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Quali sono i tag html nel body?

Titoli e paragrafi

Quando si parla di contenuti html, partire dal testo è d’obbligo.
Si è già visto come qualunque testo, ad esclusione dei tag, venga inserito all’interno dell’elemento BODY viene visualizzato dal browser. Inserendo il testo in questo modo, però non hai la possibilità di definire nessun tipo di caratteristica di formattazione, neppure un invio a capo. Va, infatti, ricordato che all’interno del codice il browser non riproduce ne’ gli a capo in ASCII ne’ gli spazi aggiuntivi dopo il primo.
Ovviamente, esistono una serie di tag che permettono di ovviare a questo. Gli elementi di base che permettono di gestire i testi sono i titoli e i paragrafi.
I titoli sono una serie di tag da H1 (<h1>…</h1>) a H6 (<h6>…</h6>), che permettono di definire, per l’appunto, sei livelli di intestazioni (H sta per headers) all’interno del testo, essi non assumono attributi. L’elemento P (<p>…</ p>) può essere utilizzato per racchiudere un paragrafo di testo.
Ogni paragrafo è un elemento contenitore (al suo interno si potranno avere anche altri tag) che ha la caratteristica di lasciare un’interlinea doppia dopo di sé; l’attributo di P align può assumere come valori right (allineamento a destra), left (allineamento a sinistra), center (allineamento centrato).

Questi almeno sono le indicazioni del sito dell’ICANN  https://it.wikipedia.org/wiki/ICANN

La visualizzazione di titoli e paragrafi – un ordine gerarchico alle sezioni della pagina

I sei livelli di intestazioni dell’HTML si distinguono tra di loro per il tipo di formattazione che impongono al testo, dal più al meno evidente. Utilizzare i titoli e i paragrafi permette già una prima organizzazione dei contenuti.
Ecco un esempio di codice (il testo dei paragrafi è stato tagliato per ragioni di spazio):

<hl>Titoli di livello 1</hl> <h2>Titolo di livello 2</h2> <h3>Titolo di livello 3</h3> <h4>Titolo di livello 4</h4> <h5>Titolo di livello 5</h5> <h6>Titolo di livello 6</h6> <h2>Paragrafo allineato a sinistra</h2> <p>Lorem ipsum … </p>

<h2>Paragrafo allineato a destra</h2>

<p align=”right”>Lorem ipsum …</p> <h2>Paragrafo centrato</h2>

<p align=”center”>Lorem ipsum …. </p>

 

Una questione di carattere
La divisione in paragrafi del testo è solo l’inizio: HTML è un potente strumento di impaginazione

Sono molti i tag che permettono di gestire la visualizzazione e la formattazione del testo. Alcuni molto semplici come ad esempio <br> (senza chiusura) che serve per inserire un invio a capo forzato all’interno del testo, oppure <hr> (senza chiusura) che serve a disegnare una linea retta orizzontale possono essere molto utili in fase di impaginazione. Per controllare la formattazione dei caratteri, si utilizza l’elemento FONT (<font>…</font>) che, grazie ai suoi attributi, permette di variare il tipo di carattere, la dimensione, il colore di una parte del testo. Ecco un esempio di tag font, nel box in questa sequenza trovi l’elenco degli attributi e la loro spiegazione:
<font color=”#CC3300″ size=”3″ face=”Arial, Helvetica, sans-serif”>
L’attributo color può assumere come valore il codice esadecimale o il nome di un colore; modifica il colore di visualizzazione del testo.
L’attributo size permette di modificare la dimensione del font utilizzato, può assumere un valore assoluto (da 1 a 7) o relativo (da -7 a +7) alla dimensione standard del carattere che è 3.
L’attributo face permette di modificare il tipo di font che viene utilizzato: può assumere come valore uno o più nomi di font separati da virgola.

Grassetti, corsivi & …

Riprodurre le possibilità di formattazione di un word processor in HTML
Ci sono tag specifici che permettono di modificare l’aspetto dei caratteri e spesso sono utilizzati anche per una sola parola. In particolare, è possibile attribuire a un testo lo stile grassetto (<b>…</b>), corsivo (<i>…</i>) oppure sottolinea-to (<u>…</u>).
Questi tag possono essere inseriti nel codice in modo nidificato, rendendo, ad esempio, lo stesso testo sia grassetto che sottolineato. Ad esempio:
<p>Questa è una frase di testo con una <i>parola</i> in corsivo e una <b><u>parola</u></b> in grassetto sottolineato.</p>

Esistono alcuni elementi particolari, poi, che permettono di definire stili particolari come BLOCKQUOTE (<blockquote>…</blockquote>) che si comporta come il paragrafo P, ma aggiungendo un’indentazione a destra e sinistra della frase. Un altro elemento poco utilizzato ma utile in molti casi è PRE (<pre>…</pre>) grazie a questo tag, tutto il testo inserito all’interno verrà visualizzato con un carattere monospaziato, rispettando gli spazi e gli a capo inseriti nel sorgente (questo è l’unico caso in cui avviene). Può servire per visualizzare tabelle ASCII o testo di codice.

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I volontari della protezione civile dell’Emilia Romagna sono sempre più competenti

Una cinquantina di volontari del Coordinamento provinciale delle organizzazioni di Protezione civile sono state impegnate sabato 30 gennaio a Castelnovo Monti, all’ombra della Pietra di Bismantova.
L’occasione, la prova conclusiva del corso di specializzazione per unità cinofile e operatori di supporto alla ricerca di persone disperse. Promosso dalla Scuola permanente di formazione di Protezione civile, costituita dalla Provincia di Reggio Emilia e dallo stesso Coordinamento del volontariato, il corso si è svolto durante il mese di gennaio a Casina ed è stato curato da Corrado Bernardi con il coordinamento di Ugo Artioli e Marcello Margini. Durante l’esercitazione conclusiva, che ha visto la collaborazione di Vigili del fuoco e Soccorso Alpino Emilia-Romagna, i volontari hanno effettuato prove specifiche sull’utilizzo del Gps, sulla cartografia e sulla ricerca applicata al ritrovamento di una persona dispersa, nonché manovre di ricerca a pettine e con le unità cinofile.
Alla fine, la prova è stata brillantemente superata da tutti i volontari, appartenenti alle associazioni Alpini, Unità Cinofile I Lupi dell’Appennino Reggiano – Casina, Legambiente Reggio Emilia, Bentivoglio-Gualtieri, Croce verde Castelnovo Monti, I Custodi della Montagna di Ligonchio, Team Reggio Fuoristrada, Protezione Civile Albinea, Val D’Enza Radiocomunicazioni, Il Campanone Scandiano e Noc Traversetolo.
Quello conclusosi a Castelnovo Monti rientra tra i diversi corsi di specializzazione che Provincia e Coordinamento del volontariato, attraverso la Scuola permanente di formazione di Protezione civile costituita nel 2008, tengono periodicamente per poter disporre di volontari in grado di affrontare con competenze e capacità ogni diverso tipo di emergenza. ‘A dicembre si è concluso a Gualtieri, con la prova pratica coordinata da Aipo, il corso specialistico di secondo livello sul rischio idraulico tenuto da Denis Sepali che ha coinvolto volontari delle associazioni Bentivoglio, Città del Tricolore, Croce rossa di Quattro Castella, Gruppo Brescellese, I Ragazzi del Po, Icaro, Il Campanone, Legambiente, Nubilaria, Radioclub Antenna Amica, San Venerio, Sesto Continente, Team Reggio Fuoristrada, Vigilanza Antincendio Boschivo e Val d’Enza Radiocomunicazioni – spiega il presidente provinciale (e regionale) del Coordinamento del volontariato Prociv, Volmer Bonini – A breve seguiranno altri due corsi, a Guastalla e Brescello: l’obiettivo è di arrivare formare circa 120 persone, perché l’esperienza ci insegna che in caso di piene critiche come quella del Po del novembre 2014, occorrono centinaia di turni di volontari specializzati’.
A novembre si erano invece tenuti, a Guastalla e Castelnovo Monti (tutor rispettivamente Denis Sepali e Ercole Domenichini), altri due corsi di addestramento per l’utilizzo di motoseghe, rivolto ai volontari impegnati sui rischi idraulico, idrogeologico e da meteo avverso per la pulizia in emergenza di sponde e alvei dei corsi d’acqua, per liberare strade da tronchi spezzati o mettere in sicurezza le alberature inclinate da frane. Ben 130 i volontari che sono stati impegnati, in questo caso appartenenti alle associazioni Alpini, Vigilanza Antincendio Boschivo, Val D’Enza Radiocomunicazioni, Città del Tricolore, Bentivoglio, Gruppo Brescellese, I Ragazzi del Po, Icaro, Legambiente Reggio Emilia, San Venerio, Pubblica assistenza Castelnovo Sotto, Nubilaria, Sesto Continente, Radioclub Antenna Amica, I Lupi dell’Appennino Reggiano, Il Campanone di Scandiano e I Custodi della Montagna. Le prove pratiche, supervisionate dal Corpo forestale dello Stato, si sono svolte con la collaborazione di Emak Spa, che ha messo gentilmente a disposizione personale, motoseghe e dispositivi di protezione individuale.

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Come si configurano i tags html

Tag html <Head>

La sezione di intestazione della pagina — HEAD – deve trovarsi sempre prima del corpo, identificato dai tag BODY e non ha alcun effetto sulle caratteristiche di visualizzazione della pagina. E’ questo l’elemento fondamentale che caratterizza l’intestazione dal resto della pagina Html; la sezione HEAD fornisce informazioni destinate al browser, ai motori di ricerca o a componenti particolari.
Nell’intestazione non possono essere utilizzati tutti i Tag del linguaggio ma soltanto

BASE, LINK, TITLE, META, BASEFONT, BGSOUND
Nella sezione HEAD però possono anche essere definite una o più funzioni di scripting delimitate dai tag <SCRIPT> … </SCRIPT> che possono essere richiamate dalla sezione BODY della pagina.
Nell’esempio seguente viene mostrato un esempio di intestazione in cui sono indicate informazioni relative al tipo di contenuto ed al linguaggio, al programma con cui è stata realizzata la pagina e al titolo da visualizzare nella finestra del browser.
<head>
<title>Storie Metropolitanec/title>
<meta name=”GENERATOR” content=”Microsoft FrontPage 4.0″>
<meta name=”Progld” content=”FrontPage.Editor.Document”>
<base target=”_self”>
<meta name=—”Microsoft Border” content=”none, default”>
</head>

 

TAG HTML <BODY>

II Block-Tag BODY ha significato ed importanza particolari in quanto delimita il contenuto dell’intero corpo della pagina. Deve essere sempre presente ed immediatamente successivo alla sezione di intestazione HEAD. Si noti che gli unici elementi che possono essere tenuti fuori sia dalla sezione HEAD che BODY sono eventuali funzioni di script, che saranno soltanto caricate ma non riconosciute come parte della pagina Html, da cui potranno tuttavia essere richiamate in risposta a determinati eventi.

 

TAG HTML

Prendiamo ora in esame i Tag che definiscono il linguaggio Html con l’indicazione dei parametri che possono essere utilizzati. Abbiamo cercato di fornire la massima accuratezza nella definizione del funzionamento di ogni Tag e nella descrizione dei parametri supportati, per fornire un elenco il più esauriente possibile.

COMMENT
Il commento è un tag che serve ad inserire al suo interno qualsiasi testo nella pagina Html perché non venga riconosciuto ed interpretato durante il caricamento. Può essere utilizzato per inserire note e spiegazioni all’interno del codice Html, che non saranno visualizzate nella pagina del browser (ma saranno visibili se si richiede la visualizzazione del codice sorgente della pagina) oppure per commentare funzioni e tag della pagina che non si vuole cancellare ma che non devono avere effetto.
<!— Quella che segue è la tabella principale >
Qualsiasi parte di codice o parte di linguaggi Html che si trova delimitato fra i tag di commento non viene riconosciuto dal Browser ed è semplicemente ignorato.

ANCHOR
Definisce l’inizio o la destinazione di collegamento ipertestuale.
Sintassi:

<A
ACCESSKEY = carattere
CLASS = classe
DATAFLD = colonna dati
DATASRC = numero ID sorgente dati
HREF = Indirizzo Internet agganciato a questo Tag.
Se non viene specificato nessun URL valido (http://… ) viene utilizzato l’indirizzo preimpostato stabilito dal tag BASE nella sezione HEAD
ID = indicatore valido
LANG = linguaggio secondo Io standard ISO
LANGUAGE = JAVASCRIPT ~ JSCRIPT I VBSCRIPT ~ VBS
NAME = nome
STYLE = stile
TABINDEX = numero
TARGET = nome_finestra ~ _blank _parent I _self _top
TITLE = testo
event = script

DOCTYPE
Fornisce informazioni al browser relative al tipo di documento (DTD), versione e lingua. Si tratta di un’informazione pubblica della pagina, indirizzata al browser per supportare particolari tipi di componenti come ad esempio le estensioni del server di Front Page.

<I DOCTYPE HTML PUBLIC “-//W3C//DTD HTML 3.2//EN”>
In linea di massima non è necessario definire questo tag. E compito del programma di creazione delle pagine, che lo introduce automaticamente inbase alle informazioni di configurazione di cui dispone.

II Tag Anchor è di tipo Block-Tag.

Esempi:
<a href=”mailto:[email protected]”>mail</a>
<a href=”Notizie.htm” target=”inferiore”>Notizie</a>
<a onmouseover=”this.style.cursor=’hand’;” onmouseout=”this.style.cursor=’default’;”onclick=”javascript:window.open (‘StandU52.htm’,’audiovideo’,’scrollbars=no,menubar=no,resizable=no,width=400,height=375′);”><u>Stand U 52</u></a>

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Cosa si intende per event-driven nelle pagine html

Gli eventi nelle pagine html
la gestione dell’interattività da parte di funzioni di script all’interno delle pagine Html è di tipo event-driven, ovvero dipendente dagli eventi. Ciò significa che qualsiasi operazione che venga compiuta dall’utente all’interno della finestra del browser (anche soltanto il semplice spostamento del mouse) produce comunque degli eventi che vengono inviati all’interprete. Solitamente non capita nulla perché questi eventi non vengono intercettati da nessuna funzione e quindi vengono semplicemente perduti.
Ma nel momento in cui ci interessa associare ad un certo evento una particolare funzione od un particolare comportamento, questo evento dovrà essere intercettato da parte dell’oggetto della pagina coinvolto, quindi dal Tag che lo identifica o lo definisce.
Il fatto che il parametro TITLE faccia apparire la descrizione contestuale del l’oggetto definito dal Tag significa che, quando è specificato questo parametro, viene rilevato l’evento corrispondente al cursore del mouse sopra l’oggetto ed in corrispondenza a questo evento viene visualizzata la finestrella di informazioni.
Va notato che quando si costruiscono delle funzioni di script che intercettano determinati eventi di un oggetto, queste vengono considerate più importanti di eventuali funzioni di sistema per lo stesso evento, che quindi
non avranno effetto. Se ad esempio specifichiamo il parametro TITLE in un tag in cui viene anche gestito l’evento OnMouseOver (mouse sopra l’oggetto, lo stesso evento del parametro) da parte di una semplice funzione che
cambia l’icona del cursore, non comparirà il testo specificato nel parametro TITLE.
La lista seguente mostra l’elenco di eventi che possono essere intercettati all’interno dei Tag html.

onabort – l’utente ha annullato lo scaricamento di un’immagine.
Applicabile a:  APPLET, BODY, BUTTON, CAPTION, DIV, EMBED, IMG, INPUT, MAP, OBJECT,
SELECT, TABLE, TD, TEXTAREA, TR

onbeforeunload – accade prima che una pagina venga scaricata per cari
care l’oggetto o la pagina successiva.
FRAMESET, window

onbeforeupdate – viene generato prima che venga avviato un aggiorna mento di un oggetto o di un trasferimento dati.
Applicabile a: APPLET, BODY, BUTTON, CAPTION, DIV, EMBED, IMG, INPUT, MAP, OBJECT,
SELECT, TABLE, TD, TEXTAREA, TR

onblur – viene generato quando l’oggetto corrispondente ha perso il focus, ovvero è stato spostato il mouse per cliccare un altro oggetto.
Applicabile a: A, APPLET, AREA, BUTTON, DIV, EMBED, HR, IMG, INPUT, OBJECT, SELECT, SPAN, TABLE, TD, TEXTAREA, TR, window

onchange
– viene generato ogni volta che il contenuto di un oggetto (ad esempio il campo di testo in un form) viene cambiato.
Applicabile a: INPUT, SELECT, TEXTAREA

onclick – viene generato quando è stato fatto click col pulsante sinistro del mouse.
Applicabile a: A, ADDRESS, APPLET, AREA, B, BIG, BLOCKQUOTE, BODY, BUTTON, CAPTION, CENTER, CITE, CODE, DD, DFN, DIR, DIV, DL, DT, EM, EMBED, FIELDSET FONT, FORM, H1, H2, H3, H4, H5, H6, HR, I,
IMG, INPUT, KBD, LABEL, LEGEND, LI, LISTING, MAP, MENU, OBJECT, OL, OPTION, P, PLAINTEXT, PRE, S, SAMP, SELECT, SMALL, SPAN, STRIKE, STRONG, SUB, SUP, TABLE, TBODY, TD, TEXTAREA, TFOOT, TH, THEAD, TR, TT, U, UL, VAR, XMP, document

ondataavailable – ogni volta che attraverso una connessione dati sono disponibili nuove informazioni non ancora acquisite.
Applicabile a: APPLET, IMG, MAP, OBJECT
ondatasetchanged – ogni volta che i dati di una connessione, collegata ad una serie di informazioni già visualizzate, cambiano.
Applicabile a:
APPLET, IMG, MAP, OBJECT

ondatasetcomplete – ogni volta che è stato completato il trasferimento di un gruppo di dati (ad esempio dopo che è stato applicato un filtro per selezionare un gruppo di record).
Applicabile a: APPLET, IMG, MAP, OBJECT

ondblclick – l’utente ha fatto doppio click col pulsante sinistro del mouse
sull’oggetto.
Applicabile a: A, ADDRESS, APPLET, AREA, B, BIG, BLOCK QUOTE, BODY, BUTTON, CAPTION, CENTER, CITE, CODE, DD, DFN, DIR, DIV, DL, DT, EM, EMBED, FIELDSET, FONT, FORM, H1, H2, H3, H4, H5, H6,
HR, I, IMG, INPUT, KBD, LABEL, LEGEND, LI, LISTING, MAP, MENU, OBJECT, OL, P, PLAINTEXT, PRE, 5, SAMP, SELECT, SMALL, SPAN, STRIKE, STRONG, SUB, SUP, TABLE, TBODY, TD, TEXTAREA, TFOOT, TH, THEAD, TR, TT, U, UL, VAR, XMP, document

ondragstart – viene generato quando l’utente inizia un’operazione di “drag” col mouse, ovvero trascina il mouse su un oggetto tenendo premuto il pulsante sinistro.

