Daily Archives

26 Dicembre 2015

Comunicati

Il bonus per le imprese musicali

Il dl 91 del 2013 (chiamato anche decreto cultura) ha previsto un bonus in materia di imprese musicali, bonus utilizzabile in compensazione attraverso il mod. F24. Il modello deve essere necessariamente presentato attraverso i canali telematici altrimenti il versamento sarà in automatico rifiutato (occorrerà quindi utilizzare i canali fisconline ed entratel). Tale ragguaglio è contenuto all’interno del provvedimento del 23 Dicembre 2015 dell’ Agenzia delle entrate.

in base al contenuto del provvedimento al ministero dei beni culturali spetta il compito di comunicare l’esito  delle imprese che hanno diritto al beneficio direttamente all’Agenzia delle Entrate. E’ inoltre obbligatorio per il Ministero beni culturali di informare, attraverso le stesse modalità, eventuali variazioni contenute all’interno del suddetto elenco (l’aggiornamento deve essere obbligatoriamente trasmesso entro 15 giorni da quando si è avuta conoscenza della variazione). In tale ultimo caso il modello F24 potrà essere presentato, sempre telematicamente, entro il terzo giorno lavorativo successivo a tale comunicazione.

In base al sopra citato provvedimento l’Agenzia delle entrate ha il compito di effettuare periodicamente dei controlli per verificare se il credito utilizzato sia stato correttamente utilizzato e se siano stati rispettati i limiti. In caso di errore il modello F24 sarà scartato ed il rifiuto verrà comunicato a chi ha effettuato l’F24.

No Comments
Comunicati

Cosa si intende per event-driven nelle pagine html

Gli eventi nelle pagine html
la gestione dell’interattività da parte di funzioni di script all’interno delle pagine Html è di tipo event-driven, ovvero dipendente dagli eventi. Ciò significa che qualsiasi operazione che venga compiuta dall’utente all’interno della finestra del browser (anche soltanto il semplice spostamento del mouse) produce comunque degli eventi che vengono inviati all’interprete. Solitamente non capita nulla perché questi eventi non vengono intercettati da nessuna funzione e quindi vengono semplicemente perduti.
Ma nel momento in cui ci interessa associare ad un certo evento una particolare funzione od un particolare comportamento, questo evento dovrà essere intercettato da parte dell’oggetto della pagina coinvolto, quindi dal Tag che lo identifica o lo definisce.
Il fatto che il parametro TITLE faccia apparire la descrizione contestuale del l’oggetto definito dal Tag significa che, quando è specificato questo parametro, viene rilevato l’evento corrispondente al cursore del mouse sopra l’oggetto ed in corrispondenza a questo evento viene visualizzata la finestrella di informazioni.
Va notato che quando si costruiscono delle funzioni di script che intercettano determinati eventi di un oggetto, queste vengono considerate più importanti di eventuali funzioni di sistema per lo stesso evento, che quindi
non avranno effetto. Se ad esempio specifichiamo il parametro TITLE in un tag in cui viene anche gestito l’evento OnMouseOver (mouse sopra l’oggetto, lo stesso evento del parametro) da parte di una semplice funzione che
cambia l’icona del cursore, non comparirà il testo specificato nel parametro TITLE.
La lista seguente mostra l’elenco di eventi che possono essere intercettati all’interno dei Tag html.

onabort – l’utente ha annullato lo scaricamento di un’immagine.
Applicabile a:  APPLET, BODY, BUTTON, CAPTION, DIV, EMBED, IMG, INPUT, MAP, OBJECT,
SELECT, TABLE, TD, TEXTAREA, TR

onbeforeunload – accade prima che una pagina venga scaricata per cari
care l’oggetto o la pagina successiva.
FRAMESET, window

onbeforeupdate – viene generato prima che venga avviato un aggiorna mento di un oggetto o di un trasferimento dati.
Applicabile a: APPLET, BODY, BUTTON, CAPTION, DIV, EMBED, IMG, INPUT, MAP, OBJECT,
SELECT, TABLE, TD, TEXTAREA, TR

onblur – viene generato quando l’oggetto corrispondente ha perso il focus, ovvero è stato spostato il mouse per cliccare un altro oggetto.
Applicabile a: A, APPLET, AREA, BUTTON, DIV, EMBED, HR, IMG, INPUT, OBJECT, SELECT, SPAN, TABLE, TD, TEXTAREA, TR, window

onchange
– viene generato ogni volta che il contenuto di un oggetto (ad esempio il campo di testo in un form) viene cambiato.
Applicabile a: INPUT, SELECT, TEXTAREA

onclick – viene generato quando è stato fatto click col pulsante sinistro del mouse.
Applicabile a: A, ADDRESS, APPLET, AREA, B, BIG, BLOCKQUOTE, BODY, BUTTON, CAPTION, CENTER, CITE, CODE, DD, DFN, DIR, DIV, DL, DT, EM, EMBED, FIELDSET FONT, FORM, H1, H2, H3, H4, H5, H6, HR, I,
IMG, INPUT, KBD, LABEL, LEGEND, LI, LISTING, MAP, MENU, OBJECT, OL, OPTION, P, PLAINTEXT, PRE, S, SAMP, SELECT, SMALL, SPAN, STRIKE, STRONG, SUB, SUP, TABLE, TBODY, TD, TEXTAREA, TFOOT, TH, THEAD, TR, TT, U, UL, VAR, XMP, document

