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Mercato immobiliare la crisi unisce Italia Europa e Stati Uniti

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  • 30 Settembre 2023

Il mattone non se la passa affatto bene. Questo è il messaggio che giunge esaminando i listini tanto europei quanto americani. Il mercato immobiliare soffre l’epoca dei tassi di interesse elevati ed è ormai rassegnato ad aspettare che le banche centrali concludano la loro battaglia contro l’inflazione, per tornare a vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.

I problemi del mercato immobiliare

mercato immobiliareNel vecchio continente e negli Stati Uniti la brusca frenata del mercato immobiliare si lega alla feroce stretta al costo del denaro, effettuata dagli istituti centrali per combattere l’ascesa dell’inflazione. E’ stato il ciclo di strette monetarie più pesante degli ultimi 40 anni. L’indicatore chaikin money flow evidenzia il drenaggio di denaro dal sistema economico più forte degli ultimi decenni.
Il mal dei tassi minaccia la salute del settore immobiliare perché sta frenando il mercato.

Tutta colpa dei mutui

Il problema è rappresentato dal costo dei mutui, che generalmente vengono accesi per l’acquisto di un’abitazione. La crescita dei tassi di interesse da parte delle banche centrali si è tradotta in un aumento che può aggiungere fino al 75% delle rate dei vecchi muti negoziati a tasso variabile. I vecchi mutui a tasso fisso si salvano, ma i nuovi comportano una rata anche superiore al 6%.
Questo spiega la brusca discesa delle compravendite, che sta proseguendo trimestre dopo trimestre. E con essa anche la price action è in discesa, perché la domanda langue..

La BCE allarga le braccia e va avanti

Siamo consapevoli di questa situazione di forte disagio – ha detto in proposito Christine Lagardema il nostro compito è di abbassare l’inflazione, non sostenere i singoli comparti dell’economia”. È sicuramente vero, ma è altrettanto vero il fatto che una quota crescente di persone sta vivendo il disagio sociale di non potersi fare una casa perché non può permettersi.

Preoccupazioni negli USA

Negli Stati Uniti il fenomeno è analogo (le case in vendita sono circa 1,1 milioni, il  dato più basso dal 1999) e rischia anche di avere ripercussioni sulle banche regionali, che sono il cuore del sistema economico a stelle e strisce. Gli istituti vantano infatti una esposizione per circa 3,600 miliardi di dollari.
Discorso a parte merita la Cina, dove la crisi dell’edilizia sta fortemente condizionando l’economia nazionale. Ma la crisi cinese nasce dalle radici stesse nel modello di sviluppo del capitalismo nel paese del Dragone.

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Mercato degli immobili, Nomisma: “Ripresa c’è ma è lenta”

Ripresa graduale e caduta costante dei prezzi. Si può sintetizzare in questo modo l’attuale stato di salute del mercato immobiliare in Italia secondo il terzo Osservatorio Immobiliare 2016 di Nomisma, la società di studi economici specializzata in ricerche e consulenza economica per imprese e pubbliche amministrazioni. Una tematica di estrema rilevanza non solo per l’opinione pubblica in generale ma anche per gli intermediari del settore come l’agenzia immobiliare a Taranto Cambio Casa, che utilizza il blog del suo sito anche per approfondire questo tipo di argomenti.

Si parte da una certezza di fondo: il mercato immobiliare in Italia è in ripresa ed è tornato l’interesse degli italiani a puntare sul “mattone”, nonostante la precarietà lavorativa ed economica degli ultimi anni. Ma si tratta comunque di una crescita molto lenta, le cui aspettative di rilancio dipendono inevitabilmente dalla volontà di investire in questo settore e da condizioni finanziarie più favorevoli.

L’analisi svolta da Nomisma, tuttavia, prevede che il 2016 si chiuderà comunque con un incremento dell’attività transattiva del 12,3%. A guidare il trend positivo è sicuramente il comparto residenziale, che negli ultimi tre anni è cresciuto del 23,3%, ma anche gli immobili di impresa, cresciuto invece del 13% nello stesso triennio. Quello che preoccupa, secondo gli addetti ai lavori, è il fatto che i prezzi continuano ancora a diminuire, seppur in maniera progressiva. L’ultima variazione è contenuta in un range minimo che va da -1,1% a -0,6% su base semestrale, con in 2017 che confermerà questa tendenza (-0,8%).

L’aspetto più sorprendente dell’analisi svolta è quello legato agli affitti, per i quali i valori di locazione hanno registrato variazioni molto contenute negli ultimi anni rispetto a quelle dei prezzi, con i canoni diminuiti nel 2016 in un range tra -1,6% dei negozi e -0,8% delle abitazioni. Sorprendente è anche il rendimento lordo annuo da locazione, che mediamente ha segnato un ritorno del 5% per gli alloggi e del 7% per i negozi.

Indubbiamente, anche gli studi Nomisma riconoscono l’estrema importanza delle politiche bancarie per la ripresa del comparto. Non a caso la maggior flessibilità finanziaria adottata dalle banche negli ultimi anni, tradottasi in maggior facilità di accesso al credito, ha certamente dato un impulso alla ripartenza del mercato immobiliare. L’incidenza delle compravendite finanziate, infatti, è passata dal 44% del 2016 al 59,8% attuale.

Immobiliare Cambio Casa analizza dati e statistiche relative all’andamento del mercato del settore, perché trattasi di un’agenzia che non è solo vendita appartamenti a Taranto e provincia, ma è anche consulenza in termini di valutazione gratuita degli immobili, mutui ipotecari e cessioni del V dello stipendio.

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Chiantishire addio? Ora gli inglesi vogliono il mare italiano

Gli inglesi, si sa, amano l’Italia e ormai da decenni i paperoni made in UK hanno fatto del nostro Paese una delle mete più ambite per comprare casa. Il primo amore è stato la Toscana, dove hanno preso casa o passato le ferie personaggi come Sting e Tony Blair, ma secondo un’indagine condotta da Immobiliare.it (http://www.immobiliare.it) e LuxuryEstate.com (http://www.luxuryestate.com), i siti leader del settore, negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando e, complice anche l’assottigliarsi dell’offerta fra le colline del Chianti, gli acquirenti britannici guardano con sempre maggiore attenzione al mare italiano.

L’indagine ha preso in esame le richieste provenienti dal Regno Unito e legate ad immobili di lusso italiani; nell’ ultimo anno non solo il numero complessivo delle richieste è notevolmente cresciuto (+15%), ma sono cambiati sia le destinazioni prescelte sia, con esse, i budget messi a disposizione.

Fino al 2015 le richieste che avevano come oggetto immobili nel Chianti rappresentavano il 30% di quelle fatte dai cittadini britannici, ma nel primo semestre del 2016 sono diventate il 14% del totale. Non è mutato invece il budget che gli inglesi intendono spendere per comprare una casa di lusso nella campagna Toscana; era, ed è, di circa 2,1 milioni di euro.

In media, però, se i cittadini britannici che cercano immobili di lusso in Italia si orientano su un budget di 3,4 milioni di euro (+9,7% anno su anno), sono disposti a spendere cifre notevolmente maggiori se l’immobile si trova nelle località di mare più note. L’analisi ha evidenziato come, nel caso in cui la casa dei desideri si trovi a Taormina, Portofino o Capri, la spesa preventivata oscilli fra i 6 ed i 10 milioni di  euro.

Nell’immaginario britannico, probabilmente, l’Italia è soprattutto grandi paesaggi e mare cristallino, ma non si disdegnano nemmeno gli acquisti nelle città anche se, in quel caso, i budget si riducono; è risultato dall’analisi che se puntano ad un immobile di lusso a Roma, Firenze o Milano (una delle mete con la maggiore crescita di interesse, forse anche per l’effetto lungo dell’ EXPO),  i sudditi di Elisabetta II  vogliono spendere  una cifra compresa fra i 2 ed i 3 milioni di euro.

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Immobili residenziali: nel primo semestre 2016 prezzi in calo del 2,1%

Continua a rallentare la discesa dei prezzi del mercato residenziale italiano e, secondo l’Osservatorio condotto dall’Ufficio Studi di Immobiliare.it (http://www.immobiliare.it), nel primo semestre 2016 la riduzione è stata pari al 2,1%.

Si conferma quindi la tendenza evidenziata nelle rilevazioni precedenti che avevano fatto registrare, per il 2015 un -5,1% sui dodici mesi, diventato poi -2,9% nel secondo semestre dello scorso anno.

A giugno 2016 il prezzo medio di un immobile italiano è stato pari a 1.964 euro al metro quadrato, anche se con oscillazioni importanti lungo lo Stivale; al Nord il costo evidenziato dall’Osservatorio sul mercato residenziale italiano messo a punto dall’Ufficio Studi di Immobiliare.it è pari a 1.969 euro al metro quadro che diventano 1.652 euro al Sud e addirittura 2.381 euro al metro quadro al Centro.

Importante anche la differenza in termini assoluti fra grandi e piccoli centri: nelle località con oltre 250.000 abitanti il costo medio al metro quadro è pari a 2.610 euro; 1.721 euro per ciascun metro quadrato nei comuni con meno di 250.000 residenti.

Le differenze, però, diventano minime se si analizzano i valori, e le relative variazioni, in termini percentuali; tanto al Nord quanto al Sud Italia i prezzi si sono ridotti del 2% su base annua e, rispettivamente, dello 0,7% e dello 0,6% da marzo a giugno 2016. Al Centro le diminuzioni di costo sono state pari al 2,5% nei dodici mesi e allo 0,5% nell’ultimo trimestre.

La situazione varia poco anche se l’analisi viene fatta considerando come parametro la dimensione della città; nell’anno i prezzi si sono ridotti dell’1,9% nei grandi centri, del 2,2% in quelli più piccoli.

«Come avevamo previsto – dichiara Guido Lodigiani, Direttore Corporate e Ufficio Studi di Immobiliare.itdopo anni di forte crisi il mercato immobiliare italiano tende nuovamente alla stabilità e questo non può che essere un bene anche per gli investitori che, infatti, ritornano a guardare con interesse al nostro Paese

I capoluoghi di Regione

Anche nel primo semestre del 2016 Firenze conserva il primato di capoluogo di regione più caro d’Italia con un prezzo al metro quadro pari a 3.418 euro, comunque inferiore dello 0,4% rispetto al 2015; seconda, nella classifica dei prezzi, è Roma che registra un calo importante nell’anno (-2,4%) e arriva ad una media di 3.381 euro al metro quadro sorpassando di un soffio Milano che si ferma a 3.255 euro (-0,3% nell’anno).

Osservando la classifica dal lato opposto, il capoluogo di regione più economico è Catanzaro, dove per comprare casa si spendono mediamente 1.162 euro (-2,7% nell’anno), seguito da Campobasso (1.292 euro/mq; -6,7% rispetto al 2015) e Perugia (1.311 euro/mq; -6,5% rispetto al 2015)

Il capoluogo di regione che nel corso degli scorsi dodici mesi ha subito il calo maggiore dei prezzi è Aosta: ai piedi del Monte Rosa i costi delle case sono scesi dell’8,2%.

Uno solo dei venti capoluoghi di regione italiana ha visto invece crescere il prezzo degli immobili: è Potenza che con 1.693 euro al metro quadro porta la variazione al +1,8% su base annua e addirittura al +2,2% da marzo a giugno 2016.

