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23 Agosto 2022

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Cosa fare quando si resta chiusi fuori di casa?

La vita, come ben sappiamo, a volte ci riserva degli inconvenienti inattesi. Può capitare che, proprio in un giorno speciale, l’auto non parta oppure che si perda il portafoglio durante un viaggio all’estero. Tra tutte le seccature che possono capitare c’è anche quella di restare chiusi di fuori di casa. Succede, ad esempio, quando si spezza la chiave all’interno della serratura, o quando la serratura, dopo tanti anni di onorato servizio, si blocca senza un apparente motivo.

Se un inconveniente del genere si verifica di giorno il problema può essere risolto con diverse opzioni, se invece capita di notte la situazione appare decisamente più complicata. Ad ogni modo il primo consiglio è sempre lo stesso: mantenere la calma.

Il secondo consiglio è quello di valutare attentamente la situazione. Se la serratura è integra e funzionante ma è solo la chiave a non essere disponibile potrebbe essere una buona idea contattare chi potrebbe avere una chiave di riserva (un parente, la domestica, ecc). Se questa azione non è perseguibile allora potremmo valutare di accedere nell’immobile con altri metodi fai da te.

Ovviamente, come proprietari, dovremmo conoscere perfettamente l’immobile e valutare la presenza di punti di accesso alternativi (una finestra che spesso resta aperta, una porta molto vecchia, ecc) e pensare quale tra questi percorsi potrebbe consentire l’accesso senza dover danneggiare la struttura o parti di essa. È utile tenere a mente che sempre sconsigliata qualsiasi manovra temeraria tipo l’accesso dal tetto o qualsiasi azione che possa mettere a rischio la propria incolumità o quella degli altri.

Se i precedenti interventi non hanno risolto la situazione diventa necessaria l’assenza si professionisti. Ci sono due opzioni: rivolgersi ad un fabbro oppure ai vigili del fuoco.

Quando rivolgersi al fabbro

Esistono numerosi professionisti che offrono un servizio di apertura porte blindate rendendosi disponibili 24 ore. Quindi, anche nel bel mezzo della notte, potrebbero intervenire in maniera rapida e risolvere il problema.

Questa categoria di professionisti, grazie all’ esperienza nella lavorazione dei metalli, dispone di tutti gli strumenti necessari a forzare una serratura, o farla cedere consentendo un rapido accesso (di solito nell’arco di mezz’ora è possibile rientrare in casa). I migliori professionisti cercano di raggiungere l’obiettivo senza dover danneggiare la porta blindata e suggerendo esclusivamente la sostituzione della serratura che ha dato problemi.

Quando rivolgersi ai vigili del fuoco

I vigili del fuoco possono essere contattati quando le altre opzioni sono state scartate o quando è rimasto qualcuno in casa (un bambino, o un anziano) che potrebbe essere a rischio. È utile ricordare che l’intervento dei VdF potrebbe non essere immediato (se sono coinvolti in casi più urgenti) e non è gratuito. Una volta constata la situazione i vigili sceglieranno come intervenire: forzando la serratura usando un punto d’accesso alternativo. Non è escluso che per accedere all’immobile alcune strutture vengano danneggiate (un vetro, una finestra o una porta, ad esempio).

Concludendo

Come avrete compreso le opzioni di intervento sono molto differenti tra di loro a seconda della situazione di partenza. Mantenendo la calma e analizzando con cura quali possibilità abbiamo effettivamente a  disposizione possiamo prendere la decisione migliore  per risolvere il problema e garantire la nostra sicurezza anche in futuro.

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10 curiosità sulle ricette italiane che amerai

Il cibo è una parte enorme della cultura italiana e noi italiani lo prendiamo molto sul serio.

Così seriamente in effetti, che alcuni abbinamenti di cibo, se richiesti in un ristorante, possono farti guadagnare sguardi strani o addirittura alzare gli occhi!

In questo articolo troverai alcuni fatti divertenti e interessanti sul cibo italiano e alcune tradizioni al riguardo che possono essere divertenti da imparare e aiutarti a goderti ancora di più le ricette della tradizione e a infrangere le regole consapevolmente, se lo desideri!

La pizza Margherita è la regina di tutte le pizze

La Pizza Margherita è la regina di tutte le pizze e non solo per la sua popolarità ma anche per le sue origini.

