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Chiedere la cessione del quinto della pensione con le convenzioni INPS e INPDAP

Grazie alle convenzioni INPS e INPDAP, chiedere la cessione del quinto della pensione è molto semplice per i pensionati INPS e INPDAP. Grazie alle convenzioni INPS e INPDAP possibile accedere a condizioni agevolate e tassi più convenienti. Inoltre, l’INPS e l’INPDAP costituiscono per il pensionato una garanzia di trasparenza e chiarezza al momento della firma per la cessione del quinto della pensione.
La cessione del quinto della pensione fa parte del settore del credito al consumo, e, in particolare, è un prestito personale con trattenuta direttamente dalla pensione.

A preoccuparsi di effettuare la trattenuta è l’Amministrazione datrice di lavoro o, nel caso specifico della cessione del quinto della pensione, l’Amministrazione dell’Ente Previdenziale – INPS e INPDAP – che diviene così garante per il pensionato nei confronti della società finanziaria o dell’istituto di credito a cui si è rivolto.

Con Finanzio Facile ®, i pensionati:

– chiedono fino a 50.000,00 € per la cessione del quinto della pensione;
– con rate fino a dieci anni;
tassi fissi per tutta la durata del finanziamento.

Grazie alle convenzioni INPS e INPDAP, infine, hanno diritto a condizioni agevolate particolarmente vantaggiose assieme a piani finanziari studiati apposta per loro dai consulenti di Finanzio Facile ®.

Condizioni vantaggiose e tassi convenienti possibili perché Finanzio Facile ® ha attive convenzioni INPS e INPDAP necessarie per garantire la cessione del quinto della pensione a pensionati INPS e INPDAP.

 

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Cessione del quinto dello stipendio: come eliminare le spese superflue?

Molto spesso quando si ha bisogno di liquidità e si intende chiedere una cessione del quinto dello stipendio, si ha molta paura di fare la scelta sbagliata, sottoscrivendo un contratto di finanziamento che alla lunga,rivelerà poi la scarsa convenienza del prestito sottoscritto.

Esistono dei modi per poter risparmiare quando si chiede una cessione del quinto dello stipendio? E’ questa la domanda che molti lavoratori dipendenti interessati a questo genere di operazione si fanno prima di sottoscrivere un contratto di finanziamento. Nonostante la cessione del quinto sia sottoposta a precise regole, infatti, è possibile utilizzare degli accorgimenti che permettono di risparmiare sull’operazione. Uno degli elementi che va maggiormente ad incidere sull’ammontare complessivo del prestito è, ad esempio, l’identità dell’ente a cui ci si rivolge per soddisfare il proprio bisogno di liquidità. A tal riguardo c’è da dire che la legge stabilisce che possono commercializzare le cessioni del quinto le banche, gli istituti finanziari o le società di intermediazione. Mentre per le prime due categorie c’è poco da dire, delle osservazioni merito invece di esser fatte sulla eterogenea categoria degli intermediatori. All’interno infatti di quest’ultimo gruppo rientrano sia agenti monomandatari sia agenti plurimandatari, magari in contatto, a loro volta, con altre società di mediazione. E’ chiaro che rivolgersi a quest’ultimi significa accollare al proprio finanziamento una serie di costi aggiuntivi. Quanto più persone sono presenti nella filiera distributiva, tante più commissioni di mediazione saranno caricate sulla cessione del quinto dello stipendio. Un buon consiglio per ottenere una cessione del quinto dello stipendio meno cara è quindi quello di rivolgersi a figure specifiche e soprattutto chiare.

I lavoratori dipendenti ed i pensionati che vogliono una cessione del quinto a roma, chiara e trasparente, hanno uno strumento in più. La società Quintogest infatti, forte dell’esperienza accumulato proprio in questo segmento di mercato finanziario, ha lanciato il sito prestifinanzia.it, un esempio di canale distributivo agevole e al tempo stesso trasparente. Prestifinanzia.it è la soluzione fatta su misura per chi vuole chiedere una cessione del quinto a Roma. Un form semplice, permetterà infatti a tutti i dipendenti e pensionati che hanno bisogno di liquidità, di mettersi in contatto, specificando la propria esigenza, con una società finanziaria che ha fatto della trasparenza una sua caratteristica vincente.

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POLIZZE, DUBBI E RAPPORTI CON LE BANCHE…