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La sintassi del tag

Descrizione contestuale <Title)>

Su tutti gli oggetti come collegamenti ipertestuali, pulsanti, campi di form ecc. è possibile con il parametro Title indicare un breve testo che sarà visualizzato per qualche secondo quando si passa col mouse sopra il campo. Può
essere molto utile per fornire una breve guida contestuale agli elementi sensibili della pagina.
Linguaggio (Language, Lang)
Abbiamo visto che all’interno della pagine Html possono essere inserite funzioni in linguaggi di script. Ma questo non è l’unico modo in cui si può utilizzare lo script. Le funzioni inserite devono poter essere richiamate in qualsiasi punto della pagina per garantire l’interattività con l’utente, in risposta a specifici eventi.
Poiché le istruzioni di script possono essere scritte in più linguaggi, attraverso il parametro LANGUAGE può essere indicato, contestualmente a i tag che lo prevedono, il linguaggio in cui sarà inserito il testo di script. Attraverso questo parametro possono essere indicati i seguenti linguaggi:
JAVASCRIPT, JSCRIPT, VBSCRIPT, VBS
Il parametro LANGUAGE non è da confondere con LANG, attraverso cui è possibile indicare il linguaggio utilizzato nella pagina secondo lo standard ISO (Europeo, ISO Latin ecc.)

Ordine di tabulazione (Tab Index)

L’ordine di tabulazione specificato attraverso il parametro TABINDEX è un numero intero che consente di indicare, all’interno della definizione di oggetti come link e pulsanti, il numero in sequenza con cui viene indicato
l’oggetto. Indicando ad esempio un numero di sequenza progressivo in base alla loro importanza, negli elementi di un form, è possibile selezionare campi e pulsanti premendo ripetutamente il tasto TAB anziché spostandosi
col mouse. Questo può essere molto utile quando si costruiscono pagine destinate all’inserimento dati.

Nomi e Indicatori (Name, ID)

In molti casi, per Tag che definiscono oggetti come link ipertestuali, pulsanti, campi all’interno di form ecc. è necessario assegnare dei nomi o degli ID, ovvero identificatori univoci dell’oggetto Html che consentono di poterne gestire il riferimento all’interno di funzioni di script. Ad esempio script che servono per effettuare controlli di validità sui campi o che verificano se il pulsante che invia i dati di un form al server può essere premuto in un determinato momento.
A questo scopo ai Tag può essere assegnato un nome attraverso il parametro NAME.
L’identificatore univoco ID invece è una parola senza spazi che deve iniziare per forza con un carattere alfabetico (A-Z, a-z) oppure il carattere underscore‘_’ (sottolineato) che si può utilizzare anche al posto degli spazi all’interno dell’identificatore.
Questo non viene utilizzato dal linguaggio Html ma è esportato ed utilizzabile da parte di funzioni script che si riferiscono all’oggetto definito dal Tag.

Stile (Style, CSS)

Un’importante caratteristica dei browser  è la capacità di supportare fogli di stile (CSS – Cascade Style Sheet). In questo modo è possibile definire all’interno della sezione HEAD stili che possono poi venire applicati attraverso il parametro STYLE a determinati Tag.
Oltre ad essere definiti on line, ovvero all’interno della stessa pagina Html gli stile possono essere applicati a tutto il documento come file esterni; in questo caso i fogli di stile possono utilizzare classi di stili che vengono specificate ad un particolare Tag attraverso il parametro CLASS.

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Come si configurano i tag html

I parametri dei Tag

Per dare completezza ad una trattazione esauriente dei Tag Html è necessario chiarire quali sono gli oggetti ed i riferimenti utilizzati come parametri nei Tag del linguaggio. Anche se solitamente ne vengono utilizzati solo alcuni, in realtà ogni Tag Html è estremamente potente ed attraverso i parametri è possibile gestire molte informazioni aggiuntive, utili soprattutto quando le pagine devono utilizzare effetti speciali, accedere a strutture dati presenti sul server web oppure utilizzare fogli di stile.

Finestra del browser (Target)

La finestra del browser è quella che viene aperta (ad esempio Internet Explorer) per poter scrivere l’indirizzo dell’URL (ovvero l’indirizzo simbolico univoco del sito) che si intende raggiungere.
URL sta per Unique Resource Locator.
Ma dalla finestra principale del browser, attraverso funzioni o script Java o anche soltanto attraverso i link ipertestuali è possibile aprire finestre aggiuntive. Ciascuna finestra aperta da una pagina del browser non è un nuovo programma avviato in modo indipendente ma si tratta di istanze aggiuntive del browser, collegate una all’altra in cascata fino alla finestra principale. Tutte le finestre collegate sono finestre child (figlie) della principale e ciascuna identifica la finestra da cui è stata chiamata come parent (genitore).
Le finestre collegate, aperte attraverso link o script non avviano una nuova comunicazione con il server web ma fanno parte dello stesso collegamento che è stato instaurato quando abbiamo scritto l’indirizzo URL nel browser. Quando vengono aperte, le finestre di ogni istanza del browser possono avere un nome preciso, attribuito direttamente dal link o dallo script, per cui potremo identificarle in modo assoluto (in base al nome) oppure in modo relativo in base alle relazioni con cui sono collegate.
Questa tecnica ad esempio torna estremamente utile quando è necessario indirizzare un link da una pagina ad un’altra, all’interno di una pagina con frame che contiene più pagine collegate fra di loro in un’unica visualizzazione.

Va notato che il nome con cui si identificano le finestre e le varie istanze del browser è utilizzato per richiami all’interno del codice della pagina e non ha niente a che fare col titolo visualizzato nella barra della finestra (Tag TITLE). Nome_finestra indica una specifica finestra o un’istanza del browser aperta.

NB: Quando si fa riferimento ad una finestra che non esiste viene creata una nuova istanza con questo nome.

_blank individua una nuova finestra senza nome

_parent individua la finestra da cui dipende la child che la richiama

_self individua la finestra in cui è contenuto il link o il riferimento (alla lettera ‘se stessa’)

_top indica la finestra principale, ovvero la più in alto nella gerarchia di child e parent

Scorciatoia, tasto veloce (Access Key)
Attraverso il parametro ACCESSKEY presente nei Tag che prevedono collegamenti o link, è possibile indicare un singolo carattere che corrisponde alla sequenza Alt-Carattere per accedere velocemente al link senza doverlo selezionare col tasto sinistro del mouse

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Che cosa è un sistema event-driven

Sistema event-driven

La pagina Html di per sé è un oggetto statico. Esattamente come accadeva per le prime versioni dei browser qualche anno fa, il caricamento di una pagina Html nel browser è qualcosa di molto simile al caricamento di un documento da parte di un elaboratore testi. Una volta caricata, la pagina non può più essere modificata; si possono creare dei link che se selezionati dall’utente impongono al browser un nuovo collegamento col server web e richiedono il caricamento di un’altra pagina.
Ma allora come viene gestita l’interattività? Al momento del caricamento, se nella pagina è presente un codice script che esegue una determinata funzione, allo stesso modo è possibile indicare all’interno di certi Tag (come ad esempio il Tag che definisce un pulsante oppure le caratteristiche di visualizzazione di un’immagine) la funzione da richiamare al verificarsi di determinati eventi.
Un esempio tipico è l’evento onMouseClick; quando l’utente fa click con il tasto sinistro del mouse su un qualsiasi oggetto della pagina web, il browser genera comunque un evento specifico. Se in corrispondenza del tag che definisce un certo oggetto (un’immagine ad esempio) viene associata una funzione di script – caricata con il resto della pagina Html perché ne è parte integrante – questa viene attivata producendo l’effetto corrispondente. La gestione dell’interattività su queste basi è definita event-driven, ovvero guidata da eventi.

Script ed Applet

Nel prosieguo prenderò in esame le caratteristiche di alcuni componenti e funzionalità particolari delle pagine web ma merita un’attenzione speciale la distinzione fra Script ed Applet.
Va precisato che a differenza dei componenti aggiuntivi, come le animazioni realizzate in Flash piuttosto che la creazione di pagine dinamiche utilizzando DHTML o la realizzazione di applicativi client-server attraverso pagine PHP o ASP, gli Applet sono componenti molto più vicini al linguaggio Java e alla pagina Html. Infatti per inserire un applet nella pagina esiste un apposito Tag (APPLET appunto) che consente di definirne anche le caratteristiche di visualizzazione come dimensione e posizione, allo stesso modo in cui il tag IMG consente di gestire la visualizzazione delle immagini nelle pagine Html.
Mentre lo script è una parte integrante del codice della pagina Html, l’applet è in realtà un vero e proprio programma indipendente, realizzato in linguaggio Java. La differenza fra un applet ed un programma vero e proprio è che, mentre quest’ultimo una volta compilato diventa un’applicazione che può funzionare soltanto sul tipo di sistema operativo per cui è stato creato, l’applet può funzionare invece all’interno di qualsiasi browser, su qualsiasi tipo di computer.
II motivo di questo comportamento particolare dipende dal fatto che un applet è un programma dal punto di vista del funzionamento, in quanto viene scaricato come oggetto esterno alla pagina (al pari di un’immagine) ed eseguito (anzi per essere precisi viene avviato) all’interno di un preciso spazio dentro la finestra del browser, tuttavia sfrutta le funzionalità del browser per comunicare con l’utente e con l’esterno e per funzionare su qualsiasi piattaforma e sistema operativo. Anche l’applet viene avviato dalla Java machine presente sul computer e non ha bisogno di tutta una serie di elementi che lo rendono dipendente da un determinato sistema operativo poiché può soltanto funzionare all’interno della finestra del browser. Quindi potremo far funzionare un applet realizzato con un sistema di sviluppo Java Microsoft anche su macchine Unix e viceversa.

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Sintassi dei tag Header e Body

Header e Body

Header e Body non sono soltanto i due tag più importanti del linguaggio Html ma identificano anche le due sezioni in cui si suddivide la pagina. La sezione header costituisce l’intestazione della pagina e anche se dal punto di vista del linguaggio è considerata una sezione facoltativa, nel  senso che l’interprete è comunque in grado di rappresentare la pagina anche se l’header è assente, comunque è molto raro il caso di pagine che non l’utilizzano.
Infatti nella sezione di intestazione sono contenute informazioni generali sulla pagina, come ad esempio il titolo che deve comparire nella barra della finestra del browser, che è quasi indispensabile che siano sempre presenti.
II Body – il corpo della pagina html – invece non può mancare, perché è la condizione indispensabile perché la pagina venga visualizzata. All’interno dei due tag di inizio e fine corpo pagina si trova tutto il codice che sarà utilizzato o visualizzato nel browser. Va notato che in alcuni casi è utile inserire elementi, come ad esempio funzioni javascript, al di fuori del Body e del l’header. Infatti in questo caso la funzione sarà caricata dal browser perché correttamente inserita all’interno della definizione di pagina (Tag HTML) ma non verrà eseguita automaticamente nel corso della costruzione della pagina. E’ il caso di funzioni che possono essere richiamate dall’utente ma non devono essere attivate automaticamente al momento del caricamento.

Html script

Una delle grosse potenzialità del linguaggio consiste nel fatto che I’Html è dotato di funzionalità di scripting. In pratica ciò significa che all’interno del codice Html è possibile inserire funzioni o parti di codice scritte in un linguaggio differente, purché possa essere interpretato dal computer client.
Come abbiamo già detto, il browser infatti non è in grado di interpretare linguaggi differenti dall’Html, ma può richiamare un interprete esterno, fra cui il più diffuso in assoluto è il linguaggio Java. Oggi quando si installa un browser nel proprio computer viene automaticamente installata anche la Java machine, ovvero l’interprete del linguaggio java, principalmente utilizzato come script per fornire funzionalità e caratteristiche avanzate alle funzionalità offerte dall’Html.

Dal punto di vista pratico è sufficiente inserire il codice del linguaggio Java fra i tag <SCRIPT></SCRIPT> perché questo venga interpretato ed eseguito.

Ma vi sono diversi modi di utilizzare questa caratteristica dell’Html. Se nella sezione di intestazione (HEAD) viene inserita una funzione Script, questa sarà caricata ma non eseguita. In questo modo ad esempio la funzione può essere associata ad un pulsante definito all’interno del corpo della pagina (BODY) e solo quando l’utente – dopo che la pagina è stata caricata e completamente visualizzata – farà click su quel pulsante verrà richiamata la funzione. Questo evento naturalmente non richiederà ulteriore scambio di informazioni fra il browser client ed il server web. Se invece una sequenza di istruzioni viene inserita in un blocco di script all’interno del corpo della pagina, questa verrà eseguita mentre la pagina viene caricata ed eseguita, al pari di tutte le altre istruzioni html. Questo è il caso in cui si devono ottenere particolari effetti o funzionalità della pagina, in modo automatico. Ad esempio è possibile scrivere una funzione Java che avvia il programma notepad.exe, all’interno del corpo della pagina; quando la pagina verrà caricata e visualizzata nel browser sarà avviato automaticamente anche il programma notepad.exe.

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Servizi ed informazioni sulla scuola e l’insegnamento

La scuola in linea
È difficile parlare di scuola telematica in un paese in cui è ancora un’emergenza l’edilizia scolastica e decine di migliaia di studenti e professori fanno lezione in strutture e aule fatiscenti e inadeguate, se non proprio inagibili. Altro che computer e reti telematiche! Anche in questo caso, come per la sanità, la realtà nazionale è disomogenea ed esistono scuole che hanno sviluppato progetti di avanguardia e altre in cui il PC è ancora una chimera. Eppure, come rilevano giustamente Francesco Bollorino e Andrea Rubini, “educare all’information society è il compito più importante per la scuola del nuovo millennio, ed è un compito difficile perché implica la necessità di formare formatori adeguati, con competenze articolate né solo specificatamente informatiche, né solo connesse ai saperi da trasmettere”. E indubbio che anche in questo settore siano stati fatti passi da gigante e che negli ultimi anni gli investimenti per l’innovazione siano stati considerevoli.
D’altronde l’autonomia scolastica da un lato ha liberato gli istituti dalla pressione, spesso insopportabile, dei vincoli burocratici, dall’altro ha accentuato il divario (anche digitale) tra le scuole che insistono su realtà economiche e sociali differenti.
Il Ministero dell’Istruzione ha da tempo istituito un servizio per l’automazione informatica e l‘innovazione tecnologica, con un ufficio (ufficio IV) che ha il compito di formulare i piani per le politiche di innovazione tecnologica, definire gli standard tecnologici, offrire consulenza alle istituzioni scolastiche in materia di strutture tecnologiche, promuovere studi e sperimentazioni di nuove soluzioni tecnologiche, creare infrastrutture di supporto ai servizi in rete, anche in collaborazione con enti e soggetti esterni.
I dati di una recente indagine dell’OCSE condotta nell’area dei paesi industriali denunciano, nonostante il basso numero di alunni per docente (un insegnante ogni dieci alunni contro la media OCSE di 1 su 15), che il 65,5 per cento della popolazione adulta non supera il secondo livello alfabetico.
L’Italia risulta ventunesima nella preparazione scientifica dei suoi studenti e ventitreesima per quanto riguarda lo studio della matematica. Il costo per studente della scuola italiana è più alto del 15 per cento rispetto alla media europea. Eppure, soltanto il 40 per cento della popolazione adulta ha un diploma di scuola secondaria, contro il 61 della Francia e 1’84 della Germania.
In Italia i laureati sono soltanto il 9 per cento delle persone che lavorano mentre in Francia i laureati sono il 19 e in Germania il 22. In Italia meno della metà di coloro che frequentano la scuola superiore finisce regolarmente gli studi, contro una media che nell’area dell’OCSE è vicina al 70 per cento. I tassi di dispersione universitaria restano i più alti d’Europa: in Italia si laureano 38,5 matricole su cento, contro le 81 dell’Inghilterra, le 72 della Germania e le 55 della Francia.
Le statistiche OCSE ci dicono che l’Italia, con il 36 per cento di laureati sul totale degli iscritti all’università è l’ultimo dei paesi industriali in questa graduatoria. Negli ultimi 40 anni su quasi 10 milioni di giovani che si sono rivolti all’università per un livello di istruzione superiore, i laureati sono stati poco meno di 3 milioni (dal programma politico del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).

