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Mercato del Litio sempre più al centro della strategia economica globale

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  • 17 Novembre 2023

La corsa all’elettrificazione degli autoveicoli sta continuando in maniera impetuosa. Tutto questo pone un problema di reperibilità delle materie prime necessarie al percorso di transizione dal fossile al “green”. Il fulcro della questione diventa così il mercato del Litio, che è diventato anche argomento di scontro commerciale tra la Cina da una parte e gli Stati Uniti con i suoi alleati occidentali dall’altra.

L’importanza del mercato del Litio

litioAlla base di questa tensione di mercato c’è l’essenzialità del litio nella sua forma di carbonato, quale elemento per la produzione degli accumulatori. Questi ultimi sono al momento la miglior soluzione possibile per le batterie dei veicoli elettrici. Ecco perché il mercato del Litio è così importante. Non a caso l’Unione Europea ha inserito il Litio nell’elenco delle materie prime strategiche.

Comanda la Cina

La Cina si è mossa con grande anticipo e lungimiranza in questo ambito, sviluppando così una leadership nel mercato del Litio grazie al controllo dell’intera catena del valore. Oltre a detenere riserve importanti, Pechino ha anche sviluppato le sue capacità di estrazione e raffinazione. Infine la Cina si è anche specializzata nella produzione degli accumulatori agli ioni di litio.
Secondo i dati EV Volumes, la Cina è riuscita a incrementare la sua quota di produzione mondiale di autoveicoli elettrici passando dal 19% nel 2021, al 32% nel 2022 (fonte dati XTB group).

Questione di prezzo

E’ chiaro che tutti questi movimenti sul mercato del Litio hanno un effetto sui prezzi. Dopo una fase di crescita avuta qualche anno fa, a cui è seguita una stabilizzazione, nel 2023 c’è stato un forte rallentamento, pari addirittura al 70%, scivolando a 165.000 CNY tonnellata. Questo impatto tuttavia non si è ancora trasferito in misura integrale in Europa, dove la riduzione è stata solo del 50%. L’annullamento di questo divario, il punto di zero spread tra i due prezzi, potremmo però non vederlo affatto.

Pressione sull’Europa

La crescente richiesta di veicoli elettrici nei prossimi anni, porterà ad un incremento inevitabile anche della richiesta di litio, A meno che non cambi la tecnologia di base per la produzione delle batterie. Significa che se l’Europa non riuscirà a raggiungere i propri obiettivi di produzione mineraria ed industriale entro il 2030, il prezzo del litio potrebbe tornare a crescere in maniera vigorosa. Ricordiamo che tra gli obiettivi del “European Critical Raw Materials Act” (CRM) c’è quello di limitare a non oltre il 65% la fornitura massima da un singolo paese terzo.

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Il sicuro contributo cinese per la pace in Ucraina. Di Giancarlo Elia Valori

In queste ultime ore il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha esposto in modo esauriente la posizione e la proposta della Cina sulla risoluzione dell’attuale crisi ucraina, che può essere riassunta come quattro impegni in sei punti.

Il dialogo e la pace vanno promossi attraverso quattro passi che devono aderire agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite; rispettare e proteggere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina; aderire al principio di indivisibilità e della sicurezza; e accogliere le preoccupazioni delle parti in merito alla propria sicurezza nazionale. La Repubblica Popolare della Cina – un Paese negli ultimi tempi vicino e amico della Russia – insiste sul dialogo e sui negoziati per risolvere le controversie con tutti i mezzi pacifici. Per Pechino è importante concentrarsi sulla stabilità a lungo termine della regione e costruire un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile.

La questione ucraina giace in situazioni storiche complesse e speciali. Solo affrontando queste con fermezza e prendendo le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza delle parti interessate, in maniera ponderata, razionale e corretta si possono salvaguardare efficacemente i sacri diritti della sovranità e dell’inviolabilità territoriale di ciascun paese e fare passi avanti nel dialogo bilaterale e nella negoziazione, in modo da risolvere l’attuale crisi sulla base del raggiungimento di stabilità a lungo termine per la regione, con la costruzione d’un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile.

Considerando la complessità unica della questione ucraina, la Repubblica Popolare della Cina sta incoraggiando i negoziati diretti tra Russia e Ucraina e un confronto equo tra Stati Uniti d’America, NATO, Unione Europea e Russia, invitando la comunità internazionale a fornire la necessaria “pazienza” strategica e cooperazione continua fino a quando le due parti non abbiano intrapreso congiuntamente azioni concrete per ripristinare saldamente il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro.

Per Pechino – nel processo di risoluzione dell’attuale crisi ucraina – le Nazioni Unite e le parti interessate dovrebbero intraprendere azioni coordinate ed efficaci basate sul diritto internazionale, con l’obiettivo a breve termine di promuovere una soluzione diplomatica alla guerra in atto. Le sanzioni non sono mai state una soluzione fondamentale ed efficace per risolvere un problema. Quando le legittime preoccupazioni di sicurezza delle parti non vengono affrontate, esercitare avventatamente una forte pressione con sanzioni su larga scala equivale ad aggiungere benzina sull’incendio e colpire solamente le popolazioni.

Come ha sottolineato Wang Yi è necessario sostenere il concetto di sicurezza comune, globale, di cooperazione e sostenibile e al contempo abbandonare l’idea di sicurezza esclusiva e assoluta per una sola parte e insistere per porre fine ai conflitti attraverso la negoziazione. È indispensabile rafforzare la fiducia reciproca e costruire insieme un mondo di pace duratura.

L’iniziativa in sei punti cinese è mirata per prevenire una crisi umanitaria su larga scala in Ucraina. Wang Yi ha sottolineato che la massima priorità della crisi ucraina è alleviare il più possibile la situazione sul campo, per evitare che il conflitto si intensifichi o addirittura sfugga al controllo. L’Iniziativa in sei punti, proposta dalla Repubblica Popolare della Cina a questo scopo, dimostra la chiara posizione del Paese, e la mentalità globale della diplomazia di Pechino.

Evitare la politicizzazione delle questioni umanitarie – e non trasformarla in propaganda per una parte sola – è un’importante garanzia per lo sviluppo sicuro, tempestivo e regolare delle operazioni umanitarie. Per raggiungere questo obiettivo, l’Iniziativa in sei punti sottolinea in modo completo ed equilibrato che tutte le parti interessate devono aderire ai principi di neutralità e imparzialità nello svolgimento delle operazioni umanitarie e che le Nazioni Unite dovrebbero svolgere un fondamentale ruolo di coordinamento in ambito umanitario per assistere l’Ucraina, in modo da facilitare lo sviluppo delle operazioni umanitarie, attraverso il dispiegamento di canali efficienti che vanno nella giusta direzione.

I diversi gruppi più colpiti dalla situazione in Ucraina e più bisognosi di assistenza umanitaria hanno diverse preoccupazioni pratiche, che determinano le diverse priorità delle strategie di risposta, sulla base delle effettive esigenze di gruppi rappresentativi come sfollati, civili e stranieri in Ucraina.

Da parte cinese Wang Yi ha annunciato solennemente che la Società della Croce Rossa cinese fornirà all’Ucraina una serie di aiuti umanitari di emergenza il prima possibile. L’intenso impegno mostra la preoccupazione umanitaria della Cina e diventa un chiaro esempio dei continui sforzi cinesi per superare la crisi umanitaria.

Salvaguardare gli interessi nazionali con la diplomazia a favore dei popoli. La tutela degli interessi nazionali è sempre stato il compito fondamentale degli affari esteri della Cina.

Dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Ucraina nel 1992, l’Ucraina è diventata il terzo partner commerciale della Cina in Eurasia dopo Russia e Kazakistan, e anche la Cina è diventata il principale partner commerciale dell’Ucraina. Le due parti hanno ottenuto una proficua cooperazione nei settori della scienza e della tecnologia, dell’istruzione e della cultura e hanno mantenuto stretti scambi di personale. Poiché la situazione in Ucraina è cambiata, il Ministero degli Affari esteri cinese ha immediatamente attivato il meccanismo di emergenza della protezione consolare, ha mantenuto una stretta comunicazione con tutte le parti, si è coordinato con entrambe e ha adottato molteplici misure per cercare di avviare dialoghi di pace.

In primo luogo, Wang Yi ha svolto immediatamente una telefonata con il ministro degli Esteri ucraino e con quello russo, proponendo un percorso pacifico per risolvere le preoccupazioni di tutte le parti attraverso il dialogo e la negoziazione

In secondo luogo, varie agenzie del ministero degli Esteri cinese hanno collaborato strettamente, valutato in modo completo i cambiamenti della situazione e, sulla base di varie possibilità; inoltre hanno immediatamente formulato un piano fattibile per aiutare l’evacuazione sicura volontaria dei cittadini cinesi e non dall’Ucraina, nonché attivato il meccanismo di emergenza della protezione consolare e ha aperto e sbloccato alcuni canali di sicurezza.

Non perdere tempo e cogliere le giuste finestre temporali che si lotta per aprire nell’attuale situazione bellica, sono modi per organizzare meglio le operazioni di evacuazione di emergenza, e fornire tutto l’aiuto possibile a coloro che non sono stati ancora evacuati.

Dietro tali efficienti operazioni di trasferimento che hanno visto protagonisti anche i governi di Cina, Moldavia, Romania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bielorussia c’è la dedizione dei diplomatici e il comune desiderio di pace delle persone di tutto il mondo, in quanto questi Paesi ed altri hanno fornito strutture di sicurezza ed evacuazione.

Wang Yi ha espresso chiaramente e con forza la posizione di base aperta, trasparente e coerente della Repubblica Popolare della Cina sulla questione ucraina, affermando che la stragrande maggioranza dei Paesi si oppone alla “nuova guerra fredda” e alla divisione del mondo. Wang Yi ha affermato che di fronte a un mondo turbolento e in evoluzione, la Repubblica Popolare della Cina ha sempre rappresentato stabilità ed energia positiva, e si è sempre posizionata nella giusta direzione del progresso storico. La Cina continuerò ad assumersi le sue responsabilità, per tenere alta la bandiera della pace, dello sviluppo, della cooperazione e del vantaggio di tutti, per promuovere la costruzione di un nuovo tipo di relazioni internazionali e contribuire a costruire una comunità internazionale con un futuro condiviso da tutta l’umanità.

Siamo certi che solo la Repubblica Popolare della Cina ha la possibilità di far ragionare la Russia e condurla prima di tutto alla cessazione delle ostilità, e all’organizzazione di una Conferenza di “Helsinki 2” che dia a tutti – come quarantasette anni fa – la garanzia del rispetto della sicurezza di uni versi gli altri.

Giancarlo Elia Valori

Presidente di International World Group

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Finanza, la guerra diventa un assist per le ambizioni della Cina

L’invasione della Russia in Ucraina può diventare un assist per le ambizioni della Cina nel mondo della finanza globale. Questa partita può diventare importantissima per il futuro di Pechino, nonostante la sua posizione sia assolutamente scomoda. Infatti da una parte ha legami ideologico-politici stretti con Mosca, ma dall’altra “dipende” dal commercio con il mondo occidentale.

Le conseguenze della guerra sulla Cina e sulla finanza

russia-cinaE’ abbastanza evidente che la Cina da decenni ambisce a rompere l’egemonia del dollaro sui mercati internazionali, creando un secondo polo che abbia il renminbi come riferimento. Non vuole scalzarlo, ma vuole porsi come alternativa forte.
Gli eventi delle ultime settimane favoriscono proprio la spinta verso un nuovo sistema finanziario globale, che si smarca dal dollaro e trova un nuovo fulcro nella valuta cinese.