La pizza Margherita deve il suo nome a una vera regina, la regina Margherita di Savoia, per la quale questa pizza fu preparata per la prima volta.

La storia racconta che lo chef napoletano Raffaele Esposito un giorno decise di creare un piatto degno di una regina e creò una pizza che avesse i colori della bandiera italiana: rossa (sugo di pomodoro), bianca (mozzarella) e basilico (verde) – un tricolore commestibile!

La pizza napoletana è patrimonio mondiale dell’UNESCO

La pizza è disponibile in diverse varianti ma la pizza che si mangia a Napoli, fatta secondo tradizione, è così speciale che l’UNESCO ha dichiarato l’arte di renderla patrimonio immateriale!

In effetti, non c’è niente di simile e se sei abbastanza fortunato da assaggiare la vera pizza napoletana, è difficile tornare indietro e goderti qualcos’altro!

Ci sono oltre 300 formati di pasta in Italia

La pasta è l’alimento principale della dieta italiana e arriva in tavola, letteralmente, in tutte le forme e dimensioni.

Ad oggi puoi acquistare oltre 300 tipi di pasta fresca e quella secca. L’Italia produce oltre 3 tonnellate di pasta ogni anno.

In Italia, il tipo di pasta lunga più diffuso

I formati di pasta lunga più diffusi in Italia sono gli spaghetti, mentre quelli corti più diffusi penne, rigatoni, fusilli e farfalle.

Alcune paste sono disponibili in due formati ‘rigato’ (con piccole scanalature) e ‘liscio’: scegli sempre ‘rigato’ perché assorbe meglio il sugo!

Il pane toscano non ha sale per ragioni storiche

Se avete mai assaggiato il pane toscano, avrete notato che è fatto senza sale, caratteristica che lo rende sorprendentemente delizioso!

Il motivo della mancanza di sale è storico: pare che Pisa avesse il controllo sul commercio del sale e, nel 1100, impose una tassa sul sale.

Firenze ha deciso di resistere, si è rifiutata di pagare e ha creato il pane senza di esso, rendendolo così buono da diventare uno dei cibi più famosi della regione!

La cucina siciliana è fortemente influenzata dai sapori arabi

La cucina siciliana è diversa da quella di molte altre regioni e ha alcuni sapori sbalorditivi come il marzapane e il cuscus che la distinguono dagli altri nell’Italia continentale.

La ragione di questa differenza è l’influenza della meravigliosa cucina araba che arrivò in Sicilia durante il periodo della civiltà araba e anche per la vicinanza all’Africa settentrionale.

Il Prosciutto di Parma non è solo prosciutto crudo

Il prosciutto di Parma è spesso chiamato “prosciutto crudo” in italiano, tuttavia, non tutto il prosciutto è prosciutto di Parma!

Il prosciutto di Parma è una denominazione alimentare specifica di un prodotto originario della regione di Parma e noto per una tradizione e tecnica di preparazione particolarmente importanti.

Il vero prosciutto di Parma è tutelato dalla normativa comunitaria ed è ora DOP, quindi solo il vero prosciutto può essere commercializzato con questo prestigioso nome

Il Parmigiano Reggiano risale al medioevo

Il Parmigiano Reggiano, altro alimento made in Italy ormai conosciuto in tutto il mondo, esiste da oltre 9 secoli!

La storia racconta che fu creato per la prima volta dai monaci benedettini in Emilia, la regione ancora famosa per la sua produzione.

I pomodori non sono originari dell’Italia

Il pomodoro, considerato uno degli alimenti base della dieta mediterranea, è arrivato in Italia dall’America.

Sono entrati nella dieta mediterranea solo a metà del XVI secolo ma hanno preso così bene che ora sono coltivati ​​in diverse parti del paese e ampiamente utilizzati in cucina.

Nessuno sa dove sia nato il tiramisù

Non è del tutto chiaro dove sia nato il Tiramisù ma si racconta che sia nato a Treviso, che è la città con le maggiori pretese sulla sua paternità.

Al giorno d’oggi è così diffuso in Italia che lo trovi ovunque tu sia.