Il programma ministeriale per le tecnologie dell’informazione
http://www.istruzione.it/ prevede tre grandi categorie di obiettivi:

1          promuovere negli studenti la padronanza della multimedialità sia come capacità di comprendere e usare i diversi strumenti, sia come adozione di nuovi stili cognitivi nello studio, nell’indagine, nella comunicazione e nella progettazione;

2          migliorare l’efficacia dei processi di insegnamento-apprendimento e la stessa organizzazione della didattica sia per quanto riguarda le singole discipline sia per l’acquisizione di abilità di tipo generale;

3          migliorare la professionalità degli insegnanti non solo attraverso la formazione, ma anche fornendo strumenti e servizi per il loro lavoro quotidiano.

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Gli insegnanti della scuola e internet – scienza e tecnica

Per comprendere qual è l’approccio metodologico del Ministero dell’Istruzione italiano, è il caso di esaminare il progetto speciale per l’educazione scientifico-tecnologica. Il presupposto è che la cultura scientifica e tecnologica nel nostro Paese, nonostante le punte di eccellenza, è carente. I motivi sono tanti: “una presenza discontinua, non sempre ben distribuita e, specialmente nella secondaria superiore, insufficiente delle discipline scientifiche sperimentali. L’unica disciplina per la quale esiste oramai continuità per tutto il corso degli studi è la matematica. C’è poi il problema della scarsità o mancanza totale di strumenti didattici (libri a parte) in alcuni ordini di scuola dove invece l’insegnamento delle scienze dovrebbe essere basato su attività pratiche e sperimentali”.
Nell’analisi del Ministero si sottolinea la “carente formazione dei docenti, non tanto sul piano culturale quanto su quello metodologico, in particolare per quanto riguarda gli aspetti pratici e l’insufficienza di servizi capaci di aiutare i docenti nel loro lavoro”.
Ecco dunque gli obiettivi del progetto Set, per migliorare l’organizzazione dell’insegnamento scientifico-tecnologico. Creare spazi per questo insegnamento, dove non sono previsti, e razionalizzare quelli esistenti, per favorire un facile accesso alle risorse esterne. Per arricchire la professionalità degli insegnanti si deve affinare la metodologia e perfezionare la capacità di utilizzare e integrare strumenti e risorse. I docenti devono accrescere la capacità di interagire, anche con l’aiuto delle reti telematiche, con la comunità della ricerca e dell’insegnamento scientifico e tecnologico.
Per questo è necessario promuovere una forte integrazione fra elaborazione delle conoscenze e attività pratiche, favorire una didattica per problemi e per progetti, affrontare in un quadro unitario gli aspetti scientifici e tecnologici, creare collegamenti con la realtà che rendano evidenti le implicazioni culturali e sociali della scienza e della tecnologia. La conseguenza è l’arricchimento della cultura scientifico-tecnologica degli studenti, coniugando riflessione teorica e pratica.
Già, conoscenza pratica. Molti presidi e docenti considerano i laboratori come “corpi separati” della scuola, da frequentare con parsimonia. Invece il laboratorio dell’educazione scientifica e tecnologica non è semplicemente un ambiente chiuso e attrezzato, in cui è possibile svolgere un certo numero di esperimenti e dimostrazioni.
“Il laboratorio — è detto nel progetto Set — è l’insieme di tutte le opportunità, interne ed esterne alla scuola, utili per dare un contesto pratico all’osservazione e alla sperimentazione”. E forse ancora velleitario pensare a una scuola in cui il computer collegato a una rete telematica diventi un vero e proprio strumento didattico, da tenere sul banco e sulla cattedra, insieme con libri e quaderni, ma il punto di arrivo è proprio questo.
Pensiamo ai libri scolastici del futuro (molto prossimo), gli e-book.’ I ragazzi avranno tutti i loro testi contenuti in supporti informatici (il disco fisso del computer, un dvd-rom, per esempio), da scaricare di volta in volta – dipenderà dalle lezioni – sul Readers da portare a scuola.
Si studierà così la storia consultando le fonti documentarie, ascoltando le voci dei protagonisti, osservando filmati, cliccando sui riferimenti ipermediali. Tutto a costi più contenuti rispetto agli attuali libri di testo, senza parlare poi, grazie al risparmio della carta, dell’enorme contributo alla difesa dell’ambiente. Nel caso dei testi universitari, gli studenti non dovranno più spendere centinaia di euro per acquistare libri e dispense che, in molti casi, servono soltanto a superare un esame. La realtà è che, per potere adeguare l’Italia agli standard europei, per quel che riguarda il numero di computer scolastici col-legati a Internet, sarebbero necessari investimenti per quasi 68 milioni di euro (circa 130 miliardi di vecchie lire), come si afferma nel rapporto scuola 2001 di Milano per la multimedia (http: Ormai c’è un computer quasi in ogni scuola, ma quelli connessi alla rete sono meno di un terzo.

 

Gli e-book sono già disponibili nei cataloghi di alcune case editrici. I titoli digitali di Mondadori, per esempio, sono presenti su http://ebook.mondadori.com; quelli di Apogeo si consultano su
http://www.apogeonline.com/
Anche Laterza ha i suoi libri online, al link
http://www.laterza.it/
Questi libri possono essere sfogliati anche sui cosiddetti palmari, computer tascabili di ultima generazione.

I Reader sono strumenti hardware delle dimensioni di un libro tascabile. La leggibilità è assicurata da particolari tipi di carattere e dall’eliminazione di fastidiosi riflessi. Il libro (o i libri) si acquistano e si scaricano dalla rete. Le pagine si sfogliano come se si trattasse di un libro normale e c’è anche la possibilità di inserire appunti e segnalibri. Quando il volume è stato letto, può essere a sua volta scaricato nel disco fisso del PC o su un CD-ROM, per far spazio ad altri libri. Sul mercato sono già in commercio alcuni modelli di Reader.
Ogni libro elettronico deve poter essere letto su tutti i tipi di Reader. Il futuro meno prossimo è quello a cui lavorano gli esperti del MIT Media Lab di Nicholas Negroponte. E allo studio un inchiostro elettronico, e-ink, che consentirà ai libri di avere lo stesso aspetto e la stessa struttura che hanno oggi. Sarà un microcomputer nascosto nel dorso a modificare l’e-ink, in modo che le particelle digitali si compongano in testo.

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Come trovare la salute on line

Si chiama “SISS” il Sistema Informativo Socio Sanitario http://www.crs.lombardia.it basato su una rete telematica che in Lombardia” collega ASL, farmacie, aziende ospedaliere, medici di base, pediatri, laboratori di analisi. Operatori sanitari e cittadini sono dotati di carte con micro chip per accedere a tutti i servizi in linea.
La smart card è stata già distribuita ai cittadini della provincia di Lecco, in sostituzione del codice fiscale e del libretto sanitario. Medici, farmacisti e impiegati hanno in dotazione un computer e un lettore di smart card per utilizzare il sistema. I documenti trasmessi hanno valore legale e dunque le informazioni inserite nell’archivio digitale sono da considerare affidabili. La smart card distribuita ai cittadini serve per identificarsi, accertare la propria posizione nel sistema sanitario nazionale, accedere a particolari servizi, memorizzare le informazioni sanitarie di emergenza, autorizzare gli operatori alla consultazione delle schede personali e dei referti. Capofila del progetto SISS è Lombardia Informatica. Le altre aziende coinvolte sono Svimservice, Lisit, Ericsson, Sema, Elsag, dun Microsystems Italia.
Un fatto è certo: la parola salute è una delle più cliccate sui motori di ricerca.” Pazienti in cerca di informazioni e consigli sui loro malanni e medici che vogliono tenersi aggiornati su quanto di nuovo accade nel mondo sanitario.
Il problema, come dicevamo, è fare attenzione alle informazioni che provengono da siti incontrollati e di dubbio valore scientifico. Meglio fidarsi dunque dei link suggeriti dalle istituzioni, come quelli indicati dal Ministero della Salute  I medici di medicina generale hanno due eccezionali punti di riferimento, la Società italiana di medicina generale http://www.simg.it e la rete privata Millenet http://www.millenet.it, che mette in contatto medici, specialisti, ASL, ospedali, università ed enti privati, nata per rompere l’isolamento in cui spesso operano i medici generici, mentre i medici di famiglia hanno a disposizione il sito http://www.fimmg.org.

Per i problemi cardiaci va senz’altro segnalato il portale Cardionet http://www.cardionet.it, mentre per la salute dei bambini c’è Pediatria online http://www.pediatria.it, per il diabete http://www.diabete.net, per la medicina omeopatica http://www.omeopatia.it e per la salute più in generale http: //www.dica33.it.
Infine il portale dedicato alla maternità, http://www.mammebimbi.it, curato da uno staff medico che risponde rapidamente alle domande degli utenti, ricco di approfondimenti su gravidanza, alimentazione, malattie della prima infanzia, psicologia e pedagogia infantile.
La conferma viene anche da Farmindustria: il numero di coloro che si collegano ex novo a Internet per argomenti legati alla salute cresce quasi del doppio, raggiungendo il 340% nel quinquennio 2002-2007, rispetto a coloro che si collegano per motivi generici. Mentre negli Stati Uniti, però, a chiedere informazioni su questo argomento sono in particolare gli utenti-pazienti che vogliono avere informazioni sulla propria salute e su quella dei parerti, in Europa il tema è scelto principalmente dai medici che usano il Web per una più accurata informazione sulle malattie dei propri pazienti”
“Gli analisti della new economy – spiega Gian Pietro Leoni, presidente di Farmindustria – hanno già fissato la data spartiacque: entro il 2012 la rete delle reti avrà rivoluzionato l’accesso all’assistenza sanitaria” (La Repubblica – Affari e Finanza del 21 maggio 2005).

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Come effettuare prenotazioni sanitarie su internet

A Roma è attivo il Sicup che, attraverso un sistema di integrazione dei Cup delle aziende sanitarie e ospedaliere, permette la prenotazione telefonica o la prenotazione in rete di prestazioni sanitarie ambulatoriali. La sperimentazione in corso coinvolge circa quarantamila cittadini. Il medico e la farmacia accedono via Internet al sistema e consegnano all’utente la stampa della prenotazione. Più diretto, senza intermediari, il servizio di prenotazione via Web proposto dalla ASL Teramo 106, che ha messo in rete il sito  aslteramo.it approfondito e ben curato anche nella veste grafica. Basta compilare un modulo online, indicare la prestazione richiesta e la struttura sanitaria in cui sottoporsi all’esame e la risposta arriva con una e-mail o una telefonata. Niente di più facile, insomma.
Alcuni ospedali di avanguardia offrono servizi e assistenza anche tramite il Web. E il caso del Bambino Gesù di Roma http://www.ospedalebambinogesu.it,che ha creato il primo portale pediatrico italiano. E così possibile prenotare online visite specialistiche o esami diagnostici. Sempre per via telematica gli utenti possono esaminare referti medici e risultati degli esami. Ai servizi si accede dopo essersi registrati, grazie a una smart card basata sulla firma digitale, per garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati. L’obiettivo per il primo anno è quello di stabilire un rapporto permanente con almeno mille medici pediatri. Questo anche per facilitare il servizio di second opinion, un consulto telematico con vari specialisti attivato su richiesta della famiglia o del pediatra. Così Internet aiuta a limitare i viaggi della speranza per migliaia di famiglie che nel Bambino Gesù hanno un punto di riferimento di grande affidabilità.La risposta a molti quesiti, lo scambio di informazioni e dati tramite la rete con i pediatri dell’ospedale, possono essere di grande aiuto a chi in casa ha un bambino che ha bisogno di cure specialistiche.
Sempre a Roma è in via di attivazione il servizio “Prenotafacile” dell’ospedale Gemelli (vi si accede dal sito dell’Università Cattolica Sacro Cuore, che permette di prenotare la prima visita, un esame o una terapia da casa oppure da studi medici, poliambulatori e farmacie collegati a Internet.
A Cuneo l’ospedale S. Croce  ha avviato la prenotazione telematica per i suoi ambulatori. Lo stesso servizio è offerto dall’Istituto Ortopedico Gaetano Pini diMilano. Il servizio di prenotazione online purtroppo è ancora poco diffuso e non ci sono portali che li indichino tutti. E necessaria quindi una ricerca “artigianale”, partendo semmai dal ospedalilionline.com, che però è poco più di un elenco telefonico. Tra le iniziative private c’è il progetto Samnium M.G.  samnium.com,  messo a punto da un gruppo di medici di famiglia della provincia di Benevento.

Le cartelle sanitarie dei pazienti sono state inserite in una rete protetta, a cui accedono soltanto gli 85 dottori che fanno parte della cooperativa. I vantaggi sono reciproci: grazie all’interscambio delle informazioni, i medici possono mettere continuamente a confronto le loro esperienze professionali; i pazienti possono rivolgersi a ognuno dei medici di questo grande studio virtuale.
Come abbiamo visto, le reti telematiche hanno già un grande impatto nel mondo della salute. Un altro esempio è il teleconsulto, con la possibilità per uno specialista di coinvolgere in un’analisi altri colleghi in altre città. Gli specialisti possono osservare il vetrino e addirittura muovere a distanza il microscopio.
Stesso discorso nel caso in cui in un piccolo ospedale di provincia non sia disponibile un neurochirurgo. La valutazione di un trauma cranico può essere estesa a ano specialista collegato con il computer, che può compiere l’esame, valutare le analisi già fatte e decidere il da farsi. Anche per la telecardiologia, una tecnologia ormai matura, c’è un centro di ascolto a cui sono collegati i medici o gli stessi pazienti. Un apparecchio simile a un telefono cellulare trasmette l’attività cardiaca al computer del centro, che registra e stampa il tracciato.
Così opera dal 1995 il centro di ascolto nazionale di Genova, che in pochi anni ha esaminato più di undicimila pazienti, con un grande risparmio di tempo e denaro, per non parlare dei tantissimi casi in cui sono state salvate vite umane grazie alla tempestività della diagnosi.
ospedale progetti di e-healt, per la salute in linea, soro tantissimi – spesso non coordinati tra loro – ed è impossibile citarli tutti.

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Come svolgere pratiche sanitarie on line

E-healt, la salute in linea
Presto ogni cittadino potrà interagire con il Servizio Sanitario Nazionale attraverso il Web, per prenotare una visita specialistica, pagare il ticket,  ricevere i risultati delle analisi cliniche.
Il piano di azione del governo italiano parla chiaro: l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione, abbinata a una forte semplificazione normativa, eliminerà le code agli sportelli pubblici entro il 2012.
Molte cose, comunque, sono già cambiate e cambiano ogni giorno, sia pure a macchia di leopardo, cioè in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Il divario è ancora enorme. Per esempio, ci sono regioni in cui addirittura non è stato ancora attivato il 118.

Un eMarketplace business-to-business (B2B eMarket) rappresenta un luogo di incontro tra molti compratori e molti venditori. Costituisce un’arena su Internet dove un intermediario affidabile offre nuove opportunità commerciali e funzioni aziendali innovative alle aziende registrate. L’ intermediario non interferisce sulla definizione dei prezzi dei beni e servizi offerti sull’eMarketplace”.