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Affitti: domanda in crescita (+9,9%) e prezzi in calo (-2,1%), diminuiscono gli immobili in offerta (-7%)

Mentre l’attenzione del mercato immobiliare è tutta rivolta alle compravendite e ai segnali positivi riscontrati da più parti tanto per la domanda quanto per le transazioni, cosa è successo nel mondo degli affitti? L’Ufficio Studi di Immobiliare.it (http://www.immobiliare.it) ha monitorato la domanda, l’offerta e i prezzi degli immobili residenziali in locazione a febbraio 2015 scoprendo che, se i canoni calano di poco e la domanda cresce, è l’offerta a subire la contrazione più significativa.
L’offerta
Gli italiani non hanno mai visto con piacere l’idea di mettere in affitto il proprio patrimonio immobiliare e negli ultimi mesi questa diffidenza sembra aumentata: secondo i calcoli di Immobiliare.it l’offerta di immobili in locazione ha subito un significativo calo annuale, pari a circa il 7% rispetto a febbraio 2014.
«Pur garantendo un ritorno interessante, soprattutto nelle città più grandi, la locazione è un business che ha perso molto appeal, perlomeno nelle sue forme tradizionali di lungo periodo – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it. – Dove possibile, si punta alla conversione in case vacanza e b&b o altre forme di affitto breve, come quelle che vedremo a Milano per l’Expo».
La domanda
A dispetto di una contrazione del numero di immobili disponibili in locazione l’analisi della domanda di questa tipologia contrattuale rivela che, rispetto a febbraio 2014, le richieste di immobili in affitto sono cresciute del 9,9%. A trainare questo rinnovato interesse nei confronti della casa in locazione sono le domande provenienti dal Centro Italia (+11,9%) – mentre al Nord crescono del 9,1% e al Sud dell’8% – e quelle che arrivano dalle città più piccole (con meno di 250mila abitanti: +12,3%, contro il +8,5% delle città più grandi).
I prezzi
Complice una contrazione della disponibilità degli immobili, i prezzi richiesti tengono e, rispetto a febbraio 2014, i dati dell’ultima rilevazione sono più bassi, mediamente, solo del 2,1%. Non tutta l’Italia registra lo stesso andamento: i cali più forti sono in Abruzzo (-13,4%), Molise (-8,9%) e Friuli Venezia Giulia (-5,8%). Molte sono le regioni in cui si rilevano variazioni minime, mentre crescono i numeri in Sardegna (+8,9%), Calabria (+3%) e Piemonte (+1%). Il canone d’affitto mensile medio per metro quadro, in Italia, è pari a 8,39 euro: servono, quindi, circa 670 euro per affittare un appartamento da 80 metri quadri.
A livello regionale, è il Lazio la regione con gli affitti mediamente più cari: 11,82 euro per metro quadro; segue a stretto giro il Trentino Alto Adige, con 11,28 euro per metro quadro e, in terza posizione, la Lombardia (10,23 euro per mq). Fanalino di coda la Calabria, con 4,68 euro per metro quadro.
Ma quali sono le città più care d’Italia per i canoni di locazione? Se per i prezzi di vendita è Roma a guidare la classifica, in questo caso Milano si prende la rivincita: servono circa 600 euro per affittare un monolocale, e fino a 1.200 euro per un trilocale. Nella capitale bastano, mediamente, 550 euro per un monolocale e tra 900 e 1.050 euro per un trilocale.
Nella top ten troviamo, a seguire, Firenze (dove un trilocale ad esempio costa tra 600 e 870 euro al mese), Bolzano, Napoli e poi, con prezzi allineati, Siena, Pisa, Trento, Bologna e Como.

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Rallenta la caduta dei prezzi degli appartamenti in Italia: -1,8% nel primo semestre 2014

Anche se la ripresa del mercato immobiliare residenziale è ancora, per molti, solo una speranza, segnali positivi arrivano sul fronte dei prezzi di vendita: dopo il crollo registrato nel corso del 2013 (-6,6% da gennaio a dicembre) il primo semestre dell’anno è all’insegna della stabilità, con un rallentamento del calo prezzi che – tra dicembre e giugno – scendono dell’1,8%. Questa è una delle conclusioni dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare residenziale italiano condotto da Immobiliare.it (www.immobiliare.it) e relativo al primo semestre 2014.
Se la variazione semestrale del prezzo medio degli appartamenti in vendita è abbastanza contenuta, rispetto a giugno 2013 il calo è più elevato: -5,3%. Nello specifico, a giugno 2014 il prezzo medio ponderato degli appartamenti italiani si è assestato intorno ai 2.250 € per metro quadro.
«La lieve ripresa nel settore mutui evidenziata da più osservatori, tanto per la domanda quanto per le erogazioni – ha dichiarato Guido Lodigiani, Direttore Corporate e Ufficio Studi di Immobiliare.it – ha facilitato le famiglie nella compravendita di immobili, anche se non è cresciuta certo la capacità reddituale: da qui lo stallo dei prezzi, che comunque continuano a scendere in diverse aree del Paese, in primis al Centro».
Nord, Centro e Sud, grandi e piccole città
Scomponendo i dati in base alle macro aree del Paese, è l’Italia centrale a soffrire di più: in questa zona il calo dei prezzi nel primo semestre del 2014 è pari al 4,1%, contro il -0,5% nel Nord Italia e il -1% a Sud. Anche rispetto ai numeri di un anno fa (giugno 2013) la sofferenza maggiore è registrata al Centro, con un calo complessivo del 7,4%, mentre Nord e Sud perdono rispettivamente il 4% e il 4,5%. In numeri: a giugno 2014 per l’acquisto di un appartamento al Nord sono stati chiesti in media 2.261 €/mq, al Centro 2.648 €/mq, al Sud 1.969 €/mq.
Interessante rilevare come le città più grandi (quelle oltre 250.000 abitanti) abbiano sofferto, nel corso del semestre, una contrazione dei prezzi di vendita degli appartamenti di poco inferiore rispetto a quanto capitato alle città più piccole: -1,4% in sei mesi delle prime contro il -1,8% delle seconde. Fenomeno, questo, che ribalta quanto evidenziato nelle rilevazioni passate, quando erano proprio le città di dimensioni maggiori a soffrire di più: segno di una progressiva normalizzazione del fenomeno del calo dei prezzi di vendita.

Affitti e Compravendite, il punto sull’offerta
Mentre i prezzi del mattone continuano a scendere, a salire è l’offerta, tanto di appartamenti in locazione quanto di immobili in vendita: nel corso del primo semestre 2014 gli indici relativi a vendita e locazione sono cresciuti rispettivamente del 3,4% e dell’1,0%. Rimane forte, ad ogni modo, la differenza di disponibilità sul mercato di appartamenti in locazione, meno numerosi di quelli in vendita.
Le città più care e le meno costose
Riguardo ai prezzi medi richiesti per l’acquisto di un appartamento nei capoluoghi di regione, i numeri dell’Osservatorio di Immobiliare.it relativi a giugno 2014 non riservano grosse sorprese: pur con prezzi in calo, le città capoluogo di regione più care sono Roma, con 3.681€/mq (-5,5% nel primo semestre, -8,6% rispetto a giugno 2013), Firenze, stabile a 3.677€ al metro quadro (-0,2% nei sei mesi, -3,1% nei 12) e Milano che, registrando una minima crescita dei prezzi nell’ultimo semestre (+0,3%, mentre rispetto a 12 mesi prima siamo al -2,2%), arriva a 3.585€/mq.
Fanalino di coda da oltre un anno e mezzo, i capoluoghi meno costosi d’Italia sono Catanzaro (1.254€ al mq, in flessione del 4,7% nel primo semestre 2014) e Perugia (1.504€/mq, con prezzi in calo dell’8,0% nel semestre e del 10,4% rispetto ad un anno fa).
La città che, nel semestre, ha subito la contrazione maggiore dei prezzi è L’Aquila (-10,2%) – che bilancia così l’incremento registrato nella passata rilevazione – mentre rispetto a giugno 2013 perde più di tutte Venezia (-14,3%). Di contro, invece, la città con la performance migliore è Trieste, che cresce del 3,9% nel semestre e del 2,4% nell’anno.

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Il mercato immobiliare nel primo 2014

L’Agenzia delle Entrate ha reso noti i dati del mercato immobiliare relativi al primo trimestre 2014, ed è giusto che i confronti con lo stesso periodo 2013 suscitino un cauto ottimismo nel settore.
Rispetto al primo trimestre dello scorso il ramo immobiliare cresce dell’1,6%, di certo una crescita non esorbitante ma è importante che il trend, sempre negativo degli ultimi anni, cambi segno e diventi un valore sopra lo 0.
Il contemporaneo calo dei prezzi anche in questo trimestre (fenomeno costante in atto, seppure in modo lievissimo, da ormai 2 anni) può essere una delle ragioni di questa corrispettiva crescita nelle compravendite.

Infatti il -4,6% dei prezzi relativi allo stesso periodo del 2013 è un dato pesante che può aver spostato l’ago della bilancia sulla scelta degli acquisti.

I canali principali che hanno trascinato la crescita dell’1,6%, come detto, sono quello commerciale ed edilizio, entrambi oltre il 4% annuo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

E’ il centro Italia a dare lo scossone più forte a questa ripresa, con il Nord a tenere ed il Sud a far registrare un leggero calo, seppur contenuto rispetto a ciò a cui eravamo abituati a vedere negli ultimi anni.

Molto interessante è inoltre il dato delle 8 città più popolate d’Italia, che congiuntamente, annotano un incremento del 10,2% sullo scorso anno: ciò è sinonimo di una rinnovata voglia di investire per necessità e non sul mattone, soprattutto nei grandi centri dove il lavoro è il nucleo portante della società abitante.
Bologna, Genova e Roma detengono lo scettro assoluto, con un dato spaventosamente positivo con quasi il 30% per il capoluogo emiliano, e abbondantemente oltre il 20 per la storica città portuale e per la Capitale.

Unici 2 segni rossi per Palermo e Napoli: se la prima è sostanzialmente alla pari (-1%), e la città partenopea a far preoccupare con il suo -25,3% dopo aver fatto registrare solo 3 mesi un negativissimo -42,8% nell’ultimo trimestre 2013.
Gli esperti del settore però, guardano sotto una luce diversa il dato campano: le dismissioni del patrimonio pubblico del 2013 hanno influenzato i dati relativi all’anno passato in peso tale da far registrare questi picchi negativi. Ciò vorrà dire che ci si dovranno aspettare altre benchmark poco invitanti per Napoli e provincia. Stesso scenario, senza scusanti sul 2013 però, lo vive il settore terziario, in costante perdita da 2 anni e mezzo, e sembra che l’andamento non sia destinato a cambiare. Le attività complementari e di servizio, grande boom negli anni passati, mostrano anche nei dati sulle compravendite di immobili una fragilità strutturale che non può essere diversamente commentata.
Come il settore residenziale, anche quello commerciale mette il segno più, confermando una maggiore fiducia rispetto alla pesante crisi dal quale il paese sembra, pian piano, stia uscendo.
La cartina di tornasole sarà e dovrà per forza di cose essere la valutazione dei dati del secondo quarter che verrà diramata nel corso del mese di settembre.
Come avrebbero detto i combattenti del passato: per ora è vinta solo la battaglia, per conquistare la guerra il cammino è ancora lungo. Vedremo il secondo trimestre cosa ci riserverà.

www.lagazzettaimmobiliare.it

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L’imprenditore Giovanni Gelmetti intervistato sulle novità dell’edilizia e sul calo del mercato immobiliare

Secondo i dati, il 2013 è stato un anno nero per il mercato immobiliare. Le compravendite sono calate del 10% circa, con numeri al di sotto dei livelli del 1985. Abbiamo contattato l’imprenditore Giovanni Gelmetti, molto attivo nel settore, ideatore di uno dei grattacieli residenziali di Milano, la Giax Tower, per sentire il suo parere da esperto.

 

D: Cosa pensa si potrebbe fare per iniziare a risollevare l’immobiliare?

R: Secondo me, prima di tutto bisogna credere nelle innovazioni. Sono convinto che tutte le idee originali e creative che stanno nascendo e che si stanno sviluppando in Italia, porteranno un grande beneficio al nostro Paese.

 

D: A proposito di novità. Una delle ultime tendenze punta all’edilizia etica. Si stanno infatti sviluppando dei progetti di cohousing per anziani. In cosa consistono e cosa ne pensa?

