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30 Dicembre 2022

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Monsignor Cesare Nosiglia al Koelliker: «Che il Natale sia una festa di speranza»

Torino, 20 dicembre 2022 – L’Arcivescovo emerito di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, ha visitato ieri pomeriggio l’Ospedale Koelliker di Torino condividendo un momento di preghiera all’interno della Cappella con pazienti, personale sanitario e medico e Direzione dell’ospedale e visitando successivamente i reparti, dove si è trattenuto con alcuni pazienti ricoverati.
«Che il Natale sia una festa ricca di umanità, accoglienza, condivisione e soprattutto speranza – ha affermato Monsignor Nosiglia -. Questo ospedale è un luogo di speranza che nasce dal cuore di ogni malato, dai medici e dal personale, sempre coinvolto dal punto di vista umano perché al centro c’è ogni volta la persona».
«La preghiera guidi e illumini i nostri giorni», ha aggiunto l’Arcivescovo emerito prima di esprimere quelli che lui stesso ha definito «pensieri speciali», indirizzati alla Direzione del Koelliker, al personale sanitario, agli ammalati e ai loro familiari. «Non esiste la malattia, ma la persona malata – ha concluso -. Mettersi a disposizione degli altri è quello che ciascuno di noi non deve mai mancare di fare».
Durante la messa e nel corso della visita ai reparti, Monsignor Cesare Nosiglia è stato accompagnato da Don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute nella Curia metropolitana di Torino e da Padre Stefano Camerlengo, superiore generale dei Missionari della Consolata. Al termine dell’omelia dell’Arcivescovo emerito è stato proprio Don Paolo Fini a rivolgere un pensiero a Padre Franco Bertolo, fino a pochi mesi fa cappellano dell’ospedale Koelliker: «Sarebbe stato molto contento di vedere la Cappella piena di gente in un giorno così importante».

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SONO LA FIAMMA CHE VI RISCALDA IL CUORE. IL MIO NOME É ATTRAZIONE

L’attrazione (fisica e psicologica) è fondamentale per la creazione e il mantenimento della coppia e per vivere una vita sentimentale soddisfacente. Benchè la stessa possa essere inibita da sentimenti di avversione alla novità e all’ignoto, è comunque assai importante, dal momento che può fare la differenza tra una vita di coppia sana e una malsana. La storia che state per leggere ne è un esempio lampante.

 

Massimo e Chiara si incrociavano ogni mattina verso le 7, al binario 3, in attesa che passasse quel regionale che li portasse ai rispettivi posti di lavoro. Ancora non c’era Tinder, e loro due si conobbero senza guardare lo schermo retroilluminato di uno smartphone, ma guardandosi negli occhi, quegli occhi con le pupille dilatate che lui puntava su di lei, mentre era frettolosamente intenta a truccarsi, lì, su quella panchina che occupava ogni mattina, proprio dinanzi a quella su cui egli si sedeva e cercava di occupare con l’unico fine di ammirarla per qualche flebile minuto, mentre lei era ancora impegnata a stendere il rimmel sulle ciglia, a posare il rossetto sulle labbra e a ordinare i mille pensieri nella testa. E c’era anche Massimo tra i suoi pensieri. Benchè questi non aveva la più vaga idea che Chiara avesse capito il suo interesse per lei, questo suo dubbio aveva trovato una risposta nel suo sguardo fresco di rimmel: anch’ella posava gli occhi su di lui, per poi repentinamente spostarli altrove nel momento in cui egli li incrociava con i suoi.

