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8 Marzo 2022

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Ares Ambiente, avviato un nuovo impianto di compostaggio per il recupero della FORSU: il video

Sul canale Youtube un video che testimonia l’impegno di Ares Ambiente, realtà attiva nell’intermediazione dei rifiuti e nella gestione di impianti autorizzati.

Ares Ambiente

Ares Ambiente: a breve un nuovo impianto dedicato al recupero dei rifiuti organici

Un drone riprende camion e scavatrici in funzione, operai al lavoro e un vasto capannone bianco. Quando il campo di ripresa si allarga, subito salta all’occhio un particolare: la struttura è completamente circondata dal verde. Si tratta del nuovo impianto di compostaggio che verrà realizzato da Ares Ambiente. L’azienda con sede a Treviolo (BG) e specializzata nello smaltimento, recupero e trasporto dei rifiuti ha affidato ad un video pubblicato sul suo canale Youtube ufficiale l’annuncio dell’avvio dei lavori. Operativa dal 2008 su tutto il territorio italiano, la realtà si è distinta fin dai primi anni di attività grazie ad una politica aziendale capace di coniugare efficienza, economicità e trasparenza. Un percorso premiato anche dal quotidiano “LombardiaPost” che, basandosi sui risultati di uno studio condotto da ItalyPost, ha inserito Ares Ambiente tra le Best Performer 2021 della provincia di Bergamo.

Dall’umido al compost, i dettagli dell’impianto targato Ares Ambiente

La gamma di soluzioni offerte da Ares Ambiente è ampia (oltre 830 codici CER) e va dalla micro alla macro raccolta di rifiuti pericolosi e non pericolosi. Tra questi anche il recupero della FORSU, sigla che sta per Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, noto comunemente come umido. Il nuovo impianto di compostaggio servirà a recuperare i rifiuti organici e trasformali in compost, che potrà essere utilizzato come ammendante naturale in agricoltura o per florovivaismo. Un’attività fondamentale nell’ottica dello sviluppo sostenibile e che Ares Ambiente ha deciso di rafforzare. Oggi la FORSU costituisce infatti dal 30% al 40% in peso dei rifiuti solidi urbani e il suo recupero consente di ottenere un prodotto eccellente e di raggiungere elevate percentuali di raccolta differenziata rispettando i dettami dell’economia circolare.

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Dieta mediterranea: come funziona e programma da seguire

I metodi per perdere peso e per mantenere un buon equilibrio peso-forma sono tanti ma non tutti possono essere davvero efficaci. Ispirata alla tradizione mediterranea, l’omonima dieta prevede un programma rigido da seguire per coloro che desiderano non semplicemente perdere peso, bensì quello di modificare totalmente il loro stile di vita alimentare. La dieta mediterranea è diventata ormai un pilastro tra gli innumerevoli regimi alimentari che nel corso degli anni sono entrati alla ribalta.

Come funziona la dieta mediterranea

La dieta mediterranea nel corso degli anni è stata ampiamente ritenuta una forma perfetta per ridurre l’incidenza di svariate patologie. Anche per questo motivo, molti dietologi ed esperti del settore hanno da sempre incentivato l’adozione di questo programma alimentare che si basa essenzialmente su un regime a forma di piramide. Mentre alla base della piramide alimentare troviamo, infatti, gli alimenti da consumare abitualmente, verso il vertice vengono posti gli alimenti da consumare più di rado, nonostante contribuiscano anch’essi ad ottenere un buon equilibrio peso-forma.

All’interno di questa scala gerarchica possiamo trovare di tutto, anche perché un fattore fondamentale di questo regime alimentare risiede nella capacità di proporzionare gli alimenti in base alla loro quantità più opportuna da ingerire. Pane e patate, per esempio, nonostante il programma preveda un consumo contenuto, possono essere inclusi nella dieta a differenza di altri metodi alimentari sicuramente più rigidi.