ondataavailable – ogni volta che attraverso una connessione dati sono disponibili nuove informazioni non ancora acquisite.
Applicabile a: APPLET, IMG, MAP, OBJECT
ondatasetchanged – ogni volta che i dati di una connessione, collegata ad una serie di informazioni già visualizzate, cambiano.
Applicabile a:
APPLET, IMG, MAP, OBJECT

ondatasetcomplete – ogni volta che è stato completato il trasferimento di un gruppo di dati (ad esempio dopo che è stato applicato un filtro per selezionare un gruppo di record).
Applicabile a: APPLET, IMG, MAP, OBJECT

ondblclick – l’utente ha fatto doppio click col pulsante sinistro del mouse
sull’oggetto.
Applicabile a: A, ADDRESS, APPLET, AREA, B, BIG, BLOCK QUOTE, BODY, BUTTON, CAPTION, CENTER, CITE, CODE, DD, DFN, DIR, DIV, DL, DT, EM, EMBED, FIELDSET, FONT, FORM, H1, H2, H3, H4, H5, H6,
HR, I, IMG, INPUT, KBD, LABEL, LEGEND, LI, LISTING, MAP, MENU, OBJECT, OL, P, PLAINTEXT, PRE, 5, SAMP, SELECT, SMALL, SPAN, STRIKE, STRONG, SUB, SUP, TABLE, TBODY, TD, TEXTAREA, TFOOT, TH, THEAD, TR, TT, U, UL, VAR, XMP, document

ondragstart – viene generato quando l’utente inizia un’operazione di “drag” col mouse, ovvero trascina il mouse su un oggetto tenendo premuto il pulsante sinistro.

No Comments
Comunicati

La sintassi del tag

Descrizione contestuale <Title)>

Su tutti gli oggetti come collegamenti ipertestuali, pulsanti, campi di form ecc. è possibile con il parametro Title indicare un breve testo che sarà visualizzato per qualche secondo quando si passa col mouse sopra il campo. Può
essere molto utile per fornire una breve guida contestuale agli elementi sensibili della pagina.
Linguaggio (Language, Lang)
Abbiamo visto che all’interno della pagine Html possono essere inserite funzioni in linguaggi di script. Ma questo non è l’unico modo in cui si può utilizzare lo script. Le funzioni inserite devono poter essere richiamate in qualsiasi punto della pagina per garantire l’interattività con l’utente, in risposta a specifici eventi.
Poiché le istruzioni di script possono essere scritte in più linguaggi, attraverso il parametro LANGUAGE può essere indicato, contestualmente a i tag che lo prevedono, il linguaggio in cui sarà inserito il testo di script. Attraverso questo parametro possono essere indicati i seguenti linguaggi:
JAVASCRIPT, JSCRIPT, VBSCRIPT, VBS
Il parametro LANGUAGE non è da confondere con LANG, attraverso cui è possibile indicare il linguaggio utilizzato nella pagina secondo lo standard ISO (Europeo, ISO Latin ecc.)

Ordine di tabulazione (Tab Index)

L’ordine di tabulazione specificato attraverso il parametro TABINDEX è un numero intero che consente di indicare, all’interno della definizione di oggetti come link e pulsanti, il numero in sequenza con cui viene indicato
l’oggetto. Indicando ad esempio un numero di sequenza progressivo in base alla loro importanza, negli elementi di un form, è possibile selezionare campi e pulsanti premendo ripetutamente il tasto TAB anziché spostandosi
col mouse. Questo può essere molto utile quando si costruiscono pagine destinate all’inserimento dati.

Nomi e Indicatori (Name, ID)

In molti casi, per Tag che definiscono oggetti come link ipertestuali, pulsanti, campi all’interno di form ecc. è necessario assegnare dei nomi o degli ID, ovvero identificatori univoci dell’oggetto Html che consentono di poterne gestire il riferimento all’interno di funzioni di script. Ad esempio script che servono per effettuare controlli di validità sui campi o che verificano se il pulsante che invia i dati di un form al server può essere premuto in un determinato momento.
A questo scopo ai Tag può essere assegnato un nome attraverso il parametro NAME.
L’identificatore univoco ID invece è una parola senza spazi che deve iniziare per forza con un carattere alfabetico (A-Z, a-z) oppure il carattere underscore‘_’ (sottolineato) che si può utilizzare anche al posto degli spazi all’interno dell’identificatore.
Questo non viene utilizzato dal linguaggio Html ma è esportato ed utilizzabile da parte di funzioni script che si riferiscono all’oggetto definito dal Tag.

Stile (Style, CSS)

Un’importante caratteristica dei browser  è la capacità di supportare fogli di stile (CSS – Cascade Style Sheet). In questo modo è possibile definire all’interno della sezione HEAD stili che possono poi venire applicati attraverso il parametro STYLE a determinati Tag.
Oltre ad essere definiti on line, ovvero all’interno della stessa pagina Html gli stile possono essere applicati a tutto il documento come file esterni; in questo caso i fogli di stile possono utilizzare classi di stili che vengono specificate ad un particolare Tag attraverso il parametro CLASS.

