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Il Renminbi, nuova moneta per gli scambi con la Cina (di L. Lambrecht)

La valuta cinese, denominata Renminbi (RMB) o Yuan (CNY), sta diventando sempre più internazionale. L’utilizzo del Renminbi come moneta di scambio per il commercio estero con la Cina, porta con sé nuove opportunità, specialmente in tempi in cui la richiesta di una moneta affidabile e solida sta acquisendo sempre più importanza.

Ma quale impatto avranno questi cambiamenti sulle aziende d’oltreoceano e quali sono i benefici nell’effettuare scambi commerciali in RMB?

Il volume degli scambi in RMB è aumentato considerevolmente: nel 2010 si calcolava attorno ai 500 miliardi di CYN, che sono solo il 2% del totale del commercio cinese. Nel primo trimestre del 2011 il volume ha raggiunto il 7%.

La domanda è in crescita e l’importanza degli scambi in RMB aumenterà anche per le imprese.

Con la Cina al primo posto al mondo per esportazioni, infatti, queste nuove possibilità hanno di certo chiari e considerevoli effetti sia sulle imprese cinesi che sugli importatori/esportatori esteri.

I vantaggi per gli importatori stranieri sono la riduzione dei costi, una maggiore trasparenza dei prezzi, una miglior rapporto coi fornitori, un maggior numero di fornitori. I vantaggi per gli esportatori stranieri sono la semplificazione del cambio valuta e della tesoreria, l’ampliamento del portfolio clienti, le sopravvenienze attive.

I vantaggi per le imprese cinesi sono una maggiore trasparenza dei prezzi, la semplificazione, la riduzione di rischi e costi legati al cambio, una maggiore efficienza.

Per le aziende cinesi si ha una semplificazione della contabilità e della relativa documentazione, meno burocrazia nei rapporti con le autorità Governative, una migliore efficienza operativa.

Alcune previsioni sostengono che ci vorranno più di cinque anni prima che il RMB diventi una valuta convertibile liberamente. Per ottenere un vantaggio competitivo sui rivali, le imprese dovrebbero essere pronte a valutare le opportunità che questi cambiamenti portano con sé.

Il ruolo del RMB nel commercio transfrontaliero di certo aumenterà celermente nei prossimi anni. Ci sono grandi opportunità per le aziende d’oltreoceano, bisogna solo coglierle.

Per maggiori informazioni circa l’evolversi dell’economia cinese, visita la Rassegna Stampa di China Briefing.

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Joint Venture (JV) in Cina: guida pratica all’investimento

1. Valutare il partner con attenzione
Prima di tutto, è fondamentale valutare l’intero potenziale del partner cinese. Bisogna cominciare guardando le caratteristiche principali del partner, per esempio la cultura aziendale, la credibilità, le capacità manageriali, lo status con i clienti, ecc.
La due diligence legale e finanziaria comportano in genere l’assunzione di una società per condurre delle verifiche di background e di situazione creditizia, esaminare i file della compagnia presso l’Amministrazione dell’Industria e del Commercio (AIC), verificare con le autorità competenti le qualifiche della società per operare, controllare libri e scritture contabili, controllare il background delle persone chiave, condurre interviste ai clienti, ecc.

 

2. Dialogare direttamente con le autorità locali
Tutti i governi provinciali o comunali possono avere diverse opinioni su norme e regolamenti, e spesso dimostrano comportamenti piuttosto flessibili.
Suggeriamo di dialogare direttamente (faccia a faccia) con i funzionari locali quando si dovrà affrontare il processo di registrazione di una JV, anche se si ha una buona conoscenza delle regole e regolamenti specifici.
Questo significa parlare, prima della redazione dei documenti essenziali, con i dipendenti della commissione per lo sviluppo e le riforme, del ministero del commercio e dell’amministrazione dell’industria e del commercio. A volte conviene contattare anche l’amministrazione statale della valuta estera (SAFE) e l’ufficio delle tasse.

 

3. Enfatizzare il contratto sin dall’inizio
Alcuni investitori cinesi (soprattutto PMI) prestano poca attenzione al contratto e in alcuni casi non guardano neppure le documentazioni della JV, tuttavia sono ben felici di firmarle.
La parte cinese tende a concentrarsi principalmente a far soldi, spesso ignorando i “dettagli tecnici” legali, e considerando il partner straniero molto lontano dalla situazione nel suo complesso. È quindi molto importante ricordare al partner cinese l’importanza del lavoro d’ufficio (“paperwork”) e le conseguenze derivanti da una rottura del contratto.

 

4. Management straniero
Molte aziende decidono di inviare proprio personale esperto in Cina per gestire l’azienda direttamente; questo è particolarmente importante in società ad alta tecnologia o joint venture di produzione, quando l’invio di professionisti in Cina è un must.
In tal modo, è possibile tenere d’occhio la controparte cinese e curare i propri interessi con efficacia. Diverse aziende non cinesi hanno preferito porre fiducia nel contratto piuttosto che mandare persone di fiducia, pensando che il contratto avrebbe legato il comportamento delle loro controparti cinesi; tuttavia le cose non hanno assolutamente funzionato come da contratto, causando enormi problemi.

 

5. Stabilire le basi per il mantenimento del controllo interno
Prestare attenzione ai timbri della società (in inglese “chop”) e ai conti bancari è fondamentale. Ogni azienda avrà tre timbri – quello aziendale, quello finanziario e quello del responsabile legale – il controllo di questi tre timbri consente di aprire conti bancari e siglare assegni. Il timbro del rappresentante legale è particolarmente importante, giacché è richiesto in numerosi documenti aziendali e viene spesso considerato come sostitutivo della firma.
Di conseguenza, qualsiasi persona in possesso del timbro può esercitare il potere di rappresentare la società e creare obbligazioni per essa. Al fine di prevenire l’uso non autorizzato, è fondamentale stabilire una procedura che controlli che l’uso del timbro sia strettamente monitorato.

 

Per maggiori informazioni sugli Investimenti Diretti in Cina, visita la Rassegna Stampa di china-briefing.com/it

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IVA in China: a Shanghai un Progetto Pilota per la riforma

Il Primo Ministro cinese Wen Jiabao ha tenuto un incontro esecutivo del Consiglio di Stato il 26 ottobre nel quale è stato deciso l’avvio di un progetto pilota nella Municipalità di Shanghai per l’approfondimento della riforma dell’IVA.

All’incontro è stato deciso che il progetto pilota per l’approfondimento della riforma dell’IVA verrà implementato in certe zone e in certi settori industriali dal 1 gennaio 2012. L’obiettivo è quello di risolvere il problema della doppia tassazione dei beni e delle provvigioni, migliorare il sistema della riscossione e sostenere lo sviluppo di una moderna industria di servizi. La business tax, che viene applicata alle industrie di queste zone, verrà sostituita dall’imposta sul valore aggiunto.

Inoltre, all’aliquota standard del 17%  e a quella ridotta del 13%, il progetto pilota aggiungerà due altre aliquote di 11% e 6%. La politica preferenziale della “business tax” originaria nelle industrie pilota potrà essere estesa e regolata in base alle caratteristiche dell’IVA; l’IVA pagata durante il progetto potrà essere dedotta in base alla normativa vigente.

Il progetto comincerà inizialmente nel settore dei trasporti e in certi servizi moderni nella Municipalità di Shanghai. Quando le condizioni saranno mature, alcuni settori industriali verranno scelti per l’attuazione del progetto su scala nazionale.

 

Per informazioni sempre aggiornate circa l’evolversi delle leggi fiscali cinesi, visita la Rassegna Stampa di China-Briefing.

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