Monthly Archives

Ottobre 2019

Comunicati

San Martino Buon Albergo: un riconoscimento per gli studenti meritevoli di scuole secondarie di primo e secondo grado e università

«Contribuire all’educazione e all’accrescimento culturale dei nostri giovani significa anche spronarli a dare il meglio di sé e sostenere con un contributo economico da spendere in libri e testi scolastici per dare valore al loro impegno nel conseguire un risultato d’eccellenza. Per questo motivo abbiamo deliberato lo stanziamento di fondi da destinare agli studenti meritevoli che si saranno candidati secondo le indicazioni e nelle scadenze riportate sul sito dell’Amministrazione comunale» – commenta così Caterina Compri, Assessore alla Cultura del Comune di San Martino Buon Albergo, in riferimento alla recente approvazione in Consiglio Comunale dell’assegnazione di borse di studio per merito in riferimento all’anno scolastico 2018/2019.

La richiesta di assegnazione del riconoscimento allo studio, il cui valore sarà stabilito dalla Giunta Comunale con apposito provvedimento, unitamente alla fotocopia del documento d’identità del firmatario della domanda e copia conforme all’originale del diploma (o attestato provvisorio rilasciato dalla scuola o dall’Università) dovrà essere indirizzata al Servizio Sport e Politiche Giovanili del Comune di San Martino Buon Albero e consegnata a mano all’Ufficio protocollo dell’Ente entro le ore 12 di martedì 22 ottobre 2019.

Sulla base dell’esame delle domande, la Commissione dedicata produrrà l’elenco degli aventi diritto.

Il riconoscimento è destinato a studenti residenti in San Martino Buon Albergo che abbiano conseguito, dopo percorso di studi regolare o comunque entro l’ultima sessione d’esami universitari utile rispetto alla scadenza del 22 ottobre, titolo di studio nell’anno solare 2019 con valutazione finale di 10 o 10 e lode alla scuola secondaria di primo grado, 100 o 100 e lode alla scuola secondaria di secondo grado, 110 o 110 e lode corso di laurea triennale o magistrale dopo aver frequentato con regolarità l’anno scolastico/accademico 2018/2019.

Per info e modulistica: www.comunesanmartinobuonalbergo.it

No Comments
Comunicati

Eni: il modello Val d’Agri spiegato da Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello è Chief Digital Officer in Eni. Ad “Affari Italiani”, in occasione dell’OMC 2019 di Ravenna, si è espresso in merito al processo di digitalizzazione in atto all’interno del Gruppo, raccontando in particolare l’esempio virtuoso del Centro Olio Val d’Agri (COVA).

Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello: in Eni, la digitalizzazione è al servizio delle persone

La sensoristica, la disponibilità di dati, la capacità di elaborazione: sono tutti strumenti innovativi che hanno permesso a Eni di sviluppare nuove tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale, per migliorare e supportare le attività operative. La tecnologia e la digitalizzazione dei processi hanno potenzialità enormi, soprattutto in ambito di sicurezza, asset integrity, ambiente ed efficienza operativa. Su questo argomento si è espresso Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, in occasione dell’OMC (Offshore Mediterranean Conference & Exhibition) 2019, svoltosi a Ravenna. Il manager ha dichiarato ad “Affari Italiani”: “L’interazione con le persone è fondamentale. La digitalizzazione non sostituisce le persone. La digitalizzazione ne potenzia le capacità. Sono loro che scelgono le soluzioni digitali che devono applicare negli impianti e che possono risolvere i problemi che gestiscono”. Come spiegato dal Chief Digital Officer, Eni ha iniziato il processo di digitalizzazione partendo da aree specifiche: “Volevamo migliorare le nostre performance in area sicurezza, asset integrity, ambiente e performance operative. Queste sono le aree che noi abbiamo indirizzato dall’inizio per rispondere alla domanda su dove impiegare la digitalizzazione. Uno degli effetti è chiaro che sia quello di migliorare da un punto di vista dei processi”, ha spiegato Luigino Lusuriello.

Luigino Lusuriello racconta il modello di Val d’Agri

In occasione dell’OMC 2019 di Ravenna, Eni ha presentato il piano di trasformazione digitale in corso: il processo parte dal Centro Olio Val D’Agri (COVA), che punta a impiegare la digitalizzazione come acceleratore del modello integrato di crescita sostenibile. “Siamo partiti dall’upstream, l’impianto dove siamo più presenti in Italia, e abbiamo scelto Cova come modello”, ha dichiarato Luigino Lusuriello ad “Affari Italiani”. “È chiaro che è un modello di un impianto upstream che in altri impianti potrà essere personalizzato, però l’organizzazione, il modo in cui è stato creato, l’interazione persone e macchine seguiranno il modello che abbiamo creato in Val d’Agri”. Il COVA è stato scelto per diventare la prima Lighthouse nel mondo di Eni, vale a dire un impianto integralmente digitalizzato che sfrutta le tecnologie più innovative attualmente disponibili. Nel dar vita a questa esperienza esemplare, l’interazione con le persone si è rivelata fondamentale. “È una sorta di circolo virtuoso. Sono le persone che migliorano la macchina e la macchina che migliora le performance delle persone. In questo circolo virtuoso si ottiene il massimo dalla digitalizzazione”, ha spiegato Luigino Lusuriello.

No Comments
Eventi

Rimandato il talk con Zerocalcare: si terrà giovedì 17 ottobre

Andrea Bozzetto, Pietro Pinetti e Giorgio Scorza del direttivo di BAD – Bergamo Animation Days comuicano che per una serie di contingenze si è reso necessario spostare il talk con ZeroCalcare. «Siamo davvero dispiaciuti per questa comunicazione a poco più di 24 ore dall’evento ma speriamo vivamente che per gli ospiti la nuova data del 17 ottobre sia buona, se non migliore» aggiungono.

Il talk “Si può animare un armadillo?”, organizzato da BAD in collaborazione con il Dipartimento di Lettere, filosofia, comunicazione dell’Università degli studi di Bergamo, che avrebbe dovuto tenersi mercoledì 2 ottobre, è stato rimandato a giovedì 17 ottobre 2019 alle 17.30 nell’Aula Magna dell’Università degli studi di Bergamo.

Nonostante il cambio data, le prenotazioni già effettuate attraverso la piattaforma eventbrite restano valide, per cui, in caso di impossibilità a partecipare alla serata del 17 ottobre, l’invito è di annullare la propria iscrizione e seguire BAD sui propri canali social per non perdere gli aggiornamenti sulle prossime giornate dedicate all’animazione.

Quello con ZeroCalcare infatti è il primo dei “days” del progetto culturale BAD Bergamo Animation Days, che attraverso le sue giornate con animatori, docenti universitari e professionisti del settore da tutto il mondo, vuole portare il pubblico nel fantastico mondo dell’animazione. Workshop di storyboard & storytelling, regia e scrittura, proiezioni, seminari, talks, springboard meetings e mostre accompagneranno durante l’anno giovani e meno giovani, appassionati e curiosi, in un viaggio nella creatività che raggiungerà il suo apice l’11, 12 e 13 giugno 2020 a Bergamo: una full immersion di tre giorni con una sola regola da rispettare: animare e lasciarsi animare.