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Industria siderurgica ostaggio della Russia (grazie al gas)

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  • 23 Agosto 2022

Se la Russia contro l’Ucraina sta usando certe armi, contro l’Europa ne sta usando altre. Mosca ci tiene in ostaggio grazie all’energia, della quale è la nostra principale fornitrice.
Ne fa le spese la nostra industria, in special modo quella del settore più “energivoro”, come la siderurgia.

Il gas mette in ginocchio l’industria

industria siderurgicaDopo aver faticosamente imboccato la via di uscita dal tunnel del Covid, la siderurgia adesso si trova in una situazione ancora peggiore. Perché gli ordini in aumento non bastano, se i costi per produrli diventano esorbitanti a causa delle bollette.

Lo stop di fine agosto annunciato da Gazprom ha di nuovo alzato la tensione e il nervosismo. La nostra industria teme che ci si avvii verso uno stop autunnale. Infatti a questi livelli di prezzo del gas, l’aggiornamento di ottobre delle tariffe ARERA (l’Autorità dell’energia) potrebbe portare al raddoppio delle bollette.

Il costo del gas

Il prezzo del gas, dopo essere stato a lungo dentro un pattern rettangolo, si è affacciato sui 300 euro, facendo balzare la prospettiva di un razionamento per ridurre i consumi.

Secondo un recente studio degli economisti del MES, uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei paesi di Eurolandia già a fine anno, innescando razionamenti e recessione. Senza interventi per tagliare i consumi, il Pil dell’eurozona perderebbe l’1,7% con un impatto del 2,5% per le due nazioni più esposte, Italia e Germania.

I timori della siderurgia

La questione energetica ha inevitabili impatti negativi sulle filiere dell’industria, oltre che ovviamente sulle bollette dei cittadini.
Si è capito che fino alla fine dell’inverno saremo ostaggio delle decisioni di Putin. E questo acuisce la preoccupazione per tutti quei settori gasivori, che rischiano di dover fermare le fabbriche.

La produzione di acciaio, come noto, richiede l’utilizzo di molta energia. Alcuni forni delle acciaierie utilizzano principalmente corrente, altri riscaldano i laminati col metano.
Ma mentre il prezzo dell’energia cresce, quello dell’acciaio cala per via della riduzione della domanda. Si sta delineando una broadening formation (andamento a megafono) che produce un mix economico devastante per l’industria.

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L’esperienza di Copma nel settore dell’igiene ambientale e della sanificazione

Puntando su ricerca, tecnologie all’avanguardia e specializzazione, Copma ha raggiunto una posizione apicale nel settore nazionale dei servizi alle imprese. Fondata a Ferrara nel 1971, è ideatrice e proprietaria dell’innovativo sistema di sanificazione Pchs® (Probiotic Cleaning Hygiene System).

Copma

Copma, realtà d’eccellenza nel Made in Italy

Incrementare la qualità dei servizi per generare un miglioramento nella qualità della vita: si esprime così l’obiettivo che Copma, società cooperativa ferrarese, persegue fin dalla nascita avvenuta agli inizi degli anni ’70. Oltre 50 anni di attività che hanno consentito all’azienda di sviluppare sistemi e tecnologie dal grande impatto innovativo, risultato di decenni dedicati alla ricerca e sviluppo. In tal modo Copma riesce ad esprime standard elevati in materia di pulizia e sanificazione ambienti per grandi comunità – ad esempio, Pubblica Amministrazione, aziende sanitarie e ospedaliere, industria e uffici – così come per impianti di trattamento aria in edifici di qualsiasi dimensione. È specializzata, inoltre, nella manutenzione, progettazione e realizzazione di aree verdi sia pubbliche che private. Negli anni la realtà di Ferrara ha esteso le proprie attività anche in altri segmenti del terziario, una crescita realizzata partecipando in diverse società attive nella cura e diagnostica, nel trattamento e smaltimento rifiuti e nel settore immobiliare.

