L’autore omaggia Napoli, una delle città più belle del mondo, con un pezzo dal ritmo funky.
Il leit-motiv della canzone mette in evidenza come certi detti antichi e frasi fatte, trovino una loro collocazione anche nella realtà nel mondo in cui viviamo.
Tony Alex nasce a Napoli e sin da ragazzo nutre una grande passione per la musica, che lo porta a comporre vari brani musicali. Questo singolo anticipa la pubblicazione del suo primo album prevista in autunno.
Scegliere il miglior preventivo per la realizzazione di un sito internet risulta una delle valutazioni che mette più in difficoltà ogni azienda che decide di intraprendere la strada della “Realizzazione siti web“, dato i molteplici fattori da valutare di cui molti risultano fattori tecnici per cui richiedono competenze che spesso non ci sono. Altro aspetto da tener conto, poi, sono i diversi approcci strategici delle singole agenzie web che spesso non pensano a ciò che serve davvero ad un’impresa che ha deciso di investire nello sviluppo di un sito web.
Quando si parla di stilare un preventivo per un sito web, si deve innanzitutto chiarire con il cliente che commissiona la realizzazione del sito cosa lui si aspetta dal sito internet e gli obiettivi che vuole raggiungere con il sito web. Le richieste sono speso limitate perché non si ha molta conoscenza e non si sa bene dove si può arrivare con un sito web.
Il costo per la creazione di un sito internet o di un sito web ecommerce è un qualcosa che molto spesso risulta difficile da quantificare. Almeno risulta difficile a un Cliente che si trova a dover scegliere tra tante offerte e prezzi diversi.
Come in ogni settore, anche i costi di un sito
variano a seconda delle ore di lavoro
e della qualità del prodotto finale
Per stabilire il giusto prezzo di un sito internet bisogna prima eseguire un’analisi dei vostri competitors, cioè di aziende o professionisti che propongono lo stesso vostro prodotto o lo stesso vostro servizio. Noi di Romaweblab, Agenzia web Roma, realizziamo siti web solo ottimizzati lato Seo con prezzi chiari e senza sorprese a partire da 490 € escluso costo del dominio. Il motivo per cui non realizziamo siti web senza ottimizzazione Seo è semplice, li sappiamo fare solo così, non solo, quasi sempre ci capita che dopo la consegna del sito, il cliente ci chieda di attuare un pacchetto Seo e Web Marketing per dargli maggiore visibilità nei motori di ricerca. Se quindi non avessimo già ottimizzato il sito web lato Seo On Page dovremmo rifare il lavoro 2 volte. Nel nostro pacchetto base è inclusa un’ottimizzazione Base lato Seo On Page, che porterà risultati solamente se, per il prodotto o servizio che proponete, non è prevista una forte concorrenza da parte dei vostri competitors. Nel caso contrario invece bisogna affiancare, dopo la realizzazione del sito web, un pacchetto Web Marketing e Seo Off Page che permetterà al sito di crescere nel tempo e conquistare posizioni preziose nelle classifiche dei più importanti motori di ricerca.In genere tutti i nostri clienti con il pacchetto Web Marketing e Seo di Romaweblab nel giro di 4-5 mesi riescono ad ottenere risultati rilevanti nel posizionamento organico del sito web e quindi riscontri effettivi nelle nuove richieste di preventivi o contatti da parte di nuovi clienti.
L’ordinamento italiano, in ambito giuslavoristico e sindacale, rappresenta senza dubbio un ottimo modello di compromesso tra interesse dei lavoratori e della parte datoriale. Esistono, infatti, numerose possibilità per accedere a modelli di welfare aziendali oltre che usufruire di “vantaggi” che lo Stato, tramite la legge, concede a lavoratori con particolari esigenze. La situazione ideale, tuttavia, risulta a volte incrinata da una realtà abusata da parte di chi avrebbe diritto a godere di trattamenti particolari ma non è in grado di gestirli. In questo breve scritto si cercheranno, quindi, di affrontare le problematiche legate al licenziamento per giusta causa in caso di abuso della legge 104/92.
Come è noto, il licenziamento rappresenta una modalità di recesso unilaterale del datore di lavoro da rapporto di lavoro subordinato. Ovviamente il licenziamento deve essere motivato da una causa collegata ad una condotta del lavoratore (licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo) o per altre cause legate all’attività produttiva e all’organizzazione del lavoro nell’unità produttiva (giustificato motivo oggettivo). Dal punto di vista normativo, il quadro dei licenziamenti è contenuta nel codice civile (artt. 2118 – 2119) e in alcune norme speciali introdotte appositamente dal legislatore (Leggi n. 604/66 – 223/91 – 300/70).
La legge 104, articolo 33
La normativa che in Italia disciplina permessi, congedi, sgravi fiscali, assegni d’invalidità, pensione d’inabilità, pensione anticipata è la Legge 104/92. In questa sede ovviamente ci si concentrerà esclusivamente sulle criticità dei permessi e dei congedi e sulla condotta abusiva del lavoratore nel loro utilizzo. Chi assiste un familiare, sempre portatore di handicap grave, secondo la legge 104 ha la possibilità di richiedere congedi straordinari retribuiti o un permesso (talvolta richiesti anche in modalità frazionata) di ore o giorni, nei limiti previsti dall’articolo 33 della richiamata normativa.
Fiumi di giurisprudenza di merito e legittimità negli ultimi anni hanno modellato il sistema dei permessi relativi all’articolo 33 comma 3 della legge 104/92 in modo da bilanciare l’interesse del lavoratore nella tutela di un familiare disabile ma, nello stesso tempo, di non creare difficoltà al datore di lavoro per un permesso utilizzato abusivamente.
Cosa si intende per abuso del permessi ex lege 104
Parlando di abuso ovviamente si fa riferimento alle situazioni di utilizzo arbitrario dei permessi al fine di trarne personale vantaggio, con l’idea di approfittare del particolare regime che lo Stato permette di godere senza utilizzarlo per tutelare il disabile.
In passato prerogativa principale per l’utilizzo dei permessi era la circostanza della convivenza con il disabile, oltre che l’obbligo dell’assistenza continuativa durante l’intera giornata. Tale condizione è stata mitigata dalla giurisprudenza e poi modificata dalla legge che, nell’ormai lontano 2010, veniva modificata con la cancellazione dei requisiti della «continuità ed esclusività» dell’assistenza per fruire dei permessi mensili retribuiti. Ciò nonostante, secondo la giurisprudenza di legittimità, i permessi non possono e non devono essere considerati come giorni di ferie, ma solo come un’agevolazione che il legislatore ha concesso a chi è si è fatto carico di un compito gravoso e di difficile gestione.
Se si può prender per vero, dunque, che il familiare in permesso non debba stare con il disabile per tutto l’arco delle 24 ore di ogni giornata, sarà altrettanto importante che il dipendente in permesso non sfrutti l’integrale giornata per fare una vacanza o altre attività che escludano completamente l’assistenza al familiare disabile. In altre parole, secondo l’orientamento di Cassazione il lavoratore, pur non essendo obbligato a prestare assistenza alla persona disabile nelle ore in cui avrebbe dovuto svolgere attività lavorativa, non può, tuttavia, utilizzare quei giorni come se fossero giorni di ferie, senza quindi prestare alcuna assistenza al disabile.
Licenziamento per giusta causa anche senza delitto
In caso di abuso nell’utilizzo dei permessi, il lavoratore si pone di fronte a due possibilità, alternative e indipendenti tra loro:
licenziamento per giusta causa da parte del datore di lavoro;
delitto di cui all’articolo 640 del codice penale: truffa ai danni dello Stato.
La fattispecie penale pone le sue fondamenta nell’artifizio realizzato dalla richiesta impropria del permesso con conseguente ingiusto profitto, posto che il lavoratore avrà percepito denaro pubblico in modo indebito, mentre il licenziamento sarà intimato perché si sarà verificata una circostanza così grave da non consentire la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto lavorativo (art. 2119 c.c.). Abusare dei permessi della legge 104, perciò, costituisce una delle ragioni principali di contestazione tra datori di lavoro e dipendenti ed un valido oltre che chiaro motivo di licenziamento per giusta causa.
Alla luce di tanto, dunque, si può affermare che il lavoratore che durante la giornata di permesso retribuito per assistere un familiare disabile utilizza il permesso abusivamente, commette una “frode”, non soltanto nei riguardi del datore di lavoro (per via della fruizione di un permesso pagato in maniera non allineata agli obiettivi della legge), ma anche nei confronti del sistema previdenziale nazionale (poiché, essendogli la somma devoluta dall’INPS, viene a gravare il costo dell’abuso sulla collettività). Bisogna sottolineare che, per quanto concerne il licenziamento per giusta causa, non sarà necessaria la reiterazione dell’abuso ma la dimostrazione del comportamento in malafede verso il datore di lavoro.
Risulta, infine, importante evidenziare che il licenziamento non debba essere irrogato esclusivamente qualora si sia attivato un procedimento penale posto che, con l’ordinanza n.8209/2018, la Corte di Cassazione ha confermato che il lavoratore che abusa dei suddetti permessi può essere licenziato per giusta causa dal datore di lavoro anche se non configura un reato penalmente rilevante.
La legge, infine, consente al datore di lavoro di ricorrere all’investigatore privato anche davanti al mero sospetto che il dipendente possa tenere condotte illecite nel senso di cui sopra. Di ciò ne dà riprova anche la sentenza n. 4984/14 emanata dalla Sezione Lavoro della Suprema Corte di Cassazione, che ha statuito la liceità da parte del datore di lavoro di rivolgersi ad un investigatore privato o ad una agenzia investigativa, a tutela del patrimonio aziendale, per verificare se il dipendente che usufruisce dei permessi concessi dalla legge 104/1992 ne stia beneficiando correttamente o se, invece, stia commettendo un illecito a danno del datore di lavoro e della collettività.
L’agenzia investigativa Roma Argo mette a disposizione di manager, HR e aziende un team di Investigatori privati esperti, capaci analizzare la situazione, pianificare una efficace strategia investigativa e raccogliere prove utili a supportare il licenziamento per giusta causa anche in sede giudiziaria.
La più profonda urgenza comunicativa dell’artista si trasforma in musica attraverso un disco che fa di un “DARK BLUES” all’italiana il proprio vestito sonoro.
L’album “RIVE Volume 1” esprime complessivamente la necessità di comunicare; una comunicazione che può interessare ed esternare un’esistenza, esperienze personali o un momento ben preciso. E può farlo essendo loquace o ermetico, posato o irrequieto, enigmatico oppure fin troppo esplicito, ma rimane pur sempre espressione unica, un bisogno comunicativo per l’appunto e come tale degno di rispetto.
«Dopo anni di sperimentazione nel 2017, ho intrapreso un percorso di selezione molto rigido riguardo ai miei brani pubblicando “RIVE Volume 1” insieme al circuito di Calabria Sona e alla Marasco Comunicazione. I brani erano tutti molto diversi tra loro e ad un certo punto ho sentito l’esigenza di intraprendere una strada. La maggior parte erano in lingua inglese ed ho accettato per la prima volta la sfida di un rewriting in lingua italiana cercando ossessivamente gli stessi suoni, la durata delle parole, il numero di sillabe e soprattutto il ritmo delle stesse. Per me le parole sono certamente importanti ma nel regno della musica penso che sia quest’ultima a dover regnare e per musica intendo suoni, emessi da un piano, da una chitarra o da una voce…è di suoni che voglio parlare alla gente, emozioni che trasudano da un intro teso e che sfociano in un inciso esplosivo e liberatorio». Fabio Curto
Guarda il video del singolo “Mi sento in orbita” su YouTube:
Lo stesso Curto ed Enrico Capalbo sono stati i produttori esecutivi di questo lavoro e hanno avuto immediatamente le idee molto chiare: voce al centro e massima prossimità all’universo musicale che più rappresenta l’artista, approdando così in un “DARK BLUES” tutto italiano che parla di solitudine, ricerca di sé, gioia di vivere e consolazione, viaggi e ricordi, desideri e sogni vissuti intensamente anche quando infranti.
