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Banche la paura della recessione spinge giù le commissioni

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  • 10 Luglio 2022

Il mondo intero e l’Eurozona in particolare stanno viaggiando spediti verso una recessione economica. Infatti per domare l’inflazione galoppante, le banche centrali devono alzare i tassi di interesse, ma questo deprime la crescita economica e spinge inesorabilmente verso una marcia indietro dell’attività economica. In una parola: recessione.

Recessione e asset delle banche

bancheSi tratta di uno scenario che i dati sugli asset under Management delle banche italiane stanno palesando già da molte settimane se non mesi. È proprio in questo ambito infatti che il deterioramento del sentiment degli investitori si riflette immediatamente.

Infatti va evidenziato che dai fondi italiani sono defluiti capitali per oltre 1,3 miliardi di euro nel primo trimestre dell’anno. Nel secondo trimestre gli stop loss sono addirittura cresciuti, tanto che questa cifra è giunta addirittura a 3,3 miliardi. Inoltre lo stock totale di AuM (asset under management) è sceso dell’1% M/M, sostenuto da movimenti di mercato sfavorevoli.

L’asset management del resto rimane un’attività a carattere ciclico, con elevata sensibilità rispetto all’umore del mercato. Non c’era dubbio quindi che le attuali turbolenze, dovute al deterioramento del quadro macroeconomico, avrebbero avuto delle conseguenze.

La corsa verso i rifugi sicuri

Sono importanti spie di allarme di un umore che si è fatto sempre più cupo, e che sta spingendo i mercati verso gli asset rifugio (primo fra tutti il dollaro americano, giunto sui massimi di 20 anni). Del resto lo dimostra anche il crollo verticale delle borse europee, che nelle ultime settimane sono andate paurosamente a marcia indietro.

Rieprcussioni sui conti delle banche

Tutto questo influenzerà inevitabilmente anche i conti economici delle banche, visto che fare trading con volumi inferiori, va a comprimere fatalmente le commissioni. Le prospettive dei ricavi delle banche italiane quindi sono peggiorate. Inoltre l’allargamento degli spread sovrani italiani e il deterioramento economico generale potrebbero continuare ulteriormente a peggiorare il sentiment degli investitori.

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Banche, filiali in continuo calo e anche il bancomat è a rischio

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  • 12 Maggio 2021

Da molti anni ormai è in atto una progressiva riduzione del numero di filiali di banche in tutta Europa. Se consideriamo l’ultimo decennio, in Italia il numero di sportelli è sceso da 34mila fino a 24mila. Un taglio di un terzo, che peraltro dovrebbe continuare anche nei prossimi anni. E’ interessante fare un paragone con quello che accade nel resto d’Europa. In Italia oggi ci sono 29 filiali ogni 100mila abitanti. In Finlandia se ne sono appena 5, in Olanda 9.

La virtualizzazione delle banche

bancheAlmeno su questo trend quindi, non c’entra nulla la pandemia, perché era già abbondantemente in atto prima ancora che potessimo mia immaginare di vivere una situazione del genere. Semmai la pandemia ha agito come acceleratore di un processo già in corso, ma non come causa scatenante.

Struttura diversa

A pesare in modo forte sulla situazione è comunque il cambiamento profondo della struttura delle banche, che rivoluziona le relazioni con i clienti. Ci sono infatti tanti segnali operativi che le banche non possono non cogliere. L’avvento dell’home banking in particolare, ha quasi del tutto eliminato la necessità di recarsi in filiale per certi tipi di servizi.

In dieci anni, in Italia i clienti che operano sul proprio conto tramite sito o app sono praticamente raddoppiati, visto che erano il 18% e oggi sono il 35%. Allo stesso modo, incide anche la diffusione dei mezzi di pagamento elettronici a scapito del contante.

Un futuro senza ATM

Tutto questo potrebbe segnare il declino dei bancomat, perché per ogni cosa c’è un indicatore momentum che evidenzia la fase calante. E questo momento sembra arrivato anche per i bancomat. Oggi infatti tutto quello che si può fare con loro, si può fare anche con gli smartphone. L’unico servizio esclusivo dell’ATM resta il prelievo del contante, che però va riducendosi sempre di più. Inoltre, al di là della praticità di usare i propri device anziché recarsi agli ATM, c’è anche un aspetto ambientale da sottolineare, perché meno bancomat significa anche meno carta e meno plastica.

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Banche USA, il successo di JP Morgan rende impietoso il confronto con quelle UE

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  • 15 Gennaio 2020

Un utile netto da capogiro ha spedito JP Morgan Chase direttamente nella storia. Il colosso bancario ha infatti realizzato profitti per 36,4 miliardi di dollari (migliorandosi del 12% rispetto all’anno precedente). Nessuna banca americana aveva mai raggiunto un risultato simili. E il confronto con le banche europee – come vederemo a breve – si fa ancora più impietoso.

JP Morgan guida il regno della banche USA

bancheProcediamo con ordine. Il colosso bancario a stelle e strisce ha incrementato i propri profitti del 21% nel quarto trimestre, andando ben oltre le attese del mercato. Anche l’utile netto trimestrale ha battuto le stime, chiudendo un anno record per la società. L’amministratore delegato James Dimon ha potuto presentarsi come una star davanti ai microfoni delle tv finanziarie, snocciolando i numeri del successo. Ma bastava guardare i listini di Wall Street per accorgersene. Il titolo JPM a Wall Street è schizzato oltre la soglia dei 140 dollari, facendo scattare i buy stop order su nuovi massimi assoluti.

Il confronto con le banche UE

Quello che va evidenziato è il raffronto con le banche UE. Il colosso made in Usa ha adesso un valore di mercato pari a 430 miliardi di dollari. Da solo risulta superiore a quello delle principali 10 banche europee messe assieme, che arrivano a 378 miliardi di dollari. Intesa Sanpaolo vale poco più di un decimo di JP Morgan, addirittura la banca Usa vale circa 24,5 volte Deutsche Bank, la maggior banca tedesca e in grossa difficoltà in questi anni. Se molti ritengono che le banche UE abbiano fatto passi avanti, questi dati ne evidenziano invece la crisi cronica che le affligge.