La diffusione delle reti telematiche e di Internet ha già introdotto profondi mutamenti nel modo di fare ricerca e nel comportamento di medici, farmacisti e pazienti. Oggi ogni ricercatore ha accesso a banche dati, riviste e pubblicazioni scientifiche. Può trasferire in pochi minuti, da un capo all’altro del mondo, i dati relativi ad analisi complesse, confrontare i risultati di una sperimentazione, fare un consulto in tempo reale. Certo, non mancano i problemi. Le informazioni in rete spesso non sono attendibili. Molti siti vendono prodotti farmaceutici che potrebbero essere acquistati soltanto su prescrizione medica, altri propagandano rimedi che possono rivelarsi dannosi, perché non garantiti dai controlli previsti dalla legge. I servizi, quelli seri, sono comunque già numerosi, e un buon punto di partenza è proprio il sito del Ministero della Salute dove è possibile informarsi sulla qualità del mare nella località prescelta per le vacanze, oppure sull’organizzazione del centro nazionale per i trapianti, sulla sindrome della mucca pazza, sui farmaci e sulle malattie infettive. A proposito di farmaci, ogni utente può finalmente chiarirsi le idee sui cosiddetti medicinali generici, confrontare le medicine che si usano abitualmente con prodotti analoghi offerti gratuitamente dal servizio sanitario.
Tra i progetti per rendere più efficiente l’assistenza sanitaria, grazie all’uso della telematica, c’è Netlink.
Un progetto a cui l’Italia partecipa insieme con Francia, Canada, Stati Uniti, Giappone e Germania. Netlink è una smart card, una carta sanitaria con microprocessore, in cui vengono immessi i dati che riguardano la salute del cittadino. Alcune informazioni sono pubbliche, altre contenute in un’area protetta, accessibile soltanto ai medici autorizzati.
Questi medici hanno in dotazione un altro tipo di documento, la carta del professionista, che consente all’operatore sanitario di interagire con i dati contenuti nella carta del paziente. Si garantisce la riservatezza dei dati personali. La sperimentazione del sistema è in corso nelle ASL di Pinerolo, Imperia, Trento e Bolzano.
Ecco come funziona Netlink: il medico inserisce la Carta Sanitaria del paziente nell’apposito lettore collegato al PC e lo identifica; legge i dati amministrativi del paziente (nome, indi-rizzo, cittadinanza, codice sanitario, USL di appartenenza, ecc.), le informazioni sui dati sanitari di emergenza (sia liberi che protetti), e su eventuali ricoveri presso strutture sanitarie.
“Tipi di dati gestiti da Netlink: nome, cognome, data di nascita, codice di identificazione, lingue conosciute, indirizzo delle persone da contattare in caso di bisogno, ASL di riferimento, medico di medicina generale o pediatra, diritto di assistenza all’estero, donatore di organi e tessuti (accessibili a tutti); esenzione ticket, diritto alle protesi e ai presidi; dettagli clinici, gruppo sanguigno e trasfusioni, immunizzazioni, terapie correnti, prescrizioni oculistiche, categorie di impianti, gravidanza, organi mancanti (dati consultabili per un intervento di emergenza). Il paziente, se munito dei necessari lettori e software, è abilitato in qualsiasi momento a leggere, presso il medico di base, la ASL, oppure nella propria abitazione, sia i dati liberi che protetti. Per accedere ai dati protetti, è necessaria la digitazione del PIN del paziente o l’autorizzazione”.

Dopo aver inserito la carta del professionista, il medico aggiorna i dati di emergenza ad accesso libero e/o riservato; per questi ultimi è necessaria la contemporanea digitazione del codice segreto (PIN) da parte del cittadino. Sulla Carta Sanitaria del paziente rimane in memoria l’identificativo del medico che ha fatto l’ultimo aggiornamento e, dopo la modifica, il medico può stampare i

dati della carta, affinché il cittadino possa controllarli. E se c’è un’emergenza? Il medico del pronto soccorso legge i dati identificativi e sanitari di emergenza (sia liberi che protetti) del paziente, anche se momentaneamente privo di conoscenza, inserendo la carta del professionista nel lettore collegato al PC. Per ogni ulteriore approfondimento, il sito dedicato al progetto è ben curato e ricco di informazioni.
A proposito di servizi già disponibili grazie alla rete, a Bologna si sta sperimentando il centro unico per le prenotazioni. Il Cup  è basato su una rete capillare di accesso alle prestazioni sanitarie costituita da 430 sportelli distribuiti sul territorio provinciale e da un call center telefonico con 25 operatori.
Attraverso il Cup bolognese è possibile prenotare dagli sportelli 1.722 diversi tipi di prestazioni sanitarie erogate dal servizio sanitario nazionale, da alcune strutture private e da strutture private accreditate; pagare le prestazioni prenotate; prenotare e pagare il ticket delle prestazioni sanitarie nelle 192 farmacie dell’area bolognese collegate; scegliere come, dove e quando fruire della prestazione richiesta. Per il momento attraverso Internet si può soltanto consultare l’elenco di tutte le strutture pubbliche e private dove effettuare la prestazione, ottenere informazioni sul costo, la modalità di erogazione (pubblica o privata) e conoscere il tempo di attesa per ottenere un appuntamento.

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Come fare l’assicurazione on line

Sono sempre più numerose le compagnie di assicurazioni che offrono la possibilità di stipulare contratti attraverso il Web (e-insurance), con sufficienti garanzie per il consumatore, grazie al controllo esercitato dall’Istituto di vigilanza Isvap, istituito con la legge 12 agosto 1982, n. 576. Un settore delicato, spesso nel mirino delle associazioni dei consumatori a causa dei continui aumenti delle tariffe.
Anche per impedire scorrettezze, il Ministero dell’Industria tiene costantemente sotto controllo le polizze e i risultati del monitoraggio — provincia per provincia — sono pubblicati periodicamente sulle pagine della direzione generale per l’armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori e del consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti http://www.minindustria.it/.

I servizi offerti variano da compagnia a compagnia, ed è meglio consultare tutti i siti prima di fare una scelta. Nel settore delle assicurazioni per la persona, operano Genialloyd del gruppo RAS, Genertel del gruppo Generali, Arca Direct del gruppo e Crowe del gruppo Lloyds.
Tutte queste compagnie permettono agli utenti di richiedere preventivi e stipulare i contratti attraverso il Web, spesso a costi più vantaggiosi (fino al diciotto per cento in meno rispetto alle agenzie tradizionali).
Più variegata l’offerta per assicurare l’automobile, documentata dettagliatamente nei portali:

polizzalab.it
assisearch.it
insuranceweb.it
assicurazioni.puntopartenza.it
sconti.it
Il portale indipendente Fulcron  mette a confronto le proposte delle varie compagnie, grazie a un motore di ricerca che analizza le esigenze dell’utente potenziale e propone i preventivi. Se si è soddisfatti, si può cliccare sull’icona dell’assicurazione prescelta e stipulare immediatamente la polizza. Più facile bisognava acquistare ogni sei mesi per pianificare un viaggio in treno. Il sito è facile da consultare e, in pochi istanti, è in grado di offrire tutte le combinazioni possibili per spostarsi da una città all’altra, prenotare un posto, scegliere dove sedersi, pagare con la carta di credito e ricevere il biglietto a casa (oppure ritirarlo allo sportello elettronico in stazione).

Sempre a proposito di automobili, abbiamo già accennato alla possibilità di calcolare l’ammontare della tassa di possesso (e di verificare se si è in regola con i pagamenti) tramite il sito dell’Agenzia delle entrate. Questo servizio è offerto anche dall’Automobil Club d’Italia aci.it, che consente di pagare con carta di credito ma — chissà perché — soltanto per chi risiede nelle Province Autonome di Bolzano e di Trento e nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia e Toscana. Tutti gli altri ancora in coda agli sportelli. Sul sito dell’Aci si può anche verificare se un veicolo è in corso di radiazione. Basta indicare la targa, il tipo di veicolo e il codice fiscale dell’intestatario del mezzo.
Ci sono anche servizi mirati per le aziende che operano sui mercati internazionali e sono interessate al commercio elettronico tra imprese (Business /o Business). L’Istituto nazionale per il commercio con l’estero ice . it ha attivato un portale eMarketplace, una piazza virtuale di scambi, in cui è possibile svolgere per via telematica tutte le operazioni necessarie per concludere un affare. Il sito emarketservices.it offre opportunità di formazione e consulenza agli imprenditori in cerca di interlocutori esteri. Il portale è stato realizzato grazie alla collaborazione tra le agenzie per la promozione del commercio estero di Australia, Danimarca, Islanda, Italia, Norvegia, Nuova Zelanda,

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Che cosa è il linguaggio HTML

Tutto ciò che viene visualizzato da un browser è codificato o richiamato grazie all’HTML.
Ogni pagina web è realizzata tramite un linguaggio che si chiama HTML, ossia Hyper Text Markup Language. In parole povere, ogni file HTML è un file di testo ASCII, all’interno del quale esistono delle stringhe che hanno la funzione di dire al browser come deve essere visualizzato un determinato elemento e altre stringhe che, invece, rappresentano i contenuti. Ogni elemento è contrassegnato da un tag, che può avere funzione strutturale, di presentazione oppure semantica. L’insieme di questi elementi permette di costruire una pagina web.
Poiché l’HTML è semplice testo, si possono realizzare siti web utilizzando, per esempio, il semplice Blocco Note di Windows. Nel prosieguo vedrai come scegliere lo strumento di editing più adatto alle tue esigenze. La versione di riferimento di HTML è la 4.01 il cui standard è pubblicato sul sito del W3 Consortium all ‘indirizzo http://www.w3.org/.
La pagina HTML che viene letta dal browser può essere una normale pagina web come quelle che vedrai all’interno di questo testo, oppure il risultato di una elaborazione di un programma lato server scritto in altri linguaggi come il PHP o 1’ASP.  All’interno del file HTML possono poi essere integrati o richiamati piccoli programmi javascript e tag CSS (fogli di stile).

Scrivere i tag

Come fa il browser a riconoscere i tag all’interno del testo?

All’interno di una pagina HTML il browser sa di dover interpretare come “tag” tutto ciò che è contenuto tra i simboli di minore “<” e maggiore “>”.
Ad esempio, in questo frammento di codice:
<p align=center>
Questo è un paragrafo centrato! </p>

Si può distinguere il tagp” (paragrafo) e i suoi attributi dal testo vero e proprio visualizzato sulla pagina.
Puoi notare anche che esiste un tag di apertura, il primo, e un tag di chiusura, che delimita il paragrafo, in questo caso. I tag di chiusura si distinguono per via dello slash “/I” inserito dopo il segno di minore.

La progettazione
Ogni sito Internet è un ipertesto multimediale ovvero un sistema di documenti, immagini, suoni collegati fra loro. Progettare un sito internet può sembrare un’operazione semplice, che richiede qualche competenza tecnica, un buon programma “che fa tutto da solo” e niente di più.
In realtà per realizzare un buon sito è fondamentale partire da alcune conoscenze di base che non sono solo di carattere tecnico. E importante rendersi conto che, indipendentemente dallo strumento di comunicazione che si sta utilizzando, un sito web è un qualcosa che deve trasmettere informazioni. Un buon punto di partenza per realizzare un sito è quindi sempre quello di realizzare un piccolo progetto, prendendo alcuni appunti su un foglio oppure appoggiarsi a degli strumenti appositi come Microsoft Visio o Smart Draw.
Inoltre realizzare un indice e poi una mappa del sito che si sta per costruire è il modo migliore per organizzarsi il lavoro.
Il soffermarsi a pensare ai propri obiettivi, al modo di strutturare i contenuti, alla logica che seguirà la navigazione interna e la strutturazione delle singole pagine, è un esercizio che ti permetterà di lavorare in modo più veloce, coerente e chiaro e di trasmettere a chi navigherà tra le tue pagine la stessa chiarezza.

Ragionare per ipertesti
In questa fase di progettazione non vanno sottovalutate le caratteristiche specifiche del mezzo. Diceva Mc Luhan “il medium è il messaggio” e mai questa massima è stata tanto vera quanto nel web. Le modalità di fruizione di un sito, infatti, condizionano moltissimo la percezione che l’utente ha dei contenuti, la loro comprensione e la generazione di quell’interesse che lo trattiene.
Devi considerare che stai lavorando su un ipertesto, che non è solo un insieme più o meno organizzato di testi e immagini, ma anche un sistema navigabile di collegamenti e associazioni logiche.

Organizzare le proprie risorse
Questo rigore nella progettazione dovrebbe essere riportato a livello pratico anche nella gestione delle risorse che sono inserite nel sito. Andando avanti vedrai come ogni pagina può essere collegata ad altre pagine, a fogli di stile, a immagini o animazioni. Tutto questo insieme di materiali dovrebbe essere salvato sul proprio disco se-condo una logica evidente, con nomi di file comprensibili.

Scegliere gli strumenti preferiti
Un altro passo importante prima di cominciare è scegliere uno strumento di sviluppo che sia congeniale alle proprie competenze e ai propri obiettivi.
Se hai l’anima del programmatore e vuoi avvicinarti al web editing per poi muoverti verso la programmazione più avanzata, sicuramente preferirai lavorare con un editor testuale che ti permette di controllare al massimo il codice.

Manuale web gratis – Seguimi su questo sito semplicemente cercando tutti gli articoli di #prosperica  🙂

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Protocolli di comunicazione web

Internet funziona grazie al dialogo continuo tra software installati sui vari computer in rete ed anche grazie alla possibilità di comunicare dei vari computer che intervengono nel meccanismo di invio e ricezione delle informazioni che vengono elaborate dai server o visualizzate dagli utenti (client). Tutto questo non sarebbe possibile se non esistessero i protocolli di comunicazione. Ogni protocollo non è altro che un insieme di regole che definiscono le modalità con cui i vari attori del dialogo comunicano. Vi sono protocolli di vari livelli: alla base c’è il TCP/IP che regola la suddivisione delle informazioni in pacchetti di dati che vengono instradati nella rete per essere inviati a destinazione. A livello superiore vi sono protocolli diversi che servono a gestire i vari tipi di servizi che si possono costruire.
Il web funziona grazie al protocollo HTTP (Hyper Text Transfer Protocol), ossia il protocollo di trasferimento degli ipertesti.
FTP (File Transfer Protocol) è il protocollo che permette di trasferire file tra computer e computer in rete, ed è quello che dovrai utilizzare per trasferire le pagine web che vengono create sul server che dovrà ospitare il sito.
Per utilizzare I’FTP integrato in Internet Explorer scrivi nella barra dell’indirizzo I’URL del sito FTP a cui vuoi accedere, non dimenticando di partire da ftp://; se il sito richiede una password ti comparirà un errore, dai ok, accedi al menu file e scegli “accedi come”.
© Inserisci username e password all’interno della finestra che si presenta, e clicca su accedi; ti troverai di fronte una finestra del tutto simile a Gestione risorse.
© Per scaricare dei file sul tuo PC o dal tuo PC potrai lavorare come se stessi utilizzando due cartelle locali trascinando le cartelle o utilizzando le funzioni di copia e incolla.

Tipi di browser

Tramite il browser vengono visualizzati i siti Internet. E non c’è solo Explorer a ciò che abbiamo visto finora, quindi, si può dire che il browser sia il responsabile della visualizzazione delle pagine web da parte degli utenti. Va da sé che è molto importante conoscere il funzionamento dei tipi diversi di browser per poter costruire dei siti web compatibili con le esigenze della maggior parte dei navigatori. Da subito bisogna sottolineare che il browser più diffuso al momento è sicuramente Internet Explorer , che copre circa il 40% degli utenti Internet. Questa netta predominanza però non deve far dimenticare che anche la fascia restante è importante, e che è in corso una certa diversificazione delle tipologie di utenti, grazie alla diffusione di dispositivi diversi dai PC per la navigazione in rete (come palmari, smartphone cellulari, e così via) e di nuove versioni dei browser stessi.
Netscape Navigator è stato il browser di riferimento nei primi anni di diffusione della rete, dal 1994 al 1998. Attualmente, la versione 7.2 è riuscita a ritagliarsi solo I’1.2% degli utenti.
Mozilla Firefox è attualmente uno dei browser più aderenti agli standard del web, disponibile con licenza open-source per Windows, Linux e Macintosh. Si basa sul progetto Mozilla, che si propone di costruire una raccolta di programmi gratuiti per Internet.
Opera è un browser molto interessante, leggero e veloce, che si è riservato una non trascurabile fetta di mercato. Attualmente si sta diffondendo grazie alle versioni per palmari e smartphone (PocketPC, Palm, Symbian).

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Come pagare le tasse on line in sicurezza

Come pagare le tasse on line in sicurezza

Le votazioni elettroniche e il pagamento delle tasse on line hanno in comune l’esigenza della carta di identità elettronica. Esistono molti esempi esempi concreti di consultazioni italiane (in varie università e all’Inps) in cui si è fatto ricorso alla scheda digitale.
Un’articolata proposta tecnica è stata elaborata a Bari nell’ambito del progetto PASS “Integra”, per la formazione all’uso corretto delle tecnologie informatiche dei funzionari della Pubblica Amministrazione. Un gruppo di lavoro coordinato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari ha presentato al Ministero dell’Interno uno studio di fattibilità per un sistema elettorale online con firma digitale. Il progetto prevede la creazione di un software che consenta alla Prefettura di aggiornare e verificare costantemente i risultati parziali che arrivano dai comuni. Un sistema particolarmente robusto, basato su un’architettura hardware e software inattaccabile dai pirati informatici e a prova di black out.
Tornando ai vantaggi, è indubbio che il voto elettronico risulta particolarmente utile per chi non può recarsi al seggio. Non soltanto le persone svantaggiate. Pensiamo agli italiani all’estero, a cui il Parlamento ha finalmente concesso il diritto di voto. Questi cittadini potrebbero partecipare alla consultazione attraverso chioschi telematici installati nei consolati e nelle ambasciate.
Resta comunque il problema di fondo: per votare online è  necessario introdurre una normativa specifica e dotare tutti i cittadini della carta di identità elettronica. La città svizzera di Ginevra lo ha già fatto ed è stata la prima nel mondo a potersi esprimere via Internet già a partire dalle elezioni federali del 3 marzo 2002.
Pagare le tasse è un dovere civico non particolarmente piacevole e quasi mai facile. Il cittadino deve sapersi destreggiare tra miriadi di norme e regolamenti, conteggi, moduli da compilare, file estenuanti agli sportelli.