R: Credo siano progetti imprenditoriali molto ambiziosi e lodevoli. Premetto che seguo particolarmente la filosofia del “coabitare”, che ho applicato anche per l’ideazione della Giax Tower, dunque sostengo fortemente queste iniziative. Il cohousing per anziani semplificherà la vita di molti, perché andrà in contro alle esigenze e alle necessità di chi non è in grado di pagare ingenti affitti, di chi è stanco di stare da solo, di chi vuole vivere bene nel contesto della propria abitazione. Ho sentito inoltre che in queste palazzine, che non hanno nulla a che vedere con le Residenze Sanitarie Assistenziali, ci saranno molteplici aree comuni, la possibilità di avere la spesa a domicilio, il personale domestico, servizi infermieristici e soprattutto la vigilanza 24 ore su 24.

 

D: Oltre allo sviluppo di “idee creative”, cos’altro potrebbe giovare al mercato?

R: Sicuramente la popolazione ha bisogno di incentivi. I giovani tendono a restare in famiglia, le famiglie faticano ad arrivare a fine mese, i pensionati non hanno abbastanza introiti, gli investitori non credono più nel settore e via dicendo, dunque la maggior parte degli italiani evita di acquistare, cambiare o costruire casa. C’è bisogno di un aiuto, una spinta da parte dell’alto, che faccia sentire alla popolazione un reale sostegno. L’immobiliare è un indotto incredibile dell’economia e bisogna prestarne particolare attenzione. Dopotutto, ognuno di noi deve avere una casa, è un bene primario.

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Prezzi medi degli appartamenti in Italia: -6,6% in un anno

Calano ancora i prezzi, ma le prospettive per il futuro fanno sperare nella ripresa del mercato immobiliare residenziale: è questo, in breve, il risultato emerso nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare residenziale italiano condotto da Gruppo Immobiliare.it (www.immobiliare.it) e relativo a tutto il 2013.

A livello nazionale il prezzo medio degli appartamenti in vendita è diminuito del 6,6% su base annua (da gennaio a dicembre 2013): il dato risente maggiormente della diminuzione registrata nel secondo semestre che, da solo, vede i prezzi contrarsi del 3,8%. Nel dettaglio, il prezzo medio ponderato degli appartamenti italiani si è assestato intorno ai 2.270 € per metro quadro.

«Il 2013, per il mercato immobiliare residenziale, è stato all’insegna di una generale flessione dei prezzi su tutto il territorio nazionale – dichiara Guido Lodigiani, Direttore Corporate e Ufficio Studi di Gruppo Immobiliare.it ma sono le città con più di 250.000 abitanti e gli appartamenti in vendita nel Sud Italia a soffrire in misura maggiore».  

Nord, Centro e Sud, grandi e piccole città

Scomponendo questi dati in base alle macro aree del Paese, il risultato mostra il Sud soffrire più del resto d’Italia: in questa zona il calo dei prezzi arriva al 7,2% in un anno, contro il -6,1% del Nord Italia. È il secondo semestre a pesare di più, visto che da giugno a dicembre i prezzi medi richiesti per metro quadro nelle regioni del sud si contraggono del 4,1%. In numeri: a dicembre 2013 per l’acquisto di un appartamento al Nord sono stati chiesti in media 2.273€/mq, al Centro 2.718€/mq, al Sud 1.941€/mq.

Interessante rilevare come le città più grandi (quelle oltre 250.000 abitanti) abbiano sofferto, nel corso dell’anno, una contrazione maggiore dei prezzi di vendita degli appartamenti: in un anno i prezzi sono scesi del 7,6%, arrivando ad una cifra media per metro quadro di 2.965 euro. Discorso diverso per i capoluoghi di provincia con meno di 250.000 abitanti: qui il calo semestrale è stato più basso della media nazionale: in un anno si è perso il 5,6%, cosa che ha portato i prezzi medi di vendita a 1.910 euro per metro quadro.

 

Affitti e Compravendite, il punto sull’offerta

Mentre i prezzi del mattone scendono sale l’offerta, tanto di appartamenti in locazione quanto di immobili messi in vendita: nel corso del 2013 gli indici relativi a vendita e locazione sono cresciuti rispettivamente del 4,2% e del 3%. Permane, tuttavia, la differenza di disponibilità sul mercato di appartamenti in locazione, meno numerosi di quelli in vendita.

Le città più care e le meno costose

Per quanto riguarda i prezzi medi richiesti per l’acquisto di un appartamento nei nostri capoluoghi di regione, i numeri dell’Osservatorio di Gruppo Immobiliare.it, relativi a dicembre 2013, non riservano grosse sorprese: pur con prezzi in calo, le città capoluogo di regione più care sono Roma, con 3.894€/mq (-8,2% nell’anno, -3,4% nel secondo semestre), Firenze, che si ferma a 3.683€ al metro quadro (-5,8% nell’anno, -2,9% nei sei mesi) e Milano che, registrando una flessione dei prezzi del 3,8% nell’anno e del 2,5% nel secondo semestre del 2013, arriva a 3.574€/mq.

Esattamente come nella rilevazione del primo semestre dell’anno, si confermano i capoluoghi meno costosi le città di Catanzaro (1.316€ al mq, in flessione del 9% nel 2013, ma in leggera crescita nel secondo semestre, con un +1.5%) e Perugia (1.635€/mq, con prezzi in calo del 5,7% nel corso dell’anno, del 2,6% solo nel secondo semestre).

Rimangono invariate anche le annotazioni sulle città capoluogo di regione con i cambiamenti più forti: quella che segna, nell’ultimo anno, la crescita maggiore dei prezzi richiesti per gli appartamenti è L’Aquila (+11,3%); quella che ha subito la contrazione maggiore, invece, è Venezia (-15,1%), trainata dalla forte diminuzione dei prezzi di Mestre.

 

Nel 2014?

«L’aumento dell’offerta, insieme agli incoraggianti dati del Crif che rivelano, a partire da luglio 2013, un trend positivo della domanda di mutuo rispetto allo scorso anno – continua Lodigiani ci portano a individuare tiepidi segnali di ottimismo per il 2014, anno in cui si prevede una ulteriore riduzione dei prezzi tra il 2 e il 4% ed una crescita della domanda, soprattutto per quel che riguarda gli immobili più “appetibili” per il mercato residenziale: bilocali e piccoli trilocali, in zone semicentrali delle città più grandi». 

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Il loft non fa più tendenza: cala la domanda e i prezzi si sono abbassati fino all’11%

Il cinema americano li aveva resi un cult, ma ora il mito dei loft sembra essere alquanto appannato e in meno di 5 anni i prezzi di questi immobili si sono ridotti fino all’11%. Secondo l’indagine condotta da Immobiliare.it (www.immobiliare.it) sul mercato dei loft in alcune delle più grandi città d’Italia, l’offerta in vendita cresce fino al 9% ma, al contempo, la domanda cala fino al 6%. Questo divario tra domanda e offerta produce una discesa dei prezzi a doppia cifra in tutto il Paese, appena più contenuta a Milano.
Quali sono le ragioni di un calo di interesse così marcato? «I loft hanno rappresentato l’espressione maggiore del boom del mercato immobiliare degli scorsi anni – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – ma oggi gli italiani sono tornati a desiderare abitazioni più tradizionali. Non va sottovalutato anche un altro problema: essendo un immobile di natura commerciale, non ci si può prendere la residenza e, quindi, per il loft non è possibile ottenere un mutuo prima casa».
Alcune volte capita di leggere annunci di loft “residenziali”, ma in quel caso si usa il termine in maniera impropria. L’accatastamento dei loft puro è nella categoria C3, ossia quella di “laboratori con permanenza di persone”. Proprio per questi motivi, quella del loft è una tipologia di immobile più adatta a professionisti che la utilizzano sia come studio privato sia come abitazione, a patto, però, che non necessitino di un mutuo prima casa per comprarlo.
Tornando ai risultati della ricerca, fra le città prese a campione i prezzi dei loft calano in maniera meno forte a Milano, dove la contrazione è pari al 6% rispetto al 2009. Va peggio a Roma e Bologna, con un calo del 10% rispetto al 2009; la riduzione più marcata è quella di Torino dove i prezzi richiesti per vendere un loft sono scesi dell’ 11%.
A far scendere i prezzi anche l’aumento dell’offerta cresciuta soprattutto a Torino e Bologna, dove si toccano rispettivamente punte del +8% e +9%, grazie ai molti interventi di riqualificazione di ex poli industriali che – in tempi più recenti rispetto a Milano e Roma – hanno portato alla crescita della disponibilità di spazi che possono essere adibiti a loft.
In ultimo una curiosità: forse perché gli spazi sono meno tradizionali rispetto a quelli classici di una casa, o perché sono più adatti a chi in casa passa meno tempo, ma a privilegiare il loft sono soprattutto gli uomini, che rappresentano il 57% della domanda.

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Mercato Immobiliare: Tanti buoni motivi per investire a Pisa

pisa panorama

La città di Pisa continua a distinguersi nel panorama del mercato immobiliare italiano. All’ombra della torre pendente i prezzi degli immobili hanno resistito più che altrove alla crisi – dal nuovo agli affitti, senza particolari flessioni – e non mancano elementi di dinamicità che fanno presagire la ripresa delle compravendite a partire da questo inverno. Ma quali sono i punti di forza di Pisa? Cosa contraddistingue il mercato immobiliare di questa piccola città toscana? Vale la pena investire a Pisa?

I numeri di Pisa. La città toscana famosa in tutto il mondo per la torre pendente è di per sé una città medio-piccola di circa 100mila abitanti, 200mila se si considerano anche i comuni dell’hinterland, sulla quale insistono tre università (60mila studenti), due strutture di livello nazionale (il Cnr e l’ospedale di Cisanello) e un aeroporto internazionale, il “Galileo Galilei”, capace di garantire 4,5 milioni di passeggeri l’anno. Inoltre l’amministrazione comunale è riuscita a varare progetti volti a riqualificare gran parte del tessuto urbano da qui al 2015, con investimenti complessivi per circa 30 milioni di euro, coperti al 60% dai fondi Piuss dell’Unione Europea (Info: http://www.pisa2015.it/).

Pisa guarda al futuro. La capacità di Pisa di attrarre investimenti ha fatto scrivere a L’Espresso che Pisa è uno dei pochi casi che l’Italia può vantare a Bruxelles. Ma non ci sono solo i Piuss. Altri progetti di rilievo che caratterizzano la dinamicità della città Toscana sono il porto turistico, da poco inaugurato a Marina di Pisa, e il programmato People Mover, ossia il collegamento veloce tra la stazione e l’aeroporto che impegnerà risorse per 78 milioni di euro e potrà dare un impulso allo sviluppo del lato Sud della città.

La situazione immobiliare. Per quanto riguarda più strettamente il mercato immobiliare, si evidenziano alcuni elementi determinanti e peculiari. Primo: l’amministrazione comunale ha recentemente scelto di limitare lo sfruttamento del territorio, incentivando i recuperi edilizi e gli edifici ad alto coefficiente energetico. Tradotto, a fronte di una richiesta costante assistiamo ad una offerta immobiliare del nuovo contingentata e di qualità, ecco perché i prezzi hanno tenuto più che altrove. Secondo: grazie alle università, all’ospedale e al turismo il mercato immobiliare di Pisa non si è mai fermato, sia sul fronte delle compravendite sia sul fronte degli affitti. Terzo e non ultimo: Pisa è stata la prima città in Italia – e per certi versi ancora l’unica – ad avere un “low cost” immobiliare, Dalproprietario.it, che propone immobili di privati e costruttori senza costi di mediazione.

Sfoglia il magazine DalProprietario onlineInvestire a Pisa grazie alle offerte di DalProprietario.it. Per capire quanto DalProprietario.it sia riuscito a far breccia nel cuore dei pisani è sufficiente sfogliare il magazine pubblicato ogni bimestre. In pubblicità i più importanti cantieri di Pisa e provincia e tanti annunci da privati, ognuno corredato da una ricca scheda descrittiva e soprattutto dsl numero telefonico per contattare direttamente il proprietario o l’impresa costruttrice, così da ottenere maggiori informazioni o fissare una visita e, in caso di conclusione positiva della compravendita, evitare i tradizionali costi di mediazione.