Un gioco di sguardi che lasciò spazio alla parola allorchè quell’uomo così misterioso e galante le raccolse prontamente tutte le carte che lei aveva lasciato cadere a terra, a poca distanza da lui. Con l’unico scopo di capire la sua reazione. Con l’unico desiderio di scoprire se quell’uomo fosse veramente attratto da lei o meno. ‹‹Oh, molte grazie! Non dove…›› ‹‹Ma si figuri!›› la interruppe lui ‹‹caschiamo per terra dal sonno noi a quest’ora…forse anche le carte non si tengono in piedi dal sonno!››. Carte a cui Massimo aveva comunque dato un’occhiata, nell’atto di raccoglierle, per capire di cosa si occupasse Chiara: ‹‹Ma quindi lei è un’agente immobiliare? Ho visto che ci sono delle carte riguardanti immobili…›› ‹‹No, sono segretaria in uno studio notarile››. Poteva anche limitarsi a un secco “no” Chiara, la quale aveva però continuato con lo svelare il suo lavoro a Massimo, proprio perchè quell’uomo esercitava un certo fascino in lei. Lo stesso fascino dell’ignoto, del mistero, che egli provava nei suoi confronti e che già era stato appagato per il fatto di essere venuto a conoscenza del lavoro ch’ella faceva. Sì, perchè è proprio la nostra atavica, odisseica sete di “virtute e canoscenza” di dantesca memoria uno degli elementi più rilevanti tra quelli che contribuiscono a farci considerare un potenziale partner come attraente o meno. Ciò che è ignoto e misterioso rappresenta una sfida a noi stessi. Socrate già ci insegnava che noi uomini “sappiamo di non sapere”, e questa non è l’esaltazione dell’ignoranza, bensì un mero prenderne atto. Anche in quanto è proprio dall’ignoranza che nasce la conoscenza, ed ecco perchè tutto ciò che a noi è sconosciuto e misterioso è allo stesso tempo attraente, poichè simboleggia ciò che di nuovo c’è per la nostra mente. Come per dei coloni una prateria incontaminata che ricorda l’Eden, come per degli esploratori una terra che non ha mai visto l’impronta dell’uomo e che non è segnata su nessuna carta geografica, come per i romani una futura provincia da assoggettare al loro impero. Di questo ne parlava anche Calgaco, capo dei caledoni, in un discorso riportato dallo storico Tacito: i romani non a torto definiti “ladri del mondo” − sono descritti come dei predoni che cercano di conquistare l’intero universo, avventurandosi persino in terre assai remote e misteriose pur di farlo. E che magari vi si recano proprio a causa del fascino che il mistero esercita su di loro: chissà quali inestimabili ricchezze celano queste terre così lontane e avvolte da quest’aura di mistero? Allo stesso modo, quali segrete virtù può celare quest’uomo o questa donna di cui so poco o nulla? Questa è la base su cui poggia l’attrazione, questa è la scintilla che dà vita all’innamoramento, al desiderio di conoscere l’altro e, perchè no, anche di costruirci insieme qualcosa di serio. Massimo e Chiara l’hanno costruito: ora sono sposati e hanno due bambini piccoli. Quando li conobbi − a causa della loro richiesta di aiuto per uscire da una relazione divenuta “piatta e monotona” − gli feci una delle primissime domande che faccio a qualsiasi coppia: “come vi siete conosciuti e cosa avete trovato di interessante l’uno nell’altro?”. Loro mi risposero raccontandomi, appunto, di come si erano conosciuti, con quel fugace gioco di sguardi, con quei sorrisi flebili ma allo stesso tempo impertinenti, perchè le emozioni che questi gesti corporei palesavano andavano inesorabilmente a scontrarsi con la ferrea e sorda etichetta sociale che non prevede che vi siano emozioni − e soprattutto di tipo romantico − in un ambiente freddo e spoglio come una stazione, in una carrozza gelida e fatiscente come quella di un treno regionale…la stessa carrozza che però ha permesso, piano piano, alle loro vite di incrociarsi. Come quando Chiara ha detto a Massimo che la Wind le avrebbe regalato degli MMS da utilizzare sul suo numero, ma che lei non aveva avuto modo di utilizzarli in quanto il cellulare era nuovo − “disponeva addirittura di fotocamera” − e quindi, dato che non sapeva come utilizzarlo, chiedeva a Massimo di insegnarglielo (benchè in realtà la storia dei regalini della Wind era l’ennesima scusa per attaccare discorso) e via dicendo. Il mistero ha alimentato il loro rapporto giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno ognuno provava qualcosa in più per l’altro. Oramai però stavano insieme da più di 10 anni, e ognuno sapeva tutto dell’altro, ma proprio tutto. La loro vita era composta da rigide routine quotidiane, bambini piccoli da accudire, mutui da pagare, faccende varie, stress e insoddisfazioni di ogni genere e sorte. Avevano semplicemente smesso di sedursi a vicenda, avevano smesso di provare emozioni, di uscire da quel circolo vizioso che ci proietta in un circuito chiuso su cui trottare come se fossimo tutti dei semplici cricetini in gabbia. Ma avevano comprato anche una bella casa, con dentro pure un camino. Gli chiesi pertanto: ‹‹Lo accendete mai questo camino?›› ‹‹Sì, molto poco, ma lo accendiamo…tipicamente sotto Natale perchè piace ai bambini››. ‹‹Bene›› gli risposi ‹‹allora avrete anche quell’attrezzo che serve per soffiare sul fuoco…ce l’ho anche io a casa ma non ricordo il nome…›› ‹‹ah sì, ho capito ma non viene nemmeno a me›› mi fece lui. ‹‹Cerchiamolo su Google!›› mi fece Chiara, la quale aveva oramai dismesso il suo telefonino che “disponeva addirittura di fotocamera” per un nuovo smartphone di proporzioni gigantesche; ‹‹Mantice, così si chiama›› mi disse lei dopo aver consultato Google. ‹‹Bene›› gli feci io ‹‹allora voi sapete che per tenere viva la fiamma che arde nel vostro camino dovete soffiarci sopra con il mantice, no? Però non ci si deve nemmeno soffiare troppo o con troppa intensità, altrimenti la fiamma rischia di spegnersi. Ora, facciamo conto che la fiamma sia l’amore. Il vostro Amore. Quello che vi ha permesso di conoscervi persino in uno schifo di stazione, con i vostri gesti corporei che sfidavano le norme sociali, sfidavano il giudizio altrui…quello sguardo con cui tu, Chiara, guardavi proprio l’uomo di cui ti saresti innamorata, che sarebbe divenuto tuo marito e padre dei tuoi figli. Quello sguardo che tu però distoglievi, perchè per la società non è cosa che si addice a una donna fissare un uomo. E da quella sinfonia di sguardi sono poi nati dei pensieri e quindi altri gesti e in ultimo delle parole; e così di nuovo altri pensieri, altri gesti e altre parole…fino a farvi innamorare e decidere di passare il resto della vostra vita insieme. Non lasciate, pertanto, che questa fiamma muoia (e con essa tutto il bene che vi può portare) ma tenetela viva il più che potete, affinchè riesca ad ardere e riscaldare i vostri cuori››. Dopo aver spiegato loro, anche a livello più pratico, termini e modalità per poter riaccendere la fiamma dell’attrazione che in loro si era oramai spenta, essi mi dissero − l’ultima volta che ci vedemmo − che è stato un po’ come prendere una macchina del tempo, come ricominciare ad utilizzare qualcosa che non si è più utilizzato da anni ed anni…ad esempio il telefonino che “disponeva addirittura di fotocamera”. Riscoprendo il valore terapeutico dell’attrazione, Massimo e Chiara hanno saputo (ri)scoprire anche un’altra cosa, molto importante: che il volersi bene, e il continuare a sedurre il proprio partner giorno dopo giorno sono dei valori imprescindibili per una sana e corretta vita familiare. E in questo loro percorso hanno imparato molto, anche cose brutte, come il fatto che il nemico principale dell’attrazione sentimentale è proprio il tran tran della vita quotidiana, che ci obbliga a uno stile di vita che lascia poco spazio ai sentimenti, alle novità e…alla felicità. Spesso, purtroppo, l’unica occasione per evadere è giusto quella sparuta settimana di ferie…o ancora il mondo dei sogni, in cui è possibile rintanarsi almeno per qualche ora al giorno, per sfuggire a una realtà che pare più un incubo. Ma se la realtà quotidiana fa lavorare l’emisfero sinistro del cervello (quello più razionale), la passione ha bisogno del funzionamento di quello destro (quello più emotivo e creativo). Per il benessere della coppia, per non spegnere la favella dell’attrazione, per vivere una vita sentimentale soddisfacente, iniziamo proprio con il far funzionare (anche) questo emisfero. Lo so, è poco di moda al giorno d’oggi, ma dato che non siamo degli automi − a dispetto di come la società odierna ci vorrebbe − le emozioni servono ancora. E se servono per una buona causa, come creare e mantenere accesa l’attrazione in una coppia, allora non ci resta che accettarle per quello che sono e imparare a capirle. Perchè se sono sconosciute fanno paura, ma se si conoscono e si sa come utilizzarle possono fare la differenza tra una vita felice e una che non lo è.