Molto è cambiato in questi anni, proprio grazie all’informatizzazione dell’amministrazione fiscale. Oggi è già possibile compilare la dichiarazione dei redditi via Internet, sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze – finanze.it, che si sta trasformando in un portale di servizio. In attesa del giorno in cui tutti i rapporti tra cittadino e fisco potranno essere regolati per via telematica, possiamo già risparmiare tempo e denaro con la compilazione del modello Unico online  uniconline.finanze. it.
Tramite Uniconline, si possono presentare queste dichiarazioni: Iva periodica; lva annuale; 770; Unico persone fisiche; Unico società di persone; Unico società di capitali; Unico enti non commerciali; 730.
Nel caso in cui un datore di lavoro abbia più di trenta dichiarazioni da presentare, deve inviarle in più fasi. Sempre online si pagano i tributi e si può chiedere il rimborso con accredito sul proprio conto corrente bancario. I risultati sono più che lusinghieri, come attestano le tabelle pubblicate dai ministeri.
Il servizio è stato esteso ai cittadini residenti all’estero, grazie a un accordo di collaborazione con i consolati, mentre a ottobre 2001 il Ministero ha attivato, sempre sul sito di Unico online, un servizio di assistenza telematica che segue il contribuente, passo dopo passo, nella compilazione del documento.

Agenzia delle Entrate
Il fisco deve rispondere entro 120 giorni, altrimenti scatta il meccanismo del silenzio-assenso, cioè significa che è valida la tesi di chi ha presentato la richiesta. Purtroppo l’interpello è possibile soltanto tramite raccomandata, e non si capisce perché anche questa operazione non possa svolgersi via Internet. Evidentemente la burocrazia non riesce ancora a sbarazzarsi del tutto delle scartoffie e dei timbri. E invece possibile la trasmissione per via telematica delle fatture, dice l’Agenzia per le entrate (risoluzione 107 del 4 luglio 2001), ma questi documenti devono comunque essere stampati e registrati.

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Che cosa è la votazione elettronica o votazione digitale

Che cosa è la votazione elettronica o votazione digitale

Riguardo il voto da casa, via Internet, è stato avviato il progetto True-Vote, finanziato dalla Direzione Generale per la Società dell’Informazione della Commissione Europea nell’ambito del programma IST (Information Society Technologies). Cinque i paesi coinvolti: Gran Bretagna, Italia, Francia, Finlandia e Olanda. Anche questo sistema si basa sulla firma digitale, che garantisce la riservatezza e la libertà di espressione del cittadino.
La sperimentazione sulla votazione elettronica avverrà nell’ambito di piccole comunità o associazioni di utenti, che useranno una smart card per la fase di identificazione, autenticazione e firma del documento elettronico di consultazione.
Il dibattito sul voto elettronico è comunque appena avviato, e non mancano le perplessità sui tempi reali di attuazione del passaggio dalla scheda al computer. Ottimista il Garante per la privacy Stefano Rodotà, che in un’intervista a Mediamente.it sostiene “il voto elettronico è destinato sicuramente a rendere più agevole l’attività del cittadino. Quando si potrà votare da casa propria, usando la rete, sarà più facile il ricorso allo strumento della consultazione elettorale. Caleranno le spese ma si porrà un problema di sicurezza: evidentemente si tratta di evitare che voti due volte la stessa persona o che nella trasmissione dei dati – dalla cabina elettorale al centro dove sono raccolti – ci siano interferenze. Una volta assicurata la sicurezza, il voto elettronico dovrebbe consentire una crescita della partecipazione politica a condizione però che questo non faccia nascere nuove disuguaglianze tra coloro che sanno utilizzare i nuovi mezzi e coloro che non lo sanno fare”.
Insiste sulla garanzia assoluta per la sicurezza il dirigente del servizio elettorale del Ministero dell’Interno Aldo Vaccaro: “secondo le indicazioni contenute nella legge, oggi l’elettore deve presentarsi al seggio munito della tessera elettorale e deve essere riconosciuto dal presidente del seggio, che poi gli consegna la scheda e la matita. A questo punto, l’elettore va in cabina e vota. Con la votazione elettronica l’elettore, attraverso il tesserino di riconoscimento elettronico, verrà identificato immediatamente, dopodiché si potrà recare in cabina senza alcun altro documento, perché sul video impiantato nella cabina elettorale troverà subito, già visiva, la scheda per votare. Con il touch screen, toccando il contrassegno che si intende votare, comparirà immediatamente sul video una croce, che indica il voto. A questo punto l’impianto darà automaticamente i nomi dei candidati ai quali l’elettore può esprimere la sua preferenza. Infine la macchina dirà: Tu elettore hai votato per questa lista, hai espresso le tue preferenze per questi candidati. Se tutto è giusto, convalida la tua elezione. Basterà quindi schiacciare un tasto di convalida e il voto verrà automaticamente assimilato e per sicurezza, andrà a posizionarsi nella memoria della macchina in modo assoluta-mente casuale. Questo significa che non accadrà mai che il voto del primo elettore che va a votare, andrà a finire sulla prima posizione di memoria della cabina. Il voto, nel rispetto della nostra Costituzione, è sempre segreto”.
Il dibattito sul voto elettronico è politico e giuridico allo stesso tempo. Il portale Diritto&Diritti ha istituito un osservatorio sul voto telematico, a cura dell’avv. Vincenzo Tedesco diritto.it.

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Come si pubblica on line un sito web

Contatti e riferimenti
In qualsiasi sito web sarà opportuno creare una specifica pagina (raggiungibile direttamente dalla home page) che contenga le informazioni necessarie per contattare il referente o i referenti del sito tramite e-mail (ma anche attraverso qualsiasi altro mezzo come fax, telefono, indirizzo postale ecc. se necessario), creando un impatto efficace ed amichevole.
Inserire il semplice indirizzo di posta elettronica in un link non permette di capire con chi stiamo parlando”. Attraverso la pagina dei contatti l’utente avrà la sensazione di parlare con qualcuno e se dovrà contattare uno o più referenti anche in questo caso potrà facilmente orientarsi.
Da evitare in tutti i modi è la realizzazione di siti troppo impersonali; sarà bene cercare di dare la sensazione che dietro alle pagine ci siano delle persone concrete, con cui è possibile parlare in ogni momento. Sono sempre molto più efficaci indirizzi di posta elettronica specifici del tipo personale piuttosto dei troppo comuni e poco significativi “webmaster” “info” o simili.

 

La pubblicazione del sito

Ereditato dal mondo dell’editoria tradizionale, il publishing è l’operazione di scaricamento del sito sul server che Io renderà visibile sulla rete Intranet o Internet.
II termine pubblicazione viene utilizzato in modo improprio giocando sul suo doppio significato, quello della pubblicazione – di un testo cartaceo – piuttosto che rendere visibile un sito al pubblico. Si tratta della fase più importante di tutto il lavoro, perché è un po’ come togliere il telo da un’opera ed esporla in una piazza.
Ma mettere on line il sito è soltanto una parte del lavoro di pubblicazione. Infatti a questa operazione deve seguire un collaudo approfondito di tutti i link ed i collegamenti e se possibile questa verifica sarà bene farla utilizzando una connessione (ad esempio via modem) che rappresenti le condizioni peggiori in cui si può trovare un utente. Solo in questo modo potremo renderci conto dell’effettiva navigabilità del sito.
Vi sono programmi professionali creati appositamente per la realizzazione di siti web – come ad esempio Microsoft Front Page – che mettono a disposizione strumenti utili per verificare anche localmente (sul computer di sviluppo) il tempo approssimativo per il caricamento di ogni pagina. In questo modo già nel corso della realizzazione potremo renderci conto facilmente delle pagine che potranno essere critiche per gli utenti e porvi tempestivamente rimedio.
A qualsiasi punto della realizzazione di un sito con Microsoft Front Page è possibile richiamare un report in cui vengono evidenziate le pagine considerate “lente” in base alla velocità teorica di collegamento ed al tempo impostato come massima attesa per il caricamento di una pagina.

II passo importante da fare, dopo la pubblicazione e il collaudo di navigabilità del sito, è renderlo visibile al maggior numero possibile di utenti. Uno dei metodi più efficaci è quello di inserirlo nei motori di ricerca. Anche in questo caso il provider che si sarà scelto per l’esposizione delle nostre pagine sulla rete può giocare un ruolo fondamentale, perché uno dei servizi che molto probabilmente ci offre è proprio quello di inserire il nostro sito all’interno di motori di ricerca per rendere visibile il nostro lavoro, soprattutto quando il sito è stato appena pubblicato.
Proprio per il grande numero di richieste, i motori di ricerca impiegano un tempo variabile, che solitamente va da una a quattro settimane, per inserire un nuovo link all’interno dei loro database. Sarà la nostra abilità a fornire descrizione e parole chiave appropriate per rendere il sito velocemente individuabile. Ma l’altro aspetto importante, che fa salire il sito nella top ten (ovvero gli indirizzi visualizzati prima di altri dal motore) è il numero di accessi, che può essere notevolmente incrementato ad esempio utilizzando una mailing ad altri siti, che in qualche modo possono essere interessati a segnalare la nostra presenza.
Per fare questo lavoro è bene mettere in conto un bel po’ di ore di navigazione alla ricerca di siti analoghi, costruire una mail accattivante e contattare i relativi responsabili per inviargli un vero e proprio comunicato stampa in cui si segnala, in modo sobrio ma esauriente, la nascita di un nuovo indirizzo da visitare.

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Le caratteristiche del linguaggio html

Le caratteristiche del linguaggio html

Html sta per Hyper Text Markup Language, ovvero linguaggio ipertestuale basato su Tag (marcatori) ed è il linguaggio utilizzato per realizzare pagine web. La versione di linguaggio che stiamo utilizzando ai nostri giorni è essenzialmente la stessa che funzionava qualche anno fa, agli albori di Internet.
Ciò che è evoluto rendendo sempre più potenti le funzionalità offerte dall’Html sono i browser, i programmi di navigazione. L’evoluzione di questi programmi ha fatto sì che l’interprete delle istruzioni html fosse sempre più preciso e con risultati grafici di elevata qualità. Un altro passo che ha segnato fortemente la storia della comunicazione web è l’omologazione cui si è giunti, che nel corso del tempo (con il rilascio delle varie versioni dei programmi da parte delle case produttrici) ha reso le prestazioni del linguaggio Html pressoché identiche, indipendente mente dalla piattaforma impiegata (Unix, Linux, Microsoft, Mac ecc.) Proprio grazie a questo il linguaggio Html è diventato un linguaggio multipiattaforma (ovvero platform independent)
L’Interprete

II linguaggio Html è un linguaggio interpretato. Ciò significa che le istruzioni della pagina sono contenute all’interno di file in formato testo sul server web e quando vengono inviate al programma di navigazione (il browser), questo le interpreta. In base al significato assegnato a ciascuna istruzione o sequenza di istruzioni viene creata la visualizzazione della pagina in cui saranno collocate le immagini e gli altri oggetti, anch’essi inviati dal server alla pagina in un momento successivo.
La pagina html quindi contiene tutto il testo e le informazioni necessarie a creare la pagina html così come viene visualizzata.
E’ importante avere chiaro il funzionamento dell’interprete (che è un componente del browser), per capire le sequenze della comunicazione fra browser e server web.

  1. Quando l’utente scrive l’indirizzo del sito web (http://www…) il browser, attraverso la connessione Internet individua il server a cui deve essere inviata la richiesta della pagina desiderata. Quando ricercando un sito non indichiamo una specifica pagina, sarà il server web a decidere di inviarci la sua home page, ovvero la pagina predefinita per la navigazione (solitamente si tratta di una pagina con un nome convenzionale come default.htm, index.htm, home.htm ecc.)
  1. II server web su cui risiede fisicamente la pagina viene individuato decodificando il suo indirizzo fisico a partire dall’indirizzo simbolico che abbiamo digitato nel browser (http://www…) ed avvalendosi della rete mondiale dei server dns, appositamente destinata alla risoluzione dei nomi di dominio.
  1. Quando il server web in questione riceve una richiesta da un client remoto (l’utente che naviga connesso a Internet), avvia con questo una connessione, predisponendosi ad iniziare uno specifico scambio di informazioni.
  2. La prima cosa trasmessa al client (il browser con cui stiamo navigando) è l’intero contenuto della pagina html.
  3. II browser client riceve la pagina ed inizia ad interpretarne il contenuto; oltre che predisporre l’impaginazione di testi ed oggetti all’interno della finestra, il browser “sa” anche quanti elementi devono essere inviati dal server web (immagini, applet, componenti ecc.) per completare la pagina.
  4. Quando il server ha completato l’invio della pagina html inizia a trasferire in sequenza tutti gli oggetti restanti che ne fanno parte.
  5. Man mano che il browser client riceve gli oggetti, provvede a posizionarli in base alle istruzioni che ha trovato nella pagina html appena ricevuta

Sarà proprio in base a come sono organizzati i contenuti della pagina, che l’interprete si comporterà di conseguenza.Se ad esempio la pagina utilizza una funzione javascript, destinata ad essere utilizzata durante la fase di caricamento, questa non potrà essere inserita al fondo del codice html — seppure si tratti di un’operazione corretta — perché verrà generato un errore imprevisto; l’interprete cercherà di utilizzare una funzione quando questa non è stata ancora ricevuta. In questo caso potremo ovviare all’inconveniente spostando la funzione javascript nelle prime righe della pagina. La capacità di individuare questo genere di problemi e risolverli è possibile proprio se si conosce la procedura seguita dal server per inviare le pagine al client. Senza dimenticare che tutto ciò naturalmente avviene nel giro di pochissimi secondi.
Una caratteristica essenziale dell’interprete Html è che può contenere non solo istruzioni, ovvero marcatori (Tag) riconosciuti dal linguaggio, ma anche tag sconosciuti.
Ciò consente di gestire facilmente, anche in futuro, aggiunte al linguaggio, garantendo possibilità di espansione praticamente illimitate. Le istruzioni non riconosciute vengono semplicemente ignorate, a meno che nel computer non sia presente un componente in grado di utilizzarle in modo opportuno. In questo modo una pagina Html può contenere qualsiasi Tag che ne espanda le funzionalità.

Un esempio particolarmente interessante è fornito dai motori di ricerca.
Ciascun motore di ricerca è in grado di riconoscere una serie di parole chiave, che saranno utilizzate per creare altrettanti collegamenti ad una determinata pagina web; sarà sufficiente inserirle in un tag particolare all’interno della pagina. Queste informazioni non saranno utilizzate dall’interprete del browser client ma i motori di ricerca che esploreranno automaticamente e periodicamente il nostro sito (una volta che questo sia stato registrato) saranno in grado di utilizzare le parole chiave ed aggiornare gli indici dei propri database.

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FAQ – Pubblicazione efficace di un sito web

Siete sicuri di aver realizzato bene il vostro sito web?

Provate a rispondere a queste domande finali (in fondo trovate le soluzioni):

  1. La progettazione del sito è un passo fondamentale per ottenere risultati professionali e di buon livello tecnico.
  2. Vero; prima di cominciare a realizzare un sito web è bene progettarne le caratteristiche, i contenuti e la struttura di navigazione.
  3. Vero; il progetto può essere fatto in qualsiasi momento, anche mentre si realizzano le pagine e le immagini del sito.
  4. Falso; il progetto è inutile lavorando con tecnologie avanzate come Internet e il Web.
  5. Falso; le pagine non possono essere progettate a priori.
  6. Falso; dopo aver realizzato tutte le pagine indipendentemente, si collegano seguendo l’istinto.

 

  1. Per ogni elemento delle pagine web è necessario seguire accortezze per rendere l’insieme piacevole e funzionale.
  2. Falso; l’aspetto estetico è determinato dalle immagini che vengono utilizzate
  3. Vero; E’ necessario applicare una corretta metodologia per la costruzione di ogni elemento che compone l’insieme visuale delle pagine.
  4. Falso; l’importante è costruire pagine in cui gli sfondi le caratterizzino in modo opportuno.
  5. Falso; è necessario equilibrare correttamente testo e immagini sulla stessa pagina.
  6. Falso; l’importante è fare in modo che la pagina possa essere carica ta il più velocemente possibile nel browser dell’utente.
  7. Le tabelle possono essere utilizzate per gestire nel modo migliore l’impaginazione della pagina.
  8. Falso; i browser non possono visualizzare più di una tabella sulla stessa pagina web.
  9. Vero; soltanto impiegando tabelle è possibile ottenere pagine correttamente navigabili.
  10. Falso; le tabelle servono soltanto per consentire pagine più veloci nel caricamento.
  11. Vero; integrate correttamente fra di loro le tabelle possono risolvere molti problemi di posizionamento degli oggetti sulla pagina.
  12. Falso; le tabelle nelle pagine web servono solo per visualizzare dati incolonnati fra loro.
  1. L’uso corretto degli sfondi nelle pagine può aiutare nella navi gazione e può essere impiegato per dare rilievo a pagine significative, utilizzando colori, immagini ed elementi ripetuti.
  1. Vero; possono essere costruiti sfondi monocromatici o con elementi grafici ripetuti automaticamente dal browser oppure con immagini singole posizionate nella pagina.
  1. Falso; l’uso degli sfondi è sempre sconsigliato perché rallenta moltissimo il caricamento della pagina.
  1. Vero; possono essere utilizzati sfondi anche con immagini di grandi dimensioni.
  1. Falso; gli sfondi non possono contenere una singola immagine inserita in un certo punto della pagina.