Tra i recuperi edilizi di rilievo (prevalenza di classe A) troviamo le riqualificazioni

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Rallenta il calo dei prezzi medi di vendita degli immobili in Italia: -0,6% in sei mesi

Segnali che fanno tirare un primo sospiro di sollievo, quelli relativi al mercato immobiliare nel primo semestre dell’anno: i segni restano negativi, ma il calo dei prezzi del comparto residenziale sembra prossimo ad arrestarsi e a ridare stabilità all’intero settore. È questo il primo dato emerso nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare residenziale italiano condotto da Gruppo Immobiliare.it (www.immobiliare.it) e relativo al primo semestre del 2013.
Se a livello nazionale il prezzo medio degli immobili in vendita è diminuito del 3,2% su base annua (da giugno 2012 a giugno 2013), la contrazione dello 0,6% nella prima parte dell’anno porta a leggere con meno apprensione del solito i dati sul mattone.
«Prosegue la flessione dei prezzi in tutto il territorio nazionale – dichiara Guido Lodigiani, Direttore Corporate e Ufficio Studi di Gruppo Immobiliare.it – ma le città con più di 250.000 abitanti e gli immobili in vendita nel Nord del Paese aiutano a tenere questa contrazione sotto l’1%. A settembre 2013 il prezzo medio ponderato degli immobili residenziali italiani si è assestato intorno ai 2.700 € per metro quadro».

Nord, Centro e Sud, grandi e piccole città
Analizzando i dati relativi alle macro aree del Paese, il primo semestre dell’anno ribalta i risultati della rilevazione precedente: se erano state le regioni meridionali quelle che avevano difeso meglio il valore immobiliare nel 2012, sono adesso le regioni del Nord ad avere la flessione più bassa del semestre (-0,1%), mentre nel Centro Italia la diminuzione è stata distribuita in parte nei sei mesi (-0,8%) ed in parte nell’anno (-3,5%).
In numeri: a giugno per l’acquisto di un appartamento al Nord si sono spesi in media 2.768 €/mq, al Centro 3.328 €/mq; al Sud 2.093 €/mq.
Interessante rilevare come anche le città più grandi (quelle oltre 250.000 abitanti) siano riuscite, nel corso dell’anno, ad arrestare la contrazione dei prezzi: per loro il primo semestre segna una generale stazionarietà (-0,1%), mentre il confronto con un anno fa rivela come i prezzi siano calati del 3,0%. Discorso diverso per i capoluoghi di provincia con meno di 250.000 abitanti: qui il calo semestrale è stato più forte (-1,4%), fenomeno che fa il paio con il -3,6% del confronto con giugno 2012.

Affitti e Compravendite, domanda e offerta
La bella notizia del semestre è legata alla crescita della domanda di immobili: tanto le domande di compravendita quanto quelle di locazione tornano a salire. Dopo una flessione iniziata nello scorso semestre e proseguita fino ad aprile 2013, da maggio si è registrata una netta inversione di tendenza della domanda locativa, cresciuta del 9% nell’ultimo semestre; più regolare la domanda di immobili in vendita, che è cresciuta lentamente, ma in modo costante (+7% nel semestre). Questo incremento si spiega anche con la presenza di una parte di domanda non soddisfatta negli ultimi anni, che si è sommata alla nuova domanda. Le rilevazioni sono in perfetta linea con i dati più recenti sui mutui per acquisto casa: anche qui, per quel che riguarda gli ultimi due mesi, si è sottolineata una leggera ripresa della domanda di finanziamento.
Per quel che concerne l’offerta (sia essa di locazione o di vendita), la crescita iniziata ad ottobre 2012 è proseguita senza sosta: nel primo semestre del 2013 gli indici dell’offerta in vendita e in locazione sono cresciuti rispettivamente del 5% e di oltre il 12%. Va detto, tuttavia, che la disponibilità sul mercato di immobili in vendita resta di molto superiore a quella di immobili in locazione, data la scarsa propensione degli Italiani ad affittare una loro proprietà: evidentemente, la tradizionale diffidenza degli italiani a locare sta lasciando spazio ad un maggior bisogno di mettere a reddito gli immobili, bisogno che si unisce ad un accresciuto timore per quel che riguarda le tasse da pagare sugli immobili sfitti.

Le più care e le meno costose
Per quanto riguarda i prezzi medi richiesti per l’acquisto di un appartamento nei nostri capoluoghi di regione, i numeri dell’Osservatorio di Gruppo Immobiliare.it, relativi a settembre 2013, non riservano grosse sorprese: le città capoluogo più care sono quelle d’arte. Pur con un forte calo rispetto ad un anno fa Roma è ancora prima (3.970€, -8,1% nell’anno, -4,4% nel semestre); la città supera Firenze, che si ferma a 3.772€ al metro quadro (-4,5% nell’anno, -2,9% nei sei mesi). A seguire troviamo Milano che, registrando una flessione dei prezzi del 2% nell’anno e dell’1,3% nel primo semestre, arriva a 3.660€.
Le meno care, invece, sono Catanzaro (1.273€ al mq, in flessione del 12,1% nel primo semestre 2013) e Perugia (1.651€ per mq, con prezzi in calo del 2,8% nel corso del primo semestre).
La città capoluogo di regione che segna, nell’ultimo anno, la crescita maggiore dei prezzi richiesti per gli appartamenti è L’Aquila (+5,7%), quella che ha subito la contrazione maggiore, invece, è Venezia (-12,8%), trainata dalla forte diminuzione dei prezzi di Mestre.

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In Grecia si può comprare casa con soli 10 mila euro, investimento bidone come a Detroit o Outlet in tempo di crisi?

 

Non è uno scherzo è lo scenario descritto dal quotidiano economico Imerisia in un reportage sul mercato immobiliare della Grecia. Un panorama che si basa sui dati provenienti da Pomida, l’Unione proprietari immobiliari greci.

La causa di questa svendita è determinato dalla crisi che ha intaccato l’economia ellenica, oggi i prezzi delle abitazioni al metro quadro sono talmente bassi che è possibile acquistare, ad esempio nel cuore di Atene, un appartamento a 10 mila euro.

Non si tratta di case da ristrutturare o in condizioni pessime, tutt’altro, sono immobili in cui sarebbe possibile vivere da subito, case pronte all’uso, quindi.

Il crollo dei prezzi avvertitosi soprattutto ad Atene consente oggi di acquistare casa in Grecia con una cifra pari a quella che in Italia servirebbe per comprare un’auto di piccola cilindrata, i prezzi sono vantaggiosi anche nel centro di Salonicco, a Patrasso o nella splendida Corfù e nell’isola di Creta.

Riportiamo qualche esempio giusto per chi fosse interessato ad investire i propri risparmi nel mercato immobiliare ellenico: “un appartamento di 55 mq al centralissimo quartiere Kypseli, palazzo del 1958 in ottime condizioni, si vende per undicimila euro. A Patisia, un appartamento di 68 mq in una palazzina del 1976 si vende a settemila euro. A Salonicco, 50 mq in vendita a diecimila euro. A Corfù, una villetta fuori città di 55 mq con un piccolo giardino, diecimila euro”.

Ma anche con questi prezzi, gli immobili rimangono invenduti e vuoti, il problema principale sono le tasse, fin dallo scoppio della crisi, la proprietà immobiliare è stata la fonte più sicura e cospicua di entrate per le casse dello stato.

Sugli immobili pesa la paritetica della nostra Imu che si chiama “tassa straordinaria di solidarietà” che sarà in vigore fino al 2016 , ma il vero problema è la rivalutazione del valore catastale, che seppur decretato nel 2011 viene calcolato sui valori di mercato del 2005, quindi si tratta di valori più elevati di tre o quattro volte rispetto a quelli attuali.

La Pomida ha stimato un numero elevatissimo, tra 200 e i 270 mila in tutto il paese, di appartamenti vuoti e indica una soluzione che aiuterebbe quantomeno i proprietari di case sfitte, quella di cedere questi immobili al demanio a saldo delle tasse dovute, visto inoltre che da quest’anno lo stato ellenico ha deciso di rinchiudere in carcere per un anno tutti coloro che risultano insolventi di almeno 50 mila euro verso l’ufficio delle imposte.

I quartieri centrali sono stati un po’ alla volta abbandonati dai residenti greci e al loro posto sono arrivati molti immigrati, ma oggi, gli stessi immigrati, specie gli albanesi, hanno fatto ritorno in patria lasciando vuoti gli appartamenti in affitto in cui risiedevano, sui proprietari pesano quindi tasse e costi di mantenimento insostenibili vista la crisi.

La crisi dello stato ellenico non può che riportare alla mente il fallimento di Detroit e il disastro economico americano, anche se qui la situazione è ancora più critica.

Le case vengono vendute online per un valore che ha del ridicolo, si tratta di alloggi di 120-140 metri quadri con tre camere da letto, due bagni, cucina e salone venduti a 300 euro, e se ne trovano altri da 100 euro o da 50, basta fare un giro virtuale sui siti di agenzie immobiliari ad esempio Realtor.com.

Qui l’investimento che se ci si fermasse al prezzo parrebbe assicurato ha in realtà alcune grosse pecche:

 

  1. 1.    Le abitazioni super low-cost si trovano in quartieri ormai fantasma, dove vige la criminalità, alcuni lettori commentano stupiti dai prezzi gli annunci nei siti di saldi immobiliari: «mi domando se il pacchetto comprenda anche le munizioni che ti servono per evitare di essere impallinato in giardino»
  2. Le case, a differenza di quelle vendute in Grecia, sono interamente distrutte, la delinquenza ha lasciato completamente vuote le abitazioni.
  3. Le case sono tutte pignorate e abbandonate da anni, chi decide di acquistare deve quindi accollarsi tutte le tasse di proprietà anche degli anni precedenti che non sono state regolarmente versate.
  4. Chi compra deve per giunta pagare la commissione all’agenzie immobiliare e non appena si firma il contratto l’immobile subisce in automatico la rivalutazione, questo significa un aumento immediato delle tasse di proprietà.

 

Difficile in questo caso pensare ad un affare, nonostante il prezzo allettante iniziale, l’investimento nasconderebbe in realtà il rischio del classico “bidone”.

Queste case a 300 euro non rappresentano allo stato attuale nessun affare viste le difficoltà a cui andrebbero incontro i futuri proprietari, inoltre è quasi impensabile che in futuro la zona possa essere riqualificata.

Attenzione quindi prima di investire dei risparmi a non considerabile come variabile appetibile sono il prezzo.

 

 Link alla news : http://www.gianpaololuzzi.it/?p=3208

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Il valore del tuo immobile

Vuoi conoscere il valore del tuo immobile?

Conoscere il valore dei propri immobili, in un periodo di flessione economica come quello che stiamo vivendo, permette di guardare al
mercato immobiliare in modo più consapevole e attento.

Gli investimenti nel settore immobiliare non hanno mai conosciuto crisi, ma molte insidie si celano nelle varie fasi di una trattativa di compravendita.
Diventa dunque indispensabile conoscere prima di tutto il valore reale di un immobile, collocato sempre in un preciso contesto di mercato ma inflazionato spesso da errate considerazioni personali, non ultimo il valore affettivo.

Chi siamo

Manila Immobiliare mette a disposizione la propria esperienza maturata nel settore immobiliare in anni di lavoro nel trevigiano e in località
turistiche balneari della provincia di Venezia.
I nostri consulenti visiteranno il tuo immobile senza alcun impegno. È un servizio gratuito.

www.manilaimmobiliare.it

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Mercato immobiliare: prezzi medi di vendita in calo del 2,7%

Se il sogno degli italiani è sempre la casa ora, complice la crisi, l’obiettivo non è più l’acquisto bensì l’affitto: secondo Immobiliare.it nel primo semestre 2012 la domanda di immobili in locazione è cresciuta a un ritmo due volte superiore rispetto a quella degli immobili in vendita e il trend si conferma anche sul fronte dell’offerta.

Queste le prime evidenze emerse dall’analisi del mercato immobiliare residenziale nel primo semestre 2012, elaborata da Immobiliare.it (www.immobiliare.it) sulla base delle rilevazioni effettuate sugli oltre 700.000 annunci presenti quotidianamente sul sito. Lo studio rivela che, da gennaio a giugno, il prezzo medio di vendita delle abitazioni nei capoluoghi italiani è sceso del 2,7%.

