repubblica
Leonardo Di Caprio è intenzionato a negare questa ipotesi e sostiene inoltre che le organizzazioni che le ONG non hanno contribuito in nessun modo e non fanno parte di questo gruppo accusato dai membri del governo brasiliano. Questa è la risposta di Leonardo Di Caprio e  in qualsiasi momento daremo ulteriori informazioni su questo  canale attivo tinkerbell.

FONTE: youtube.com

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Ricetta del panforte di Siena secondo Rachel Roddy

Panforte di Siena

Ricetta del panforte di Siena secondo Rachel Roddy

Prova questo “pane forte” senese, ricco di frutta secca e spezie, in alternativa alla torta di Natale.

Il panforte di Rachel Roddy: “Non mi fa pensare tanto al pane come a un torrone incrociato con una torta di frutta densamente speziata”.
Fotografia: Rachel Roddy / The Guardian

Sono arrivati ​​la scorsa settimana: la parte superiore del frigorifero nel forno nella parte inferiore del mio edificio ora ha una corona di cartone, metà contenente pandoro , l’altra metà panettone. “Sono quelli di lunga durata”, mi ricorda Angela dietro la cassa, prima di scartare un dolce: “Dureranno fino al prossimo giugno.”

“Potrei essere morto entro giugno!” Dice una signora che paga un pacchetto di ceci. “Beh, dovresti aspettare e comprare uno di quelli che cuociamo a dicembre,” rise Angela. “Non dureranno fino a giugno, e sono migliori per questo.”

Il pandoro a forma di stella, o pane dorato, è originario di Verona, mentre il panettone a cupola è una specialità di Milano. Le origini di entrambi sono circondate da leggende urbane. Ciò che è certo, tuttavia, è che sono entrambi pani festivi che sono nati perché un cibo normale, vale a dire il pane, è stato arricchito con uova, burro, zucchero e forse spezie e frutta candita simile a un gioiello, che lo ha trasformato in un cibo celebrativo. Mentre i cibi hanno sempre viaggiato per i ricchi, fu l’unificazione dell’Italia nel 1861, insieme all’industrializzazione e ai trasporti, che vide la diffusione del cibo regionale per altre classi. Nel 1931, nella loro Guida Gastronomica d’Italia, il Touring Club d’Italia ha dichiarato il panettone di Milano il dolce natalizio nazionale. Questo non vuol dire che la lealtà ai pani festivi locali non è rimasta forte: i romani nei confronti del loro pangiallo (pane giallo) e del panpepato altamente pepato ; i toscani al loro panforte ; i bolognesi il loro panone . Ma, a Natale, anche le persone che potevano permetterselo acquistavano un panettone.

Un panettone ha fatto parte della nostra famiglia inglese di Natale come una torta di frutta fortemente iniettata dalla metà degli anni ’80. Una torta italiana gonfia che puoi strappare è come la ricordo per la prima volta, raccogliendo e togliendo i pezzi lasciati sul foglio. Ad un certo punto, è diventato il nostro Natale Torta per la colazione del giorno, un’abitudine che è rimasta: i bocconi mangiati tra i regali di apertura, l’involucro del panettone si aggrovigliano con la carta da imballaggio e le cinture della vestaglia. Ora il mio compito è di riportare un panettone (o tre) con me da Roma, il che significa che sono inevitabilmente un po ‘schiacciati. Sono fedele alla panetteria nella parte inferiore del nostro edificio e al loro classico panettone ricoperto di castagne. Inoltre, poiché non ho intenzione di morire prima di giugno, ne compro uno di lunga durata da mettere nell’armadio, che mangio a colazione per una settimana a marzo.

La sorpresa quest’anno sarà un panettone della Mammamassaia in Abruzzo, realizzato con i migliori ingredienti con metodi tradizionali, quindi ha permesso una lunga lievitazione e un invecchiamento di 100 giorni: questi panettoni iniziano la loro vita ad ottobre per essere pronti per Natale. L’etichetta suggerisce di lasciarli in un luogo caldo per alcune ore – vicino a un fuoco o una cucina calda – prima di tagliarli con un coltello seghettato. Oltre a colazione, mi piace il panettone per la cena del Santo Stefano, scaldato in forno per alcuni minuti, quindi servito con una grossa chiazza di mascarpone che si scioglie in modo compulsivo.

Avendo comprato il panettone, farò il panforte: un pane forte che non mi fa pensare al pane come un torrone incrociato con una torta di frutta densamente speziata. Le ricette classiche senesi, o almeno quelle non coperte dal segreto, richiedono 300 g di arancia candita e limone. Ne uso un terzo, quindi 100 g di frutta candita e poi 200 g di fichi secchi e prugne secche.

Panforte di SienaGrazie al miele, alle spezie e alla natura elastica della frutta secca e delle noci, il panforte durerà fino a quando la corona della scatola sopra il frigorifero, ma è meglio dopo due settimane. Conservare in una scatola e, poco prima di servire, spolverare generosamente con più glassa, prima di tagliare a fette forti.

Panforte

Prep 20 min
Cuocere 10 min
Produce 16 fette

200 g di miele
250
g di zucchero semolato 300 g di arancia candita, cedro, datteri snocciolati, prugne o uva sultanina
250 g di mandorle tostate o nocciole
 o un mix di due
100 g di farina semplice
½ cucchiaino di cannella in
polvere ½ cucchiaino di chiodi di garofano macinati
½ cucchiaino di noce moscata
in polvere Zucchero a velo , polvere

Fodera la base e i lati di una tortiera da 20 cm con carta da forno. Riscalda il forno a 220 ° C (ventola 200 ° C) / gas 7. In una padella a fuoco basso, riscalda il miele e lo zucchero fino a quando lo zucchero non si è completamente sciolto. Versare in una ciotola.

Tritare grossolanamente la frutta secca e le noci e aggiungere alla ciotola, seguita da farina e spezie, mescolando il più possibile.

Scape il composto nella latta foderata, quindi usa un coltello immerso in acqua calda per lisciare la parte superiore. Spolverare con zucchero a velo, quindi infornare per 10 minuti.

Lasciare raffreddare prima di rimuovere dalla scatola, quindi spolverare con più zucchero a velo e servire.

 

FONTE: www.theguardian.com
Fotografia: Rachel Roddy / The Guardian

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Ecco come sostituire la vasca con un nuovo box doccia senza grattacapi.

Scopri perché è importante affidarsi a dei validi professionisti.

Negli ultimi tempi il servizio di trasformazione vasca in doccia è molto in voga. Questo è dovuto a delle motivazioni sia storiche che sociali: negli anni ’70 era quasi la regola installare vasche da bagno in tutte le case. Col tempo però ci si è accorti che mal si adattano ai ritmi frenetici della vita moderna, dove è senz’altro più pratico farsi una doccia veloce a fine giornata.

Quasi nessuno ha più il tempo di dedicare lunghi momenti ad un bagno rilassante, per ritrovarsi poi anche alla fine a dover pulire la vasca! Altre persone invece, con l’avanzare dell’età, devono fare i conti con una mobilità ridotta. Per costoro l’utilizzo della vasca diventa difficoltoso se non addirittura pericoloso perché fonte di possibili scivolamenti.

Questi sono i principali motivi che spingono molte famiglie a richiedere un intervento di sostituzione vasca con box doccia.

Il business della trasformazione vasca in doccia.

Molte aziende hanno perciò deciso di cavalcare l’onda del successo commerciale di queste specifiche richieste proponendo un servizio che in poche ore promette di smantellare la vecchia vasca da bagno sostituendola con un box doccia nuovo fiammante. Peccato che la velocità di questi interventi sia spesso a discapito della qualità.

Le aziende in questione propongono sovente i loro servizi con la modalità della televendita. L’utente, allettato dai prezzi estremamente bassi, telefona lasciando i propri dati per essere poi contattato da un venditore. In questa fase l’unico scopo dell’azienda è di perfezionare il contratto con una firma.

I lavori veri e propri verranno successivamente eseguiti da degli artigiani indipendenti, legati alla casa madre solo per l’incarico ricevuto. Spesso, per rispettare i tempi di consegna molto ristretti promessi, finiscono col terminare i lavori in maniera affrettata e approssimativa. Questo comporta che, in caso di problemi, sarà difficilmente reperibile lo stesso artigiano che ha eseguito il lavoro.

Ecco perché ci sono molti clienti scontenti…

Dalle molteplici recensioni negative presenti su internet si evince che il tallone d’Achille di questa tipologia di aziende è proprio il servizio post vendita. Non si contano le lamentele per lavori eseguiti male, richieste di assistenza a cui nessuno più risponde e ovviamente zero garanzie!

Come fare per non pentirsi della scelta fatta?

Per non trovarsi ad affrontare tutti questi inconvenienti è importante rivolgersi a dei professionisti affidabili e di comprovata esperienza, meglio se presenti da lungo tempo sul territorio, come EF Superfici di Costabissara (VI).

EF Superfici si occupa da ben 3 generazioni del settore pavimenti, rivestimenti e arredobagno a Vicenza e provincia ed esegue la sostituzione vasca con doccia con la massima maestria.

Un lavoro tanto delicato richiede la giusta dose di competenza: in EF Superfici sono tutti consapevoli che sostituire la vasca con doccia, così come qualsiasi ristrutturazione bagno, rappresenta una scelta non solo estetica ma anche pratica e funzionale. Così, oltre ad un sopralluogo preventivo dove si va a verificare l’effettiva possibilità di eseguire l’intervento, sono anche in grado di consigliare sui materiali più opportuni e lo stile che più si adatta ad ogni singola casa.

EF Superfici fornisce anche e soprattutto assistenza post vendita per permettere a tutti i clienti di godersi la stanza da bagno dei sogni in tutta tranquillità.

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Jair Bolsonaro accusa Leonardo Di Caprio degli incendi in Amazzonia che replica su youtube

Leonardo Di Caprio versus Jair Bolsonaro

Jair Bolsonaro accusa Leonardo Di Caprio degli incendi in Amazzonia che replica su youtube

Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha accusato l’attore e attivista ambientale, Leonardo Di Caprio, di aver finanziato gli incendi in Amazzonia; cioè, per donare alle organizzazioni ambientaliste, affermando che sono dietro alcuni degli incendi in quella regione e senza fornire alcuna prova.

ora andiamo in brasilia il presidente di questo paese per andare a Bolsonaro ha accusato l’attivista ambientale Leonardo Di Caprio di finanziare gli incendi in Amazzonia durante una breve presenza del palazzo dell’alba nel  governo il presidente di Caprio per essere donazioni di organizzazioni ambientaliste affermando che sono sono dietro gli studenti e i fuochi di Amazonia nei commenti ed entusiasti tornano davvero nella realtà nei seminari di grandi organizzazioni nello stato di Para e nel nord di Brasilia tutto ciò che sì per tagliare nessun tipo di presidente è salito e il deputato federale eduardo bolsonaro accusa i funzionari del governo di hollywood accusato di istigazione alla persecuzione e alla criminalizzazione del lavoro delle organizzazioni ambientali e non governative

Leonardo Di Caprio versus Jair BolsonaroStasera una guerra di parole tra brasiliani e Il presidente Wilson e il vincitore dell’Oscar l’attore Leonardo Di Caprio, presidente Bolsonaro incolpando la stella per il devastante gli incendi di Amazzonia all’inizio di quest’anno sono stati aragazzo ha detto dando soldi per impostare ilAmazon in fiamme Bolton Aural ha accusato alcuni aspetti ambientali non governativi organizzazioni di impostazione deliberata fuoco in Amazzonia contatta Leonardo Di Caprio sostiene di donare $ 500.000s tai contribuendo al fuoco nel Gli investigatori non ne hanno trovato nessuna prove finora per sostenere le accuse e ora l’attore gli attivisti climatici stanno ribattendo dicendo in una dichiarazione di instagram mentre degno di supporto che non abbiamo finanziato organizzazioni mirate aggiungendo che luirimane impegnato ad aiutare a proteggere l’Amazzonia per il futuro di tutti i brasiliani il fuoco finora ha contribuito a distruggere milioni di acri di ecosistema conosciutic ome i polmoni dei governi della terra in tutto il mondo incluso il Brasile lavorare insieme per assicurarsi questo non continua per il presidente del paese per affermare che un attore è in realtà cercando di danneggiare l’ambiente che sta cercando di proteggere è proprio questo mostra solo come il piccolo toro in qualche modo ha in tasca una pubblicità tempesta di fuoco che alimenta il dibattito sul Brasile clima futuro Candace Gibson NBC Notizie hey NBC News fan

 

FONTE: YouTube

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il Premier italiano Conte annulla l’incontro del pranzo di Roma con Joseph Muscat

Giuseppe Conte-Joseph Muscat

il Premier italiano Conte annulla l’incontro del pranzo di Roma con Joseph Muscat

 

Giuseppe Conte-Joseph MuscatMuscat doveva recarsi in Italia venerdì, per partecipare ai dialoghi sul Mediterraneo a Roma.

Fonti hanno confermato che il Premier italiano ha improvvisamente e inspiegabilmente cancellato il suo pranzo di lavoro con il Primo Ministro maltese.

Questa redazione, nel frattempo, ha contattato l’ufficio di Conte per cercare di ottenere una spiegazione.

Un portavoce del premier italiano ha dichiarato che l’incontro è stato annullato a causa di altri impegni che sono emersi nell’agenda del Primo Ministro italiano.