«Ho lavorato moltissimo sul sound e sulla spontaneità prediligendo alcune take “buona alla prima” perché più cariche di espressività e di “verità” in un mondo che sta facendo dell’artificio il suo biglietto da visita. Ho suonato quasi tutti gli strumenti presenti sul disco ed è stata un’esperienza incredibile che mi ha messo molto alla prova ma alla fine ci ha dato delle belle soddisfazioni». Fabio Curto
Fino a metà giugno 2018 Fabio Curto ha presentato in anteprima esclusiva il suo nuovo lavoro discografico attraverso un tour di appuntamenti in Australia.
Si è trattato di una serie di eventi fra i quali emerge su tutti il cinquantennale dell’Italian National Ball, nel giorno delle festa della Repubblica Italiana, che ha visto coinvolta l’ambasciata e diverse figure diplomatiche australiane.
TACK BY TRACK
Suona con me: la ricerca di sé, un climax “DARK BLUES” nel quale i suoni primitivi raccontano di una tematica antica ma sempre attuale. “Suona con me” è un’espressione di condivisione e umanità, tematiche centrali nello stile di Fabio Curto.
Mi sento in orbita: La forza di un inciso che suggerisce rottura e “fame” di adrenalina, nessuna voglia di scappare, ma piuttosto di restare a godersi questo spettacolo che corre come una decappottabile d’epoca lanciata in autostrada di notte mentre i pensieri irrequieti tentano di fare pace con loro stessi. Il contenuto narrativo gioca sulla dicotomia in contrasto fra due necessità opposte.
Neve al sole: strettamente collegata ad “Only you”, è una presentazione dello stato di mancanza di un qualcosa, un qualcosa di irrinunciabile tiene legato il soggetto a questo desiderio, un desiderio essenziale, ermetico come il suo testo che dice tutto quello c’è bisogno di sapere sul contenuto della canzone, la melodia carica gradualmente fino ad un’esplosione potente ma scura e noir.
Only you: i ricordi di una passione impossibile riecheggiano nella notte percorrendo le vie desolate della città; un amore malsano che ognuno di noi ha conosciuto almeno una volta e dal quale a volte è difficile separarsi.
Un’ora fa: una vita in autostop, un’estate in autostop, in gusto dell’imprevedibile, il dover presentare sempre la versione migliore di sé poiché nessuno è costretto ad indagare sulla vita di un forestiero. Ancora una volta il viaggio è il fulcro in un rock blues estremamente accattivante.
L’airone: ispirato ad una storia vera tratta il tema della malattia e del miracolo di avere qualcuno vicino che ti ricordi il sapore della bellezza e della felicità solo con un sorriso. Melodia molto onirica, anche qui si avverte una solitudine immensa “è un abbraccio Il silenzio “contrapposta a un inciso aleatorio e poetico che smuove sensazioni emozionanti.
Fragile: emarginati che entrano ed escono dalla comunità meno affollata, spesso l’unica disponibile, etichettati come irrecuperabili o come socialmente inadatti tornano a vivere “nel mondo degli avvoltoi” consapevoli che in mezzo a tutta quell’indifferenza c’è qualcuno “fragile come me”.
Domenica: riflessioni e pensieri liberi prendono forma dai fumi di un sabato sera, compagni di una camminata solitaria alle prime luci dell’aurora che rischiarano le “saracinesche dei bar” tra i resti abbandonati di “feste d’addio”. E come un addio suona la buonanotte di “Domenica”, il saluto malinconico a ciò che è stato e forse non sarà mai più.
Alone (Bonus Track): un disorientamento emotivo, l’indecisione di quale delle molteplici strade seguire, sicuro che in fondo a una di quelle “there’s a star” e qualcuno pronto ad ascoltare. “Alone” è dolore e speranza, rabbia e amore, una sincera apertura all’universo di sentimenti contrastanti che vivono nell’artista.
Via da qua (Bonus Track) solo album fisico: imbrigliato nelle trame di una rete che soffoca l’animo, l’artista cerca la fuga verso tempi e luoghi migliori, dove ritrovare quei valori nobili che sembra aver perduto e tener viva la speranza nel futuro e nel prossimo. La potenza di “Via da qua” è frutto di sentimenti veri, vestiti di sonorità pop folk eseguite su tammorra e bouzouki irlandese, strumenti cari in passato anche a De Andrè.
Etichetta: Fonoprint
Pubblicazione album: 15 Giugno 2018
BIO
Fabio Curto è un cantautore polistrumentista italiano nato ad Acri (CS).
È stato conosciuto dal grande pubblico grazie alla vittoria del talent show su Rai 2 THE VOICE OF ITALY 2015 che ha messo in risalto la sua voce molto intensa e la sua capacità di creare forte legame emotivo con gli ascoltatori anche solo accompagnato dalla sua chitarra. La sua attività musicale antecedente a questo successo è molto varia e particolare: inizia a comporre a 12 anni e ben presto fonda diverse band con musiche originali tra cui L’Etandonnè, genere rock italiano e La Van Guardia, quintetto acustico che sposa lo swing, la rumba e la tradizione gypsy dei Balcani.
Dopo essersi laureato in Scienze politiche, decide di intraprendere l’arte di strada esibendosi da solo e con la band in gran parte dell’Europa e dopo la vittoria del talent pubblica un EP con Universal nel quale sono contenuti brani cantati e suonati durante il programma più tre brani originali. Tra i riconoscimenti più importanti del 2015 vanno ricordati Il Premio Mia Martini giovani, Premio Stella del Sud sezione musica e Social e il Premio Letterario Nazionale Vincenzo Padula. Nel 2016 gli è stato inoltre riconosciuto il Premio Manente È attualmente attivo con live acustici in tutta Italia.
Villa Carlotta chiude la sua stagione di mostre con Mario Carrieri. Amata bellezza, fiori e visioni a Villa Carlotta (15 settembre- 4 novembre 2018) un’esposizione fotografica dedicata al mondo floreale riletto attraverso l’obiettivo di un maestro del XX secolo.
Una serie di opere di grandi dimensioni allestite in vari ambienti della villa offre la possibilità di accostarsi alla incessante ricerca fotografica portata avanti da Carrieri negli ultimi decenni concentrandosi unicamente su un soggetto: i fiori.
Lo sguardo di questo artista rilegge un soggetto tradizionale della pittura e della fotografia in una chiave totalmente inedita, componendo grandi palcoscenici di una visionaria opera teatrale senza tempo, nella quale innocenti fiori-attori recitano una tragedia shakesperiana sull’eterna fragilità della bellezza e sul suo dolore senza fine.
Con la sua luce spietata Mario Carrieri fa emergere dai fiori l’incanto e il dramma che animano ogni creatura. Le opere di grande formato colpiscono dritte la sensibilità dell’osservatore, coinvolgendolo nel sentimento del pathos universale.
Mario Carrieri (Milano, 1932) è uno dei protagonisti della fotografia italiana, fin da quando nel 1959 pubblica Milano, Italia, un libro fotografico fondamentale, di cui si conservano alcuni scatti nelle collezioni del MOMA di New York e di altri musei internazionali, capace di innestare sull’eredità del neorealismo forti accenti di poesia esistenziale e di drammaticità visionaria. Negli anni a seguire si dedica a un’intensa attività nel campo della fotografia di opere d’arte, impegnandosi in progetti editoriali di grande rilievo, realizzando campagne fotografiche nei più importanti musei del mondo, dall’Europa all’America. Il suo uso peculiare della luce lo rende uno dei più sensibili interpreti fotografici della scultura, che indaga a più riprese nel corso degli anni Settanta in una serie di scatti che nel 1981 confluiscono in una mostra al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Parallelamente si dedica alle riprese di design e architettura, con un’operosità ininterrotta che lo porta a seguire ai quattro angoli del mondo il lavoro di molti dei più apprezzati architetti del nostro tempo, tra i quali si devono ricordare almeno i nomi di Renzo Piano, Michele De Lucchi, Aldo Rossi, Norman Foster, Richard Meier e Rem Koolhass.
MARIO CARRIERI. AMATA BELLEZZA, fiori e visioni
15 settembre- 4 novembre 2018
A cura di Maria Angela Previtera
Villa Carlotta
Via Regina 2 – 22016 TREMEZZINA (CO)
ORARI
Dal 15 al 30 settembre 09.00 – 19.30 (ultimo biglietto ore 18.30 – chiusura museo ore 19.00)
Dal 01 al 28 ottobre 09.30 – 18.30 (ultimo biglietto ore 17.00 – chiusura museo ore 17.30)
Dal 29 ottobre al 4 novembre 10.00 – 17.00 (ultimo biglietto ore 16.00 – chiusura museo ore 16.30)
PREZZI
Adulto € 10,00
Over 65 € 8,00 (con carta di identità)
Studente € 5,00 (da 6 a 26 anni con tesserino scolastico/universitario)
Bambini (da 0 a 5 anni) Ingresso gratuito
Famiglia (2 adulti + bambini da 6 a 18 anni): € 20,00
Comitive oltre 20 persone € 8,00
Scolaresche oltre 20 persone € 4,00
Villa Carlotta Museo e Giardino Botanico a Tremezzina (CO) aderiscono alla Rete degli Orti Botanici della Lombardia, associazione non profit, che opera per favorire e promuovere le azioni degli Orti botanici aderenti. Ne fanno parte anche l’Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”; il Giardino Botanico Alpino “Rezia” di Bormio; gli Orti Botanici milanesi di Brera e Città Studi; l’Orto Botanico di Pavia; il Giardino Botanico “G.E Ghirardi” di Toscolano Maderno (BS).La Rete, nata nel 2002 per valorizzare e mettere in comune le reciproche esperienze, e costituitasi in Associazione nel 2009, si occupa inoltre della tutela, della conoscenza, della promozione e della valorizzazione del patrimonio culturale vegetale degli Orti Botanici, con particolare attenzione alla conservazione delle piante, alla divulgazione scientifica e alle attività educative.www.reteortibotanicilombardia.it
La tinteggiatura delle pareti di una casa, di un appartamento o di una villa è un intervento da effettuare periodicamente per mantenere il bell’aspetto dell’abitazione, sia all’interno che all’esterno. È importante scegliere il momento più adatto per effettuare quest’opera e capire ogni quanto dare una ‘rinfrescata’ dopo l’intervento originario.
La tinteggiatura interna e quella esterna hanno logiche organizzative molto differenti, ma che, paradossalmente, si sovrappongono. Spieghiamoci meglio.
La tinteggiatura interna causa inevitabilmente disagio agli occupanti dell’abitazione, impedendo l’accesso alle stanze in cui si stanno effettuando i lavori, richiedendo spostamento e copertura dei mobili e in generale limitando la libertà in casa propria. La celerità nell’esecuzione dell’intervento, senza ovviamente sacrificare la qualità e la cura al dettaglio, è fondamentale.
Per contro, i disagi per gli abitanti di un edificio sono più limitati nel caso della tinteggiatura esterna, ma in quel caso bisogna far fronte alle condizioni climatiche avverse che possono ostacolare l’esecuzione dell’intervento o comunque rallentarlo, imponendo pause forzate ed un conseguente protrarsi dei lavori e dell’ingabbiamento causato dalle impalcature.
La soluzione per entrambe queste situazioni è effettuare i lavori di tinteggiatura durante la bella stagione, indicativamente da maggio a settembre a seconda della tendenza alle precipitazioni dell’anno.
Se per la tinteggiatura esterna è facile capire i benefici del bel tempo, per quella interna il vantaggio è la possibilità di poter tenere le finestre aperte senza preoccupazioni, facendo girare l’aria e sfruttando il tepore naturale per velocizzare il processo di asciugatura; combinando questo fattore ad una pianificazione strategica dell’ordine con cui dipingere le differenti stanze, è possibile ridurre al minimo i disagi ed i tempi dell’intervento di tinteggiatura interna.