 

© Dott. Eugenio Flajani Galli

 

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Wall Street e la scaramanzia, anche la finanza ha i suoi rituali

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  • 30 Dicembre 2022

Quando parliamo di scaramanzia, ci vengono subito in mente i napoletani. In realtà tutto il mondo è paese, e per questo capita rivedere dei rituali scaramantici anche in posti insospettabili, come la fredda Wall Street.

Santa Claus e Wall Street

wall streetIn questo periodo natalizio c’è in special modo un fattore scaramantico che fai incrociare le dita e trepidare gli investitori di Wall Street. Il cosiddetto Santa Claus rally, ossia la corsa al rialzo dei titoli azionari nell’ultimo spicchio dell’anno e nei primi giorni di quello successivo.
Questo tradizionale rialzo dei corsi si ritiene sia benaugurante per l’anno successivo. E Wall Street spera con tutto il cuore che, dopo un anno particolarmente difficile per i mercati, il Santa Claus rally benedica il 2023.

L’origine

Quello che succede in questo particolare periodo dell’anno in realtà ha ben poco di scaramantico e molto più di aritmetico. Succede infatti che i fondi pensioni vengono ricaricati, e così accumulano un fiume di denaro che finisce dritto negli investimenti in borsa. Se si aggiunge il fatto che dicembre è il mese delle spese natalizie, e quindi molte aziende incrementa le vendite durante questo periodo, ben si comprende perché i titoli azionari generalmente viaggiano al rialzo.

La statistica di Wall Street

Al di là del fatto in sé e delle sue spiegazioni, c’è comunque una statistica importante che ha fatto originare la scaramanzia del Santa Claus rally. Come evidenziato dai dati Quotex, nel 75% dei casi, quando i listini americani di Wall Street hanno marciato a rialzo, l’intero anno successivo è stato positivo.
Viceversa, quando dicembre non non è stato caratterizzato dall’evento fortunato del Rally di Santa Claus, l’anno seguente è stato più debole della media. Infatti quando tale rally si verifica, generalmente lo Standard and Poor 500, il principale indice di Wall Street è salito del 10,9%, mentre in assenza del Rally di fine anno la crescita è stata solo del 4,1%.

Una stessa dinamica si assiste nel mese di gennaio, generalmente più debole in assenza del Rally di Babbo Natale.
Anche in questo caso tuttavia ricondurre automaticamente alla presenza del Rally una qualche congiunzione astrale favorevole o sfavorevole è fuori luogo. Chi utilizza app per giocare in borsa dovrebbe sapere che più probabilmente l’assenza del rally nel periodo dove sarebbe più propizio è una spia di qualcosa che non funziona nel mercato, di un sentiment che è già offuscato e che inevitabilmente ci mette tempo a migliorare condizionando le performance dell’intero anno successivo.

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Federico Motta Editore, la storia di uno dei capisaldi dell’Editoria italiana

Fondata nel 1929 come “Cliché Motta”, Federico Motta Editore opera da oltre 90 anni nell’Editoria italiana. Una storia di passione, successi e innovazione.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore, dalla riproduzione fotomeccanica all’Editoria italiana

La storia del Gruppo Editoriale Federico Motta Editore ha inizio nel 1929 nel mondo della riproduzione fotomeccanica. Intorno agli anni ’80, scelte piuttosto lungimiranti consentirono al suo fondatore Federico Motta di indirizzare l’allora “Cliché Motta” verso l’attività editoriale dando così vita a quello che oggi è riconosciuto come uno dei capisaldi dell’Editoria nazionale. Fu la stampa dei fumetti a consentire l’esordio della Casa Editrice in questo nuovo mondo in cui consolidò la propria presenza grazie alla pubblicazione della prima Enciclopedia Motta. Se inizialmente l’Enciclopedia in fascicoli trovò spazio nelle edicole, successivamente iniziò a essere distribuita attraverso la vendita diretta entrando così nelle case degli italiani e diventando un’opera iconica per le famiglie. Rispecchiando i principi di qualità, autorevolezza e tradizione, Federico Motta Editore riuscì pertanto ad affermarsi nel panorama editoriale nazionale offrendo un’offerta culturale sempre più ampia.