Per info e prenotazioni www.bergamoanimationdays.com sezione programma/waiting for BAD.

PROGRAMMA

Aprono i lavori Francesca Pasquali, presidente dei corsi di Laurea in Scienze della comunicazione e Comunicazione, informazione, editoria, Barbara Grespi, docente di cinema e cultura visuale, Andrea Bozzetto, Pietro Pinetti e Giorgio Scorza del direttivo di BAD – Bergamo Animation Days. L’ospite sarà introdotto da Matteo Stefanelli dell’Università degli studi di Bergamo. Dialoga con ZeroCalcare Federico Vallarino, founder e direttore creativo dello studio Vallaround.

No Comments
Comunicati

La Fondazione Istituti Educativi presenta il nuovo volto della Scuola dell’Infanzia Alessandra Benvenuti

La scuola dell’infanzia Alessandra Benvenuti di Via San Colombano si è presentata nella sua nuova veste sabato 28 settembre, grazie all’impegno della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, subentrata alla vecchia fondazione, e del Consorzio Solco Città Aperta che insieme hanno completato una profonda ristrutturazione dell’edificio. L’anno scolastico partito regolarmente all’inizio del mese di settembre, è stato ufficialmente inaugurato lo scorso sabato, alla presenza di Luigi Sorzi, Presidente Fondazione Istituti Educativi, Loredana Poli, Assessore istruzione, università, formazione, sport e tempo libero, politiche per i giovani, edilizia scolastica e sportiva Comune di Bergamo, Matteo Taramelli, Responsabile settore infanzia del Consorzio Solco Città Aperta, Ing. Mauro Bonomelli, Consigliere FIEB e referente tecnico dei lavori di ristrutturazione. Non potevano mancare all’appello anche i piccoli alunni, i loro genitori e gli insegnanti.

“La Fondazione Istituti Educativi è orgogliosa di aver supportato la rinascita della scuola Benvenuti, che da anni offre un servizio di qualità, grazie anche al lavoro dello staff del Consorzio Solco Città Aperta. Questa è una giornata molto importante in cui vogliamo dare un segno importante al territorio, il segno che questa struttura e questo servizio continueranno negli anni a venire” ha commentato Luigi Sorzi, Presidente della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo.

Il rilancio della scuola è passato da una profonda ristrutturazione del complesso, che verrà completato nei prossimi mesi con l’ampliamento degli spazi esterni, ma che passa soprattutto attraverso l’attuazione di un nuovo modello educativo con l’obiettivo di creare il primo vero progetto di “pedagogia verde” in città. L’asilo Benvenuti è finalmente una scuola in cui i bambini crescono e imparano a stretto contatto con la natura, all’interno di uno spazio e con stimoli che portano il bambino a nuove scoperte attraverso il loro innato spirito di osservazione e la loro spiccata curiosità.

Ringrazio il Presidente Sorzi e tutto il consiglio amministrativo della Fondazione Istituti Educativi per aver capito insieme al Comune le potenzialità della scuola Benvenuti e aver intravisto una possibilità concreta di interlocuzione. Ringrazio inoltre il Consorzio Solco Città Aperta per aver portato con loro un insegnamento di valore. Siamo profondamente riconoscenti per il rinnovamento ed il rilancio di questa scuola dell’infanzia storica per il quartiere di Valtesse e per la città intera” – ha commentato l’Assessore Loredana Poli.

La scuola dell’infanzia Benvenuti accoglie oggi 66 iscritti totali, suddivisi in tre sezioni, di cui due dedicate alla scuola dell’infanzia per bambini dai 3 ai 6 anni e una sezione primavera per accogliere bambini dai 2 ai 3 anni, con l’intento di rendere il complesso scolastico sempre più d’interesse per le famiglie grazie alla propria attenzione alla formazione e al rispetto dell’ambiente.

È proprio questo l’obiettivo che il Consorzio Solco Città Aperta, che ha collaborato a stretto contatto con la Fondazione Istituti Educativi, si è posto per questo progetto. Come ha spiegato Matteo Taramelli, “la ristrutturazione della scuola Benvenuti mette al centro i bambini, stimolandone la curiosità con attività all’aria aperta e giochi naturali, di riciclo e auto-costruiti. Le scuole dell’infanzia sono un progetto di sviluppo di comunità molto importante ed è nostra intenzione andare avanti con i nostri progetti e fare ancora di più. Faccio un caloroso in bocca al lupo alle insegnanti e al personale scolastico per questa nuova avventura”.

L’Ing. Mauro Bonomelli ha infine aggiunto “Abbiamo lavorato nei mesi di luglio e agosto per avere gli spazi fruibili e riqualificati in tempo per l’inizio della scuola. Per questo a nome di tutto il consiglio di amministrazione va un grande ringraziamento alle imprese, ai tecnici coinvolti e alla Fondazione Istituti Educativi per il prezioso sostegno. La scuola dell’infanzia Benvenuti è un investimento che arricchisce il patrimonio della Fondazione e valorizza la sua presenza in città”.

No Comments
Eventi

L’Università di Bergamo omaggia i suoi laureati al Graduation Day

Per il secondo anno consecutivo, domenica 6 ottobre alle 11.00, Piazza Vecchia sarà animata da centinaia di giovani in festa per uno dei traguardi più entusiasmanti nella vita, la laurea. L’Università degli studi di Bergamo infatti, vuole omaggiare i suoi laureati con un grande evento, che prende spunto dalla tradizione anglosassone, il Graduation Day.

Circa 500 tocchi accademici lanciati da altrettanti neo dottori, coloreranno il cielo di Bergamo alta, in segno di gioia per il risultato raggiunto e di buon auspicio per le sfide future. Oltre 1200 gli invitati, docenti, familiari, amici e ospiti d’eccezione come Letizia Moratti, Presidente UBI Banca, già Ministro dell’Istruzione e Sindaco di Milano, prima donna a ricoprire incarichi di grandissimo rilievo come la Presidenza della Rai, e il cantautore Vinicio Capossela che animerà la manifestazione, con la sua musica riflessiva, colta e raffinata.

Il Rettore e Letizia Moratti chiuderanno un corteo di studenti, prorettori, direttori di dipartimenti e docenti, che dalla storica sede del rettorato di Via Salvecchio, accompagnati dalle note della Corpo Musicale “San Michele Arcangelo” di Mapello si sposterà alle ore 10.45 tra le vie di Città Alta sino alla splendida location di Piazza Vecchia. La manifestazione avrà inizio alle ore 11 con l’intervento del Rettore e del Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. A seguire, un intermezzo musicale proposto dal cantautore Vinicio Capossela, l’intervento della Presidente Moratti e in chiusura la consegna dei diplomi di laurea con il consueto “lancio del tocco”.