«La difficoltà ad ottenere un mutuo ha reso l’iter per l’acquisto di una casa sempre più complesso – dichiara Guido Lodigiani, Direttore Corporate e Ufficio Studi di Gruppo Immobiliare.ited è naturale che gli Italiani abbiano dirottato il loro interesse verso soluzioni in affitto, pur perdendo i vantaggi del risparmio forzoso che garantisce l’acquisto di una casa; il calo dei prezzi di vendita degli immobili è diretta conseguenza di questo fenomeno».

Domanda e offerta nel primo semestre 2012

Le rilevazioni sul fronte della domanda di compravendita indicano un trend positivo, interrotto solo nel mese di giugno, che ha portato a una crescita complessiva della domanda del 10%. Un dato positivo, ridimensionato però se confrontato con il ritmo di crescita (doppio) della domanda di appartamenti in locazione. Anche sul fronte dell’offerta di case in vendita si registra un incremento deciso (+9%), ma, ancora una volta, inferiore a quello che ha interessato gli affitti (+16%).

Le ragioni del fenomeno non sono da ricercare solo nelle dinamiche dell’economia, ma anche nei cambi normativi che hanno interessato il settore immobiliare. È questo il caso dei tanti proprietari di immobili, magari con necessità di liquidità e difficoltà di vendita, che hanno preferito concedere in locazione il bene posseduto per evitare di sostenere la nuova tassazione IMU per immobili inutilizzati.

Il fattore prezzo

Analizzando le città italiane dal punto di vista sia geografico sia di densità di popolazione, si nota come tutto il territorio nazionale sia contraddistinto da un calo dei prezzi medi di vendita. La maglia nera spetta al Sud e alle isole – con la Sardegna che raggiunge quasi il -7%, seguita da Basilicata e Puglia che si attestano a -4% – anche se al Nord non va meglio, con decrementi che superano il 5%, fatta eccezione per Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige dove si segnalano dati positivi. Solo il Centro Italia sembra tenere: qui il livello di decrescita si arresta all’1,1% e l’Abruzzo – unica regione italiana – segna dati positivi in ogni Provincia.

Se si tiene conto delle dimensioni delle città, invece, si registrano significative differenze: nei centri di grandi dimensioni (che superano cioè i 250 mila abitanti) la contrazione dei prezzi è stata, in media, più rilevante (-3,4%) rispetto a quella evidenziata nelle città più piccole (-1,5%). Tra i capoluoghi fanalino di coda della classifica è la città di Venezia (-8,0%) seguita da Palermo (-7,5%), mentre Roma e Milano “tengono” registrando rispettivamente -1,0% e -1,9%.

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Italiani attendisti: tiene la fiducia nel mercato immobiliare,la propensione all’acquisto resta al 45%.

Nonostante mesi di crisi economica, e un Natale all’insegna dell’austerity, gli Italiani  si confermano dei “moderati ottimisti”, perlomeno per quel che riguarda il mercato immobiliare. Secondo Immobliliare.it resta stabile, infatti, la percentuale degli italiani che pensano che questo sia un buon momento per comprare casa: dopo il brusco scivolone degli scorsi mesi (a luglio era al 54%), l’ultimo trimestre dell’anno conferma la percentuale del 45%, la stessa riscontrata nella rilevazione di ottobre.

Non cambia, quindi, il dato rilevato dall’Indice di Fiducia dei consumatori (www.immobiliare.it/fiducia-consumatori), che monitora la percezione degli Italiani rispetto all’andamento del mercato immobiliare; basandosi sul parere di un campione di oltre 5.000 utenti interessati al tema della ricerca di immobili, avendo negli ultimi tre mesi effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio, consente di “tastare il polso” al mercato da una prospettiva privilegiata.

«È il complesso delle variabili macroeconomiche a determinare questa situazione “attendista”, che frena da sei mesi la propensione all’acquisto – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – e il mercato immobiliare non è esente dall’impasse nazionale. Tuttavia, il fatto che la percentuale dei propensi all’acquisto sia rimasta tale negli ultimi sei mesi ci dice che gli Italiani continuano ad affrontare in modo corretto questi tempi difficili. Oltretutto, l’aumentare di coloro che pensano a questo come un momento non buono per vendere è espressione del tentativo di non svendere il proprio patrimonio: si evitano investimenti impegnativi, ma anche la svalutazione di ciò che si possiede.»

I risultati dell’indagine
La stabilità della propensione degli italiani all’acquisto immobiliare, emersa nell’analisi, fa il paio con l’aumento degli Italiani che ritengono sia più conveniente rimandare gli investimenti immobiliari all’inizio del 2013 (21,72% vs 19,2%). Stabile attorno al 20% la percentuale dei pessimisti, che non ritengono questo un buon momento per comprare. Se questo è il quadro emergente per quel che concerne l’acquisto, la situazione non cambia sul fronte della vendita: rispetto al 66% registrato tre mesi fa, adesso sale al 71% la percentuale degli italiani che ritengono che non sia un buon momento per vendere. Scende al 9,25% (era l’11% ad ottobre) la percentuale di chi si aspetta tempi migliori tra 12 mesi.

L’indagine ha poi “tastato il polso” agli italiani anche per quanto riguarda il loro sentiment circa i prezzi degli immobili: per il 47,42% del campione i costi sono destinati a calare, con un aumento di circa dieci punti percentuali in soli tre mesi; di contro, il 29% del campione si aspetta stabilità (era il 32% ad ottobre), e solo il 17,24%  teme un aumento (era il 22,5%).

La fiducia lungo lo stivale
I dati emersi dall’indagine di Immobiliare.it consentono di leggere la diversa percezione degli Italiani in merito all’evoluzione del mercato immobiliare. Va detto, innanzitutto che l’Umbria, da sei mesi prima in classifica in quanto a percezione positiva circa l’acquisto, perde ben 7 punti percentuali: pur restando prima, si ferma al 55,56%. La segue la Sardegna, che compie in tre mesi un balzo in avanti, aumentando la percentuale dei propensi a comprare di quasi dieci punti percentuali. È interessante notare che mentre nel secondo e nel terzo trimestre del 2011 le regioni che mostravano un sentiment positivo nei confronti del mercato erano soprattutto nelle zone del Nord e del Centro Italia, adesso la classifica mostra una generale alternanza tra tutte le aree della nazione. Nella zona più “pessimista” della classifica, ad ogni modo, troviamo solo regioni del Sud Italia: Abruzzo (29,73%), Sicilia (34,52%) e Calabria (34,88%).

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La ricerca di un appartamento in vendita a Roma: quali zone preferire?

Un bel giorno è il momento di comprare casa, la scelta è sempre Incredibilmente difficile. E’ sempre più difficile trovare la casa adatta alle proprie esigenze o scegliere tra un terreno edificabile, un immobile indipendente, o un appartamento (loft, monolocale, bilocale). Tutto dipende dalle necessità di ognuno e dagli esborsi economici che si può sobbarcare una persona o una coppia. Ancora meno semplice sarà ottenere un finanziamento adeguato alle proprie esigenze. E poi, al giorno d’oggi, bisogna fare attenzione a non incappare in persone prive di scrupoli, disposte a vendere un alloggio in condizioni apparentemente perfette che nascondono le grane più impensate, come le infiltrazioni di acqua sul muro Nord, o che magari ritirano un anticipo per poi sparire nel nulla. E’ anche molto comune cedere alla tentazione di un un’offerta incredibile per poi ritrovarsi a vivere nei quartieri peggiori sia dal punto di vista ambientale che sociale.

E allora a chi rivolgersi? In quale zona acquistare? E soprattutto, come si può orientare la propria scelta in unametropoli gigantesca come Roma, che presenta una realtà così complessa?

In buona parte, la scelta giusta dipende dalle nostre aspettative e da quello che intendiamo per qualità della vita. Molti preferiscono la villa autonoma, altri gli appartamenti. Alcuni vorrebbero sempre stare al centro della città, altri preferiscono la periferia.

Ma cerchiamo di esaminare un po’ meglio, con un punto di vista neutrale, la situazione degli immobili della capitale d’Italia. Comprare un immobile nel centro storico di Roma è per molti una prospettiva impossibile a causa dei prezzi incredibilmente elevati. La popolazione della città è diminuita dal 1981 eppure i costi di ville e appartamenti non hanno mai smesso di aumentare perché per gli investitori gli immobili sono ancora il miglior modo per fare fruttare il proprio denaro. Per questa ragione continuano a sorgere quartieri periferici, decadenti e degradanti, con appartamenti dai prezzi che mettono in difficoltà le persone.

Chi ha la possibilità economica e può considerare di andare ad abitare al centro di Roma, deve pensare che si troverà sempre in mezzo alla calca, a tanta bellezza e cultura e che disporrà di tutti i servizi, ma dovrà anche rassegnarsi a convivere con il rischio degli scippatori. Piazza Campo dei Fiori e Piazza Navona sono sempre frequentate da ragazzi e tutori dell’ordine fino a tarda notte, ma al centro, soprattutto la sera, bisogna stare con gli occhi aperti ovunque.

Le zone notoriamente da evitare, se possibile, della capitale sono Stazione Termini, il Trullo, il Laurentino 38. Una bellissima zona è invece quella del parco del Celio, una delle migliori di Roma. Tra i quartieri più o meno centrali, poco vivibili sono l’Esquilino, zona Piazza Vittorio Emanuele e dintorni. Un po’ fuori Roma, le zone peggiori sono Torbellamonaca e Ostia.

Chi preferisce la vita in periferia, dovrà fare i conti con tutta un’altra serie di problematiche.

Quando si va ad abitare appena nelle zone periferiche dei grandi centri urbani, bisogna anche tenere conto di trasporti e servizi. Ci sono scuole e negozi nei dintorni? Si è automuniti? La zona è servita da mezzi pubblici efficienti? Quali sono i rischi che si corrono durante lo spostamento dal quartiere alla città? Sarà possibile rivendere l’immobile?

Se si vuole provare a scegliere un appartamento nella periferia della capitale, bisogna prestare attenzione alle pubblicità menzogniere, come quelle che parlano di “metropolitana leggera”, mentre si tratta di un umilissimo treno.

Ci sono anche delle zone, nella parte più esterna di Roma, che venti-trent’anni fa erano pubblicizzate come location da sogno e oggi molti li trovano tuguri fatiscenti e sulla via del degrafo, come l’Acqua Marcia, sopra la Magliana. Si tratta di una zona non bella e senza servizi. Quindi niente negozi, supermercati e trasporti pubblici decenti.

Anche Malafede, tra Roma e Ostia è un ammasso di palazzi poco gradevoli dal punto di vista estetico, che costano più dell’Acqua Marcia. Per arrivare a Roma c’è solo la via del mare e l’ostiense che la mattina sono completamente paralizzate dal traffico.

E poi c’è Ponte di Nona, una borgata di campagna dove gli abitanti si lamentano di vivere come dei reclusi.  Per arrivare a Roma bisogna passare anche in questo caso per delle vie paralizzate dal traffico.

Bisogna fare attenzione anche alle  quelle definizioni di aree che vengono descritte come “a pochi minuti da Roma” perché spesso si tratta di quartieri in altri comuni, lontani dalla capitale e mal serviti dai mezzi pubblici. Per raggiungere il centro di Roma si dovrà prendere un treno e cambiare due o tre volte. Con l’auto invece, i consumi di carburante saranno sempre elevati, e ci sarà sempre il rischio di trovarsi inchiodati a causa del solito incidente stradale.

Le zone periferiche sono anche le meno sicure di sera.

In ogni caso, che si acquisti un appartamento a Roma o in periferia, si dovrà verificare lo stato all’interno dell’appartamento, l’esposizione al sole, le condizioni degli impianti, la necessità di eventuali interventi sull’immobile, le spese da pagare e la presenza di eventuali carichi pendenti.

Chi è interessato all’acquisto di appartamenti in vendita a Roma, non deve essere precipitoso e dovrà fare una analisi di costi e benefici.