È insolito che gli incontri pre-programmati tra i capi di governo vengano annullati in una fase così tardiva, appena 24 ore prima che si terrà.

Gli osservatori hanno affermato che, mentre la risposta ufficiale di Conte è che altri incontri sono uguali, è probabile che quello con Muscat sia stato annullato a causa della situazione prevalente a Malta. La scelta di “altri impegni” nel corso di una riunione con un altro capo di stato è un messaggio forte, hanno osservato gli osservatori.

AGGIORNAMENTO 5 Dicembre 2019

Muscat si ritira dalla conferenza di Roma “all’ultimo minuto”

Joseph Muscat MaltaMuscat oggi  è stata annullata una conferenza sulla migrazione a Roma “all’ultimo minuto”, secondo la Deutsche Presse-Agentur.

Muscat avrebbe dovuto parlare di migrazione alla conferenza MED 2019, un’iniziativa annuale di alto livello promossa dal governo italiano.

Muscat oggi è stato evitato dal Primo Ministro italiano Giuseppe Conte che, come riportato ieri da The Malta Independent , ha annullato il pranzo di lavoro che avevano programmato.
Un portavoce dell’ufficio di Conte ha dichiarato a The Malta Independent che Conte ha preferito “altri impegni” rispetto al primo ministro maltese

Sabato, il primo ministro alle prese con la sua udienza ufficiale con il Papa è stato relegato in una visita privata senza la presenza dei media.

Muscat ha annunciato la sua intenzione di dimettersi a gennaio, anche se c’è una crescente pressione per dimettersi immediatamente.

FONTE:  www.independent.com.mt
IMMAGINI:  www.independent.com.mt

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Salute e Benessere

Italia, spesa sanitaria sotto la media Ue, la conferma del report Ue-Oecd

Spesa farmaci in italia

Roma, 4 dicembre – Un lancio dell’agenzia Ansa torna sul rapporto State of health in the Eu realizzato da Commissione europea e Organizzazione per la cooperazione o sviluppo economico (Oecd), sottolineando come esso confermi il dato di fatto che, con ogni probabilità, è la prima ragione dei problemi del sistema sanitario del nostro Paese: l’Italia spende meno per la sanità rispetto alla maggior parte degli altri Paesi dell’Europa occidentale.

Nel 2017, rileva l’autorevole report, l’Italia ha destinato alla sanità l’8,8% del Pil, ovvero una percentuale inferiore di ben un punto percentuale (corrispondente a circa 12 miliardi di euro)  alla media dell’Unione europea, che è del 9,8%. Per contro (e, verrebbe da dire, di necessità) i cittadini italiani mettono mano al proprio portafoglio per curarsi molto di più e più spesso degli altri europei: la spesa out of pocket per curarsi supera infatti ampiamente la media europea, arrivando al 23,5% della spesa sanitaria totale, ovvero quasi un quarto del totale (negli altri Stati membri di ferma al 16%, ben 7,5 punti percentuali in meno).

Il 40% di quello che i cittadini italiani sborsano di tasca propria è destinato alle visite mediche e agli esami diagnostici fatti in privato, e quasi la metà di questa voce di spesa riguarda in particolare la cura dei denti. I farmaci rappresentano invece circa il 30% e il restante 30% è dovuto per lo più al prezzo dei ticket per le visite specialistiche e gli esami con prescrizione del medico di famiglia e alla differenza di prezzo tra il farmaco branded acquistato in farmacia e quello del corrispondente prodotto equivalente, meno costoso.

FONTE: www.rifday.it
IMMAGINE: pixabay.com

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Notizie dal mondo

“Black Friday” significato: riguarda la vendita di schiavi?

Black friday 2019

“Black Friday” significato: riguarda la vendita di schiavi?

Nonostante la sua popolarità, non sembra esserci consenso sull’origine del termine del Black Friday.
Il Black Friday è uno degli eventi di vendita più grandi e attivi dell’anno.

Durante la frenesia dello shopping del Black Friday, un acquirente americano medio spende oltre $ 1000. Se ciò non è indicativo di quanto sia popolare questa giornata, il fatto che solo nel 2018, per un totale di 717,5 miliardi di dollari siano stati spesi per lo shopping, dovrebbe darti un’idea del significato di questa giornata per l’economia degli Stati Uniti.

Fino ad ora, non c’è chiarezza su come sia diventato il termine “Black Friday“. Nonostante la sua grande popolarità, molti non sanno perché il Black Friday si chiama Black Friday.
Black friday 2019

Acquirenti competono per una televisione e per acquistare articoli al dettaglio nel “Black Friday” in un supermercato Asda a Wembley, a nord di Londra, 28 novembre 2014 Luke MacGregor / Reuters

Tra le varie spiegazioni male informate su come sia nata la frase “Black Friday” per il giorno dopo il Giorno del Ringraziamento, l’affermazione più ridicola è che avesse a che fare con il commercio di schiavi.

Sembra che ci siano molti che credono erroneamente che il giorno dopo i proprietari delle piantagioni del Ringraziamento si impegnerebbero a comprare e vendere schiavi neri a prezzi scontati, ed è così che è stato coniato il termine.

L’affermazione non ha fondamenta ed è stata a lungo confutata, soprattutto perché le vacanze intorno al “Black Friday” arrivarono quasi un secolo dopo l’abolizione della schiavitù.

C’è una teoria ampiamente discussa secondo cui il termine potrebbe non avere nulla a che fare con le vacanze e il termine è stato usato per la prima volta nel 1869 per descrivere una frode finanziaria che ha causato il crollo del mercato dell’oro negli Stati Uniti, secondo un rapporto di History Channel .

Un’altra teoria afferma che il termine ha guadagnato popolarità nel 1951 dopo che i lavoratori hanno iniziato a chiamare il giorno post-ringraziamento malato e quindi hanno avuto una vacanza di quattro giorni.

C’è anche un altro riferimento che afferma che la polizia di Filadelfia ha introdotto il termine negli anni ’60 per descrivere il traffico caotico in città in vista delle partite di calcio che si tenevano ogni anno tra l’esercito e la Marina. Folle in gran parte composte da famiglie sarebbero discese sulla città, paralizzando il traffico.

La storia di origine del “Black Friday” ma non ha un vincitore chiaro. Sembra che ci siano stati diversi eventi nella storia che hanno contribuito al giorno che in seguito è arrivato per celebrare l’evento commerciale più frequentato dell’anno.

Tuttavia, è stato dimostrato senza dubbio che nessuna delle affermazioni supporta la teoria della schiavitù.

FONTE: www.ibtimes.sg
IMMAGINE: www.ibtimes.sg
AUTORE:   Johnlee Varghese

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Notizie dal mondo Salute e Benessere

Farmaci con obbligo ricetta dispensati da distributori automatici in Florida

Distributore automatico farmaci su ricetta

Farmaci con obbligo ricetta dispensati da distributori automatici in Florida

Un progetto di legge dello Stato della Florida, che ha già superato a pieni voti l’esame della commissione di esperti cui era stato sottoposto per una valutazione, si propone di  rendere più facile l‘accesso ad alcuni prodotti farmaceutici da prescrizione per i cittadini della Florida, consentendo la dispensazione attraverso automated pharmacy systems, sistemi automatizzati di farmacia.  A presentarlo il senatore Travis Hutson e il rappresentante della contea di Palm Beach Matt Willhite.

Distributore automatico farmaci su ricettaL’ iniziativa legislativa si propone appunto di consentire alle farmacie di comunità di utilizzare (all’interno e soprattutto all’esterno, anche a distanza) sistemi automatizzati per offrire alle persone l’accesso ai farmaci soggetti a prescrizione. Si tratta di macchine tecnologicamente avanzate, già sperimentate in un paio di ospedali della Florida, controllabili e gestibili in remoto, permettendo anche un’interlocuzione in teleconferenza tra l’acquirente e un farmacista. Oltre alla possibilità di distribuire i farmaci anche in strutture di cura a lungo termine e nelle carceri, i dispensing kiosks (per usare la sintetica defizione dei giornali di informazione americani) consentirebbero anche un più agevole accesso ai farmaci dei cittadini di aree estreme come quelle rurali o, più semplicemente, in orari in cui le farmacie di comunità sono chiuse.

Nelle intenzioni dei due legislatori della Florida, i  dispensing kiosks sono dunque una sorta di prosecuzione della farmacia con altri mezzi e non vogliono sostituire o limitare il ruolo dei tradizionali esercizi di comunità, ma al contrario estenderne le potenzialità: sarebbero infatti sotto la “supervisione e controllo” di un farmacista, che sarebbe responsabile del monitoraggio delle transazioni.

Per Hutson e Willhite la legge (che riguarda, è il caso di ricordaarlo, soltanto lo stato della Florida) concilierebbe l’esigenza di allargare e migliorare il perimetro del servizio farmaceutico con quella di “risparmiare sui costi” utilizzando “tecnologia e innovazione”. Il farmacista, si legge nel testo (che si riferisce ovviamente ai professionsiti che  operano con licenze e autorizzazioni della Florida) “deve essere tenuto a sviluppare e attuare politiche e procedure progettate per verificare che i medicinali forniti dal sistema di erogazione automatizzato siano accurati e validi e che la macchina sia adeguatamente rifornita”.

Ma proprio su questo punto si concentrano le forti riserve dei farmacisti, espresse in particolare da Michael Jackson, vicepresidente esecutivo della Florida Pharmacy Association, preoccupato in particolare dal fatto che con la nuova legge i sistemi automatizzati di dispensazione – che con l’attuale legge sono utilizzabili soltanto in strutture istituzionali – potrebbero essere istallati anche a distanza e non avrebbero quindi adeguata protezione: “Non abbiamo problemi con l’uso della tecnologia. Il nostro problema principale sono i dettagli su come i farmaci vengono distribuiti” ha affermato Jackso, ricordando che il Board of Pharmacy della Florida non ha avuto problemi negli ultimi anni ad approvato due sistemi da utilizzare nei campus ospedalieri. Ma un conto è collocare i dispensing kiosks in strutture e situazioni protette, un altro installarli al di fuori delle farmacie, magari a miglia e miglia di distanza, come potrebbe accadere nelle zone rurali.

Senza restrizioni nel loro collocamento” ha affermato al riguardo Jackson “i sistemi di farmacia automatizzata potrebbero essere a più di un’ora di distanza dal farmacista incaricato di supervisionare il sistema”, con conseguenti problemi in termini di garanzia di un corretto funzionamento. “Come sarei in grado di ispezionare la macchina se il sistema si trova a molte miglia di distanza da dove mi trovo?” si chiede il rappresentante dei farmacisti,  sollevando anche il problema del rifornimento dei dispensing kiosks: “Un farmacista o un tecnico farmacista potrebbe dover percorrere chilometri con farmaci da prescrizione per rifornire il sistema automatizzato” osserva Jackson.
Non tutte le prescrizioni, a ogni buon conto, in caso di approvazione della legge, potranno  essere ottenute attraverso i sistemi di farmacia automatizzata. Il disegno di legge di Hutson e Willhite, anche a seguito del parere del comitato di esperti che lo ha valutato, esclude infatti dal servizio tutti i farmaci ad azione stupefacente:  “Non vogliamo che qualcuno cerchi di forzare  una macchina di notte perché ha una dipendenza o un problema”  ha detto Willhite al riguardo.
Il disegno di legge non contiene indicazioni relative a un eventuale addebito ai pazienti di una commissione per l’accesso alle prescrizioni attraverso i dispensing kiosks. Secondo qualcuno, la decisione dovrebbe spettare alla farmacia di comunità che gestisce il sistema automatizzato, ma  Zayne Smith dell’Aarp, associazione di pensionati, ha subito posto un altolà: “Il problema potrà essere affrontato man mano che la proposta di legge procede” ha affermato “ma i dispensing kiosks non possono diventare, per le farmqcie di comunità, delle vacche da mungere. Il costo dei farmaci soggetti a prescrizione medica non dovrebbero aumentare per chi usa queste macchine”.

FONTE:  www.rifday.it
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Salute e Benessere

Anziani, uno su due dimentica di prendere i farmaci, campagna C.i.a.t. per l’aderenza

io aderisco - c.i.a.t.

io aderisco - c.i.a.t.

Anziani, uno su due dimentica di prendere i farmaci, campagna C.i.a.t. per l’aderenza

Più di un over 65 su due si dimentica di prendere antidepressivi e farmaci anti-colesterolo. Quelli contro l’ipertensione, poi, hanno una percentuale ancor più bassa, ma la criticità tocca anche altri trattamenti. Partendo da questa realtà,  il Comitato italiano per l’aderenza alla terapia (Ciat), del quale fa parte anche Federfarma, ha  promosso la campagna nazionale Io aderisco, tu che fai, iniziativa che cerca di coinvolgere giovani e anziani proprio per evitare di dimenticare le terapie delle malattie croniche.

Lo stesso Ciat, riferisce un lancio Ansa, fa emergere un quadro che fa riflettere: solo il 44% degli anziani riesce a seguire la terapia contro la depressione, il 41% quella delle statine per il controllo del colesterolo e solo il 37% prende i medicinali contro l’ipertensione rispettando le indicazioni dei medici.

In occasione dell’VIII Congresso nazionale di Senior Italia FederAnziani a Rimini, proprio nell’ambito di questa campagna, sono stati presentati quattro spot con protagonista Claudio Lippi. Nei filmati si vede la nipotina che ricorda al presentatore televisivo di prendere regolarmente i farmaci.