Il sistema di pagamenti Cips

Questa spinta arriva dal Cips (‘Cross-Border Interbank Payments System’) che è il circuito di pagamento creato dalla Cina nel 2015 per fungere da alternativa allo Swift. Proprio l’esclusione dalla Russia da questo sistema, potrebbe fare da volano a quello alternativo cinese.
Il Cips ha circa 1.200 istituti membri in 100 paesi, quindi è ancora “leggero” nei pagamenti internazionali rispetto a Swift, che ha circa 11.000 membri.
Ma gli stessi media cinesi hanno messo in evidenza il fatto che l’espulsione di Mosca dallo Swift potrebbero spingere le istituzioni finanziarie russe a dover partecipare ai Cips.

Gli eventi spingono la Russia nelle braccia di Pechino

Bisogna infatti ricordare che lo scoppio della guerra ha provocato uno tsunami finanziario sulla Russia. Il paese è sull’orlo del default, mentre la moneta nazionale – il Rublo – è crollato del 30%. Nel frattempo invece il Renminbi continua a essere stabile rispetto al dollaro, nonostante la Cina stia vivendo una crescita economica in frenata.
Questo vuol dire che i mercati del fx trading (ossia i mercato delle valute) non guardano più alla valuta cinese come speculativa, ma come qualcosa di più solido di fronte alle turbolenze geopolitiche.

La reputazione crescente del Renminbi

La guerra dunque favorisce la globalizzazione del Renminbi e ne stimola l’utilizzo nel commercio internazionale e anche negli investimenti. Questi sono segnali operativi affidabili riguardo alla reputazione della Cina agli occhi dell’economia globale.
Questa è un’occasione unica per Pechino, che da tempo vuole rompere il dominio americano nei pagamenti nella finanza globale, malgrado non abbia la presunzione di ritenere il suo potere economico pari a quello americano.

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Mercati emergenti e Cina, due mondi così diversi da tenerli distinti

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  • 28 Gennaio 2022

La maggior parte degli investitori quando pensa ai mercati emergenti, è portato ad includere anche la Cina. Sebbene come impostazione concettuale sia corretta, la realtà dei fatti evidenzia che il paese del Dragone sia un mondo diverso rispetto agli altri emergenti. Sarebbe quindi più utile, almeno sotto il profilo finanziario, tenerli distinti.

La Cina e gli altri mercati emergenti

mercati emergentiAnche se la Cina è ben lontana dall’essere considerato un mercato sviluppato, non ha più neppure delle caratteristiche tali da poterlo assimilare ai mercati emergenti.
Le sue dimensioni, il suo potere economico e anche il grado di maturità della sua economia, sono fattori che non si riscontrano negli altri Paesi di questa categoria.

Proprio il ruolo sempre più importante che la Cina sta avendo nell’ambito commerciale internazionale, ha fatto sì che fungesse da motore per il resto dell’economia emergente. In tal modo ha dato un importante beneficio anche agli altri, perché li ha portati sotto i riflettori.
Lo dimostra il fatto che il numero di paesi che vengono inclusi nella categoria sia in crescita costante. Negli ultimi tre decenni è passato da 30 membri a 75 membri. Parallelamente, è cresciuto anche il mercato del loro debito, nonché la quota di debito globale riferito alle economie emergenti.

Il peso della Cina: giusto o eccessivo?

Tuttavia la Cina continua ad avere un peso molto differente. Benché le obbligazioni cinesi rappresentino soltanto il 10% dell’indice obbligazionario dei mercati emergenti, Pechino riesce ad attirare capitali da tutto il mondo. Sorge così il dubbiose tale “potere” non finirà per togliere spazio agli altri mercati emergenti. La Cina potrebbe cioè agire da market to limit.
Inoltre per le sue caratteristiche, il debito sovrano cinese non è correlato ad altre attività rischiose cinesi. Ha quindi già in sé delle caratteristiche di diversificazione per i portafogli obbligazionari.

Fondamentali

A livello di prospettive, la Cina comunque rimarrà un motore dell’economia globale, e questo giustifica il tenerla distinta dalle altre economie emergenti.
Va però precisato che i fondamentali economici e sociali degli altri paesi emergenti, fanno sperare che in futuro possano crescere. Di vista tecnico si parla di dragonfly doji.
Diciamo che la loro posizione è la stessa in cui si trovava la Cina tre decenni fa. Anche se non è lecito aspettarsi una crescita allo stesso ritmo impetuoso che ha avuto la Cina, possono comunque contare su una solida base.

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Economia cinese, al ripresa è così forte da costringere la PBoC a intervenire

In Cina l’uscita dalla crisi pandemica è avvenuta prima degli altri Paesi. E’ stata il primo Paese a recuperare le perdite di produzione, anche in modo robusto.
Addirittura l’economia cinese corre a un passo così spedito, da costringere la banca centrale nazionale a intervenire per evitare un eccessivo surriscaldamento attorno alla sua valuta.

Quanto corre l’economia cinese

economia cineseSe guardiamo ai profitti industriali, si può vedere nella Cina una progressione che non si vede in nessuna altra grande economia. La crescita continua ad essere robusta mese dopo mese, ed è sostenuta in parte da effetti di base, ma anche da una produzione industriale che continua ad essere solidissima.

Profitti industriali senza freni

Il settore che sta facendo da traino è quello minerario e dei metalli, assieme a tutti quelli ad essi connessi. L’aumento dei prezzi delle materie prime, in primo luogo rame e acciaio, ha soffiato forte nelle vele di questo trend e chi fa day trading l’ha visto bene.
Ma anche chimica, telecomunicazioni e macchinari sono settori dove i profitti sono robusti, grazie al forte ciclo globale del settore manifatturiero.
Anche per questo motivo i titoli azionari cinesi hanno registrato performance eccezionali nei maggiori indici globali. Perché il Paese ha dato prova di avere capacità di crescita uniche.

Il sostegno cauto ma deciso della politica

Nel frattempo la politica cinese non registra nessuna brusca inversione di marcia, e anzi rimane orientata a un approccio stimolante. Ma senza eccessi, perché per passare da una crescita forte a una crescita troppo forte, il passo è breve e si potrebbe generare un gap down tecnico.
In sostanza Pechino si è impegnata a evitare una brusca inversione di marcia, nel passaggio dagli stimoli all’irrigidimento – pur adeguando l’entità dei sostegni – e ha definito una linea d’azione coerente con l’impegno assunto.
E così la Banca Popolare Cinese ha aumentato il livello di riserve obbligatorie per i depositi in valuta estera. Motivo? L’eccessivo apprezzamento dello yuan rispetto al dollaro. Ciò infatti rappresenta una minaccia per l’export del Paese.

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Economia, la corsa della Cina accorcia il divario dagli USA

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  • 28 Gennaio 2021

Malgrado sia stata la culla della pandemia, la Cina è riuscita ad attivare meglio la ripresa economica rispetto agli altri Paesi. Il Governo di Pechino ha messo in campo una serie di misure a sostegno dell’economia, che hanno innescato il rimbalzo dei consumi. Mese dopo mese, a fine 2020 erano quasi tornati ai livelli pre-Covid. Solo la terza ondata ha peggiorato leggermente il quadro.

Come s’è ripresa l’economia cinese

economia cineseAnche gli investimenti e le esportazioni hanno avuto una ripresa discreta. E non da ultimo il mercato azionario, tornato a brillare grazie sia alla forte performance che a un universo di investimenti in crescita.
Gli investitori esteri hanno apprezzato molte cose “made in China” in questi mesi, in un contesto di apertura sempre maggiore della loro economia all’estero. Dato l’apprezzamento del renminbi (ossia lo Yuan), le correlazioni tra valute asiatiche, il contesto di tassi di interesse stabili, è stato molto apprezzato il programma “Bond Connect”. Così come ha continuano a riscuotere successo il programma Stock Connect Shanghai-Hong Kong, in vigore ormai dalla fine del 2014.

La transizione economica di Pechino

Questo quadro ci consente di espandere il discorso, e sottolineare quanto sia stato importante per la Cina effettuare la transizione economica. Il Paese del Dragone è infatti passato da essere un’economia basata sulle esportazioni e sugli investimenti, ad una che invece si basa sui consumi e sui servizi. Spiccano specialmente le imprese innovative, che investono in ricerca e sviluppo e fanno in modo che i progressi vengano convertiti rapidamente in conoscenze, in modo da cogliere tutte le opportunità.

Il Prodotto Interno Lordo

La corsa della Cina si vede nei dati macro. Infatti si stanno assottigliando sempre di più e distanze rispetto al Pil degli Stati Uniti. Alla fine del 2020, la Cina ha raggiunto il 70% del livello del prodotto interno lordo americano e ci sono forti segnali di continuazione del trend. Ma quello che interessa gli investitori è che non c’è stato un eguale recupero del mercato azionario, che resta relativamente sottosviluppato. Ma questo significa anche maggiori opportunità di crescita.

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Economia cinese di corsa dopo il Covid. Sorpasso sugli USA entro il 2035

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  • 16 Dicembre 2020

Dalla culla del Covid a leader della ripresa. Il 2020 della Cina è partito nel modo peggiore, ma poi ha preso una piega che quasi tutto il resto del mondo spera di imitare. Pechino è stata capace di gettarsi per prima alle spalle la crisi recessiva dovuta alla pandemia. E adesso la sua economica corre.

Il balzo dell’economia cinese

economia cineseLa Cina ha consolidato il suo ruolo di seconda economia più grande al mondo. Si sta rendendo sempre più autosufficiente, perché le sue dinamiche sono indirizzate in prevalenza da fattori interni, ossia dai consumatori cinesi. Secondo recenti stime, il Pil nominale della Cina supererà quello degli Stati Uniti entro il 2035.

Pechino attira capitali

Inoltre dal punto di vista finanziario, la Cina rappresenta anche il secondo mercato azionario dopo Wall Street. E questo mercato dei capitali ha continuato a funzionare benissimo nonostante l’emergenza Covid-19 e le tensioni geopolitiche. Adesso che c’è una ripresa rapida dell’economia, questo significa anche più opportunità per gli investitori.
L’indice MSCI Chine A Onshore è stato tra i più performanti al mondo quest’anno. Per la prima volta questo indice ha superato una capitalizzazione di 10mila miliardi di dollari. Per dare una idea, l’indice tedesco DAX capitalizza 5 volte di meno.

Oltre a questo quadro positivo, di recente c’è stata la firma del Partnerariato economico regionale (RCEP), ovvero un accordo che riduce le barriere commerciali tra 15 Paesi. Questo  dovrebbe favorire il commercio cinese e creare una maggiore integrazione all’interno della regione dell’est asiatico.

Un posto per investitori di lungo e breve periodo

Ci sono quindi diversi ingredienti che rendono la Cina molto attraente per i capitali. Non soltanto per quelli che assumono strategie di posizione, ma anche per coloro che si limitano al trading intraday. Anche perché ha dei solidi driver di crescita strutturale: l’utilizzo di energie rinnovabili, applicazioni cloud, 5G, e-commerce e intelligenza artificiale. Per questo motivo molti ritengono che gli investitori che non sono esposti alla Cina, rischiano di perdere interessanti opportunità di guadagno.