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Riva Acciaio: da 60 anni un’eccellenza nel settore siderurgico

Riva Acciaio è leader in Italia per la produzione siderurgica, soprattutto quella di prodotti lunghi e acciai di alta qualità.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: un’eccellenza italiana

Riva Acciaio nasce nel 1954 in seno al Gruppo Riva ed è attiva nel settore da oltre 60 anni. È controllata da Riva Forni Elettrici e distribuisce i propri prodotti sia in Italia che all’estero, in particolare sul mercato europeo. Nei suoi cinque stabilimenti ubicati a Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS), lavorano circa 1.000 dipendenti. Oggi rappresenta un’eccellenza nel settore, grazie anche alla presenza di un avanzato Centro di ricerca e sviluppo nello stabilimento di Lesegno. Nel Centro, nato agli inizi degli anni 2000, vengono infatti adoperate strumentazioni ultramoderne come il simulatore termomeccanico “Gleeble 3800”. Il laboratorio è inoltre il luogo dove vengono svolte le attività di collaborazione con Istituti quali il Politecnico di Torino, quello di Milano e l’Università di Pisa, volte a migliorare costantemente i processi produttivi dell’azienda.

Le certificazioni di Riva Acciaio

Riva Acciaio presta enorme attenzione a tutti gli stakeholder, fattore che ha sicuramente aiutato l’azienda a raggiungere il successo. Le performance degli stabilimenti vengono costantemente controllate e ottimizzate, come dimostrano le certificazioni UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001 e UNI ISO 45001. A verificare le modalità di gestione degli impianti sono enti terzi e indipendenti. Gli stabilimenti di Cerveno, Caronno, Lesegno e Malegno producono anche per il mercato automobilistico, grazie alla certificazione IATF16949. Applicando le BAT, ovvero le Best Available Techniques, le sedi di Lesegno, Caronno, Cerveno e Sellero hanno ottenuto l’AIA, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, mentre per lo stabilimento di Malegno è stata rilasciata l’AUA, l’Autorizzazione Unica Ambientale.

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Giampiero Catone: da Palazzo Chigi arriva lo stop al caro ombrellone

Giampiero Catone interviene su quanto deciso nel Consiglio dei Ministri in merito alla riforma delle concessioni balneari, autorizzando le nuove regole per la gestione e le gare di assegnazione dei lidi.

Giampiero Catone

Giampiero Catone: i termini della riforma

Con la riforma il Consiglio di Stato intende rinvigorire la legge sulla Concorrenza, evitando all’Italia sanzioni da parte dell’Ue e sollecitando al contempo le imprese balneari a migliorare i servizi e impostare tariffe più eque e competitive. Giampiero Catone spiega che uno dei principali requisiti nei bandi di gara per le nuove concessioni, che dovrebbero avere luogo a partire dal 1° gennaio 2024, sarà consentire a tutti l’accesso al mare. Sebbene infatti tale disposizione sarebbe già prevista per legge, sulle spiagge italiane regnano abusi e violazioni. “La costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito” sarà pertanto regola inviolabile per le gare. Sono diverse le nuove norme a cui dovranno quindi attenersi i balneatori, l’Esecutivo però assicura che tutelerà gli investimenti fatti e le piccole imprese, con particolare attenzione per quelle realtà che costituiscono la principale fonte di reddito di famiglie e individui.

Giampiero Catone: gli scontri nel Consiglio dei Ministri

Il dibattito all’interno del Consiglio dei Ministri sulla questione è alquanto accesso. Giampiero Catone riporta il botta e risposta tra il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni e il leader della Lega Matteo Salvini. Gentiloni afferma che “riassegnare tramite gare le concessioni esistenti, facendolo in maniera da tenere conto degli investimenti fatti finora” rappresenti la soluzione migliore, ribadendo che le gare debbano essere fatte “senza favorire soggetti rispetto ad altri, o un modello di gestione rispetto ad un altro”. Per Salvini si tratta di “un’invasione di campo anti-italiana da parte di un commissario europeo nominato dall’Italia” e ritiene indegna l’ipotesi di far rischiare a 30mila imprenditori e 300mila addetti il lavoro e anni di sacrifici. Giorgia Meloni ha invece invitato il Governo a trattare con Bruxelles per “disapplicare” la direttiva Bolkestein. Intanto, le sigle sindacali e di categoria insorgono, accusando Palazzo Chigi di voler liquidare le spiagge italiane.

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Mario Melazzini intervistato da “La Verità”

Il quotidiano “La Verità” ha intervistato Mario Melazzini, medico, ricercatore e AD di ICS Maugeri S.p.A., il quale, dopo aver chiarito la sua posizione contraria sull’eccessiva esposizione mediatica che ha contraddistinto il periodo della pandemia, ha espresso il proprio pensiero sull’obbligo vaccinale e sulle terapie.