Il sistema Pchs® di Copma, i traguardi e le certificazioni

Grazie all’esperienza maturata negli anni, Copma ha ideato e messo a punto un innovativo sistema di sanificazione denominato Pchs® (Probiotic Cleaning Hygiene System). Realizzato in collaborazione con l’Università di Ferrara, Pchs® consente di ridurre le infezioni ospedaliere impiegando specifici detergenti microbici, procedure certificate, un controllo microbiologico e l’utilizzo di materiali innovativi in microfibra. Tale sistema garantisce una riduzione del 52% delle infezioni ospedaliere rispetto ai disinfettanti chimici tradizionali, nonché una protezione di 24 ore contro il Covid-19, presentando anche vantaggi in termini di costi e ridotto impatto ambientale. La qualità raggiunta è attestata da diverse certificazioni di settore, tra cui Qualità (UNI EN ISO9001), Responsabilità Sociale (SA8000), Sistema di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001) e Sicurezza del lavoro e Tutela della salute (UNI ISO 45001). Dal 2010 il suo Sistema Qualità è riconosciuto conforme allo Standard ANMDO – IQC, identificando Copma quale partner affidabile per le grandi aziende ospedaliere. Non da ultimo, Copma è stata insignita del “Merit Award” da parte dell’Ente di Certificazione SGS Italia, che premia le realtà più efficienti nel sistema globale di gestione.

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Nicola Volpi: BIC Capital e QCapital insieme per il nuovo percorso di crescita di OTK Kart Group

I nuovi investitori andranno ad affiancare la famiglia Robazzi, che resta alla guida del Gruppo. A guidare il club deal Nicola Volpi, esperto di private equity.

Nicola Volpi

Nicola Volpi: OTK Kart Group, espansione e nuovi business gli obiettivi del nuovo percorso

“OTK è un’eccellenza del tessuto imprenditoriale italiano, da decenni leader mondiale di un interessante settore. Insieme vogliamo contribuire a scrivere una nuova pagina della sua gloriosa storia”. Con queste parole Nicola Volpi, ex Permira, ha commentato l’operazione annunciata nei giorni scorsi da OTK Kart Group. Il leader mondiale dei go-kart ha deciso di rinnovare l’assetto societario affidandosi ad un club deal organizzato da BIC Capital e QCapital. Il gruppo di investitori acquisirà il 70% del capitale dell’azienda di Prevalle, proprietaria del marchio Tony Kart e della squadra corse “Tony Kart Racing Team”. L’ingresso dei nuovi soci, guidati da Nicola Volpi (Founder di BIC Capital) e Stefano Miccinelli (Presidente di QCapital), si accompagna ad un obiettivo ben preciso: l’avvio di un nuovo percorso di consolidamento sui mercati internazionali. Oggi il Gruppo della Famiglia Robazzi distribuisce i suoi prodotti 100% Made in Italy in oltre 70 Paesi con filiali negli USA, in Giappone e a Singapore. Ma il trend più che positivo degli ultimi anni parla chiaro: il business dei kart da competizione è destinato a crescere, specie in Nord America, Australia ed Europa. Ed è in questi mercati che OTK Kart Group vuole continuare ad espandersi.

OTK Kart Group, Nicola Volpi e soci al fianco della famiglia Robazzi

“Le sfide del futuro – ha dichiarato Nicola Volpici vedranno impegnati, al fianco della famiglia Robazzi, in un percorso di ulteriore crescita della società con l’obiettivo di espandersi in nuovi business e su nuovi mercati internazionali”. Il rinnovato assetto societario non andrà quindi ad inficiare la governance dell’azienda, che resterà alla Famiglia Robazzi. Roberto Robazzi, confermato nel ruolo di Presidente e Amministratore Delegato di OTK, ha commentato: “Oggi è un giorno speciale per la nostra azienda che grazie all’apporto di nuovi soci entra in una nuova emozionante fase del suo percorso di crescita”. Percorso che, tuttavia, non si limiterà a rafforzare la presenza del Gruppo sui mercati esteri: nelle intenzioni dell’azienda c’è anche la volontà di sviluppare nuove linee di prodotti full electric e puntare maggiormente su nuovi segmenti come produzione e vendita di kart da noleggio per uso amatoriale: “Non vediamo l’ora di lavorare al fianco dei nuovi prestigiosi partner, per intraprendere nuove sfide e continuare a costruire il futuro di OTK Kart Group a vantaggio dei dipendenti, dei clienti e di tutti gli appassionati”, conclude l’AD.