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Sale la Quotazione Oro e Vola il Prezzo Argento

Dopo la quotazione oro adesso anche l’argento comincia a salire di valore, questo accade solitamente quando gli investitori cominciano a ritenere il prezzo aureo troppo alto e scelgono come alternativa l’argento come bene rifugio in cui investire.
Nell’ultimo periodo l’allarme sui mercati azionari è tornato al livello rosso a causa degli attriti della guerra dei dazi tra Usa e Cina, inevitabilmente un fattore macroeconomico così negativo incide sulle prospettive di qualsiasi asset, incentivando le strategie compro oro e argento per difendersi da eventuali perdite degli indici azionari.
Fino ad oggi i fattori negativi che potevano incidere sull’andamento dei mercati azionari erano di livello locale troppo piccoli per poter mettere reale paura ad una finanza che oggi dipende non più dalle vecchie e piccole economie europee, accadimenti ben lontani da innescare preoccupazioni tali che potessero portare ad alimentare preoccupazioni a livello internazionale e innescare un rialzo della quotazione oro.
Da quando la Cina è entrata come competitor nel mercato libero dopo essersi presa gran parte dell’economia reale con la delocalizzazione in Asia dei processi manufatturieri e industriali, anche la finanza ed i mercati azionari si sono dovuti adattare al nuovo ordine economico mondiale.
Adesso che la Cina e gli Stati Uniti si sfidano con i dazi e con la guerra delle valute i mercati azionari temono contraccolpi sugli asset che nella stragrande maggioranza dei casi dipendono dall’andamento dei mercati delle due super potenze economiche.
Qualsiasi sia l’epilogo il fatto stesso che ci sia conflittualità tra queste due super potenze provoca sfiducia negli investitori per le imprevedibili conseguenze che gli attriti economici e finanziari tra Usa e Cina possano innestare.
Oltre alla guerra dei dazi a spingere gli investitori verso oro e argento ci sono anche alcuni dati poco incoraggianti sull’economia globale con in testa gli Stati Uniti che sembra siano entrati in un fase meno dinamica dell’economia che potrebbe essere di passaggio ma potrebbe anche essere presagio di un rischio recessione che si prospetta in un prossimo futuro.

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Guerra valutaria, la Cina l’ha innescata ma è la prima a rischiare grosso

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  • 24 Agosto 2019

Solitamente il clou del periodo estivo si accompagnava ad una fase di stanca dei mercati finanziari. Ma oggi ormai gli scossoni arrivano in qualunque momento, anche sotto l’ombrellone. Soprattutto se c’è Trump di mezzo. Il presidente USA ha innescato la nuova escalation nella guerra commerciale, ma non immaginava una reazione così forte da parte della Cina. Pechino ha infatti risposto accendendo la miccia di una guerra valutaria, cosa che da tempo incombeva sulle trincee della guerra commerciale.

Le implicazioni della guerra valutaria

guerra valutaria yuanA inizio agosto, la Cina ha deciso di consentire la rottura della soglia di 7 yuan per dollaro, spingendola tra le nuvole dell’ichimoku system. In questo modo non solo risponde alle raffiche di dazi di Trump erigendo barriere alle importazioni di prodotti agricoli, ma al tempo stesso ‘sterilizza’ i dazi grazie alla riduzione dei prezzi dei suoi prodotti sui mercati in cui esporta. Un colpo basso che innesca la guerra valutaria, che però espone la stessa Cina a rischi notevoli.

Le implicazioni di una guerra valutaria sono sempre molto incerte, ma è sicuro che la Cina rischia di farsi molto più male rispetto ai danni che può infliggere agli avversari. Il renminbi o yuan, non è una moneta pienamente convertibile, a differenza del dollaro, dell’euro o dello yen, per dirne alcune. Soltanto da pochi anni infatti lo yuan ha cominciato ad essere usato negli scambi internazionali e non solo più per quelli interni. E solo dal primo ottobre del 2016, è stata ammessa tra quelle con Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario. Però da qui ad essere una vera moneta globale di riserva ce ne passa.

Il rischio grosso per lo Yuan

Questo che vuol dire? Che usare lo Yuan come un’arma nella guerra dei dazi, potrebbe spaventare gli investitori. Questi ultimi infatti rischiano di perdere soldi a causa di svalutazioni ‘politiche’ e non dettate da ragioni fondamentali. Di fronte a questo scenario, potrebbero scappare. E infatti dagli analisti sono partiti segnali di trading che hanno invitato ad abbandonare la valuta cinese, dirottando magari i capitali verso il più sicuro Yen giapponese.

Ma per la Cina la cosa peggiore è che per ricostruire un clima di fiducia con i mercati occorre molto tempo. Insomma, mi hai dato una fregatura una volta e prima che mi fidi di nuovo occorrerà molto tempo. Se sei un grande paese che vuole accreditarsi come potenza economica globale in grado di sfidare l’America, non è proprio la strada giusta.

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Viaggiare all’Estero Quali sono i Paesi più Visitati nel Mondo

Il turismo è un settore in crescita costante, grazie alle moltissime rotte di volo che permettono di coprire grandi distanze in poche ore in modo da rendere possibile viaggiare all’estero in modo sempre più comodo.
A rendere semplice viaggiare all’estero c’è anche il crescente interesse di sempre più paesi ad aumentare le presenze turistiche, alcune delle agevolazioni introdotte da molti paesi sono le procedure necessarie per ottenere un visto turistico.
In questo ambito sono molti i paesi che hanno reso l’ottenimento dei visti più veloci, tra i paesi che hanno adottato queste politiche ci sono anche paesi come la Cina, difficili da visitare fino a qualche anno fa.
Per viaggiare nel grande paese asiatico è possibile rivolgersi ad un ambasciata o ad uno dei consolati presenti in italia, se non abbiamo tempo e siamo disposti a pagare un po’ di più esistono attività di disbrigo pratiche come le agenzie visto Cina Firenze e di altre città.
Queste agenzie dopo che avremo inviato i nostri documenti disbrigheranno tutte le pratiche necessarie e consegneranno direttamente a domicilio il visto.
I turisti che decidono viaggiare all’estero sono arrivati al numero record di 1,4 miliardi di persone, questo gigantesco numero di viaggiatori su suddividono in tutti i paesi del mondo.
Tra i paesi che annualmente attraggono più turisti ci sono: Francia, Spagna, Stati Uniti, Cina, Itaia, Messico e Regno Unito.
Il numero totale dei turisti che scelgono di viaggiare all’estero genera un fatturato di circa 17 mila miliardi di dollari, una cifra enorme che corrisponde al 2% annuo della produzione mondiale.
A guidare la classifica dei paesi con il maggior numero di turisti che viaggiano all’estero c’è la Cina, i cinesi attualmente arrivano a 143 milioni di viaggi esteri, un numero che potenzialmente può ancora crescere molto vista la crescita economica del gigante asiatico che può contare su un bacino di potenziali turisti che arriva a quasi 1,4 miliardi di persone.
In realtà si prevede che il numero generale ancora di molto concentrandosi principalmente nelle località turistiche più famose e con il maggior numero di attrazioni.

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Rame, mercato in crisi a causa delle tensioni USA-Cina

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  • 10 Luglio 2018

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina stanno facendo una vittima illustre nel panorama delle commodities. Stiamo parlando del rame, il cui mercato sembra avere innestato la retromarcia da un bel po’ di settimane, al punto che i prezzi sono arrivati a valori che non si vedevano dall’autunno del 2017.

Il rame e il mercato cinese

rameCome detto, la causa principale di questo scivolone sono le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Infatti il paese orientale consuma ogni anno 24 milioni di tonnellate di metallo rosso, quasi la metà del consumo globale. Se le esportazioni dei prodotti cinesi caleranno, inevitabilmente i prezzi del rame scenderanno ancora tanto come sta già succedendo. Nelle ultime settimane i prezzi al London Metal Exchange (LME) sono arrivati a toccare i 7.316 dollari a tonnellata. Un calo di oltre il 12% con l’indicatore OBV trading on balance volume che spinge verso il basso. Come detto, è dallo scorso ottobre che non si vedevano prezzi simili. Ad aggravare il quadro c’è il fatto che in estate la domanda si indebolisce ulteriormente.

La prudenza degli investitori

La situazione sta coinvolgendo anche gli investitori. Chiaramente chi opera a livello speculativo sul rame, in questi periodi gli sta alla larga per ridurre il rischio fino a quando la tensioni commerciali non scenderanno e non si vedrà l’indicatore TRIX (Trading triple Exponential Average) dare dei segnali concreti di inversione di tendenza. Questo finisce inevitabilmente per aumentare la pressione al ribasso sul metallo rosso.

La speranza di chi opera su questi mercati è aggrappata al trend a lungo termine, dove la dinamica dei prezzi è ancora fortemente rialzista. Ma molto dipenderà dall’ulteriore escalation delle tensioni commerciali tra USA e Cina. Se caleranno, allora potrebbero manifestarsi buone occasioni di acquisto.

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Fiemme 3000 raddoppia in Cina e guarda a New York

Spinge l’acceleratore sui mercati esteri Fiemme 3000. In attesa della prossima apertura di New York, prevista per il mese di maggio, l’azienda di pavimenti, rivestimenti e complementi in legno BIOcompatibili rafforza la sua presenza in Cina, dove a Shanghai, nel 2016, aveva già aperto il primo monomarca all’estero.

Dopo una partecipazione di successo all’edizione 2017 di Domotex Asia/Chinafloor – seconda fiera al mondo per il settore dei pavimenti – arriva l’apertura del monomarca di Chongqing, da poco inaugurato alla presenza delle principali autorità e di una fitta rappresentanza di progettisti e interior designer locali.

Vicino al centro della città, lo showroom si trova all’interno del distretto di Jiulongpo District, il più importante dei due dedicati all’arredamento e ai rivestimenti. L’area espositiva si estende su una superficie di 300 mq, molto superiore rispetto a quella di uno showroom standard, e colpisce per l’accuratezza del progetto di allestimento. Grandi pannelli in legno, a campione delle diverse proposte di Fiemme 3000, sono esposti in verticale, intelaiati da robuste strutture montate su rotaie scorrevoli che permettono di visionare comodamente le diverse varianti del materiale. Su alcune parerti di fondo la riproduzione di “interni” boschivi ricorda la naturalità dei pavimenti e le loro peculiarità BIOcompatibili, sostenibili ed estetiche. La qualità dello spazio è percepibile a tutti i sensi: entrando, si rimane particolarmente colpiti dal profumo del legno e sembra quasi di trovarsi a passeggiare in un bosco della Val di Fiemme.

Il punto vendita si rivolge a un mercato di alta fascia, che in Cina si sta rapidamente sviluppando in parallelo alla crescente sensibilità verso le tematiche green, la riduzione dell’inquinamento e la ricerca di un benessere sempre più diffuso e naturale.

«Queste nuove e importanti aperture – spiega l’export manager, Luca De Marco – non sono solo iniziative commerciali, ma rappresentano la volontà di esportare una vera e propria filosofia progettuale, un modo di condividere valori importanti, come la naturalità e la BIOcompatibilità del prodotto, la salubrità degli ambienti e una migliore qualità dell’abitare».

Come già per il monomarca di Shanghai, anche l’apertura di Chongqing si deve alla collaborazione con il dealer di Fiemme 3000, Mr. Shao, titolare della Padovaer Woodware Co. Ltd., azienda nata dalla volontà d’importare nel paese del Dragone un solo marchio di pavimenti e rivestimenti in legno di alta gamma e BIOcompatibili. «Sono orgoglioso di aver trovato Fiemme 3000 perché crediamo entrambi nel valore della salubrità abitativa»: spiega Mr. Shao.

Chongqing

Città della Cina centro-meridionale, con una popolazione di circa 8 milioni di abitanti, Chongqing rappresenta una delle 4 municipalità autonome della Repubblica Popolare, delle quali, con circa 30 milioni di abitanti, è la più popolosa, oltre che la più estesa per superficie. Storicamente il centro costituisce la testa di ponte per attivare i commerci in tutta la zona occidentale e nord-occidentale del Paese: evidenti quindi i vantaggi strategici dell’insediamento di un punto vendita in quest’area. Inoltre Chongqing è la città in cui è previsto l’arrivo di una nuova ferrovia dall’Europa, attualmente in costruzione.

Fiemme 3000 in Italia e all’estero

Attualmente Fiemme 3000 è presente in Italia in 35 punti vendita “Official Fiemme” e in 13 “Case Fiemme” e, all’estero, in 5 “Case Fiemme” a Lugano, Monaco, Londra, Shanghai e Chongqing. Una distribuzione basata su attenti processi di selezione, controllo e formazione di tutti i rivenditori, coinvolti durante l’anno in numerosi percorsi di alta formazione nella sede di Predazzo. Un circuito che negli anni l’azienda ha volutamente ristretto e ulteriormente selezionato secondo standard qualitativi che si fondano, in primis, sulla piena adesione da parte dei rivenditori ai valori di BIOcompatibilità e benessere indoor che da 25 anni animano l’azienda fiemmese.