All’inizio, prima di accollarsi un mutuo o danni difficilmente riparabili e per conoscere a fondo la zona in cui si andrà ad abitare, si può prendere un appartamento in affitto.  Si potranno conoscere in questo modo molto bene sia gli immobili del posto che le fasce di prezzo.

Si possono anche acquistare libri e riviste e rivolgersi a personale qualificato. Quando si acquista casa è infatti buona regola affidarsi a dei professionisti del settore, in grado di offrire informazioni attendibili e garanzie concrete.

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Acquistare casa: aumenta la fiducia dei consumatori

Dopo aver attraversato un periodo non proprio positivo, sembra che ci siano dei segnali che fanno ben sperare per il mercato immobiliare in Italia.

Il periodo di crisi che ha colpito vari settori negli ultimi anni non ha lasciato scampo nemmeno al settore immobiliare, che infatti negli ultimi tempi non stava attraversando un periodo proprio felice.

Sembra però che la situazione, adesso, sia in lento miglioramento, almeno a sentire le opinioni di molti italiani, che si dicono fiduciosi nei confronti del mercato immobiliare, convinti che questo sia un buon momento per investire sul mattone rivolgendosi a delle agenzie specializzate in vendita casette, appartamenti e immobili in genere.

È questo quello che emerge da un sondaggio effettuato da immobiliare.it sulla fiducia dei consumatori nei confronti del mercato immobiliare. L’indagine, condotta su un campione di persone che sono attive nella ricerca di una casa in vendita o che lo sono state negli ultimi sei mesi, o che ancora hanno pubblicato un annuncio immobiliare, rivela un generale ottimismo degli italiani nei confronti della compravendita immobiliare. Alla domanda “Secondo te, quale sarà l’andamento dei prezzi degli immobili nel corso del prossimo anno”, la maggioranza degli intervistati (il 43%) si è infatti detta convinta che la situazione rimarrà stabile. I prezzi diminuiranno invece secondo il 29%, percentuale più alta rispetto al 20% di chi pensa che i prezzi si alzeranno. Anche per quanto riguarda la domanda relativa alla propensione all’acquisto (“pensi che sia un buon momento per acquistare casa”), la maggior parte degli intervistati ha risposto affermativamente (54%), mentre si è più cauti per quanto riguarda la vendita (ben il 61% pensa infatti che non sia un buon momento per vendere casa).

Se il dato nazionale riguardante la propensione all’acquisto di una casa è positivo, lo è ancora di più quello riguardante alcune singole regioni. Nelle regioni del centro-nord, in particolare (con l’eccezione del Trentino) l’ottimismo e la fiducia degli intervistati nei confronti del mercato immobiliare è ancora più accentuata. Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte sono le regioni più ottimiste in questo senso. Diversa è invece la situazione nelle regioni del Sud: i dati riguardanti la fiducia di chi cerca casa in queste regioni, infatti, riflettono una certa diffidenza nei confronti del settore. A ritenere che questo non sia un buon periodo per comprare casa sono soprattutto gli abitanti della Campania, della Calabria e della Puglia.

La convinzione che si tratti di un momento positivo per acquistare casa deriva sicuramente dalla convinzione che i prezzi delle case non aumenteranno nel prossimo futuro. Molti credono dunque che questo sia un buon momento per investire sul mattone, e il fatto che i più ottimisti si trovino al nord è facilmente spiegabile dal reddito mediamente più alto e dall’economia più dinamica del nord rispetto alle regioni del sud, elementi che permettono di caldeggiare l’ipotesi di fare un investimento di questo tipo. Non ci sono invece differenze sostanziali tra nord e sud per quanto riguarda la propensione alla vendita appartamenti o case: in tutte le regioni, e in particolare in Umbria, Toscana, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, gli italiani non sembrano molto convinti che sia un buon momento per vendere.

L’indagine, pur basandosi sulle opinioni e le impressioni dei consumatori, e non su dati tecnici riguardanti l’andamento del mercato, può essere però molto utile per avere un quadro generale della situazione.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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Immobiliare.it lancia l’Indice sulla fiducia dei consumatori

Gli Italiani hanno nuovamente fiducia nel mercato immobiliare: il 54% di loro crede sia il momento giusto per comprare casa. Questo è il primo dato ricavato dall’elaborazione dell’Indice Immobiliare.it sulla fiducia dei consumatori (www.immobiliare.it/fiducia-consumatori), che da oggi e periodicamente tasterà il polso degli Italiani in merito alla loro sensazione circa l’andamento del mercato immobiliare.

«Si tratta di un indicatore sintetico – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – in grado di dare la giusta lettura di quella che è la percezione dei consumatori in merito alla compravendita immobiliare. Spesso il pessimismo o l’ottimismo della popolazione incidono e determinano in maniera netta l’andamento di un settore; per questo crediamo sia indispensabile fornire delle analisi attendibili in merito».

L’indagine è stata svolta su un campione di oltre 5.000 uomini e donne che, avendo negli ultimi sei mesi effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio immobiliare, sono interessati al tema della ricerca di immobili.

I risultati

I risultati, come detto, rivelano ottimismo da parte degli Italiani: se per il 54% di loro è un buon momento per acquistare casa, per il 16% del campione analizzato prevale l’idea che il mercato sarà in condizioni migliori il prossimo anno ed occorra, quindi, attendere un po’ prima di pensare a comprare casa. Pensa non sia un buon momento per acquistare, invece, il 15% degli intervistati.

Per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia, vale a dire l’idea che sia il momento adatto per vendere casa, dall’indagine è emersa una generale titubanza: la percentuale di chi ritiene sia un buon momento per farlo si ferma al 13%, contro il 61% di chi pensa l’esatto contrario. Il motivo è principalmente riscontrabile nel fatto che la valutazione dell’immobile è spesso più bassa di quanto non fosse 2-3 anni fa, per questo chi possiede un immobile è restio a venderlo, rimandando la decisione in vista della ripresa dei prezzi. Preferirebbe, infatti, attendere un anno nella speranza di tempi migliori, il 12% del campione.

Per quel che concerne i sentimenti circa l’andamento dei prezzi degli immobili emerge, ancora una volta, ottimismo: nel 43% dei casi prevale l’idea che, nei prossimi dodici mesi, i prezzi di vendita resteranno sostanzialmente stabili, mentre per il 29% degli intervistati addirittura caleranno. Solo nel 20% del campione censito la sensazione è di segno opposto, con l’idea che invece si assisterà a un incremento dei prezzi degli immobili.

Uomini e donne: differenze di comportamento e di percezione

Piuttosto interessanti appaiono le differenze tra donne e uomini per quanto riguarda il loro sentimento sull’andamento del mercato immobiliare: tra i due generi, quelli che appaiono più fiduciosi sono gli uomini, che credendo sia, nel 55,4% del campione, un buon momento per comprare, si pongono ben al di sopra della media nazionale; le donne, di contro, sono ferme al 51,6%.
Sono ancora le donne a ritenere non sia un buon momento per vendere: nel 63,3% dei casi sia meglio aspettare. Gli uomini, forse perché più ottimisti, guardano al mercato immobiliare con maggior dinamismo e, nel 14,6% dei casi, reputano favorevole il momento per vendere, contro il 10,6% delle donne. Allo stesso modo, negli uomini è più forte l’idea che le prospettive per il mercato immobiliare siano più che buone: la percentuale di chi ritiene che i prezzi di vendita restino stabili, o addirittura diminuiscano nel prossimo anno, arriva al 75,4%. Tra le donne il valore resta ben al di sotto, fermandosi al 67,4%.

La fiducia di regione in regione

Per quanto riguarda le differenze regionali, è interessante notare come la fiducia degli Italiani nel futuro del mercato immobiliare segua piuttosto fedelmente l’andamento dell’economia delle singole regioni: quelle che mostrano una fiducia maggiore nel mercato immobiliare – ritenendo sia un periodo propizio per comprare – si trovano nel Nord e nel Centro-Nord. Emilia Romagna (59,4%), Toscana (59,3%) e Lombardia (59%) sono le Regioni che guardano con maggiore ottimismo al mercato immobiliare.

Altri dati interessanti: gli Umbri sono i meno convinti che quello attuale sia un buon momento per vendere casa (con l’86,3% il loro è quasi un plebiscito), anche perché, più di tutti, ritengono che i prezzi, nei prossimi mesi, siano destinati a salire (lo pensa il 27,5% del campione, percentuale più alta in assoluto a livello nazionale). Campania (38,6%), Liguria (35,2%) e Puglia (32,2%) sono le tre regioni più propense a ritenere che entro l’anno i prezzi delle case scenderanno, mentre credono a una sostanziale stabilità del mercato nei prossimi mesi soprattutto Molisani (addirittura con il 60%), Lucani (55,3%) ed Emiliano-Romagnoli (47,3%).

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Attico.it apre ai Gestionali Immobiliari e ai Franchising

Attico.it, portale di annunci immobiliari di B&P Editori Srl, tra i migliori e più visitati in Italia, con i suoi oltre 500.000 annunci e con più di 20.000 inserzionisti tra privati, agenzie immobiliari e imprese edili, apre le porte ai gestionali immobiliari, offrendo la possibilità alle numerose agenzie che utilizzano questi software di pubblicare i propri annunci in modo automatico. Tra i portali leader nazionali del settore real estate classifieds, Attico.it è quello che ha registrato nel 2010/2011 la crescita maggiore, scalando il ranking Nielsen e rappresentando oggi una delle scelte obbligate per chi utilizza il web per cercare, vendere o affittare casa e immobili ad uso commerciale.

Le recenti partnership di Attico.it con quindici tra i più importanti software gestionali d’Italia consentono ora alle agenzie immobiliari, in modo semplice e veloce, l’esportazione diretta delle proprie inserzioni, senza necessità di iscrizione a MyAttico, la piattaforma di registrazione gratuita offerta dal portale e prevalentemente rivolta agli utenti privati.

Negli ultimi giorni, inoltre, Attico.it ha dato l’opportunità anche ai franchising di dare visibilità ai propri annunci sul portale. Il primo a cogliere questa opportunità è stato PrimaCasa, presente sul mercato dell’intermediazione immobiliare dal 1990 e che ad oggi conta oltre 120 agenzie affiliate, concentrate prevalentemente sul centro-nord.

Grazie a queste nuove collaborazioni, i 50.000 utenti che ogni giorno visitano Attico.it hanno oggi la possibilità di trovare la casa che desiderano avendo a disposizione una più ampia e qualitativa scelta di immobili su tutto il territorio nazionale.

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Genova: il mercato immobiliare cresce e ogni metro quadro costa 2.870€. E le case sono più piccole della media italiana


All’ombra della lanterna i costi non sono bassi, anzi. Il mercato immobiliare genovese ha fatto segnare un importante incremento (+5,2% nel settore residenziale secondo i dati dell’Agenzia del Territorio) e, non una sorpresa, anche i prezzi degli affitti cominciano a salire.

Immobiliare.it ha analizzato il mercato immobiliare del capoluogo ligure, scoprendo che il costo medio di vendita è di 2.870 euro per metro quadro e che, sempre in valore medio, la superficie dei quasi 305.000 appartamenti censiti in città è approssimativamente pari a 80 metri quadri, 10 meno rispetto al valore italiano.

La zona di Nervi è risultata essere la più cara in assoluto (5.445 euro a metro quadro il prezzo richiesto) seguita, ma a notevole distanza da Albaro (5.090€), Carignano e Quinto, entrambe assestate su una richiesta media di 4.278€.

Nella zona del Centro i prezzi migliori si spuntano a Corso Magellano o a San Fruttuoso dove per comprare si spendono rispettivamente una medi di 2.600 e 2.750 euro; stando all’Ufficio Studi di Immobiliare.it, nella zona di Ponente è il quartiere Prà a far registrare i prezzi più alti (3.500 euro al metro quadro) seguito da Pegli dove i prezzi oscillano fra i 3.480 euro a metro quadro per le case che si affacciano sul lungomare e i 3.285 euro per quelle nell’interno.