“Celebrare i nostri studenti, consegnando loro i diplomi di laurea in occasione del cinquantenario della nascita dell’Università lo scorso anno, è stato un momento emozionante che abbiamo deciso di riproporre anche quest’anno, perché abbiamo a cuore non solo la formazione e l’istruzione dei nostri studenti, ma anche lo sviluppo di un grande senso di comunità e la creazione di un forte legame con il territorio. Ritengo che un simile traguardo abbia una rilevanza pubblica e come tale vada condiviso non solo con parenti, amici e personale universitario ma anche con cittadini e istituzioni” sottolinea il Rettore Remo Morzenti Pellegrini.

In rappresentanza degli studenti, Alice Locatelli, prima laureata iscritta al Graduation Day che – confida – “ho risposto immediatamente e con grande entusiasmo all’invito perché è un rito di passaggio che sicuramente rimarrà un ricordo indelebile nella mente di ciascuno di noi. L’Università celebra i suoi laureati ed essi si rendono, così, visibili alla città, rendendola partecipe, in un legame tra università e territorio che è inscindibile. In questi cinque anni, di maturazione e crescita, non mi sono mai sentita un numero bensì ho riscontrato grande attenzione verso la persona, il singolo studente e questa manifestazione ne è la più grande dimostrazione”. Insieme ad Alice, anche Claudia Mema, Presidente della consulta degli studenti che sottolinea come sia “il luogo in cui si svolge il Graduation Day a renderlo così importante ed unico, permettendo ai laureandi di coronare il proprio sogno in uno scenario suggestivo come quello di Piazza Vecchia, simbolo della città.”

Storico partner dell’Università e promotore di questa manifestazione anche UBI Banca Direttore Macroarea Bergamo e Lombardia Ovest Luca Gotti dichiara:

“Dalla sua fondazione, l’ateneo bergamasco si è costantemente distinto per essere il principale interprete e motore dello sviluppo sociale ed economico del tessuto cittadino. Questo ruolo lo ha reso attore e promotore della formazione delle classi dirigenti che negli anni hanno reso questo territorio uno dei più produttivi del Paese. Per UBI Banca, storicamente radicata in questo territorio, il valore della formazione è centrale: negli ultimi anni abbiamo intensificato le partnership con atenei e business school per entrare in contatto con le migliori risorse del paese. Lo sviluppo nasce proprio dalla consapevolezza di rendere sempre più consistenti l’educazione e la formazione delle giovani generazioni. Per questo investiamo in nuove figure professionali con l’obiettivo di cogliere l’innovazione, dal suo nascere, nelle realtà più dinamiche. Grazie a questa identità, la Banca non poteva abbandonare il proprio ruolo di partner a fianco dell’Università degli Studi di Bergamo; in un’occasione così speciale, che celebra l’impegno e il successo di tanti giovani pronti ad entrare nel mondo del lavoro e a tracciare l’orizzonte del prossimo futuro. Perché il futuro va costruito insieme”.

A lui fa eco Aniello Aliberti, presidente Technix spa e sostenitore di questa iniziativa che – spiega: “Per un imprenditore, vincere la sfida della competitività significa soprattutto riuscire a portare energie nuove all’interno delle proprie realtà industriali. E’ quindi fondamentale far nascere competenze specifiche sul territorio, formando al meglio giovani pronti ad affrontare la sfida del mondo del lavoro non solo perché didatticamente preparati, ma anche e soprattutto perché curiosi, interessati ed affamati di sapere. Un Ateneo che miri costantemente alla globalizzazione, che proponga interscambio culturale e che sia interessante per studenti provenienti da ogni parte del mondo è un vero braccio destro per il comparto produttivo, perché il confronto avvalla la crescita e il miglioramento.

Per noi è un privilegio essere al fianco dell’Università e condividere i nostri successi con una realtà che tutt’oggi è la colonna portante del nostro operato quotidiano; una realtà dinamica, punto di riferimento stabile per le aziende della provincia che possono e potranno sempre più contare su giovani qualificati, capaci di garantire quell’adattamento al cambiamento fondamentale per il progresso”.

No Comments
Comunicati

Climate Action Summit: ‘La Repubblica’ intervista l’AD Eni Claudio Descalzi

Eni: in occasione dell’assemblea generale dell’Onu a New York, Claudio Descalzi parla a ‘La Repubblica’ dell’impegno del Gruppo nel fronteggiare i cambiamenti climatici.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi a ‘La Repubblica’: inseriti i 17 obiettivi Onu nella nostra mission aziendale

“La forza di un’azienda è fatta anche di valori. Tra i nostri c’è una transizione equa allo sviluppo sostenibile, attenta a ridurre le diseguaglianze”: intervistato da ‘La Repubblica’ in occasione dell’assemblea generale dell’Onu a New York, l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi annuncia un’importante novità per il Gruppo. “Abbiamo inserito i 17 obiettivi Onu dello sviluppo sostenibile nel nostro mission statement, la definizione della missione aziendale” spiega l’AD, sottolineando inoltre come diventino parte “della filosofia portante della nuova Eni”. Non solo: “Qui a New York abbiamo anche firmato la Global Methane Alliance per abbattere le cosiddette emissioni fuggitive, la CO2 che si perde nella catena di trasporto”. Un “percorso che fa bene all’ambiente” come lo definisce Claudio Descalzi: “Siamo un’azienda globale e dobbiamo dare risposte a un problema globale come quello del clima. Lo facciamo in maniera trasparente, con obiettivi dichiarati, certificati da soggetti indipendenti. Ivi compresa la trasparenza finanziaria”.

Claudio Descalzi: gas ed economia circolare, la soluzione Eni per un pianeta sempre più sostenibile

Contribuire significativamente alla sostenibilità del pianeta significa per Eni ridurre le emissioni da fonti fossili e puntare sempre più sul gas e sull’economia circolare, trasformando in energia i rifiuti organici e inorganici come le plastiche. Se carbone, petrolio e gas sono tutte energie fossili, il livello delle emissioni è però molto diverso: si va in ordine decrescente dal primo al terzo. Come osserva Claudio Descalzi, il gas produce metà CO2 del carbone: “Il carbone continua ad avere un ruolo rilevante, pesa per il 38% della produzione di energia mondiale ma per il 77% delle emissioni. Inoltre immette nell’atmosfera che respiriamo biossidi e polveri sottili. Il gas ha un ruolo essenziale nella transizione verso le rinnovabili, visto che consente una riduzione sostanziale di emissioni”. Che l’economia circolare sia per Eni “una cosa molto concreta” è l’AD a ribadirlo nell’intervista: “Trasformare in energia i rifiuti, organici e anche inorganici come le plastiche. In prospettiva non usare più petrolio e gas ma queste masse di rifiuti sempre crescenti perché direttamente proporzionali all’aumento della popolazione mondiale”. Per il Gruppo, nello specifico, “i rifiuti come risorsa da riusare trasformandoli in energia vuol dire un obiettivo di 350.000 tonnellate, e una serie di progetti che coinvolgono Venezia, la Toscana e la Puglia”. Claudio Descalzi precisa infine che per quanto Eni abbia una storia e un profilo legato agli idrocarburi, in prospettiva di un futuro all’insegna della sostenibilità “di strada ne abbiamo già fatta”. E se fino a cinque anni fa erano 65 milioni le tonnellate di CO2 prodotte con petrolio e gas, oggi sono scese a 38 milioni: “L’Eni è cambiata molte volte e siamo dentro a una nuova trasformazione. Non bisogna usare un approccio ideologico, considerarci il nemico assoluto”.