“Solo la metà dei pazienti assume i farmaci secondo le modalità corrette”  afferma Vincenzo Mirone,  responsabile scientifico di Ciat. “Promuovere l’aderenza terapeutica a 360 gradi significa investire nel futuro” ha aggiunto Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani. “Si calcola che entro il 2028 i pazienti cronici in Italia “ammonteranno a circa 25 milioni. Per assisterli la spesa totale sarà di oltre 70 miliardi di euro”.

Secondo Antonio Russo, tesoriere nazionale di Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), per i pazienti colpiti da tumore “fino al 30% delle terapie orali non vengono portate a termine e ben il 50% dei trattamenti non viene assunto così come indicato”. E Luigi Sinigaglia, presidente nazionale della Sir (Società italiana di reumatologia) informa che “ben il 40% dei malati con artrite reumatoide non assume regolarmente le cure”. 

Sull’argomento è intervenuto anche il vicemnistro della Salute Pierpaolo Sileri, affermando che “l’invecchiamento della popolazione comporta la necessità di un nuovo modello di sanità, che deve essere fortemente integrato con il sociale”.

“La persona anziana, con una o più patologie croniche, in condizione spesso di solitudine e di disagio economico, in ragione della sua fragilità richiede una presa in carico di tutti i suoi bisogni” ha spiegato Sileri. “Sulla base di questa valutazione, il ministero della Salute ha emanato il Piano nazionale della cronicità, che mette al centro il paziente-persona attraverso progetti di assistenza personalizzata che coinvolgono medici di base, farmacisti, specialisti e assistenti sociali. Il piano è stato recepito ormai da tutte le Regioni eccetto tre: il Friuli Venezia Giulia, che lo adotterà entro la fine dell’anno, la Sicilia, dove è in fase di recepimento, e la Sardegna”.

Un’altra priorità per la gestione delle cronicità è lo sviluppo della sanità digitale. “L’obiettivo”  ha detto al riguardo il viceministro “è essere più vicini agli anziani, garantendo prestazioni a domicilio attraverso servizi di televisita, teleassistenza e telemonitoraggio. Il nostro sistema di welfare deve andare quindi nella direzione del superamento della logica dei silos di spesa”ha aggiunto “che pensa in termini di singoli servizi e prestazioni erogate, considerando gli interventi nel loro complesso con il relativo impatto economico e sociale. Un cambiamento di prospettiva per un vero welfare di comunità, che favorisce una vera integrazione sociosanitaria”.

Il viceministro, riferendosi all’ambito della prevenzione negli anziani, ha considerato anche la possibilità di estendere gli screening oncologici (per la mammella e il colon retto) fino a 74 anni: “Aumentando l’incidenza di tumore con l’avanzare dell’età”  ha concluso “è necessario garantire diagnosi precoci e cure immediate, perchè anche gli anziani possono guarire dal cancro”.

FONTE: www.rifday.it
IMMAGINE: www.rifday.it

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Comunicati Dieta e Alimentazione

Plebiscito apre al centro di Roma rivendita di prodotti alimentari Made in Italy

Plebiscito apre al centro di Roma rivendita prodotti alimentari Made in Italy

Un nuovo importante supermercato di prodotti tipici italiani si aprirà tra le mura dello storico Palazzo Doria Pamphilj di Roma, vicino alla centrale Piazza Venezia, all’inizio di dicembre, secondo un’anteprima della guida leader dei ristoranti Puntarella Rossa .

La nuova sede di 600 mq sarà suddivisa in vari spazi, con ogni stanza o bancone dedicato esclusivamente ai prodotti alimentari Made in Italy, tra cui pasta, pesce, olio d’oliva, salumi, birra artigianale e vino, tartufi, caffè, mozzarella di bufala, street food e dessert.

Plebiscito ha ottenuto l’approvazione iniziale di Puntarella Rossa che lo ha descritto come “senza esagerare, il più grande progetto alimentare recente” realizzato a Roma.

Il progetto mira a sfruttare il pesante passaggio nella zona, aiutato dall’apertura del mese scorso del vicino museo d’arte Palazzo Bonaparte .

“In diversi momenti della giornata e dell’anno, stimiamo che una media di 30.000 pedoni al giorno camminino qui”, ha detto a Puntarella Rossa il fondatore del Plebiscito Alessandro Rappini .

Per maggiori dettagli vedi la pagina Facebook del Plebiscito Roma  .

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Salute e Benessere

CIOCCOLATO ALL’OLIO D’OLIVA CHE FA BENE AI DIABETICI

Cioccolato all'olio di oliva

Cioccolato all'olio di oliva

CIOCCOLATO ALL’OLIO D’OLIVA CHE FA BENE AI DIABETICI

Il cioccolato è da sempre considerato il frutto proibito dei diabetici. Concedersi qualche delizioso quadratino può far alzare pericolosamente la glicemia. Ma ora, per questi pazienti, arriva un cioccolato molto speciale, messo a punto pensando proprio ai loro bisogni. Si tratta del primo “cioccolato all’olio d’oliva”. Messo a punto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina interna e Scienze mediche dell’Università La Sapienza di Roma, questo cioccolato speciale contiene oleuropeina, una sostanza derivata dall’olio extravergine d’oliva, che contribuisce a tenere bassa la glicemia.

Mangiare 40 grammi di questo cioccolato non modifica in alcun modo la glicemia, come accadrebbe con altri tipi di questo prelibato alimento. A dimostrarlo è stato uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista Clinical Nutrition. Secondo i risultati, il nuovo cioccolato consentirà anche ai diabetici di sfruttare l’attività antiossidante e protettiva di questo alimento sul sistema cardiovascolare senza effetti collaterali. In particolare, il nuovo cioccolato è stato sperimentato su 25 pazienti con diabete di tipo 2 e su 20 soggetti sani, invitati a consumare 40 grammi di crema al cacao e nocciole, normale oppure arricchita con il 4% di oleuropeina, estratta dall’olio extravergine d’oliva. “I risultati mostrano che nei diabetici il consumo di cioccolato all’olio d’oliva riduce il picco glicemico che si ha 2 ore dopo l’ingestione del cioccolato senza oleuropeina: la glicemia media dopo il consumo di 40g di cioccolata è di 140 mg/dl, dopo aver mangiato quella arricchita con oleuropeina scende a 125 mg/dl”, spiega Francesco Violi, coordinatore dello studio, ordinario di Medicina interna alla Sapienza e presidente del Collegio dei docenti universitari di medicina interna.
Altre informazione su diabete e diete al
https://www.dieta-dimagrante.com/alimentazione/alimentazione-e-diabete-la-malattia-del-millennio/

Non solo. “Il cioccolato ‘speciale’ – continua Violi – riduce anche l’attività della dipeptidil-peptidasi-4, enzima che distrugge l’ormone ipoglicemizzante Glp-1, e al contrario incrementa i livelli di insulina in circolazione, permettendo perciò un miglior utilizzo del glucosio e dello stesso ormone ipoglicemizzante. Tutto questo si traduce in un miglior profilo metabolico dopo il consumo del cioccolato all’olio d’oliva, che può essere quindi indicato per i diabetici”. Finora questi pazienti erano costretti a scegliere prodotti senza zucchero, mentre grazie all’oleuropeina potranno assaporare un cioccolato dolce ma innocuo. L’oleuropeina è stata identificata da Violi in studi precedenti ed è responsabile dell’effetto protettivo dell’olio extravergine d’oliva sul metabolismo: contenuta in olive e foglie d’olivo, evita gli sbalzi di glicemia dopo mangiato, che nei diabetici sono assai spiccati e che contribuiscono a un peggioramento dell’aterosclerosi e a un aumento del rischio di infarto e ictus, ricorda una nota.

“Studi precedenti – sottolinea Violi – hanno verificato che il consumo di 10g di olio extravergine d’oliva ai pasti riduce di circa 20 mg/dl la glicemia postprandiale, potenzialmente prevenendo la patologia in chi è sano, ma anche contribuendo a gestirla al meglio in chi è già diabetico. Abbiamo perciò pensato di analizzare se l’aggiunta di oleuropeina, che avevamo identificato come responsabile di questo effetto, nella preparazione della cioccolata riducesse il picco glicemico: il risultato positivo ottenuto è molto importante”

Insomma un cioccolato arricchito che premia il gusto e anche la salute.

FONTE:  www.equivalente.it

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Comunicati

Farmacie ospedaliere, orari e informazione da migliorare

Robot farmacia ospedaliera Monselice

Robot farmacia ospedaliera Monselice“Farmacie ospedaliere, orari e informazione da migliorare” studio di
Cittadinanzattiva

Roma, 22 novembre –  Oltre il 70% dei cittadini si dichiara soddisfatto del servizio pubblico di farmacia ospedaliera, perché giudica professionale e disponibile il personale preposto e sufficientemente garantito l’accesso ai farmaci. Questo il dato che emerge dal “Monitoraggio civico delle farmacie ospedaliere. Focus sulla distribuzione dei farmaci”, realizzato da Cittadinanzattiva e presentato ieri a Genova nella cornice del XL congresso della Sifo, la Società italiana di Farmacia ospedaliera.

Un rapporto dal quale sono però emerse aree di criticità, come gli orari di apertura delle farmacie ospedaliere e l’informazione e comunicazione al momento della consegna delle terapie, ambiti sui quali cui si dovrebbe intervenire per una maggiore garanzia dei diritti dei pazienti. Emerge infatti che anche se più di una farmacia su tre è aperta almeno sei giorni a settimana (dato che, letto al contrario, significa peraltro che quasi due su tre non lo sono), soltanto una su quattro garantisce l’orario continuato.
Sul fronte dell’informazione, ritenuta dagli stessi farmacisti parte fondamentale del proprio ruolo, il cittadino afferma di riceverla più dal proprio medico (nel 52% dei casi) che dal farmacista (38%).

Farmacia Ospedaliera NotiziarioSu entrambi gli aspetti, rileva il monitoaggio di Cittadinazattiva,  pesa sicuramente la carenza di personale, denunciata dai direttori responsabili del servizio, che interessa per il 43% il servizio di erogazione al pubblico e per il 63% le aree di counseling, informazione e comunicazione.

A fornire un ampio resoconto dell’iniziativa è l’agenzia Dire, che riporta i commenti e le valutazioni di Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva,  e Simona Serao Creazzola, presidente della Sifo (insieme nella foto della stessa Dire).

Con questo primo monitoraggio, Cittadinanzattiva contribuisce a dare una fotografia, dal punto di vista dell’organizzazione e del funzionamento, del servizio di farmacia ospedaliera perché solo partendo dai dati possiamo capire gli elementi di forza e i punti di debolezza e ragionare su standard di qualità” ha spiegato Gaudioso. “Quello che sta a cuore alla nostra organizzazione è che, durante tutto il percorso di cura, sia garantito l’accesso alle terapie farmacologiche in qualità, in sicurezza e in tempi certi e celeri. Dai dati abbiamo rilevato che ci sono fattori che ostacolano e rallentano l’accesso ai farmaci e ai dispositivi; è prioritario, quindi, attivare azioni di miglioramento che puntino a costruire un servizio sempre più attento e più a misura di cittadino. Perché ciò si realizzi, e questo è un obiettivo su cui la nostra organizzazione lavora ed è impegnata da anni, è fondamentale che ci sia una integrazione tra tutte le professionalità coinvolte, sia il farmacista ospedaliero sia quello di comunità”.

“Abbiamo partecipato con entusiasmo e convinzione al monitoraggio proposto e realizzato da Cittadinanzattiva” ha sottolineato da parte sua Serao Creazzola.  “La nostra professione da anni sostiene la necessità che tutta la sanità diventi trasparente, per entrare in un rapporto nuovo con le forze sociali e con i diretti interessati, cioè i malati. In questo senso, il Monitoraggio ci indica qualcosa di chiaro perché il paziente e la sua famiglia si attendono cose specifiche dal farmacista ospedaliero, riconoscendogli un ruolo di riferimento nell’ambito del percorso di cura”.

“Come dicono le cifre della ricerca” ha detto ancora la presidente Sifo “i malati si attendono e chiedono al farmacista ospedaliero una maggiore presenza proattiva rispetto all’informazione sull’uso razionale e appropriato del farmaco, all’attività di promozione dell’aderenza alle terapie, al counseling e alla riconciliazione terapeutica. Leggendo i dati di sintesi del Monitoraggio ci conforta poi il giudizio positivo che i cittadini hanno espresso nei confronti della nostra professione: questo significa che nel futuro occorre che i farmacisti ospedalieri si facciano sempre più carico del bisogno conoscitivo e relazionale nei confronti dei farmaci, e che continuino a garantire l’uso razionale e ottimizzato delle risorse per rendere possibile l’accesso alla cura ed all’innovazione sul nostro territorio nazionale. È sempre più evidente, infatti” ha concluso Serao Creazzola “che proprio su questi bisogni si può creare quella nuova fiducia professionale di cui abbiamo tutti bisogno per un Servizio sanitario rinnovato e a misura di persona”.