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APERTURA SOCIAL CLOUD CHINA IN ITALIA

Social Cloud China, azienda italiana di ufficio stampa e marketing con sede in Cina, nell’ambito di un potenziamento commerciale e di espansione aprirà a Marzo 2017 la sua prima sede in Italia, a Catania. L’azienda italiana rappresenterà un nuovo punto di riferimento per il marketing e la comunicazione dei brand italiani in Asia e dei brand asiatici e non in Italia, con il supporto per l’esportazione, l’importazione e la vendita offline e on line di L3 consulting, società specializzata in Business Development, strategia di mercato e vendite con focus nei settori enogastronomico, fashion e medicale. L’azienda è stata formata in Cina nel 2014 dalla giornalista italiana Ambra Schillirò (figlia dello scomparso giornalista Nuccio Schillirò) e dagli imprenditori milanesi Mattia Visconti e Marco Bettio, già proprietari di un’agenzia di eventi in Cina e di diversi ristoranti italiani in Asia. In Cina la società di Marketing e Ufficio Stampa si è distinta, insieme con l’azienda di eventi “sorella” MVP, per la comunicazione nell’ambito della gastronomia e del fashion. Tra i clienti e partner, passati e presenti, si possono annoverare Lucano, Levi’s, Peuterey, Outback, Celine B., Out of X, 10 Corso Como, FatBurger e Uber Cina. Gli scopi della società italiana saranno quelli di portare e promuovere il made in Italy in Asia e di importare e promuovere i brand stranieri in Italia.

Il motto di Social Cloud è “let them talk about you” (fateli parlare di voi). Come in Cina anche in Italia Social Cloud punterà sui giovani. La scelta dell’apertura in Sicilia non è un caso. La cofondatrice siciliana di Social Cloud vuole continuare l’opera cominciata dal padre nel dare spazio ai giovani e creare nuovi posti di lavoro. Oggi Social Cloud, dopo avere creato a Marzo 2016 la piattaforma comunicativa e di business development gratuita “China fashion group”, dedicata (e accessibile) solo agli addetti ai lavori del settore moda, è pronta per la nuova sfida in Italia. In questo ambito l’azienda si legherà anche all’Associazione Siciliani in Cina (di cui Ambra Schillirò è presidente) per il progetto di beneficenza “Fondazione Nuccio Schillirò per la lotta contro il cancro”. I soldi ricavati dalle attività in Cina verranno dati ad un ente di riferimento Italiano.

IL PARTNER

L3 lab, azienda fondata da Francesca Filippone, imprenditrice sinologa da 12 anni in Cina,  già fondatrice di Yilu consulting, e Lapo Tanzj, consulente in riorganizzazione aziendale e  partner fondatore di Agenzia Lama. L3 é specializzata in Business development e strategia di mercato per l’Asia, con focus nel settore F&B e medicale. Tra i propri clienti, Lucano, Sem, Tassoni, Zanoni, Shuler wine e varie aziende vitivinicole, insieme con numerosi distributori ed enti cinesi. “Se fosse facile, lo farebbero tutti!” Questa la frase con cui è partito il progetto 5 anni fa.

 

Per maggiori informazioni

 

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Immobiliare Cina: Nuovi e Importanti Investimenti nell’Industriale e Commerciale

La Cina investe nei settori industriale e commerciale con l’avvio di nuovi Industrial Park e Shopping Center. Innovazione e sviluppo rappresentano oggi le priorità di un paese orientato alla produzione e di un mercato immobiliare in costante crescita a dichiararlo Elena Buffoni, Country Manager China di World Capital Real Estate Group e AD di World Capital Beijing Consulting LTD -.

Progetti in cantiere, in fase di realizzazione o avviati interessano attualmente la Cina, progetti molteplici e rilevanti che testimoniano la continua vocazione al progresso. Coinvolta in un importante sviluppo industriale è la città di Chongqing. Qui è ufficialmente iniziata la costruzione del “Plastic Optical Fiber Industrial Park” nel distretto Changshou, primo progetto nell’ambito dei nuovi materiali che raccoglierà servizi di informatizzazione, controllo industriale, comunicazione tra robot e automobili smart, e si è avviato il “Parco Industriale della Stampa Digitale” nella Yufu Economic Development Zone, complesso esteso su 100 ettari con un progetto di realizzazione per 89 mila mq e investimenti totali per 490 milioni di RMB. Accanto a questi, è prossimo inoltre all’edificazione il “Zhongrong Financial Innovative and Creative Industrial Park” presso la Chongqing Xiantao Big Data Valley e in fase di progettazione un Centro Industriale Moderno nel distretto Shapingba.

Novità a Chongqing altresì nel comparto commerciale dove si sono inaugurati il Centro Commerciale Hedga Plaza”, che esteso su una superficie di 90 mila mq include servizi di ristorazione, intrattenimento e shopping, e il “Villaggio dell’Abbigliamento e dell’Industria Tessile” nel distretto di Banan che costituirà la “Silicon Valley della Moda” con magazzini per capi all’ingrosso e negozi al dettaglio.

Impegnato a rinnovare inoltre il settore industriale locale è il Nord-Est del Sichuan. La città di Nanghong punta allo sviluppo delle industrie emergenti e al rilancio della lavorazione della seta con investimenti per 15 miliardi e 860 milioni RMB destinati a 25 progetti e insieme finanzia industrie ad alta tecnologia;Guang’an è iniziata invece la costruzione del primo parco di produzione energetica alimentata da gas naturale. Nella provincia dello Yunnan, in ultimo, si è avviato il “Centro Internazionale per il Commercio del Tè” con l’obiettivo di promuovere sia il commercio dei prodotti agricoli che lo sviluppo di nuove tecnologie avanzate e sostenibili legate alla produzione del tè.

Il nostro nuovo ufficio di Chongqing – conclude Elena Buffoni – rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento, pronto a supportare qualsiasi investimento di natura industriale o commerciale in territorio cinese.

-> Consulta la nostra pagina Attività Cina

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Il Report di Thomson CompuMark mostra un sorprendente 71% del tasso di crescita di registrazione dei marchi in Cina

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  • 26 Gennaio 2016

Nel resto del mondo il ritmo di registrazione di nuovi marchi rallenta

 

BOSTON: 26 Gennaio 2016 – Thomson CompuMark, parte di Thomson Reuters Intellectual Property & Science e leader globale nella ricerca di marchi e soluzioni per la protezione del brand, ha rilasciato oggi il suo quarto Annual Trademarks Report: Global Insights on Trademark Trends. Tra i risultati, la Cina ha registrato 1,7 milioni di nuovi marchi nel 2014 rispetto agli 1,01 milioni dell’anno precedente, segnando un impressionante 71 per cento di tasso di crescita.

 

Il report analizza l’attività dei marchi di 186 paesi, che coprono quasi 4,5 milioni di marchi pubblicati in tutte le classi durante l’anno. Il risultato dell’analisi identifica i dieci migliori registri di marchi, la differenziazione nelle classi e il volume totale di marchi pubblicati basata sui dati provenienti da SAEGIS® su SERION® lo strumento di ricerca e screening online di Thomson CompuMark.

 

Come evidente dai risultati del report, la Cina sembra essere l’eccezione con la sua crescita sbalorditiva. Tra i primi dieci registri di marchi al mondo, rispetto all’anno precedente, solo sette hanno visto un aumento del volume dei depositi di marchi, in seguito ad un periodo di ampia crescita. Di fatto, i tre rimanenti, Turchia, India e Giappone, hanno mostrato un calo evidente.

 

 

Altri risultati chiave:

 

  • La Cina è leader mondiale per volume totale di marchi seguita da Stati Uniti, Francia, Turchia, Brasile, Giappone, Sud Corea, Germania, Canada e Russia
  • Mercati emergenti chiave, come Brasile, Messico e Sud Corea, che sono nel mirino di molti brand multinazionali con corrispondenti picchi di volumi di marchi negli anni precedenti, hanno mostrato tassi di crescita a una cifra
  • Tassi di crescita a una cifra sono stati osservati anche nei mercati più sviluppati come gli Stati Uniti, che hanno visto solo il due per cento di tasso di crescita, e la Francia, che ha avuto un tasso di crescita dell’uno per cento
  • La Cina ha pubblicato più marchi nel 2014 rispetto ai tutti altri registri tra i top 10 combinati

 

E’ possibile visualizzare il report completo da qui: http://trademarks.thomsonreuters.com/industry-resources/industry-research/special-reports?id=node%2F10669

 

 

 

 

Informazioni su Thomson CompuMark

Thomson CompuMark sviluppa e fornisce informazione intelligente sui marchi e servizi di ricerca. Forniamo a imprese e professionisti di marchi le informazioni necessarie per proteggere il valore dei marchi riducendo tempi, costi, complessità e i rischi di gestione del portfolio marchi. Thomson CompuMark è parte di Thomson Reuters conta su più di 600 persone in tutto il mondo, nelle sedi operative e negli uffici in Belgio, Canada, Francia, Italia, Giappone, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti.

 

Per saperne di più visitate: http://www.trademarks.thomsonreuters.com/it

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Logistica: anche la Cina punta al Trasporto Ferroviario

Quasi un treno al giorno nel 2016 dalla Cina per l’Europa grazie alla Ferrovia Internazionale Yuxinou.
Un ulteriore progresso nelle infrastrutture logistiche del paese cinese e nella strategica “One Belt One Road” e un consolidamento del canale di comunicazione per l’import-export che riconosce in Chongqing, il nuovo centro di distribuzione di prodotti europei – a dichiararlo Elena Buffoni, Country Manager China di World Capital Real Estate Group e AD di World Capital Beijing Consulting LTD, secondo quanto appreso dalla Commissione Municipale per l’Economia e l’Informatizzazione di Chongqing. –Grazie alla Ferrovia Yuxinou, sempre più articoli europei raggiungono la città cinese di Chongqing, compresi strumenti e apparati di misurazione e prodotti alimentari della catena del freddo, e da qui vengono distribuiti nel paese. La ferrovia altresì permette di trasportare in Europa i prodotti di varie province cinesi, promuovendo la collaborazione tra le regioni del Sud-Ovest della Cina e di tutta la fascia economica del Fiume Yangzi.

 Crescita e ampliamenti quindi per la Ferrovia Chengdu-Europa, e il forte intento da parte del Sindaco di Chengdu, Tang Liangzhi, di rendere lo hub di Chengdu entro i prossimi tre anni Primo Porto Ferroviario Internazionale della Cina.

Il nostro nuovo ufficio di Chongqing – conclude Elena Buffoni – rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento, pronto a supportare qualsiasi investimento di natura logistica in territorio cinese.

-> Visita la nostra pagina dedicata all’attività in Cina 

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Cresce la Logistica in Cina, nuovo Polo a Chongqing

Novità sul fronte logistica Cina. E’ stato approvato il “Chongqing Nanpeng Highway Bonded Logistics Center (type B), lo dichiara Elena Buffoni, Country Manager China di World Capital Real Estate Group e AD di World Capital Beijing Consulting LTD, – che ha raccolto le informazioni veicolate il 9 dicembre dall’Ufficio delle Dogane di Chongqing. Il centro logistico di tipo B (ovvero approvato e monitorato dalla dogana, gestito da una persona legale e caratterizzato dalla partecipazione di diverse imprese logistiche) ha ricevuto il riconoscimento dell’Ufficio Generale delle Dogane, del Ministero della Finanza, dell’Ufficio Generale per la Tassazione Nazionale e dell’Unione per l’Amministrazione degli Affari Esteri. Il polo ricoprirà una superficie di 0,137 kmq e rappresenterà il punto di partenza del “collegamento logistico” che unisce Chongqing all’ASEAN e un punto di snodo fondamentale tra la “One Belt One Road” e la “Yangtze Economic Belt”, godendo così di una posizione molto favorevole e di ottime condizioni di trasporto e di mercato.