Il divario sempre più profondo

La supremazia delle banche americane su quelle europee ha varie ragioni, che una semplice analisi fondamentale del mercato fa cogliere subito. Un mercato di grande forza, l’azione del Governo Usa, l’eccessiva frammentazione delle nostre banche che di fatto ostacolano la creazione di banche paneuropee. Il futuro va senza dubbio ridisegnato, per non diventare – come dice la società di consulenza McKinsey – delle “note a piè di pagina della storia”. Anche perché mentre le grandi banche USA annunciano piani di investimenti da capogiro (per JP Morgan si parla di 20 miliardi di dollari), le nostre svolgono solo il compitino.

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Evolution Skill: una piattaforma contro il riciclaggio

Un checkup che aiuta le banche nella lotta al riciclaggio. Si tratta di Evolution Skill, una piattaforma web innovativa messa a punto dalla società bresciana L&P Consulenti (www.lpconsulenti.it) con Sinergica Spa e il Comitato scientifico del Corso di antiriciclaggio all’Università La Sapienza di Roma.
In sostanza Evolution Skill, come spiega Ettore Fareri che guida L&P Consulenti, consente alle singole banche di misurare la propria capacità di contrasto al fenomeno del riciclaggio, attraverso un accurato screening sul personale. E indaga, in modo veloce e flessibile, anche coinvolgendo direttamente i dipendenti in laboratori tematici per valutarne le abilità, sulle diverse aree – padronanza del ruolo, adeguata verifica, Archivio unico informatico, limitazione all’uso del contante e segnalazione di operazioni sospette – alle quali si può ricondurre la normativa sull’antiriciclaggio, evidenziando con precisione eventuali criticità gestionali oppure organizzative.
EVOLUTION SKILL® è, quindi, un sistema di rilevazione web based con il quale, accedendo ad una serie di “sessioni – laboratori” operativi le persone hanno la possibilità di misurarsi con quanto previsto per il proprio ruolo. In poco tempo potrà verificare non soltanto quanto sanno, ma anche se sono in grado di operare in coerenza con le regole aziendali e le normative di legge.
Con un semplice click sarà possibile accedere ai laboratori del:
1. SAPERE
cioè quanto si conosce la regolamentazione e la normativa in materia.
2. FARE
cioè se interpretano correttamente i comportamenti organizzativi prescritti, sia per intensità che per frequenza
3. AGIRE
cioè se sono si è in grado di indirizzare responsabilmente la propria loro attività e, quindi, di mettere in campo conoscenze, esperienze e capacità nell’affrontare e risolvere i problemi che si presentano giornalmente.

Il risultato dell’analisi verrà trasformato in indicatori sintetici che consentiranno di:
A. conoscere il livello di rischio al quale si è esposti, confrontando il dato emergente dalla rilevazione sulle proprie persone con un Benchmarking costruito sulla base di un archivio dati di migliaia di altri soggetti che sono stati sottoposti all’indagine;
B. finalizzare gli interventi formativi alle reali necessità, assicurando efficacia agli investimenti da realizzare sulle risorse umane, attraverso un indicatore di orientamento formativo costruito sulla base del profilo target definito dall’Azienda.

«È uno strumento digitale assolutamente innovativo – rimarca Fareri – che ha avuto negli ultimi mesi una risposta più che positiva da parte degli istituti di credito, con oltre tremila professionisti analizzati in materia di antiriciclaggio». L&P Consulenti, fondata nel 1996 e rilevata nel 2011 da Ettore Fareri – che ha una lunga esperienza nel settore bancario – opera con un network di quindici persone, prevalentemente nel settore bancario e assicurativo, nell’ambito della ricerca e selezione del personale, gestione e sviluppo delle risorse umane e diagnosi delle competenze. Con un fatturato raddoppiato negli ultimi anni, che si aggira attorno ai 500mila euro. Una crescita, come ricorda lo stesso Fareri, supportata dagli investimenti. «Investiamo un quarto del fatturato in nuove tecnologie – conclude Fareri – per migliorare i processi diagnostici ma anche per implementare le dinamiche della nostra piattaforma web». Per maggiori informazioni è possibile scrivere a [email protected]

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Mi compro una banca. Aumentano le dismissioni immobiliari

Parola d’ordine: fare cassa. È questo il vero motivo che sta spingendo i grandi potentati economici a dismettere parte del loro patrimonio immobiliare: interi stabili, locali commerciali, depositi, garage, appartamenti e molto altro ancora che, e questa è la novità, vengono messi in vendita anche attraverso il web. Rispetto allo scorso anno gli annunci relativi a beni in dismissione di banche e altri istituti privati sono cresciuti, su www.immobiliare.it, del 19%. Attualmente sono in vendita, sulla principale piattaforma immobiliare d’Italia, asset per un valore complessivo di 675 milioni di euro.

«La crescita dell’offerta da parte degli enti proprietari ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it è una prova del loro interesse a dismettere proprietà non considerate più utili, magari diventate “impegnative” per gli oneri di gestione. Per chi acquista, invece, questa offerta atipica consente acquisti a prezzi davvero vantaggiosi: il risparmio sul prezzo medio di mercato oscilla tra il 12% ed il 25%, fattore da considerare attentamente in questi periodi di difficoltà ad investire.».

Se il Governo Monti è ancora in una fase progettuale e da alcuni mesi considera la vendita di parte del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato (350 gli immobili individuati dal demanio per la messa in vendita, con l’obiettivo di recuperare tra i 3,5 ed i 5 miliardi di euro), gli istituti privati stanno già operando in questa direzione, e le opportunità non mancano. Tra gli immobili più comuni messi sul mercato troviamo beni strumentali che, in seguito a riorganizzazioni operative, non vengono ritenuti più necessari: filiali di banca, uffici, centraline telefoniche, archivi.

