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I pesci sono animali intelligenti

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  • 18 Aprile 2012

Ultimamente mi capita sovente di vedere pescatori lungo il fiume… questo mi ha fatto riflettere su questo “sport” ad armi impari chiamato pesca. Giorni fa ho visto un’intervista ad uno sportivo, dove dichiarava che il suo desiderio più grande è tornare a pescare come faceva quand’era piccolo. Ieri sera ho sentito la stessa cosa seguendo uno show comico. Proprio per questo ho deciso di manifestare tutto il mio dissenso per questo “divertimento” dove l’uomo è l’unico ad essere armato. Già quand’ero piccola e i miei parenti mi portavano a pescare in qualche laghetto o sulle rive del fiume Sesia, facevo fatica ad accettare di vedere un animale che si dibatteva con un amo conficcato in gola, non capivo perchè ogni volta che ne abboccava uno, tutta la comitiva esultava.

Ora che non sono più una bambina e fortunatamente ho una consapevolezza maggiore, non riesco più a comprendere come si possa provare piacere nel fare soffrire delle creature che a noi non hanno mai fatto del male. Forse l’intenzione è quella di pavoneggiarsi con gli amici del bar o con i compagni di merende, per quello gareggiano sul numero maggiore di vite annientate. Conosco persone che si divertono ad andare a pesca e poi non mangiano neppure le loro prede, forse perchè tengono alla propria salute e sono consapevoli del fatto che i fiumi e i mari sono ormai inquinati “grazie all’opera umana” e di conseguenza il pesce è contaminato da batteri, parassiti, tossine, mercurio e metalli vari.

Per chi ancora non lo sapesse, i pesci sono animali intelligenti e senzienti, il che significa che sentono il dolore proprio come noi. Come può una persona sentirsi orgogliosa per avere soppresso altre vite? Posso essere soddisfatta e felice quando SALVO una vita, sia quella di un cane che si trova nel mezzo di una strada o quella di un millepiedi che attraversa la stradina che sto percorrendo… la strada non è soltanto mia. A questo proposito, volendo approfondire, è l’uomo che ha distrutto il loro ambiente costruendo strade, palazzi, industrie, cementificando anche dove non si poteva, con gravi conseguenze per tutto l’ambiente. Ha sconvolto la natura, tagliato alberi secolari, fattto deviare corsi d’acqua, cacciato animali a volte fino a provocarne l’estinzione.

Oggi l’uomo si comporta con gli animali come anni fa gli uomini bianchi si comportavano con gli uomini neri. Il più forte opprime e schiavizza il più debole. Abbiamo già dannegiato a sufficienza il mondo degli animali, riusciamo almeno a risparmiar loro la vita? se lo meritano, non credi? o forse crediamo siano a nostra disposizione? e perchè dovrebbero esserlo? perchè fanno parte di una specie diversa dalla nostra? quindi dovremmo credere di poter sfruttare anche gli umani che sono diversi da noi per il colore della pelle o la forma degli occhi? E se fossimo noi ad essere nati pesci? ci piacerebbe ritrovarci con un amo (camuffato da cibo) piantato nella gola?

Sinceramente non provo simpatia per i pescatori come per i cacciatori che uccidono per divertimento. Forse li potrei “capire” se inseriti in un altro contesto, in particolari situazioni, e non con il frigo pieno e tante altre risorse donateci dalla natura alla quale noi non riusciamo neppure ad essere grati. Tutto questo mi fa riflettere sull’avidità dell’uomo e la crudeltà di cui è capace. Ma voglio sforzarmi di trovare il lato positivo anche in questo; nonostante il mio disaccordo sulla pesca, voglio spezzare una lancia in favore dei pescatori che si nutrono del loro pescato.. almeno hanno il coraggio di uccidere con le proprie mani (anzi con i propri ami) l’animale e poi guardarlo con i propri occhi mentre si dibatte contro la vita che se ne va. Cosa del tutto sconosciuta alla maggior parte delle persone che vanno al supermercato a riempire il carrello di cadaveri di animali uccisi da altri.

Troppe volte ho sentito dire “Vado a pesca per rilassarmi un pò”. Vi assicuro che ci sono molti altri metodi di rilassamento, posso suggerirvene qualcuno: disegnare cerchi nell’acqua, camminare a piedi nudi sull’erba, ascoltare musica, guardare un film, preparare il seitan in casa e sentire le mani che vengono massaggiate dall’impasto, leggere un libro, fare l’amore, fare meditazione… continua a leggere

 

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Api e cercopitechi, fra mente e linguaggio

Api e cercopitechi, fra mente e linguaggio

 

Con questo Scandaglio cominciamo a parlare del libro Mente e linguaggio negli animali. Introduzione alla zoosemiotica cognitiva di Felice Cimatti, edito da Carocci.
Ci torneremo a più riprese. Tra etologia, linguistica e filosofia del linguaggio il libro è un’autentica miniera di informazioni interessanti, presentate in maniera chiara e sistematicamente accurata dal professor Cimatti.