Federico Motta Editore, una costante attenzione all’innovazione

Un forte orientamento innovativo guida da decenni la filosofia della Casa Editrice Federico Motta Editore che offre ai propri clienti prodotti culturali autorevoli, di qualità e sempre al passo con i tempi. Sono numerose le proposte innovative e le tecnologie digitali presentate nel corso degli anni. Dal Sonobox, strumento multimediale nato negli anni ’80 per la lettura audio dei testi di Storia Contemporanea dell’Enciclopedia, alla prima enciclopedia multimediale, opera che accompagnava i volumi con floppy disk, CD-ROM, videocassette e Tavole Transvision. È la fine degli anni ’90: con l’arrivo di Internet, la Casa Editrice si dedica a una serie di progetti di editoria digitale come mottaformazione.it e l’Enciclopedia Motta con Internet TV. Da oltre 90 anni Federico Motta Editore si distingue per la qualità, confermata da importanti riconoscimenti quali l’Ambrogino d’Oro (1980) e il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (2004).

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Ares Ambiente premiata come Best Performer 2022 da ItalyPost

Il Centro Studi di ItalyPost ha condotto un’indagine sulle aziende delle principali province industriali italiane: la società di intermediazione dei rifiuti Ares Ambiente è tra le 1.000 Best Performer della provincia di Bergamo.

Ares Ambiente

ItalyPost: Ares Ambiente tra le Best Performer del 2022

Reggio Emilia, Modena, Vicenza, Padova, Friuli Venezia Giulia, Treviso, Bergamo, Bologna, Monza Brianza e Brescia: il Centro Studi di ItalyPost ne ha analizzato le imprese per individuare le “Best Performer” del 2022. Per ciascuna provincia sono state identificate 1.000 aziende, andando così a coprire il 70% delle imprese delle fasce di fatturato dai 2 milioni di euro in su. Tra le realtà premiate nella provincia di Bergamo c’è la società di intermediazione di rifiuti con sede a Treviolo Ares Ambiente. I vertici dell’organizzazione fanno sapere di essere orgogliosi di aver raggiunto tale traguardo anche quest’anno, aggiungendo che ciò li spinge a mantenersi ai massimi livelli di efficienza.

Le attività e la mission di Ares Ambiente

Ares Ambiente è una realtà attiva da circa 14 anni nel settore dell’intermediazione dei rifiuti e della gestione di impianti autorizzati. Fondata nel 2008 dall’imprenditore Marco Domizio, la società si occupa di attività di smaltimento, recupero e trasporto di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, in un’ottica incentrata sull’efficienza, l’economicità e la trasparenza. Questi sono i valori su cui si fonda l’operato dell’azienda e che oggi vengono riconosciuti anche da ItalyPost con l’assegnazione del titolo di Best Performer. Tra le tipologie di rifiuti di cui si occupa Ares Ambiente ci sono i rifiuti speciali provenienti dalle attività produttive, dagli impianti di trattamento rifiuti, dalle attività industriali in genere, dall’agricoltura e dalle attività estrattive; la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU); i rifiuti pericolosi.

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I vantaggi delle grate di sicurezza per proteggere il tuo ufficio o attività commerciale

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  • 30 Dicembre 2022

Le grate di sicurezza sono una soluzione efficace per proteggere il tuo ufficio o attività commerciale dai ladri e dai malintenzionati.

In questo articolo, esamineremo alcuni dei vantaggi dell’installare queste grate per garantire la sicurezza del tuo spazio di lavoro.

 

Maggiore protezione

Uno dei principali vantaggi delle grate di sicurezza è la maggiore protezione che offrono.

Le grate sono progettate per impedire l’accesso non autorizzato al tuo ufficio o attività commerciale, rendendo più difficile per i ladri entrare e rubare beni di valore.

Inoltre, le grate di sicurezza possono essere coadiuvate da sensori o sistemi di allarme  che possono essere attivate in caso di tentativo di effrazione, il che può ulteriormente scoraggiare i criminali.

 

Migliore protezione dai danni

Oltre a proteggere il tuo ufficio o attività commerciale dai ladri, le grate di sicurezza possono anche proteggere il tuo spazio di lavoro dai danni.

Ad esempio, se il tuo ufficio o attività commerciale è situato in una zona dove ci sono frequenti manifestazioni o eventi pubblici, le grate di sicurezza possono impedire che i manifestanti o gli spettatori causino danni alle tue finestre o porte.

Inoltre, le grate di sicurezza possono anche proteggere il tuo ufficio o attività commerciale dai danni causati da fenomeni meteorologici estremi, come uragani o tifoni.

 

Riduzione dei costi di assicurazione

Un altro vantaggio delle grate di sicurezza è la possibilità di ridurre i costi di assicurazione.

Molti assicuratori offrono sconti a chi installa queste grate nei propri edifici, poiché sono considerate una soluzione di sicurezza efficace e affidabile.

In questo modo, potrai risparmiare sui costi di assicurazione e avere maggiore tranquillità nella protezione del tuo ufficio o attività commerciale.

 

Personalizzazione e design

Le grate di sicurezza non sono solo funzionali, ma possono anche essere personalizzate e adattate al design del tuo ufficio o attività commerciale.