No Comments
News

Aspiranti medici: è boom di italiani expat

Per gli oltre 68mila candidati iscritti al test di ingresso di Medicina, oggi è il giorno della verità. Il MIUR ha pubblicato la graduatoria nominativa nazionale rendendo noto chi potrà iniziare una carriera universitaria da camice bianco. Per tutti gli altri, è invece arrivato il momento di guardare oltre. E molti di loro lo faranno all’estero.

Del resto, la formazione è sempre più internazionale. C’è chi “espatria” fin dalla scuola superiore, con una mobilità che dal 2009 al 2016 è aumentata del 111% (da 3.400 a 7.400), e chi invece, spicca il volo all’Università (tra tutti i laureati italiani del 2017, l’8,8% ha trascorso un periodo all’estero). Merito del diffondersi di una cultura sempre più cosmopolita e di programmi come Erasmus + a cui, solo nel 2017-2018, hanno partecipato circa 38.000 studenti italiani. A rendere attrattivo l’estero sono, in particolare, gli ambienti stimolanti e meritocratici, le maggiori possibilità di carriera e gli stipendi più alti: per chi lavora in corsia, ad esempio, la retribuzione lievita del 40%.

Anche per questo, la fila di medici italiani che sceglie di lavorare all’estero è la più grossa in Europa: si pensi che nell’arco di un decennio, tra il 2005 e il 2015, ben 10.000 dottori hanno lasciato il Bel Paese, tanto che secondo le stime nel 2025 mancheranno oltre 16.500 specialisti. A mettere lo stetoscopio e il manuale di anatomia in valigia, sono sia professionisti “in fuga” sia aspiranti medici che in Italia vedono le loro ambizioni strozzate dal numero chiuso. E a dimostrazione del fatto che quella del medico sta diventando sempre più una professione globale c’è anche il test IMAT – International Medical Admission Test – a cui quest’anno hanno partecipato quasi 10.500 studenti, rispetto ai 7.660 del 2018. Selezione che per molti di loro rappresenta una valida alternativa al test di ingresso a numero chiuso in lingua italiana.

E a testimoniare la sempre maggiore voglia di espatriare è anche Medicor Tutor, società che accompagna gli aspiranti medici preparandoli a una brillante carriera universitaria con prospettive internazionali. La società mette a disposizione dei candidati dei percorsi di preparazione composti da una parte teorica di video lezioni in lingua inglese sottotitolati con del materiale a supporto, e una parte pratica composta da Problem Set e da prove di simulazione. Le destinazioni più richieste dai giovani studenti italiani sono: la Charles University di Praga, tra le 30 migliori università d’Europa, la Masaryk University di Brno, ma anche l’Universidad Europea di Madrid, l’Universidad Europea di Valencia, l’European University Cyprus a Nicosia e l’Università Pavol Josef Safarik di Kosice.

Tutti atenei di primo livello in cui ai futuri camici bianchi è assicurata un’istruzione di qualità che, pur garantendo una laurea riconosciuta anche in Italia (al termine del percorso di studi si consegue il titolo di “Dottore in Medicina Generale (MUDr o MD)” o di “Dottore in Medicina Dentale (DMD)”, pienamente riconosciuto in Europa, in Canada e negli USA), ha il plus di fornire loro la competenza linguistica – ormai ritenuta indispensabile per fare la differenza nel nuovo mercato del lavoro – e i costi di vita accessibili, cosa che per molti ragazzi in Italia rappresenta un ulteriore difficoltà, specie per chi deve iscriversi nelle grandi città.

Non solo, anche il nodo test di ingresso fa meno paura: nelle università seguite da Medicor Tutor non sono previste le temute domande di cultura generale e il candidato viene valutato solo nelle materie con cui dovrà realmente interfacciarsi durante il percorso professionale, come biologia, chimica e fisica. Alcune Università, poi, selezionano i ragazzi in base del voto di maturità o alla media dei voti conseguita negli ultimi anni della scuola superiore. E tutti i corsi di preparazione forniti da Medicor Tutor sono pensati appositamente per fornire ai candidati tutti gli strumenti necessari per superare tali test di ingresso: nella prestigiosa Charles University di Praga, ad esempio, il 90% degli studenti italiani ammessi è stato affiancato da Medicor Tutor. Un supporto che continua anche durante gli anni accademici.

«I numeri parlano chiaro: sono sempre di più gli studenti italiani che volano all’estero per prepararsi a una carriera internazionale di primo livello, specie in medicina. Studiare all’estero, infatti, vuol dire guadagnarsi un passaporto valido per un mercato del lavoro globale. Tutto ciò significa essere non solo preparati nella materia oggetto di studio, in questo caso medicina, ma anche essere capaci di confrontarsi con nuove sfide e opportunità. Cosa che per un medico è fondamentale. Per questo, sosteniamo le ragazze e i ragazzi che decidono di intraprendere questa strada, certi che lo studio di medicina all’estero possa essere per loro non solo il coronamento di un sogno professionale, ma anche un’incredibile opportunità di crescita personale» – dichiara Janina Holesovska, cofounder di Medicor Tutor.

No Comments
Comunicati

Simonetta Guarino, affermata comica a Zelig e Colorado, lancia la 12° campagna nazionale di promozione dell’armonia nella coppia di AAF – Associazione Aiuto Famiglia ODV