Sulla frequenza con cui effettuare un nuovo intervento di tinteggiatura, interni ed esterni hanno cicli di vita differenti.
Gli esterni, per quanto esposti ad un’ampia gamma di agenti d’usura come clima e inquinamento, possono durare fino a 25 anni, se il lavoro è stato fatto riservando una particolare attenzione alla qualità dei materiali ed alle loro proprietà.
Per gli interni, il quadro si fa più articolato, poiché l’usura varia da stanza a stanza: cucina e bagno soffrono maggiormente l’umidità ad esempio. Mediamente, una tinteggiatura interna ben effettuata rimane al picco della sua bellezza per un periodo che oscilla dai 4 ai 10 anni, a seconda delle abitudini degli abitanti.
Come fare bene un lavoro di tinteggiatura?
La scelta del materiale è fondamentale, valutando le proprietà delle vernici sulla base delle condizioni climatiche del luogo in cui si vive. In particolare, la traspirabilità è un fattore fondamentale per permettere all’umidità che si forma nella casa di essere dispersa all’esterno, senza bloccarsi tra le pareti e creare muffe, alghe o funghi. In parallelo, all’esterno è necessario scegliere una vernice idrorepellente per impedire ad acqua ed umidità di infiltrarsi verso l’interno.
Per la tinteggiatura interna è possibile scegliere tra diversi trattamenti e stili decorativi, come lo stucco veneziano.
Per la tinteggiatura esterna la resistenza sarà un fattore chiave: per risultati di pregio e durevoli, le pitture al quarzo sono quelle che riscuotono più successo.
Per maggiori informazioni sulla tinteggiatura, contattateci.
Piangere e sfogarsi: come affrontare la morte di un genitore
Piangi e sfogati, fai di tutto per sentirti al meglio, ma non dimenticare che la morte, nostro malgrado, richiede di seguire delle importanti pratiche burocratiche per le quali può aiutarci una agenzia di onoranze funebri di fiducia. A Messina le Onoranze Funebri Scavino sono accanto a te peraiutarti a superare la triste via della morte di un genitore.
Arrivati ad un certo punto della nostra vita sembra come se la maggior parte di noi si inizi a preparare di fronte alla possibilità della morte di un caro. Dopotutto, sappiamo da quando eravamo bambini che le persone invecchiano e muoiono. Questa è la via della natura. Eppure, non siamo mai veramente pronti a dire addio a persone che svolgono un ruolo così importante nelle nostre vite. I nostri genitori ci portano nel mondo, ci nutrono attraverso l’infanzia, ci guidano e ci sostengono mentre cresciamo, e forse rimangono i nostri principali consiglieri anche da adulti.
Quando muore un genitore il dolore ci assale improvvisamente e sembra quasi di ritrovarsi incapaci di fronte a qualunque cosa, anche a trovare il numero di una agenzia di onoranze funebri. A Messina, le Onoranze Funebri Scavino ti sono accanto per aiutarti a superare questo triste evento, anche dal lato burocratico.
Il dolore è tanto individuale quanto naturale, e il dolore che senti dipende da una serie di fattori. La tua relazione con i tuoi genitori influenza fortemente il dolore che provi, ma il tutto dipende anche da età, sesso, precedenti esperienze con la morte e credenze religiose. E dal tempo. Se un genitore muore all’improvviso, potresti soffrire più intensamente che se la morte arrivasse alla fine di una lunga malattia, alla fine di un tempo che ti permetta di prepararti per la perdita. Nessuno può dirti come o dovresti provare dolore.
Tutte reazioni molto comuni di fronte alla perdita di un caro, reazioni che potrebbero sfociare in uno shock incontrollabile, come quando un genitore è vittima di una malattia o di un incidente improvviso, che porta molti di noi a negare la morte. Lo shock iniziale Potrebbe tramutarsi poi in intorpidimento. Potresti sentire che nulla di ciò che sta succedendo è reale – come se stessi guardando un film. Questo non significa che ci sia qualcosa di sbagliato in te. Lo shock è il modo naturale di isolarti, di darti il tempo di accettare lentamente ciò che è successo.
Da oltre 50 anni, le Onoranze Funebri Scavino si occupano di tutte le pratiche burocratiche legate al triste evento della morte di un caro. Empatia e saper regalare sorrisi sinceri, queste le caratteristiche richieste a chiunque entri a far parte di questo staff che, conosciuto in tutta Messina e provincia, saprà come confortarti nel momento del bisogno.
Tra i principali servizi offerti dall’agenzia di onoranze funebri di Messina:
Allestimento di camere ardenti
Addobbi funebri e floreali
Cremazioni
Sigillatura delle casse funebri
Affidamento delle ceneri
Composizione delle salme
Lavori cimiteriali
Addobbi funebri e floreali
Affissione di avvisi di lutto
Ringraziamento
Partecipazione ed assistenza nel disbrigo di tutte le pratiche cimiteriali.
Per qualunque informazione, non esitare a contattare la Agenzia Funebre Scavino allo 090 59309.
La Grande Festa del Vino 2018
Giunta ormai alla undicesima edizione, la Grande Festa del Vino organizzata dall’enoteca Le Cantine dei Dogi e che si terrà il 22 e il 23 settembre, si propone quest’anno come un evento sul vino davvero straordinario. Tutti gli amanti della bevanda di Bacco infatti potranno degustare vini provenienti da tutte le regioni italiane e da altri 19 paesi del mondo. Saranno presenti 75 espositori e ci saranno oltre 5.500 bottiglie da stappare di oltre 300 etichette, tra le quali figurano alcune tra le più prestigiose del nostro paese e ai visitatori verrà data l’opportunità di conoscere molto più da vicino eccellenze non solo europee, ma anche degli altri continenti.
Le novità dell’edizione 2018
I fratelli Berna, titolari de La Cantina dei Dogi e organizzatori dell’evento, hanno in serbo alcune novità per l’edizione di quest’anno. Innanzitutto è cambiata la location, la manifestazione si terrà nella elegante Villa Patriarca di Mirano, splendida dimora settecentesca con i vini suddivisi secondo l’area di provenienza tra le scenografiche sale, il Camino, l’Acquario, la Cicchetteria e la Hall.
Una giornata dedicata al vino
Per partecipare all’evento non è necessaria la prenotazione e il biglietto d’ingresso, del costo di 30 euro può essere acquistato anche online a soli 24 euro. A tutti i partecipanti verrà consegnato un calice degustazione con tracolla portacalice, il catalogo dei vini e una penna per assegnare il voto a ogni etichetta cantina e stabilire i migliori.
E non solo vino
Durante la manifestazione sarà allestito un wine shop dove si potranno acquistare le bottiglie dei vini presentati, mentre nei giardini della villa un punto di ristoro, gestito dagli chef del ristorante Le Moeche, proporrà deliziosi piatti a base delle prelibatezze del territorio.
Con il termine” svezzamento” si intende un momento cruciale nella nutrizione del gatto: in questa fase, infatti, si verifica la transizione dal latte materno agli alimenti solidi.
Lo svezzamento del gattino ha inizio verso le quattro settimane di vita: fino a quel momento, il latte della mamma gli ha fornito tutti i nutrienti di cui il suo corpo necessita per sopravvivere e crescere. Il nuovo cibo, quindi, deve proseguire questa azione di supporto e contenere gli stessi valori nutrizionali.
Abituare il gattino al cibo solido non è difficile, ma richiede tanta pazienza e dolcezza: soprattutto all’inizio, il piccolo potrebbe non gradire il cambiamento e rifiutarsi di mangiare.
Il miglior sistema consiste nel fare in modo che si avvicini spontaneamente al cibo, riportandolo da mamma gatta se non dovesse accettarlo.
Per somministrare il nuovo pasto in modo graduale si può optare per un alimento umido o per delle crocchette ammorbidite con acqua o latte.
Giorno dopo giorno, si avrà cura di aumentare la quantità di cibo solido diminuendo progressivamente la parte di liquido o di umido.
E’ fondamentale scegliere una formula specifica per gattini in svezzamento: oltre ad includere, in quantità e qualità, tutte le sostanze nutritive di cui il cucciolo necessita, questi alimenti possiedono infatti una spiccata digeribilità, ideale per un intestino ancora molto delicato.
Terminato lo svezzamento – cosa che solitamente accade verso i tre mesi di vita – si può passare ad un formula mirata per gattini fino ai 12 mesi.
Si tratta di alimenti sempre molto nutrienti, volti a supportare lo sviluppo di ossa, muscoli, sistema nervoso, difese immunitarie, cuore, tessuto cutaneo e funzione visiva: si avvalgono quindi della massiccia presenza di alcuni principi nutritivi di base, come le vitamine A, C, D, E e del gruppo B, le proteine, gli antiossidanti, i carboidrati, i sali minerali (calcio, fosforo, ferro, potassio) e gli acidi grassi essenziali.
Dopo l’anno di età, il gatto diventa a tutti gli effetti un adulto: le sue esigenze nutrizionali, non più rivolte a sostenere il processo di crescita, svolgono ora una funzione di mantenimento e di prevenzione.
Proteine, carboidrati e sali minerali dovranno ancora essere presenti, ma in misura minore, in modo da fornire energia e supporto senza appesantire reni e la funzionalità urinaria.
Molto consistente, invece, dovrà essere l’apporto di tutti quei nutrienti che proteggono le cellule e il sistema immunitario, come le vitamine e gli antiossidanti. Indispensabile, dallo svezzamento all’età adulta, è il ruolo dei fermenti prebiotici, che non dovranno mai mancare nella dieta: queste particolari sostanze, infatti, migliorano la microflora intestinale promuovendo una digestione ottimale e aiutando il corpo ad assorbire meglio i nutrienti.
Se hai deciso di trascorrere le vacanze con il tuo amico a quattro zampe, entro i confini del territorio italiano ti servirà soltanto il libretto delle vaccinazioni aggiornato; se, invece, tu e il tuo peloso avete in programma un viaggio all’estero, dovrai aggiungere a questo documento anche il passaporto europeo specifico per animali da compagnia.
La procedura per l’ottenimento di questo passaporto per cani e gatti prevede innanzitutto due condizioni fondamentali:
– il tuo peloso deve aver effettuato la vaccinazione antirabbica;
– il tuo peloso deve essere munito di microchip.
L’inserimento del microchip, così come il vaccino contro la rabbia, viene eseguito da un veterinario regolarmente iscritto all’Ordine.
Affinché il passaporto possa essere rilasciato, dalla data della vaccinazione antirabbica devono essere trascorsi almeno 21 giorni e non più di 365.
Il passaporto europeo per gatti e cani deve essere richiesto alla ASL di competenza presentando un apposito modulo debitamente compilato a cui vanno allegati:
– il Certificato di vaccinazione antirabbica;
– il Certificato di iscrizione all’Anagrafe Canina (per i cani);
– la ricevuta di un versamento da eseguire con le modalità stabilite dalla stessa ASL di zona;
– il codice fiscale e il documento di identità valido del proprietario.
Contestualmente alla presentazione dei documenti è necessario portare con sé il proprio cane o il proprio gatto (previo appuntamento) per la lettura del microchip.
Il passaporto europeo per gli animali da compagnia è composto da varie sezioni che riportano sia i dati del proprietario che quelli dell’animale.
In copertina compare il riferimento del paese di appartenenza; in calce e in tutte le altre pagine viene riportato il codice identificativo del microchip.
Nelle pagine successive si trovano nome, cognome e indirizzo del proprietario, la descrizione dell’animale completa di foto, il numero del microchip con la data dell’impianto e la localizzazione, i dati della vaccinazione antirabbica (data di somministrazione, lotto, data di scadenza), i risultati del test degli anticorpi contro il virus della rabbia, gli eventuali trattamenti contro alcune forme di parassitosi (come le zecche e la tenia, obbligatori per chi si reca, ad esempio, nel Regno Unito).
Il passaporto prevede anche alcuni spazi da compilare in caso di viaggi in paesi extra UE, come quello dedicato al certificato di buona salute e quello in merito alla legalizzazione: per qualsiasi informazione o chiarimento a riguardo è sempre utile consultare i siti dei paesi di interesse.