L’iniziativa ha visto a fianco le due organizzazioni, con il sostegno non condizionato di Teva, con l’obiettivo di individuare insieme le criticità, lavorare per superarle ed investire in un servizio che abbia standard ancora più elevati di efficienza e professionalità e sappia rispondere ai bisogni di cittadini. L’attività è stata realizzata attraverso una fase di osservazione diretta da parte dei volontari del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva e interviste a cittadini e direttori del servizio farmaceutico delle strutture ospedaliere e delle Asl. I cittadini coinvoltisono stati 1233, provenienti da tutta Italia (tranne la Valle d’Aosta) e 69 i direttori responsabili del servizio (163 strutture/punti di erogazione raggiunti). Due terzi del campione di cittadini che ha partecipato all’indagine è rappresentato dagli stessi pazienti, poco meno di uno su tre invece è un familiare. Oltre due terzi ha una età compresa tra i 31 e i 70 anni ed è affetto da una patologia cronica nel 76% dei casi. Il 42% si reca nella farmacia ospedaliera circa una volta al mese, il 30% una volta ogni 2-3 mesi, il 7% circa una volta ogni 15 gg.

Qui di seguito, le principali risultanze del monitoraggio nella sintesi di Dire.

Accesso ai farmaci e dispositivi ospedalieri

L’86% dei cittadini dichiara che farmaci o dispositivi sono stati erogati nei tempi stabiliti dalla prescrizione. Ad uno su due è capitato che gli stessi fossero indisponibili in farmacia ed effettivamente due direttori del servizio su tre dichiarano che talvolta si registrano ritardi, dovuti per lo più a carenze o lentezza degli uffici amministrativi (67%) o ai tempi di inserimento dei prodotti nel Prontuario terapeutico (51%). Soltanto un cittadino su dieci ha dichiarato di aver avuto bisogno di un farmaco o dispositivo in orari di chiusura della farmaci, ma oltre due su tre sono riusciti comunque a reperirlo entro i tempi della prescrizione. E comunque oltre il 60% dei Direttori afferma che le dimissioni sono programmate negli orari di apertura della farmacia ospedaliera. Il 35% delle farmacie è aperto infatti almeno sei giorni a settimana e il 39% almeno cinque. Soltanto una su quattro fa orario continuato e la consegna della terapia al domicilio è attiva nel 58% delle farmacie, sebbene solo nel 37% sia prevista una figura professionale che si reca al domicilio del paziente per la somministrazione o informazione sulla terapia.

Carenza di personale

Risentono maggiormente di carenza di personale le aree/attività di counseling, di informazione e di comunicazione (64%); segue l’allestimento delle terapie (55%); il servizio di erogazione al pubblico (43%); l’attività di gestione del magazzino centrale o periferico (39%), la gestione amministrativa del servizio (32%) e, infine, la preparazione delle consegne ai reparti (26%). Ed infatti, mancano farmacisti ospedalieri (lo dichiara l’83% dei Direttori); c’è carenza di magazzinieri (64%); di personale amministrativo (54) e informatico (42%) per la gestione amministrativa. C’è meno bisogno di infermieri (24%). Oltre il 75% dei Direttori afferma che negli ultimi 3 anni è stata effettuata una ristrutturazione/riorganizzazione del servizio che, a detta degli stessi, in oltre due casi su tre ha prodotto un miglioramento della qualità del servizio e benefici alle persone.

Ruolo del farmacista: sicurezza delle cure

Per oltre il 90% dei Direttori intervistati, l’informazione/comunicazione sul corretto utilizzo del farmaco/dispositivo rappresenta l’attività per la quale il farmacista ospedaliero ha ruolo e una funzione preminenti, oltre al monitoraggio intensivo dei farmaci innovativi e alla compilazione dei registri AIFA (83%); alla garanzia dell’uso sicuro dei prodotti e alla farmacovigilanza (77%). Ed ancora rispetto all’uso razionale e appropriato del farmaco (62%); all’attività di promozione dell’aderenza alle terapie, il counseling (rispettivamente 49% e 38%) e alla riconciliazione terapeutica (36%). Elevata l’attenzione alla prevenzione e gestione del rischio clinico, in particolare, per la conservazione dei farmaci (67%) e per il trasporto appropriato (62%). Anche rispetto alla prevenzione/gestione di errori in terapia, sono previste specifiche procedure come la disposizione separata in magazzino (81%) e nei carrelli (36,2%); la procedura su modalità di scrittura/uso di abbreviazioni (59%) e etichettatura dei prodotti (23%), fino alla verifica dell’associazione paziente-farmaco/dispositivo (46%).

Informazione e comunicazione ai cittadini

Sebbene oltre il 90% dei Direttori del servizio dichiari di svolgere attività di counseling e che a farlo siano quasi sempre gli stessi farmacisti (98%), allo stesso tempo, nel 62% dei casi dichiarano che la struttura non è dotata di un ambiente dedicato. Questa attività risente molto della una carenza di personale (64%). Secondo il 71% dei cittadini intervistati le informazioni che ricevono sulle modalità di assunzione o utilizzo dei farmaci e dispositivi sono esaustive; mentre il 23% dei cittadini dichiara di non ricevere alcuna informazione. Poco meno della metà lamenta che sono poco utilizzati strumenti come promemoria, materiali scritti e di facile comprensione. Bene sui tempi di attesa, infatti, prima di essere ricevuti allo sportello della farmacia ospedaliera/ASL per la consegna del farmaco/dispositivo, il 90% dei cittadini aspetta al massimo mezz’ora.

Umanizzazione e comfort delle strutture

Le strutture sono servite dal trasporto pubblico (97%) e dotate di parcheggi (86%), di cui nel 35% a pagamento. Esiste ancora un 11% di servizi che presenta barriere architettoniche o ostacoli fisici. E all’interno dell’85% delle strutture osservate, non sono presenti percorsi (ad es. tattili) per non vedenti e ipovedenti non accompagnati. Più della metà degli osservatori (62%) constata la presenza di un bagno per disabili nei pressi della farmacia. Dal punto di vista del comfort dell’ambiente in cui attendono le persone, i monitori dichiarano posti a sedere integri (74%) e in numero sufficiente (66%); è presente un sistema di climatizzazione nel 73% dei casi. I monitori hanno osservato segni di fatiscenza alle pareti nel 23% delle strutture.

FONTE: www.rifday.it
IMMAGINI: www.pharmathek.com
www.notiziariochimicofarmaceutico.it

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La polizia tedesca controlla il DNA di 900 uomini alla ricerca del killer delle donne

Polizia tedesca analizza DNA 900 uomini

Polizia tedesca analizza DNA 900 uominiBERLINO – La polizia tedesca ha chiesto sabato a circa 900 uomini di sottoporsi al test del DNA per aiutare a risolvere il raccapricciante omicidio di una ragazza di 11 anni nella città occidentale di Grevenbroich circa 23 anni fa. La ragazza, Claudia Ruf, è stata rapita, violentata e soffocata a morte da un omicida anonimo nel 1996 in un caso che ha scioccato il paese e all’epoca era molto pubblicizzato. Il suo corpo è stato trovato a Euskirchen, 70 chilometri (43 miglia) a sud di Grevenbroich.

Un ufficiale di polizia si propone di illustrare un test della saliva a Grevenbroich, Germania, sabato 23 novembre 2019.
La polizia nella città di Grevenbroich, nella Germania occidentale, ha chiesto a circa 900 uomini di farsi avanti e di far testare il loro DNA per aiutare risolve il raccapricciante omicidio di una ragazza di 11 anni decenni fa. La ragazza, Claudia Ruf, è stata rapita, violentata e soffocata a morte da un omicida anonimo nel 1996. (Roland Weihrauch / dpa via AP)


900 uomini, che avevano tra i 14 e i 70 anni al momento dell’uccisione di Ruf, hanno ricevuto inviti per un test con tampone di saliva per l’identificazione del loro DNA. Gli agenti di polizia all’inizio di questo mese sono andati da casa a casa per consegnare gli inviti e rispondere alle domande. Avevano anche uno stand sulla piazza della chiesa nel quartiere Hemmerden di Grevenbroich per informare i residenti sul test del DNA di massa.

Hanno spiegato che sul corpo della ragazza sono state trovate tracce di DNA dell’autore e che sperano che il test di massa li conduca all’assassino. Ovviamente non tutti i 900 uomini sono sospetti, ha detto la polizia.

Mentre è improbabile che il vero assassino si faccia avanti per offrire il DNA, gli investigatori sperano che un parente possa venire per i test e attraverso quei risultati del DNA relativi a quelli trovati sul corpo della ragazza li conducano all’autore, la polizia ha spiegato ai residenti.

Gli uomini sono stati invitati a venire alle prove in una scuola elementare locale questo e il prossimo fine settimana. La polizia ha detto che dopo che i test sono stati eseguiti, tutto il DNA che non si presenta come una corrispondenza nell’analisi genetica verrà eliminato.

Il Rheinische Post ha riferito che alle 10 di sabato mattina, i primi uomini erano già in fila fuori dalla scuola elementare per essere sottoposti a test. La nuova spinta arriva dopo che gli investigatori nel 2010 avevano già testato senza successo circa 350 uomini DNA nella zona. Dicono che da quei test nel 2010, hanno trovato nuovi suggerimenti che potrebbero aiutarli a trovare l’assassino controllando i 900 uomini.

La polizia non ha detto se qualcuno dei 350 uomini precedentemente testati facesse parte del gruppo di 900 che speravano di raggiungere ora, e non potevano essere immediatamente raggiunti sabato per chiarimenti. Ruf fu rapita nel maggio 1996 quando andò a fare una passeggiata con il cane del vicino. Il suo corpo è stato trovato due giorni dopo su un sentiero solitario nei campi vicino a Euskirchen. Era stato cosparso di benzina e bruciato.

Per mesi, gli investigatori hanno chiesto aiuto al pubblico per trovare il suo assassino. I poster della ragazza sono stati montati su autobus e treni e volantini distribuiti dalla polizia. Oltre un anno dopo la sua uccisione, il caso è stato mostrato alla TV pubblica, chiedendo nuovamente al pubblico di farsi avanti con suggerimenti. È stata offerta una ricompensa e il caso di Ruf è stato il primo nello stato occidentale del Nord Reno-Westfalia a ottenere la sua homepage in quel momento.

All’inizio di questo mese, il padre di Claudia si è rivolto al pubblico in un video e ha chiesto loro di aiutare a risolvere la morte di sua figlia. “Dopo più di 23 anni, c’è una grande possibilità di risolvere il triste destino di mia figlia”, ha detto Friedhelm Ruf. “L’autore è stato in grado per troppo tempo di nascondersi dietro tutti noi.”

FONTE: www.mail.com
IMMAGINE: www.mail.com

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A Parigi manifestanti marciano contro la violenza domestica

Francia - Femminicidio

Francia - FemminicidioA Parigi manifestanti marciano contro la violenza domestica

I manifestanti marciano per Parigi per fare pressione sul governo francese affinché faccia passi più forti per prevenire la violenza domestica mortale, un problema che il presidente Emmanuel Macron ha definito “la vergogna della Francia”.

La parola “violenza” è incollata su un muro da un gruppo di donne in una strada buia di Parigi. A Parigi e nelle città di tutta la Francia, i segni sono ovunque. “Reclami ignorati, donne uccise” e “Lei lo lascia, la uccide”, leggevano in stampatello nero incollati su maestosi edifici municipali. Sotto la copertura della notte, gli attivisti li hanno incollati alle pareti per attirare l’attenzione sulla violenza domestica, un problema che il presidente francese Emmanuel Macron ha definito “la vergogna della Francia”.

23 novembre 2019
La Francia ha tra i più alti tassi di violenza domestica in Europa, in parte a causa delle scarse risposte della polizia alle denunce di abusi. Gli attivisti affermano che 130 donne sono state uccise da un partner attuale o ex solo quest’anno in Francia, circa una ogni due o tre giorni.
Le vittime e gli attivisti della violenza domestica hanno incollato poster in Francia dopo ogni morte per attirare l’attenzione sul problema. Pianificano una marcia a Parigi sabato prima che il governo francese sveli nuove misure lunedì per affrontare il problema.
Si prevede che le misure includeranno il sequestro di armi da fuoco da parte di persone sospettate di violenza domestica e l’assegnazione di priorità alla formazione della polizia.

Nei primi otto mesi del 2019 sono state 100 le vittime di femminicidio. Il paese d’oltralpe registra uno dei tassi più alti in Europa di uccisioni di donne sulla base del genere.
Donne vittime di violenza in fuga dall’America Centrale, ma gli Usa non le accolgono
Domenica è stata contata la 101esima vittima: una signora 90enne assassinata a bastonate; il sospettato è il marito 94enne.
«Io, vittima di violenza, cinque anni per avere una sentenza»
Nel 2018 le autorità avevano registrato 121 femminicidi. In Francia il tasso di questi assassinii è di 0,18 su 100mila donne, secondo le ultime cifre di Eurostat risalenti al 2017, cioè più di Svizzera (0,13), Italia (0,11), Spagna (0,12), meno della Germania (0,23).
Francia, Fermato in auto con il cadavere della moglie dentro la valigia
Il governo ha organizzato una tavola rotonda sul tema, con 80 delegati provenienti da vari ambiti, tra cui vari ministri. Le conclusioni della concertazione saranno annunciate il 25 novembre, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

FONTE: www.ilmessaggero.it | www.mail.com
IMMAGINE: www.ilmessaggero.it

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Editoriali Salute e Benessere

Amazon Pharmacy per il la vendita di farmaci online

Amazon vende farmaci online in USA

Amazon vende farmaci online in USA

Amazon Pharmacy per il la vendita di farmaci online

Roma, 21 novembre – “Le minacce della e-pharmacy sono il vero nemico da cui debbono guardarsi le farmacie: un gigante come Amazon ci mette poco a cannibalizzare il settore, mettendo in ginocchio la rete degli esercizi territoriali, come è già accaduto in altri mercati per una miriade di piccoli negozi”.