No Comments
Comunicati

Come si configurano i tag html

I parametri dei Tag

Per dare completezza ad una trattazione esauriente dei Tag Html è necessario chiarire quali sono gli oggetti ed i riferimenti utilizzati come parametri nei Tag del linguaggio. Anche se solitamente ne vengono utilizzati solo alcuni, in realtà ogni Tag Html è estremamente potente ed attraverso i parametri è possibile gestire molte informazioni aggiuntive, utili soprattutto quando le pagine devono utilizzare effetti speciali, accedere a strutture dati presenti sul server web oppure utilizzare fogli di stile.

Finestra del browser (Target)

La finestra del browser è quella che viene aperta (ad esempio Internet Explorer) per poter scrivere l’indirizzo dell’URL (ovvero l’indirizzo simbolico univoco del sito) che si intende raggiungere.
URL sta per Unique Resource Locator.
Ma dalla finestra principale del browser, attraverso funzioni o script Java o anche soltanto attraverso i link ipertestuali è possibile aprire finestre aggiuntive. Ciascuna finestra aperta da una pagina del browser non è un nuovo programma avviato in modo indipendente ma si tratta di istanze aggiuntive del browser, collegate una all’altra in cascata fino alla finestra principale. Tutte le finestre collegate sono finestre child (figlie) della principale e ciascuna identifica la finestra da cui è stata chiamata come parent (genitore).
Le finestre collegate, aperte attraverso link o script non avviano una nuova comunicazione con il server web ma fanno parte dello stesso collegamento che è stato instaurato quando abbiamo scritto l’indirizzo URL nel browser. Quando vengono aperte, le finestre di ogni istanza del browser possono avere un nome preciso, attribuito direttamente dal link o dallo script, per cui potremo identificarle in modo assoluto (in base al nome) oppure in modo relativo in base alle relazioni con cui sono collegate.
Questa tecnica ad esempio torna estremamente utile quando è necessario indirizzare un link da una pagina ad un’altra, all’interno di una pagina con frame che contiene più pagine collegate fra di loro in un’unica visualizzazione.

Va notato che il nome con cui si identificano le finestre e le varie istanze del browser è utilizzato per richiami all’interno del codice della pagina e non ha niente a che fare col titolo visualizzato nella barra della finestra (Tag TITLE). Nome_finestra indica una specifica finestra o un’istanza del browser aperta.

NB: Quando si fa riferimento ad una finestra che non esiste viene creata una nuova istanza con questo nome.

_blank individua una nuova finestra senza nome

_parent individua la finestra da cui dipende la child che la richiama

_self individua la finestra in cui è contenuto il link o il riferimento (alla lettera ‘se stessa’)

_top indica la finestra principale, ovvero la più in alto nella gerarchia di child e parent

Scorciatoia, tasto veloce (Access Key)
Attraverso il parametro ACCESSKEY presente nei Tag che prevedono collegamenti o link, è possibile indicare un singolo carattere che corrisponde alla sequenza Alt-Carattere per accedere velocemente al link senza doverlo selezionare col tasto sinistro del mouse

No Comments
Comunicati

Che cosa è un sistema event-driven

Sistema event-driven

La pagina Html di per sé è un oggetto statico. Esattamente come accadeva per le prime versioni dei browser qualche anno fa, il caricamento di una pagina Html nel browser è qualcosa di molto simile al caricamento di un documento da parte di un elaboratore testi. Una volta caricata, la pagina non può più essere modificata; si possono creare dei link che se selezionati dall’utente impongono al browser un nuovo collegamento col server web e richiedono il caricamento di un’altra pagina.
Ma allora come viene gestita l’interattività? Al momento del caricamento, se nella pagina è presente un codice script che esegue una determinata funzione, allo stesso modo è possibile indicare all’interno di certi Tag (come ad esempio il Tag che definisce un pulsante oppure le caratteristiche di visualizzazione di un’immagine) la funzione da richiamare al verificarsi di determinati eventi.
Un esempio tipico è l’evento onMouseClick; quando l’utente fa click con il tasto sinistro del mouse su un qualsiasi oggetto della pagina web, il browser genera comunque un evento specifico. Se in corrispondenza del tag che definisce un certo oggetto (un’immagine ad esempio) viene associata una funzione di script – caricata con il resto della pagina Html perché ne è parte integrante – questa viene attivata producendo l’effetto corrispondente. La gestione dell’interattività su queste basi è definita event-driven, ovvero guidata da eventi.