In qualsiasi contesto, la pulizia del pavimento è fondamentale per creare nell’ambiente le migliori condizioni di salubrità e comfort: in questa parte dell’immobile, infatti, si concentra la maggior quantità di sporcizia e di germi.
Allo stesso tempo, la pavimentazione riveste un ruolo essenziale sia dal punto di vista funzionale, sia sotto il profilo squisitamente estetico.
La sua manutenzione, quindi, deve mirare principalmente a due obiettivi: rimuovere lo sporco e preservarne l’integrità.
Con le metodiche di intervento più adeguate è possibile soddisfare entrambi i requisiti, ottenendo risultati impeccabili in termini di pulizia e di protezione.
Per poter scegliere il trattamento appropriato, in tal senso, è necessario conoscere in modo approfondito le caratteristiche di ogni pavimentazione.
Oggi, infatti, esiste un’ampia varietà di superfici composte da materiali molto diversi fra loro. E un diverso materiale comporta, a sua volta, un modo differente di reagire ai trattamenti di pulizia.
Alcuni dei sistemi più efficaci nella rimozione dello sporco, infatti, possono essere applicati su alcuni tipi di pavimento senza produrre danni e risultare, allo stesso tempo, fortemente corrosivi su altri materiali: è il caso del lavaggio con detergenti acidi, estremamente dannoso sul marmo ma ideale sulle superfici compatte come il gres e il cemento.
Non sempre, inoltre, l’aspetto va di pari passo con il tipo di manutenzione. Un pavimento in gomma, PVC o linoleum, infatti, richiede cure molto più specifiche e delicate rispetto ad una superficie in ceramica, dall’estetica sicuramente più raffinata.
Molto elaborate, infine, sono le metodologie rivolte alla pulizia della moquette: come tutti i tessili, infatti, questo tipo di rivestimento è particolarmente soggetto a deterioramento.
Necessita quindi di tecniche mirate (uso di detergenti in schiuma, macchinari per l’aspirazione e il lavaggio) in grado di rimuovere polvere, sporco, germi e macchie senza causare danni al tessuto.
Altro pavimento che richiede un alto grado di specificità è il parquet in legno. Com’è noto, le pavimentazioni in legno temono il contatto prolungato con l’acqua e i detergenti generici: la loro manutenzione ordinaria, quindi, può essere effettuata solo con frange inumidite e ben strizzate, mentre gli interventi straordinari (come l’inceratura e la vetrificazione) mirano a nutrire, proteggere e lucidare il legno, aumentandone sensibilmente la resistenza all’usura.
Tanti i temi del ricco calendario di convegni: dall’ E-Mobility Report 2018 alle stazioni di ricarica nei condomini, dal ruolo del fotovoltaico nella mobilità elettrica al ruolo dei mobility manager per finire con le Super ed Hypercar del presente e del futuro.
Milano – 25 luglio 2018 – Un nutrito programma di convegni andrà a valorizzare la prima edizione di THAT’S MOBILITY, il nuovo evento dedicato alla mobilità sostenibile, organizzato da Reed Exhibitions Italia, in partnership con l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, in calendario dal 25 al 26 settembre 2018 presso il MICO, Centro Congressi di Fiera Milano.
La prima edizione di THAT’S MOBILITY offrirà quindi, accanto ad un’area espositiva, ad oggi, di 23 aziende partner, un ricco calendario di convegni su alcuni dei temi di maggior attualità del settore. Un focus speciale sarà dedicato al mercato della mobilità elettrica, alle sue potenzialità di sviluppo e al futuro del comparto, grazie alla partnership con l’Energy&Strategy Group che presenterà, per l’occasione, nel pomeriggio di martedì 25 settembre, i dati aggiornati dell’E-Mobility Report 2018, una fotografia del nostro paese, i numeri, il benchmark internazionale e i trend futuri. I dati dello studio saranno poi al centro di due tavole rotonde, entrambe il 26 settembre: la prima su Il business model elettrico: a che punto siamo?, la seconda su E-Mobility 2.0: dal V2X alle altre forme di trasporto.
Tanti gli argomenti al centro del calendario di incontri della seconda giornata del 26 settembre 2018, da Mobilità elettrica e qualità dell’aria – Mobilitaria: il rapporto del CNR-IIA e Kyoto Club sull’andamento della qualità dell’aria e della mobilità urbana nel decennio 2006 – 2016 nelle principali 14 città italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Un’occasione di riflessione e confronto con il mondo delle istituzioni locali e l’industria per offrire un quadro univoco sullo stato delle politiche più incisive per una mobilità più sostenibile nelle nostre città.
I lavori proseguiranno con PV e Mobilità Elettrica: un binomio vincente? a cura di Solare B2B, che offrirà un aggiornamento sulle tecnologie più avanzate realizzate dalle aziende dei settori efficienza energetica, rinnovabili e fotovoltaico che si rivolgono al mondo dell’e-mobility: colonnine di ricarica, sistemi storage, pensiline fotovoltaiche, accumuli per la ricarica veloce, infrastrutture tecnologiche, dispositivi per l’ottimizzazione dei flussi di energia.
Un focus speciale sarà dedicato a Stazioni di ricarica per veicoli elettrici in condominio: criticità e opportunità, a cura di ANACI LECCO, per approfondire uno dei temi caldi per la diffusione della mobilità elettrica nel nostro paese, dove il 75% della popolazione italiana abita in condominio. Le nuove normative europee, che prevedono la predisposizione di punti di ricarica per gli edifici residenziali di nuova costruzione e nelle grandi ristrutturazioni con almeno 10 unità abitative, e l’obbligo dal 1° gennaio 2018 per i nuovi edifici di predisporre infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli saranno il punto di partenza per raggiungere sul territorio un numero adeguato di punti di ricarica accessibili al pubblico entro il 31 dicembre 2020.
A THAT’S MOBILITY si parlerà anche di Super ed Hypercar: presente e futuro elettrico, a cura di eV-Now!. Un’occasione unica per avere un quadro su questo settore emergente, da un’analisi dei modelli presenti sul mercato alla ricerca e ingegneria necessarie, dal ruolo che i piccoli costruttori hanno nei confronti dei BIG, alla filiera dei fornitori e il ruolo delle aziende italiane, dalla formula E con la sua ricaduta tecnologica alla ricarica UltraRapida e alla potenza della rete italiana.
E ancora, la Mobilità elettrica nella PA, con la presentazione del primo decalogo per i mobility manager, una delle figure previste dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 27/03/1998 per gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti, ubicate nei Comuni delle zone a rischio di inquinamento atmosferico, che prevede l’adozione del Piano degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) del proprio personale dipendente, e da una successiva norma del 2015, che ha esteso l’obbligo anche agli istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Concluderà i lavori la presentazione dei risultati della ricerca Presa… in pieno! Gli italiani alle “prese” con le colonnine di ricarica, un’indagine a campione che Nuova Energia, il bimestrale dello sviluppo sostenibile, ha condotto da luglio su tutto il territorio nazionale. L’indagine intende offrire la percezione degli italiani riguardo l’auto elettrica, quanto considerano friendly le colonnine di ricarica, quali fake news si sono già radicate sul tema.
THAT’S MOBILITY sarà quindi un palcoscenico privilegiato di incontro e dibattito fra Pubblica Amministrazione, investitori privati, multi-utility attive nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica, player dell’automotive e tutto il complesso comparto di piccole e grandi realtà innovative che giocano un ruolo importante nella trasformazione del modo di concepire la mobilità necessario per disegnare il futuro di città moderne e tecnologicamente avanzate.
THAT’S MOBILITY – è una Conference&Exhibition di proprietà di Reed Exhibitions, il leader mondiale nell’organizzazione di fiere e congressi che gestisce oltre 500 eventi in 30 Paesi che hanno registrato più di 7 milioni di partecipanti nel 2017. Reed Exhibitions conta 38 sedi in tutto il mondo a disposizione di 43 settori industriali. Reed Exhibitions fa parte di RELX Group plc, leader mondiale nella fornitura di soluzioni e servizi per clienti professionali in numerosi comparti di business.
Il duo italo-tedesco di producer subisce una svolta stilistica virando da una trap di matrice agrodolce alla solarità di una hit estiva.
«Il singolo Un altro caffè nasce da una forte voglia di cambiare qualcosa nel nostro cammino di produttori musicali, i nostri pezzi hanno sempre una vena malinconica/triste e comunque a base hip hop – Trap. nel caso di Un Altro Caffè abbiamo voluto gestire la musica con un ritmo più “aperto e ballabile” come il Reggaeton, ma avendo uno stile “più commerciale ” e meno di nicchia rispetto a quello che siamo abituati a fare; dopo un inverno passato con il nostro primo disco “PANDORA” ricco di featuring rap-trap al quale abbiamo dedicato tante forze ed energie, la voglia di mare, di stare all’area aperta, la spiaggia, l’ estate era tanta, e per questo abbiamo deciso di cambiare contenuti e arrangiamenti, ma non rinunciando a quella piccola vena malinconica che ci contraddistingue. Per questo la feat. con Entics, che abbiamo sempre ritenuto un ottimo artista». Rubik Beats
La stesura del testo è stata affidata a Cristiano Zuncheddu (Entics), Gabriele D’Asaro, Federico Ganzaroli.
ETICHETTA: RUBIK BEATS
RADIO DATE: 22 MAGGIO 2018
BIO
I Rubik Beats sono un duo di producers e beatmaker che si dividono tra l’Italia e la Germania composto da Angelo Cascione (Cash One) di DUSSELDORF e Francesco Maiorino (FM) di ROMA, entrambi originari del sud Italia. Dei due FM è il musicista (composer), che scrive le parti musicali; mentre Cash One compone la costruzione ritmica, l’arrangiamento, il missaggio e il mastering.
Molte piccole aziende si concentrano sulla vendita su negozi fisici indirettamente, vendendo al dettaglio a grossisti i quali poi vendono ai negozi che vendono ai consumatori, ma, al giorno d’oggi, questo dispendioso processo, sia in termini di tempo che risorse può essere bypassato grazie alle nuove tecnologie. Aprire un sito di e-commerce non è mai stato tanto facile quanto lo è oggi, con agenzie e freelancer che fanno esattamente questo, ma creare un sito non è tutto, bisogna che sia raggiungibile.
Questo cosa significa? Se qualcuno cerca il vostro prodotto su Google, per esempio, il vostro sito dovrebbe essere indicizzato, ovvero apparire tra i risultati, rientrare nel database di Google. L’operazione di indicizzare il sito non è fatta in automatico, il vostro sito deve rispettare certe caratteristiche e fare le cose in un certo modo. Dopo avere indicizzato il vostro sito, però, dovrete anche posizionarlo, che vuol dire portarlo in alto nei risultati dei motori di ricerca, questo genererà più traffico e vi aiuterà ad aumentare le vostre vendite. Il processo di indicizzazione e posizionamento però richiede una conoscenza abbastanza estensiva degli algorismi che governano il tutto, creati e gestiti dai vari motori di ricerca, e per questo, se si vuole un indicizzazione efficiente ed efficace, è saggio contattare delle agenzie dedicate. Alcune di queste agenzie potranno anche creare e gestire il vostro sito, oltre che aiutarvi ad indicizzarlo e a posizionarlo.
Le Operazioni per Indicizzare il Vostro Sito
Perché un sito venga indicizzato deve essere ritenuto autorevole dai motori di ricerca, questo significa che devono considerare il vostro sito si qualità, che, idealmente, secondo gli algoritmi, è indicato principalmente da link in siti web terzi. Perché questo? Gli algoritmi dei principali motori di ricerca, se vedono un link in un sito terzo, pensano che qualcuno abbia inserito un link perché ha visitato il nostro sito ed ha visto che i contenuti che produciamo sono di qualità e quindi ha voluto condividerli con altri tramite il suo sito. Questa attività può però può essere fatta da persone specializzate, che creano link in siti esterni per conto di altri siti, in modo così da costruirne la reputazione.