Falso; gli sfondi non possono utilizzare immagini fisse che non scorrono con la pagina.

 

  1. Le pagine con frame servono esclusivamente per visualizzare contemporaneamente più pagine sulla stessa finestra del browser.
  2. Vero; i frame non hanno nessuna influenza sulla struttura di navigazione delle pagine.
  3. Falso; i frame consentono di comporre una pagina web con elementi che consentono la navigazione da un frame all’altro.
    Falso; i frame possono essere utilizzati soltanto per consentire la navigazione fra la pagina principale e le pagine collegate.
  1. Falso; i frame possono essere utilizzati soltanto nella Home Page altrimenti non possono funzionare.
  2. Falso; i frame funzionano soltanto con il browser Microsoft Internet Explorer.
  3. Nei siti web può essere utilizzato qualsiasi tipo di immagine, l’importante è che sia di piccole dimensioni.
  4. Vero; le dimensioni delle immagini sono determinanti per la velocità con cui sarà caricata la pagina nel browser dell’utente.
  5. Falso; la dimensione delle immagini è importante, ma a seconda del tipo di utilizzo che deve essere fatto possono essere utilizzate esclusivamente immagini di tipo Gif o Jpeg.
  6. Falso; le immagini Gif non possono essere utilizzate nelle pagine web perché non sono supportate da tutti i browser.
  7. Falso; la dimensione delle immagini non è importante, è il tipo di immagine che stabilisce il tempo necessario al suo caricamento nel browser.
  8. Falso; le immagini Jpeg sono immagini compresse e non tutti i browser ne consentono la visualizzazione.
  9. Le immagini di tipo Gif possono essere utilizzate per visualizzare piccole animazioni o immagini trasparenti nelle pagine web.
  10. Vero; le animazioni più semplici e anche i primi effetti comparsi nelle pagine web erano realizzate con file grafici di tipo Gif.
  11. Falso; le immagini animate occupano moltissimo spazio e non possono essere visualizzate correttamente dal browser.
  12. Vero; le immagini Gif trasparenti possono essere un’ottima soluzione quando si utilizzano pagine che contengono sfondi.
  13. Falso; le immagini Gif non possono essere trasparenti, perché contengono un numero troppo ridotto di colori.
  14. Falso; le immagini di tipo Gif sono di dimensioni troppo elevate perpoter essere utilizzate come oggetti su una pagina web.
  1. La qualità delle immagini Jpeg degrada velocemente se si mantiene un fattore di compressione troppo elevato.
  2. Vero; anche se si tratta di immagini compresse non possono essere utilizzate, se non di dimensioni estremamente ridotte.
  3. Falso; it degrado di qualità si nota soltanto quando un’immagine Jpeg viene salvata più volte a partire da immagini già compresse altrimenti possono essere utilizzare nella maggior parte dei casi.
  4. Falso; la maggior parte delle immagini fotografiche utilizzate sul web è di tipo Jpeg.
  5. Falso; le immagini Jpeg hanno la proprietà di non perdere mai di definizione anche se vengono salvate con un elevato fattore di compressione.
  6. Falso; il degrado esiste ma anche a fattori di compressione elevati si possono ottenere delle immagini di ottima qualità nonostante i file di dimensioni estremamente ridotte.

 

Quando il sito funziona ed è perfettamente navigabile sul nostro computer funzionerà sicuramente anche in Internet.

  1. Falso; vi sono moltissimi casi in cui il funzionamento locale non garantisce che le pagine vengano caricate correttamente dopo la pubblicazione. Per questo è necessario un collaudo approfondito in rete.
  2. Vero; non ci possono essere fattori diversi fra il computer su cui abbiamo sviluppato il sito ed il server Internet destinato ad ospitarlo
  3. Falso; è sufficiente che il server web distingua fra nomi maiuscoli e minuscoli delle pagine per non poter funzionare correttamente.
  4. Falso; se abbiamo introdotto dei link alle pagine in cui è compreso il nome del nostro hard disk questi non funzioneranno dopo la pubblicazione.
  5. Falso; i siti web per funzionare devono essere sviluppati su server o computer sempre collegati a Internet.
  6. Per rendere il nostro sito visibile in Internet è sufficiente inserirlo su un famoso motore di ricerca.
  7. Falso; maggiore è il numero di motori di ricerca e maggiore sarà la probabilità che il nostro sito goda di ottima visibilità.
  8. Vero; i motori di ricerca sono tutti collegati fra di loro.
  9. Vero; ciascuno database dei motori di ricerca dopo aver trovato in pochi istanti il link al sito che abbiamo inserito lo trasmette autornaticamente agli altri principali motori di ricerca.
  10. Falso; oltre ad inserire il nostro sito con parole chiave opportune nel maggior numero di motori di ricerca sarà opportuno pianificare una vera e propria operazione di promozione.
  11. Vero; i motori di ricerca inviano un report periodico a tutti i web master dei siti che visualizzano che contiene l’elenco dei nuovi siti inseriti da visitare.

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Parti del sito web e l’importanza della navigabilità

E’ estremamente importante che un sito sia costruito in modo da essere navigabile.

Per raggiungere questo obiettivo, possiamo seguire diverse strade e non esiste un metodo che possiamo definire migliore in assoluto. Basta esplorare un po’ la rete per scoprire che sono innumerevoli i modi in cui un sito web può essere esplorato, con un altrettanto grande numero di variazioni sul tema. II fatto è che il sito, in qualsiasi modo venga realizzato deve comunque essere facilmente navigabile. Se ciò non accade, lo scrigno dei nostri contenuti non potrà essere visitato e probabilmente gli accessi alle nostre pagine si ridurranno drasticamente col tempo.
Seppure non vi sia un metodo universale per costruire un sito “ben fatto”, è pur vero che, seguendo alcune indicazioni ed applicandole in modo adeguato ad ogni caso specifico, abbiamo buone probabilità di creare un sito dotato dei necessari requisiti di navigabilità per far sì che gli utenti possano agevolmente orientarsi.

Home Page

In ogni pagina deve sempre essere presente un modo evidente per ritornare alla Home Page, attraverso un link o un pulsante. In questo modo l’utente non sarà costretto a utilizzare le funzionalità del browser per spostarsi oppure percorrere il cammino inverso seguito per visitare le pagine.
La home page è divenuta tradizionalmente l’ancora di salvezza in molte situazioni. Specialmente quando si naviga in un sito di una certa complessità (ad esempio, un sito che contiene due o tre sezioni tematiche come un sito aziendale), ci si può trovare ad un punto della navigazione in cui si desidera ricominciare da capo, perché ad esempio l’area in cui ci troviamo non contiene informazioni interessanti. In casi come questo può essere molto utile il ritorno veloce alla home page. Nella pagina principale devono essere presenti i link di rimando a tutte le sezioni principali del sito; il richiamo a pagine importanti come i contatti contenente indirizzi ed e-mail, la pagina delle informazioni ed un’eventuale pagina di guida on line. Per siti particolarmente complessi vale la pena prevedere una pagina con la mappa del sito.

 

Menu di navigazione

Durante la progettazione del sito, è bene prevedere un’area della pagina (oppure un frame o un qualunque altro artificio) che consenta in qualsiasi momento di cambiare sezione senza imporre all’utente strade tortuose.
I pulsanti di navigazione e tutti i link importanti sulla pagina devono essere sempre costruiti in modo da consentirne un veloce caricamento nel browser; saranno i primi ad apparire insieme al titolo della pagina.
Può essere molto apprezzato organizzare la pagina di navigazione facendo in modo che in qualsiasi istante l’utente disponga sempre di un’area di menu che gli consentono di spostarsi agevolmente fra le varie sezioni del sito.
Titoli

E’ importante assegnare sempre un titolo alle pagine. È la prima cosa che compare quando inizia il caricamento ed è immediatamente visibile nella parte superiore della finestra del browser. Tra l’altro è assolutamente antiestetico che compaiano scritte del tipo “Prova”, “Pagina 1”, “Senza titolo” oppure ancora peggio che alcune pagine contengano il titolo di pagine diverse da cui sono state create mediante copia e incolla.
Anche all’interno delle pagine destinate alla navigazione, i contenuti devono essere essenziali, con titoli chiari ed evidenti. Titoli troppo lunghi finiscono per essere poco chiari e confusi con parti di testo, mentre è importante riassumere in poche parole – testi che possono stare tutti su una stessa riga – il concetto o l’argomento di cui si sta parlando.
Garantire una buona navigabilità significa anche mantenere riferimenti costanti al punto in cui ci si trova, anche quando si approfondisce una sezione; una spiacevole sensazione che quando si naviga in un sito è quella di essersi persi”, non sapere più cosa si sta guardando. Può essere utile ad esempio ripetere prima del titolo – anche soltanto con un’icona od un richiamo grafico – l’indicazione di livelli precedenti.
Nella pagina che descrive il profilo di uno dei responsabili marketing di un’azienda, ad esempio, sarà utile visualizzare il nome (il titolo principale della pagina), ma anche le sezione “chi siamo”, la sottosezione “profili” e l’indicazione di “area marketing”.
Per dare maggior rilievo ai titoli è possibile utilizzare delle immagini; in questo modo saremo liberi di utilizzare effetti di testo di qualsiasi tipo, facendo sempre attenzione a non produrre immagini eccessivamente pesanti.

Velocità di caricamento

E’ bene evitare di inserire nelle pagine immagini di dimensioni troppo elevate (ad esempio un’immagine che supera i 30 Kb può risultare troppo grande). Se devono essere visualizzate fotografie, schemi ecc. è più efficiente mostrarne un’anteprima di piccole dimensioni sulla pagina principale con un link alla stessa immagine di dimensioni superiori, che può essere visualizzata a richiesta.
L’obiettivo deve essere quello di creare pagine “leggere”, in grado di esse re caricate velocemente dal browser, specialmente se si tratta di pagine attraverso cui l’utente deve passare frequentemente.
E’ meglio esprimere un concetto su più pagine caricate in pochi secondi ,piuttosto che su un’unica pagina che richiede un’attesa troppo lunga per poter essere letta o visualizzata completamente.
Pensando alla velocità di caricamento di una pagina, quando la stiamo costruendo, è necessario tenere conto che quando il browser invia la richiesta al server ed inizia lo scarico, la pagina viene ricevuta sequenzialmente dal computer dell’utente, quindi in pratica i pezzi (immagini, testo, componenti ecc.) arrivano uno alla volta. Ma mentre alcune parti come il titolo, alcuni testi, lo sfondo vengono visualizzati per primi, le immagini e il completamento dell’aspetto grafico della pagina compaiono successivamente. Quindi se, ad esempio, una pagina contiene un’immagine particolarmente pesante, soltanto quando questa sarà stata scaricata del tutto sarà possibile leggere anche il testo della pagina, provocando all’utente una situazione di spiacevole attesa.

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Pubblicizzare un sito web

Per pubblicizzare un sito esistono tantissimi metodi che possono essere adottati di volta in volta a seconda del tipo di sito che stiamo realizzando e dell’audience cui questo è indirizzato.
Un aspetto di cui tenere conto ancora prima della pubblicazione é la promozione del sito. Quando si è quasi al termine di un lavoro, può darsi che colti dall’entusiasmo cominciamo a segnalare la presenza del sito mentre è ancora incompleto, o peggio ancora quando alcune pagine generano errori e non risultano navigabili. Questa è proprio una cosa da non fare mai!
Come per noi, per qualsiasi utente l’accesso ad Internet – e in particolare al nostro sito – è praticamente immediato. Quindi solo quando siamo sicuri che tutte le informazioni essenziali, le pagine e la navigazione sono in linea e correttamente funzionanti, è il caso di rendere noto l’indirizzo. II rischio che si corre altrimenti è quello di avere un considerevole numero di accessi ma di “bruciare” l’interesse per il sito prima ancora che sia completato.
Una strada che può risultare molto efficiente anche se un po’ più complessa per promuovere un sito tematico è quella di cercare tutte le mailing list che troviamo in Internet riguardanti quel determinato argomento o gruppi di argomenti. A questo punto non resta che iscriversi, per poi segnalare – sempre in modo corretto e professionale — attraverso il nostro comunicato stampa la presenza del nuovo sito, le sue caratteristiche, qualche breve nota sui contenuti. In questo modo attraverso le mailing list è possibile raggiungere con un’unica spedizione un numero considerevole di utenti, che sicuramente sono interessati all’argomento specifico di cui si sta parlando.

Gli aspetti tecnici
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici della pubblicazione sarà il provider a fornirci tutte le indicazioni necessarie a mettere in linea le nostre pagine ed i materiali collegati. Quando abbiamo scelto a quale fornitore di servizi Internet appoggiarci dovremmo aver ricevuto le necessarie informazioni, come ad esempio l’indirizzo FTP a cui inviare le pagine, utente, password ecc. I programmi per la creazione professionale di siti (come ad esempio Front Page o Dream Weaver) possiedono già al loro interno le utility per potersi connettere col server web ed effettuare la pubblicazione, limitando i file trasferiti all’ultima modifica effettuata. Nel caso che si utilizzino invece tool che non prevedono queste funzionalità, sarà sufficiente utilizzare la parola chiave Ftp su un motore di ricerca per individuare immediatamente una grande quantità di programmi freeware e shareware che possono andare benissimo al nostro scopo. Lo stesso browser Internet Explorer comunque, dispone della possibilità di scaricare tramite il protocollo Ftp file da e verso server di qualsiasi genere su Internet.

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I programmi per trattare immagini della Adobe

Gli strumenti fondamentali disponibili nel programma ImageReady (della suite Photoshop) per la realizzazione di Gif animate. Una serie di strumenti per la manipolazione grafica delle immagini (1) ed una barra di strumenti che permette di scegliere le caratteristiche di qualità del l’immagine (2). l fotogrammi utilizzati per costruire l’animazione possono essere importati da qualsiasi formato e vengono “montati” con lo strumento specifico che consente di stabilire la velocità dei fotogrammi ed il tipo di sequenza (3) mentre è possibile vedere il risultato finale nella finestra di anteprima (4).
Proprio come in un cartoon, per ogni immagine Gif nel file viene inserito un gruppo di fotogrammi che compone una sequenza e quando questa sarà visualizzata nel browser mostrerà l’animazione in sequenza in modo indipendente. Questo tipo di immagini animate – che ovviamente sarà tanto più pesante quanto alto sarà il numero di fotogrammi che contiene – viene utilizzato per costruire bottoni, loghi, icone di vario tipo ed è proprio grazie all’utilizzo che ne viene fatto sui siti Internet, che le immagini Gif hanno trovato così larga diffusione. Esistono banche dati reperibili facilmente sulla rete che contengono migliaia e migliaia di immagini scaricabili gratuitamente. Un’altra caratteristica delle immagini gif che molte volte le rende l’unica alternativa possibile è la possibilità di stabilire che un determinato colore della paletta (la tavolozza) sia trasparente. Questo permette di costruire immagini, che una volta sovrapposte nella pagina web, lascino visibile lo sfondo, sia monocromatico che costituito da immagine, nella parte trasparente. Per poter utilizzare e realizzare immagini Gif di buona qualità è necessario dotarsi di qualche utility specifica, se non si dispone di un programma professionale dì elaborazione grafica o ritocco fotografico che ne abbia a disposizione una. Uno degli effetti migliori che si ottengono con le immagini Gif è quello che si realizza partendo da immagini di qualità fotografica. Ma la vera difficoltà a quella di ottenere un’immagine di qualità accettabile in formato Gif che, a partire da 65.000 colori o più, mantenga buona parte delle caratteristiche originali con un numero molto più ridotto di colori (non più dei 256 accettati dalla palette del file in questo formato). Per questo motivo è molto più facile realizzare file Gif con immagini piatte, ovvero immagini che non contengono sfumature ma un numero limitato di colori come ad esempio un disegno a fumetti.

 

La navigabilità
Un sito web è costituito da un insieme di pagine (non soltanto html, ma di vario genere) che possono essere raggiunte dagli utenti attraverso i collegamenti, ovvero i link ipertestuali. Ma quando l’utente si collega al nostro sito web, non sa ancora cosa contiene, non ha nessuna idea. Ogni volta che ci connettiamo a Internet e raggiungiamo un sito siamo curiosi di scoprire come è fatto.