Il trend di crescita delle infrastrutture logistiche in Cina – prosegue Elena Buffoni – è confermato dalla contemporanea approvazione della costruzione del Centro Logistico Ferroviario Doganale di Chengdu. Infatti, in data 8 dicembre, quest’ultimo ha ricevuto il riconoscimento e il nulla osta per la realizzazione da parte del Ministero delle Finanze, dell’Amministrazione Generale per le Dogane e dell’Ufficio Generale Nazionale per la Tassazione. La creazione di questo nuovo polo costituirà un fondamentale canale di comunicazione per l’import-export non solo del Sichuan ma di tutto l’ovest della Cina e sarà costituito da un porto ferroviario, una stazione ferroviaria Chengdu-Europa e uno scalo deposito container. Si occuperà principalmente di settori quali commercio estero, e-commerce internazionale e vendita di componenti per automobili e gestirà vendite, trasferimenti e distribuzioni internazionali, oltre a occuparsi di depositi doganali, processing dei prodotti, esposizione delle merci e rimborsi per le tasse di esportazione.

Il nostro nuovo ufficio di Chongqing – conclude Elena Buffoni – rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento, pronto a supportare qualsiasi investimento di natura logistica in territorio cinese.

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JANNEAU E BOULARD PREMIATI AL CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES 2015.

Ancora riconoscimenti per i grandi distillati francesi distribuiti da Rinaldi. In occasione della recentissima “Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles”, svoltasi in Cina a Guiyang, il Grand Armagnac Janneau ha conquistato due medaglie d’oro (con il V.S.O.P. e con il 5 anni Single Distillery), mentre il Calvados Boulard ha ottenuto la medaglia d’argento con il suo Auguste.

 

La manifestazione ha coinvolto quest’anno circa 1400 superalcolici, provenienti da 44 Paesi produttori; gli 83 degustatori professionali, in rappresentanza di 23 Paesi, hanno valutato l’insieme dei campioni presentati. La diversità dei prodotti e la varietà dei profili dei degustatori hanno reso la “Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles” un autentico campionato mondiale dei superalcolici.

 

Janneau è la più antica delle grandi Case di Armagnac. È stata infatti fondata da Pierre Etienne Janneau nel 1851, a Condom. Qui, da generazioni, i viticoltori della regione portano i loro vini alla Maison Janneau che garantisce una distillazione scrupolosa, seguita da un lungo invecchiamento delle acquaviti e infine dalla commercializzazione. Attualmente il Grand Armagnac Janneau è il marchio leader in tutto il mondo, ed è il numero uno anche in Italia; universalmente apprezzato – è infatti distribuito in sessanta Paesi – Janneau si è costruito una solida reputazione internazionale, e svolge un ruolo economicamente importantissimo per la regione dell’Armagnac.

 

Fondata nel 1825, la Maison Boulard è giunta oggi alla quinta generazione familiare, ed è impersonata con grande passione e con forte piglio innovativo da Vincent Boulard, l’attuale direttore globale della comunicazione. La Boulard è stata la prima Società nel Calvados a integrare tutta la filiera produttiva: dalla produzione delle mele, alla produzione del sidro base, fino alla doppia distillazione del Calvados (100% A.O.C. Pays d’Auge, la denominazione più pregiata). Oggi la Boulard è la prima marca di Calvados A.O.C. Pays d’Auge sia in Francia sia sui mercati all’esportazione, ed è presente in oltre 60 Paesi del mondo.

 

Per informazioni: Fratelli Rinaldi Importatori S.p.A., tel. 051 4217811, fax 051 242328, e-mail [email protected], www.rinaldi.biz.

 

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BRUNO PILZER PREMIATO IN CINA.

Si arricchisce il palmarès di Bruno Pilzer, distillatore trentino di Faver, che ha conquistato una medaglia d’oro (per l’acquavite di albicocche) e due medaglie d’argento (per la grappa di moscato rosa e per la grappa di traminer) in occasione della recentissima “Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles”, svoltasi in Cina a Guiyang.

 

La manifestazione ha coinvolto quest’anno circa 1400 superalcolici, provenienti da 44 Paesi produttori; gli 83 degustatori professionali, in rappresentanza di 23 Paesi, hanno valutato l’insieme dei campioni presentati. La diversità dei prodotti e la varietà dei profili dei degustatori hanno reso la “Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles” un autentico campionato mondiale dei superalcolici.

 

Aperta nel 1957 a Faver, un antico borgo situato a metà della Valle di Cembra, la distilleria Pilzer è oggi una delle più prestigiose non solo del Trentino, ma dell’Italia intera. Condotta dai fratelli Bruno e Ivano Pilzer, produce un’ampia e qualificatissima gamma di grappe, di distillati e di acquaviti di frutta. Nel corso della sua storia, la distilleria Pilzer ha ottenuto medaglie, premi e riconoscimenti a molti dei più importanti concorsi nazionali e internazionali di settore.

 

Le grappe e le acquaviti di frutta Pilzer sono distribuite in Italia dalla Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna (tel. 051 4217811, fax 051 242328, e-mail [email protected], www.rinaldi.biz).

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CHOICE HOTELS ESPANDE LA SUA IMPRONTA INTERNAZIONALE CON L’INTRODUZIONE DEI MARCHI CLARION E QUALITY IN CINA

Roma, 24 aprile 2014 – Choice Hotels International, una delle più grandi catene alberghiere del mondo, ha il piacere di annunciare la firma di un accordo con Boli Hotel Management Company Ltd per lo sviluppo di Quality Hotel e Clarion Hotel , marchi di Choice. L’intesa segna il lancio dei primi alberghi Clarion e Quality in Cina e la continua espansione del loro mercato internazionale.

Lo sviluppo inizierà ad Hangzhou, una delle destinazioni turistiche più popolari della Cina, con progetti di espansione in tutta la regione. Nota per i suoi reperti storici e le sue bellezze naturali, Hangzhou fornisce a Choice Hotels un contesto panoramico di rilievo.

“Con numerosi alberghi Comfort Inn di successo, già situati in Cina, rappresenta una tappa naturale per l’introduzione di altri marchi Choice Hotels nella regione”- ha dichiarato Mark Pearce, Senior Vice President della divisione internazionale di Choice Hotels. “La nostra collaborazione con Boli Hotel Management Company è una pietra miliare, perché segna l’inizio del nostro impegno per l’incremento di alberghi Clarion e Quality in Cina, oltre a fornire agli sviluppatori locali l’opportunità di collaborare con una catena alberghiera internazionale.”

Attraverso il suo modello di sviluppo, Choice Hotels è l’unico gruppo in grado di crescere in maniera significativa in Asia e in Europa. Affiliarsi con Choice Hotels consente agli operatori internazionali di concentrarsi giorno per giorno sulle sfide che impone la gestione di un albergo, mentre si sfruttano al meglio i numerosi vantaggi derivanti da un marchio riconoscibile e una solida piattaforma di distribuzione.

“Il turismo globale è in aumento e costituisce una grande opportunità per espandere la nostra proposta di alberghi a livello internazionale; – ha proseguito Pearce.- siamo entusiasti di introdurre alberghi affascinanti e convenienti nel mercato cinese anticipando, con impazienza, la nostra crescita nella regione, in programma nei prossimi anni”.

Choice Hotels Europe™

Con oltre 6.300 alberghi negli Stati Uniti e in oltre 30 nazioni e più di 500.000 stanze, Choice Hotels International® è uno dei gruppi alberghieri più grandi al mondo.

In Europa Choice Hotels Europe™ è rappresentata da quasi 500 hotel dei marchi Comfort™, Quality™ e Clarion® e conta oltre 70 alberghi in Italia, Germania, Svizzera e nella Repubblica Ceca.

Choice Hotels International propone ai suoi ospiti Choice Privileges®, un programma reward Choice Hotels International propone ai suoi ospiti Choice Privileges®, un programma reward ricco di premi e opportunità.

Con i suoi oltre 19 milioni di soci in tutto il mondo è considerato uno dei programmi a premi dall’espansione più veloce nel settore alberghiero.

Ovunque vicini a voi

Oltre 70 alberghi in Italia, Germania, Svizzera e nella Repubblica Ceca. Più di 6.300 hotel in tutto il mondo.

Choice Hotels, Choice Hotels International, Choice Privileges, Comfort Inn, Comfort Suites, Quality, Sleep Inn, Clarion, Cambria Suites, MainStay Suites, Suburban Extended Stay Hotel, Econo Lodge, Rodeway Inn, Ascend Hotel Collection e SkyTouch Technology sono marchi brevettati di commercio e di marchi servizio di Choice Hotels International, Inc. Tutti gli hotel sono di proprietà ed a gestione indipendente.

Choice Hotels Europe è il nome commerciale di Choice Hotels Franchise GmbH, Branch Office Opera, Via dei Tigli 6/A, 20090 Opera, Milano. P.IVA 05475700968.

Per ulteriori informazioni:

Choice Hotels Italia

Kristina Marusic

[email protected]

Via Salandra, 18 – 00187 – Roma – Tel. +39 06 85203245 – Fax. +39 06 4227 4000

www.choicehotels.it

Ufficio stampa Choice Hotels c/o IMAGINE Communication

Via G. Barzellotti  9/ 9b – 00136 Roma Tel. 06.39750290 – Fax. 06.45599430 www.imaginecommunication.eu

Silvia Alesi [email protected] 

Lucilla De Luca [email protected]

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Molti benefici alla perdita di peso sono attribuiti a vari tipi di tè cinese.

Il te ha avuto origine in Cina. Molti benefici per la salute sono attribuiti ai vari tipi di tè cinese. Molti tè, infatti, possono essere un valido aiuto, utile nella perdita di peso. I diversi tè, avranno diversi effetti sulla perdita di peso. Per la perdita di peso ottimale, i tè devono essere consumati senza dolcificante. Se proprio deve essere utilizzato un dolcificante, è consigliato un cucchiaino di miele. Di seguito sono elencati i migliori te cinesi, consumati da chi ha bisogno di perdere qualche chilo in eccesso.

Il più famoso in assoluto e forse quello più consumato è il tè verde. Questo tè ha solo 4 calorie, e si pensa che aiuti a velocizzare il metabolismo, il che incrementa la perdita di peso. I polifenoli contenuti nel tè sono anche coadivuanti nella digestione e nella degradazione dei grassi presenti negli alimenti.
Il tè oolong, a volte scritto Wu Long o Wu Lung, ha un contenuto calorico simile al tè verde. Inoltre, ha un più alto contenuto di caffeina, il che rende l’oolong molto più efficace del te verde nell’accelerezione del metabolismo, con una più significativa perdita di peso. Infine, i polifenoli del tè oolong coadivuano nella digestione dei grassi.
Il tè nero ha la più alta concentrazione di caffeina di qualsiasi tè cinese. Il tè nero, nonostante mantenga lo stesso apporto calorico dei precedenti te verde e te oolong, può essere più amaro se troppo concentrato; in questo caso per contrastare l’amarezza non è impedita l’aggiunta di qualche edulcolorante.
Il te Pu-erh è realizzato da un diverso tipo di pianta da tè rispetto agli altri tre tipi di tè cinese. Pu-erh è un tè interessante in quanto ha dimostrato di far abbassare i livelli di colesterolo ed è stato per questo consigliato e consumato da molte persone che avevano la necessità di perdere peso.
I cinesi hanno elogiato il tè bianco per più di mille anni, per le sue grandi proprietà dimagranti. Il te bianco, aiuta la perdita di peso in quanto blocca la generazione di nuove cellule adipose, e allo stesso tempo stimola la combustione dei grassi. Per perdere peso in modo efficace bevendo il tè bianco, secondo la ricerca si dovrebbero assumere circa 3-5 tazze al giorno.
Sebbene sia scontato, per concludere questo articolo, è utile ricordare che bere il te non è l’unico rimedio ai chili in eccesso, e che bere uno dei te sopraelencati, deve essere un’attività combinata ad un corretto regime alimentare, preferibilmente ipocalorico, e una sana e costante attività fisica.