Come Viene Posizionato il Vostro Sito
Dopo l’indicizzazione, come indicato prima, viene il posizionamento. Questa attività è simile all’indicizzazione, ma richiede una maggior costanza, varietà e qualitò. Cosa vuol dire questo? Dove si vanno ad inserire i link dovrebbero essere siti anch’essi di qualità, possibilmente frequentati e a loro volta autorevoli, e possibilmente dovrebbero trattare dell’argomento di cui tratta il sito che si vuole andare a posizionare. Questo darà un ulteriore vantaggio al nostro sito agli occhi dell’algoritmo. Come potrete capire, per eseguire queste operazioni in modo efficace, mirato e che porti a risultati è necessario avere una grande conoscenza di queste pratiche, arrivando quindi ad avere risultati concreti in tempi accettabili.
In questa realtà sempre più competitiva è quindi necessario affidarsi ad esperti per riuscire a raggiungere il massimo potenziale, che molto probabilmente non sapete o non vi rendete nemmeno conto di avere.
La stampa digitale è una tecnica di stampa che grazie all’utilizzo di inchiostri UV, solvente ed eco-solvente, garantisce una stampa di altissima qualità caratterizzata da colori vividi e brillanti. Viene effettuata su supporti rigidi, flessibili, in bobina, di grande formato.
La stampa digitale unisce alta qualità di stampa, volumi ragionevoli e costi accessibili. È ideale per le piccole tirature in cui la flessibilità, competenza ed esperienza fanno la differenza per ottenere il perfetto equilibrio tra ciò che è necessario, il tempo richiesto ed il valore.
Negli ultimi anni, la stampa digitale è entrata in concorrenza con i tradizionali procedimenti di stampa (come la stampa offset) per la produzione di stampati in tirature sempre più elevate, offrendo un prodotto di qualità eccellente.
Secondo uno studio presentato al Drupa di Düsseldorf e compiuto dal Rochester Institute of Technology, già al momento attuale più della metà di tutti i lavori a stampa hanno una tiratura inferiore alle 2.000 copie e stiamo assistendo ad un cambiamento epocale pari a quello che negli anni ’50 avvenne con la rilievografia (i vecchi piombi), sostituita dalla stampa offset. Secondo lo stesso studio vi sarà sempre più la tendenza a passare dalla stampa offset alla stampa digitale.
La stampa digitale permette di ottenere uno stampato finito con diversi vantaggi:
• È una stampa di alta qualità e definizione.
• Ha un processo di lavoro più veloce della stampa offset e si presta a consegne in tempi più rapidi.
• Non ha costi di avviamento per cui è possibile stampare anche pochi esemplari a prezzi contenuti.
• Gli inchiostri dei colori per digitale sono spesso più lucidi e brillanti di quelli per offset.
• È possibile la stampa del dato variabile, cioè diversi da una copia all’altra.
Migliorando la tecnologia, la velocità e i tempi di stampa, la stampa digitale ha portato ad un abbattimento del costo-copia di un documento anche a basse tirature. In quanto la stampa tradizionale risulta conveniente solo nelle applicazioni in cui il tempo per la realizzazione del documento non è un fattore primario.
SwS Smart Stand Solutions è leader di mercato nella stampa digitale e nella produzione di espositori portatili per mostre ed eventi. Con oltre 15 anni di esperienza nella produzione di soluzioni di stampa digitale ed espositori portatili, il nostro personale con esperienza può aiutarti a identificare la migliore soluzione per le tue esigenze di marketing.
Dalla pubblicità alla vita reale: i Bulldog Francesi, con oltre 2.000 esemplari censiti dall’Enci, sono ormai ovunque. Protagonisti dello spot dei climatizzatori Hitachi, sono i nostri amici fidati anche nella vita di ogni giorno, estate e vacanze comprese. Questi cani brachicefali sono molto sensibili al caldo e respirano con fatica. Per questo è particolarmente importante proteggerli dalle alte temperature.
Il Bulldog Francese è tra i cani più trendy del momento, ma sceglierlo significa amarlo e conoscerlo, prendendosene cura in ogni momento dell’anno.
Mascia Sinatti, allevatrice e presidente del CBFI, il Club Bouledogue Francese Italia, ci fornisce alcune preziose indicazioni per un’estate all’insegna del benessere dei nostri “Bulli” – “Il Bulldog è un cane brachicefalo, dunque soffre non solo il caldo ma anche l’umidità. Per questo è consigliabile portarlo in montagna anziché al mare ed è altamente raccomandato prevedere una lunga passeggiata al mattino verso le 6, quando la qualità dell’aria è migliore.” E aggiunge: “è meglio invece tenere in casa il Bulldog durante il giorno e di sera con l’aria condizionata accesa. Questi cani che adorano il caldo secco, si godono il sole in primavera e autunno ma in estate hanno bisogno di molto riposo e vanno adeguatamente protetti negli spostamenti in auto con tappetini e giubbotti refrigeranti”.
È fondamentale dunque, tenere sempre sotto controllo le temperature. Quando superano i 25° C il rischio di andare incontro a un colpo di calore è maggiore, specie se il caldo è accompagnato da umidità elevata. In queste situazioni, è fondamentale inumidire spesso il pelo del cane, avere sempre a disposizione bottigliette di acqua e ghiaccio secco se si viaggia in auto a lungo e preferire per le soste i luoghi più freschi.
Dopo la pausa estiva, l’appuntamento per gli appassionati dei Bulldog Francesi è con la tradizionale esposizione cinofila amatoriale organizzata dal CBFI: il BouleMeeting, decima edizione quest’anno in programma a Parma, il prossimo 16 settembre.
E per prendersi cura di tutti i Bulldog Francesi ecco il Cbfi Boule Rescue che si occupa di adozioni aiutando gli esemplari in difficoltà che, abbandonati, maltrattati o rimasti soli, hanno bisogno di cure, amore e di una nuova famiglia. Non c’è niente di più bello che poter essere vicini a questi amabili bulletti!
Se avverti dei dolori al polso, così come dei leggeri fastidi che si presentano più volte nel corso della giornata, è bene recarsi presso lo studio di uno specialista che possa controllare l’effettiva presenza di una patologia, e indicare il trattamento più adeguato a risolverla. È molto importante diagnosticare il prima possibile un eventuale problema al polso perché ciò consente di evitare il peggioramento o la cronicizzazione della patologia, anche nell’ottica di garantirsi un recupero più veloce. Questa importantissima articolazione del nostro corpo è costituita da diverse piccole ossa, nonché tendini e legamenti che ne regolano il corretto funzionamento e la capacità della mano di fare presa. Un problema che interessi anche una soltanto delle strutture che costituiscono il polso, è in grado di causare dolore nonché limitare la libertà di movimento dell’arto. Oggi per fortuna esistono diverse tecniche chirurgiche sempre più efficaci e meno invasive, che consentono di risolvere ogni tipo di problematica con tempi di recupero che sono sempre più brevi, in special modo se si segue una terapia riabilitativa efficace.
Proprio dalle capacità del terapista, e dalla sua esperienza nel settore, dipende buona parte della velocità di recupero del paziente: un terapista professionista sarà in grado di mettere a punto una terapia riabilitativa commisurata in base alla specifica situazione del paziente, anche sulla base delle indicazioni del chirurgo. Ecco il motivo per il quale è bene non sottovalutare la presenza di eventuali dolori al polso, soprattutto a seguito di traumi o sforzi eccessivi, in presenza dei quali le quotidiani azioni che siamo abituati a compiere possono diventare via via più difficili da gestire e dolorose. Su lachirurgiadelpolso.it puoi trovare tantissime informazioni al riguardo, e tutto ciò che ti è necessario per accedere alle cure di cui hai bisogno per risolvere il problema al polso che avverti al momento.
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Un progetto R&B dove le influenze Neo Soul, Future Groove e Trap si intrecciano simbioticamente per un risultato che si inserisce a perfezione nell’attualità contemporanea musicale.
L’idea primitiva del progetto discografico, uscito il 27 aprile 2018, nasce nell’agosto 2017 con Uponcue e Angapp Music.
«Erano tanti i brani che avevo scritto ma che, purtroppo, avevo accantonato nel cassetto sperando che un giorno, venissero considerati in maniera seria da qualcuno che avesse le mie stesse vedute. Non mi andava di sprecare alcuni concetti che mi sembravano validi in produzioni caserecce pronte a schernire l’atmosfera che i brani avevano creato in me ma è stata inaspettata e carica di genuinità la chiamata che gli Uponcue mi hanno fatto, proponendomi di vederci e giocare un po’ con il materiale a nostra disposizione dopo avermi seguito per un bel po’ nella scena locale. La sintonia dal punto di vista umano, di attualità, ricercatezza e collaborazione è stata immediata. La capacità creativa degli Uponcue viaggia a vele spiegate. Per questo EP abbiamo utilizzato elementi musicali comuni a brani attuali distorcendoli in modo da renderli autentici; d’altronde questa è una grande particolarità di Uponcue. Tutti i pezzi del puzzle si univano ed avevano una bella resa in una velocità pazzesca e così, si è aperto un mondo composto da generi musicali sperimentali e non tra cui Neo Soul, Future Groove e Trap (in parte). Dopo aver prodotto alcuni brani con l’estetica musicale e l’intento che ci rappresentava maggiormente, abbiamo deciso di raccoglierli in un EP dando il nome di “FAR”. “FAR” è scritto volutamente in maiuscolo». Kaput Blue
«Il modo in cui ho sempre concepito la musica, da come si può evincere dai contenuti dei brani, è sempre stato legato ad un concetto di sperimentazione, fatta di tanto credo nelle collaborazioni vere e senza limiti sonori; se fatto per bene, tutto sfocia nella genuina professionalità e ricchezza di contenuti. Non mi ispiro quasi mai a brani già esistenti per evitare di cadere in dinamiche musicali già troppo conosciute e ignorabili dai nuovi ascoltatori ma cerco invece, di creare un leggero strato di “ascoltabilità pop” dei miei brani da parte di tutte le generazioni. E’ difficile per me immaginarmi e collocarmi in una cerchia ben precisa di musica e genere attuale ma credo che artisti come The Weeknd, Drake, Future, Chris Brown, Bruno Mars, Zayn siano un buon riferimento. Credo fermamente nel potenziale dei social media usati con criterio, calcolando ogni minimo passettino e mettendomi sempre nei panni di un utente medio in cerca di distrazioni e magari gioco dalla stessa piattaforma. Amante della “musica libera” supporto pienamente le piattaforme di streaming digitale attuali; sono vetrine per tutti noi artisti indipendenti, uno spazietto nell’immenso web dedicato interamente a ciò che è nostro nel profondo e che dobbiamo difendere coi denti. Fin da piccolo, son cresciuto ascoltando i pilastri dell’Rnb/Pop quali Stevie Wonder, Mariah Carey, Whitney Houston, Berry White, Michael Jackson. E’ colpa loro se nel mio cervello scrittura musicale è uguale a lingua inglese. La passione per la lingua è innata e poi è diventata così insita in me da caratterizzare anche il mio lato più sud-italiano. Dico “caratterizzare” per far capire che amo l’Italia in ogni sua sfaccettatura ma ciò che penso musicalmente, lo scrivo in inglese». Kaput Blue
TRACK BY TRACK
“FAR è il primo brano della tracklist e dà il nome all’EP. E’ un pezzo di genere Neo Soul con influenze Trap la cui musica è di Uponcue. Il perno centrale è il fatto di portar “lontano” qualcuno, lontano da ogni tipo di preconcetto e di gabbia, lontano da ogni tipo di luogo non adatto alla vera sopravvivenza, lontano dal superfluo. Ognuno ha il diritto, il dovere e magari l’obbligo di vivere la vita a modo proprio, essendo profondamente se stessi, senza permettersi di perder tempo a causa di concetti infelici”.