Data la delicatezza degli argomenti trattati ‒ la facilità con cui si può incorrere in fraintendimenti di ogni sorta ‒, il professore si premura giustamente di definire o specificare le definizioni adottate per molti dei termini centrali della trattazione.

Mente e linguaggio sono spesso considerati tratti specifici e unici degli esseri umani. In questo libro proporremo una tesi diversa: la complessità dei sistemi di comunicazione degli animali non umani non si può spiegare se non assumendo che anche questi possiedano una mente.
Cosa significa avere una mente? Una prima definizione può essere la seguente: avere una mente implica, fra le altre cose, la capacità di i) guidare dall’interno il proprio comportamento, in base a progetti non direttamente connessi a quanto arriva dall’ambiente esterno, e ii) di trattare e trasformare delle rappresentazioni.

In generale una RAPPRESENTAZIONE MENTALE è una traccia interna di uno stimolo esterno, che può essere riattivata anche in assenza dello stimolo originario […]. Un esempio di rappresentazione interna sono le cosiddette MAPPE MENTALI, usate da molti animali per orientarsi nel proprio ambiente.
Di fatti, l’esempio proposto dal professor Cimatti e qui riportato è quello delle api, ma la specie animale presa in oggetto poteva benissimo essere un’altra (per esempio, i cervi). L’esperimento di cui si parla è stato effettuato da Gould nel 1986.
[U]n’ape viene addestrata a raggiungere il sito A, che si trova a 150 m a ovest dell’alveare. In un secondo momento l’ape viene catturata in volo mentre si dirige verso A, chiusa in una scatola e trasportata nel sito B, che si trova 160 m a sud dell’alveare (il sito A non è visibile da B). A questo punto l’ape viene liberata: verso quale direzione si dirigerà? Nell’ipotesi minima l’ape ha due possibilità: tornare all’alveare, basandosi su precedenti esperienze di volo da B a esso, oppure dirigersi verso A, anche se non ha mai percorso prima la rotta B-A. Di fatto l’ape vola verso A, basandosi su una conoscenza generale del territorio che circonda l’alveare. Una possibile rappresentazione grafica dell’esperimento di Gould
Continua Cimatti:

Questa conoscenza generale, la mappa cognitiva, permette all’ape di scoprire nuove rotte mai sperimentate in precedenza. Il comportamento dell’ape non è diretto dall’ambiente, e si basa su una rappresentazione interna dell’ambiente: in questo senso l’ape ha una mente. La mente, per come la stiamo definendo, non è una particolare sostanza, ma un insieme di abilità.

La possibilità da parte dell’ape di crearsi rappresentazioni interne le permette di fare delle cose che non farebbe se questa possibilità le fosse negata.
È particolarmente rilevante che questo comportamento non sia dettato (imposto) dall’ambiente esterno. Ovvero: non è una risposta automatica dell’ape.

Questo primo esempio introduce questa abilità rilevante: il poter avere rappresentazioni mentali. Ciò si inserisce in un quadro più ampio: il discorso portato avanti da Cimatti teso a contestare la possibilità che determinati comportamenti di determinati animali non siano altro che risposte automatiche all’ambiente esterno o a determinati stimoli interni.
Ovvero, a due tesi collegate secondo cui un cane, per esempio, fa “wuof” quando è felice perché lo stimolo interno si traduce automaticamente nell’emissione di un segnale, e un cercopiteco (una piccola scimmia) lancia il segnale d’allarme relativo ai predatori aerei ogni qualvolta ne vede uno, in maniera irriflessa, secondo una distinzione classica tra “comporamento comunicativo, specificamente umano e VOLONTARIO e comportamento informativo-espressivo, tipico degli animali […] e INVOLONTARIO”.

Eppure, il comportamento dei cercopitechi sembra smentire nettamente che il comportamento comunicativo degli animali sia semplicemente involontario.

I cercopitechi per le loro piccole dimensioni sono quasi sempre costretti a fuggire alla vista di un predatore. Il loro comportamento comunicativo è estremamamente funzionale alla sopravvivenza: avvertirsi a vicenda ogni qualvolta si scorge un pericolo permette a tutti i membri della comunità di avere maggiori possibilità di evitare i pericoli.
I cercopitechi hanno tre segnali distinti per indicare i predatori aerei (come l’aquila), i predatori terrestri (come il giaguaro), i predatori terrestri che strisciano (come il pitone). Possiamo notare anzitutto che questi segnali sono caratterizzati da convenzionalità e arbitrarietà. Convenzionalità perché non c’è somiglianza “fra le caratteristiche sonore del segnale d’allarme e il suo referente”; per esempio, il segnale d’allarme per i predatori aerei non emula il verso dell’aquila. Arbitrarietà perché il significato associato a quel segnale è il risultato di un’operazione di classificazione, e qui torniamo a parlare di operazioni mentali: il segnale per i predatori aerei viene lanciato non solo per l’aquila ma per una certa gamma di “oggetti in certe situazioni”, ovvero quando il cercopiteco rileva (o crede di rilevare, perché può anche commettere degli sbagli) una situazione di pericolo proveniente dall’alto.