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Come trattare le immagini da pubblicare su web

Immagini Jpeg

Le immagini Jpeg (che solitamente hanno l’estensione dei file .jpg, .jpeg) sono essenzialmente immagini di qualità fotografica e possono contenere un numero molto elevato di colori (da 65.000 a 16 milioni e più). La caratteristica che le distingue è che si tratta di immagini compresse. II file di un’immagine jpeg è di solito molto più piccolo della reale dimensione dell’immagine nella memoria del computer (quando viene visualizzata) e ciò ne consente facilmente il trasferimento tramite Internet e l’invio nelle pagine web.
Facciamo un semplice calcolo: un’immagine della dimensione di 320×240 pixel con una risoluzione di 16 bit (ovvero ogni pixel dell’immagine utilizzerà 16 bit di memoria corrispondenti a 2 byte) ha una dimensione all’incirca di 16 x 320 x 240 = 1.288.800 bytes (ovvero poco più di 1 Mb) ma il file jpeg di questa immagine può arrivare ad occupare anche meno di 100 Kb! Naturalmente l’immagine è compressa sul file, ma quando viene visualizzata nel browser viene espansa in modo pressoché istantaneo ed il risultato è l’immagine originale. Nelle immagini jpeg  identifichiamo una caratteristica importante, che è la qualità. Infatti l’algoritmo di compressione utilizzato nei file jpeg è un algoritmo di compressione variabile, per cui può essere applicato in misura più o meno efficace, ottenendo immagini di dimensione diversa dove la riduzione nella dimensione del file va a discapito della qualità.
Nelle immagini della sequenza si può notare il degrado della fotografia su tre copie in formato jpeg con un livello di compressione rispettivamente del 10%, 40% e 80%. Si potrà notare dapprima un appiattimento dei colori e poi una evidente perdita di definizione dell’immagine.
Producendo immagini in formato jpg per utilizzarle sul web, dovremo fare delle scelte di qualità in funzione della dimensione del file, a parità di risoluzione.
Poiché l’algoritmo di compressione viene applicato in modo statistico sull’intera immagine, è possibile verificare come dal punto di vista pratico un’immagine si presti più di un’altra ad essere salvata con una percentuale di compressione più o meno alta. Sarà l’esperienza e l’abilità che potrà insegnarci ad operare le scelte migliori.

Immagini Gif
Le immagini Gif (che solitamente hanno l’estensione .gif, .giff) utilizzano un massimo di 256 colori e si basano su una palette . Naturalmente meno colori vengono impiegati più l’immagine risulterà “leggera” (ovvero occuperà meno spazio in Kb), ma non è questo l’unico vantaggio delle gif. Le immagini gif infatti possono anche essere animate; la tecnica è abbastanza semplice e può essere ottenuta con moltissimi programmi che si trovano in Internet; tutti i software di elaborazione grafica professionale dispongono di funzionalità per salvare le immagini in forma to Gif e in molti casi di utility per costruire Gif animate.

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Scrivere per internet

Scrivere per Internet
Internet troppo sovente è paragonato ad un’immensa enciclopedia, con “qualcosa in più”.
Ma è proprio questo qualcosa, che fa della rete un sistema di contenuti assai più complesso ed articolato di un’enciclopedia.
Non si tratta di una semplice esposizione più o meno strutturata di un immenso sapere. La rete in realtà può essere paragonata più ad una gigantesca biblioteca di libri molto differenti fra loro, che riguardano tutte le discipline della conoscenza, piuttosto che ad un arida raccolta di contenuti.
La facilità con cui possiamo accedere alle informazioni attraverso i motori di ricerca è principalmente determinata dal modo in cui queste informazioni sono presentate, raccolte, organizzate e rese disponibili attraverso una quantità sempre crescente di siti.
Dunque la modalità di presentazione è altrettanto importante quanto i contenuti.
Mentre la realizzazione di immagini per Internet è legata alle capacità crea tive degli autori, piuttosto che alla qualità delle fotografie, per quanto riguarda i testi è necessario prestare attenzione.
L’avvento dei siti web ha reso necessaria la definizione di nuove modalità di comunicazione, coerenti con le potenzialità ed i limiti offerti dalla navigazione.
Siccome è abbastanza intuitivo che costruire pagine web che contengano molto testo porta inevitabilmente a risultati di scarsa qualità, è necessario stabilire delle regole che ci permettano di mantenere intatti i contenuti e nello stesso tempo renderli fruibili.
A differenza di un libro, un sito non può essere sfogliato, anche se contiene una grande quantità di contenuti. Questo pone un grosso limite che può essere ovviato soltanto se si costruisce una struttura efficace; quindi il primo lavoro da fare è quello di costruire testi concisi, che rappresentano nel modo più semplice, leggibile ed efficace ciò che vogliamo raccontare. Soltanto se è +interessato l’utente proseguirà nella navigazione delle pagine che parlano di un certo argomento,  approfondendolo sempre più fino ad accedere ai documenti. Ma prima di tutto dobbiamo essere stati in grado di esporre il concetto in modo breve ed essenziale.
Suddividiamo le pagine del sito in due grandi categorie; le pagine introduttive — brevi e concise — che presentano ciascuna sezione ed area del sito, possibilmente organizzato a più livelli e le pagine di contenuti che conterranno le vere e proprie informazioni.
In quest’ultimo caso si tratterà di veri e propri articoli, documenti, materia li ecc.
La cosa veramente importante è che ogni pagina web del nostro sito è l’unico strumento di cui dispone l’utente mentre sta navigando.
Quindi se sulla pagina trova tutte le informazioni che gli possono servire per proseguire la navigazione, sicuramente sarà tentato di esplorare la struttura del web, altrimenti perderà ben presto interesse.
Vi sono comunque alcune considerazioni di cui è bene tenere conto, qualsiasi argomento si stia trattando.
Evitare di proporre immediatamente contenuti molto lunghi ed articolati su una stessa pagina. Talvolta l’esposizione concisa dei concetti può essere sufficiente.
Cercare di non accorpare più concetti all’interno dello stesso testo, sarà più facile e più leggibile trattare ogni argomento su pagine separate.
Evitare di portare l’utente all’interno di pagine che contengono testi da cui non è possibile tornare alle pagine precedenti. I contenuti (articoli, documenti, ecc.) è bene visualizzarli a parte con link che evidenziano che si sta accedendo ad un dettaglio di quanto introdotto fino a quel punto.
Fornire sempre brevi descrizioni che accompagnano collegamenti poco chiari, come ad esempio nomi di file che possono essere scaricati o siti web che vengono citati nel testo.
Differenziare il testo dei contenuti dal testo delle pagine di navigazione, utilizzando dimensioni dei font sensibilmente differenti.
Eliminare il più possibile abbellimenti grafici nelle pagine che contengono documenti od articoli le renderanno sicuramente più leggibili ed apprezzate.
Utilizzare più pagine di navigazione, che accompagnano l’utente ad individuare all’interno del sito esattamente i contenuti che sta cercando.
Fornire sempre dei link per tornare almeno alla pagina precedente e alla pagina principale da tutti i punti del sito. E’ scomodo dover tornare indietro attraverso più livelli seguendo la strada opposta a quella con cui si è arrivati.

Non bisogna essere copywriter
Quanto detto sopra non deve spaventarci, anzi. In primo luogo l’impiego corretto di immagini sul sito risulterà una scelta strategica, sia per poter esprimere al meglio i contenuti, sia per costruire delle pagine interessanti.
E poi se di contenuti si tratta, la materia prima esiste già, sono proprio i documenti che dobbiamo mettere sul sito!
Il trucco è quello di partire dal basso, proprio dalla documentazione più completa di cui disponiamo potremo estrarre facilmente concetti, idee, elementi caratterizzanti del progetto che stiamo presentando, oppure semplicemente le frasi più interessanti.
Saranno proprio quelli i testi che porteranno l’utente a concentrare la propria attenzione su quello che stiamo per mostrargli. Esattamente come per sapere di che cosa parla un libro guardiamo, in quarta di copertina, le poche righe che ci “vendono” l’opera che in quel momento si trova nelle nostre mani.
Un ottimo esercizio in questo caso è navigare siti di case produttrici famose e provare a pensare quanto è interessante quanto ci stanno dicendo e quanto ci lasciano immaginare…

Le immagini
E’ praticamente impossibile pensare di realizzare un sito senza una valida componente grafica costituita da immagini, ma come in tutte le cose deve esistere un equilibrio. A proposito delle immagini dobbiamo fare due considerazioni; la prima è legata alla qualità delle immagini dal punto di vista tecnico e la seconda è invece relativa al tipo di immagini che vengono utilizzate. Naturalmente gli aspetti legati al contenuto saranno frutto delle scelte e dell’estro di chi le realizza.

Software grafici
Accanto al programma o agli strumenti che avremo scelto per realizzare le  pagine dovremo anche dotarci di un software per l’elaborazione grafica o il ritocco fotografico. Di programmi di questo genere ne esistono molti, da suite professionali come Corel o Adobe a programmi shareware come Photoplus o iPhoto (di cui alcune versioni sono fornite anche con diverse marche di scanner).
La cosa importante è disporre di un programma grafico in grado di produrre immagini di tipo gif o jpg, i due formati supportati dai browser web e universalmente riconosciuti per la visualizzazione di immagini sui siti Internet.
Alcuni pacchetti professionali per la realizzazione di siti web sono costituiti da una suite di programmi tra cui è compreso un editor grafico; ma qualsiasi alternativa — soprattutto se si tratta di un programma che già si conosce — può essere valida.
La cosa importante di cui è necessario accertarsi è che questi programmi dispongano della possibilità di produrre file in formato Jpg o gif di buona qualità. In entrambi i casi infatti si tratta di file le cui caratteristiche possono essere modificate nel momento in cui l’immagine viene salvata su disco.
Sulla rete si trovano anche numerosi programmi freeware o shareware che non consentono di effettuare nessuna elaborazione grafica, ma che sono degli ottimi convertitori di immagini da un formato all’altro e possono essere utilizzati per creare immagini di dimensioni il più ridotte possibile, ottimizzate per Internet. Infatti più
un’immagine sarà di dimensioni ridotte, più sarà caricata velocemente dal browser.
Un buon archivio di software distribuiti gratuitamente e commentati in cui possono essere trovati programmi di questo genere è il sito www.tucows.com (molti già lo conosceranno per l’inconfondibile logo con le due mucche pezzate, giocando sull’acronimo tucows che in realtà significa The Ultimate Common Windows Software).

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Come realizzare facilmente pagine web: le immagini e le tabelle

Un dettaglio di cui tenere conto nella realizzazione di pagine con immagini di sfondo: quando il browser dell’utente carica la pagina – specialmente se non si dispone di una connessione particolarmente veloce – impiega un certo tempo a caricare la pagina. Se noi, ad esempio, abbiamo costruito una pagina con un’immagine di sfondo che richiede del testo bianco perché sia leggibile, fintanto non sarà stata caricata completamente la pagina (compresa l’immagine di sfondo) il testo bianco, sullo sfondo bianco del browser risulterà illeggibile. E’ buona norma quindi associare ad un’immagine di sfondo anche un colore che sia coerente con l’immagine; il colore viene visualizzato immediatamente e rimane visibile fintanto che l’immagine di sfondo della pagina non è stato caricato completamente dal browser.

I Frame
Parlando di pagine con frame introduciamo un aspetto molto importante che coinvolge la grafica generale del sito, gli aspetti legati al suo progetto e la navigabilità.
Innanzitutto è necessaria una precisazione a questo proposito; nel corso degli ultimi anni, con l’evoluzione dei browser (i programmi di navigazione web) si sono sviluppate diverse tendenze nella realizzazione dei siti. Una pagina costruita con frame si presenta nel browser come una normale pagina html, ma il cursore di scorrimento verticale è presente soltanto nella parte inferiore.
Secondo alcuni creativi l’utilizzo dei frame era una inutile forzatura e questa tecnica di realizzare pagine sarebbe stata destinata a scomparire di lì a poco, mentre secondo altri si trattava di una soluzione ottimale per gestire al meglio lo spazio disponibile nell’area del browser, con la possibilità di creare pagine dalle funzionalità molto sofisticate. In realtà oggi possiamo dire che praticamente tutti i browser in circolazione supportano le pagine realizzate con frame, per cui è diventato assai difficile trovare siti web che visualizzano la pagina con e senza frame. Anche in questo caso i risultati che si ottengono dipendono molto dall’utilizzo che si fa di questa funzionalità.
In pratica la pagina web visualizzata nel browser è costruita componendo (esattamente come nell’impaginazione di un tabloid) in una maschera (la pagina con frame appunto) una visualizzazione costituta da diverse pagine base (le pagine contenute in ciascun frame). Indubbiamente ciò può costituire un vantaggio in molti casi, soprattutto perché è possibile costruire i collegamenti ipertestuali facendo in modo che all’interno della stessa schermata un link presente in una pagina di un frame richiami una pagina diversa in un altro frame.
Ciò consente quindi di realizzare strutture di navigazione anche molto complesse, in cui alcune parti non cambiano, come ad esempio una barra di pulsanti, i richiami di un menu e così via.

I componenti
I componenti web sono oggetti di vario tipo (applet java, plug-in, piccoli programmi ecc.) che presentano vantaggi e svantaggi. Utilizzando componenti come gli applet java, ad esempio, possiamo creare sulle pagine web effetti particolari od effetti molto suggestivi nonché utili come ad esempio piccole finestre con del testo che scorre all’interno.
Nello stesso modo se animiamo le nostre pagine con degli oggetti flash (anche se questi occupano pochissimi Kb, quindi possono essere scaricati in pochissimo tempo) sarà necessario che l’utente sul proprio computer disponga del componente o del plug-in che serve per visualizzare un determinato effetto oppure accedere a determinate funzionalità.
Bisogna sempre tenere conto di questo aspetto importantissimo, perché se l’utente non dispone già del componente (che a volte ha dimensioni considerevoli) non potrà visualizzare in alcun modo il nostro operato. A ciò va aggiunto che questi componenti solitamente non si trovano sul nostro sito bensì sono forniti agli utenti che navigano in Internet diretta mente dai produttori. Il risultato è che la prima volta che l’utente accede alla nostra pagina gli viene automaticamente proposto di scaricare il componente od il plug-in dal sito costringendolo ad un’attesa inaspettata per il download. Se in molti casi l’utilizzo di componenti scaricabili risulta estremamente utile ed interessante, nello stesso tempo si penalizza la navigazione della pagina. Sarà necessario dunque seguire alcune accortezze.

Far sì che il componente che deve essere scaricato risulti un utile accessorio ma non penalizzi la visualizzazione della pagina; se l’utente decide di non scaricare il componente deve comunque poter vedere tutte le informazioni altrimenti la visualizzazione del nostro sito sarà penalizzata fortemente.
Verificare sempre cosa comporta per l’utente utilizzare un componente che, quando navighiamo localmente sul nostro computer, crea un effetto istantaneo ben lontano da ciò che realmente accadrà una volta connessi ad Internet. Se possibile è il caso di collaudare il sito dopo la pubblicazione, utilizzando un computer differente da quello su cui abbiamo sviluppato il sito.
Accertarsi che il componente che proponiamo all’utente sia accessibile tramite un sito che disponga di certificati di sicurezza e di protezione. Poiché il far scaricare componenti è spesso una strada per veicolare virus, oggi sono molti gli utenti che a buona ragione si rifiutano di farlo se i componenti non sono certificati o se sono provenienti da siti di origine dubbia.
Se per vedere la pagina o certe funzionalità della pagina è necessario l’utilizzo di un componente (ad esempio, macromedia player per flash) segnalarlo sempre sulla pagina principale in modo che sia ben leggibile.
Se nella pagina viene inserito un applet java per generare un effetto particolare, verificare quanto effettivamente è grande e quali vantaggi vengono realmente apportati alla pagina e dove possibile cercare soluzioni alternative o comunque ridurne al massimo l’utilizzo.
Evitare che contenuti strategici della pagina (pulsanti di navigazione, menu ecc.) possano funzionare soltanto se si dispone di un componente che deve essere scaricato.
Quando si sceglie di realizzare parti del sito web utilizzando un componente, verificare sempre quanto sarà grande l’oggetto che deve essere scaricato la prima volta dall’utente che accede al sito.
Quando possibile utilizzare oggetti e componenti molto diffusi (possibilmente inclusi nelle ultime versioni dei browser più aggiornati). Avremo così la garanzia che sia sempre maggiore il numero degli utenti che già lo possiede installato sul computer dove naviga.
Non va mai dimenticato che, quando gli utenti accedono ad Internet attraverso reti aziendali, passano attraverso server proxy od altri metodi di protezione che “filtrano” l’accesso alla rete per salvaguardare i computer da attacchi, virus ecc..
In questo caso la nostra pagina potrebbe risultare solo parzialmente visibile o del tutto inaccessibile.