“Booty Call è un brano di genere Future Groove con influenze Trap, molto carico ed estivo la cui musica è di Uponcue. È anche il primo singolo estratto. La tematica è molto attuale, racconta di relazioni filtrate. Il protagonista è un ragazzo, additato dalla cerchia sociale più vicina a lui come il solito prototipo da botta e via (trad. booty call), superficiale e senza alcuna capacità nel creare stabilità e serietà in una relazione. Si convince d’esser davvero così fin quando, osservando risposte e comportamenti di una persona a cui è interessato, si innamora seriamente. Ed è ora che comprende il funzionamento del muro che blocca l’approfondimento e la scoperta del vero amore oggi: l’utilizzo di mezzi tecnologici che dissolvono il feeling, la vicinanza ed il calore vero di due amanti tramite l’utilizzo spicciolo di foto e chiamate “hot”.
“No Judgment è il primissimo brano scritto per questo EP composto musicalmente da Uponcue. Racconta di una persona intenta inizialmente a capire le dinamiche del suo “funzionamento”. Perché è diversa rispetto alle altre? Perché è costretta a seguire delle direzioni ben precise nella sua vita? Semplicemente scopre che, come tanti, reprime il suo vero essere all’interno e lascia che il contesto decida per lei. Si rende conto però, che nel momento in cui incontra altre persone diverse da lei, è la più comprensiva e quella che “vede sempre la luce che permette di vivere”, vede sempre il lato positivo senza soffermarsi dapprima ad un ignorante giudizio. Si evolve in un vero e proprio inno spinto per combattere e ballare sulle differenze sociali quali colore della pelle, religione, gusti, orientamento sessuale fino a trovare il suo vero essere ed il suo autentico equilibrio che permette di vivere davvero”.
“You Say è stato scritto ed incluso nel disco per ultimo ed è di genere Pop (con sfumature Neo Soul) sempre con il supporto artistico di Uponcue. È una ballad triste che ha come punto focale il blocco “friendzone” che tutti, almeno una volta, hanno vissuto. Descrive esattamente il passaggio tra la fase di profondo legame e quella di primo stacco. Il protagonista del brano maledice la stessa canzone, non avrebbe mai dovuto star lì a scriverla, avrebbe dovuto prevedere la situazione in anticipo. E’ una preghiera che il protagonista rivolge all’amata/o chiedendole/gli di non indurlo a tentare ancora un qualcosa in particolare tra loro. L’altra parte, non curante, continua i giochi e lo lascia in una situazione di malessere”.
ETICHETTA: Angapp Music
Pubblicazione album: 27 aprile 2018
BIO
Antonio Caputo è nato nel 1994 con una passione innata per la musica e la completa libertà d’espressione. Comincia a suonare il piano e scrive la sua prima canzone a 4 anni. Nel 2008 familiarizza con il palco ed il pubblico grazie a diverse esperienze di viaggio che lo portano ad annullare i limiti ed i preconcetti ‘standard’ dati dalla società. Dopo diverse performance in Italia ed alcune approvazioni, decide di unire tutte le sue idee in un solo concept che dà vita a “Kaput Blue”. “Kaput” in Tedesco ‘rompere’ e dare un significato completamente nuovo a “Blue”, in cui ognuno può rivedersi dando la propria personale interpretazione al termine stesso.
La sua musica è piena di influenze Rnb e Pop e le sue parole hanno amore senza freni ed amore per le differenze. Il 14 Marzo esce “LIU”, il primo brano scritto e cantato sotto nome Kaput Blue per Uponcue.
In Italia, entro il 2022, mancheranno all’appello 11mila medici nella sanità pubblica. Tra cinque anni saranno 45 mila. Tra dieci anni 80 mila. L’SOS lanciato dalle diverse associazioni di categoria italiane preannuncia una vera e propria emorragia di medici con una classe di professionisti, che al momento è tra le più anziane d’Europa. Un problema quello della mancanza di medici dovuto anche ad un sistema delle scuole di specializzazione in medicina che non riuscirà a garantire un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro, e che oggi vede gli aspiranti medici correre ai ripari puntando agli atenei internazionali.
Già nel 2021, si diplomeranno infatti i primi 50 medici preparati all’Università di Josef Safarik di Kosice in Slovacchia, centro di eccellenza internazionale dove hanno studiato brillanti candidati italiani grazie al metodo Medicor Tutor.
Secondo gli ultimi dati Unesco sono quasi 57 mila gli studenti italiani iscritti in atenei stranieri, con un balzo importante negli ultimi anni. Del resto, almeno 60 mila studenti ogni anno provano ad accedere alle facoltà di medicina italiane, ma appena il 10% viene accettato. Così, circa un migliaio all’anno decide di guardare oltre confine affiancati da esperti.
Un percorso, quello di Medicor Tutor, che garantisce ai futuri medici italiani una prospettiva internazionale e che li affianca nella fase di preparazione dei test di ingresso e durante tutto il successivo percorso universitario. Nel 2021 i medici laureatisi nelle più prestigiose università al mondo potranno tornare a operare in Italia contando su un titolo di studio equivalente, su una formazione internazionale, sia pratica che teorica, e su un’eccellente conoscenza della lingua inglese.
Nata nel 2010, la società ha seguito solo lo scorso anno oltre 100 studenti italiani con altissime percentuali di ammissione nelle migliori università europee, tra cui la Charles University di Praga, l’università di Albert Einstein, e la Masaryk University di Brno. La prima, secondo Top Universities, è tra le migliori 200 università al mondo e tra le top 30 in Europa. La seconda, è al 165° posto nel ranking europeo e trale 500 migliori Università nel mondo. Si tratta di atenei in cui l’accesso è difficilissimo e che richiedono alti standard di preparazione. Per far fronte a questa selezione il metodo Medicor Tutor prevede corsi differenziati a seconda delle richieste delle singole università e oltre il 90% degli studenti italiani sono stati ammessi nelle prestigiose università ceche. In particolare, su circa 50 studenti italiani ammessi alle due università, 42 sono affiancati da Medicor Tutor. Ma per gli aspiranti medici che scelgono la strada dell’Università all’estero, ci sono anche altre mete ambite come: l’Universidad Europea di Madrid, l’Universidad Europea di Valencia, l’European University Cyprus a Nicosia e la Università Pavol Josef Safarik di Kosice in Slovacchia dove nel 2021 si laureeranno i primi medici preparati da Medicor Tutor.
Il centro potenzierà la ricerca e lo sviluppo nel campo dell’automazione dei processi, dell’internet delle cose e delle interfacce uomo-macchina.
Ricerca e sviluppo di soluzioni innovative nel campo dell’automazione. Dalla sinergia tra Università degli Studi di Bergamo e il GruppoSMI, azienda di San Giovanni Bianco, tra i maggiori costruttori di impianti di imbottigliamento e macchine di imballaggio al mondo, nasce il laboratorio dell’innovazione SMILAB con sede nel Point di Dalmine, in provincia di Bergamo.
Un luogo per la messa a punto di progetti utili a valorizzare le capacità degli studenti universitari dell’ateneo bergamasco e rispondere all’esigenza dell’impresa, focalizzato per i prossimi 3 anni su progetti di ricerca e sviluppo del Gruppo SMI e, in particolare, di SMITEC, presso i laboratori del Point di Dalmine, il Polo per l’Innovazione Tecnologica gestito dall’Azienda speciale della Camera di Commercio (Bergamo Sviluppo), dove quattro ricercatori lavoreranno sui progetti di SMI.
Un innovativo progetto di collaborazione tra Ateneo e impresa che pone le basi per ulteriori attività congiunte, dalla formazione continua alla partecipazione a bandi di finanziamento.
Tra le attività al centro della collaborazione: lo sviluppo di un software diautomazione per le macchine di SMI che sia in grado di sfruttare le potenzialità dei paradigmi Internet-of-Things (la rete delle apparecchiature e dei dispositivi, diversi dai computer, connessi a Internet), nuove soluzioni per la manutenzione predittiva (dall’identificazione dei sensori allo sviluppo di algoritmi dedicati) e per la risoluzione di problemi di produzione fino ad arrivare all’implementazione di nuove interfacce uomo-macchina per l’operatore in ottica di maggior usabilità. È prevista in futuro l’attivazione di nuove aree di ricerca sui temi della lean production e della progettazione di soluzioni integrate prodotto-servizio.
«Le sfide poste dall’industria 4.0 richiedono un know how sempre più avanzato e una capacità di innovazione altamente competitiva. L’attivazione del laboratorio congiunto con il Gruppo SMI va esattamente in questa direzione, inaugurando una nuova frontiera della collaborazione tra aziende e università. Un esempio che al momento è tra i primi in Italia e che ci auguriamo possa fare da apripista per molte altre progettualità di questo tipo» – dichiara Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo in visita in azienda insieme al Prorettore Sergio Cavalieri e ai coordinatori dei quattro gruppi di ricerca dei due dipartimenti di ingegneria: Valerio Re, Laboratorio di microelettronica e sensori, Fabio Previdi, Laboratorio di automatica e sistemi di controllo, Paolo Righettini, Laboratorio di meccatronica, Caterina Rizzi, Laboratorio Virtualisation & Knowledge.
“Siamo implacabili nella ricerca di miglioramento, mai facilmente soddisfatti, ci sforziamo costantemente per migliorare e incoraggiare l’innovazione. SMILAB è il risultato dell’applicazione sistematica di questo semplice principio su cui si basa la nostra crescita” ha commentato Paolo Nava presidente e CEO del Gruppo SMI che ha accolto la delegazione insieme a Fabio Chiesa e Stefano Salvi corporate manager SMILAB e SMITEC e Pietro Volpi marketing manager SMI.
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HSA Cosmetics, azienda italiana di cosmetica conto terzi, annuncia la partnership con Capello Point.
HSA Cosmetics, realtà italiana che si occupa di cosmetica conto terzi, ha stretto un’importante partnership con Capello Point, una famosa catena di negozi specializzata nella vendita di prodotti professionali per capelli ed estetica. Capello Point è un punto di riferimento per parrucchieri ed estetiste, che possono acquistare nei punti vendita i migliori prodotti per la cura dei capelli e del corpo dei loro clienti.
Pollution Free, contro gli effetti dell’inquinamento
In particolare, la collaborazione tra HSA Cosmetics e Capello Point riguarda la linea Pollution Free, del brand GuudCure di proprietà di HSA Cosmetics. Pollution Free è una linea di prodotti per la cura della pelle, che combatte gli effetti dell’inquinamento. La linea è eterogenea, pensata per uomini e donne: i suoi benefici sono dati dalla combinazione della Zeolite con attivi specifici e complementari per ciascun prodotto.
Le azioni svolte da Pollution Free sono molte: oltre ad avere proprietà antiossidanti, l’applicazione dei prodotti riduce la formazione dei radicali liberi e rughe, idratando profondamente la pelle. I prodotti Pollution Free hanno anche proprietà emollienti, nutritive e rigeneranti, che ripristinano il film idro-lipidico cutaneo. I cosmetici combattono, infine, i segni dell’età, donando elasticità e compattezza alla pelle, riattivandone il metabolismo e rendendola luminosa.
HSA Cosmetics: una perla del made in Italy
HSA Cosmetics SpA è un’azienda italiana che si occupa di produzione di cosmetici conto terzi. L’azienda, nata a Varese nel 1982, è presente in 90 Paesi di tutto il mondo. Fondata dalla famiglia Zanzi con l’intento di sviluppare un importante expertise nelle colorazioni per capelli, oggi HSA ha esteso il proprio campo d’azione a prodotti per la cura dei capelli, di viso e corpo, diventando il partner marketing ideale per aziende che intendono lanciare sul mercato i propri marchi.
30 anni di partnership con più di 120 brand permettono ad HSA Cosmetics di sviluppare concetti e prodotti con velocità e ottimizzazione di costi e consegne. Un patrimonio di circa 1000 formule hair care e skin care e un eccellente know-how nello sviluppo di packaging e prodotti finiti costituiscono un importante punto di forza dell’azienda, capace di rispondere con immediatezza a ogni esigenza dei brand partner.