E ora vediamo alcuni dei motivi per cui non sembra possibile spiegare il loro comportamento comunicativo come involontario. Poniamo che ci sia un’aquila sopra la testa di un cercopiteco. Secondo la distinzione classica di cui sopra dovremmo aspettarci che il cercopiteco che la vede emetta sempre il segnale, perché il suo comportamento comunicativo è caratterizzato dall’involontarietà. Eppure:

– Un cercopiteco, se per qualche motivo è lontano da altri cercopitechi non emette il segnale. Perché, difatti, emetterlo se non ci sono altri cercopitechi che possono beneficiarne? In tal caso il cercopiteco correrebbe solo il rischio di segnalare la propria posizione al predatore.

– Un cercopiteco vede l’aquila, ma dato che vicino ha solo un altro cercopiteco (o due) di rango superiore al suo, non emette il segnale. Fila a nascondersi senza avvertire il suo simile. Se l’aquila dovesse colpire l’altro cercopiteco, quello di rango inferiore ne guadagnerebbe.

– I piccoli di cercopiteco commettono in queste situazioni “errori di ipergeneralizzazione (uso troppo esteso di un concetto) ossia utilizzano i segnali anche per indicare specie animali innocue”. Continua Cimatti “il fenomeno è del tutto analogo a quello per cui i bambini chiamano “palla” la luna basandosi sulla approssimativa ‘somiglianza’ percettiva fra le due entità”. Ciò è legato alla questione dell’apprendimento, che al momento tralasciamo, ma per usare una sgrammaticatura, in certi casi appare evidente che certi animali “non nascono imparati”.

– I cercopitechi non rispondono sempre allo stesso modo ai segnali d’allarme. L’emissione dei segnali e la loro ricezione varia a seconda del contesto, dell’ambiente e degli individui coinvolti nella comunicazione. Alcuni cercopitechi, per esempio, possono reagire non con la fuga ma osservando il cielo (e poi eventualmente fuggendo) se il segnale è stato emesso da un giovane che sbaglia con frequenza nel segnalare i pericoli.

Questo significa che lo stimolo esterno, l’aquila, non basta a spiegare il comportamento di questo animale, dal momento che in […] queste situazioni lo stimolo è invariato, mentre il comportamento muta. Di conseguenza il cercopiteco ha una mente.
Si potrebbe obiettare, tuttavia, che il comportamento del cercopiteco potrebbe dipendere da degli stimoli più complessi: in un caso l’aquila senza altri cercopitechi, in un altro l’aquila più dei cercopitechi di rango elevato ecc. In questo modo, immaginando tanti stimoli diversi quanti sono i comportamenti possibili di un animale, si evita di attribuirgli una mente. Il limite di questa strategia è che per non ammettere una regolazione interna e autonoma del comportamento deve far esplodere il numero degli stimoli esterni che lo guiderebbero, senza riuscire, tuttavia, a spiegare un’azione nuova e imprevista […]. Inoltre pare del tutto implausibile: come potrebbe avere imparato il cercopiteco a rispondere adeguatamente a tutti questi stimoli diversi, alcuni dei quali potrebbe averli incontrati una sola volta nella sua vita? […] Pare più semplice, e evolutivamente economico, dotare l’organismo di un sistema, la mente appunto, in grado di volta in volta di rispondere autonomamente alle sollecitazioni dell’ambiente esterno. In questo modo oltre alle risposte innate, per i casi fondamentali, ci sarà spazio per risposte più flessibili.

Come detto torneremo ancora sul libro di Cimatti, che consiglio caldamente a chiunque voglia esplorare il tema del linguaggio (con tutti gli annessi e connessi) negli animali. Il volume sarà inoltre il protagonista del prossimo giveaway del blog!

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Rai Filosofia: una settimana dedicata all’animalità

Rai Filosofia: una settimana dedicata all’animalità

Non capita spesso di poter assistere e partecipare a questo tipo di iniziative su un canale di questo genere.
Ma questa settimana sì.
Sulla pagina Facebook di Rai Filosofia, è iniziata, e proseguirà per diversi giorni, una tavola rotonda virtuale con discussioni su antispecismo, animalità e rapporto uomo-altri animali moderata da Leonardo Caffo.
Le varie discussioni sono aperte a tutti.