Mario Melazzini

Obbligo vaccinale: l’opinione di Mario Melazzini

Dall’8 gennaio 2022, in Italia gli over 50 hanno l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid-19. Oltre loro, anche chi lavora nella sanità, chi opera nelle scuole e nelle università, le forze armate, le forze dell’ordine e quelle addette al soccorso pubblico devono farlo per accedere ai luoghi di lavoro. Secondo Mario Melazzini, l’obbligo vaccinale si sarebbe dovuto estendere a tutti “già dopo l’estate”, perlomeno “per le categorie che per motivi professionali hanno contatti con il pubblico”. Pure “i bambini devono essere vaccinati”, dal momento in cui “possono essere potenzialmente vettori”. E questo, l’AD di ICS Maugeri S.p.A., lo afferma non solo “da medico, esperto di sanità pubblica e da cultore della materia, ma anche da genitore, e da nonno”. Inutile però “demonizzarli”, in quanto non rappresentano loro il problema principale. Bisognerebbe piuttosto far comprendere a chi non è convinto dell’efficacia del vaccino che “l’obiettivo prioritario è sì evitare la contagiosità, ma anche la prevenzione di manifestazioni cliniche ed effetti severi. E questo è avvenuto”.

Mario Melazzini: il punto sulle terapie

Mentre la campagna vaccinale prosegue, c’è una domanda che si stanno ponendo in tanti: a che punto sono le terapie? Siamo vicini o meno all’avere la possibilità, oltre che di prevenire, di curare il Covid-19? Mario Melazzini, in quanto membro del management board dell’Ema, ha saputo finalmente dire qualcosa in più. Da quanto riporta l’AD di ICS Maugeri S.p.A., “l’antivirale orale della Merck da poco approvato, se preso entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi riduce l’ospedalizzazione del 30%. A breve arriverà anche quello di Pfizer, con risultati ottimi: -90% di ospedalizzazione. Anche il remdesivir è stato recentemente autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco: per i soggetti non in ossigenoterapia ad alto rischio il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dai sintomi. Il trattamento, per via endovenosa, dura 3 giorni”. In quanto alle monoclonali, non tutti gli anticorpi monoclonali sembrerebbero efficaci contro Omicron. Una ricerca condotta sull’anticorpo monoclonale bebtelovimab, sviluppato da Abcellera e Ely Lilly, parrebbe però evidenziare che questi sia capace di neutralizzare sia Omicron che le altre varianti.

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Davide D’Arcangelo, la carriera dell’esperto di innovazione e reti di impresa

Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi “Roma Tre”, Davide D’Arcangelo è un professionista che si è specializzato in innovazione, cluster e reti di impresa. Oggi è Business Developer & Innovation Manager di Next4, club deal investor da lui fondato insieme ad altri soci, nonché Vice Presidente del network di imprese Impatta.

Davide D'Arcangelo

Davide D’Arcangelo: gli incarichi attuali in Next4 e Impatta

Economista dell’innovazione, Davide D’Arcangelo ha alle spalle una carriera consolidata in materia di innovazione, cluster e reti di impresa. Ha maturato solide competenze nel settore dei fondi europei, in particolare in attività di supporto verso gli enti locali. In virtù dell’esperienza acquisita, nel 2018 è protagonista della nascita di Next4, dove opera attualmente in qualità di Business Developer e Innovation Manager. Avviato insieme ad altri soci, Next4 è un club deal investor che opera come acceleratore nel mondo dell’open innovation, con progetti focalizzati nei settori Digital Health, Innovability e IT/ICT. Tra gli incarichi correnti, Davide D’Arcangelo è inoltre Vice Presidente di Impatta, network di imprese per lo sviluppo di progetti innovativi con positivi impatti economici, sociali e ambientali. Recentemente è entrato a far parte del comitato scientifico di Fondazione Italia Digitale, la prima dedicata alle policies digitali a livello pubblico e privato in Italia.