Buone notizie per i mutui richiesti a Roma. Secondo l’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it, realizzato su un campione di oltre 40.000 domande presentate dal 01 gennaio al 30 giugno scorsi, a giugno 2018 l’importo medio erogato ai mutuatari della provincia di Roma è salito fino a raggiungere una media di 147.663 euro, vale a dire il 3,6% in più di quanto non fosse dodici mesi fa quando, ancora una volta in media, le banche avevano accordato ai romani alle prese con l’acquisto della casa 142.504 euro.
Ad aumentare, si legge ancora nell’analisi che i due portali hanno focalizzato sulla provincia romana, non sono solo gli importi erogati, ma anche gli LTV, vale a dire la percentuale di valore dell’immobile finanziata tramite il mutuo. A giugno 2017 questa era pari al 59,17%, mentre a giugno 2018 ha superato abbondantemente la soglia psicologica del 60% arrivando al 60,63%.
Anche riguardo ai tempi di restituzione a Roma si respira una buona aria e oggi chi fa un mutuo ha intenzione di estinguerlo in 22 anni e 5 mesi, tre in meno rispetto al 2017.
Mutui prima casa
Restringendo l’analisi alle sole domande di mutuo prima casa emerge un quadro ancora più roseo. A giugno 2018 l’erogato medio è stato pari a 156.128 euro, cifra equivalente al 4,2% in più dei 149.789 euro del 2017; nel caso del finanziamento legato alla prima abitazione l’LTV sale addirittura al 68% (era pari al 66,24% un anno fa), mentre la durata media scende a 25 anni e 1 mese dai 25 anni e 5 mesi del giugno 2017.
Il profilo del richiedente e il tasso scelto
A quanto pare i romani sono sempre più intenzionati a garantirsi gli attuali favorevolissimi tassi per tutta la durata del finanziamento e se nel 2017 il mutuo a tasso fisso era legato al 72,84% delle domande, chi oggi chiede un mutuo a Roma, emerge dall’analisi di Facile.it e Mutui.it, nell’81,62% dei casi sceglie di indicizzare il finanziamento con tasso fisso.
Quando si presenta in banca, l’aspirante mutuatario di Roma ha in media 42 anni e cerca di ottenere, sempre in media, 153.500 euro. Se si tratta di un acquisto prima casa, però, l’età media del richiedente si abbassa a 40 anni (1 in meno rispetto al 2017) mentre la cifra che si vuole ottenere aumenta, diventando pari a 163.400 euro.
Una casa esprime la propria personalità attraverso la ricercatezza dei suoi ambienti. Ecco qualche dritta per un interior design made in Italy di qualità.
Succede a tutti di entrare in case diverse dalla propria e trovarci alcuni complementi d’arredo uguali a quelli sistemati nella propria abitazione. Se siete stanchi degli arredi omologati e ripetitivi abbiamo quello che fa per voi: pezzi unici che renderanno gli spazi della vostra casa interessanti e originali, veri esempi di interior design made in Italy.
Partiamo dal salotto: vorreste un arredo che lasci a bocca aperta tutti i vostri amici? Vi consigliamo il salotto White 4 Lounge di Poligoni Design, un’azienda artigiana di Fidenza (PR). Concepito come un salotto “liquido”, è tutto un rimando all’acqua: non solo per alcuni suoi dettagli, ma anche per il materiale di base dal quale è stato ricavato. White 4 Lounge prende vita infatti da due vecchie vasche da bagno in acciaio! Questo salotto per 4 persone si presta benissimo ad ogni tipo di ambiente, può essere collocato in case moderne o rustiche, perché è trasversale ad ogni tipo di arredamento già esistente.
Se volete aggiungere poi un tocco esotico e sognante al vostro salotto di design, vi consigliamo anche le poltrone-valigia di Poligoni Design: la serie di sedute Don’t Go, capeggiate dalle poltrone Don’t Go Twins, è stata concepita per amanti del viaggio che non vogliono rinunciare alla comodità e al relax. La struttura è ricavata da vecchie valigie, a cui sono stati aggiunti una base in metallo e imbottiture ricoperte da una fodera color carta da zucchero, per un effetto finale esotico e retrò. Nella stessa linea Don’t Go, troviamo poi le Don’t Go Chair: la concezione di partenza è la stessa, ma il tocco distintivo sono le gambe applicate alla valigia, provenienti da un altro vecchio oggetto.
Avete infine necessità di ravvivare un angolo anonimo? Provate con uno dei vasi-scultura di Poligoni Design: realizzati in acciaio, sono dei complementi d’arredo veramente formidabili! Qui vi presentiamo Petali G3P: in acciaio naturale con protettivo e saldatura a punti, è particolarmente adatto per essere posizionato in ambienti interni.
Per sapere di più su Poligoni Design e scoprire tutte le meraviglie di design realizzate da questa azienda, visitate il sito web: www.poligoni.eu.
Nel cuore di Bergamo Bassa, la manifestazione che fa ballare la città incontra l’arte culinaria dello chef Gritti. Ed è tutto un altro sound.
Venerdì 27 luglio dalle 20.00 alle 24.00
Ristorante Ezio Gritti Piazza Vittorio Veneto, 15 – Bergamo
Bergamo è ancora più rock con le creazioni di Ezio Gritti. Lo chef, patron dell’omonimo Ristorante affacciato su Piazza Vittorio Veneto a Bergamo, apre la sua splendida location, venerdì 27 luglio, dalle 20 alle 24, per la 2° edizione della manifestazione «Bergamo è rock», organizzata dal Comune di Bergamo in collaborazione con il DUC e con l’associazione dei commercianti di Bergamo Incentro. E sarà un tripudio di note, cibo e passione.
Dalla terrazza di Gritti le note degli anni ’70 – ’80 risuoneranno con l’esibizione live firmata Pillbox, il “duo tascabile” di Luigi Folino e Paolo Negri, Un attimo e sarà subito il periodo degli hippies e del flower power. E a questo sound un po’ ribelle, un po’ romantico, si unirà quello della cucina di Ezio Gritti: pulita, diretta, schietta e mirata. Semplice e mai banale. Di visione e di pensiero. La cucina di colui che non ama farsi chiamare chef, piuttosto “scief” – ovvero semplice, concreto, impegnato, elegante, fantasioso – e che per l’occasione preparerà un menu speciale dedicato agli anni ’70 e ’80 con piatti rivisitati in chiave moderna:
N. 3 snack di benvenuto della cucina
Gamberi di Sicilia in cocktail di salsa rosa al Rum della Martinica
Paglia e fieno Scozia & Scozia…salmone affumicato e whisky
Merluzzo all’acqua pazza
Crêpe Suzette con panna montata
Gelato alla cannella con uvetta al Marsala Riserva
Petit four: gel di Red Bull ai cristalli di zucchero
Caffè
Acqua minerale Sanpellegrino – Acqua naturale Fonte Bracca
Vino: Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Cantina Bassoli
Il Ristorante Ezio Gritti diventa così protagonista di «Bergamo è rock», evento amatissimo dagli appassionati di musica di tutte le età, che quest’anno porterà i partecipanti a vivere un’esperienza mozzafiato sulla suggestiva terrazza del Ristorante, dove lo sguardo potrà spaziare dall’elegante facciata del Teatro Donizetti alle Mura di Città Alta, cullati dalla musica e coccolati dalle creazioni di Gritti.
In caso di pioggia, la serata sarà posticipata al 31 agosto 2018.
La prenotazione è obbligatoria.
Per info e prenotazioni: 035 246647 – [email protected]
Atmosfere vintage che richiamano il rock’n’roll anni’50 si fondono alla più surreale psichedelia degli anni ’70 fino a fare capolinea in un fresco pop contemporaneo.
L’idea di incidere un album è sorta dopo qualche anno di scrittura. Nel corso di questo lasso di tempo varie influenze hanno contaminato l’artista portando alle realizzazione di un disco i cui brani, seppur diversi fra loro, mantengono comunque con coerenza elementi che caratterizzano il concept complessivo. Le influenze principali derivano fuor d’ogni dubbio da un ventennio che parte dalla seconda metà degli anni ’50 fino alla prima metà dei ’70, in particolare cantanti e band come Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Tom Jones, i Rolling Stones, I Turtles, i Memphis Hornes, i Doors, i Led Zeppelin, i Queen (soprattutto del primo periodo).
«Ne consegue che non sia un amante di sintetizzatori o suoni finti in quantità imbarazzanti, anche se nel caso siano usati in maniera giusta possono sicuramente aggiungere molto. Di sicuro sono amante di arrangiamenti carichi e completi di archi ed ottoni. Sempre a causa di queste varie influenze all’interno dell’album, che si può definire pop rock, sono apprezzabili vari stili: rock’n’roll, ballate, funk, rock psichedelico, il tutto toccato a sprazzi da influenze classiche, (come i cori a canone in “We can’t go on this way”), dovute al fatto di essere figlio di due violinisti classici e nipote di un trombettista anch’esso classico. Di matrice classica è pure l’impostazione nel canto, plasmato poi sullo stile delle canzoni». Horus Black
Guarda qui il video del singolo in radio “We are alone tonight”:
TRACK BY TRACK
Miss Candy
“Miss Candy è stata pensata come una canzone scritta da mio nonno paterno e rivolta a sua moglie, ovvero mia nonna, morta quando io avevo 4 anni e soprannominata da mio nonno “caramella”. La canzone infatti parla di un innamorato che si ricorda dei momenti felici vissuti con la sua amata: il primo incontro e il primo bacio, chiedendosi perché se ne sia dovuta andare per sempre; ciò nonostante lui continua ad amarla. Dal punto di vista musicale ad una strofa sicuramente più cupa e chiusa si contrappone un ritornello aperto e dai toni romantici”.
Sophie
“Sophie è stata scritta in un periodo in cui un mio amico faceva la corte ad una ragazza chiamata per l’appunto Sophia (poi diventata Sophie per ragioni musicali). Quando feci ascoltare a lui questa canzone voleva che cambiassi il nome in Marie, ma Sophie suonava meglio; alla fine comunque il nome Marie compare nell’ultima parte di questa canzone quando il testo recita Marie, no quella è l’altra! Nonostante dovesse essere una canzone di “corteggiamento” in realtà ci si fa beffa di Sophie: infatti una volta ottenuto l’amore tanto cercato è il momento di andare dalla sorella di Sophie che sta aspettando e deve essere soddisfatta! Lo stile è quello tipico delle canzoni rock’n’roll di fine anni ’50. Ah! Alla fine il mio amico ce l’ha fatta ed i due sono tutt’oggi fidanzati.
In my bed
“Il testo di In my bed mi è venuto effettivamente in mente mentre ero a letto in una notte d’estate e non riuscivo a chiudere occhio (situazione per me piuttosto comune). Il testo ripercorre la situazione che stavo vivendo: sdraiato da ore, nessuno in giro, tutti che dormono e io che fisso il muro come consuetudine in questi momenti. La spiegazione alla situazione poteva essere che io ero da solo o almeno questa è quella che mi è venuta sul momento! In conclusione comunque il messaggio è di speranza: so che cambierò e non sarò più solo…ed in effetti così è stato”.
Cock a doodle doo
“Chicchirichì”, questa è la traduzione di cockadodledoo. Lessi tale termine per la prima volta quando fui costretto per motivi scolastici a leggere “La tempesta” di William Shakespeare dove il personaggio di Ariel diceva proprio cockadiddledow; quando lo vidi pensai che sembrava proprio uno di quei termini presenti nelle prime canzoni rock’n’roll tipo auabbabelubeauabbebum in “Tutti frutti” di Little Richard o Be boppa lula di Gene Vincent e quindi smisi di leggere ed imbracciata una chitarra mi misi a comporre. Si può dunque affermare che questa canzone, che probabilmente è quella con il testo più sciocco, è di origine shakespeariana. Musicalmente si ricalcano le linee delle canzoni rock’n’roll anni ’50”.