Ci sono diverse opzioni di stile a disposizione, con il grande vantaggio di non diventare poi un corpo estraneo nell’edificio in cui vengono installate, ma al contrario riusciranno a “mimetizzarsi” perfettamente senza dunque dare nell’occhio.

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Lavoro, sostegno alle pmi e investimenti: l’editoriale di Giampiero Catone

In un recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone sostiene la necessità di destinare le risorse del PNRR alle piccole e medie imprese. Tra le priorità del Governo anche favorire gli investimenti privati.

Giampiero Catone

Giampiero Catone: il PNRR come strumento di tutela delle pmi

Un deciso cambio di passo sulla destinazione dei fondi del PNRR e la creazione delle migliori condizioni per favorire il ritorno degli investimenti privati. In un’editoriale pubblicato sul quotidiano “La Discussione”, il Direttore Giampiero Catone chiede al nuovo Governo “una visione nuova e diversa da ciò che finora è stato propagandato”. A partire dalle risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, finora appannaggio dei potentati economici: “Troppi fondi sono stati assegnati a grandi imprese che hanno svolto la parte del leone, mentre quasi nulla è stato destinato a favore delle piccole imprese e delle Associazioni di categoria che le rappresentano – scrive Giampiero Catonedimenticando che proprio le micro, piccole e medie imprese rappresentano il vero motore produttivo e occupazionale dell’Italia”. Piccole realtà oggi alle prese con il rincaro dell’energia e la mancanza di personale specializzato, che vanno ad aggiungersi all’inefficienza della PA e alla pressione fiscale: “Il Piano di Ripresa deve essere quindi indirizzato a promuovere, favorire e sostenere l’impegno di milioni di piccoli imprenditori, di aziende che sono la forza del Paese e del suo Prodotto interno lordo”.

Giampiero Catone: “Su capacità di risparmio Italia a due velocità, ridurre disuguaglianze

Nel suo editoriale, Giampiero Catone affronta poi il tema del risparmio e della necessità di promuovere gli investimenti privati. Di fronte al divario sempre più crescente tra i nuclei a basso reddito e quelli medio-alti evidenziato di recente dal Governatore della Banca d’Italia, il Governo deve agire al più presto per ridurre le disuguaglianze: “Abbiamo chi può lasciare in banca risorse economiche notevoli e chi è costretto per andare avanti a fare debiti – spiega il Direttore de “La Discussione” – Due Italie troppo diverse. Il Governo può e deve intervenire creando più appeal e redditività negli investimenti tra pubblico e privato, dare sostegni alle famiglie e lavoratori autonomi in difficoltà”. Un obiettivo complesso ma che può essere raggiunto, secondo Giampiero Catone, intervenendo in primis sulla fiscalità e incentivando l’occupazione. Con i 235 miliardi del Piano di Ripresa l’Italia ha tutte le carte in regola per incamminarsi verso un percorso di crescita e sviluppo durevole e soprattutto far tornare i risparmiatori a investire nel Paese, così da moltiplicare l’effetto delle risorse europee.

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Stefano Donnarumma: interconnessione Italia-Tunisia, al via iter autorizzativo per i lavori

“Una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa”: l’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma sottolinea il valore del progetto del ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua che collegherà Italia e Tunisia, Europa e Africa.

Stefano Donnarumma

Stefano Donnarumma: Terna, al via iter per nuova interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia

Lo ha assicurato l’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma: “Grazie a questa opera, l’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo”. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato il procedimento autorizzativo per la nuova interconnessione elettrica di Terna tra l’Italia e la Tunisia, il ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua che collegherà Europa e Africa: un progetto di rilevanza storica, per il quale è previsto un investimento di circa 850 milioni di euro. Non a caso anche l’AD e DG Stefano Donnarumma nel sottolinearne il valore l’ha definita “una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa”: il progetto si inserisce in accordo al Regolamento UE 347/2013 nella lista dei Progetti di Interesse Comune (PCI).

Stefano Donnarumma: nasce “una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa

Stefano Donnarumma ne ha inoltre evidenziato il valore in relazione ai benefici che porterà “in maniera significativa all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili”: realizzata da Terna e da STEG, operatore elettrico tunisino, l’opera contribuirà infatti all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa e alla diversificazione delle fonti. Entrato poi in esercizio, il collegamento favorirà la riduzione delle emissioni climalteranti. “Siamo molto soddisfatti del finanziamento da parte della Commissione Europea, il primo mai assegnato a un progetto intercontinentale, che ha riconosciuto la valenza strategica del nostro progetto”, ha spiegato l’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma riferendosi al contributo di oltre 300 milioni di euro che la Commissione europea ha stanziato per la realizzazione del ponte energetico.

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Stefano De Capitani: ExSUF, presentazione del volume su smart cities e infrastrutture sostenibili

“PPP & Private Capital for Sustainable Infrastructure and Smart Cities”: alla presentazione a Bookcity Milano dell’ultimo volume della collana Università Cattaneo – Libri di Guerini Next anche il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani, autore del capitolo “PPP: strategia vincente per una confluenza tra pubblico e privato”.