Non rari sono gli immobili residenziali dati in uso, in passato, ai dipendenti ed oggi non più assegnati o economicamente convenienti: per questa tipologia di immobile lo sconto rispetto alla media di mercato può arrivare anche al 12%. In generale si tratta di proprietà dalle grandi superfici (interi palazzi, uffici e altre strutture che possono superare gli 8.000 metri quadri), anche se non mancano immobili di piccole dimensioni (singoli depositi o piccoli annessi da meno di 20 mq). Cambia, ovviamente, la qualità di ciò che è in vendita: si va da abitazioni in location di prestigio nei centri storici a strutture in prima periferia, così come ci sono stabili in ottime condizioni di conservazione ed altri immobili bisognosi di profonde ristrutturazioni. Generalmente, gli Enti o gli Istituti bancari cercano compratori interessati a “interi pacchetti immobiliari”, vale a dire all’acquisto di diversi immobili o di singoli stabili, così da delegare al compratore la successiva commercializzazione frazionata.

Questo approccio rende possibile l’offerta soprattutto a gruppi di grandi investitori, anche se, di fronte ad un mercato molto più ingessato del passato, non sono rare le proposte di taglio più ridotto, dove quindi il compratore può essere l’utente finale e non solo un investitore.

I vantaggi per l’acquirente

Al di là del valore storico ed artistico di molti immobili “eccezionali” in vendita, i vantaggi non mancano anche per chi acquista spazi commerciali o residenze “comuni”. Innanzitutto, vi è la certezza del valore reale dell’immobile, che viene messo sul mercato dotato di perizie corrette e certificate; una totale sicurezza sulla documentazione e sullo stato dell’immobile; grazie al web che ospita gli annunci, poi, non vi sono spese per provvigioni o lavori di intermediazione; infine, se a vendere è un istituto bancario ottenere un mutuo sarà più semplice che in altri casi.

«La scelta di internet come veicolo principale per condurre questo tipo di operazioni – ha continuato Carlo Giordanoè interpretabile come espressione di un nuovo approccio per la promozione di questa tipologia di vendita già sposata su Immobiliare.it da Unicredit e Intesa San Paolo. Internet consente oggi di dare una diversa visibilità a questi immobili, uscendo dai classici (ed ormai insufficienti) spazi di offerta nelle pagine dei quotidiani». Di seguito le indicazioni relative a dimensioni, valore e risparmio medi delle diverse tipologie di immobili in dismissione:

Superficie media (mq)

Valore medio

Risparmio vs media mercato

Palazzine o Stabili

1200

€ 3.000.000

-25%

Piastre commerciali

350

€ 1.225.000

-17%

Piano Uffici

300

€ 960.000

-13%

Residenziale

150

€ 435.000

-12%

Altro (garage, depositi)

100

€ 125.000

-18%

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Studio Kipling: contenzioso bancario e anatocismo, il nuovo sito

Il nuovo sito dello Studio Kipling di Ostuni vuole rappresentare, nella nuova veste grafica e nella disposizione degli argomenti, l’ambizione di questo prestigioso studio legale pugliese, di essere un punto di riferimento a livello nazionale per tutte le tematiche riguardanti i rapporti tra istituti bancari e loro intestatari di conti correnti. In che modo? Il nuovo sito da ampia conoscenza della letteratura giuridica in materia, caricando ogni tre settimane, un mese, cioè quando ve ne sia notizia, di tutte le circolari e le decisioni dei tribunali e delle corti italiane in materia. In particolare, il sito da ampio conto di tutte le decisioni prese relativamente ai rapporti tra debitore e creditore nelle obbligazioni pecuniarie, ovvero in tutti quei rapporti giuridici dove la prestazione principale è rappresentata dal denaro (mutuo, finanziamento). Il punto di forza dello Studio Kipling, nonché il centro nevralgico della propria attività di assistenza legale è data dallo sviluppo e dall’utilizzo di un software proprietario, riconosciuto dal CNR di Pisa, in grado di stabilire, attraverso le variabili dei tassi, l’esatto ammontare degli oneri a carico del debitore.

Il software ha avuto tanto successo, che lo Studio Kipling ne ha sviluppato una versione in licenza affidata a studi partner e affiliati in tutta Italia, studi partner contigentati nel numero proprio a causa delle numerose richieste, che se non altro dimostrano, purtroppo, che questo tipo di controversie sono in aumento con l’aumentare della crisi.

Il software calcola anche la presenza del cosiddetto anatocismo, ovvero quel fenomeno di capitalizzazione degli interessi scaduti, che spesso le banche – in modo oramai giudicato illeggittimo dalla Corte di Cassazione – sogliono calcolare al correntista. L’anatocismo è tanto illecito in quanto corrisponde a una maturazione dell’interesse sull’interesse, con un aumento del tasso iniziale che praticamente viola le norme anti-usura e che si qualifica appunto nella ben nota “usura bancaria”.

Il nuovo sito, utilizzando una interfaccia grafica moderna e di rapido impatto, si pone al centro del dibattito sulla questione delicata dei rapporti tra titolari di conto corrente e banche, oggi come ieri al centro di numerose polemiche sia per il ruolo delicato che hanno avuto nella generazione della crisi economica, sia per la stretta al credito e la richiesta di onerose garanzie lamentate dalle associazioni degli imprenditori.

Maggiori info:
www.kipling90.com
Via P.V.Buonsanto, 20
72017 Ostuni (Br)

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Efficienza ed efficacia dei servizi bancari: ICT

L’ICT è la chiave di volta per aumentare l’efficienza dei processi e dei servizi bancari”. Ecco la sfida che lancia alle banche Ignazio Visco, governatore della Banca D’Italia.