Leggi su Trovabenessere.it : Molti benefici alla perdita di peso sono attribuiti a vari tipi di tè cinese.

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Cathay Pacific Airways e ADR Mobility. Nasce Parking Offer. Un nuovo servizio dedicato ai parcheggi in aeroporto

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  • 29 Ottobre 2013

Fedele alla filosofia di fornire servizi sempre più personalizzati ed in sintonia con le esigenze dei propri passeggeri, Cathay Pacific Airways compie un ulteriore passo verso la piena mobilità integrata.
Parte, anzi decolla Parking Offer: grazie alla preziosa partnership con SEA e ADR Mobility, la Compagnia aerea di Hong Kong offre ai propri passeggeri delle provincie di Milano e Roma condizioni di parcheggio agevolato per facilitare la sosta presso gli scali di Malpensa e Fiumicino da cui Cathay Pacific collega l’Italia con Cina, Oriente, Sud Est asiatico e Oceania.

Con il servizio Parking Offer tutti i passeggeri di Cathay Pacific possono ora usufruire di vantaggi sul parcheggio in aeroporto in base alla classe di volo.
Gli ospiti di First e Business Class beneficiano del parcheggio gratuito fino ad un massimo di 7 giorni, mentre ai passeggeri di Premium Economy ed Economy Class è riservato uno sconto a partire dal 10%. Il servizio è disponibile presso il “P3 Express” scoperto di ViaMilano Parking presso il Terminal 1 dell’Aeroporto di Milano Malpensa e nei parcheggi Easy ParkingComfort ABCD” dell’aeroporto di Roma Fiumicino.

Con Parking Offer si arricchisce il ventaglio di servizi offerti ai nostri passeggeri sotto il segno dell’esclusività sartoriale che da sempre caratterizza la nostra Compagnia” – dichiara Silvia Tagliaferri, Sales & Marketing Manager Italia e Malta Cathay Pacific Airways. “Il successo di una Compagnia aerea e la fidelizzazione dei passeggeri si gioca sul feeling, quel mix intangibile e prezioso di sensazioni ed emozioni che affiorano insieme al ricordo di un viaggio. La sfida tra le migliori Compagnie aeree al mondo si sposta sempre di più sui dettagli e sull’unicità dei servizi offerti prima, durante e dopo il volo per contribuire a creare un ricordo di viaggio che duri nel tempo. Parking Offer è il risultato di un lungo impegno al fianco di SEA e Aeroporti di Roma, partner che condividono il nostro stesso approccio pionieristico e innovatore grazie al quale aggiungiamo un altro importante tassello al grande progetto di mobilità integrata”.

Siamo sempre attenti alle esigenze dei nostri passeggeri e la collaborazione con Cathay Pacific rappresenta una nuova opportunità per coloro che decidono di utilizzare i parcheggi ufficiali degli aeroporti di Milano” – dichiara Giuseppe Zaffaroni, responsabile ViaMilano Parking SEA. “I nostri parcheggi sono un’eccellenza dei servizi ai passeggeri, vicini al terminal, sicuri e convenienti grazie alle promozioni che lanciamo. In particolare il P3 consente ai passeggeri di Business e di First Class di raggiungere facilmente il terminal per effettuare il check in o imbarcarsi”.

Tutti i dettagli dell’iniziativa Parking Offer sono disponibili sul sito: www.cathaypacific.it

Per essere sempre aggiornati sul mondo Cathay Pacific seguiteci sulla nostra pagina Facebook: http://www.facebook.com/cathaypacificIT

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PERUGIA: CROCEVIA INTERNAZIONALE. Le Istituzioni Culturali e la Cina

Il giorno 19 settembre 2013 alle ore 18,00 si tiene, presso l’Hotel Alla Posta dei Donini – S. Martino in Campo (Perugia), l’incontro PERUGIA: CROCEVIA INTERNAZIONALE, Le Istituzioni Culturali e la Cina.
Introduce Franco Moriconi, Preside della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Perugia.
Intervengono:
– Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;
– Yin Jun, Addetto Scientifico dell’Ambasciata Cinese a Roma;
– Li Ziwen, Jiling University of Chanchung;
– Antonio Bellini, Presidente del Conservatorio di Musica “Francesco Morlacchi”;
– Gianfranco Di Luzio, Generale Comandante della Scuola Lingue Estere dell’Esercito;
– Giovanni Paciullo, Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia;
– Mario Rampini, Presidente dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
Modera: Corrado Attili

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LE XILOGRAFIE CINESI DEI CENTO FIORI (CINA 1959). (CITTÀ, LAVORO, VECCHIO E NUOVO PAESAGGIO). Schegge dal museo più veloce del mondo

In mostra da Embrice (Roma, Via delle Sette Chiese, 78, Tel. 06.64521396, www.embrice.com), dal 14 dicembre 2012 al 14 gennaio 2013, Le xilografie cinesi dei cento fiori (Cina 1959) (Città, lavoro, vecchio e nuovo paesaggio). Schegge dal museo più veloce del mondo, a cura di Carlo Laurenti e Maria Eleonora Caturegli.

Quando Mao lanciò l’effimero ‘movimento dei Cento fiori’ (“Che cento fiori sboccino, che cento scuole contendano” ne era lo slogan) gli artisti, gli scrittori, i cineasti furono invitati a sentirsi liberi di uscire dai rigidi canoni del realismo socialista statuiti nella storica Conferenza di Yen’an.
La valanga di critiche al partito portò a una brusca chiusura dell’improvvisa liberalità, a condanne e le opere vennero ritirate.
Esse riapparvero nel disgelo post rivoluzione culturale, dopo la caduta della Banda dei Quattro (Yao Wenyan, Chang Chunqiao, Jiang Qing e Wang Gongwen) nel 1977, ma sparirono presto, inosservate. Solo chi si trovava a Pechino e Shanghai poté procurarsene degli esemplari.
I negozi del Teatro esponevano allora tutti quegli oggetti che durante la Rivoluzione culturale vennero confiscati come piccolo borghesi e, di regola, bruciati. Erano considerati paccottiglia inutile passibile peraltro di recrudescenze a venire.
I privati se ne sbarazzavano con sollievo. i diplomatici accumularono allora mobilia preziosa mentre gli impecuniosi studenti si limitarono a frammenti più a buon mercato che oggi vanno a ruba nella Cina del dopo Olimpiadi, che esibisce stadi e grattacieli firmati da archi-star e treni super veloci e in cui futuri astronauti già bardati rilasciano interviste sui maxi-schermi al plasma installati in ogni casa all’ennesimo piano della miriade di condomini nuovi di zecca all’interno dei sei Raccordi Anulari della megalopoli Pechino. Al centro della quale gli antichi quartieri a un piano con i caratteristici vicoli (hutong) svaniscono liofilizzati dal vertiginoso prezzo al metro quadro, un altoforno finanziario cui soccombe l’identità collettiva.
E anche se nelle librerie faraoniche a cinque piani (Shucheng: città dei libri) vengono ammannite edizioni tradotte di tutti i classici della cultura cinese, completi di traduzione in cinese moderno nonché di audio-libro alla bisogna – divenute incongrue leccornie in questo paesaggio – si tratta per lo più di feticci simbolici, ancoraggi casalinghi al fantasma identitario la cui mancanza si fa sentire sempre più acuta.
Immani mercati delle Pulci sciorinano in tutte le città frammenti del passato recente che l’accelerazione scandita inizialmente da quelle frenetiche braccine di impuberi Guardie Rosse, come lancette dei secondi hanno dato il Tempo, facendo sì che l’Altroieri sia divenuto Pleistocene.
Il grande ritardo e l’embargo semi-secolare hanno agito da allora come un’immensa fionda e il tempo perduto è stato recuperato in un baleno, in questo riassetto ovvio, inevitabile, in questo reinserimento di un continente nell’alveo del consorzio planetario si sono perduti i connotati minuti di una cultura infinitamente complessa, strutturatissima, frattale. Una cultura deflagrata in mille direzioni, che si sbriciola sotto gli occhi increduli di tutti i tentativi in atto di molti artisti, come Feng Mengbo, di conservare una traccia di questo mondo che evapora in un baleno.

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Le pmi italiane in Cina grazie ad Auchan

 

IL 13 NOVEMBRE INAUGURATO L’EXPORT MADE IN ITALY IN CINA TARGATO AUCHAN

Con il patrocinio del Mipaaf Auchan ha portato 54 aziende e 120 prodotti italiani nei 45 punti vendita Cinesi.

Il giorno 13 novembre 2012, alle ore 14, presso l’Ipermercato Auchan di Shanghai, si è svolto l’evento «Sapori delle Regioni Italiane in Cina», alla presenza del Console Generale d’Italia Vincenzo De Luca, e con la partecipazione dell’Agenzia Ice.

L’iniziativa è rientrata nel più ampio protocollo “I Sapori delle Regioni”, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che ha come obiettivo la promozione del prodotto tipico locale in Italia e all’estero. Nel corso dell’iniziativa attivata dall’Ufficio Export di Auchan Italia, sono state presentate le 54 aziende italiane che hanno portato complessivamente 120 prodotti nei 45 Ipermercati a marchio Auchan presenti in Cina.

L’evento organizzato da Auchan Italia ha visto la partecipazione di Enoteca Italiana – Siena e del Consorzio del Parmigiano Reggiano, con cui sono stati organizzati momenti di degustazione eno-gastronomica.

“Il prodotto italiano è certamente uno dei prodotti più richiesti sui mercati internazionali” spiega Fabio Sordi, Direttore Acquisiti e Mercati di Auchan Italia “Per questo motivo sono particolarmente contento di questa iniziativa che coinvolge il mercato cinese. Oggi uno dei grandi problemi del mercato alimentare italiano è il famoso Italian Sounding, ma come spesso accade il problema si pone perché esiste un’area di mercato che non viene pienamente soddisfatta. Oggi andare in Cina significa portare un pezzo importante della nostra cultura: la cultura del buon cibo, la cultura della certificazione alimentare, la cultura del made in Italy. Auchan, in questo senso, è stato visto come una grande piattaforma che ha messo a disposizione la propria esperienza e il proprio know how a favore di chi, sia per dimensioni che per aspetti di natura economica non riesce ad inserirsi con autorevolezza nei mercati esteri. Il nostro obiettivo, quindi, è stato quello di fare cultura, creare un valore, offrire alle nostre Pmi un’opportunità che da sole avrebbero avuto grande difficoltà a trovare”.

A rappresentare le aziende coinvolte in questo progetto, erano presenti Fabio Sordi, Direttore Acquisiti e Mercati di Auchan Italia, Olivier Soulé De Bas, direttore generale Auchan Cina, Fabio Carlesi, direttore generale di Enoteca Italiana – Siena e Riccardo Deserti direttore generale del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano.

Il progetto Auchan Export, partito in via sperimentale nel 2009, ha generato nel 2010 800.000 euro di fatturato, un risultato che è triplicato nei primi nove mesi del 2011 con un volume d’affari che arriva a 3 milioni di euro.

Questi risultati hanno spinto Auchan Italia a organizzare presso la propria sede un evento, svoltosi lo scorso novembre, dedicato alle 11 delegazioni dei Paesi dove Auchan è presente al fine di mostrare loro oltre 1.000 referenze che nel 2012 entreranno a far parte di “Sapori delle Regioni” con l’obiettivo di rendere permanenti sugli scaffali quanti più prodotti possibili.