Salvare l’amore in una coppia è possibile. Come? Chiedendo aiuto a volontari esperti della materia e professionisti. La campagna nazionale di promozione dell’armonia nella coppia di AAF – Associazione Aiuto Famiglia ODV, giunta quest’anno alla 12° edizione e dedicata a “Rinnovare la relazione”, serve a fornire gli strumenti idonei alle coppie affinché possano rifiorire. Si rivolge a coloro che vogliono ravvivare la propria relazione, a quelle coppie che, senza evidenti problematiche, scelgono di migliorarsi, o ancora a chi percepisce la storia amorosa come un conflitto. Alla campagna, in programma dall’1 ottobre fino al 30 novembre, collaborano oltre 300 psicologi – almeno uno in ogni provincia italiana – che offriranno gratuitamente il proprio tempo per analizzare insieme alla coppia le risposte che la stessa avrà fornito con la compilazione del questionario on-line di AAF – Associazione Aiuto Famiglia ODV, presente al link:  https://www.aiutofamiglia.org/campagna/check-up/.
«In occasione dell’uscita della 12° campagna nazionale di promozione dell’armonia nella coppia – spiega Aldo Vincenzo Delfino, presidente di AAF – Associazione Aiuto Famiglia ODV – abbiamo deciso di realizzare una serie di filmati ironici – per i social network e il sito web – ma con un finale sempre costruttivo, attraverso cui cerchiamo di raggiungere una più ampia fetta di pubblico. È da poco online il trailer al link
https://www.aiutofamiglia.org/armonia-di-coppia».
Davanti all’obiettivo ci sarà Simonetta Guarino, professionista della risata, che interpreterà la Dottoressa Melany, esilarante personaggio in grado di ironizzare su quotidianità e sfaccettature del rapporto tra uomo e donna, avvalendosi anche della saggezza popolare: «Lo sapete come si definisce una donna che sa sempre dov’è suo marito? Vedova». Ogni sketch – 3 in totale – verrà chiuso con una riflessione elaborata proprio da Simonetta Guarino che, al di là delle battute che l’hanno catapultata nelle trasmissioni televisive di massimo livello come Zelig e Colorado, nella vita di tutti i giorni è anche psicologa e psicoterapeuta.
«È bello ridere ed è giusto anche non prenderci troppo sul serio, ma la realtà ci chiede serietà nel portare avanti il nostro impegno come partner o come genitori e purtroppo l’ironia non basta – così Simonetta Guarino spiega la finalità della campagna -. Occorre lavorare. Lavorare per “Rinnovare la relazione”. Ad esempio essere una coppia felice è il desiderio di tutti, ma questo purtroppo non sempre accade. L’amore è qualcosa che viene continuamente sfidato, scosso, messo alla prova. E che può continuamente rinnovarsi, rinascere. O, al contrario, attenuarsi, degradarsi, sparire. L’amore – aggiunge – è proprio un rinnovarsi attraverso le crisi. Chiedere un aiuto per tempo, dà la possibilità di migliorare notevolmente la relazione».

Per informazioni: www.aiutofamiglia.org

No Comments
Comunicati

Goloserie con il principe dei formaggi: Vizzolo Predabissi (Milano) ospita dal 4 al 6 ottobre la Sagra del Gorgonzola, a ingresso gratuito

Sapori e suggestioni del gorgonzola, puro o in abbinamento ad altri alimenti, travolgeranno il primo weekend di ottobre della provincia di Milano. Dal 4 al 6 ottobre aprirà i battenti nell’Area Feste di Vizzolo Predabissi la Sagra del Gorgonzola, tipico prodotto lombardo, entrato di diritto sulle tavole di case e ristoranti di tutta Italia.

«L’appuntamento – spiega Alessandro Fico di Club Magellano (organizzatore) – sarà l’esaltazione di questa eccellenza del made in Italy nelle sue squisite varianti: dolce, a pasta molle o semidura, piccante».

Dai primi ai secondi fino al contorno: il protagonista dei piatti, preparati da affermati chef, sarà sempre il gorgonzola. Nel menù, che alternerà i sapori semplici a quelli più elaborati e ricercati, si troveranno ad esempio hamburger di chianina, gorgonzola, cruditè di verdure e speck croccante; riso super fino in tela, gorgonzola, noci, pera e grani di pepe; fonduta con crostini all’aneto. Un capitolo a parte meriterà la polenta che, amalgamata con il gorgonzola, ricreerà una delle pietanze più succulente e gradite. «La nostra non sarà una polenta qualsiasi – continua Alessandro Fico -, ma la prelibata e ricercatissima polenta di Storo, preparata direttamente in giganti paioli di rame dai nostri polentieri provenienti direttamente da Storo e la cui qualità delle pannocchie è impareggiabile». Non mancheranno dessert caserecci, vini rossi e bianchi (barbera, bonarda, riesling, pinot e rosè), patatine fritte, bibite, caffè, grappe, amari e fumanti caldarroste.

La Sagra del Gorgonzola sarà un momento di condivisione e di convivialità, un’occasione per trascorrere una serata o un pranzo in maniera diversa, in un contesto gioviale e rilassato. Ma anche all’insegna dell’allegria con la musica dal vivo di rinomate formazioni di liscio (4 Ottobre – Dona & Music Live; 5 Ottobre – Orchestra Minoia; 6 Ottobre – Pinuccia Cerri Band) e la possibilità di accedere alla pista da ballo.

La Sagra del Gorgonzola durerà tre giorni: a partire dalle 18.00 del 4 ottobre, fino a mezzanotte del 6 ottobre. Nelle giornate di sabato e domenica sarà possibile anche pranzare, con apertura dei cancelli alle ore 12.00.

L’Area Feste di Vizzolo Predabissi sarà attrezzata a dovere con circa 2000 posti a sedere e una tensostruttura, pari a 1300 metri quadri, attraverso cui si fornirà alle migliaia di persone previste ampio riparo dall’eventuale freddo e dalle precipitazioni. E per chi non riuscisse a fermarsi o volesse portare a casa qualche piatto, potrà avvalersi del servizio d’asporto. Vista l’affluenza massiccia, si consiglia di prenotare i tavoli ai numeri di telefono: 392.5250501 – 392.4629155 – 392.5269429.

Per ulteriori informazioni: https://sagradelgorgonzola.net/

No Comments
Volontariato e società

Il mio desiderio del cuore? Donare un sorriso ai bambini meno fortunati grazie a Make-A-Wish® Italia

  • By
  • 1 Ottobre 2019

Spesso i gesti più generosi arrivano dalle persone più inaspettate. La storia di Viola e del suo desiderio ha molto da insegnare. Viola ha 15 anni, è ancora molto giovane. Nel 2015, le è stato diagnosticato un osteosarcoma. Il suo desiderio era quello di poter scambiare un sorriso con i bambini meno fortunati.

Grazie a Make-A-Wish® Italia, Onlus con sede a Genova che dal 2004 opera capillarmente su tutto il territorio nazionale, ha da poco realizzato il suo desiderio a Meknes, in Marocco, grazie alla collaborazione con OVCI – Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale. In Marocco, OVCI ha diverse attività, tra le quali, in collaborazione con l’associazione Amici dei Bambini (AiBi), la gestione dell’orfanotrofio di Meknes gestito dalla Fondazione Rita Zniber.

In compagnia della sua famiglia, Viola è arrivata a Meknes e, con Roberta Rizzo, giovane volontaria in servizio civile presso l’OVCI, ha raggiunto “Le Nid”, l’orfanotrofio situato all’interno dell’Ospedale Mohammed IV che ospita ben 96 bambini. Dopo un tour della struttura, Viola e la sua famiglia si sono immersi con entusiasmo nelle attività della giornata: hanno aiutato il personale del centro a dare il biberon ai piccoli neonati, hanno allestito la terrazza per la merenda e consegnato tutto il materiale raccolto in Italia, da amici e parenti che hanno voluto contribuire a realizzare il desiderio di Viola: moltissimi giochi, ma anche vestiti per i bambini, palloncini, colori.