L’IT è considerato oggi la leva strategica per il business da parte di tutte le banche: porta infatti cambiamento e innovazione dei processi produttivi, ma è anche uno strumento per la valorizzazione delle numerose risorse che costituiscono il capitale intangibile aziendale.

 

Un’importante società bancaria ha scelto Business Competence per un’applicazione web che permette di visualizzare e modificare informazioni sia da un archivio proprio che dai sistemi informativi della compagnia!

A differenza dei prodotti già esistenti sul mercato, il software offre:

  • benefici immediati dal punto di vista della produttività
  • semplice raggiungibilità dell’informazione da parte di tutti gli user
  • creazione di profili user specifici
  • semplicità d’uso (elevato livello di automazione, procedura automatizzata)

 

L’esperienza pluriennale nel settore bancario sono una garanzia! Ecco perché numerosi istituti bancari hanno scelto Business Competence sia nella verifica dei livelli di sicurezza che nell’ideazione di soluzioni avanzate.

 

A proposito di Business Competence

Business Competence è the First Business Analytics Company costituita nel 2007 e specializzata nell’attività di consulenza IT. Grazie a esperienza, passione e a un costante aggiornamento nelle tecnologie e nei metodi, sviluppa soluzioni innovative adatte alle nuove esigenze di mercato.  Per scoprire i diversi servizi Business Competence consulta il sito www.businesscompetence.it o chiedi maggiori informazioni al [email protected].

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Buzz Monitoring conti correnti online

“Be Social” è l’imperativo di tutte le aziende che vogliono continuare ad essere presenti sul mercato. Oggi, infatti, il successo di un Brand è proporzionale alla sua presenza nel Web 2.0 e alla capacità di gestione di esso!

L’ascolto degli user è il primo passo per affrontare questa nuova realtà: è più cliccato Unicredit o Ing? Che Banca! è il miglior brand su Twitter? Cosa cercano gli utenti in un conto corrente online? Il tuo brand promuove un prodotto all’altezza delle loro aspettative? Quante volte è stato tweetato?

 

Il Web-Benchmarking è lo strumento che dà risposta a queste e a molte altre domande! CMIP, società di Web Analysis , offre un servizio consapevole e professionale per tutte quelle aziende che hanno compreso come il Social 2.0 sia la nuova e consolidata frontiera del Marketing.

 

Settore Banche, conti correnti online: il tuo Brand è Social o non Social?

Nel mese di febbraio CMIP ha analizzato la categoria “Conti correnti online” e i relativi marchi del mercato italiano. (puoi vedere il report completo qui http://www.cmipservice.it/2012/02/14/web-benchmark-settore-cosmetici/). Si è venuta così a tracciare una panoramica a 360° sul topic “conti correnti” (Come se ne parla? Chi? Perché? Quanto?) nel web 2.0.

 

Conti correnti online: alcuni risultati!

Gli utenti commentano i conti correnti online con specifici riferimenti agli Istituti di Credito.

  • Dove se ne parla? Se ING ha una forte presenza su Facebook, Unicredit ha un migliore posizionamento su Twitter.  BNL è invece assente da entrambi.
  • Di quali Brand si parla? ING, Webank e CheBanca! sono i Brand più citati, con ben l’82% dei commenti totali.
  • Chi è il Best Brand?  Minori tasse e maggiori interessi è ciò che gli utenti cercando in un conto corrente online. Una comparazione più approfondita ha reso possibile evidenziare come Webank e Monte dei Paschi siano considerati migliori per le spese ridotte, al contrario di Unicredit. Riguardo ai maggiori interessi  ING è ritenuto il migliore.

Sondare la propria presenza in rete è il primo passo necessario per ottimizzare e migliorare il proprio marketing.

L’analisi completa permette inoltre di individuare i punti deboli della propria comunicazione aziendale (sulla base dei trend in un dato periodo di tempo) per renderla più omogenea, e permette anche di osservare quali campagne dei competitor hanno generato maggiori ritorni.

 

Che cos’è il Web Benchmarking

Web-Benchmarking è il servizio in grado di estrarre, strutturare, organizzare e analizzare tutte le informazioni presenti sul web riguardo a uno specifico tema: buzz e user voice (quanto se ne parla?), sentiment (come se ne parla?) e content (di cosa si parla?).

Il serivizio di Web-Benchmarking permette di compiere analisi qualitative e generare informazioni dettagliate sul tuo brand, i tuoi prodotti e sui tuoi competitor: tante le indicazioni preziose per la tua competitività!

 

A proposito di CMIP

Il web è una fonte infinita di dati. CMIP raccoglie, analizza e struttura i dati web, trasformandoli in informazioni utili per la tua azienda. Attraverso piattaforme tecnologiche specifiche e la consulenza dei suoi esperti, CMIP offre e sviluppa tutti i servizi di web marketing e di social web analysis.

Il primo passo per avere sotto controllo la propria presenza sulla rete e strutturare una strategia di comunicazione vincente.

 

Per ulteriori informazioni visita il sito: http://cmipservice.it/.