Attraverso gli uffici italiani, inoltre, tutte le filiali dei Paesi in cui è presente il marchio Auchan hanno un supporto di comunicazione “in store” per la promozione dei prodotti italiani.

 

Tra i prodotti italiani più venduti e apprezzati ci sono l’olio extravergine e olio extravergine bio, mozzarella, ricotta, caffè, gelato, pasta e condimenti grigliati.

Dal 2012 verranno esportati anche panettoni e pandori, vini e liquori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Auchan è uno dei leader della GDO a livello mondiale. In Italia Auchan Spa è presente dal 1989, anno in cui è stato aperto il primo Ipermercato a Torino. Oggi è presente in 12 regioni italiane con 58 Ipermercati, di cui 51 a gestione diretta e 7 in franchising e conta quasi 13.000 dipendenti. Inoltre Auchan è presente in Francia, Cina, Taiwan, Russia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ucraina.

 

 

 

Damiano Beltotto

Ufficio Stampa

Auchan S.p.A. e GCI

+39 02.5758.5075 +39 340.21.87.481

[email protected]

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IL 13 NOVEMBRE INAUGURATO L’EXPORT MADE IN CINA TARGATO AUCHAN

IL 13 NOVEMBRE INAUGURATO L’EXPORT MADE IN ITALY IN CINA TARGATO AUCHAN

Con il patrocinio del Mipaaf Auchan ha portato 54 aziende e 120 prodotti italiani nei 45 punti vendita Cinesi.

Il giorno 13 novembre 2012, alle ore 14, presso l’Ipermercato Auchan di Shanghai, si è svolto l’evento «Sapori delle Regioni Italiane in Cina», alla presenza del Console Generale d’Italia Vincenzo De Luca, e con la partecipazione dell’Agenzia Ice.

L’iniziativa è rientrata nel più ampio protocollo “I Sapori delle Regioni”, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che ha come obiettivo la promozione del prodotto tipico locale in Italia e all’estero. Nel corso dell’iniziativa attivata dall’Ufficio Export di Auchan Italia, sono state presentate le 54 aziende italiane che hanno portato complessivamente 120 prodotti nei 45 Ipermercati a marchio Auchan presenti in Cina.

L’evento organizzato da Auchan Italia ha visto la partecipazione di Enoteca Italiana – Siena e del Consorzio del Parmigiano Reggiano, con cui sono stati organizzati momenti di degustazione eno-gastronomica.

“Il prodotto italiano è certamente uno dei prodotti più richiesti sui mercati internazionali” spiega Fabio Sordi, Direttore Acquisiti e Mercati di Auchan Italia “Per questo motivo sono particolarmente contento di questa iniziativa che coinvolge il mercato cinese. Oggi uno dei grandi problemi del mercato alimentare italiano è il famoso Italian Sounding, ma come spesso accade il problema si pone perché esiste un’area di mercato che non viene pienamente soddisfatta. Oggi andare in Cina significa portare un pezzo importante della nostra cultura: la cultura del buon cibo, la cultura della certificazione alimentare, la cultura del made in Italy. Auchan, in questo senso, è stato visto come una grande piattaforma che ha messo a disposizione la propria esperienza e il proprio know how a favore di chi, sia per dimensioni che per aspetti di natura economica non riesce ad inserirsi con autorevolezza nei mercati esteri. Il nostro obiettivo, quindi, è stato quello di fare cultura, creare un valore, offrire alle nostre Pmi un’opportunità che da sole avrebbero avuto grande difficoltà a trovare”.

A rappresentare le aziende coinvolte in questo progetto, erano presenti Fabio Sordi, Direttore Acquisiti e Mercati di Auchan Italia, Olivier Soulé De Bas, direttore generale Auchan Cina, Fabio Carlesi, direttore generale di Enoteca Italiana – Siena e Riccardo Deserti direttore generale del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano.

Il progetto Auchan Export, partito in via sperimentale nel 2009, ha generato nel 2010 800.000 euro di fatturato, un risultato che è triplicato nei primi nove mesi del 2011 con un volume d’affari che arriva a 3 milioni di euro.

Questi risultati hanno spinto Auchan Italia a organizzare presso la propria sede un evento, svoltosi lo scorso novembre, dedicato alle 11 delegazioni dei Paesi dove Auchan è presente al fine di mostrare loro oltre 1.000 referenze che nel 2012 entreranno a far parte di “Sapori delle Regioni” con l’obiettivo di rendere permanenti sugli scaffali quanti più prodotti possibili.

Attraverso gli uffici italiani, inoltre, tutte le filiali dei Paesi in cui è presente il marchio Auchan hanno un supporto di comunicazione “in store” per la promozione dei prodotti italiani.

 

Tra i prodotti italiani più venduti e apprezzati ci sono l’olio extravergine e olio extravergine bio, mozzarella, ricotta, caffè, gelato, pasta e condimenti grigliati.

Dal 2012 verranno esportati anche panettoni e pandori, vini e liquori.

 

 

Auchan è uno dei leader della GDO a livello mondiale. In Italia Auchan Spa è presente dal 1989, anno in cui è stato aperto il primo Ipermercato a Torino. Oggi è presente in 12 regioni italiane con 58 Ipermercati, di cui 51 a gestione diretta e 7 in franchising e conta quasi 13.000 dipendenti. Inoltre Auchan è presente in Francia, Cina, Taiwan, Russia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ucraina.

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LE PMI: UN VALORE ITALIANO CHE AUCHAN SOSTIENE ED ESPORTA NEL MONDO

 

Sapori delle Regioni” è patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali fino al 2017, rafforzando il supporto di Auchan alle Piccole e Medie Imprese

Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha riconosciuto per cinque anni, a partire dal 2012, il suo patrocinio per il marchio Auchan “I Sapori delle Regioni”. Riconoscimento importante perché sostiene, in questo particolare momento storico, l’attività che Auchan Italia svolge nei confronti delle oltre 900 Pmi con cui collabora da anni, valorizzandone i prodotti gastronomici tipici sia negli scaffali dei 58 iper italiani, sia esportandoli negli 11 Paesi in cui il Gruppo è presente attraverso il programma Auchan Export .

 

“I prodotti Sapori delle Regioni sono nati nel 2002 come conseguenza della scelta da parte di Auchan di valorizzare i migliori prodotti della tradizione enogastronomica delle regioni italiane” spiega Fabio Sordi, Direttore Acquisti e Mercati di Auchan Italia “Questa scelta è maturata dall’attenzione verso le nuove esigenze del consumatore, per il quale è sempre più importante ritrovare attraverso il cibo il sapore delle proprie origini, dei propri ricordi, ma anche il gusto della ricerca e della scoperta della grande tradizione enogastronomica italiana”.

 

Attraverso Auchan le aziende hanno la possibilità di entrare in un contesto di grande distribuzione organizzata e di usufruire dei servizi che Auchan mette a disposizione per svolgere una corretta relazione commerciale innanzitutto sul nostro territorio attraverso la rete dei propri 58 Ipermercati presenti da Nord a Sud dell’Italia.

 

I prodotti dei “Sapori delle Regioni” nel corso del 2010 hanno avuto uno spazio espositivo costante all’interno degli Ipermercati Auchan e sono stati presentati in occasione di eventi speciali dedicati a specifiche aree geografiche: a febbraio con l’evento Regioni in Tavola, a marzo è stata protagonista l’Etruria, ad aprile la Sicilia, a giugno la Puglia, la Campania e la Calabria, ad agosto le Marche e l’Abruzzo, a settembre la Sardegna e a novembre il Triveneto.

Alle 900 aziende presenti e ai loro circa 12.500 prodotti locali vanno inoltre aggiunti altri 300 produttori circa con 3.000 etichette di vino (Doc, Docg, Igt) per un giro di affari totale di 116 milioni di euro.

Gli oltre 5000 fornitori di Auchan Italia sono composti per il 3,4% da micro-imprese, per il 6,4% da piccole imprese e per il 2,8% da medie imprese. Auchan ripartisce attualmente i propri acquisti nelle tre fasce delle Pmi, rispettivamente al 2%, 7,3% e 4,1%. Complessivamente il prodotto tipico locale pesa in termini percentuali il 29% del fatturato del settore alimentare.

Dal punto di vista finanziario, per le Pmi fornitrici in Italia, Auchan ha attivato il factoring captive, uno strumento che consente alle aziende trattamenti e soluzioni finanziarie veloci e a prezzi di mercato.

I fornitori che possiedono i requisiti per divenire partner di Auchan sottoscrivono un accordo quadro con l’azienda: tale accordo prevede un monitoraggio continuo da parte di Auchan dell’affidabilità delle consegne e della qualità, con particolare attenzione per i prodotti freschi.

 

Nell’ambito del “Servizio Qualità Auchan”, la qualifica delle Pmi prevede un percorso di accompagnamento tecnico attraverso attività di auditing e gestione dei piani di miglioramento. L’obiettivo di tale processo consiste nel migliorare le performance dei partner, valorizzando il dialogo e la condivisione dei risultati e favorendo la creazione di relazioni basate sulla fiducia e sulla collaborazione reciproca.

 

“Il sostegno alle Piccole e Medie Imprese” spiega Fabio Sordi “rappresenta un elemento cardine della Responsabilità Sociale ed economica di Auchan, che da tempo si impegna per favorire, nei moderni canali distributivi, l’ingresso di realtà produttive di piccole e medie dimensioni, regionali e locali”.

 

Auchan è uno dei leader della GDO a livello mondiale. In Italia Auchan Spa è presente dal 1989, anno in cui è stato aperto il primo Ipermercato a Torino.

Oggi è presente in 12 regioni italiane con 58 Ipermercati, di cui 51 a gestione diretta e 7 in franchising e conta quasi 13.000 dipendenti. Inoltre Auchan è presente in Francia, Cina, Taiwan, Russia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ucraina.

 

 

 

 

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In Cina lavoratori premiati con lingotti d’oro

compro oro firenze

Molti pensano alla Cina come ad un paese dove i lavoratori hanno condizioni e salari molto pegiori rispetto ad altri paesi ma la realtà della Cina è ben più complessa ed articolata impossibile da poter liquidare con dei luoghi comuni che si limitano ad un’affermazione generalista e per niente scontata. A confermare tutto questo oltre all’aumento annuale degli stipendi che in Cina conosce una crescita proporzionale con la crescita dell’economia del paese, ci sono esempi di no facile reperibilità in altre nazioni. Tra questi c’è un fatto curioso che è accaduto, un inaspettato regalo che gli abitanti di un villaggio si sono visti recapitati direttamente nelle loro abitazioni. L’iniziativa è stata di un’importante compagnia Cinese proprietaria del villaggio che opera in vari settori tra i quali quello dei metalli, dei prodotti chimici e della produzione di energia elettrica, la compagnia ha provveduto a far recapitare una lettera a ben tremila abitanti una lettera nella quale si avvertiva dell’arrivo di un regalo in oro e argento sotto forma di lingotti, pochi giorni dopo la consegna della lettera i fortunati Cinesi si sono visti consegnare ben 100 grammi dei due preziosi metalli. La società ha voluto così premiare la fedeltà dei propri dipendenti e allo stesso momento festeggiare l’anniversario dei propri primi 40 anni di attività nella zona, il premio in oro rappresenta un regalo particolarmente apprezzato in Cina dove oltre ad essere considerato un ambito metallo prezioso viene acquistato come un importante bene d’investimento, la quotazione dell’oro attuale così alta ha reso ancor più di valore il regalo, nonostante ciò vista la grande considerazione che i Cinesi hanno del prezioso metallo giallo non saranno in molti quelli che correranno a vendere il proprio regalo in oro.