In dettaglio, continuando nell’esame degli oltre 4.300 annunci di vendita pubblicati su Immobiliare.it e relativi a Genova si evidenzia come nella zone di Levante i prezzi siano sensibilmente più alti che negli altri quartieri della città. Se, come detto, la media cittadina è di poco inferiore ai 2.900 euro, nel Levante genovese si arriva, sempre in media, ai 4.400 euro.

A vincere la palma della zona più economica, l’area a Nord della città; qui la media è di 2.450 euro al metro quadro, con gli estremi nell’area Molassana-San Gottardo (2.960 euro) e in quella di Pontedecimo (1.960 euro). Il quartiere in assoluto risultato più economico per comprare casa a Genova è risultato essere Sampierdarena (zona Via Buranello) dove le case costano poco più di 1.500 euro al metro quadro.

Secondo Immobiliare.it meritano un discorso a parte gli immobili dati in affitto. Come detto, nello scorso anno le compravendite immobiliari sono cresciute, a Genova, più del 5% e questo ha alimentato anche il mercato degli affitti.
Nuovi acquisti hanno generato necessità di incasso e, complice anche il presumibile ingresso sul mercato di immobili in stato migliorato, oggi i canoni di locazione sono aumentati di circa 350 euro annui. Per affittare un bilocale a Genova servono mediamente 630 euro al mese che diventano 800 euro se abbiamo bisogno di un trilocale.

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E’ online il nuovo Attico.it!

Nuova release per Attico.it, portale di annunci immobiliari di B&P Editori Srl, con oltre 500.000 annunci e quasi 12.000 inserzionisti, tra agenzie immobiliari e imprese edili. La nuova versione, rinnovata nella grafica e nelle funzionalità a meno di un anno dal lancio della precedente, costituisce un ulteriore passo avanti in funzione dell’usabilità e della user experience.

Già in Homepage l’interfaccia grafica offre diverse novità: la mappa dell’Italia, navigabile per regione, provincia, comune e zone, permette una ricerca più intuitiva, rapida e precisa; il dettaglio delle zone, nelle grandi aree urbane, consente una ricerca ancora più mirata e customizzabile in base alle singole esigenze.

Rinnovata anche la visualizzazione dei risultati di ricerca: gli annunci possono essere presentati con il classico elenco, tramite galleria fotografica o filtrando esclusivamente le “nuove costruzioni”. Nelle inserzioni è ora possibile visualizzare la data di inserimento, parametro importante per gli utenti, la planimetria, il virtual tour fotografico e il video, che offrono maggiore completezza all’annuncio.

Molto interessante, per gli utenti e per gli inserzionisti, la possibilità di fare un’offerta per l’immobile visionato e di essere avvisati se questo diminuisce di prezzo; tale funzionalità è presente a fine di ogni singola inserzione.

Come nella precedente release, a prescindere dalla presenza o meno di immobili in linea con la ricerca fatta, gli utenti possono richiedere un immobile direttamente agli operatori della zona compilando il modulo presente all’interno del portale.

Un’altra novità della nuova release è lo “sharing” (condivisione) delle singole inserzioni: è possibile condividere l’annuncio nei diversi social network o inviare lo specifico link ad altri contatti email.

La funzione “elenco” delle Agenzie Immobiliari e Imprese di Costruzioni presenti in Attico.it permette di creare un contatto diretto e veloce tra l’utente e il responsabile cercato.

Altra importante novità è l’inserimento della sezione “Compra e vendi casa con le nostre guide”, in cui sarà possibile soddisfare dubbi e curiosità riguardanti normative e fasi preparatorie per poter acquistare o vendere la propria casa. L’analisi dei diversi argomenti è un utile elemento per valutare al meglio ogni scelta di mediazione con agenzie immobiliari, per analizzare i nuovi provvedimenti e regole su mutui, piano casa, efficienza energetica e altro ancora.

Per gli amanti della versione cartacea, con lo “Sfoglia le riviste” è possibile visionare gli annunci pubblicati sulla rivista distribuita in molte grandi città, presso centri commerciali, agenzie immobiliari, etc.

Attico.it è capofila di un network di portali immobiliari di cui fanno parte anche PrendiCasa.it, Immobilmente.com e CasaXY.it: ogni annuncio inserito su Attico.it ha visibilità anche sugli altri del circuito.

Per venire incontro alle diverse esigenze dei clienti, Attico.it offre anche consulenze e realizzazioni di siti professionali.

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Abitazioni a Grosseto: secondo semestre 2010

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  • 29 Aprile 2011

Secondo un recente studio di settore a cura di Tecnocasa, le quotazione delle abitazione a Grosseto nel secondo semestre del 2010 sono rimaste sostanzialmente invariate.

Da una parte si è registrata una diminuzione delle compravendite per di abitazioni con fascia di prezzo che va dai 190 ai 230 mila euro, ma sono contestualmente aumentate le compravendite di abitazioni della fascia superiore o inferiore a questa fascia. Il dato conferma il fatto che sono le fasce medie quelle che più hanno risentito della crisi economica.

In forte crescita risultano inoltre essere gli affitti a Grosseto, che rappresentano una scelta obbligata per chi non riesce ad accedere al credito e da chi non possiede un lavoro a tempo indeterminato. In questo caso il canone medio per un bilocale va dai 450 ai 500 euro, mentre si sale a circa 600 euro al mese per un trilocale.

Per quanto riguarda la provincia di Grosseto, si segnala una ripresa delle compravendite di prima casa nelle zone di Roccastrada, Ribolla e Massa Marittima. Sono in calo, a differenza degli anni passati le persone che investono sulla seconda casa. Completamente diversa invece la situazione sul litorale, dove a causa di prezzi sempre importanti, si vendono poche prime case e le compravendite registrate riguardano quasi esclusivamente le seconde case per il mare; un cenno in particolare alla zona di Follonica, che mantenendo prezzi molto più convenienti rispetto alle altre località turistiche della Maremma, ha visto un secondo semestre 2010 molto buono ed ottimo inizio dell’anno in corso.

Per quanto riguarda la provincia di Grosseto, si segnala una ripresa delle compravendite di prima casa nelle zone di Roccastrada, Ribolla e Massa Marittima. Sono in calo, a differenza degli anni passati le persone che investono sulla seconda casa. Completamente diversa invece la situazione sul litorale, dove a causa di prezzi sempre importanti, si vendono poche prime case e le compravendite registrate riguardano quasi esclusivamente le seconde case per il mare; un cenno in particolare alla zona di Follonica, che mantenendo prezzi molto più convenienti rispetto alle altre località turistiche della Maremma, ha visto un secondo semestre 2010 molto buono ed ottimo inizio dell’anno in corso.

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Immobiliare.it: la cucina dei sogni è sempre più grande e quasi il 20% degli italiani la vuole ad isola.

Chi cerca casa online è molto deciso e preciso. Sa quello che vuole e arriva addirittura a specificare la marca degli arredi. Ma soprattutto, rivuole la cucina.
È questo uno dei dati emersi dallo studio reso noto da Immobiliare.it, il più importante sito italiano di compravendite immobiliari , che ha analizzato le richieste dei 6 milioni di italiani che ogni mese cercano casa sul web scoprendo che la cucina, negli scorsi anni sempre meno apprezzata come ambiente separato, oggi torna di moda e il 16% di chi intende comprare casa la pretende molto grande e ad isola. Se si guarda solo alla fascia di mercato medio alta questa percentuale arriva a sfiorare il 40% (38% il dato preciso) e il 14% di questi arriva a specificare anche la marca.
Gli italiani, a quanto sembra, se parlano di cucine non hanno vie di mezzo. O è piccolissima, a vista e integrata nel salotto (ma mai dire la parola cucinotto, in questo caso il 98% di chi cerca casa si rifiuta di vedere l’immobile), oppure, appunto, diventa la protagonista di casa, se ne affida il disegno a grandi designer e diventa il luogo dove ricevere gli amici.
Già perché cambia anche la funzione. In una società che sempre più spesso corre e si confronta con ritmi frenetici, la cucina non è solo il luogo in cui si ritrova la famiglia, ma molto più spesso quello in cui si fa “rappresentanza” e si ricevono gli amici.
Solo al Sud e nelle cittadine di provincia, dove i ritmi sono ancora più rilassati e, cosa non trascurabile, sono meno le donne lavoratrici, la cucina resiste nella sua forma e funzione classica di ambiente casalingo riservato al nucleo familiare e ai suoi momenti di condivisione (qui, spesso, in cucina trova spazio anche la tv).
In cima alle richieste degli italiani anche la tecnologia e se è un dato di fatto che oltre il 50% delle case del Bel Paese vanti almeno un elemento di domotica (l’automazione delle tapparelle, o dei riscaldamenti o, ancora, degli impianti di illuminazione quelli più diffusi), il wi fi diventa sempre più importante e, per molte persone alle prese con la scelta della casa, un benefit irrinunciabile.
Nel corso degli ultimi 50 anni, però, sono tanti i casi di stanze o ambienti che in poco tempo sono passati dall’essere considerati irrinunciabili all’essere evitati come se fossero il peggior errore possibile nel progettare una casa. Solo per fare alcuni esempi si potrebbero citare i corridoi, le stanze di ingresso, lo studio, i balconi, i doppi saloni e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Quale sarà la prossima moda immobiliare?

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Case in vendita con o senza agenzia immobiliare ?

agenzia immobiliare firenze

Riuscire a trovare un compratore per una casa in vendita disposto a portare a buon termine la trattativa accettando le richieste economiche iniziali non è un operazione facile per persone inesperte del mercato immobiliare e senza esperienze di vendita in generale, spesso si commettano errori sia nella valutazione sia nel proporre in modo corretto l’immobile valorizzando i suoi punti di forza riuscendo a farli presenti ai potenziali compratori. Spesso si perdano anni nella ricerca della persona realmente interessata, finendo per abbassare notevolmente il prezzo iniziale per riuscire a realizzare la transazione, perdendo così grosse somme di denaro per la necessità di ottenere una liquidità che sarebbe stata raggiunta molto più agevolmente e convenientemente se avessero anche solo segnalato l’immobile ad un’ agenzia immobiliare. Il mercato immobiliare è in continuo movimento e varia offerte prezzi e trend di richieste in base sia a fattori locali sia a fattori economici nazionali che finiscano per influire in decisione importanti come possano essere l’acquisto di una casa, per questo motivo soprattutto in un momento di stagnazione e di difficoltà economiche per gran parte delle persone, riuscire a promuovere le case in vendita in modo proficuo è un’operazione sempre più esclusiva di operatori professionisti come le agenzie immobiliari che investano cifre importanti per la promozione delle proprie offerte immobiliari. Le trattive immobiliari presentano varie fasi da affrontare in modo preciso e consapevole per evitare errori che potrebbero portare a perdite di tempo e di soldi anche per queste fasi è necessario farsi affiancare da varie figure professionali di fiducia che supporteranno la trattiva nelle fasi del rogito e del contratto.

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Il miglior investimento è ancora quello del mattone..

Diverse sono le motivazioni che hanno portato a questa situazione favorevole del mercato immobiliare; in primo luogo il calo dei prezzi degli immobili stessi, un’ampia offerta quindi assieme ad una maggiore disponibilità delle banche ad elargire mutui favorevoli. Anche le migliori guide sugli investimenti lo suggeriscono: gli investimenti immobiliari in italia sono gli affari migliori.

Il segreto secondo gli esperti del settore è di cercare il buon affare, questo è il tempo migliore per farlo.
I fattori che contribuiscono alla convenienza non sono da sottovalutare; i prezzi non sono mai stati così concorrenziali, per quanto riguarda il mercato medio nelle città, ma il discorso vale sia per i centri minori che per i grandi agglomerati e le città delle regioni italiane più ricche e benestanti (un esempio sono gli immobli san fior situati nei pressi di Conegliano e Vittorio Veneto) che per le aree più povere del nostro paese. Inoltre c’è una grande offerta, in particolare di immobili nuovi e recenti (si parla di circa 250.0000 abitazioni disponibili sul nostro territorio) che porta a ridurre ulteriormente il prezzo d’acquisto dell’immobile.