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Mutui Casa: il giusto metodo per una scelta importante

Acquistare la propria abitazione è forse uno dei passi più rilevanti della propria vita e farlo con lucidità e oculatezza è fondamentale nella programmazione di budget di un nucleo familiare. Capire e conoscere  non solo il mercato mobiliare ma soprattutto il sistema bancario e l’istituto a cui ci si rivolge per ottenere mutui casa è il primo passo per godere della gioia della propria casa senza doversi sobbarcare le preoccupazioni connesse alle potenziali difficoltà a cui si può andare incontro poiché non si tiene conto delle insidie e dei tranelli di forme di finanziamento non esattamente vantaggiose. E’ per questo che la scelta di affidarsi ad un istituto di credito serio ed affidabile permette di oltrepassare poi una difficile fase nel momento subito successivo al fatidico acquisto. Ci sono alcune semplici elementi da tenere a mente nella decisione di accendere un mutuo casa. La parola trasparenza è la prima nozione da considerare . Soprattutto sapere che il tasso d’interesse non possa salire e superare un certo limite, conoscere in anticipo l’importo massimo che ogni singola rata possa raggiungere sono sole alcune delle semplici regole nel prendere un mutuo casa. L’idea poi guida nei primi passi nel rivolgersi ad un istituto di credito è quella di scegliere un mutuo con un tasso d’interesse che non oscilli in  modo da non essere influenzati dai possibili cicli negativi dei mercati. Inoltre il buonsenso deve guidare il cittadino nel non fare passi più lunghi delle proprie gambe, per così dire, e intraprendere così un mutuo con un tasso di interesse che non sia possibile poi sostenere.

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Conti di Deposito: confronta tassi e rendimenti

Debutta oggi online il sito Conti Deposito che permette a tutti i risparmiatori di poter valutare in modo chiaro le offerte dei conti di deposito disponibili sul mercato.

Gli ultimi mesi hanno visto un fiorire di proposte e non è sempre facile reperire tutte le informazioni per confrontare agevolmentele proposte, i tassi ed i rendimenti offerti dalle varie banche. Fino a qualche anno fa il panorama era occupato principalmente da Conto Arancio di ING Direct e Che Banca, ma più recentemente a questi si sono aggiunti moltissimi conti deposito come, ad esempio, InMediolanum di Banca Mediolanum e Deposito Sicuro di Banca Marche. Questa concorrenza, oltre all’incremento del tasso della BCE, ha certamente favorito i risparmiatori permettendo di fruire di tassi di interesse maggiori rispetto agli ultimi anni.

Il sito nasce con l’obiettivo di permettere a tutti, anche ai meno esperti di finanza, di accedere a queste offerte e confrontare i vari conti deposito. Il sito non si vuole sostituire al tradizionale “contatto” con le banche ma ha scopo puramente informativo. Di ciascun conto è infatti presente una scheda riassuntiva con i tassi di interesse proposti, eventuali costi di apertura, eventuali limiti di giacenza e link ai fogli informativi emessi dalle banche con le condizioni applicate ai conti. Per agevolare la scelta è inoltre presente un utile strumento che confronta conti deposito e rendimenti sia sui depositi liberi che su quelli vincolati (per esempio 3, 6 o 12 mesi). Per aiutare coloro meno abituati ai termini finanziari è disponibile anche una pagina con risposte chiare alle domande più frequenti circa i conti deposito.

Trattandosi di un mercato in rapida evoluzione, anche grazie alla modifica che dal 1° gennaio 2012 porterà la tassazione sulle rendita dal 27% al 20% aumentando quindi i rendimenti, è stata creata una sezione che raccogliere gli aggiornamenti periodici dei tassi oltre ad anticipazioni ed eventuali promozioni.

Se desideri ulteriori informazioni sul miglior conto deposito e sui prodotti offerti dalle varie banche visita subito il sito www.conti-deposito.net

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Gestione documentale banche: Less is More!

L’accordo tra ABI (Associazione Bancaria Italiana) e ben quindici associazioni di consumatori mira a rivoluzionare la gestione documentale tra banche e correntisti, ovvero i fogli informativi sui conti correnti dovranno essere più trasparenti e più semplici.

Il nome di questa nuova gestione documentale è infatti “Trasparenza Semplice” e s’inserisce nel progetto avviato dalla Banca d’Italia lo scorso anno, la quale aveva realizzato la guida “Il Conto Corrente in parole semplici”, un opuscolo di circa venti pagine contenente le spiegazioni dei concetti fondamentali relativi all’uso di un conto corrente, delle carte di credito o di debito in modo da venire incontro alle esigenze dei consumatori .

Ma quali sono nel concreto le novità dei futuri fogli informativi?

Innanzitutto la lunghezza di questi verrà dimezzata ovvero verranno eliminati i contenuti considerati poco esplicativi, ciò al fine d’invitare alla lettura di questi. Al contempo però le comunicazioni saranno integrate di nuove parti che possono risultare più utili, come la sezione dedicata alla comparazione tra i costi del fido e dello sconfinamento, oppure la realizzazione di guide che si focalizzeranno sui criteri di scelta che si dovrebbero seguire al momento in cui si sottoscrive un mutuo a tasso fisso o variabile, oppure sulle novità sul credito al consumo.

In sintesi la nuova gestione documentale si pone l’obiettivo di risultare più snella ma al tempo stesso più completa, attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice e chiaro che permetterà ai clienti di meglio comprendere i prodotti e servizi finanziari e relative condizione finanziarie, con il fine ultimo di poterle anche comparare tra loro anche in un’ottica di competizione trasparente tra banche.

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Casseforti per banche ed istituti di vigilanza

Il gruppo bancario Banco Popolare è uno dei principali in Italia, forte di 2.400 agenzie, che operano sotto diversi brand, ognuno dei quali ha radici nel proprio territorio: Banca Popolare di Verona, di Novara, di Lodi, di Crema, Credito Bergamasco.

Una lunga trattativa iniziata nel settembre del 2006, ha portato il CUIT a firmare il primo accordo per una fornitura di 20 Securwave, che dovranno essere collegati alle monitoring station del Banco Popolare, approfittando del protocollo CEI, sviluppato da CCES. Queste prime 20 centrali saranno quasi certamente installate, insieme a tutto il resto degli impianti (intrusione, TVCC, controllo della porta di emergenza), direttamente da CUIT, mentre, per il prosieguo, dovrebbero essere coinvolti anche terzi installatori indicati dalla banca stessa, che, quindi, ha fatto una vera e propria scelta di campo tecnologica, non solo contando sulle capacità di installazione e manutenzione di CUIT.