Lo diceva poco più di un anno Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri,  in un’intervista rilasciata alla rivista iFarma nell’estate del 2018, perfettamente consapevole dei profondi cambiamenti prodotti dall’information technology, capace di cambiare il mondo in una manciata di anni senza che molti quasi se ne accorgessero e facessero in tempo ad adeguarsi, finendo in molti casi per essere travolti.

Il rischio paventato dall’autorevole farmacologo sembra ora essersi fatto più vicino e minaccioso: il gigante mondiale dell’e-commerce, Amazon, ha infatti annunciato nei giorni scorsi la nascita di Amazon Pharmacy, divisione che si occuperà di uno dei pochi mercati destinati a crescere (quello appunto dei farmaci) al quale l’azienda di Jeff Bezos guarda con attenzione e interesse da anni, come testimoniato dall’acquisizione a carissimo prezzo, nel 2017, di PillPack. Operazione che merita un breve riassunto, anche per meglio per comprendere il significato della nuova mossa di Amazon.

PillPack, come qualcuno ricorderà, è l’azienda fondata da un farmacista e un ingegnere informatico che ha sviluppato un innovativo sistema di gestione dei medicinali: il cliente, dopo aver attivato un account, indica sia i farmaci che usa normalmente sia la sua farmacia di riferimento (che detiene le prescrizioni mediche), quindi fornisce i propri dati assicurativi e quelli di pagamento. Dopodiché PillPack consegna al cliente un dispositivo che contiene tutti i medicinali correttamente divisi per giorno in bustine etichettate. In questo modo, il paziente non deve fare altro che sfilare dalla bocca del dispenser la sua bustina quotidiana. Grazie a una app per smartphone, è poi possibile gestire i nuovi ordini per la ricarica e ricevere la consegna in pacco anonimo direttamente a casa. Nel caso di cambiamento di prescrizioni o scadenze, il proprio medico può direttamente contattare l’azienda.

Un servizio molto evoluto e personalizzato, dunque, grazie anche alla dettagliata profilazione dei  clienti-pazienti e dei loro bisogni. Ma anche un servizio fin qui rivelatosi efficiente, preciso e puntuale e con ricadute estremamente positive in termini di aderenza alle terapie, fattore che lo rende molto interessante anche agli occhi delle compagnie assicurative: cure appropriate e assunte correttamente sono una variabile fondamentale nella ottimizzazione e quindi nel contenimento delle spese sanitarie. Ovviamente, per sviluppare il suo business ha dovuto chiedere (ottenendole senza troppa fatica) le licenze per vendere farmaci al pubblico, asset fondamentale e che – insieme a tutto il resto – ha convinto Bezos a sborsare l’iperbolica cifra di un miliardo di dollari per assicurarsi PillPack, considerandola l’arma finale per arrivare (in tempi relativamente brevi) ad assicurarsi una quota del 30% del mercato delle farmacie online statunitensi, con margini impressionanti.

Quell’arma, ora, Bezos si accinge ad usarla in tutta la sua potenza:  lo testimonierebbe, secondo quanto riferisce l’emittente statunitense Cnbc, la decisione  di cambiare la ragione sociale e il logo di PillPack, fin qui presentatasi al pubblico come “an Amazon company”. Ora diventa   “PillPack by Amazon Pharmacy”, a sottolineare un fondamentale upgrading da società satellite a divisione integrata all’interno di Amazon.  Che a sua volta, aggiungendo Pharmacy al marchio, conferma senza alcuna possibilità di equivoco la sua intenzione di premere sull’acceleratore del business pharma,  in particolare nel mercato dei farmaci da prescrizione, che negli USA vale oltre 330 miliardi di dollari e rappresenta per Amazon un’opportunità estremamente redditizia. Fatto che rappresenta una pessima notizia, prima di tutto, per i colossi della distribuzione che gestiscono  tradizionali catene di farmacie, come CVS e Walgreens.

PillPack  ha subito dichiarato che non ci saranno cambiamenti nel servizio per i clienti esistenti o nuovi e che manterrà  comunque il proprio marchio, anche se nelle prossime settimane informerà i suoi clienti della sua nuova “dignità”, utilizzando alla scopo etichette e materiali stampati che includeranno riferimenti ad Amazon Pharmacy. Intanto, sulla home page del sito della società ha già fatto capolino il nuovo logo PillPack by Amazon Pharmacy. E Amazon (altra dimostrazione dell’importanza strategica che annette all’operazione) sta a sua volta promuovendo PillPack, presentandola ai  suoi clienti Prime con una landing page appositamente lanciata per presentare il servizio. Cosa che – per dare un termine di paragone – non era avvenuta in passato per altri settori: il marchio di calzature Zappos, ad esempio, acquistato nel 2009, non menziona mai Amazon, nemmeno nella sua pagina “About us” o in quella relativa ai termini di servizio.

Sulla base di quanto riferisce Cnbc, il percorso è chiaro: “La modifica del marchio significa che le ambizioni di Amazon nel mercato della farmacia vanno anche oltre PillPack” ha dichiarato ad esempio Stephen Buck, un analista che ha lavorato nel settore farmacia per più di un decennio, secondo il quale Amazon Pharmacy potrebbe essere una farmacia che dispensa tutti i tipi di prodotti e prescrizioni e potrebbe anche evolvere in una sorta di marketplace di farmacie, al cui interno altre farmacie propongono la vendita on line di farmaci.

Ulteriore segnale dell’importanza delle novità sul naming di PillPack è la promozione di n altro segnale della crescente importanza di PillPack: l’AD   TJ Parker,  il giovane farmacista che fondò  l’azienda nel 2013 insieme a Elliot Cohen per poi venderla a Bezos nel 2018, ha ottenuto durante l’estate  i galloni di vicepresidente e se in precedenza riferiva al vice presidente di Amazon Nader Kabbani, ora riferisce direttamente a Doug Herrington, vice presidente senior della compagnia per il Nord America.

Se Amazon Pharmacy, almeno negli USA, può approntare il suo assalto finale al mercato dei farmaci, va precisato che una tale prospettiva è al momento preclusa altrove, del tutto o in parte: in Italia, ad esempio, le uniche vendite di farmaci on line consentite sono quelle di medicinali senza obbligo di prescrizione, che peraltro possono essere venduti soltanto dai siti delle farmacie e delle parafarmacie  in possesso di apposita autorizzazione del ministero della Salute. Del tutto vietata, invece, la vendita tramite portali marketplace. Ma, appunto, è la situazione attuale, e potrebbe cambiare, anche alla luce dell’andamento positivo del mercato on line di farmaci Sop e Otc (insieme ovviamente a tutte le altre referenze commerciali), che registra incrementi davvero significativi.

E se mai le regole cambiassero (così come sono inopinatamente cambiate due anni fa quelle sulla proprietà delle farmacie) non sarà inutile ricordare che Amazon in Italia si è già mosso con grande lucidità strategica: è del novembre 2018, solo per fare un esempio, l’ottenimento della licenza per svolgere nel nostro Paese il servizio di corriere postale, con le ragioni sociali Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Transport. Licenza che, peraltro, si è andata a saldare con l’accordo stretto nel giugno del  2018 con Poste Italiane per la consegna a domicilio dei pacchi del gruppo  (definito all’epoca come “una partnership per lo sviluppo dell’ecommerce in Italia”) e che rafforza le strategie di penetrazione del gigante dell’e-commerce mondiale in Italia.

Tutto questo per dire che il rischio paventato da Garattini non è un esercizio da profeti di sventura, ma la prefigurazione di scenari che non solo sono possibili ma probabili, essendosi già materializzati altrove. Inutile cullarsi nella illusoria convinzione che “certe cose non cambieranno” e che nella società e nella cultura italiana non c’è spazio per quelle che qualcuno ritiene ancora “americanate”, per usare un termine d’altri tempi.

Nella patria della dieta mediterranea, nessuno scommetteva due lire sugli hamburger con patatine e ketchup dei fast food, che invece hanno cambiato le nostre abitudini alimentari e oggi punteggiano i nostri centri storici, parte integrante dei nostri panorami urbani. Ma anche altre “americanate” come Halloween e il Black Friday, solo per fare due esempi di stagione, con buona pace di chi riteneva che mai e poi mai avrebbero potuto attecchire nel Bel Paese, si sono invece radicati a tempo record tra le abitudini nazionali. E questo nonostante si trattasse di “americanate” che non viaggiavano alla velocità supersonica con cui viaggia tutto ciò che il web porta con sè. E solo questo – per tornare alle farmacie – meriterebbe più di una riflessione, L’argomento, invece, non sembra registrare molta attenzione da parte delle rappresentanze di categoria (solo per fare l’ultimo e più fresco degli esempi, nelle 20 pagine della lunga e articolata relazione del presidente Andrea Mandelli al Consiglio nazionale della Fofi del 18 novembre, non una sola riga è dedicata alla questione),  comprensibilmente impegnate in problemi come, solo per citarne alcuni,  la riforma della remunerazione, la farmacia dei servizi e il rinnovo della convenzione: L’urgenza del presente, insomma, prevale sul futuro. Anche quando, come in questo caso,  e per questo, forse, il futuro ha una strettissima parentela con il presente.

FONTE: www.rifday.it
IMMAGINE: www.rifday.it

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Comunicati

Campagnola Ibérica: il successo in Centro e Sud America

L’azienda di Zola Predosa si afferma in Sud America tramite la concessionaria in esclusiva per la Penisola Iberica

Campagnola Ibérica de Suministros Agricolas nasce per cogliere e soddisfare le esigenze del mercato della Penisola Iberica e fin da subito si è dimostrata una scelta di successo nel settore della raccolta e della potatura meccanizzate. Negli ultimi due anni rappresenta Campagnola anche nei Paesi del Centro e Sud America, dove sta operando con fatturati in continua crescita, confermandosi un’altra scelta vincente per il Gruppo capitanato dall’azienda emiliana.

Campagnola Ibérica è guidata dal nipote del fondatore di Campagnola srl, il Commendatore Pio Vittorio Ferretti. Il signor Maurizio Guerra sta guidando la concessionaria spagnola verso un continuo progresso. I segreti di questo successo sono la capacità manageriale e la grande passione e dedizione che Maurizio dimostra nello svolgere il proprio lavoro, avvalendosi di fidati agenti per il territorio spagnolo e validi importatori per il Portogallo ed i Paesi oltreoceano, che lo spalleggiano nel presidiare un vasto territorio sempre più ricettivo ed interessato alla meccanizzazione agricola.

Il brand Campagnola è oggi così apprezzato dall’utenza centro e sudamericana per le stesse caratteristiche per cui si fa tanto amare dagli utilizzatori finali di casa nostra e di tanti altri Paesi nel mondo: soluzioni pratiche, alta qualità, ampia gamma di prodotti disponibili ed assistenza impeccabile, tratti distintivi di un marchio sempre più noto, ma che mantiene il proprio volto umano da oltre sessant’anni.

https://campagnola.it/

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Etica e Società

L’ideologia di questi giorni è il grande problema?

ideologia coscienza del se

L’ideologia

Questi sono tempi difficili per gli amanti delle idee. Sebbene l’arte della discussione non sia stata completamente sostituita con attacchi ad hominem e demagogia, tali tipi di retorica sembrano essere in ascesa al momento.
Il presidente americano Trump è certamente l’esempio più prominente di appelli emotivi, illogici e spesso incoerenti ai nostri istinti più basilari. Sfortunatamente, non è l’unica figura pubblica che demonizza gli avversari e ci mette di fronte l’uno contro l’altro in questi giorni.
Di conseguenza, la polarizzazione estrema ora descrive meglio lo stato attuale degli affari politici.

L’apprezzamento per le sfumature e il contesto sono stati tra le prime vittime di questo crescente tribalismo. Sebbene le ideologie, come gli orologi fermi, episodicamente siano efficacemente applicate e praticate, la ricerca della verità non è una priorità per i sistemi che sono convinti di averla già trovata, o per i gruppi che si sentono penalizzati da questi risultati. Ecco alcune ragioni per cui guardare il mondo attraverso una lente ideologica è una tentazione a cui dovremmo resistere con forza.

<h4″>L’ideologia è semplicemente troppo personale

Una delle caratteristiche principali di un’ideologia è che si tratta di un sistema di pensiero con cui le persone si identificano vigorosamente. Più una persona si identifica con un’ideologia, più qualsiasi sfida verrà respinta.
Le ideologie sono tipicamente di natura politica o religiosa. Sebbene non tutte le credenze politiche e religiose costituiscano ideologie, l’ortodossia dovrebbe essere considerata come sinonimo di essa. Ad esempio, semplicemente cadere sulla destra o sulla sinistra dello spettro politico non rende una persona un ideologo, ma identificarsi esclusivamente con una particolare dottrina politica con l’esclusione di altre alternative. Allo stesso modo, il fondamentalismo religioso di qualsiasi fazione significa necessariamente aderire a una rigorosa interpretazione delle Scritture e di altri insegnamenti con un disdegno di accompagnamento per tutte le altre interpretazioni e tradizioni religiose.
Su il significato di ideologia, vedi il testo su wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Ideologia

Nel suo libro “How Propaganda Works”, sostiene il filosofo Jason Stanley,

Quando l’identità legata a un’ideologia è uno che beneficia dell’ignoranza di alcune parti della realtà sociale”, l’ideologia in questione diventerà spesso “democraticamente problematica.