Stefano De Capitani

Stefano De Capitani: “PPP & private capital for sustainable infrastructure and smart cities” a Bookcity Milano

È stato presentato lo scorso 18 novembre durante Bookcity Milano il volume in cui Stefano De Capitani, presidente di Municipia S.p.A., spiega come il Partenariato Pubblico-Privato (PPP) giochi un ruolo fondamentale nella messa a terra dei progetti di Digital Transformation mirati a disegnare città più tecnologiche, sicure, efficienti, sostenibili e inclusive. Pubblicato nelle scorse settimane da GueriniNext, “PPP & private capital for sustainable infrastructure and smart cities” nasce nell’ambito dell’attività di ricerca e dissemination del Centro di Eccellenza sulla finanza sostenibile per le infrastrutture e smart cities (ExSUF) presso la LIUC – Università Cattaneo. L’esperienza di Municipia S.p.A. e la vision del presidente Stefano De Capitani sono racchiuse nel capitolo “PPP: strategia vincente per una confluenza tra pubblico e privato”.

Stefano De Capitani: partenariato pubblico-privato, la vision di Municipia S.p.A.

Il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani ha preso parte alla presentazione del volume che si è tenuta lo scorso 18 novembre presso la Sala 4 dell’ADI Design Museum. Nell’ambito dell’incontro “Capitali e progettualità per le smart cities” sono intervenuti Michele Lertora, Giulio De Carli e Giampiero Bambagioni. Per il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani, come spiega all’interno del capitolo a cui ha contribuito, è necessario che le amministrazioni locali si aprano “verso l’esterno, a forme di partnership con il settore privato, per puntare a implementare efficacemente le strategie di trasformazione smart delle città”: il partenariato si configura come lo strumento di raccordo più idoneo per dar vita a città più tecnologiche e soprattutto più resilienti e inclusive, capaci di mettere davvero al centro le persone e le loro esigenze, sia sotto il profilo dei servizi sia di una migliore qualità della vita, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

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Riva Acciaio: l’azienda leader a livello nazionale e internazionale

Riva Acciaio nasce in seno a Gruppo Riva nel 1954. Oggi gode di una posizione di leadership nel settore siderurgico sia sul panorama nazionale che internazionale.

Riva Acciaio

Il profilo e la storia di Riva Acciaio

Riva Acciaio è una delle principali realtà siderurgiche italiane, figlia di Gruppo Riva, primo operatore siderurgico in Italia e quinto in Europa. La società fu fondata nel 1954, in pieno Dopoguerra, dal pioniere della siderurgia italiana Emilio Riva. Da allora si è specializzata nella realizzazione di prodotti lunghi, fabbricati con acciaierie ad arco elettrico. Nel corso dei suoi 60 anni di attività e grazie agli elevati standard produttivi, è cresciuta sempre di più, espandendosi nei Paesi europei e arrivando a conquistare una posizione di leadership nel settore a livello internazionale. Da giugno 2014 è presieduta da Claudio Riva e impiega oltre 5.500 dipendenti nei suoi 21 siti produttivi. Di questi cinque sono in Italia, sette in Francia, cinque in Germania, due in Belgio, uno in Spagna e uno in Canada.

Riva Acciaio: il mercato di riferimento e il piano investimenti

Il Gruppo detiene un’importante quota di mercato nei prodotti “lunghi” (più del 10% a livello europeo (EU-28)). La società si occupa inoltre di rifornire diversi comparti merceologici, tra i quali alcuni – come la meccanica, l’automotive e il movimento terra – che necessitano di standard qualitativi davvero elevati. La produzione comprende anche trafilati, pelati e rettificati, provenienti dall’ulteriore lavorazione a freddo dei laminati. Con l’intento di migliorare gli aspetti qualitativi dei prodotti e dei processi, delle condizioni di sicurezza negli stabilimenti e della compatibilità ambientale della produzione, ogni anno Riva Acciaio realizza infine un notevole programma di investimenti

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Fincantieri, l’AD Pierroberto Folgiero: puntiamo su navi a zero emissioni e a idrogeno

Oscar di Bilancio 2022: Premio Speciale DNF per Fincantieri, a conferma dell’impegno per una rendicontazione sempre più chiara, articolata e trasparente verso tutti gli stakeholder.

Fincantieri Presentazione Azienda

Fincantieri si aggiudica per la seconda volta l’Oscar di Bilancio: il valore del riconoscimento

Fincantieri si è aggiudicata il Premio Speciale per il Bilancio di Sostenibilità dell’edizione 2022 dell’Oscar di Bilancio: il premio, giunto alla 58esima edizione, riconosce le aziende più virtuose nelle attività di rendicontazione finanziaria e nella cura del rapporto con gli stakeholder e rappresenta da sempre un punto di riferimento per le comunità professionali del settore economico-finanziario e della comunicazione con i mercati. “Siamo orgogliosi di questo risultato che premia il nostro grande impegno per la sostenibilità sottolineando i traguardi raggiunti e quelli che il Gruppo vuole perseguire”, ha commentato l’AD e DG Pierroberto Folgiero. La commissione aggiudicatrice riconosce a Fincantieri di aver presentato una dichiarazione non finanziaria (DNF) “caratterizzata da un’adeguata e bilanciata copertura di tutte le aree di rendicontazione della sostenibilità, facendo emergere la volontà di una trasparente comunicazione a favore delle diverse categorie di stakeholder. Una DNF complessivamente molto completa nella quale sono individuati con precisione obiettivi mirati, con particolare attenzione all’ambiente e al sociale”.