I tassi per chi deve rivolgersi alle banche per ricevere un prestito finanziario, non sono mai stati così favorevoli, per un mutuo a tasso fisso la percentuale è ferma al 2% mentre per il tasso variabile si va al 5%. Una situazione economica e soprattutto immobiliare più che conveniente per chi si approccia a comprar casa o a investire in un immobile nuovo. A medio lungo termine questa situazione potrebbe variare, questa è la situazione migliore che, secondo gli esperti, non bisogna farsi scappare.

Quando si decide di acquistare un nuovo immobile è utile tener presente alcuni fattori ed elementi fondamentali, particolari che successivamente potrebbero tornarci utili, soprattutto nel caso in cui volessimo a nostra volta rivendere l’immobile acquistato. In primo luogo la collocazione della casa, se si trova cioè in un quartiere residenziale, se è servito e raggiunto dai mezzi di trasporto, vicinanza ad aree verdi a scuole e servizi vari. Se poi si tratta di un investimento all’estero si dovrà valutare anche la situazione economica e politica del territorio nel suo complesso.
Nel momento in cui si acquista è bene fare prima anche i calcoli delle dimensioni della casa, verificando i cambiamenti interni alla nostra famiglia, per non trovarsi una volta comprato l’immobile a doverlo cambiare dopo pochi anni per l’arrivo di figli. In questo caso il consiglio di molti esperti immobiliaristi è di mettere in affitto il vecchio appartamento (numerosi sono infatti gli affitti nelle città italiane), e in questo modo pagare il mutuo per la nuova casa.
Un buon consiglio da seguire questo, sfruttando questa situazione economica favorevole per il mondo immobiliare, numerose sono le agenzie che offrono il servizio e la vendita diretta immobili . Un buon consiglio da seguire questo, sfruttando questa situazione economica favorevole per il mondo immobiliare. La casa alla fine è un luogo importante nella nostra vita, dove si svolgono eventi e situazioni che a noi sono cari, e se non vi trovate bene nel posto in cui siete, le possibilità ora ci sono, molte e varie e per tutti i gusti…

Articolo a cura di Elena Tondello

Prima posizione Srl – marketing operativo

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Mercato immobiliare a Bergamo: situazione incerta

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  • 27 Ottobre 2010

Una fase di transazione dai contorni incerti, situazione in negativo, ma in miglioramento. Questa la situazione delineata dal presidente FIAB di Bergamo Giuliano Olivati, sul mercato immobiliare bergamasco: “I dati congiunturali della Camera di Commercio sull’economia bergamasca nel terzo trimestre dell’anno delineano una fase di transizione, in un quadro con contorni ancora incerti”.

Nel settore delle costruzioni si conferma la tendenza al peggioramento, dichiara Olivati, con un “-2,8% rispetto al -0,2% del precedente trimestre”.

Lievemente negativo, ma in miglioramento, il settore dei servizi alle imprese con un -0,4% dopo il -3,3%. “Le prospettive per il trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo vedono prevalere di poco i pessimisti (-1,3% rispetto al precedente saldo di +9%); positive ma in attenuazione le previsioni per l’occupazione (+4,5% contro il precedente +5,7%)”, dichiara Olivati, che prosegue: “Sin da quando qualcuno ha cominciato a dire che si vedeva la luce in fondo al tunnel noi abbiamo predicato prudenza, un conto infatti è rilevare un’inversione di tendenza e l’inizio della lenta risalita, un altro è dare la ripresa come un trend consolidato. Nel settore immobiliare conforta verificare la solida tenuta della domanda, alla quale però spesso non corrisponde un’adeguata politica di pricing che tenga conto del calo medio dei valori immobiliari, un buon -20% rispetto ai picchi del 2007. Purtroppo quei proprietari che vagheggiano una macchina del tempo che li riporti indietro di tre anni sono destinati a rimanere al palo, e rischiano di perdere i benefici di una fase comunque dinamica, con molti potenziali acquirenti a caccia di buone trattative.

Ed in conclusione, Olivati ammonisce: “Il rischio non è la trattativa ma il calo verticale della domanda, che ingripperebbe il mercato immobiliare. Per fortuna a Bergamo la voglia di casa resta fortissima, e come agenti immobiliari professionali la nostra mission è proprio la mediazione tra le esigenze di domanda e offerta, per trovare un punto d’incontro di reciproca soddisfazione, che consenta a famiglie e investitori di coronare il loro sogno di una casa nuova”.

Per uno sguardo sulle proposte immobiliari di Brescia, rimandiamo alla pagina degli appartamenti Bergamo.

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Valutazione degli immobili: in arrivo, finalmente, gli standard internazionali

Sembra ormai al tramonto l’era del perito che, chiamato a valutare un immobile, si barcamena tra prezzi al metroquadro irreali e valutazioni soggettive, quasi fosse un critico d’arte. La rivoluzione normative è ormai alle porte: il Codice delle valutazioni immobiliari dell’Abi, ora in fase di consultazione alla Banca d’Italia e all’agenzia del Territorio, imprime un’ulteriore accelerazione all’applicazione degli standard di valutazione internazionali, riprendendo i princìpi già contenuti nel Codice delle valutazioni immobiliari di Tecnoborsa. Finalmente, aggiungiamo noi di DalProprietario.it, poiché un sistema di valutazione corretto non può che favorire la vendita diretta degli immobili, tagliando fuori tutti quegli intermediari che sulle valutazioni “soggettive” hanno sempre cercato di lucrare.

Utilizzare gli standard significa rendere il processo di valutazione trasparente, così da consentire a chiunque di verificarne la correttezza. Più nello specifico, significa affidare le valutazioni a procedimenti quantitativi basati su rilevazioni di dati reali. Già la prima edizione del Codice di Tecnoborsa, risalente al 2000, e l’ultima, datata dicembre 2005, avevano introdotto in Italia novità di questo tipo. Ma ben più importante è la svolta di oggi, varata col Codice Abi. Un codiche che segnala la crescente attenzione del mondo bancario nella valutazione degli immobili posti a copertura delle esposizioni creditizie, anche in relazione alle istruzioni di vigilanza dettate dalla Banca d’Italia alla fine del 2006.

Il nuovo testo, tuttavia, è ancora provvisorio e l’adesione dei singoli istituti sarà volontaria. Nel frattempo, però, può essere utile vedere come già oggi gli standard internazionali stiano cambiando le perizie. Un esempio ci arriva dal metodo del confronto di mercato, il più usato per il residenziale, nel quale gli standard impongono di individuare il prezzo di vendita di uno o più immobili simili a quello da valutare e di ragionare per differenza. Così, per valutare un alloggio collocato al quarto piano, sarà utile conoscere il prezzo al quale cinque mesi prima è stato magari venduto l’alloggio al piano sottostante. Più dettagliatamente il procedimento della perizia sarà il seguente: il perito dovrà correggere il prezzo di vendita del comparabile (così è denominato l’immobile simile), tenendo conto dell’evoluzione del mercato negli ultimi ciqnue mesi e della differenza di valore legata al piano. Ovviamente più comparabili ci sono e meglio è, ed un bravo perito non dovrà tralasciare nella comparazione altri elementi, come ad esempio lo stato di conservazione dei vari immobili sotto osservazione.

Il Codice Abi, va osservato in coclusione, purtroppo si ferma qui. Negli Stati Uniti, dove questo metodo è usato fin dagli anni Trenta, si tiene conto anche di alcune caratteristiche qualitative, come ad esempio l’esposizione dell’alloggio o la sua luminosità. Solamente iniziando a raccogliere dati statistici sulla variazione dei prezzi in base a queste caratteristiche, sarà presto possibile introdurre anche in Italia standard di valutazione qualitativa. E allora sì che ogni casa avrà il prezzo che si merita, senza dimenticare che una buona rilevazione statistica dovrà necessariamente rivolgere più attenzione agli immobili posti in vendita diretta, piuttosto che alle compravendite dove un’eventuale mediazione, per forza di cose, finisce sempre con l’interferire sul prezzo finale.

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Quotazioni Immobili – BlucasaGroup Partecipa all’Osservatorio Immobiliare FIAIP

Si è svolta ieri 06 Maggio 2010 presso la “Sala del Consiglio” della Camera di Commercio di Padova la presentazione dell’ Osservatorio Immobiliare FIAIP, ovvero l’annuale documento che riporta i prezzi a metro quadro degli immobili di Padova e provincia.

Alla stesura hanno partecipato tutti gli iscritti alla FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) e tra tutti un significativo contributo l’ha dato Blucasagroup che con le proprie cinque agenzie presenti a Padova e nella zona Termale di Abano , Montegrotto e Torreglia ha fornito dati precisi e significativi.

Blucasagroup, un gruppo immobiliare di professionisti con esperienza che, anche attraverso l’ausilio di stumenti come l’ Osservatorio Immobiliare, è in grado di effettuare Valutazioni e Quotazioni Immobiliari
in maniera corretta e precisa e di vendere la vostra abitazione al giusto prezzo di mercato.

Sul sito blucasagroup.it si possono consultare inoltre molte soluzioni di immobili in vendita e in affitto in grado di soddisfare le vostre esigenze.
Per qualsiasi informazione sui nostri Immobili siamo a vostra disposizione sia sul Sito sia nelle nostre Agenzie di Abano centro, Abano Monteortone, Montegrotto, Torreglia e Padova.
Emanuele Marcadella Resp.Marketing e Comunicazione
[email protected]
Blucasagroup S.r.l.
Corso delle Terme 101
35036 Montegrotto Terme (PD)
Tel: 0498910074
www.blucasagroup.it

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torino: prezzi delle case di seconda mano in crescita del 3,5% nel secondo trimestre

• 2.347 euro/m2 il prezzo medio di un immobile sotto la mole
• l’aumento più tangibile nella zona periferica di aurora – rebaudengo (+3,4%). centro storico per la prima volta sotto i 3mila euro/m2

milano, 6 luglio 2009 – tornano a salire i prezzi delle case a torino nel secondo trimestre 2009, in modo più deciso rispetto al lieve rialzo registrato nei primi tre mesi dell’anno (+0,3%)

da aprile a giugno, le quotazioni immobiliari sotto la mole sono aumentate mediamente del 3,5%, portando il prezzo medio delle case a 2.347 euro/m2

il dato emerge dall’analisi periodica sui prezzi effettuata dall’ufficio studi di idealista.it (www.idealista.it) su un campione di 715 immobili di seconda mano presenti nel portale

scendendo nel dettaglio delle zone cittadine, le uniche flessioni riguardano la zona borgo vittoria – vallette (-0,8%; 1.905 euro/m2) e soprattutto il centro storico, dove i prezzi calano per il secondo trimestre consecutivo (-1,4%; 2.990 euro/m2) attestandosi, per la prima volta da quando è iniziata l’analisi di idealista.it, al di sotto della soglia dei 3.000 euro/m2

in rialzo le quotazioni negli altri quartieri cittadini. l’incremento più importante si registra nell’area di aurora – rebaudengo (+3,4%; 1.739 euro/m2), periferia nord-orientale, che comunque rimane la più economica della città; rivalutazione sulla quale potrebbe aver inciso il progetto della metropolitana che migliorerà i collegamenti con il centro cittadino

aumentano i prezzi anche nei quartieri occidentali, a san paolo–san donato (+0,7%; 2.387 euro/m2), che riconferma così il trend positivo dello scorso trimestre, e a santa rita–lingotto-mirafiori (+0,3%; 2.172 euro/m2), che ribalta il dato negativo della precedente analisi (-1,2%)

“le quotazioni immobiliari della città di torino sono in ripresa – afferma paolo zanetti, amministratore delegato di idealista.it – ma il dato complessivo non deve ingannare. infatti, questo nuovo e più deciso rialzo è dovuto alla rivalutazione dei quartieri periferici di aurora–rebaudengo. una performance sulla quale incide la nuova domanda di case sostenuta da cittadini extracomunitari attratti da prezzi più accessibili e la prospettiva di un miglioramento della vivibilità dell’area grazie al progetto della metropolitana che avvicinerà la periferia al centro cittadino”

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