Qui Stanley dà alle ideologie un piccolo spazio di manovra che non sono propenso a fare da solo. Le ideologie, a mio avviso, sono per natura legate all’identità in un modo che garantisce virtualmente che l’ignoranza sarà sempre preferibile alla verità quando la realtà e il sistema ideologico entrano in conflitto. Se c’è un’ideologia là fuori che non è “democraticamente problematica”, è l’eccezione che conferma la regola.

Quando una persona diventa sempre più attaccata a un particolare sistema di pensiero, le sfide a quel sistema tendono ad essere interpretate e sentite sempre più personalmente. Ad esempio, argomenti contro la persona preferita dottrina sarà visto come un attacco al singolo aderente e al gruppo nel suo complesso.

Creando legami così forti con i suoi seguaci, le ideologie stanno producendo in modo efficace anticorpi contro qualsiasi influenza persuasiva esterna che potrebbe verificarsi. Questa resistenza si attiverà se l’argomento contro l’ideologia ha o meno merito, perché ogni sfida è considerata una sfida sia per l’individuo che per il gruppo che si identifica con esso.

L’ideologia attacca l’invio del messaggio invece del messaggio in se.

Personalmente ho assistito al meccanismo di difesa di cui sopra quando ho iniziato a porre domande sulla fede mormone in cui sono cresciuto. Molte delle fonti che stavo leggendo mi hanno fatto immediatamente etichettare come “anti-mormone” senza alcun riguardo per i problemi che erano esaminati. Il semplice fatto che alcuni storici e studiosi offrissero un’interpretazione non ortodossa o contraddittoria della storia o della dottrina della chiesa fu considerata prova del loro pregiudizio. Pertanto, mi è stato detto che non dovrebbero essere invocati, non importa quanto credibili possano sembrare questi ricercatori o quanto potenti fossero i loro argomenti.

Esempi simili abbondano nel regno politico. Etichettare qualcuno “non-americano” è un chiaro tentativo di chiudere un critico senza affrontare le loro lamentele o il loro ragionamento. Allo stesso modo, molti conservatori amano lanciare l’etichetta “socialista” a chiunque suggerisca una soluzione politica che non gli piace. Questo tipo di attacco in genere indica che l’oratore si sta avvicinando alla questione da un punto di vista ideologico. Pertanto, con ogni probabilità si dimostreranno resistenti al dialogo e insensibili a qualsiasi prova presentata.

Ancora più importante, etichettare un avversario li disumanizza. Per questo motivo, un argomento basato sulle domande su patriottismo, integrità o giudizio di una persona è sempre moralmente sospetto. Per lo meno, prima di rendere pubbliche tali accuse, è necessario assicurarsi che ci siano solide prove a sostegno. La reputazione di una persona è in gioco e gli astanti innocenti saranno inevitabilmente implicati dall’associazione. Sfortunatamente, con ideologi e simili che sono desiderosi di sminuire chiunque si trovi sulla loro strada, la possibilità è di solito troppo buona per lasciar perdere.

Vale la pena ricordare che Martin Luther King Jr. ha sempre inquadrato la sua posizione e gli argomenti corrispondenti come contrari al bigottismo ea favore dell’uguaglianza. Per quanto ne sappia, non ha mai pubblicamente definito i suoi avversari più duri come “razzisti” o “bigotti” per nome, anche se molti gli hanno dato ogni ragione per farlo. Questo perché ha capito che stava combattendo il razzismo, non gli individui. Indipendentemente da dove ci troviamo nello spettro politico, sarebbe saggio seguire l’esempio di King e non dimenticare mai che anche i nostri peggiori nemici meritano la dignità e il rispetto che vogliamo per noi stessi.

La certezza è la valuta dell’ideologia. I ricercatori apprezzano l’umiltà

Forse il segno più chiaro che un sistema di pensiero si qualifica come un’ideologia è la sua pretesa di avere tutte le risposte pertinenti, spesso prima ancora che conosca le domande pertinenti. Per usare un esempio contemporaneo, l’ideologia del libero mercato pretende di comprendere il ruolo proprio del governo e del mercato in ogni situazione, anche prima che si presenti. Indipendentemente dalle dimensioni o dalla portata del problema economico che stiamo affrontando, possiamo essere certi che la soluzione è già stata fornita: basta non interferire e lasciare che il mercato lo risolva da solo.

A volte, naturalmente, questo tipo di fondamentalismo del libero mercato si rivela corretto, o almeno meno sbagliato rispetto ad altre alternative. L’intervento pubblico diretto su larga scala può a volte essere una cura peggiore della malattia stessa. Ma questo non è sempre il caso. Non tutti gli interventi sono necessariamente cattivi. Né sono tutti ugualmente buoni. Ci vuole un dibattito ponderato per elaborare la migliore politica pubblica e inevitabilmente verranno fatti degli errori lungo il percorso.
Nel sostenere le nostre idee, dobbiamo affrontare ogni nuova situazione con umiltà.

Sfortunatamente, le ideologie non sono nulla se non orgogliose e certe della loro correttezza. Non consentono che le posizioni cambino prontamente al verificarsi di nuove circostanze o di nuove prove disponibili. In definitiva, questo è il loro tallone d’Achille. Ma prima che cadano, tendono a causare una grande quantità di sofferenza inutile.

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News

Natale di Roma: un lungo week-end di festa con la regia del Campidoglio

Natale di Roma. Eventi per tutto il weekend

Una festa per tutti i cittadini lunga un intero fine settimana per il Natale di Roma. Così la capitale festeggia il suo 2771° compleanno, con un ricco calendario di eventi culturali, appuntamenti didattici, mostre e celebrazioni ufficiali. Il fine settimana del 21 e 22 aprile culminerà domenica con una festa all’aria aperta in cui tutti potranno passeggiare tra piazza della Bocca della Verità e via Petroselli, zona pedonalizzata per l’occasione, e assistere a spettacoli, concerti e teatro di strada.

Partendo dal successo della Festa di Roma, realizzata in collaborazione con le istituzioni culturali della città negli ultimi due anni, anche questo anniversario sarà una festa diffusa che dalle 14.30 alle 20 trasformerà la strada in un grande teatro a cielo aperto. Percorrendo via Petroselli si potrà compiere un viaggio tra i mille volti di Roma, da quella antica di Plauto a quella immaginata da Shakespeare, da quella del Novecento – con omaggi a Sordi e Flaiano – a quella del Belli, fino alla Roma contemporanea, tra musiche popolari e giovani talenti musicali.

Inoltre, sabato 21 aprile i musei comunali e i “Viaggi nell’antica Roma” di Piero Angela e Paco Lanciano saranno gratuiti per tutti, mentre “L’Ara com’era” al Museo dell’Ara Pacis riserverà una promozione speciale dedicata ai cittadini romani per le giornate di venerdì 20 e sabato 21.

Eventi istituzionali

La giornata di sabato 21 aprile prenderà il via alle 9.30 con la deposizione di una corona di alloro della Sindaca di Roma Virginia Raggi al Milite Ignoto in Piazza Venezia e proseguirà alle 11 con la cerimonia ufficiale in Aula Giulio Cesare. Alle 12 la banda musicale del Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale si esibirà in piazza del Campidoglio e, a seguire, nella Esedra del Marco Aurelio dei Musei Capitolini, la Sindaca incontrerà alcuni studenti delle scuole superiori romane.

Tanti gli appuntamenti istituzionali, alcuni in programma già dal 20 aprile come il Seminario internazionale di studi storici “Da Roma alla terza Roma” (20 e 21 aprile dalle 9 alle 16) e il concerto “Aeterna Roma” realizzato in collaborazione con il coro polifonico “Romane Voces” e Gruppo Storico romano (20 aprile ore 17 piazza del Campidoglio).

Sabato 21 in programma anche l’esibizione delle Bande Musicali Militari in alcune piazze e vie della città e, alle ore 15, della Banda Musicale della città di Ginevra in piazza di Spagna.

Inoltre, il Gruppo Storico Romano proporrà per tutto il week-end una serie di iniziative didattico – culturali e un corteo di 1.500 rievocatori storici provenienti da 13 nazioni diverse che si snoderà da Circo Massimo a via dei Fori Imperiali (domenica dalle 10.30 alle 13.30).

Tra le molte iniziative previste si segnala, inoltre, il consueto appuntamento con la maratona di lettura dei sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, La nascita de Roma, organizzato dalla Sovrintendenza e giunto quest’anno alla sua terza edizione, un omaggio che la città fa al suo massimo poeta. L’evento, che si terrà sabato 21 aprile dalle 16 alle 20 nella Sala della Protomoteca di Palazzo Senatorio in Campidoglio, coinvolge nella lettura dei sonetti cittadini romani, italiani ed europei delle più diverse categorie (professori e allievi, preti e laici, attori e professionisti, oltre a rappresentanti dell’ amministrazione cittadina).

I festeggiamenti per il Natale di Roma saranno anche l’occasione per celebrare i grandi romani del passato. Venerdì 20 aprile alle 10 in Passeggiata di Ripetta/piazza Augusto Imperatore sarà inaugurata la targa commemorativa dell’archeologo Antonio Nibby (Roma, 14 aprile 1792 – Roma 29 dicembre 1839), studioso della topografia di Roma e della Campagna Romana.

Sabato 21 nel Municipio IV in programma visite guidate gratuite all’area archeologica Settecamini tra Via di Casal Bianco e Via Tiburtina (dalle 9 alle 14) e l’esibizione della Fanfara dei Carabinieri a cavallo in piazza Ambrosini, quartiere Torraccia (dalle 16 alle 18).

Nel Municipio IX EUR dalle 17 previste una serie di visite guidate gratuite alla scoperta dei tesori del Museo delle Civiltà con ingresso libero dalle ore 16.30 (per informazioni 06 549521 – 06 69612656).

Alle 19.30 la Banda dell’Esercito Italiano si esibirà davanti al Palazzo della Civiltà Italiana eseguendo brani di Di Lacerenza, Orsomando, Vessella, Verdi e Creux (per informazioni 06 69612656).

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Salute e Benessere

Parafarmacia. Esselunga apre le sue e la prima è in provincia di Milano

parafarmacia

Parafarmacia e GDO

Esselunga, grande catena italiana di supermercati, ha inaugurato la prima parafarmacia della catena all’interno del Superstore di Pioltello, centro dell’hinterland est di Milano, la prima di una serie di Parafarmacie a marchio Esselunga che vedranno un graduale sviluppo nel corso del 2018 e negli anni successivi.
È quanto si apprende da alcuni siti che si occupano di retail che sottolineano la presenza di “farmacisti qualificati che offrono assistenza e consulenza”. Previsto un assortimento di “oltre 300 referenze tra farmaci di automedicazione, farmaci senza obbligo di prescrizione, i cosiddetti Otc e Sop, e prodotti omeopatici.
L’area si completa con lo scaffale degli integratori, organizzati per funzione/bisogno, con quello della dermocosmesi suddiviso per marca e con lo scaffale dedicato alla cura dei capelli. I farmaci da banco e i dispositivi medici sono detraibili fiscalmente”. Per quanto riguarda gli orari, la Parafarmacia Esselunga osserva quelli dello store: dal lunedì al sabato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 9 alle 20. L’interesse della catena per il settore è iniziata alcuni anni fa quando diede degli spazi, esterni allo store, per farmacie gestite direttamente da Essere Benessere, società di gestione di farmacie e parafarmacie del Gruppo FD di Segrate (Mi).
Con la recente scelta Esselunga apre un nuovo settore di interesse per il quale già da alcuni mesi cercava personale.
Risalgono infatti a 2 mesi fa gli annunci comparsi su Linkedin per laureati in Farmacia o in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (Ctf); iscritti all’albo dei farmacisti e abilitati al ruolo, per ricoprire ruoli di responsabilità del reparto per dare “servizio di assistenza alla clientela per i prodotti Otc, Sop, integratori e dermocosmesi” e svolgere attività di assistenza e servizio alla clientela, corretto approvvigionamento dei prodotti, analisi dei dati di vendita e dei kpi, organizzazione e gestione del personale di reparto (mansioni, programmazione orari, ferie), valorizzazione e formazione del personale, declinazione e rispetto delle guide line aziendali.