Fincantieri: l’importanza di una gestione responsabile, pilastro per ogni azienda che guarda al futuro

Nella “nuova rotta” di Fincantieri, come l’aveva definita l’AD Pierroberto Folgiero in occasione della presentazione dei risultati al 30 settembre, si inserisce anche “l’impegno nel rendere sempre più organica la nostra vision sul fronte della gestione responsabile, pilastro per ogni azienda che guarda al futuro”. Per il Gruppo, inoltre, altrettanto fondamentale è poter dare un significativo contributo nel “ridurre le emissioni e contrastare il cambiamento climatico, con particolare riferimento all’efficientamento energetico della nave e all’adozione di combustibili alternativi”: obiettivi perseguiti “anche con iniziative di frontiera come lo sviluppo di navi di nuova generazione alimentate a idrogeno e il progetto Zeus, che si concentra sulla nave a emissioni zero”. È il secondo Oscar di Bilancio che si aggiudica Fincantieri: due anni fa era già stata premiata da FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), organizzatrice e promotrice del Premio. 

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MBA Honoris Causa a Cristina Scocchia, riconosciuto il suo modello di leadership

Il Presidente di CUOA Business School ha evidenziato che “con il Master Honoris Causa in Business Administration, CUOA Business School intende riconoscere i suoi successi, la qualità e le competenze che caratterizzano l’elevata capacità manageriale di Cristina Scocchia”.

Cristina Scocchia

La leadership valoriale di Cristina Scocchia riconosciuta da CUOA Business School

Valori solidi, grandi capacità manageriali e forte senso etico: queste le qualità riconosciute da CUOA Business School a Cristina Scocchia in occasione dell’assegnazione di un Master Honoris Causa in Business Admnistration. Conferimento che giunge a conclusione di un anno di grandi sfide per l’AD di Illycaffè – azienda di Trieste specializzata nella produzione di caffè di alta qualità sostenibile – di cui ha assunto le redini a gennaio 2022. Una nuova pagina di un percorso professionale di successo che ha visto la manager operare in realtà di grande calibro quali Procter&Gamble, L’Oréal Italia e KIKO Milano. E riconosciuto oggi anche da CUOA Business School: “Con il Master Honoris Causa in Business Administration, CUOA Business School intende riconoscere i suoi successi, la qualità e le competenze che caratterizzano l’elevata capacità manageriale di Cristina Scocchia. In modo particolare ne apprezziamo lo stile di leadership valoriale, che ha caratterizzato la sua carriera”, così il Presidente Federico Visentin nel corso della cerimonia.

La soddisfazione di Cristina Scocchia: “È stata una cerimonia emozionante”

“Ha agito con pensiero strategico e piena consapevolezza di quanto il successo collettivo valga più di quello individuale”, ha aggiunto il Presidente di CUOA Business School, specificando come Cristina Scocchia “nel suo percorso professionale, si sia fatta guidare da forte senso etico e da grande attenzione per la responsabilità sociale e ambientale nel fare impresa”. È con questo spirito, infatti, che la manager è solita affrontare gli impegni derivanti dal suo ruolo di Amministratore Delegato: un incarico per cui ha spesso evidenziato la necessità di un approccio che integri “il valore con i valori”, principio ricordato anche durante la premiazione. Il Presidente di CUOA Business School ha infatti evidenziato che “è massima espressione del suo modello manageriale il pensiero, da lei più volte espresso, della necessità di un ‘Giuramento di Ippocrate’ anche per i manager: una bussola per l’operato di chi è al vertice delle organizzazioni e guida le imprese oltre la logica del profitto, verso una piena consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa”. Grande la soddisfazione di Cristina Scocchia: “È stata una cerimonia emozionante, soprattutto pensando che negli anni scorsi hanno premiato Mario Draghi e Leonardo Del Vecchio”, ha dichiarato l’AD di Illycaffè.

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Gian Maria Mossa: Banca Generali sempre più impegnata negli investimenti sostenibili ESG

“Crescita demografica, la finanza sostenibile per guardare al lungo periodo” è il titolo di un recente intervento di Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali, dedicato al tema degli investimenti sostenibili ESG.

Il valore degli investimenti sostenibili ESG per Banca Generali e per l’AD Gian Maria Mossa

Transizione sostenibile e crescita demografica, ma anche scelte finanziarie e investimenti sostenibili ESG: questi i punti al centro della riflessione di Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, pubblicata di recente sul suo profilo LinkedIn. Intervento che si sofferma su diverse sfide connesse al tema dello sviluppo sostenibile, prima tra tutte quella dell’evoluzione demografica a livello mondiale. “8 miliardi, è il numero di abitanti del Pianeta secondo l’ultima stima fatta dall’ONU, che ne prevede ben 9 per il 2037”, scrive l’AD di Banca Generali: una crescita demografica senza precedenti” che ci invita “a riflettere sulle responsabilità e l’impegno di ciascuno nelle sfide per un futuro sostenibile”. L’auspicio, prosegue Gian Maria Mossa, è quello di “politiche orientate al lungo periodo in grado di favorire uno sviluppo che tenga conto del benessere delle persone e della sostenibilità delle risorse”. Di fronte a ciò il settore finanziario non è rimasto immobile, tutt’altro: con decisione si è diretto sempre più verso le scelte di tipo responsabile e verso la strutturazione di investimenti sostenibili ESG.