We can’t go on this way
“L’origine di “We can’t go on this way” è probabilmente la più bizzarra se confrontata a quelle delle altre canzoni contenute nell’album. Una mia amica doveva festeggiare i 18 anni di età ed era venuta a sapere che un anno prima io ed altri miei due amici avevamo scritto un’altra canzone per una ragazza che stava per diventare maggiorenne e chiese di fare lo stesso. Questa volta però decisi di fare le cose per bene, quindi scrissi musica e melodia e poi consultai i miei amici per farne una versione stupida dal punto di vista del testo, che includeva sul finale persino un estratto della Bibbia riguardante l’apparizione a Maria dell’angelo Gabriele con tanto di accompagnamento di organo stile chiesa (tutta questa parte ovviamente è stata eliminata).
The march of hope
“The march of hope si apre a ritmo di bolero, elemento che dà origine al titolo. L’intento della canzone è quello intuibile dal titolo: dare speranza! Nelle due strofe infatti la situazione appare tetra con oscurità e buio tutt’intorno, senza sapere dove andare. Musicalmente è forse il brano più ardito sia da un punto di vista armonico che di arrangiamento che raggiunge il suo massimo nei ritornelli aperti e carichi di vitalità”.
“I know that you want
“Il riff di chitarra che si può ascoltare subito dopo la parte iniziale del brano è stata la scintilla che ha portato alla nascita di Baby I know that you want un brano pensato in stile funky e da ballare. Il testo in questo caso non contiene messaggi particolari, ma punta a far muovere sempre di più l’ascoltatore sopratutto con note lunghe ed acute eseguite anche con la tecnica del falsetto. La parte strumentale centrale lancia verso l’assolo di chitarra dopo il quale il brano si fa più dinamica grazie all’azione combinata di sezione ritmica, fiati, archi e coro”.
Simply
“Simply, semplicemente, semplice, così come la canzone da un punto di vista armonico (il giro si sviluppa sugli accordi di re, la e sol). Il testo riguarda un’avventura amorosa ormai giunta alla conclusione con il protagonista rimasto “semplicemente (sipmly) da solo”, ma ancora innamorato e promette che retserà per sempre ad aspettarla malgrado lo abbia finito. Il giro armonico di per se semplice è potenziato da un arrangiamento molto di impatto in stile Abbey Road specialmente nei ritornelli”.
We are alone tonight
“We are alone tonight nasce nel corso di una jam fatta con altri miei due amici e poi sviluppata in solitaria dato che l’improvvisazione aveva dato buoni frutti. La canzone è nettamente la più rock all’interno dell’album ed in quanto tale è caratterizzata da suoni decisi ed un testo che non si potrebbe definire tra i più delicati! Infatti il testo consiste nell’incitare la donna a “scuotersi” tutta la donna e le si precisa che non dovrà provare a fuggire! Roba rock insomma! L’arrangiamento include archi nel ritornello, cosa che potrebbe risultare strana in un brano dichiaratamente rock, ma che al lato pratico conferiscono al pezzo grande energia”.
Lonely melody
“Lonely melody è un brano dalla melodia struggente e malinconica, come ogni buona canzone in minore che si rispetti. La salita di mezzo tono dopo il primo ritornello danno grinta al pezzo che come si può intuire dal titolo, che si può tradurre come melodia solitaria, parla dell’impossibilità di raggiungere l’amore di una ragazza innamorata invece di qualcun’altro che però le procura solo che dispiaceri. Il risultato ad ogni modo è che il protagonista resta nella sua solitudine e tutto ciò che può fare è cantare, gridare la sua disperazione. Il brano si apre con un tanto efficace quanto semplice riff di chitarra che infonde subito spinta al tutto”.
ETICHETTA: SONIC FACTORY
Pubblicazione album: 11 maggio 2018
BIO
Riccardo Sechi nasce a Genova l’8 maggio 1999 in una famiglia di musicisti: madre e padre violinisti e nonno trombettista, tutti e tre professionisti ed esercitanti la professione al teatro Carlo Felice di Genova. Fin da piccolo vive in mezzo alla musica e si avvicina piccolissimo al violino, strumento che abbandonerà per poi riprendere in seguito in alcuni periodi tra elementari e medie, ma senza avere mai intenti troppo seri. Sta di fatto che la sua prima esibizione dal vivo la fece proprio suonando il violino. Negli anni delle medie ascolta, influenzato da un compagno di classe, molta musica di Fabrizio De Andrè, ma l’incontro musicale determinate avverrà più tardi, tra la terza media e la prima superiore, quando a bordo della macchina di famiglia arriva un cd contenenti i maggiori successi di Elvis Presley. Da quel momento la passione per il genere aumenta sempre di più fino alla scoperta dei più grandi della musica, soprattutto nel genere del rock. Ovviamente ascoltare non basta, si deve anche suonare! Da autodidatta impara a suonare chitarra, pianoforte ed ukulele, dall’età di 15 anni si dedica allo studio del canto con impostazione classica ed inoltre, a partire dallo stesso periodo, inizia anche a comporre, affiancato specialmente dal padre, coautore di tutti i suoi brani. Dal 2015 inizia ad esibirsi dal vivo, riunendo intorno a se una band a partire dall’anno 2017. Il nome d’arte Horus deriva da un episodio singolare: suo nonno materno infatti, appassionato di antico Egitto, offrì un ingente somma in denaro affinché il pargolo venisse chiamato Horus anzi che Riccardo. Evidentemente le cose non sono andate così, ma in un modo o nell’altro Horus sarebbe stato presente! E’ proprio con questo nome, Horus Black, che nel 2018 viene pubblicato il suo primo album.
L’epilazione laser è una tecnica che permette la rimozione dei peli superflui su viso e corpo, attraverso apparecchiature che agiscono sul bulbo pilifero.
La procedura è sicura e consente di eliminare la peluria per un lungo periodo di tempo. Grazie a lunghezze d’onda specifiche per le diverse tipologie di pelle, il laser emette un fascio di luce che riscalda il fusto del pelo e la sua radice. Lo scopo finale è quello di provocare, seduta dopo seduta, un progressivo assottigliamento e diradamento della peluria, rallentandone fortemente la ricrescita e rendendola non visibile ad occhio nudo. Questo tipo di intervento è particolarmente consigliato a chi è stanco/a di ricorrere frequentemente a cerette, rasoi e vari altri metodi di depilazione, soprattutto quando si devono trattare zone delicate come inguine, ascelle, baffetti e sopracciglia. Inoltre, l’epilazione laser è indicata per le persone affette da patologie legate al bulbo pilifero, che possono esacerbarsi proprio depilandosi di continuo, tra cui follicoliti irritative e cisti pilonidali.
Il principio con cui funziona è quello fisico della luce: il laser emette un fascio di onde unidirezionali e monocromatiche, a una frequenza tale da colpire selettivamente la melanina contenuta nei peli di colore scuro sulla carnagione chiara, surriscaldandoli e denaturandone le strutture vitali (in particolare il bulbo). Se l’intervento è eseguito correttamente, la pelle intorno al follicolo rimane inalterata. Nell’epilazione laser, quindi, il pelo non è strappato, ma la fototermolisi (ossia l’energia luminosa che si trasforma in calore) provoca la distruzione del bulbo e delle cellule che lo rigenerano, consentendo di ottenere risultati duraturi.
Dottor Luca Campili: il massimo esperto nell’epilazione laser a Terni
Se vuoi abbandonare le dolorosissime cerette, il Dottor Luca Campili è la risposta giusta! Le sue sedute di epilazione laser a Terni sono praticate con grande professionalità e sicurezza, utilizzando un’apparecchiatura di ultima generazione che genera laser a lunghezze d’onda specifiche per ogni tipo di pelle, agendo sui bulbi piliferi per rallentare e indebolire sempre più la ricrescita del pelo. Il Dottor Luca Campili , esperto in epilazione laser a Terni, riceve nel suo studio di Via Cesare Battisti 36/C, a Terni. Chiama al 340 584 6841 e scopri di più.
Ad Energo Logistic stanno investendo molto sulle nuove tecnologie. Il futuro, infatti, corre verso un’esecuzione completamente automatizzata dei servizi di trasporto.
La rivoluzione della mobilità passa dalla rete digitale. Parte infatti da Torino la sperimentazione delle prime infrastrutture di trasporto intelligenti italiane, dove, come spiega il MIT (Ministero Italiano Trasporti) in una nota, saranno installati e provati: “sistemi tecnologici per la notifica di eventi pericolosi, avvertimento del passaggio di un utente vulnerabile sulle strisce pedonali, suggerimenti ai veicoli per la velocità consigliata in modo da ottenere il verde semaforico, servizi di parcheggio autonomo, applicazioni per la logistica urbana e per il carico/scarico merci.”
Il progetto Smart Roadintende unire infrastrutture stradali e tecnologiche per agevolare la circolazione di informazioni in real time, snellire il traffico e rendere sempre più agevole la circolazione di auto e veicoli commerciali anche a guida autonoma.
Gli obiettivi dunque sono quelli di migliorare la sicurezza delle strade e dei trasporti, la customerexperiencedegli automobilisti, e contribuire alla riduzione del 20% di emissioni entro il 2020. Oltre che inserirsi nel mercato globale dei veicoli connessi, che oggi si aggira intorno ai 40 miliardi di euro.
Questa sperimentazione porterà le Smart Road verso l’Internet-of-Road, ovvero verso l’introduzione di droni in grado di fornire supporto di primo soccorso e pali di rilevamento che possono inviare informazioni utili “sia ai conducenti di oggi, che ai veicoli di domani”.
Ad Energo Logistic, azienda di San Giovanni in Marignano, leader nella logistica sono pronti ad affrontare la sfida del futuro.
“La nostra azienda – spiega Francesco Pavolucci CEO di Energo Logistic – stiamo investendo molto sulle nuove tecnologie. Il futuro, infatti, corre verso un’esecuzione completamente automatizzata dei servizi di trasporto”.
Redazione Ufficio Stampa Laura Ravasio – Nuova Comunicazione
cell. 348 9330574
ravasio@nuovacomunicazione.com http://www.nuovacomunicazione.com
La chirurgia plastica si differenzia in due categorie, la chirurgia ricostruttiva e la chirurgia estetica. La chirurgia ricostruttiva mira a intervenire su malformazioni e traumi che compromettono la funzionalità di uno o più organi, in seguito a incidenti o danni fisici, oppure a causa di malformazioni congenite. Gli interventi chirurgici possono coinvolgere aree anatomiche anche molto estese, ed essendo necessari per la salute sono a carico del SSN. La chirurgia estetica comprende invece tutti gli interventi chirurgici effettuati per apportare una miglioria fisica, e che sono di solito limitati ad aree del corpo ristrette e superficiali. Rispondendo puramente alla finalità estetica, sono completamente a carico del paziente.
Storia della chirurgia
L’origine della pratica della chirurgia plastica viene fatta risalire all’India antica: a quei tempi era usanza comune amputare il naso della donna adultera o dei trasgressori delle leggi, perciò cominciarono a diffondersi pratiche ricostruttive, come gli innesti cutanei, che consistevano nel taglio di un lembo di pelle sulla fronte del soggetto che veniva utilizzato per ricostruire il naso. Inoltre, nel Sushruta Samhita, documento del chirurgo indiano Sushruta, il medico descrive la ricostruzione dell’orecchio prelevando un lembo di guancia da inserire nella zona da ricostruire. Queste tecniche vennero riprese anche da Ippocrate, che le cita nel suo Corpus Hippocraticum. Nell’antica Roma poi, due dei più grandi medici del tempo, Galeno e Celso, si interessarono di ricostruzioni a fini estetici, tra cui correzioni del labbro e interventi alle orecchie e al naso. Tuttavia, dopo il crollo dell’impero romano, la chirurgia subì una fase di stallo. Un punto di svolta importante si ebbe nel 1597, con la pubblicazione del primo trattato di chirurgia estetica occidentale, il De curtorum chirurgia per insitionem, del medico Gaspare Tagliacozzi.
Dottor Luca Campili: il migliore nella chirurgia estetica a Viterbo
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