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Innovazione e sostenibilità, il libro di Paolo Gallo sulla digitalizzazione di Italgas

Edito da Luiss University Press, il libro accende i riflettori sul rapporto tra digitalizzazione e decarbonizzazione. Paolo Gallo: “Italgas la prima utility al mondo con un network full digital”.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: “Innovazione deve essere costante, rischio è di rimanere in superficie”

Il conflitto in Ucraina, il rincaro dell’energia e i mutamenti geopolitici sempre più repentini hanno dato nuovo impulso al percorso verso la transizione ecologica. Per incrementare l’uso delle fonti rinnovabili e raggiungere la neutralità climatica al 2050 la parola d’ordine è tecnologia. Ne è sicuro Paolo Gallo, che al rapporto sempre più indissolubile tra digitale e sostenibilità ha voluto dedicare un libro. “Diario di volo – Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità” porta avanti una tesi ben precisa prendendo spunto dal percorso intrapreso da Italgas negli ultimi cinque anni: senza transizione digitale, ogni tentativo di contribuire alla lotta al cambiamento climatico risulterà vano. Un assunto vero per tutti gli attori in gioco, e in particolare per le aziende, per le quali “la trasformazione digitale ha chiaramente un inizio, ma non può avere una fine”. Sviluppo e innovazione non solo devono essere costanti, ma devono coinvolgere tutti i livelli dell’azienda. Limitarsi a digitalizzare gli asset oggi significa “rimanere in superficie”: il vero cambiamento, secondo Paolo Gallo, deve essere esteso al mindset aziendale e alle persone, le uniche in grado di mettere a valore le potenzialità del progresso tecnologico.

Paolo Gallo: obiettivo net zero, necessario sfruttare il potenziale delle reti esistenti

L’esempio arriva proprio dall’esperienza di Paolo Gallo alla guida di Italgas. Grazie al percorso di trasformazione intrapreso, entro l’anno il Gruppo sarà la prima utility al mondo con un network interamente digitalizzato. L’infrastruttura sarà a breve in grado di gestire in maniera efficiente le diverse tipologie di gas rinnovabili come biometano e idrogeno: “Per raggiungere i target climatici fissati dall’Ue è necessario sfruttare il potenziale delle infrastrutture esistenti e adottare un approccio che tenga conto del contributo di più fonti energetiche. Non si può pensare che un solo vettore energetico consenta di raggiungere l’obiettivo net zero”, ha dichiarato l’AD in occasione della presentazione del libro tenutasi alla Microsoft House di Milano. Nel frattempo Italgas, che durante la pandemia ha potuto operare senza particolari criticità grazie alle soluzioni tecnologiche già implementate come cloud e contatori intelligenti, sta lavorando sull’interpretazione dei dati: “Ne stiamo ricevendo a milioni non solo dai contatori – ha spiegato Paolo Galloma anche dagli altri dispositivi che abbiamo installato e quindi ci stiamo allenando sull’interpretazione di questi dati per cambiare il modo in cui lavoriamo”.

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Terna cresce nel primo semestre, Stefano Donnarumma: “Impulso continuo agli investimenti”

Terna ha reso noti i risultati al 30 giugno 2022: migliorano utili e ricavi, boom degli investimenti. Stefano Donnarumma: produzione elettrica continuerà anche con riduzione domanda di gas.

Stefano Donnarumma

Gas, Stefano Donnarumma: Paese pronto per l’inverno, prevediamo gestione normale del sistema

"Se la situazione non cambia da qui a ottobre, potremo avere abbastanza gas negli stoccaggi per affrontare l’inverno": a parlare è Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. Anche nel caso in cui il Governo decida per un taglio dei consumi, ha aggiunto, il gestore della rete elettrica non avrà particolari ripercussioni e continuerà "una gestione normale del sistema". L’AD e DG del Gruppo ne ha parlato durante una recente conference call dedicata ai conti del I semestre 2022. "I tragici eventi in Ucraina e la crisi energetica internazionale – ha detto Stefano Donnarumma rivolgendosi agli analisti – rendono ineludibile per il nostro Paese, in linea con gli obiettivi previsti dall’Unione Europea, continuare a lavorare al fine di ridurre il più possibile la dipendenza dalle fonti fossili". Un obiettivo ambizioso, che secondo l’AD e DG di Terna può essere raggiunto solo accelerando sullo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Stefano Donnarumma: Terna, nel primo semestre investimenti a +10,2%. In crescita anche utili e ricavi