Script ed Applet

Nel prosieguo prenderò in esame le caratteristiche di alcuni componenti e funzionalità particolari delle pagine web ma merita un’attenzione speciale la distinzione fra Script ed Applet.
Va precisato che a differenza dei componenti aggiuntivi, come le animazioni realizzate in Flash piuttosto che la creazione di pagine dinamiche utilizzando DHTML o la realizzazione di applicativi client-server attraverso pagine PHP o ASP, gli Applet sono componenti molto più vicini al linguaggio Java e alla pagina Html. Infatti per inserire un applet nella pagina esiste un apposito Tag (APPLET appunto) che consente di definirne anche le caratteristiche di visualizzazione come dimensione e posizione, allo stesso modo in cui il tag IMG consente di gestire la visualizzazione delle immagini nelle pagine Html.
Mentre lo script è una parte integrante del codice della pagina Html, l’applet è in realtà un vero e proprio programma indipendente, realizzato in linguaggio Java. La differenza fra un applet ed un programma vero e proprio è che, mentre quest’ultimo una volta compilato diventa un’applicazione che può funzionare soltanto sul tipo di sistema operativo per cui è stato creato, l’applet può funzionare invece all’interno di qualsiasi browser, su qualsiasi tipo di computer.
II motivo di questo comportamento particolare dipende dal fatto che un applet è un programma dal punto di vista del funzionamento, in quanto viene scaricato come oggetto esterno alla pagina (al pari di un’immagine) ed eseguito (anzi per essere precisi viene avviato) all’interno di un preciso spazio dentro la finestra del browser, tuttavia sfrutta le funzionalità del browser per comunicare con l’utente e con l’esterno e per funzionare su qualsiasi piattaforma e sistema operativo. Anche l’applet viene avviato dalla Java machine presente sul computer e non ha bisogno di tutta una serie di elementi che lo rendono dipendente da un determinato sistema operativo poiché può soltanto funzionare all’interno della finestra del browser. Quindi potremo far funzionare un applet realizzato con un sistema di sviluppo Java Microsoft anche su macchine Unix e viceversa.

No Comments
Comunicati

Sintassi dei tag Header e Body

Header e Body

Header e Body non sono soltanto i due tag più importanti del linguaggio Html ma identificano anche le due sezioni in cui si suddivide la pagina. La sezione header costituisce l’intestazione della pagina e anche se dal punto di vista del linguaggio è considerata una sezione facoltativa, nel  senso che l’interprete è comunque in grado di rappresentare la pagina anche se l’header è assente, comunque è molto raro il caso di pagine che non l’utilizzano.
Infatti nella sezione di intestazione sono contenute informazioni generali sulla pagina, come ad esempio il titolo che deve comparire nella barra della finestra del browser, che è quasi indispensabile che siano sempre presenti.
II Body – il corpo della pagina html – invece non può mancare, perché è la condizione indispensabile perché la pagina venga visualizzata. All’interno dei due tag di inizio e fine corpo pagina si trova tutto il codice che sarà utilizzato o visualizzato nel browser. Va notato che in alcuni casi è utile inserire elementi, come ad esempio funzioni javascript, al di fuori del Body e del l’header. Infatti in questo caso la funzione sarà caricata dal browser perché correttamente inserita all’interno della definizione di pagina (Tag HTML) ma non verrà eseguita automaticamente nel corso della costruzione della pagina. E’ il caso di funzioni che possono essere richiamate dall’utente ma non devono essere attivate automaticamente al momento del caricamento.

Html script

Una delle grosse potenzialità del linguaggio consiste nel fatto che I’Html è dotato di funzionalità di scripting. In pratica ciò significa che all’interno del codice Html è possibile inserire funzioni o parti di codice scritte in un linguaggio differente, purché possa essere interpretato dal computer client.
Come abbiamo già detto, il browser infatti non è in grado di interpretare linguaggi differenti dall’Html, ma può richiamare un interprete esterno, fra cui il più diffuso in assoluto è il linguaggio Java. Oggi quando si installa un browser nel proprio computer viene automaticamente installata anche la Java machine, ovvero l’interprete del linguaggio java, principalmente utilizzato come script per fornire funzionalità e caratteristiche avanzate alle funzionalità offerte dall’Html.

Dal punto di vista pratico è sufficiente inserire il codice del linguaggio Java fra i tag <SCRIPT></SCRIPT> perché questo venga interpretato ed eseguito.

Ma vi sono diversi modi di utilizzare questa caratteristica dell’Html. Se nella sezione di intestazione (HEAD) viene inserita una funzione Script, questa sarà caricata ma non eseguita. In questo modo ad esempio la funzione può essere associata ad un pulsante definito all’interno del corpo della pagina (BODY) e solo quando l’utente – dopo che la pagina è stata caricata e completamente visualizzata – farà click su quel pulsante verrà richiamata la funzione. Questo evento naturalmente non richiederà ulteriore scambio di informazioni fra il browser client ed il server web. Se invece una sequenza di istruzioni viene inserita in un blocco di script all’interno del corpo della pagina, questa verrà eseguita mentre la pagina viene caricata ed eseguita, al pari di tutte le altre istruzioni html. Questo è il caso in cui si devono ottenere particolari effetti o funzionalità della pagina, in modo automatico. Ad esempio è possibile scrivere una funzione Java che avvia il programma notepad.exe, all’interno del corpo della pagina; quando la pagina verrà caricata e visualizzata nel browser sarà avviato automaticamente anche il programma notepad.exe.