Il Banco Popolare di Verona e Novara è un’importante realtà del settore creditizio con sportelli diffusi in tutto il nord Italia. Recentemente BPVN ha inaugurato il nuovo Centro Servizi B in via Meucci a Verona, che si affianca al preesistente Centro Servizi A, installando fra l’altro nuove barriere per il controllo degli accessi.
Le rilevazione delle presenze, importante in ogni azienda, diventa cruciale nel settore creditizio, visto il valore delle informazioni custodite all’interno degli edifici. Per questo motivo BPVN ha ritenuto opportuno affidarsi a Gunnebo, multinazionale svedese leader nel settore delle casseforti per istituti bancari. BPVN aveva già utilizzato barriere di sicurezza Gunnebo per il proprio Centro servizi A e sapeva quindi di poter contare su un elevato livello di qualità e professionalità.

Nell’ingresso principale, un vero e proprio biglietto da visita architettonico per chi entra nel nuovo centro, BPVN ha scelto di installare le barriere Hidden Gate, fra le più prestigiose del ricco catalogo Gunnebo, adatte a questo elegante contesto architettonico. Esteticamente e tecnologicamente al’avanguardia, queste barriere sono state insignite del premio Excellent Swedish Design per il disegno industriale. Le ante scorrevoli in cristallo consentono un passaggio senza contatto e non sottraggono luminosità all’ambiente, e la loro robustezza le rende un ostacolo insormontabile per eventuali intrusi.

Oltre alle Barriere Hidden Gate di tipo standard BPVN ha fatto installare anche i varchi Hidden Gate W, il cui passaggio più largo permette l’ingresso di persone disabili. A parte la larghezza, HiddenGate W è identico alla versione standard; questo consente agli utenti disabili di utilizzare un accesso del tutto simile agli altri, evitando un trattamento differenziato che potrebbe essere percepito come discriminatorio; anche da questo punto di vista BPVN ha voluto dimostrare la sua attenzione per tutti i suoi interlocutori.
I varchi Hidden Gate dovranno resistere a centinaia di passaggi al giorno; non sarà sicuramente un problema, essendo la loro robustezza pari all’eleganza! Nei rari casi in cui i prodotti Gunnebo richiedono manutenzione, il servizio di assistenza è comunque rapido ed efficiente.

Con questa installazione BPVN si aggiunge alla lunga lista di importanti Istituti che hanno accordato la loro preferenza ai prodotti Gunnebo.

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Business continuity e attività bancarie

Con il termine business continuity si intende la capacità di una banca, o in generale di qualsiasi realtà imprenditoriale, di continuare a pianificare la propria attività anche in periodi di crisi, come ad esempio un evento catastrofico, un attacco terroristico o informatico, e molto altro ancora. Ed è inutile sottolineare come, in tempi incerti e di crisi come quelli odierni, il piano di business continuity sia diventato, mai come oggi, una necessità.

Finalità del documento sono dunque quelle di consentire una stima del danno economico in caso di emergenza, nonché di pianificare eventuali riprese per l’attività della realtà imprenditoriale o bancaria. Per questo, il piano di business continuity deve contenere una serie di informazioni indispensabili per la gestione della crisi: indicazione delle figure coinvolte e descrizione dei piani di attività che vede coinvolte ognuna di esse ed una eventuale documentazione di supporto.

Otre che agli interessi prettamente economici , il piano business continuity bancario è utile per salvaguardare la propria credibilità e immagine, in un mercato globale in cui le informazioni viaggiano ormai alla velocità di un click.

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Cos’è l’outsourcing bancario

Quando si parla di computer, processi operativi, infrastrutture tecnologiche molti sorridono imbarazzati facendo finta di capire di cosa si sta parlando. Altri invece, quelli che lavorano nel settore dei servizi informatici e che tutti i giorni masticano di questi argomenti, iniziano a mettersi a proprio agio e a parlare quel tanto che basta per inquadrare il problema e proporre alcune strade per risolverlo.
È uno dei nuovi mestieri, molto specializzato. Ci sono aziende che offrono servizi informatici alle banche. Tecnicamente si parla di outsourcing bancario, il processo è semplice: le banche esternalizzano le competenze in materia informatica a società specializzate che, oltre ad offrire consulenza organizzativa, mettono a disposizione le proprie piattaforme per desktop e facility management. In questo modo la banca e le proprie risorse possono concentrarsi sul proprio core business e delegare a professionisti preparati tutto ciò che concerne il comparto informatico e di sicurezza necessari alle moderne offerte bancarie. Il tutto in una logica di aumento dell’efficienza.
Molte sono le realtà che stanno nascendo o si stanno specializzando in questo settore, in pochi però fanno consulenza e outsourcing alle banche come proprio core business da anni.

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UniCredit: il CdA dà il via libera al progetto “Insieme per i Clienti”

Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha dato oggi il via libera al progetto “Insieme per i clienti” e alla fusione di sette banche controllate (UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia, UniCredit Corporate Banking, UniCredit Private Banking, UniCredit Family Financing Bank, UniCredit Bancassurance Management & Administration) nella capogruppo UniCredit Spa.

Il progetto “Insieme per i Clienti” mira ad aumentare ulteriormente la soddisfazione dei clienti, attraverso la specializzazione delle competenze e tempi di risposta più rapidi. Con la decisione odierna si semplificherà la struttura societaria del Gruppo, accrescendo la vicinanza ai territori e alle comunità in cui opera, salvaguardando i marchi delle principali banche (UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia). Inoltre questo progetto assicurerà un’organizzazione più efficace, anche mediante l’attribuzione di ulteriori deleghe decisionali alla rete.

Dieter Rampl, Presidente di UniCredit, sottolinea: “Il Consiglio di Amministrazione ha approvato oggi il progetto “Insieme per i clienti” poiché crediamo che l’unione tra la specializzazione del nostro business e un forte radicamento geografico sia il punto di forza fondamentale di un Gruppo internazionale come UniCredit.”