"In tale ottica, la rete è un fattore abilitante cruciale e per questo Terna sta imprimendo un continuo impulso agli investimenti". A confermarlo i risultati ottenuti durante i primi sei mesi del 2022 e approvati dal CdA. Il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma registra infatti un aumento del 10,2% proprio sugli investimenti, che passano dai 599,6 milioni del 2021 ai 660,5 milioni al 30 giugno 2022. Crescono anche utile netto (+3,5%) e ricavi (+5,9%), che toccano rispettivamente quota 398,1 milioni di euro e 1,330 miliardi. L’Ebitda si attesta a 946,9 milioni (+4,1% rispetto al 2021), mentre diminuisce l’indebitamento finanziario netto, passato dai 10 miliardi del 31 dicembre 2021 agli attuali 8,994 miliardi. Numeri che consentono a Terna di continuare il percorso avviato dal Piano Industriale 2021-2025 "Driving Energy". Il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma è impegnato a portare a termine diversi progetti, in primis Thyrrenian Link e Adriatic Link. Tra le priorità anche il rinnovo delle infrastrutture nelle aree metropolitane e l’entrata in esercizio, entro l’anno, di una nuova interconnessione realizzata con la Francia.

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Claudio Machetti: “Il nuovo nome è l’evoluzione del modello di business di Enel”

Direttore della Global Energy and Commodity Management Business Line di Enel, Claudio Machetti definisce il nuovo nome come un "lungo viaggio che la nostra linea di business ha iniziato alcuni anni fa per rispecchiare l’evoluzione della mission del Gruppo Enel".

Claudio Machetti

Claudio Machetti: "Il nuovo nome rappresenta il nostro modo di lavorare"

Dal 2014 Claudio Machetti è alla guida della Direzione Global Trading che a marzo 2021 è stata rinominata Global Energy and Commodity Management Business Line. Il nuovo nome rispecchia appieno l’evoluzione del modello di business di Enel. Oggi il Gruppo è infatti maggiormente focalizzato sui mercati di energia elettrica, vendita all’ingrosso, ottimizzazione e hedging della produzione, puntando sul concetto di sostenibilità. Facendo leva sui principi di economia circolare, Enel investe non solo sulle spedizioni e sulla logistica, ma anche sul riciclo creando valore dalle materie prime secondarie e dai materiali a fine vita. "La forte attenzione alle energie rinnovabili, la strategia di decarbonizzazione del Gruppo e la crescente attività sui mercati wholesale dell’elettricità – ha commentato Claudio Machettihanno rimodellato il nostro modo di lavorare, che è ben rappresentato nel nuovo nome della linea di business".

Claudio Machetti: da impiegato del Banco di Roma a manager di Enel

Claudio Machetti (Roma, 1958) si laurea in Scienze Statistiche presso l’Università La Sapienza ed esordisce professionalmente all’interno del Banco di Roma, inizialmente in qualità di impiegato della filiale di Milano e successivamente come analista finanziario presso la Direzione Centrale di Roma. Dopo aver ricoperto ulteriori incarichi, entra in Ferrovie dello Stato Italiane come Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari, per poi passare alla Direzione della Finanza Operativa. Terminata quest’ultima esperienza, fa il suo ingresso in Enel nel 2000. Inizialmente ricopre il ruolo di Responsabile dell’Area Finanza, collaborando inoltre alla fondazione della controllata finanziaria di Enel, Enelfactor, e diventando successivamente Amministratore Delegato. Viene poi nominato Presidente di Fondenel e Fopen, i due fondi pensione del Gruppo. Nel 2005 Claudio Machetti assume la carica di Direttore Finanziario e quattro anni più tardi viene nominato Direttore per il controllo dei rischi aziendali nella Direzione Risk Management. Dal 2014 è Direttore della Global Energy and Commodity Management Business Line.

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Private Banking, Banca Generali si conferma solida: nel primo semestre raccolta a 3 miliardi

Nonostante le complessità del periodo, l’Istituto di Private Banking guidato da Gian Maria Mossa presenta numeri che ne confermano la solidità e le prospettive di crescita per il futuro. "Grande lavoro dei nostri professionisti", ha commentato l’AD di Banca Generali.