L’entusiasmo di Viola è evidente dalle sue parole: «Arrivati all’Orfanotrofio di Meknès, ho avuto la possibilità di incontrare Roberta e il team della struttura, una squadra fantastica che ci ha accompagnato. I più piccoli erano bellissimi, molto affettuosi: volevano essere coccolati in continuazione. Giocavano e si divertivano nonostante avessero il minimo indispensabile per farlo». E continua: «Abbiamo consegnato tutti regali portati per loro: matite, pennarelli, trucchi, palline, giochi… e loro con gli occhi pieni di felicità si sono messi a colorare e a giocare. È stata un’esperienza fantastica, emozionante e che mi ha riempito il cuore. Ma soprattutto che rifarò appena possibile. Grazie Make-A-Wish® Italia per avermi dato questa opportunità, un viaggio meraviglioso che mi ha dato la possibilità di portare un sorriso, un gesto di affetto a chi oggi ne ha davvero tanto bisogno».

«Sicuramente un desiderio insueto per una ragazza così giovane», racconta Valentina,  mamma di Viola. «Le situazioni della vita che a volte ci travolgono spesso ci rendono migliori e ci fanno riflettere sulle cose importanti. Nonostante tutto, ci riteniamo davvero fortunati!».

Un desiderio nel desiderio: ciò che Viola più desiderava era aiutare i bambini meno fortunati, rivelando un animo grande e capace di pensare al bene degli altri, pur attraversando un periodo di particolare difficoltà personale, com’è quello di chi soffre di gravi patologie.

«La storia di Viola ha molto da insegnarci», racconta Sune Frontani, Co-Fondatrice e Presidente di Make-A-Wish® Italia. «Che una ragazza così giovane, di soli 15 anni, con una storia complessa alle spalle, sia in grado di un gesto di tale generosità, ci riempie di grande commozione. Vederla assieme a quei bambini è stata un’esperienza davvero unica.»

 

Make-A-Wish® Italia è un’organizzazione no profit nata nel 2004 che realizza desideri di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni d’età affetti da gravi patologie. Il valore di un desiderio è enorme: un sogno esaudito fa capire che nulla è impossibile, e ha il potere di migliorare la qualità della loro vita. Infatti, specifiche ricerche hanno dimostrato che le emozioni positive che ne derivano, generano concreti benefici per i bambini malati e le loro famiglie: l’89% dei bambini diventa emotivamente più forte, l’81% dei genitori afferma che i bambini affrontano meglio le terapie e il 98% delle famiglie torna a sentirsi di nuovo una “famiglia normale” (Fonte: Wish Impact Study Result, March 2011 – MAW America). A conferma della sua serietà e affidabilità, destina una percentuale altissima delle proprie spese alla Missione (78% nel 2018). Make-A-Wish® Italia è affiliata a Make-A-Wish®International – una delle organizzazioni benefiche più note al mondo presente in 50 Paesi, con 40 affiliate, 45.000 volontari e 480.000 desideri realizzati.

No Comments
Comunicati Eventi News

CONSORZIO TUTELA TALEGGIO AD ANUGA CON AFIDOP

Colonia 5 – 9 ottobre 2019

Hall 10.1 | Stand H020 G021Da

Show Cooking con Antonino Bonetta, Corrado Paris e Veronika Crecelius

 

Dal 5 all’9 ottobre Consorzio Tutela Taleggio sarà presente ad Anuga – da 100 anni piattaforma commerciale e di networking leader per l’industria del food & beverage –  con AFIDOP, Associazione Formaggi Italiani DOP.

A 23 anni dal riconoscimento della D.O.P il Taleggio è sempre più apprezzato, non solo in Italia ma anche a livello internazionale.  Grazie all’importante lavoro svolto dal Consorzio e da tutti i soci, la voce export incide oggi per il 25% sul totale della produzione. I paesi UE più importanti sono la Germania e la Francia, l’America per il mercato extra UE. Proprio la Germania, sede della Fiera Anuga, nel 2018 è stato il primo paese importatore di Taleggio con il 15% sul totale esportato. Nel 1° semestre 2019 mantiene la leadership, facendo registrare, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un + 5%.

 

Il mercato estero rappresenta una delle leve principali per accompagnare l’incremento della produzione del Taleggio DOP anche nei prossimi anni. – Dichiara Lorenzo Sangiovanni, Presidente di CTTSiamo orgogliosi di constatare come questa nostra eccellenza gastronomica made in Italy sia recepita positivamente dal mercato estero e trovi continui riscontri presso i consumatori stranieri. L’obiettivo che il Consorzio si prefigge è quello di dare una continuità a questo trend. Anuga rappresenta a questo scopo una vetrina internazionale molto importante per promuovere e far conoscere le caratteristiche e le peculiarità del nostro formaggio Taleggio DOP”.

 

In occasione della fiera tedesca lo stand di AFIDOP ospiterà show cooking con preparazione di deliziosi assaggi che avranno come protagonisti indiscussi i 6 formaggi DOP promossi dall’Associazione (oltre a Taleggio DOP anche Asiago DOP, Gorgonzola DOP, Grana Padano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Pecorino Toscano DOP), stelle del panorama gastronomico italiano.

Gli chef Antonino Bonetta e Corrado Parisi, accompagnati da Veronika Crecelius, prepareranno sei tipologie di “bocconcini”, piccoli sfizi al formaggio da assaporare in abbinamento a vini o birre per un’esperienza di gusto completa. Da sabato a martedì, dalle ore 12 alle 14.

www.afidop.itwww.taleggio.it

 

CHEF ANTONINO BONETTA

Lo Chef Antonio Bonetta è nato in Italia ma si è trasferito da bambino in Germania. Ha lavorato in vari ristoranti di livello in Francia e in Italia e nel 2015 ha aperto “Il Valentino” a Colonia, di cui è proprietario e Chef e nel quale porta le sue radici italiane, le tradizioni mediterranee e la cura per le materie prime.

 

CHEF CORRADO PARISI

Nato a Ispica (Ragusa) il 14 settembre 1978. Si trasferisce in Germania per via del ristorante dei genitori sito a Titmoning. Oggi è Chef Executive presso “Schwarzer Adler” e Ristorante “ODART” e docente in tutto il mondò presso i più importanti istituti di cucina.

 

VERONIKA CRECELIUS

Veronika Crecelius, tedesca di nascita ma un po’ italiana d’adozione, è una giornalista e divulgatrice esperta di vino e di buona tavola. Nella sua carriera è stata insignita di numerosi riconoscimenti giornalistici, oltre ad essere stata nominata Ambasciatrice del Vino italiano dal Cerimoniale della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma.

No Comments
Salute e Benessere

ONDA Daiichi Sankyo Italia: convegno “Presa in carico assistenziale e terapeutica del paziente anziano”

Organizzato da ONDA e Daiichi Sankyo Italia il convegno “Presa in carico assistenziale e terapeutica del paziente anziano”

Roma, 30 settembre 2019 – Invecchiamento attivo, sicurezza delle nuove terapie anticoagulanti per i pazienti anziani, tecnologie digitali a supporto della gestione delle cronicità, e infine il prezioso e difficile ruolo del caregiver in un’Italia che conta sempre più anziani e necessita di migliori servizi sanitari e assistenziali. Sono questi i temi del convegno “Presa in carico assistenziale e terapeutica del paziente anziano”, l’evento organizzato da Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere e Daiichi Sankyo Italia, che oggi mette a confronto esperti del settore, classe medica e istituzioni.