 

Le tabelle
Con l’evoluzione delle varie versioni, i browser sono arrivati ad un buon livello di standardizzazione; una caratteristica del linguaggio html che per molto tempo ha costituito un problema, oggi rappresenta una delle più potenti funzionalità del linguaggio. Si tratta della possibilità di gestire gli elementi delle pagine all’interno di tabelle. Per come sono costituite le pagine html, di fatto non è possibile realizzare un’impaginazione di testo e immagini seguendo la stessa logica utilizzata dai programmi di elaborazione testi e desktop publishing. Infatti il browser non consente in alcun modo di stabilire un margine destro nelle pagine; teoricamente la pagina html visualizzata non ha dimensione e può estendersi verso la destra dello schermo e verso il basso in modo indefinito.
Questa caratteristica rende impossibile mantenere sempre centrata una pagina (qualunque sia la larghezza della finestra in cui viene visualizzata) e soprattutto è molto difficile posizionare in modo affidabile oggetti e blocchi di testo all’interno della stessa pagina. Infatti qualsiasi impostazione grafica venga definita, dipende sempre dalla larghezza della pagina.
Ma siccome il browser non possiede dimensioni (il limite è determinato dalla risoluzione dello schermo, anch’essa variabile), l’unica soluzione sembra essere l’allineamento a sinistra di tutti gli elementi.
Utilizzando le tabelle è possibile posizionare testo e immagini all’interno della pagina e inserire tutti gli oggetti della pagina a loro volta all’interno di una singola tabella (anche costituita da una sola cella). L’operazione di impaginazione, come ad esempio la centratura nella finestra del browser, a questo punto potrà essere effettuata sulla tabella più esterna, che a sua volta trascinerà tutti gli oggetti mantenuti al proprio interno mantenendo intatta la struttura della pagina.
Un esempio complesso di utilizzo delle tabelle per posizionare una serie di oggetti in diagonale e costruire una pagina dalle caratteristiche particolari in grado di essere sempre al centro della finestra del browser.
Ma un impiego corretto delle tabelle consente molte altre sofisticazioni, come ad esempio l’utilizzo di righe e colonne di dimensione unitaria per forzare la dimensione di certe aree della pagina; la possibilità di unire fra loro righe, colonne e celle costruendo degli spazi di dimensione variabile e altre caratteristiche molto utili che saranno esplorate in dettaglio nel capi tolo che tratta le funzionalità avanzate del linguaggio html.

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Bambini e adolescenti migranti: quale protezione e accoglienza

20/11/2015

Presidente Brambilla, Signor Ministro, Autorità, Signore e Signori,
è con grande piacere che, anche quest’anno, ho accolto l’invito a partecipare all’incontro di oggi per celebrare insieme la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, per ricordare quel 20 novembre 1989 quando fu approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York, la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo.
Innanzitutto, desidero ringraziare la Presidenza della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha promosso questa iniziativa dedicata al tema ‘Bambini e adolescenti migranti: quale protezione quale accoglienza’. Un momento prezioso di analisi e approfondimento su un tema complesso, tremendamente attuale e sul quale non possono essere consentite strumentalizzazioni. Ogni dibattito su questo tema non può non tenere conto di un punto fermo: tutti i bambini migranti, profughi e rifugiati, sono prima di tutto bambini in pericolo. E’ fondamentale richiamare l’attenzione sul dramma dei minori esposti quotidianamente a ogni pericolo, minacciati da guerre e malattie, malnutriti, derubati dell’infanzia. Sono fuggiti da conflitti, dittature, fame, violenze, dall’assenza totale di una possibilità di futuro, in molti casi, non mi stancherò di ripeterlo, sono fuggiti dai territori dove sventola la bandiera nera dell’Isis, da quell’indottrinamento votato al terrorismo cui sono sottoposti e dalle atrocità che lì vengono commesse. Abbiamo visto nel recente passato foto e filmati di bambini che giustiziano i prigionieri in tuta arancione: chi riesce a mantenere lucidità e umanità non può non vedere due vittime in quelle immagini della macchina di propaganda dell’Isis: anche il carnefice di 8 o 10 anni in quel caso è vittima del terrorismo che lo trasforma in strumento di morte.
Questi bambini hanno affrontato viaggi terribili, hanno sofferto fame e disidratazione, sono stati rapiti, venduti, ricattati, picchiati, in alcuni casi torturati o addirittura abusati dai trafficanti. Tutti hanno provato il terrore di morire in mare, alcuni nella traversata hanno perso genitori, parenti o amici. Secondo i dati UNICEF, da gennaio 2015 più di 215.000 minori – 700 al giorno – hanno cercato asilo nell’Unione europea e circa 700 bambini sono morti dall’inizio di quest’anno attraversando il Mediterraneo.
Come evidenziato dai dati del Viminale, nel 2015 (fino al 10 ottobre) i minori non accompagnati giunti in Italia sono 10.322, il 73% del totale dei minori soccorsi (ovvero 14.109). Sono dati significativi, che devono destare la massima attenzione e che necessitano di un sistema di accoglienza e protezione strutturato e integrato su tutto il territorio nazionale. Si tratta infatti dei soggetti più vulnerabili, giovanissimi che arrivano senza alcuna figura adulta di riferimento nel nostro Paese e sono a rischio di violenza e sfruttamento, se non adeguatamente protetti, finendo il più delle volte nel tunnel del traffico di esseri umani, della prostituzione, dell’illegalità. Sono oltre 5.000 i bambini e adolescenti considerati irreperibili dal 1° gennaio 2015 ad oggi secondo le stime del Ministero dell’Interno – Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Tra le ultime indagini di cui mi sono occupato come Procuratore nazionale antimafia mi ricordo proprio i casi dei minori arrivati in Italia con un numero di telefono in tasca, quello del contatto da chiamare una volta giunti nel nostro Paese. Nel migliore dei casi era di parenti che già si trovavano nel nostro territorio, più spesso purtroppo di sfruttatori senza scrupoli che li costringevano all’accattonaggio o alla micro criminalità.
Nel sistema di accoglienza italiano emergono tanti risultati positivi che non assurgono agli onori della cronaca perché costituiscono l’ordinarietà del funzionamento di un sistema che è andato crescendo rapidamente nel tempo. Esistono infatti in Italia esperienze di eccellenza nell’accoglienza dei minori migranti ma, nonostante l’impegno di molti sia all’interno delle istituzioni che nelle reti associative e di volontariato, ancora oggi i diritti essenziali dei minori stranieri non accompagnati non sono sempre rispettati. In questo quadro s’inserisce il Disegno di legge 1658 – di cui prima firmataria è l’onorevole Zampa – in merito alle misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati che disciplina in modo organico, sul territorio nazionale, la protezione e l’accoglienza dei minori stranieri. Il mio auspicio è che si possano riprendere al più presto i lavori per l’approvazione definitiva di questo disegno di legge, anche andando contro l’ondata di paura e diffidenza che, comprensibilmente, ha invaso le nostre strade all’indomani degli attentati di Parigi. Ho molto apprezzato in questo senso le parole di ieri del Presidente del Consiglio: reagire, senza rinunciare a vivere, con un approccio forte e equilibrato, senza sottovalutazioni ma anche senza isteria.
Per questo è importante ritornare a parlare del disegno di legge Zampa: le norme previste affrontano e rispondono in modo concreto e razionale alle esigenze di un’adeguata accoglienza dei minori non accompagnati. Dalla necessità di uniformare le procedure di identificazione e di accertamento dell’età all’istituzione di un sistema nazionale di accoglienza all’attivazione di una banca dati nazionale per disciplinare l’invio dei minori che giungono in Italia nelle strutture di accoglienza dislocate in tutte le regioni; dalla continuità del finanziamento di un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che non gravi sui bilanci dei comuni al sostegno organico all’integrazione sociale, scolastica e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati, anche vicini al compimento della maggiore età; al coinvolgimento attivo delle comunità nell’accoglienza e nell’integrazione attraverso l’affido familiare. Tali responsabilità – accoglienza, protezione, integrazione – non riguardano solo l’Italia o i singoli Paesi che si trovano sulle rotte di transito, ma l’intera collettività dell’Unione europea. Assicurare i diritti fondamentali dei minori, accompagnare la loro crescita, garantire loro ogni protezione da abusi e pericoli costituiscono doveri inderogabili di un Paese civile e democratico. La cultura della tutela dei bambini si fonda, certo, sulla garanzia della loro sicurezza e dignità, ma si sostanzia anche attraverso la costruzione di basi e di strumenti per la realizzazione di un avvenire migliore.
A chi ne fa, sbagliando, una questione prettamente religiosa, voglio ricordare che chiudere le porte contraddice non solo i nostri principi democratici, quelli scolpiti nella Carta costituzionale, ma anche i valori religiosi che dite di voler difendere. Vi basti ricordare la seconda parte della famosa citazione evangelica delle parole di Gesù, quella più dura: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. […] Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me».
Auspicando un dibattito vivace e proficuo, auguro a tutti voi buon lavoro.

Rassegna stampa da pietrograsso.org

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A Milano il Comune organizza una settimana di iniziative per i diritti dei bambini e degli adolescenti

Milano Comune. una settimana di iniziative per i diritti dei bambini e degli adolescenti
La Giunta ha accolto la marcia dei bambini in Piazza San Fedele. Aperte le candidature per il Garante dell’Infanzia e l’Adolescenza. Le iniziative chiudono al Museo del Novecento
Milano, 20 novembre 2015 – Da oggi, 20 novembre, e per una settimana Milano celebrerà la Giornata mondiale dell’Infanzia con una serie di iniziative organizzate dal Comune in collaborazione con enti, associazioni del privato sociale e mondo del volontariato. Intanto, questa mattina circa 1.500 bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Milano, accompagnati dai loro insegnanti, hanno percorso le vie del centro, dai Giardini di Porta Venezia a piazzetta San Fedele, per la tradizionale Marcia dei Diritti realizzata da Unicef e Arciragazzi. Ad accogliere il festoso corteo, guidato da giocolieri e musicanti e dall’orchestra multietnica ‘Golfo Mistico’, la Giunta comunale scesa in piazzetta per salutare i bambini e confermare che presto Milano avrà il Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: proprio oggi infatti è stato pubblicato il bando per la presentazione delle candidature per la nomina del Garante. E’ possibile candidarsi sino al 21 dicembre. Link: https://goo.gl/LKDLOi .
Dopo la tradizionale Marcia dei diritti realizzata da Unicef e Arciragazzi la giornata proseguirà nel pomeriggio a Quarto Oggiaro con l’inaugurazione alle ore 16.30 del nuovo ‘Punto Luce di Save the Children alla presenza dell’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Carmela Rozza. L’iniziativa è realizzata da Save the Children e Acli Lombardia in collaborazione con il Comune. Si tratta di un centro socio-educativo in cui viene data la possibilità a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio. L’apertura del ‘Punto Luce” si inserisce nella campagna ”Illuminiamo il Futuro” di Save the Children, lanciata nel 2014 con l’obiettivo di contribuire a debellare la povertà educativa di tanti bambini e adolescenti, cioè la deprivazione di opportunità educative e formative che riguarda centinaia di migliaia di bambini e adolescenti in tutta Italia.
Sempre oggi, in settantasette farmacie milanesi, si svolgerà la raccolta di medicine e prodotti pediatrici da destinare a enti e associazioni che si occupano di bambini in condizioni di povertà in Italia e ad Haiti. L’iniziativa è realizzata da Fondazione Rava Nph onlus con la collaborazione del Comune e di numerosi sponsor privati. L’elenco delle farmacie aderenti è consultabile su www.nph-italia.org.
‘Oggi e per i prossimi otto giorni – spiega l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – festeggeremo la Giornata mondiale dell’Infanzia raccontando la Milano che abbiamo pensato per i nostri bambini e ragazzi e quella che loro hanno pensato per sé e per noi. Affronteremo temi diversi, dalla difesa dei diritti dei minori al sostegno delle famiglie in difficoltà, dai progetti per rendere sport e cultura accessibili a tutti, alla corretta alimentazione per crescere bene e in salute. Si parlerà anche di diritto ad essere curati innanzitutto come bambini e delle iniziative di solidarietà che hanno avuto per promotori e protagonisti proprio i bambini tra cui ospitare a pranzo nella mensa delle proprie scuole gli anziani soli del quartiere’.
Questo gli appuntamenti in programma da domani 21 a sabato 28 novembre.
Lunedì 23 novembre – Urban Center, Galleria Vittorio Emanuele II 11/12. Alle ore 10.30 ‘Presentazione del Primo rapporto sull’Infanzia e l’Adolescenza a Milano realizzato da Unicef e Meglio Milano in collaborazione con il Comune di Milano e con il patrocinio di Fondazione Cariplo. Intervengono: Pierfrancesco Majorino (Assessore alle Politiche sociali del Comune), Fiammetta Casali (Presidente Comitato Unicef Milano), Simonpaolo Buongiardino (Presidente Meglio Milano), Vincenzo Spadafora (Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza), Fulvio Scaparro (Psicoterapeuta), Alberto Colorni (Comitato tecnico Meglio Milano).
Sabato 21 novembre – Biblioteca di via Oglio 18 (Zona 4). Dalle ore 15 alle ore 18.30, in collaborazione con il Consiglio di Zona 4, l’Unicef organizza tre attività alla scoperta dei diritti dei bambini:
– la lettura collettiva del racconto ‘L’isola degli smemorati’ e a seguito della quale i ragazzi saranno invitati a ridisegnare il diritto che li ha colpiti di più;
– il laboratorio per creare e disegnare una pigotta, la bambola di pezza dell’Unicef a sostegno della malnutrizione infantile;
– una riflessione su cosa vuole dire ‘sana e corretta alimentazione’, a partire dal racconto di ciò che ogni bambino abitualmente mangia nell’arco della giornata.
Domenica 22 novembre – Castello Sforzesco. Dalle ore 14 alle 17.30, presso i portici dell’Elefante, l’assessorato all’Educazione e Istruzione organizza il percorso educativo ‘I Diritti dei Bambini’ con l’obiettivo di raccontare ai bambini (dai 6 ai 12 anni) e sensibilizzare i grandi sui contenuti della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
Sabato 28 novembre – Museo del Novecento. Dalle ore 15 alle ore 18.30 si svolgerà l’evento ‘Milano, una città all’altezza dei bambini’. Saranno presentate le iniziative realizzate dall’Assessorato alle Politiche sociali in questi ultimi anni a partire dai progetti 18 progetti dedicati a bambini e adolescenti realizzati con i finanziamenti della legge 285. Si parlerà anche di ‘Carta dei diritti dei bambini per la salute’, di ‘Diritto al Compleanno’, di affido familiare e assitenza domiciliare e di sostegno alle famiglie con minori in condizioni di disagio economico e sociale. L’appuntamento sarà un momento di divertimento per tutti i bambini che parteciperanno: con gli animatori giocheranno con matite e colori disegnando la ‘città dei loro desideri’.
Le iniziative per i bambini sono ufficialmente iniziate martedì 17 novembre alle ore 9.30 con la presentazione, alla Casa dei Diritti di via de Amicis 10, della seconda edizione dell’iniziativa ‘Diritto al Compleanno’ realizzata dal Comune con Energie Sociali Jesurum Lab e l’apporto concreto di numerosi sponsor privati. Anche per il 2015 saranno organizzate 100 feste di compleanno da regalare a bambini e famiglie in difficoltà, per non far mancare a nessuno il ‘suo giorno’ davvero speciale.

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Il cioccolato fondente che ci sorprende

Migliora la salute cardiovascolare e aiuta l’apprendimento e la memoria.
Un gruppo di ricercatori della Loma Linda University, guidati dal dott. Lee Berk, ha confermato che il consumo di cioccolato fondente (cacao) migliora la salute del cervello. Berk ha presentato questi risultati al 45° Congresso annuale della Society for Neuroscience a Chicago, in Illinois.
Gli studi iniziali del gruppo di ricerca hanno dimostrato che i flavonoidi del cacao una volta assorbiti dall’organismo si accumulano nelle regioni del cervello associate all’apprendimento e alla memoria, con conseguente crescita delle cellule nervose, aumento delle funzioni e della comunicazione nel cervello, miglioramento del flusso sanguigno e formazione di vasi sanguigni cerebrali e sistemi sensoriali.
Il cacao, o il cioccolato fondente (con il 70 per cento di cacao), è una delle principali fonti di flavonoidi, potenti antiossidanti e anti-infiammatori che, è stato già dimostrato, hanno effetti benefici sulla salute cardiovascolare.
‘Per la prima volta abbiamo dimostrato che esiste una possibile connessione con l’attività neuroelettrica che dà il via ai meccanismi dei benefici effetti del cacao sul ragionamento e l’intelletto, la sincronizzazione, la memoria, il ricordo, l’umore e il comportamento’, ha spiegato il dott. Berk.
Pur contento dei risultati ottenuti, il medico avventista è consapevole che la ricerca deve continuare soprattutto se si pensa alle possibili applicazioni su alcune malattie degenerative del cervello.
‘Siamo veramente entusiasti di ciò che questi risultati possono potenzialmente significare per la salute del cervello’, ha affermato il dott. Berk, ‘Il cacao è capace di regolare i vari livelli di consapevolezza sensoriale e aumentare in modo uniforme la densità spettrale di potenza (UV2) di diverse frequenze elettroencefalografiche (EEG). La maggiore scoperta è che la frequenza delle onde gamma – associata al livello più elevato di elaborazione mentale, memoria e ricordo potenziati, e benefici fisiologici – è quella che è significativamente aumentata su tutte le altre frequenze cerebrali’.
Lo studio, secondo il dott. Berk, fornisce la prova imparziale che la frequenza delle onde gamma (γBA) è avviata da diversi compiti di sensibilizzazione sensoriali del cacao che vanno dalla prima esperienza condizionata al consumo acuto di cacao, con conseguente modulazione dei benefici per il cervello, il comportamento e il fisico.
‘Tutto ciò potrebbe aprire la porta a un potenziale uso riparativo di alte concentrazioni di cacao (70 per cento) negli individui con problemi di memoria, ricordo, demenza e questioni connesse con l’invecchiamento’, ha concluso.
Per dare risposte sempre più avanzate sull’applicazione che queste scoperte potrebbero avere, il team del dott. Berk continua le ricerche presso la Loma Linda University.

Rassegna stampa da news.avventisti.it

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