Analogamente a quanto già avviene in Austria, Germania e Polonia, il Consiglio ha inoltre approvato l’introduzione di un Country Chairman anche per l’Italia. Questa figura avrà un ruolo di sintesi per le attività sul mercato domestico e di pivot nello sviluppo della strategia territoriale del Gruppo, con corresponsabilità per il conto economico del Paese con i business manager locali.

Nel ruolo di Country Chairman per l’Italia è stato nominato Gabriele Piccini, manager di lungo corso di UniCredit e attualmente Amministratore Delegato di UniCredit Banca e Responsabile Retail Italia. Piccini assumerà la carica di Country Chairman dal 1° novembre, data di avvio della nuova organizzazione e sarà a diretto riporto del Deputy CEO Roberto Nicastro.

I Country Chairmen di Germania e Austria saranno a diretto riporto del Deputy CEO Sergio Ermotti, mentre quelli dei Paesi dell’Est Europa risponderanno a Federico Ghizzoni, Responsabile CEE Banking Operations.

“Grazie al nuovo assetto organizzativo” – ha dichiarato Alessandro Profumo, CEO di UniCredit – “la nostra azienda sarà più focalizzata verso i clienti e più vicina ai territori e alle comunità locali. Siamo così pronti a tutte le sfide che oggi una banca moderna si trova a dover affrontare.”

Il progetto “Insieme per i clienti”, del cui disegno è responsabile il Deputy Ceo Paolo Fiorentino, rafforza l’attuale modello divisionale del Gruppo, e vedrà la definizione, in Italia, Germania e Austria, di quattro segmenti specializzati di business:

• Famiglie, dedicato ai clienti privati con patrimoni fino a 500.000 euro;

• PMI, per le aziende con fatturato annuo fino ai 50 milioni di euro;

• Corporate Banking, per le imprese con fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro;

• Private Banking, per i clienti con patrimoni superiori ai 500mila euro.

In Italia verranno istituite sette Aree Territoriali, i cui Responsabili avranno il compito di agire quale punto di riferimento per i rapporti con i principali interlocutori delle istituzionali locali, nell’ambito di un Comitato della Rete Italiana presieduto dal Country Chairman cui parteciperanno anche i tre responsabili delle divisioni in Italia e il responsabile del dipartimento relazioni territoriali.

Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit del prossimo 3 agosto sarà chiamato a deliberare la fusione che è previsto divenga esecutiva a partire dal 1° novembre 2010, subordinatamente all’avvenuto rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità competenti.

Fonte: UniCredit Group News

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Ripresa economica lunga, faticosa e lenta

Il Centro studi di Confindustria ha stimato che tra il 2009 e 2010 i posti di lavoro che si perderanno saranno intorno ai 700000 e nonostante che tutti gli indicatori economici mondiali danno chiari segni di ripresa tale ripresa sarà lenta, faticosa e graduale per cui necessita intervenire con nuove politiche imprenditoriali per potersi allontanare da questa situazione piena di incertezze.
Il Presidente della Confindustria Emma Marcegaglia individua nelle grandi ristrutturazione e nelle riconversioni, per le quali è necessario ottenere il credito, le priorità per uscire il più velocemente dalla crisi.
Anche il ministro delle finanze Tremonti ha nuovamente confermato che il danaro per le imprese li possono mettere i governi e le banche, ma, anche se il governo si sta adoperando con il massimo impegno sono le banche le principali attrici e da loro ci si aspetta in impegno maggiore attraverso l’utilizzo dei Tremonti Bond.
Al momento risulta che solamente il Banco popolare abbia utilizzato i bond governativi mentre invece le banche più grandi quali Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno recentemente dichiarato che non intendono utilizzarli andando contro gli interessi del paese Tremonti ha dichiarato che le grosse banche ragionano da “grande industria bancaria” per cui risultano poco idonee a servire un tessuto produttivo come quello italiano, richiamando le banche stesse all’accordo firmato pochi mesi fa al quale hanno aderito la maggior parte degli istituti di credito italiani(Moratoria dei debiti alle PMI) altrimenti non ci sarà per gli istituti di credito la detassazione sulle perdite sui crediti.

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Al Mediolanum Market Forum le riflessioni sul mondo che verrà

Importante momento di riflessione e confronto tra i big presenti provenienti dal mondo dell’economia, del giornalismo, dell’editoria e della finanza. Si è parlato di emozionalità ma anche di nuove industrie, sviluppo sostenibile e creatività: gli scenari futuri all’insegna dell’ottimismo

Milano, 30.04.09. Si è concluso ieri con la terza e quarta sezione di interventi, dal titolo rispettivamente “Crisi emotiva e crisi reale” e “Il mondo che verrà”, la quarta edizione del Mediolanum Market Forum che si è svolto, dalle 10 alle 14, a Palazzo Mezzanotte in Piazza degli Affari a Milano. Le due sezioni finali, come le due iniziali, sono state moderate da Andrea Cabrini, Direttore di Class – Cnbc.

Il convegno è stato trasmesso in tutta Europa, sia in italiano che in inglese, in diretta sul canale satellitare Sky 803 e in streaming, in tre lingue, sul sito Mediolanum Channel.

Ennio Doris, Oscar Giannino, Paolo Panerai, Mario Platero, Paolo Scaroni e Marco Tronchetti Provera si sono confrontati sulla recessione odierna, sia dal punto di vista psicologico che economico e sul sistema bancario, imprenditoriale ed energetico in Italia.

Paolo Scaroni, AD Eni, ha dichiarato: “Non esistono motivi per cui il prezzo del gas debba salire ulteriormente (anche se è già di per sé alto). La nostra azienda punta a due macro obiettivi: migliorare la quantità di petrolio estratto (da ogni pozzo si estrae un massimo del 30% del potenziale), in modo che si possa usufruire di 30 anni di idrocarburi in più; sosteniamo fortemente la scommessa sul solare, l’unica fonte veramente rinnovabile ed inesauribile”.