seguimi su questo siti lanciando il search #prosperica

No Comments
Comunicati

Abbigliamento: scegliere un vestito elegante e impeccabile

“Il buon gusto nel vestire è qualcosa di innato, come la sensibilità del palato”. Come non essere d’accordo con quest’affermazione di Coco Chanel, celebre stilista francese, icona della moda e della femminilità elegante del XX secolo? Ma che cos’è l’eleganza? Non è facile definire univocamente cosa sia l’eleganza poichè darne un’esatta definizione dipende anche dal contesto culturale, dall’epoca (quello che oggi è elegante sicuramente non lo era cinquant’anni fa e viceversa) e dalla persona. Sicuramente non è elegante ciò che è esibito e volgare, ciò che è ostentato e affettato. Lo sfarzoso scintillio e il kitsch , le mode eccessive e all’ultimo grido non sono assolutamente definibili come eleganti. Con l’avvento dell’e-commerce oggi è molto più facile scegliere, abbiamo la possibilità di navigare tra numerosi shop dedicati alla vendita di abbigliamento on line di marca, tuttavia, questa grande varietà dell’offerta complica ancor di più la scelta di un abito importante ed elegante.

Come scegliere un vestito elegante? Ci sono delle cose importanti da tenere conto per essere eleganti, con l’abito giusto al posto giusto. Diciamo innanzitutto, sia per l’uomo che per la donna, che l’abito elegante è quello che non fa sentire  a disagio appena indossato e per parecchie ore dopo, quello che ci mette di buon umore  e ci fa sentire belli e in ordine.

– il vestito elegante è quello che ha un taglio impeccabile, veste bene ed è un tutt’uno con la camicia scelta (nel caso dell’uomo) non stringè nè “balla” addosso. Accompagna la silhouette ma non la costringe. L’abito elegante non impedisce i movimenti e si adatta a ogni situazione. Un vestito striminzito o succinto è poco elegante. Non è detto che l’abito debba essere per forza costoso per essere elegante ma  è altrettanto vero che tessuto, rifiniture e cuciture devono essere di una certa qualità. Allo stesso modo non è detto che la griffe sia sempre sinonimo di eleganza.

– un abito elegante per l’uomo e per la donna è un equilibrio perfetto tra sobrietà ed essenzialità, classicità e rigore. No alle fantasie all’ultima moda, sì alle tinte sobrie anche se questo non significa rinunciare ai colori e optare sempre per il nero o il blu. Per essere eleganti è meglio evitare scollature troppo esibite, trasparenze o lustrini e paillettes in quantità. Molto meglio un solo gioiello, ma raffinato e di classe, che completi l’abito e basta.

No Comments
Comunicati

50° Anniversario della fondazione dell’Istituto CESAD

A tutti i Soci SIMPSI e AMPSI

A tutti i Colleghi
e p.c.   Al Presidente FNOMCEO

Ai Presidenti
degli Ordini dei Medici
Genova, 20 Dicembre 2015

Caro Collega,

con il prossimo anno 2016 le nostre Associazioni SIMPSI e AMPSI celebreranno il 50° Anniversario della fondazione dell’Istituto CESAD per le Scienze Psicologiche e la Psicoterapia Sistematica – Centro Studi per l’Analisi Dialettica.
Come ben sai, la fondazione dell’Istituto CESAD, avvenuta a Genova, nell’anno 1966, nasceva dalla necessità di ordine scientifico, non più oltre prorogabile, di individuare, nel panorama caotico delle discipline psicologiche e psicopatologiche, un fondamento metodologico unitario, che risultasse specificamente pertinente, sotto il profilo logico, alla natura di tali discipline e nel contempo potesse corrispondere alle esigenze di una loro autenticazione scientifica.
Sin dalle prime ricerche del nostro Istituto doveva risultare evidente come la logica di tali discipline non potesse equipararsi a quella delle scienze naturali e come pertanto dovesse considerarsi incongruente, dal punto di vista epistemologico, il tentativo, inaugurato nella seconda metà del secolo XIX, soprattutto nell’ambito delle istituzioni accademiche, di ricondurre acriticamente le esperienze psicologiche e psicopatologiche alla metodologia di tali scienze.
D’altra parte, l’esame critico dei contributi di quelle scuole di pensiero, che rifiutavano, per lo studio delle nostre discipline, il metodo del riduzionismo naturalistico, rivendicando l’originalità e l’interiorità dell’esperienza psichica nei termini di una realtà soggettiva puramente intuitiva e alogica, doveva mettere in luce come, in ultima analisi, tale rifiuto venisse a fondarsi sul principio della trascendenza, che conduceva ad una visione ontologico-metafisica dell’essere psichico, in contrasto con le esigenze razionali dello spirito scientifico.