L’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per percentuale di anziani, con 13,8 milioni di persone over 65, ovvero il 22,8% della popolazione totale, e detiene il record europeo, con la Francia, per presenza di ultracentenari (oltre 14 mila). Secondo l’Istat, all’inizio del 2019 sono 2,2 milioni gli individui di età pari o superiore agli 85 anni. In aumento anche i non autosufficienti, ad oggi circa 2,5 milioni che, secondo le stime, raddoppieranno entro il 2030, ma solo la metà di questi usufruisce di servizi sociosanitari, mentre il resto è assistito da un caregiver familiare, di cui 1 su 5 è a sua volta ultrasessantenne. Per ciò che riguarda la differenza di genere, la longevità delle donne rispetto agli uomini è controbilanciata da una inferiore aspettativa di vita in buona salute rispetto a questi; inoltre sulle donne grava maggiormente perdita di autosufficienza, a cui si aggiunge una maggiore predisposizione ai disturbi cognitivi e depressivi. Eppure, è donna anche la maggioranza dei caregiver che assistono gli anziani.

“Questa nuova realtà sociodemografica pone le istituzioni e la società civile di fronte alla necessità, ormai ineludibile, di interventi significativi a livello non solo sanitario ma anche culturale e socioassistenziale. È diventato più che mai cruciale promuovere l’invecchiamento attivo di tutti i cittadini, garantendo un’assistenza sanitaria adeguata e programmi di educazione sui sistemi di prevenzione dei rischi per la salute legati all’invecchiamento. Ma soprattutto – ha spiegato Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico-scientifico di Onda – è necessario dare il massimo supporto a quell’esercito silenzioso di milioni di donne e uomini che, ogni giorno e per anni, si prende cura dei di ignorarli e lasciarli soli.” nostri anziani non più autosufficienti. Persone, spesso anch’esse ultrasessantenni, che a titolo gratuito svolgono un prezioso e faticoso lavoro di alto valore sociale ed economico, ad oggi non ancora riconosciuto né tutelato nel nostro Paese. Non possiamo più permetterci di ignorarli e lasciarli soli.”

Pazienti anziani con cronicità e comorbilità: la gestione ed i costi della fibrillazione atriale (FA)

L’epidemiologia dell’invecchiamento della popolazione italiana, caratterizzata dalla riduzione delle nascite, dall’aumento progressivo dell’aspettativa di vita, e dal contestuale incremento delle cronicità che impatta sulla qualità della vita dei singoli e sul costo sociale derivante dalla non autosufficienza in tarda età, è un dato di cui tener conto nella valutazione delle risorse da investire nella sanità pubblica. Una popolazione che merita particolare attenzione è costituita dagli anziani “fragili”, ovvero quei milioni di italiani in età avanzata o molto avanzata (grandi anziani) con gravi comorbilità, a rischio di disabilità e rapido deterioramento dello stato funzionale. L’approccio terapeutico per questi pazienti (>85-90 anni) deve essere basato su una valutazione multidimensionale che prenda in considerazione più aspetti della persona, tra i quali lo stato funzionale, cognitivo e sociale, oltre a quello propriamente clinico.

La vera sfida dei prossimi anni sarà la gestione integrata e interdisciplinare delle malattie croniche dell’anziano, una su tutte la Fibrillazione Atriale.
I costi di gestione della FA in Italia ammontano a circa 5000€ per paziente all’anno. Circa il 96% dei pazienti affetti da FA è a rischio di ictus, terza causa di morte, ma prima causa di invalidità. Il 20-30% di tutti i casi di ictus è attribuibile a questa aritmia, e la percentuale aumenta in modo drammaticamente significativo con l’avanzare dell’età.
Il paziente con fibrillazione atriale ed ictus è ad alto rischio di recidiva ischemica ma nello stesso tempo è ad alto rischio di emorragia – soprattutto intracranica – più frequente nel paziente anziano, perché spesso questo presenta disabilità residua con tendenza alle cadute, patologie legate al decadimento cognitivo o possibili interazioni farmacologiche dovute all’assunzione di più medicinali, con problematiche che interessano anche l’aderenza terapeutica. Lo specialista si trova a dover considerare tutti questi fattori prima di prescrivere un trattamento con anticoagulanti orali per la prevenzione secondaria dell’ictus.

L’innovazione farmaceutica e tecnologica procede proprio in questo senso, per offrire a questa categoria di pazienti una terapia più appropriata e sicura, quindi più efficace ed efficiente, per ridurre l’incidenza di ictus con un notevole vantaggio economico e sociale, ridurre gli episodi acuti e le ospedalizzazioni, limitando al contempo i costi sociali ed economici indiretti, come quelli che gravano sull’assistenza e sul caregiver. “Il progresso della ricerca scientifica e farmacologica ci consente oggi di vivere più a lungo, e non possiamo permettere che questo straordinario successo della scienza diventi un peso sociale, sanitario o economico. È per questo che Daiichi Sankyo si impegna da sempre a migliorare la qualità e non solo la durata della vita dei pazienti, anche di quelli più fragili e anziani. Un impegno che investe tutti gli ambiti, non solo quello scientifico e farmacologico. – ha commentato Massimo Grandi, Presidente e Amministratore Delegato di Daiichi Sankyo Italia – Siamo quindi particolarmente felici di sostenere le importanti attività di ONDA, e questo evento è solo il primo di una lunga serie di iniziative in ambito istituzionale, civile e culturale, a cui parteciperemo per promuovere l’invecchiamento attivo e contribuire ad affrontare questa nuova realtà non come problema, bensì come un’opportunità e una risorsa per l’intera società.”

“Terapie digitali” a supporto del paziente anziano e dell’aderenza terapeutica

Oggi si contano oltre 250.000 app che interessano la salute, e tra queste numerose sono le soluzioni studiate specificatamente per gli anziani e per facilitare il lavoro di chi se ne prende cura: sensori e braccialetti intelligenti che monitorano la postura e identificano eventuali cadute, sistemi automatici di identificazione di possibili nuove patologie o di monitoraggio di quelle in corso, app per smarthphone e tablet che favoriscono una maggiore aderenza al trattamento farmacologico, e sistemi che fanno uso della gamification per favorire la riabilitazione. Nuove soluzioni, come le terapie digitali – strumenti software in grado di somministrare terapie comportamentali a fini di prevenzione o cura – promettono inoltre significativi cambiamenti nell’assistenza a pazienti non più autosufficienti e con bisogni di cura a lungo termine, soprattutto per caregiver familiari che spesso non sono adeguatamente preparati. In particolare, i dispositivi mobili, grazie alla loro ampia diffusione e maggior semplicità di utilizzo rispetto ai personal computer, aiutano l’impostazione e la pianificazione della terapia farmacologica, fungono da promemoria, e permettono di accedere rapidamente a contenuti formativi e informativi sulla salute e sulle diverse patologie, e di comunicare a distanza con altri familiari coinvolti nella cura o con gli operatori sanitari.
Tuttavia, affinché tali strumenti possano trovare una reale applicazione è necessaria una validazione scientifica, ad oggi ancora carente, mediante la conduzione di sperimentazioni cliniche che facciano uso di una metodologia di ricerca rigorosa.