Marco Tronchetti-Provera, Presidente Pirelli & C. Spa, ha affrontato la strategia della sua azienda  per poi spaziare sul concetto di ecosostenibilità: “Pirelli continua a investire nella ricerca, ad esempio in nuovi pneumatici che aiutano a ridurre i consumi. L’industria può diventare ecocompatibile solo se esiste un sistema di controllo che vigila sull’applicazione delle leggi. Il modo di costruire case, auto e ambienti cambierà nel prossimo decennio e costituirà un’opportunità di sviluppo, perché consentirà la creazione di un indotto, di servizi ma anche di produzione industriale. Nasceranno quindi migliaia di nuove industrie che produrranno con un nuovo concetto di ecosostenibilità. Quest’ultima non è infatti più riferita soltanto a specifici prodotti ecologici ma è divenuta un concetto generale che noi abbiamo adottato in toto”.

E’ intervenuto a questo punto Ennio Doris, Presidente Banca Mediolanum, affermando che “Anche il ministro Marcegaglia sta diventando più ottimista. Sono d’accordo con Brunetta sul fatto che ci sia un dividendo della crisi. In America c’è un risparmio superiore a 700 miliardi di dollari grazie al basso prezzo del petrolio. Energia e tassi bassi, fattori in atto in questo momento, sono condizioni favorevoli per la ripresa”.

Il giornalista Oscar Giannino ha invece puntualizzato che “I mercati monetari e le istituzioni regolano la situazione finanziaria; è vero che la risposta deve provenire dal basso, ma questa dipende più dall’offerta che dalla domanda (la crisi del mercato dell’auto, ad esempio, è dipesa da una sovraofferta). E’ positivo il fatto che il Governo in questo momento possa spendere poco perchè questo lascerà ampi spazi all’offerta, compresa quella delle banche che concorreranno nell’attirare clienti”.

Tronchetti Provera ha evidenziato che “La crisi consente alcune riforme e ne impedisce altre, ma bisogna sempre tenere la tensione sociale sotto controllo, in modo da impedire la rottura e da tutelare le parti più deboli”, mentre Ennio Doris è convinto che i governi stiano “facendo sforzi enormi e le iniziative messe in capo stanno dando buoni risultati. In questa crisi esistono “medicine” (come bassi tassi e costo del petrolio) che non erano disponibili in passato.  In più questa recessione sta aumentando la creatività e dando un’accelerazione alle imprese creando innovazione, condizioni per lo sviluppo e nascita di nuove soluzioni che possono trasformarsi in opportunità: occorre non farsi distrarre dai problemi a breve termine ma guardare in prospettiva”.

La quarta sezione, “Il mondo che verrà”, ha affrontato le grandi opportunità proposte dalle banche sul breve periodo e la duplice beffa, della crisi reale e di quella generata dai media, sul lungo periodo. Si è discusso anche dei segnali che possono indicare lo status dell’economia mondiale.

Pietro Cafaro, Professore di storia economica e sociale, Università Cattolica Milano, ha espresso il suo parere sull’attuale crisi: “Quella odierna è una piccola crisi che porterà ad un cambiamento che pone fine al ‘900, il secolo breve che comincia alla fine dell’ ‘800 con la nascita del capitalismo. Si uscirà da questa crisi con la nascita di nuove potenze economiche (ma non ancora finanziarie) che hanno adottato la stessa impronta capitalistica dell’Occidente”.

Ennio Doris ha affrontato la situazione negli USA: “E’ in atto un’anomalia: negli Stati Uniti i prezzi di marzo, il livello più basso a cui sono arrivate le Borse, sono uguali a quelli del ’96, mentre il PIL è raddoppiato. Si prevede perciò che nei prossimi 12 anni i mercati dovranno riequilibrare i valori della Borsa e ciò rappresenta un’occasione”.

“Le famiglie continuano a non investire” ha spiegato Oscar Giannino “perché manca la comprensione e la fiducia, soprattutto verso chi propone obbligazioni che mirano ad una ripatrimonializzazione dell’istituto di credito più che all’interesse del consumatore. Le banche dovrebbero avere interlocutori attenti a monitorare la situazione che istillano maggiore fiducia e sicurezza”.

Remo Lucchi, AD Gfk Eurisko, ha evidenziato le cose positive che questa crisi ha portato: “Se nel 2008 le persone intervistate manifestavano l’impossibilità di progettare il futuro, la crisi e il terremoto hanno portato ad un cambiamento di approccio. Si è capito che il sistema produttivo non può non funzionare e ad un orientamento verso l’armonia politica, la responsabilità sociale, l’economia sostenibile, il senso di appartenenza e riscatto e la valorizzazione della qualità”.

L’economista Giovanni Palladino si è trovato d’accordo con Lucchi, affermando che “Questa crisi porterà alla pace mondiale e alla voglia di costruire piuttosto che di distruggere. In prospettiva la ricchezza verrà ricreata e si procederà, grazie alle scienze esatte, verso il progresso. Peccato che le scienze morali non abbiano avuto lo stesso sviluppo”.

Ennio Doris ha concluso il Mediolanum Market Forum con parole all’insegna dell’ottimismo: “Il mondo di oggi è ricco di opportunità straordinarie. Dopo questa crisi siamo tutti unanimi nel dire che si prepara un periodo di soddisfazione che ripagherà dell’insoddisfazione degli ultimi 12 anni, perciò guardiamo avanti”.

Info
Mediolanum Channel: http://www.mediolanumchannel.tv/
Minisito del Mediolanum Market Forum:

http://www.mediolanumchannel.tv/mediolanum_market_forum/mmf_200904_home.php

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