Contro ogni riduzionismo naturalistico ed in antitesi con ogni trascendenza ontologico-metafisica, la ricerca del nostro Istituto CESAD nel campo delle discipline psicologiche assumeva, sin dalle sue prime origini, l’orientamento metodologico dell’analisi dialettica attualistica, che poneva in primo piano la tematica della personalità interiore come esperienza fondamentale dell’autentica soggettività.
Nasceva, così, una rinnovata concezione del soggetto interiore come esperienza dell’Io in prima persona che, pur attraverso la problematica della dipendenza, persegue l’ideale della propria autonomia, costituendosi in una prospettiva storica universale, secondo la logica dialettica della contraddizione e della negazione dell’oggettualità naturalistica.
Questa rinnovata concezione dialettica del soggetto come personalità interiore trovava la sua prima teorizzazione nelle opere di G.Giacomo Giacomini “I fondamenti teoretici della psicologia contemporanea – Il problema della psicologia come scienza: dal naturalismo al criticismo” (Genova, 1969) e “Psicologia sistematica e metodo dialettico – Lezioni propedeutiche per una epistemologia della psicologia” (Genova, 1980).
Una tale fondazione dialettica e storica dell’esperienza psicologica e psicopatologica come teoria della personalità rendeva necessario un inquadramento delle nostre discipline psicologiche, personologiche, psicopedagogiche, psicopatologiche e psicoterapeutiche secondo i parametri della Tavola Epistemologica Universale.
In particolare, veniva dimostrato come, al di fuori di tali parametri, non è possibile pervenire ad una visione sistematica ed unitaria della dispersa e contraddittoria panoramica metodologica che caratterizza il mondo dottrinario delle nostre discipline, soprattutto di fronte alla necessità di una concreta integrazione, sia sul piano della dialettica teoretica, sia nel campo della prassi clinica, dei due principi della comprensione personologica e della spiegazione naturalistica, secondo i quali la psicopatologia classica (soprattutto attraverso i contributi di autori come K. Jaspers e K. Schneider) ha fondato la possibilità della diagnostica psicopatologica differenziale, in relazione alle due grandi categorie cliniche delle psicosi e delle psicopatie.

I contributi della ricerca scientifica dell’Istituto CESAD, culminati nella teorizzazione della Tavola Epistemologica Universale, hanno trovato la loro traduzione operativa nella campagna culturale e deontologica che le nostre Associazioni SIMPSI e AMPSI hanno condotto, nel corso della loro ormai trentennale esistenza, per la tutela della nostra professione e dei suoi fondamenti scientifici, clinici, didattici e deontologici.
In particolare, negli anni ’80, per quanto concerne la psicoterapia ed il problema della sua istituzionalizzazione, i contributi scientifici dell’Istituto CESAD sono stati impiegati per la stesura di un organico progetto di legge, proposto dalle nostre Associazioni alle Istituzioni Ordinistiche ed approvato dalla FNOMCeO con delibera del 21/ 12/ 1988.
Sulla base di tali contributi, veniva riconosciuto, da parte delle Istituzioni Ordinistiche della Medicina, l’obbligo deontologico di fondare ogni trattamento psicoterapeutico professionale in funzione di rigorosi criteri di diagnostica psicopatologica differenziale, secondo i principi scientifici e clinici statuiti dalla psicopatologia classica.
In contrasto con ogni legittimo criterio di ordine scientifico, didattico, deontologico e professionale, le autorità accademiche, per interessi puramente commerciali, concedevano invece che, nonostante le prescrizioni presenti nella stessa legge 56/89 (Art.3, c.2), la costituzione e la direzione di istituzioni pubbliche e private per l’assistenza psicoterapeutica venissero illegittimamente conferite anche a figure professionali e pseudoprofessionali prive delle necessarie competenze di diagnosi psicopatologica differenziale, indispensabili per un corretto esercizio della psicoterapia e della psichiatria.
Nel quadro di questa battaglia scientifica e deontologica, condotta in contrasto con l’irresponsabile ostilità da parte dei potentati accademici, la posizione dell’Istituto CESAD, sostenuta dalle nostre associazioni, veniva legittimata dalla FNOMCEO e dagli Ordini dei Medici di tutta Italia, i cui Presidenti, nel corso del triennio 1992 – 1994, sottoscrivevano il testo di un Manifesto SIMPSI per la tutela della salute pubblica e delle qualifiche professionali della Medicina.