Private Banking, Banca Generali: "Raccolti frutti del piano strategico al 2024"

La forte contrazione dei mercati nazionali non riesce a frenare Banca Generali. L’istituto italiano leader nel Private Banking ha chiuso il primo semestre con un utile netto consolidato di 131,3 milioni di euro. Un dato apparentemente negativo, se rapportato ai numeri del 2021 (-31%), ma che risponde ad una delle crisi finanziarie peggiori degli ultimi decenni. La conferma arriva dall’utile netto ricorrente, che si attesta a 107,9 milioni di euro, segnando un +30% rispetto al dato dello scorso anno. Tiene anche la raccolta complessiva, che nei primi sei mesi dell’anno ha raggiunto quota 80,9 mld (+3 miliardi). Buone notizie anche sul fonte delle masse investite in prodotti ESG, che oggi rappresentano il 15% del totale, confermando il trend di crescita avviato agli inizi del 2021 (14,3%). Nonostante il periodo, che oltre alle gravi tensioni geopolitiche vede il rafforzarsi delle politiche restrittive da parte delle Banche Centrali, Banca Generali – si legge nella nota ufficiale – "ha potuto raccogliere i frutti del suo impegno a favore di una maggiore sostenibilità finanziaria dei suoi risultati, sottolineato nel corso del recente avvio del piano strategico 2022-2024".

Private Banking, Mossa (Banca Generali): "Buona tenuta grazie alla flessibilità del nostro modello"

Alla base dei risultati ottenuti da Banca Generali nei primi sei mesi del 2022 la flessibilità del modello di business, la spinta alla crescita e l’attenzione alla gestione dei costi. A dichiararlo è l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Gian Maria Mossa. Commentando i numeri, il manager alla guida dell’Istituto di Private Banking ha acceso i riflettori sull’impegno e il lavoro svolto dai professionisti del Gruppo: "La componente ricorrente del conto economico mostra una buona tenuta grazie alla grande flessibilità del nostro modello di business, alla ripresa del margine di interesse ed alla tenuta della redditività della componente gestita. Inoltre, anche il mese di luglio sta confermando gli ottimi risultati dei mesi precedenti". Banca Generali ha deliberato la distribuzione di un monte dividendi cash per 228 milioni pari a 1,95 per azione, corrispondenti ad un pay-out del 70,5%. Appare ottimista l’AD, che sottolinea i passi avanti fatti nello sviluppo di importanti progetti avviati con il Piano: "Questo, unito alle prospettive sui tassi e alla continua innovazione dei nostri servizi e offerta ci rende fiduciosi di poter continuare a crescere centrando gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati", conclude.

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Alessandro Benetton: “La Traiettoria” conquista sempre più lettori

La classifica dei libri più letti nel mese di luglio: nella categoria “saggistica” svetta “La traiettoria”, l’autobiografia di Alessandro Benetton.

Alessandro Benetton

“La Traiettoria” di Alessandro Benetton convince sempre più lettori

L’autobiografia di Alessandro Benetton è tra i libri più letti nella categoria saggistica. “La Traiettoria” del Presidente di Edizione S.p.A. ha conquistato i lettori risultando il saggio più venduto nelle librerie Mondadori. Il libro ne ripercorre il percorso di crescita umana e professionale attraverso spunti, messaggi, ricordi che Alessandro Benetton ha voluto condividere in particolare con i giovani invitandoli a trovare le proprie coordinate e la spinta per imboccare e seguire la propria strada. “La Traiettoria” è riuscito inoltre a posizionarsi nella classifica della saggistica GFK.

Alessandro Benetton: La Traiettoria, il racconto di un viaggio intimo e onesto

Il racconto della propria infanzia e del rapporto con i genitori, in particolare con il padre. L’adolescenza “un po’ ribelle”, la bocciatura al liceo. E poi i grandi traguardi professionali: Alessandro Benetton si racconta a 360 gradi in “La Traiettoria” parlando delle intuizioni e delle scelte coraggiose che ne hanno inesorabilmente segnato il destino a partire da 21 Invest, la “creatura a cui ho dedicato 30 anni della mia vita”. Ma la conquista più importante per Alessandro Benetton è stata diventare padre: “Ho instaurato con i figli un rapporto diverso rispetto a quello dei miei genitori, con un dialogo più parallelo e meno verticale”. In “La Traiettoria” emerge il racconto di un viaggio tortuoso, segnato anche da errori che hanno portato a nuove scoperte e consapevolezze. Probabilmente è proprio questo ad aver conquistato i lettori.

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