Invecchiamento, fragilità, decadimento cognitivo: il difficile ruolo del caregiver, che nell’86% dei casi è donna

Secondo l’ultima analisi dell’Istat, che fa riferimento solo alle forme di assistenza fornite per problemi circoscritti a salute e invecchiamento, in media il 17.4% della popolazione, pari ad oltre 8.5 milioni di italiani, è caregiver: un esercito silenzioso di persone, spesso anch’esse anziane, rappresentato per la maggior parte da donne. L’indagine Ipsos-Farmindustria del 2018 ha documentato come quasi 9 donne su 10 del campione intervistato ricoprano questo ruolo con diversi gradi di intensità, in un terzo dei casi senza aiuti e con un alto tasso di insoddisfazione a causa delle difficoltà a conciliare questo compito con le necessità della famiglia, i propri spazi e interessi personali nonché gli impegni professionali. L’associazione del ruolo di caregiver al genere femminile affonda le proprie radici in un retaggio culturale e in un contesto sociale fortemente connotato nel nostro Paese, anche se sono sempre più numerosi gli uomini che affiancano le proprie partner o che sono in prima linea. Ciò che cambia è l’approccio verso il malato: l’uomo ha un atteggiamento più pragmatico teso alla risoluzione dei problemi, mentre la donna è più emotiva ed empatica.

Indipendentemente dal genere di appartenenza, il ruolo di caregiver rappresenta un compito ad alto “costo”, considerato il peso dell’impegno e della responsabilità che inevitabilmente si ripercuote sulla salute fisica e psichica e sulla quotidianità, investendo le relazioni affettive, la vita sociale e la sfera lavorativa, un carico pesante, gravato dalla difficoltà di conciliarlo con emozioni come il senso di inadeguatezza o di colpa, la solitudine, la rabbia. Diverse ricerche hanno evidenziato come ciò porti spesso il caregiver a trascurare la propria salute, fino a sviluppare la sindrome del burnout, uno stato di esaurimento emotivo, che può portarlo perfino ad avvertire un senso di fastidio nei confronti della persona assistita, che si aggrava nei casi in cui il paziente accudito è affetto da patologie come demenze e disturbi psichici, su cui a tutt’oggi pesa uno stigma sociale.

Nella popolazione anziana ultrasessantacinquenne dei Paesi occidentali le malattie neurodegenerative rappresentano la quarta causa di morte; la loro diffusione è in costante crescita quale conseguenza dell’allungamento dell’aspettativa di vita. In Italia circa l’80% delle persone colpite da demenza sono assistite a casa da familiari, i quali svolgono gratuitamente una preziosa attività di assistenza, attività non riconosciuta nel nostro Paese dal punto di vista previdenziale, sanitario e assicurativo. Esiste un Fondo dedicato, istituito con la legge di bilancio 2018 per “la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare” ma, di fatto, le risorse non sono disponibili perché manca una normativa a sostegno: ad oggi si attende ancora l’esito dell’iter parlamentare del testo unificato “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” che raccoglie le diverse proposte di legge.

FonteDaiichi Sankyo Italia

No Comments
Eventi

Inizia la stagione invernale de Il Giardino dei Giochi

In visione per il 6 Ottobre il cartone animato “COCO”.

 

Per tutta l’estate il progetto “Il Giardino dei Giochi” ha organizzato il cinema all’aperto ricevendo un grande consenso dal pubblico che ha portato i più piccoli a vedere i svariati film di animazione, di avventura e divertenti.

 

Ora i volontari, che unendo le forze, hanno creato questo progetto per la comunità, riprendono con la stagione invernale, organizzando la proiezione del cartone “COCO” all’interna della sala cinema di Villa Francesconi Lanza, sede della Chiesa di Scientology di Padova che mette a disposizione gli spazi gratuitamente.

 

I volontari ricordano che queste attività servono per portare calma e solidarietà nella comunità senza odio, razzismo e nel rispetto dei diritti umani, come scrisse l’umanitario L. Ron Hubbard: “La tolleranza è un buon fondamento su cui costruire i rapporti umani.”

 

Coco, il film Disney Pixar, è ambientato in Messico durante il Dìa de Muertos e racconta la storia del giovane Miguel e della sua irrefrenabile passione per la musica. Diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina, il film, uscito nei cinema italiani a Natale 2017, si è aggiudicato diversi riconoscimenti come miglior film d’animazione dell’anno. La durata del film è di 109 minuti.

 

La visione è programmata per il giorno 6 Ottobre 2019 alle ore 15.00. I volontari come sempre offriranno stuzzicheria, nachos, per rimanere in tema, e bevande .

 

L’ingresso è libero a tutti e gratuito!

 

Per maggiori informazioni chiama il 391.438.1933 o scrivi a [email protected] .

No Comments
Volontariato e società

I volontari La Via della Felicità ripuliscono dai rifiuti la litoranea di Ponente a Barletta

Iniziativa per prendersi cura dell’ambiente.

Domenica mattina, i volontari dell’associazione La Via della Felicità di Barletta, hanno ripulito la litoranea di Barletta da rifiuti e plastica. Secondo i volontari, la rimozione di rifiuti, sporcizia e disordine dalla propria zona crea un’atmosfera pulita e tranquilla dove ci si sente più felici e sereni.

“Non possiamo davvero stare in disparte e non agire per ripulire le nostre spiagge”, ha affermato il responsabile dell’attività, Ignazio Gianfrancesco, “Avere un ambiente pulito contribuisce anche a una città più sicura.”

L’associazione La Via della Felicità insegna alle comunità che i rifiuti non solo sono dannosi per l’ambiente, ma possono anche portare malattie. Inoltre, i mozziconi di sigarette sono estremamente tossici e provocano incendi se non vengono rimossi e scartati correttamente.

Per questo i volontari hanno deciso di dedicare il loro week-end per rimuovere questi rifiuti nelle zone vicino al mare, in quanto sanno che la maggior parte di essi danneggerà la sopravvivenza della fauna marittima.

L’attività è ispirata alla guida al buon senso scritta da L. Ron Hubbard, in cui afferma: “L’idea che ognuno di noi possieda una parte del pianeta e che possa e debba aiutare a prendersene cura, può sembrare esagerata e, a qualcuno, piuttosto irreale. Ma al giorno d’oggi ciò che accade dall’altra parte del pianeta, anche se lontana, può influenzare ciò che accade a casa tua”.

Per creare maggiore consapevolezza, durante l’attività i volontari hanno consegnato gratuitamente una copia dell’opuscolo La Via della Felicità, così che tutti i cittadini possano rendersi conto che è necessario avere cura dell’ambiente.

Per unirsi nelle prossime attività contatta il numero 348.952.1945 o scrivi a [email protected] .

No Comments