Negli stessi anni, l’Istituto CESAD, conformandosi ai criteri della Tavola Epistemologica Universale, elaborava il modello di un Corso quinquennale per la formazione dello psicoterapeuta professionale, che otteneva il riconoscimento ed il patrocinio della FNOMCEO
A seguito di tale riconoscimento, Corsi Culturali e Corsi Professionali corrispondenti a tale modello scientifico-didattico sono stati tenuti continuativamente, dalle nostre Associazioni, per 11 anni (dall’Anno Accademico 1984-85 sino all’Anno 1994-95), in molte città d’Italia (Milano, Genova, Padova, Verona, Vicenza, e altre), allo scopo prioritario di garantire una formazione psicopatologica del Medico, generico e specialista, secondo criteri clinici fondati sulla diagnosi psicopatologica differenziale, imprescindibili per qualsiasi attività di livello professionale nel campo della psicoterapia e della psichiatria.
A tale proposito, è d’obbligo ricordare come, già nel lontano 1985, a Milano, in occasione del XXXVI° Congresso della SIP – Società Italiana di Psichiatria – le nostre Associazioni SIMPSI e AMPSI avessero presentato un progetto, elaborato dall’Istituto CESAD secondo i canoni della Tavola Epistemologica Universale, per il quale nei piani didattici della facoltà di Medicina avrebbe dovuto essere inserito un organico programma di formazione nelle discipline psicopatologiche e psicoterapeutiche secondo i principi della psicopatologia classica, soprattutto in relazione ai fondamentali compiti di diagnostica psicopatologica differenziale che il medico è chiamato a svolgere nella sua pratica professionale.
Ignorando completamente i contributi dell’Istituto CESAD e, in particolare, le acquisizioni della Tavola Epistemologica Universale, i potentati accademici, conformandosi incondizionatamente alla logica economicistica del profitto promossa dal cartello dalle Aziende farmaceutiche, hanno viceversa adottato senza riserve, sia nella ricerca scientifica, come nella pratica clinica, il Manuale statistico DSM, strumento pseudodiagnostico “ateoretico” privo di qualsiasi giustificazione epistemologica, in funzione del quale la psicopatologia dovrebbe ridursi ad una sorta di semeiotica operazionistica al servizio di una concezione puramente comportamentistica e pseudoneurologistica del disturbo mentale.
Con l’introduzione di un simile riduzionismo operazionistico nella clinica e nella ricerca scientifica, le autorità accademiche hanno così radicalmente abolito la fondamentale distinzione epistemologica, tipica della psicopatologia classica, tra la metodologia della spiegazione (Erklaeren) e la metodologia della comprensione (Verstehen), rendendo impossibile ogni differenziazione diagnostica tra psicosi e personalità psicopatiche, a tutto vantaggio di una ricettazione psicofarmacologica indiscriminata, patrocinata dalle aziende farmaceutiche.
Questa aberrante adulterazione della nosografia psicopatologica è stata resa possibile anche attraverso l’accreditamento di pubblicazioni pseudoscientifiche confezionate dagli uffici di propaganda delle aziende farmaceutiche e firmate, dietro adeguati compensi, da cattedratici universitari di notorietà internazionale.
In conformità a tale politica di oscurantismo epistemologico, sono stati adulterati, ormai da molti decenni, tutti i concorsi a cattedra per le nostre discipline, nei quali sono stati ostracizzati sistematicamente quegli studiosi che non fossero allineati con il riduzionismo operazionistico del manuale DSM, considerato ufficialmente come una sorta di termine di paragone imprescindibile per la qualificazione “scientifica” di qualsiasi ricerca psicopatologica.
E’ significativo che, malgrado l’esito fallimentare dei programmi scientifici e didattici perseguiti, per le nostre discipline, da parte dei potentati universitari, sia stato denunciato e analizzato, nelle sue implicazioni epistemologiche, ormai da molti decenni, dalla ricerca dell’Istituto CESAD ( si veda , in proposito, tra le ultime pubblicazioni dell’Istituto, l’opera “Psicopatologia Sistematica e Metodo Dialettico – Con rifweimenti alla Tavola Epistemologica Universale ” , Pisa, 2011), soltanto in epoca recente tale fallimento sia stato ufficialmente riconosciuto dalla stessa psichiatria accademica, in occasione del Congresso SOPSI ( Società Italiana di Psicopatologia) dell’anno 2012, sia sotto il profilo didattico, in relazione alla formazione psicopatologica del Medico, sia sotto il profilo della diagnostica clinica e della ricerca scientifica.
In effetti, nel testo della presentazione del suddetto Congresso SOPSI 2012, troviamo scritto:

“Tra gli psichiatri italiani… si sta facendo strada la voglia di conoscere la psicopatologia. Una voglia che esprime… il bisogno di riaffermare la propria professionalità, affrancandola da una pratica quotidiana sempre più piatta e demotivante, il cui vocabolario professionale si è ridotto ad una decina di parole.
Questa “voglia di psicopatologia” è oggi sempre più condivisa anche dai ricercatori. La proposta di criteri diagnostici operativi [cioè operazionistici – ndr] per i vari disturbi mentali era nata, 40 anni fa, dalla convinzione che la ricerca basata sull’uso di quei criteri ci avrebbe avvicinato all’identificazione dei fondamenti etiopatogenetici dei singoli disturbi. Oggi appare sempre più chiaro che quel progetto è fallito…
Solo riscoprendo l’insegnamento della psicopatologia si può trasmettere ai giovani la complessità e la ricchezza delle espressioni della patologia mentale, l’arte della diagnosi differenziale e la capacità di distinguere i disturbi mentali dal mero disagio esistenziale…”
Nonostante questa esplicita confessione del proprio totale fallimento, la psichiatria accademica non ha peraltro dimostrato di possedere, ancor oggi, un’autentica coscienza critica, quale avrebbe potuto conseguire soltanto attraverso il riconoscimento del proprio sostanziale analfabetismo epistemologico – dimostrato dalla sua persistente ignoranza, sino ai nostri giorni, dei fondamenti epistemologici della psicopatologia classica e della Tavola Epistemologica Universale – causa prima del proprio degrado teoretico, clinico e didattico.
In effetti, malgrado gli appelli dell’Istituto CESAD e delle nostre Associazioni, anche in occasione del 1° Centenario della pubblicazione dell’opera fondamentale di Karl Jaspers “Psicopatologia Generale”, per un ritorno alla psicopatologia classica ed ai suoi valori scientifici, etici e professionali, non è stato dato di individuare, a tutt’oggi, nei programmi dei potentati accademici, alcun significativo mutamento, nè alcuna intenzione di aprirsi ad un reale dibattito critico che porti ad un confronto costruttivo per il superamento della drammatica condizione di degenerazione globale in cui versano attualmente le nostre discipline e la nostra professione
A tale riguardo, è significativo verificare come, mentre ignoravano del tutto una tale fondamentale ricorrenza, le nostre autorità accademiche salutavano deferenti l’ultima edizione del manuale operazionistico DSM, la cui natura truffaldina veniva denunciata, in contemporanea, proprio da Allen Frances, coordinatore della precedente edizione DSM IV.
E’ necessario ricordare, a questo punto, come nel nostro momdo accademico abbia acquisito una posizione dominante un orientamento programmatico inteso a ridurre gli stessi studi filosofici ed epistemologici al pensiero unico del riduzionismo operazionistico ed economicistico, in funzione di una visione puramente reflessologica e behavioristica del comportamento umano, di cui viene radicalmente ignorato il fondamento dialettico attualistico.
In questo contesto di progressivo imbarbarimento delle nostre discipline, anche la dottrina psicoanalitica ed i suoi fondamenti epistemologici vengono oggi legittimati come “scientifici” soltanto nella proporzione in cui siano riconosciuti traducibili nel linguaggio dell’operazionismo fisicalistico.
Sotto questo profilo, dobbiamo considerare altamente significativa l’imminente pubblicazione, da parte dell’Istituto CESAD, dell’opera “La crisi della psicoanalisi e dei suoi fondamenti epistemologici” (Roma, 2016), nella quale i contributi delle diverse scuole di psicoanalisi vengono inquadrati secondo i criteri della Tavola Epistemologica Universale: in tal modo, viene evidenziato il fondamento dialettico attualistico di tutti i più importanti concetti psicoanalitici, in funzione di una visione autenticamente universale della personalità umana.
Auspicando che, grazie agli ulteriori sviluppi della ricerca da parte del nostro Istituto CESAD, l’attuale fase di imbarbarimento epistemologico delle nostre discipline ed il conseguente degrado delle nostre discipline – imputabile al perdurante oscurantismo operazionistico dei nostri potentati accademici – possa al più presto essere superata, auguriamo a tutti i Soci e Colleghi un felice Anno Nuovo. .

Il Presidente SIMPSI e AMPSI
( G.Giacomo Giacomini )
Ps. Una copia del volume “La crisi della psicoanalisi e dei suoi fondamenti epistemologici – Psicoanalisi, metodo dialettico e Tavola Epistemologica Universale” di G. Giacomo Giacomini verrà inviata in omaggio a tutti i Soci SIMPSI e AMPSI in regola con il versamento delle quote sociali.

Ti raccomandiamo di far esporre la locandina della nostra Scuola di Specializzazione in Psicoterapia e Psicopatologia nella sede del Tuo Ordine professionale (All.1).

Non mancare di segnalare ai Colleghi anche i nostri Corsi culturali di Preiscrizione, gratuiti per i Soci SIMPSI e AMPSI (All. 2 e 3).

Ricordati di consultare e di segnalare ai Colleghi il nostro sito Internet: www.istpsico.it.
Su questo sito, tra l’altro, si possono visualizzare i filmati di molti dei più recenti incontri culturali di Preiscrizione. Si può accedere alla visualizzazione di questi filmati anche attraverso Youtube, su Canale di IstitutoCesad e su Giovanni Giacomo Giacomini.
In particolare, è ora disponibile il filmato riguardante Allen Frances, il coordinatore “pentito” del manuale DSM IV.
Potrai anche visualizzare i più recenti filmati relativi all’analisi critica integrale delle opere fondamentali di Karl Jaspers (“Psicopatologia Generale”) e di Kurt Schneider (“Psicopatologia Clinica”).

E’ anche disponibile in rete, a cura dell’Istituto CESAD, un nuovo portale per la celebrazione del primo Centenario della dialettica attualistica : www.dialetticaattualistica.it. Consultalo e consiglialo ai colleghi e agli amici.

Promuovi e diffondi tra i nostri Colleghi la conoscenza della nostra ultima pubblicazione ” Psicopatologia Sistematica e Metodo Dialettico – Con riferimenti alla Tavola Epistemologica Universale”, Edizioni ETS, Pisa 2011, opera fondamentale per la formazione scientifica e professionale del medico psicoterapeuta (v. All. 4).

Ti chiediamo di comunicarci – all’indirizzo Email [email protected] – se hai (o non hai) ricevuto il volume “Psicopatologia Sistematica e Metodo Dialettico” di G.Giacomo Giacomini , che viene inviato in omaggio a tutti gli iscritti in regola con il versamento della quota sociale.

Ti raccomandiamo di trasmetterci gli eventuali cambiamenti del tuo indirizzo postale, del numero di telefono e della tua E-mail.

E-mail: [email protected]
Allegati: c.s.

No Comments