Se si chiede di riscattare la propria polizza vita, spesso chi ha stipulato il contratto con la banca tenterà di dissuaderci, magari offrendoci un prestito in busta paga nel caso la motivazione fosse il bisogno di liquidità… Capita sovente che nel contraente si insinuino, dopo un certo tempo   dalla firma, dei dubbi riguardo l’investimento fatto. E altrettanto spesso lo stesso contraente decide di ritirare la cifra investita per utilizzarla su un altro versante. Quando i dubbi dunque si fanno consistenti e ci si reca in banca per ritirare la polizza vita, si rischia di venire persuasi a mantenerla attiva da una girandola di dati e vantaggi proposti dall’istituto. Ciò che non bisogna fare, se si è convinti della propria scelta, è lasciarsi convincere a versare altri premi sulla polizza. E nemmeno lasciarsi convincere a richiedere un prestito con cessione del quinto dello stipendio se se si ha bisogno di liquidità… Se si sono già pagate cifre onerose, ciò non è un buon motivo per continuare a farlo. Anzi, forse è un ottimo motivo per fare il contrario. I soldi investiti non torneranno più indietro, perciò ciò che è stato fatto è da considerarsi ormai passato. Evitando di continuare a versare quattrini in una polizza vita che non convince più ci si tutela dallo sprecare i suddetti quattrini. C’è un caso, in particolare, in cui il dubbio instillato dalle banche raggiunge spesso l’obiettivo, ossia convincere a non rescindere la polizza. Ciò avviene quando il contraente viene dissuaso dal disinvestire la cifra con queste parole: “Rescindere la polizza vita non è così conveniente. I suoi rendimenti sono indubbiamente migliori di quelli che può offrire un titolo di Stato”. Spesso, conseguentemente a questa obiezione, il richiedente lascia tutto com’era, senza ritirare la cifra investita . Se si sceglie questa opzione per beneficiare dei rendimenti della gestione separata, però, bisogna sapere una cosa fondamentale: i soldi del cittadino che stipula il contratto sono investiti proprio in titoli di Stato, quegli stessi titoli che magari si pensava di acquistare dopo la rescissione della polizza. Inoltre, la compagnia trattiene una parte del loro rendimento, che non verrà riconosciuto all’assicurato. Avere un rendimento minimo del 4% non è un vantaggio tanto quanto appare di primo acchito, perché è sufficiente acquistare un BTP con vita residua di 4 anni per ottenere un rendimento che non ha nulla in meno rispetto a quello offerto dalla polizza vita. Oggi i tassi per titoli a scadenza non breve sono davvero competitivi. Conviene aspettare solo nel caso si intenda utilizzare l’assicurazione nei prossimi tre anni. Solo in quel caso il rendimento di un titolo di Stato sarebbe inferiore a quello della polizza.
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NUOVE NORME IN MATERIA DI FINANZIAMENTI E PRESTITI PERSONALI

Le norme in materia di prestiti personali approvate nel settembre dello scorso anno (2010), sono recentemente entrate in vigore (dal mese di gennaio). Ad essere concretamente investite da questi provvedimenti sono state due tipologie di prestiti: quelli al consumo e la cessione del quinto dello stipendio fino a 75.000 euro. Per queste due categorie, la legge ha stabilito innanzitutto l’obbligo di maggiore chiarezza per quel che concerne la comunicazione pubblicitaria. Da adesso in poi vigerà l’obbligo di riportare (per legge) tutti i costi dei prestiti, ossia assicurazioni obbligatorie, Tan, Taeg, spese aggiuntive e tassi d’interesse proposti. In questo modo il cliente sarà maggiormente tutelato ed eviterà di incappare in spiacevoli sorprese, come spesso invece accade al momento di stipulare il contratto. A chi richiede un preventivo, cioè ai potenziali clienti, le banche e gli istituti di credito saranno dunque tenuti a dare tutta la documentazione relativa al servizio circa il quale essi hanno richiesto informazioni prima della stipula del contratto. La legge appena entrata in vigore, inoltre, prevede l’introduzione di nuovi diritti per i consumatori. Adesso, ad esempio, essi hanno la possibilità sancita da una norma di legge di estinguere anticipatamente il loro prestito. Le finanziare, perciò, dovranno d’ora in poi garantire il diritto di estinguere un prestito anzitempo a chi lo richiede. Resta comunque nel pieno diritto dell’ente finanziatore richiedere un indennizzo che lo risarcisca parzialmente dell’estinzione anticipata. In ogni caso, la cifra che questi può pretendere non deve superare l’1% del restante ammontare del finanziamento. Con la nuova normativa è possibile anche rescindere gratuitamente un contratto di prestito entro le prime due settimane dalla stipula. Con questi provvedimenti si è cercato di dare una maggiore garanzia di trasparenza a coloro che si rivolgono a banche e istituti creditizi per richiedere prestiti, e finanziamenti. I richiedenti potranno così muoversi con minor timore in queste acque, riuscendo anche a scegliere con più facilità la soluzione migliore in rapporto alla loro condizione.

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Cessione del quinto dello stipendio

Se avete intenzione di richiedere un prestito ma non volete una rata variabile come quella di un mutuo, se avete un contratto di lavoro a tempo indeterminato, allora potete richiedere un finanziamento sicuro e veloce.

E’ la cessione del quinto dello stipendio, una forma di prestito che detrae la rata da pagare direttamente dalla busta paga: l’importo della rata ovviamente, da come suggerisce il nome, non può essere superiore a un quinto dell’importo netto dello stipendio. Il datore di lavoro quindi si preoccuperà di restituire, tramite la trattenuta dalla busta paga, l’importo della rata e ha la responsabilità di effettuare i pagamenti in maniera puntuale e regolare.

Chi volesse richiedere il finanziamento tramite cessione del quinto dello stipendio dovrà però dimostrare di essere assunto da almeno cinque anni, se lavora nel settore pubblico, o da un anno se è impiegato nel privato. Inoltre occorre il documento di identità, residenza in Italia, codice fiscale e una copia dell’ultima busta paga.

Il periodo della durata del prestito può essere compreso tra i 2 e i 10 anni. L’importo massimo del prestito erogato varia a seconda dell’ente finanziario e dipende dall’ammontare del Tfr accumulato, dagli anni di anzianità e dall’importo della retribuzione mensile.

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