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20 Febbraio 2016

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Salute e bellezza dentale: il compromesso possibile

I più recenti modelli di bellezza vogliono denti bianchissimi sia agli uomini che alle donne di tutte le età.I media hanno contribuito decisamente all’imposizione di questa nuova esigenza di avere un sorriso bianco naturale, ma quando si sfoggia un bel sorriso e denti bianchi di un colore naturale e sano si hanno chiaramente dei vantaggi rapportandosi agli chi ci sta vicino.

Quali sono le sostanze che lasciano tracce su i denti bianchi?

Le sostanze chimiche responsabili dell’ingrigimento e ingiallimento dello smalto dentale sono più di una, ma il principale autentico avversario da combattere è il tempo. L’organismo umano diventa vecchio naturalmente e si indebolisce nello scheletro e nella muscolatura e i sorrisi smaglianti di un tempo divengono ormai parte del passato.

E’ chiaramente sbagliato dare validi indicatori generali visto che ognuno è diverso dagli altri, ma la composizione mineraria dello smalto dentale inizia a cambiare: a causa di questo fenomeno, assolutamente normale, i denti da bianchi cominciano a mostrare cambiamenti nel bianco , che inizia a svelare un costante inscurimento e ingiallimento. E’ dopo il cinquantesimo anno di età che l’oscuramento comincia a farsi vedere, anche se tanto è influenzato dal migliore o peggiore stato di salute di ogni soggetto.

Un’altra conseguenza della fragilità dello smalto è la sua più alta facilità a d essere aggredito da batteri che comunemente non riescono a penetrarne la superficie: ne scaturisce un’attività che danneggia il regolare colore bianco dello smalto dentale e lascia un antiestetico giallognolo.Simili cause naturali degli inestetismi dei denti sono da prevenire con una adeguata alimentazione, a base di antiossidanti e di minerali (in special modo il calcio) che aiutano a rafforzare lo smalto dentale e attenuano i processi di invecchiamento scheletrico.

Insidie del nostro sorriso sono anche le nostre consuetudini alimentari.Le cose che mangiamo e beviamo, che presentano colorazioni forti, possono avere un’attività di colorazione ai danni dello smalto dentale, macchiandolo. Il consumo di bibite colorate, così come cibi a forte componente colorata può causare macchie più o meno visibili sulla dentatura: i denti, ormai più porosi per l’attacco delle sostanze acide, per l’età o per causa naturale, mantengono segni delle sostanze con cui arrivano a contatto.

Le sostanze antibiotiche possono pure porre a rischio il candore salubre dei denti: diversi presidi medici, d’altronde, hanno maggiori probabilità di abbattere i microrganismi che riducono l’azione di quegli altri microrganismi di cui parlavamo prima, cioè coloro che stanno all’origine dell’inscurimento dello smalto dentale.
La prima ragione evitabile della patina del sorriso è il tabacco: il catrame e la nicotina hanno la tendenza sia a la bellezza del sorriso che a causare una colorazione opaca. Siccome tanti tabagisti non mostrino bei denti non è certamente un caso.

Lo sbiancamento dei denti si raggiunge attraverso due metodi. I metodi di abrasione si fondano sulla eliminazione meccanica della pigmentazione sullo smalto dentale e sono prevalentemente spazzolini, dentifrici sbiancanti e smerigliatori.

I metodi chimici consentono al contrario di ottenere denti bianchi in modo più veloce e senza l’ausilio di rilevanti abrasioni: essendo attivi anch’essi sulla superficie dentale, e in particolar modo nelle sue porosità, rendono deboli le sostanze chimiche alla base della pigmentazione che verranno poi asportate facilmente con la regolare pulitura. Mediante lampade blu alogene tali sostanze vengono azionate ed entrano in azione molto più velocemente.

Il trattamento può arginare decisamente l’inestetismo, ma non rimuoverlo del tutto: sfortunatamente non è così e, qualunque sia il trattamento per cui optiamo, è indispensabile rifarlo periodicamente per salvaguardare i denti bianchi per cui abbiamo tanto lottato.

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La nuova economia è “Turismo”

Un “Master in Economia e Gestione del Turismo”, si sta svolgendo a Oriago di Mira (VE), progettato e gestito dal CISET, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, Università Ca’ Foscari di Venezia. Nato dall’unione di Università Ca’ Foscari Venezia, Regione del Veneto e Touring Club Italiano, intorno ad un progetto innovativo, fin dall’inizio gli obiettivi di studio e d’azione  del Ciset sono  stati quelli di favorire un Turismo che produca ricchezza culturale e materiale, come volano di sviluppo economico e sociale, per le imprese e i Territori, dal locale all’internazionale.

“Nemmeno i tesori naturali e artistici più preziosi – sottolinea Fausto Faggioli, docente nell’ambito del Master – sono sufficienti ad attrarre l’attenzione di un turista sempre più informato e attento, se ci si ostina a proporli con una promozione convenzionale che ancora non comprende la potenzialità delle risorse. Ogni Territorio che vuole svilupparsi ha quindi bisogno di professionisti del settore fortemente motivati e determinati a  raggiungere grandi risultati di sviluppo imprenditoriale. Il Master crea un ambiente fertile alla collaborazione, puntando allo smart working per una progettazione partecipata e questo gruppo di giovani ha tutti i requisiti necessari per sviluppare strategie di successo, vivendo uno stretto rapporto con il Territorio, con la tradizione costruttiva e con l’innovazione tecnologica.”