Simona Zazzetta

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Dieta e Alimentazione

Integratori alimentari: FederSalus sul documento Gimbe

Integratori alimentari

Integratori alimentari: il punto di vista di FederSalus

Il Position Statement Gimbe su alimenti, diete e integratori è un apprezzabile documento di alto livello che pone l’attenzione sull’importanza della corretta informazione in tema di integrazione alimentare, è necessario tuttavia fornire alcune precisazioni relativamente al capitolo dedicato agli integratori.
Così Federsalus (Associazione Nazionale Produttori Prodotti Salutistici) interviene nel dibattito aperto dalla Fondazione Gimbe, in particolare sugli integratori alimentari.
L’Associazione, in una nota, ricorda il proprio impegno nel volere “fare chiarezza in tema di nutrizione, superando quelle promesse miracolose e quei concetti troppo spesso abusati in tema di integrazione alimentare”.
Impegno che si è tradotto “nelle Linee guida per le aziende e nei Position Paper per i farmacisti e per i medici di medicina generale, elaborati affinché sia fatto ordine nell’intero settore. In linea con quanto riportato nel Position Statement, l’Associazione è favorevole a sviluppare rigorosi studi di efficacia e lo sottolinea nel Position Paper sulla Qualità di Filiera”. Esprime inoltre apprezzamento per la precisazione “sull’importanza dell’utilizzo degli integratori alimentari per tutti quei soggetti come donne in gravidanza, bambini e anziani per i quali la supplementazione è un importante aiuto laddove gli apporti forniti dalla dieta non siano sufficienti a completare il fabbisogno nutrizionale”.
È necessario tuttavia, aggiunge FederSalus, “fornire alcune precisazioni relativamente al capitolo dedicato agli integratori, che riprende al principio la posizione della Fisv (Federazione Italiana Scienze della Vita) su cui FederSalus era già intervenuta, specificando che gli integratori alimentari non sono specialità medicinali, ma alimenti (ai sensi della direttiva 2002/46) destinati ad integrare una dieta normale e che in quanto tali sono soggetti al rispetto delle indicazioni sulla salute ammesse dal Regolamento 1924/06 (Regolamento Claims).
Gli ingredienti utilizzati negli integratori alimentari, siano essi vitamine, minerali o altre sostanze con attività nutrizionale o fisiologica, sono elencati nella normativa europea e nazionale che ne definisce in taluni casi i dosaggi utilizzabili. In tutti i casi, le sostanze impiegate devono comunque aver fatto maturare una storia sicura di utilizzo e consumo almeno dal 1997.
Da qui tre punti fondamentali. La produzione di integratori alimentari avviene in stabilimenti specificatamente autorizzati dalle Regione e sotto il controllo di un Responsabile della Qualità. La sicurezza è la premessa ineludibile per commercializzare qualsiasi integratore che, altrimenti, non potrebbe essere immesso sul mercato né proposto in alcun modo al consumatore. A questo proposito FederSalus è impegnata da anni in un percorso di promozione delle Pratiche di Buona Fabbricazione a riconoscimento degli alti standard dei prodotti e a sostegno dell’internazionalizzazione della filiera, che ad oggi tuttavia non sono ancora adottate dal sistema regolatorio nazionale e comunitario.
Il quadro normativo di riferimento prevede che gli integratori alimentari rispettino le indicazioni sulla salute ammesse dal Regolamento Claims, le uniche spendibili, la cui fondatezza è scientificamente prevagliata da Efsa, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare.
Agli integratori non è possibile rivendicare nessun effetto curativo che incida sulle patologie e sulla prevenzione delle malattie. Eventuali studi su soggetti malati sarebbero rigettati da Efsa che non potrebbe tenerne conto per validare indicazioni benefiche sulla salute ascrivibili ad integratori o alimenti, categoria differente rispetto ai farmaci.

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Dieta e Alimentazione

Integratori alimentari. Replica di Integratori Italia al position paper di Gimbe

Integratori alimentari

Integratori alimentari, non farmaci.

Integratori Italia – Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), che rappresenta il settore degli integratori alimentari in Confindustria, replica ad alcune informazioni non corrette diffuse a mezzo stampa in tema di integratori, riprese dal position paper ‘Alimenti, diete e integratori: la scienza della nutrizione tra miti, presunzioni ed evidenze’ della Fondazione Gimbe.

Innanzitutto va sottolineato che gli integratori alimentari sono alimenti, destinati ad integrare la normale alimentazione e contribuire al benessere dell’organismo; in quanto alimenti gli integratori devono essere sicuri per definizione, non è previsto alcun rapporto rischio-beneficio come per i farmaci e la sicurezza è un prerequisito non discutibile o derogabile in alcun modo.

Gli integratori non possono quindi in alcun modo fare riferimento a proprietà di prevenzione, trattamento o cura di malattie, ma solo ad effetti di natura nutritiva o fisiologica.

Per quanto riguarda gli effetti, esiste da anni una normativa europea rappresentata dal Regolamento (CE) 1924/2006 sui claims che ha sottoposto a valutazione da parte di Efsa e ad autorizzazione le indicazioni sulla salute attualmente utilizzabili. Per le sostanze non ancora valutate a livello europeo, come ad esempio piante ed estratti, il Ministero della Salute ha normato l’utilizzo e le indicazioni (si veda il portale http://www.salute.gov.it).

La sicurezza degli integratori è garantita dai sistemi di controllo e di vigilanza previsti dalla legislazione alimentare europea e nazionale, tra i quali il Sistema di Allerta Rapido Europeo (RASFF), i quali hanno garantito ad oggi sicurezza e lo sviluppo di un mercato che, per i livelli di consumi raggiunti, non può che essere valutato positivamente in questi termini. In Italia, in modo ancora più rilevante rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea, il Ministero della Salute ha operato con strumenti di garanzia aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla normativa europea, come l’autorizzazione degli stabilimenti italiani, la notifica dei prodotti e l’istituzione di un Registro dei prodotti notificati, presente on line sul portale del Ministero della Salute, consultabile da tutti, consumatori e addetti ai lavori.

Gli integratori non possono in alcun modo sostituire una dieta sana ed equilibrata, ma il loro uso può essere utile in particolari momenti della vita, come ad esempio la gravidanza e la menopausa, o nel supportare le funzioni fisiologiche del nostro organismo al fine di mantenere un buono stato di salute.

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Dieta e Alimentazione Eventi

Pastificio Cardone, orgoglio fasanese e capacità di innovazione

FASANO – La tradizione e l’autenticità sono al primo posto per il Pastificio Cardone, l’azienda tutta fasanese ormai conosciuta in Italia e in Europa.  Ieri mattina, venerdì 13 aprile, nella splendida e suggestiva Masseria Salamina, si è tenuto un evento di presentazione con il fine di promuovere e far conoscere il territorio pugliese, il suo patrimonio naturale e culturale, ma soprattutto il futuro del Pastificio.

 

Il titolare Enzo Cardone ha colto l’occasione per raccontare ciò che l’azienda rappresenta per il territorio, i suoi valori e la sua tradizione diffusa attraverso il Progetto Senatore Cappelli, ossia l’uso di un particolare grano antico, di grande pregio, che ha spinto l’azienda a puntare al mercato biologico ed a convertirsi in favore dell’ecosostenibilità. Sull’argomento è infatti intervenuto il prof. Pietro Perrino, già Direttore dell’Istituto del Germoplasma di Bari (parte del Centro Nazionale della Ricerca).

La visione del Pastificio Cardone verso lo sviluppo sostenibile del territorio e la conservazione della biodiversità è portata avanti grazie alla collaborazione con il Parco Naturale Regionale Dune Costiere ‘da Torre Canne a Torre San Leonardo’, rappresentato ieri dal presidente On. Enzo Lavarra.

 

Oltre alla dimostrazione dei nuovi progetti che il Pastificio metterà in atto insieme al Parco Dune Costiere nei mesi avvenire, la mattinata è stata occasione di presentazione del nuovo spot promozionale ideato per trasmettere i valori del Pastificio in una chiave diversa, tra modernità e tradizione, ironia ed emozione, frutto del lavoro di giovani del territorio. “Pastificio Cardone. Le nonne ti guardano. Sempre.” è il messaggio trasmesso da questo innovativo spot, diffuso già sui social per mezzo della nota pagina “Inchiostro di Puglia”. Un video promozionale che ha come protagonista la “nonna pugliese”, stereotipo eccellente di tradizione in tutta Italia.

Un lavoro egregiamente eseguito da una squadra di giovani pugliesi: Valerio Palasciano di Fasano (produzione), Paolo Moro di Ostuni (regia), Tiziano Sardelli di San Vito (direttore fotografia) e Giulia Rizzello di Ostuni (produzione). Un team giovane composto anche da Roberta Orlando che ha curato il restyling del sito, Mariangela Orlando per la parte amministrativa e Leonardo Semeraro per la nuova strategia marketing.

Durante l’evento sono state presentate anche due nuove linee di pasta destinate al mercato nazionale: pasta fresca con semolato e semola varietà Senatore Cappelli 100% made in Puglia e biologica, il tutto in una nuova confezione che vedrà sulla parte frontale il nuovo logo, il marchio del Parco, la certificazione bio e, sul retro, un nuovo testo contenente i valori nutrizionali e l’ immagine stilizzata della strada bianca del Parco.

 

Il Pastificio Cardone rappresenta ancora una volta un’eccellenza pugliese e, soprattutto, fasanese.

 



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Volontariato e società

Testamento Biologico: Sos Ossola denuncia “Nel Vco latitanza dei comuni”

VCO- 14-04-2018- Il prossimo 21 aprile l’associazione Luca Coscioni, scenderà in alcune piazze del nostro Paese per il testamento biologico, sulla questione interviene Sos Ossola tramite il suo presidente Benradino Gallo: “ Credo- spiega- che la motivazione principale sia che è stata fissata un’udienza alla Corte Costituzionale il 23 ottobre 2018 con “imputato” del reato di aiuto al suicidio, Marco Cappato, esponente dei radicali, reo di aver accompagnato il Dj Fabo in Svizzera per porre fine alla sua vita e alle atroci sofferenze della sua malattia, come liberamente aveva deciso. L’accusa è il reato di “aiuto al suicidio” in conformità a una legge del 1930 e rischia una condanna dai 6 ai 12 anni. Molti giuristi sostengono che tale antica legge ereditata dal fascismo sia incostituzionale se si applica all’agevolazione a decidere di morire senza alcuna influenza o pressione, esattamente come deciso dai giudici milanesi.

La vergogna è che il governo in carica ha preso formalmente posizione contraria a questa decisione di buon senso dei giudici.

Non sappiamo se nel Vco vi sarà una tale iniziativa da parte dell’ l’associazione Luca Coscioni, ma riteniamo che sarebbe opportuno mobilitarsi non solo sull’interpretazione reazionaria che sarà affrontata dalla Corte Costituzionale, ma soprattutto al fatto che la totalità dei comuni del VCO non ha messo in campo le procedure per consentire al singolo cittadino di poter esprimere e redigere, presso gli uffici anagrafe, il testamento biologico con le disposizioni anticipate di trattamento Art. 4 Legge 22 dicembre 2017, n. 219. Tale Legge consente di essere liberi di poter morire bene con indicazioni che possono essere “attive o passive”.

Lo abbiamo appreso durante la partecipata riunione sul tema, tenutasi presso la casa di riposo di Domodossola la sera dell’8 aprile con i prestigiosi e conosciutissimi relatori il prof. Bellocco, famoso medico anatomo patologo, e l’avv. Crapanzano, giudice onorario di pace del Tribunale di Verbania, che hanno affrontato tale problematica da “par loro”.

Su tale questione, il comune di Reggio Emilia ha predisposto uno stampato che alleghiamo perché possa essere preso e riprodotto in tutti i comuni del Vco.

Su questo ritardo faccio un appello a tutti i comuni, al sig. Prefetto che valuti se dare indicazioni ai segretari comunali, al presidente della provincia del Vco che invito a prendere un’iniziativa almeno d’informazione, anche se non di sua competenza.

Personalmente, entro il prossimo mese, mi presenterò presso il mio comune di residenza presso l’ufficio anagrafe con una dichiarazione simile allo stampato di Reggio Emilia per fare la mia personale dichiarazione per disposizioni anticipate di trattamento Art. 4 Legge 22 dicembre 2017, n. 219. Solleciterò altri cittadini a fare altrettanto e si auspica che si organizzino per evitare l’omissione di atti d’ufficio.

Altre questioni che sarebbero da affrontare è l’informazione agli operatori sanitari sia delle strutture come gli ospedali che del territorio”.

 

 


 

 

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Eventi Musei di Roma

I manoscritti originali di Leopardi a Roma, anche l’Infinito

I manoscritti originali di Leopardi a Roma, anche l’Infinito

Una mostra del Pio Sodalizio dei Piceni fino al 9 giugno

Roma, (askanews) – I manoscritti originali di Giacomo Leopardi e in particolare la preziosa stampa dell’Infinito, arrivano a Roma, per gentile concessione del Comune di Visso, nelle Marche, in occasione dei 200 anni della celebre poesia “Infinito” del poeta di Recanati.

L’iniziativa della mostra, nata dall’idea del poeta Davide Rondoni, è del Pio Sodalizio dei Piceni con l’obiettivo di offrire al pubblico un percorso espositivo, nei locali dei Musei di San Salvatore in Lauro, a Roma, con parte del patrimonio storico e artistico del Leopardi, conservato in luoghi marchigiani non più visitabili perché danneggiati dal terremoto del 2016.

Massimo Ciambotti, presidente della Fondazione Claudi e del Centro Studi Marchigiani. “L’Infinito è la poesia per eccellenza. E celebrarla significa celebrare la poesia. Quando è venuta l’idea del progetto ‘Infinito 200’ abbiamo aderito con entusiasmo”.

Quadri legati alla vita di Leopardi, manoscritti e lettere, busti del poeta. Una mostra che resterà aperta fino al 9 giugno.

Fabio Corvata, presidente el Centro nazionale di studi leopardiani. “Stiamo preparando la costituzione di un comitato nazionale per il 2019 che è l’anniversario dell’Infintio. Questa iniziativa ci porta all’appuntamento del prossimo anno, ma questo evento è dedicato anche al terremoto”.

L’iniziativa si inserisce nel progetto “Infinito2000” (promosso dal Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Marchigiani CeSMa, la Fondazione Claudi, il Pio Sodalizio dei Piceni e l’Accademia Mondiale della poesia di Verona e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo e della Regione Lombardia), che fino al dicembre 2019 intende celebrare i 200 anni della scrittura della poesia.