Davide D’Arcangelo: le principali attività come Innovation Manager e Investor Relator

Davide D’Arcangelo è iscritto all’albo MISE degli Innovation Manager ed è consulente per la transizione digitale di numerose amministrazioni pubbliche, tra cui Studiare Sviluppo (MEF), Anci, IFEL e Confindustria. È inoltre nel Nucleo di valutazione dei progetti di Ricerca della Regione Lazio, nella task force nazionale di Anip – Confindustria e nel Comitato Tecnico Scientifico di Anci Lazio e del Training Camp IFEL Campania. Nel ruolo di Investor Relator collabora con importanti scale-up quali Speri Ingegneria, AAtech e Termo S.p.A. Nel settore privato ha collaborato come advisor con Lucciola & Partners S.r.l. e Orrick Herrington & Sutcliffe, nonché in progetti di ricerca finanziati da Menarini S.p.A., IBM S.p.A., Novamont S.p.A., Luiss Business School, IBI-Lorenzini S.p.A., IRCSS San Raffaele, Noovle S.p.A., Giomi S.p.A., Sigma Tau S.p.A. e Corden Pharma S.p.A. In passato anche partner di “Iniziativa” e membro del CdA del Parco Scientifico di Castel Romano. Da diversi anni Davide D’Arcangelo è attivo in progetti di politiche industriali e animazioni territoriali per CCIAA Roma, Roma Città Metropolitana, CNA Roma, Confcommercio Roma, Provincia di Frosinone e Comune di Latina. Numerosi, infine, gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma (Facoltà di Economia e Gestione delle Imprese). Nel 2019, per le sue competenze in materia di politica industriale, è stato premiato alla Camera dei Deputati nel corso dell’evento “Eccellenze del Made in Italy”.

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Marco Patuano: al centro dell’intervista su “Fortune” transizione ecologica e sostenibilità

Marco Patuano: "Transizione energetica ed economia circolare settori cruciali. Rinnovabili? Non esistono solo eolico e solare".

Marco Patuano

Marco Patuano: gli obiettivi del Piano Strategico di A2A nell’intervista rilasciata a "Fortune"

Con l’aggiornamento del Piano Strategico al 2030, la Life Company ha stanziato per il prossimo decennio 18 miliardi di euro di investimenti, dedicati allo sviluppo dell’economia circolare e alla transizione energetica. Due settori che Marco Patuano ha definito "cruciali" sia per il Paese che per l’Europa. In una recente intervista pubblicata su "Fortune", il Presidente ha sottolineato l’impegno di A2A nella realizzazione del Piano: "Ci occupiamo di due macro-temi che sono al centro del dibattito di politica economica dell’Europa in questo momento. Uno è il mondo della transizione energetica e l’altro è il mondo dell’economia circolare. A2A si è posta l’obiettivo di una grande accelerazione industriale in entrambi gli ambiti". La Life Company oggi opera nei settori ambiente, energia, ciclo idrico, reti e smart cities. Nello specifico, per quanto riguarda l’economia circolare, la Life Company punta soprattutto su azioni volte al recupero di materia e di energia dai rifiuti e alla riduzione degli sprechi. "Questo settore ha un impatto immediato e diretto sul Pianeta – spiega Marco PatuanoSi tratta di un tema sicuramente culturale, ma anche lo specchio di un gap infrastrutturale degli impianti nel nostro Paese: su questo non dobbiamo avere paura di investire".

Marco Patuano: "Come A2A investiamo molto nel biometano"

Sul fronte della transizione energetica, il Piano della Life Company prevede una forte accelerazione sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. L’obiettivo è aumentare la quota di solare ed eolico all’interno del mix energetico e supportare il Paese nel raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei legati alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni. Ma le fonti green, ricorda Marco Patuano, non si limitano solo a quelle sopracitate: "Come A2A stiamo investendo molto, ad esempio, nel biometano, con il quale stiamo sostanzialmente chiudendo in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti alla base dell’economia circolare. Tutti noi produciamo rifiuti organici, e da questi rifiuti dobbiamo riuscire quanto più possibile a produrre metano per avere metano verde". Le rinnovabili rappresentano al momento l’unica soluzione al problema della dipendenza energetica e al conseguente rincaro dei prezzi. Per utilizzarle al meglio è necessario intervenire al più presto anche sulla flessibilità delle reti, aggiunge Marco Patuano: "Le città, consumando sempre più elettricità per uso domestico, stanno diventando sempre più energivore. Ciò sta determinando un enorme stress sulle infrastrutture di distribuzione: dobbiamo quindi immaginare alcuni investimenti miliardari".

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