Banca Generali: etica e responsabilità per rafforzare gli investimenti sostenibili ESG

Come evidenziato dall’AD di  Banca Generali, proviene da diversi ambiti la spinta verso gli investimenti sostenibili ESG: realtà che includono, ad esempio, “i grandi colossi finanziari globali, a partire dalle banche americane ai grandi operatori europei fino ai fondi sovrani” che “stanno progressivamente sposando sempre di più i temi della transizione sostenibile, della trasparenza di governance e della centralità delle persone, alzando progressivamente l’asticella nella direzione delle proprie scelte”. Anche il settore regolativo è parte di tale processo attraverso la “definizione dell’architrave della tassonomia e nelle norme di classificazione delle dinamiche ESG, prendendo spunto dalle best-practices in continua evoluzione sul mercato”. Nonostante nel complesso si tratti “solo di un inizio”, è rilevante “portare al centro dell’attenzione le tematiche ESG”: per l’AD Gian Maria Mossa ciò evidenzia “una visione secondo cui il valore e l’etica nelle scelte dell’investitore possono rafforzare gli effetti dell’investimento stesso e garantire risultati concreti nel lungo periodo sia sul fronte del rendimento che sul fronte sociale”. Si inserisce così l’impegno di Banca Generali nello strutturare e proporre investimenti sostenibili ESG sempre più ispirati ai principi dello sviluppo sostenibile.

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Davide D’Arcangelo: Next4 guida il round di investimento di IPSA

L’innovativa società piemontese IPSA conclude con successo un round di investimento per 1.380 milioni di euro: l’investitore trainante è la Next4Production di Davide D’Arcangelo, Pierluigi Sassi e Angelo Paletta.

Davide D'Arcangelo

IPSA e il ruolo della holding fondata da Davide D’Arcangelo

IPSA è una PMI specializzata nella micro-logistica ospedaliera di farmaci, dispositivi medici ed emocomponenti. Mediante l’integrazione di hardware e software, l’azienda ha ideato un’intera gamma di prodotti IoT per supportare gli operatori sanitari nei reparti ospedalieri e nelle sale operatorie. Si tratta di una soluzione che porterà miglioramenti sia in termini di sicurezza del paziente, dato che ridurrà il margine d’errore nella somministrazione delle terapie, sia in termini di efficientamento. L’utilizzo di questi prodotti consentirà infatti di perfezionare il processo di approvvigionamento e gestione dei farmaci, riducendo così gli sprechi. Nel recente round di investimento, la società è riuscita a portarsi a casa 1.380 milioni di euro. La holding di investimento fondata da Davide D’Arcangelo e i suoi soci, la Next4Production, ha avuto un ruolo determinante nell’operazione, attivando per un milione di euro il Fondo Rilancio Startup, il quale opera solo in co-investimento con determinati soggetti proponenti.

Davide D’Arcangelo: IPSA ha il potenziale per un nuovo standard nella sanità italiana

Utilizzare la digitalizzazione per rendere i servizi sanitari più efficienti è una priorità nel nostro Paese. Di fatto è uno degli obiettivi del PNRR, nel quale sono previsti investimenti per oltre 4 miliardi di euro per la digitalizzazione di circa 300 strutture sanitarie. La proposta di IPSA si muove proprio in questa direzione. Anche il Co-fondatore di Next4Production Davide D’Arcangelo ha ammesso di aver subito visto un enorme potenziale “per un nuovo standard nella sanità italiana, una champion pronta a esplodere che aveva bisogno di un piccolo boost”. “Quando abbiamo deciso di investire in IPSA – spiega – eravamo certi che l’innovatività della sua proposta e la solidità del suo programma di sviluppo potessero essere di interesse anche per un investitore istituzionale”. La società sta già riscuotendo parecchio interesse non solo sul mercato italiano ma anche a livello internazionale.

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Serenissima Ristorazione sigla partnership con Women at Business

Serenissima Ristorazione ha scelto Women at Business per valorizzare le competenze femminili e supportare le donne nello sviluppo della propria carriera.

Serenissima Ristorazione

Serenissima Ristorazione, la partnership con Women at Business

La recente iniziativa prevede un’importante collaborazione tra Serenissima Ristorazione, realtà leader nel settore della ristorazione collettiva e commerciale, e Women at Business, la prima community di incontri professionali tra donne e aziende la cui piattaforma, basata su un algoritmo di matching inclusivo, consente di incentivarne l’inserimento valorizzandone inoltre le competenze. “Siamo orgogliosi di avviare questa partnership con Women at Business che mira a contribuire al raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne e ragazze attraverso un miglioramento dei paradigmi del mondo del lavoro relativi all’equità di genere e per sostenere lo sviluppo della carriera delle donne”, ha dichiarato Giulia Putin, Chief Purchasing Manager di Serenissima Ristorazione. Un nuovo percorso in cui iter di selezione sempre più equi, trasparenti e privi di discriminazioni consentiranno di supportare le donne e la loro carriera.

L’impegno di Serenissima Ristorazione per una maggiore cultura dell’uguaglianza

Grazie a questa collaborazione vogliamo trasmettere alle donne che accogliamo all’interno del nostro Gruppo la nostra visione e la passione per il lavoro ispirato ai principi di equità e inclusione”, ha aggiunto la Chief Purchasing Manager Giulia Putin. La nuova partnership conferma l’impegno di Serenissima Ristorazione, che mira quindi a incrementare la cultura dell’uguaglianza di genere abbattendo gli stereotipi che da sempre ostacolano le donne nel loro percorso professionale. I numeri dimostrano l’importanza che riveste la parità di genere in Serenissima Ristorazione: l’80% del personale è infatti composto da donne anche in aree di responsabilità. Uno degli AD è donna, così come le manager che guidano l’Ufficio Qualità, l’Ufficio Marketing&Comunicazione e l’Ufficio Gare. La visione del Gruppo va di pari passo con i principi di Women at Business, che è inoltre partner di “4 Weeks 4 Inclusion”, il più grande evento interaziendale sui temi dell’inclusione e della diversità.

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