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Dieta e Alimentazione News

Il governo francese stanzia 1,1 miliardi di euro per la produzione biologica

Il governo francese ha stanziato 1,1 miliardi di euro per gli agricoltori che vogliono passare alla produzione biologica. In questo modo, si vuole evitare che la Francia finisca con l’importare prodotti su larga scala.


Stéphane Travert, attuale Ministro all’Agricoltura francese.

In Francia la domanda di prodotti biologici è in forte aumento. Secondo il governo, quindi, la cosa migliore è sostenere gli agricoltori nella transizione verso la coltivazione biologica piuttosto che mantenere le loro aziende.

Al momento la Francia non è in grado di soddisfare la richiesta nazionale di prodotti biologici e, di conseguenza, il 30% viene importato a prezzi più bassi possibile e questo danneggia la posizione competitiva degli agricoltori francesi. Il governo teme che, senza un intervento, i volumi d’importazione continueranno ad aumentare.

Al momento la superficie agricola francese coltivata in regime biologico ammonta al 6,5% del totale. Grazie agli aiuti economici, nel 2022 aumenterà fino al 15%.

Secondo il ministero la sovvenzione da 1,1 miliardi di euro messa a disposizione per la produzione biologica corrisponderà a un aumento del 62% rispetto al piano di sostegno finanziario precedente.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.

 

Data di pubblicazione: 11/04/2018

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News Volontariato e società

Testamento biologico: a Macerata c’è il registro grazie alla Coscioni

Anche il Comune di Macerata ha istituito il registro per il testamento biologico, ricordando che è grazie in primis all’associazione Luca Coscioni che è stata approvata la legge 219  del 2017 sul biotestamento.

Era il 28 ottobre 2009, quando nella sala dell’ Antica Biblioteca dell ’Università di Macerata si svolse un incontro pubblico su questo tema del fine vita e testamento biologico, alla presenza, tra gli altri, di Mina Welby (moglie di Piergiorgio Welby), militante  e ora co-presidente dell’associazione Luca Coscioni.

“Un lungo iter iniziato nell’ottobre 2009”

Il 19 dicembre 2011 l’associazione inviò una lettera al sindaco di Macerata per chiedere l’istituzione del registro comunale per il testamento biologico. E nel corso del 2013 raccolse firme anche a Macerata sulla proposta di legge d’iniziativa popolare per l’autodeterminazione nel fine vita. In tutta Italia vennero raccolte 67mila firme di cittadini, poi depositate in Parlamento.

Enrica Caferri presidente cellula Ancona Luca Coscioni e il segretario Renato Biondini

Il 16 febbraio 2016  l’associazione Luca Coscioni inviò una nuova lettera al sindaco di Macerata per chiedere l’istituzione del registro, firmata dal segretario Renato Biondini e dalla prof.ssa Chiara Campagnoli di Macerata; mentre  l’ 8 giugno dello stesso anno all’Ospedale di Macerata venne organizzata una conferenza stampa per illustrare l’ordine del giorno che il consigliere David Milozzi aveva depositato in Consiglio comunale per l’istituzione del registro, alla presenza della presidente di Pensare Macerata Alessandra Orazi, Zelinda Piccioni presidente di Cittadinanzattiva, Biondini e anche il dott. Americo Sbriccoli presidente dell’ordine dei medici della provincia di Macerata.

Nella successiva seduta del 28 giugno, il Consiglio comunale di Macerata approvò un ordine del giorno per l’istituzione  di un  registro dei testamenti biologici (detto anche  più propriamente dichiarazioni anticipate dei trattamenti sanitari).

Nonostante questo risultato però, la Giunta e l’Amministrazione comunale non dettero seguito alla volontà espressa dalla maggioranza consiliare e non ebbero la volontà politica di istituire questo registro per le dat (acronimo di dichiarazioni anticipate dei trattamenti sanitari).

Per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni, l’associazione Luca Coscioni organizzò a Macerata altri due incontri pubblici: uno il 15 ottobre 2016, alla sala convegni dell’Hotel Claudiani, relatori Americo Sbriccoli  presidente ordine dei medici e odontoiatri di Macerata, Boris Rapa consigliere regionale delle Marche gruppo Uniti per le Marche, Lara Ricciatti deputata di Sinistra italiana, Monica Olioso vedova di Max Fanelli, Massimo Tombesi medico di medicina generale e specialista di medicina interna, David Miliozzi consigliere comunale e capogruppo di Pensare Macerata, Ninfa Contigiani presidente del consiglio delle donne comune di Macerata e  Zelinda Piccioni  presidente di Cittadinanzattiva di Macerata.

Il secondo, dal titolo Fine vita e autodeterminazione, si svolse all’Università degli studi di Macerata il 15 maggio 2017 con la partecipazione della prof.ssa  Ines Corti e il  prof. Giovanni Di Cosimo dell’  Università degli studi di Macerata, Monica Olioso vedova di Massimo “Max” Fanelli, Irene Manzi, deputata del Partito Democratico e  Roberta Battinelli dell’associazione  studentesca  Officina Universitaria.

Dopo l’entrata in vigore della legge sul biotestamento, il 15 marzo 2018, insieme all’associazione Radicali Marche l’associazione Luca Coscioni ha inviato a tutti i Comuni delle Marche, e quindi anche a quello di Macerata, una lettera nella quale si chiedeva di istituire quanto prima il registro delle dat così come prescritto dalla legge 219 del 2017.

Oggi, finalmente, il Comune di Macerata lo ha istituito. Ma l’informazione sul tema è carente ed è per questo che l’associazione Luca Coscioni ha indetto una giornata nazionale di mobilitazione e di informazione in tutta Italia per il 21 aprile.

Saranno presenti anche a Macerata con un banchetto informativo nel pomeriggio di sabato 21 aprile in Via Matteotti 16/20, all’altezza della galleria del commercio.

 

 

 

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Comunicati

Una visione storica per comprendere l’islam

Declino storico delle religioni
Il desiderio di credere e il bisogno di trascendenza hanno accompagnato l’avventura dell’umanità. Nelle grandi civiltà, dal X secolo prima della nostra era al VI secolo di questa, sulla fede in Rivelazioni accolte come divine si sono costruiti vasti sistemi religiosi, o saggezze (il confucianesimo e il buddismo, ad esempio), che perdurano ancora oggi. II giudaismo, il cristianesimo o hanno trasmesso, in forme molto diverse tra loro, visioni del di vino, ma anche spiegazioni del mondo. In Occidente, le religioni hanno dominato le mentalità e impregnato la filosofia per secoli. Esse hanno scandito l’esistenza degli uomini, ne hanno ispirato la condotta e incarnato la Speranza. Hanno legittimato i poteri politici e stabilito con questi gli indispensabili compromessi. Si sono spesso combattute, provocando guerre e trascinando le folle dietro di se. Raramente sono coesistite pacificamente. Con il movimento dell’Illuminismo, nel XVIII secolo, in Europa le spiegazioni religiose della vita regrediscono. Le scienze liberano le conoscenze dall’ortodossia della fede. Laddove regnava il mistero della Creazione, si moltiplicano i saperi sulla natura e sull’uomo. I poteri politici si emancipano dalla teologia. Nel XIX secolo, avanza la secolarizzazione delle società. L’individuo, lungi dal rimanere un suddito e un fedele, aspira a diventare un cittadino, nonché l’artefice della propria storia. In Francia, lo Stato e la Scuola si separano dalla Chiesa. Il laicismo ispira il pensiero ufficiale. Nel XX secolo, il fenomeno religioso ha continuato a declinare e si è modificato. Si sono confermati il calo delle pratiche religiose e la crisi delle vocazioni sacerdotali. La religione continua ad essere presente come devozione individuale, ma anche attraverso un insieme di riferimenti e di riti sociali. L’influenza delle Chiese sulle scelte sociali, politiche o personali dei rispettivi fedeli, tuttavia, si a ridota notevolmente. Si richiamano i dogmi e i principi religiosi per avvertire le coscienze, ma essi non dettano più i comportamenti.

Tragedia delle ideologie assolutiste Il XX secolo ha prodotto due grandi ideologie totalitarie: il fascismo e il comunismo. Entrambe sono state antireligiose. Tutte e due, però, hanno rappresentato dei surrogati profani dell’elemento religioso. Instaurando specifiche forme di credenza e di culto, hanno operato un trasferimento della trascendenza incarnate in Dio verso un assoluto immanente, inscritto nella storia, da un lato in nome di una razza, dall’altro in quello di una classe. Hanno imposto dogmi e massacrato il mitico nemico. Hanno preteso dai loro adepti un impegno totale, una disciplina assoluta, un dono di se e forme di devozione che rimandavano a metodi e a comportamenti ormai in desuetudine nelle religioni d’Occidente. Cosi, i grandi processi staliniani restauravano, attraverso la logica della confessione e del pentimento (ribattezzato “autocritica”), quello strano legame che, nei processi dell’Inquisizione, teneva insieme le vittime e i giudici sotto l’impero di una fede comune. Queste grandi ideologie globalizzanti, ormai pressoché defunte, fornivano dottrine manichee e certezze in cui si annullavano le indi­vidualità. Esse hanno mobilitato milioni di persone. Hanno provocato catastrofi storiche, ma anche passioni che alcuni nostalgici contrappongono alla banalità di oggi.
Infine, in questi anni la religione islamica è stata politicizzata e utilizzata da movimenti integralisti per scopi che hanno poco di religioso…
continua a leggere l’articolo su romanews.it
http://romanews.it/blog/esteri/come-affrontare-lintegralismo-islamico/

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Comunicati

Effetto placebo ed effetto nocebo

Placebo in latino significa “io ti piacerò” ovvero il tempo futuro del verbo piacere mentre nocebo è il futuro del verbo “nuocere”. Mentre il termine placebo è molto conosciuto ed usato tantissimo anche a sproposito, nocebo è stato utilizzato nei media solo recentemente. In entrambi i casi ci si riferisce ad azioni fisiologiche benefiche o dannose rispettivamente provocate da sostanze farmacologicamente inerti ma ritenute efficaci dall’individuo che le assume. Più in generale l’effetto placebo o nocebo viene attribuito anche a situazioni e contesti semplicemente psicologiche e non necessariamente dovute all’assunzione di sostanze inerti ritenute attive.
In medicina l’effetto placebo è stato lungamente studiato e si è escluso si tratti semplicemente di un effetto provocato in persone “credulone” e “suggestionabili” ma si ritiene che sia geneticamente giustificato dal bisogno di cercare un adattamento ad ambienti adatti alla vita. Il nostro organismo proverebbe sensazioni positive e benessere negli ambienti e contesti giusti per vivere e procreare o al contrario malessere se non trova le condizioni adatte. Negli ambienti scientifici americani si attribuendo sempre più importanza all’effetto placebo e nocebo togliendo spazio alla chimica a tutti i costi.
Già negli anni quaranta si ritenne di testare i nuovi farmaci in modo “cieco” cioè senza che la persona sapesse se stava utilizzando un farmaco o una semplice compressa di zucchero. In seguito si ritenne di utilizzare il sistema “a doppio cieco” cioè neanche il medico o paramedico che consegnava negli ospedali il rimedio doveva sapere se stava dando un vero farmaco o una sostanza inerte, in genere zucchero o solo amido compresso a forma di medicamento. Questo perché si poteva in qualche modo suggestionare il placebo con l
l’atteggiamento psicologico di chi somministra il rimedio.
Nel 2004 si è riusciti a ricostruire scientificamente cosa succede nel cervello quando si instaura un effetto placebo.
A livello cerebrale si producono delle sostanze, dette mediatori chimici, che provocano effetti positivi soprattutto sull’ansia e lo stress. Sicuramente si ha un aumento nel rilascio di endorfine cioè quelle sostanze naturalmente prodotte dell’organismo che hanno una azione simile alla morfina da cui a suo tempo è stato coniato il nome.
Tra le forme di somministrazione si è visto che l’iniezione è più efficace della compressa nel provocare l’effetto benefico.
Già negli anni 90 la scienza ha messo in relazione stress e sistema immunitario. Sotto stress diminuisce la produzione di anticorpi e ci si ammala più facilmente: Le endorfine riducendo lo stress fanno invece aumentare le difese immunitarie.
Inoltre anche gli ormoni sono naturalmente rilasciati a secondo delle nostre emozioni provocando malessere e/o benessere. Pensate a quando siete innamorati o quando finisce una amore J

Ebbene ormai è tutto scientificamente accertato e studiato.
Si è definita a tale scopo una nuova disciplina scientifica chiamata Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI). Ancora non è riconosciuta in ambiente universitario ma le sono le scoperte scientifiche che ne sono alla base.
Nocebo è invece un termine che solo da pochi anni viene preso in esame dal punto di vista scientifico.
In questo caso una sostanza assunta e percepita come negativa porta invece un malessere indipendentemente dalla reale tossicità chimica e farmacologica.
Anche in questo caso il meccanismo nell’evoluzione dell’uomo è fondamentalmente di difesa. Il malessere ci aiuterà a ricordare ed evitare la sostanza o situazione negativa.
Continua a leggere gli articoli sull’argomento su dieta-dimagrante.com
http://www.dieta-dimagrante.com/articoli/cosa-sono-il-placebo-ed-il-nocebo/ 

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