“Oggi il turista – aggiunge Mara Manente, direttore del Ciset – è attento al Territorio, ai prodotti tipici, rifiuta il falso ed è disposto a un atteggiamento responsabile.”

“Il Cisetcontinua Mara Manente da oltre vent’anni cerca di interpretare questi decenni di profondi cambiamenti sociali e culturali, oltre che economici, attraverso una lente privilegiata, quella del Turismo e delle sue molte valenze, proponendoci di fornire agli operatori del settore e alle destinazioni strumenti per competere in contesti che richiedono costante innovazione.”

L’approccio del Centro integra la componente accademica e quella di business, basandosi su una forte sinergia tra l’attività di ricerca e consulenza, condotta in esclusiva o in collaborazione con partner nazionali e internazionali  e l’attività di formazione universitaria e manageriale, fornendo ai futuri operatori turistici gli strumenti per affrontare in maniera innovativa e performante il mercato.

La tutorship del Master in Economia e Gestione del Turismo è gestita da Marta Masé che specifica:Nato con l’obiettivo di offrire un percorso formativo specifico di eccellenza, è uno dei Master in Turismo più quotati del settore, supportato da uno staff che integra esperienza e capacità di innovazione con  professionalità  e specializzazioni in percorsi diversi.”

Dopo l’incontro con Fausto Faggioli, terminano gli allievi del Master: “Siamo un gruppo di giovani provenienti da ogni parte d’Italia che, dopo aver seguito percorsi di studio e professionali diversi, hanno scelto di frequentare il Master in Economia e Gestione del Turismo presso il CISET di Ca’ Foscari per dare ancora più forma e spessore alla loro grande passione: il Turismo. Siamo animati da forti motivazioni e abbiamo molte idee, questo Master ci sta fornendo gli  strumenti operativi e le competenze specifiche per tradurre tutto questo in realtà concrete. Pensiamo  che il mondo del Turismo possa offrire molte opportunità, noi ci siamo!”

 

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Apidonne in prima linea a sostegno del progetto “Lavoro in Valpolicella”

Verona, Febbraio 2016 – Sabato 13 febbraio, presso l’Istituto Superiore “L. Calabrese – P. Levi”, si è svolto l’evento organizzato da Apidonne Verona in collaborazione con l’Associazione Progetto “Lavoro in Valpolicella”, che ha l’obiettivo di garantire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro ed il ricollocamento di coloro che, per malattia, gravidanza o disoccupazione, devono reinventare la propria figura professionale.

L’incontro, rivolto agli studenti delle classi quinte, ha affrontato in maniera pratica e concreta l’attuale questione occupazionale, ponendo l’attenzione su alcune case history di aziende locali, nell’ottica di comprendere strategie ed esigenze professionali. “Conoscere la storia e le scelte imprenditoriali che stanno dietro a realtà aziendali è una tappa fondamentale di Apindustria per promuovere la cultura d’impresa ed impegnarsi attivamente nello sviluppo del nostro territorio” ha affermato Marina Scavini, Presidente di Apidonne Verona.

Il progetto “Lavoro in Valpolicella” è sostenuto da tutti i Comuni della Valpolicella (Fumane, Marano di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Negrar, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Pescantina, Dolcè e Brentino), che mensilmente si confrontano sulla situazione e si coordinano per affrontare l’emergenza di questo momento difficile. Tra le innumerevoli iniziative intraprese, sono stati istituiti alcuni sportelli di ascolto nei quali operano volontari per offrire indicazioni utili e supporto psicologico ai cittadini. Diverse sono le imprese del veronese che collaborano attivamente all’iniziativa, promossa dall’Associazione Caritas di Fumane, sostenuta da Valpolicella Benaco Banca Credito Cooperativo e coordinata dallo studio di consulenza Cesaro&Associati, realtà facente parte di Apindustria Verona.

“La partecipazione attiva all’evento di sabato sia da parte di numerose imprenditrici sia di giovani imprenditori, testimonia il costante interesse ed impegno di Apindustria verso la formazione della nuova generazione, al fine di gettare le basi di una più completa organizzazione del mercato del lavoro rivolta al futuro. In tal senso diventa fondamentale la collaborazione, la condivisione e la sinergia del fare squadra insieme” ha concluso Marina Scavini.

I suggerimenti riportati durante la giornata formativa sono stati molto apprezzati. “Per gli insegnanti e gli studenti è stata una prima occasione di incontro con gli imprenditori, sicuramente un’esperienza positiva e da ripetere. Le testimonianze sono state importanti e hanno fornito ai ragazzi spunti su cui riflettere” ha dichiarato Maria Pia Cottini, docente al Liceo scientifico, che ha seguito l’organizzazione di questo evento, che ha suscitato interesse e partecipazione.

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