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WIN-WIN COOPERATION, OPPORTUNITÀ SENZA CONFINI

Fiera di Importazione ed Esportazione della Cina: è Canton il

nuovo cuore economico internazionale

Panel di autorità italiane e cinesi alla prima presentazione italiana della

Fiera di Canton, il 7 marzo a Milano

Testimonianza della crescente globalizzazione del commercio e dei mercati, la Fiera di Importazione ed Esportazione della Cina è la più grande manifestazione di Import-Export a livello internazionale degli ultimi dieci anni.

Giunta alla sua 111° edizione, quella che viene correntemente definita Fiera di Canton ha avuto la sua presentazione ufficiale in Italia con l’evento “Win-Win Cooperation, Opportunità senza confini”, il 7 marzo 2012 al Westin Palace di Milano, raffinata location per una conferenza ricca di personalità di spicco. Presenti, infatti, le maggiori autorità cinesi ed italiane, in un’atmosfera di integrazione e condivisione di culture, prodotti e strategie economiche.

La Fiera è stata presentata ad una platea prestigiosa, composta dai rappresentanti di Comune di Milano, Regione Liguria, Centro Europeo di Innovazione per le Imprese, AICE (Associazione Italiana Commercio Estero), Associazione degli Industriali di Novara e International Affairs Department di Milano Expo 2015, oltre a numerose aziende nazionali e alla stampa economica e specializzata. Apprezzati gli interventi dei relatori d’eccezione quali, primo fra tutti, Liu Jianjun, Vice Presidente del China Foreign Trade Center e Portavoce della Fiera di Importazione ed Esportazione della Cina.

Accanto a lui Li Bin, Console Commerciale del Consolato Generale Cinese di Milano, Mario Zanone Poma, Presidente della Camera di Commercio Italo-Cinese, l’On. Cristiana Muscardini, Vice Presidente della Commissione per il Commercio Internazionale del Parlamento Europeo e membro del Parlamento Europeo, Enrico Pazzali, Amministratore Delegato di Fiera Milano e, come moderatore, Rita Fatiguso, giornalista de Il Sole 24 Ore.

L’ultimo decennio ha visto in Cina una crescita economica senza pari, resa ancora più significativa dal generale quadro di crisi finanziaria mondiale: un notevole aumento di importazioni ed esportazioni, con la costituzione di partnership commerciali internazionali, in un clima di nuove opportunità e grande apertura. Basti pensare che il volume del commercio bilaterale tra Cina e Italia nel 2011 ha superato i 50 miliardi di dollari.

In un panorama economico d’incertezza ed instabilità, rafforzare la cooperazione economica e commerciale internazionale attraverso una piattaforma quale la Fiera di Canton è una strategia vincente. Un’occasione unica, infatti, sia per espositori sia per buyer: questi ultimi potranno prendere visione di prodotti di marchi globalmente noti ma anche emergenti, che tagliano trasversalmente tanto i settori merceologici quanto la provenienza geografica. Le cifre relative alle adesioni della 110° edizione indicano uno sviluppo costante: 210.468 buyer da 210 Paesi e regioni (1% di aumento rispetto alla precedente), di cui 3.975 buyer italiani (16% in più rispetto alla precedente).

La Fiera di Canton si svolge due volte l’anno: l’edizione primaverile 2012 avrà luogo tra il 15 aprile e il 5 maggio in tre fasi successive, differenziate a seconda del Padiglione e dei settori merceologici. Dal 2002, anno della 101° edizione, in aggiunta allo “storico” Padiglione Nazionale, la Fiera si è dotata di un Padiglione Internazionale: qui, espositori di tutto il mondo possono godere di una vetrina privilegiata per il proprio brand e i propri prodotti.

“La Fiera di Canton nasce come vetrina per la promozione di aziende e prodotti cinesi, ma negli ultimi dieci anni si è aperta anche all’estero, diventando un organo di ricezione, un canale importante per chi voglia entrare nel mercato cinese. L’Italia è il 5° partner commerciale della Cina in Europa, e la Cina il 1° partner commerciale dell’Italia in Asia – ha esordito Li Bin, Console Commerciale del Consolato Generale Cinese di Milano – Nel 2011, nonostante la crisi finanziaria europea, il rapporto bilaterale italo-cinese ha mantenuto un trend di grande sviluppo, il 13% di incremento rispetto al 2010. Al contempo, nel 2011 gli investimenti delle imprese italiane in Cina hanno toccato i 5 miliardi e 500 milioni di dollari, così come quelli cinesi in Italia hanno raggiunto i 400 milioni di dollari”.

“Nel dicembre 2001 la Cina è entrata a far parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, e questo ingresso ha favorito un notevole processo di crescita: ogni anno negli ultimi 10 anni, i prodotti commerciali garantiscono un introito di 750 miliardi di dollari, oltre alla creazione di 140 miliardi di posti di lavoro – ha spiegato Liu Jianjun, Vice Presidente del China Foreign Trade Center e Portavoce della Fiera di Importazione ed Esportazione della Cina – è stato stimato che i prodotti cinesi, con la loro buona qualità a basso prezzo, garantiscono ad oggi un risparmio annuo di 300€ per ogni famiglia europea. Vogliamo aprirci verso nuovi settori grazie alle partnership internazionali, portando nuove idee e vitalità nell’ambito delle tecnologie energetiche alternative e dei prodotti biologici, per la tutela dell’ambiente. Altro rilevante progetto in essere dalla 109° edizione è il Centro di Promozione del Design, che si prefigge di invitare le aziende internazionali a portare in Cina il proprio design e i propri concept creativi”.

China Import and Export Fair rappresenta oggi la più grande fiera al mondo del settore e soprattutto quella con il più alto tasso di buyer stranieri – ha commentato Enrico Pazzali, Amministratore Delegato di Fiera Milano – Apprezzo molto la volontà degli organizzatori di realizzare questo evento di promozione della mostra in Italia, segno del grande interesse nei confronti del mercato italiano, inteso sia dal punto di vista dei possibili espositori sia dei visitatori. Credo che stiamo vivendo un momento molto importante e positivo delle relazioni tra Italia e Cina”.

“La relazione tra la Camera di Commercio Italo-Cinese e la Fiera di Canton è iniziata già negli anni ’70, consolidandosi nel tempo grazie agli ottimi rapporti interpersonali – ha illustrato Mario Zanone Poma, Presidente della Camera di Commercio Italo-Cinese – Come sottolineato a giugno 2011 dal Vicepresidente Cinese Xi Jinping in occasione di un viaggio in Italia, è fondamentale rilanciare l’interscambio con la Cina, attualmente attestato intorno ai 50 miliardi di dollari: l’obiettivo è di raggiungere gli 80-100 miliardi di dollari di interscambio, ma riequilibrando il peso prevalente delle esportazioni fino ad ottenere un rapporto di 60% a 40% tra esportazioni ed importazioni. La Camera di Commercio vuole supportare le necessità burocratiche delle aziende italiane e cinesi e aiutarle a trovare partner commerciali”.

“Milano e l’Italia vedono con grande attenzione i rapporti con la Cina, e la Fiera di Canton è una delle opportunità per migliorare le relazioni tra Cina ed Unione Europea. In un mondo devastato dall’imperante crisi economica e finanziaria, il commercio internazionale è diventato uno dei principali strumenti di politica estera, attraverso il quale si può aiutare lo sviluppo non solo economico, ma anche sociale e ambientale. La Cina è senza dubbio al centro del dibattito economico della Commissione per il Commercio del Parlamento Europeo oltre che, ovviamente, della Commissione Europea” ha chiosato l’On. Cristiana Muscardini, Vice Presidente della Commissione per il Commercio Internazionale del Parlamento Europeo.

 

Padiglione Nazionale

Fase I: dal 15 aprile al 19 aprile 2012

Settori di elettronica ed elettrodomestici, strumenti metallurgici, macchinari, autoveicoli e accessori, materiali edilizi, illuminazione, prodotti chimici.

Fase II: dal 23 al 27 aprile 2012

Settori di beni di consumo quotidiano, articoli da regalo, oggetti ornamentali per la casa.
Fase III: dal 1 al 5 maggio 2012

Settori di tessile e abbigliamento, calzature, oggetti per ufficio, borse, valigie, articoli per sport e turismo, medicina, settore alimentare.

Padiglione Internazionale

Fase I: dal 15 aprile al 19 aprile 2012

Settori di elettronica ed elettrodomestici, materiali edilizi e strumenti metallurgici, macchinari, materie prime industriali.

Fase III: dal 1 al 5 maggio 2012

Prodotti alimentari e agricoli, prodotti per la salute e cosmetici, articoli da regalo e prodotti ornamentali.

La location sarà il Complex di Esposizione della Fiera di Importazione ed Esportazione della Cina a Guongzhou, nel sud-est del territorio cinese, vicino ad Hong Kong. Il Complex ha una superficie di 1.160.000 mq e, con i suoi 58.700 stand, è pronto ad ospitare oltre 200.000 partecipanti provenienti da 210 Paesi diversi, grazie all’organizzazione del China Foreign Trade Center e al patrocinio del Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese e del Governo Popolare della Provincia di Guangdong.

 

Per informazioni

Organizzatore: China Foreign Trade Center (CFTC)

Indirizzo: Via Yuejiang Zhong n. 382, Guangzhou

C.A.P: 510335

Tel: 4000-888-999 (chiamare in Cina)

86-20-28-888-999 (chiamare dall’estero)

Fax: 86-20-28-395-166

www.cftc.org.cn

E-mail: [email protected]

 

Ufficio Stampa CHILI PR

02 76281152 – [email protected]

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Il Renminbi, nuova moneta per gli scambi con la Cina (di L. Lambrecht)

La valuta cinese, denominata Renminbi (RMB) o Yuan (CNY), sta diventando sempre più internazionale. L’utilizzo del Renminbi come moneta di scambio per il commercio estero con la Cina, porta con sé nuove opportunità, specialmente in tempi in cui la richiesta di una moneta affidabile e solida sta acquisendo sempre più importanza.

Ma quale impatto avranno questi cambiamenti sulle aziende d’oltreoceano e quali sono i benefici nell’effettuare scambi commerciali in RMB?

Il volume degli scambi in RMB è aumentato considerevolmente: nel 2010 si calcolava attorno ai 500 miliardi di CYN, che sono solo il 2% del totale del commercio cinese. Nel primo trimestre del 2011 il volume ha raggiunto il 7%.

La domanda è in crescita e l’importanza degli scambi in RMB aumenterà anche per le imprese.

Con la Cina al primo posto al mondo per esportazioni, infatti, queste nuove possibilità hanno di certo chiari e considerevoli effetti sia sulle imprese cinesi che sugli importatori/esportatori esteri.

I vantaggi per gli importatori stranieri sono la riduzione dei costi, una maggiore trasparenza dei prezzi, una miglior rapporto coi fornitori, un maggior numero di fornitori. I vantaggi per gli esportatori stranieri sono la semplificazione del cambio valuta e della tesoreria, l’ampliamento del portfolio clienti, le sopravvenienze attive.

I vantaggi per le imprese cinesi sono una maggiore trasparenza dei prezzi, la semplificazione, la riduzione di rischi e costi legati al cambio, una maggiore efficienza.

Per le aziende cinesi si ha una semplificazione della contabilità e della relativa documentazione, meno burocrazia nei rapporti con le autorità Governative, una migliore efficienza operativa.

Alcune previsioni sostengono che ci vorranno più di cinque anni prima che il RMB diventi una valuta convertibile liberamente. Per ottenere un vantaggio competitivo sui rivali, le imprese dovrebbero essere pronte a valutare le opportunità che questi cambiamenti portano con sé.

Il ruolo del RMB nel commercio transfrontaliero di certo aumenterà celermente nei prossimi anni. Ci sono grandi opportunità per le aziende d’oltreoceano, bisogna solo coglierle.

Per maggiori informazioni circa l’evolversi dell’economia cinese, visita la Rassegna Stampa di China Briefing.

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