Per chi si fosse persa quella di ieri, incentrata su libri e letteratura a tema, può recuperarla sulla pagina di Rai Filosofia. Per chi volesse assistere al dibattito in corso e prenderne parte, l’indirizzo è sempre lo stesso: la pagina Facebook di RaiEdu Filosofia.

Tra gli argomenti di oggi riportiamo il seguente:

[Leonardo Caffo] A Zettel si è discusso di tre autorevoli posizioni: (1) Aristotele “animali con un’anima”; (2) Cartesio “animali come automi” ; (3) Heidegger “l’animale non muore ed è povero di mondo”. Terza domanda: Cosa ne pensate in tal senso? E che altre posizioni vorreste aggiungere a queste?

Non solo, martedì 27 marzo alle 12.00 la trasmissione televisiva Zettel su Rai Scuola si è occupata anch’essa della tematica dell’animalità.
La puntata è stata replicata alle 16, alle 20 e a mezzanotte su Rai Scuola, canale 146 del digitale terrestre, canale 806 di Sky.

La puntata di Zettel è ora visionabile gratuitamente in streaming sul sito di Rai Scuola:

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Lawrence Anthony è morto, ma prima ha fatto grandi cose per gli animali

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  • 19 Marzo 2012

Aiutare gli animali (e chiunque altro) quando stiamo bene è da ammirare, mi inchino però, di fronte a chi lo fa nei momenti più difficili, credo sia una delle cose più lodevoli che si possano fare. Molto bella la storia della profonda amicizia fra l’ambientalista Lawrence Anthony ed i suoi amici elefanti. L’uomo, fondatore del gruppo Earth Organization, impegnato nella diffusione di messaggi di rispetto per gli animali, viveva in Sudafrica, nella riserva di Thula Thula, Zululand ed aveva un grande dono, la facoltà di riuscire a comunicare con i pachidermi, capacità descritta dallo stesso Lawrence Anthony in un libro intitolato “L’uomo che parlava agli elefanti”.

Un’ultima, toccante conferma di questa sua capacità ci è stata data pochi giorni fa proprio dai pachidermi. Il giorno in cui Lawrence ha lasciato questo mondo i suoi amici erbivori si sono presentati davanti a casa sua per salutarlo. E’ da sottolineare il fatto che gli elefanti siano andati a dirgli addio nonostante, da qualche giorno, Lawrence non andasse più a visitare il branco. L’ennesima dimostrazione dei forti sentimenti che gli animali, proprio come noi, possono provare.

Secondo me, Lawrence Anthony rimarrà nella nostra memoria e sarà ricordato per aver dedicato la sua vita al nobilissimo compito di salvare gli animali selvatici dagli effetti delle guerre. Un uomo che sicuramente ha compreso che gli animali provano sentimenti di amore, gioia, piacere e dolore, come noi.. continua a leggere

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I vegetariani non mangiano il pesce

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  • 17 Marzo 2012

Mi è capitato più volte di sentire persone che si dichiarano vegetariani dicendo che mangiano solo il pesce e credo sia una contraddizione che non riesco a comprendere. Un vegetariano dovrebbe sapere che nella categoria “animali” sono inclusi “tutti” gli animali, quindi non dovrebbe esserci differenza fra mangiare un pollo o un polipo. Probabilmente questa distinzione è dovuta al fatto che spesso sottovalutiamo alcune caratteristiche dei pesci, che sono esseri molti intelligenti e senzienti, il che significa che sentono il dolore.

Anche se rispetto i pesci e non li mangio, sono rimasta sorpresa quando ho letto che anche i pesci conoscono il concetto di monopolio. Ad esenpio Bshary in un suo articolo parla dei pesci “pulitori”, così chiamati perchè hanno il compito di pulire dai parassiti altri pesci (detti pesci “clienti”). E’ stato sorprendente scoprire che questi pesci danno la precedenza ai pesci “clienti” che hanno accesso a diversi pulitori (che potrebbero non tornare più da quelle parti), occupandosi solo in seguito di quelli residenti e quindi sempre disponibili. E’ una vera e propria strategia per combattere la concorrenza, una grande dimostrazione di intelligenza!

Tempo fa parlavo con una persona che da anni tiene corsi di crescita spirituale, utilizzando argomenti fra i quali quello dell’alimentazione. Lui si definisce vegan, anche se a volte, davanti ad un bell’arrosto con patate, preferisce mangiarlo piuttosto che offendere chi lo ha invitato. Credo non abbia ancora compreso cosa significhi essere vegan, altrimenti non direbbe cose simili, o forse sa bene cosa significa ma fa ciò che più gli conviene…. continua a leggere

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Il numero di animali uccisi per ogni pelliccia

Qual è il numero di animali uccisi per ogni pelliccia?

Le stime riportate sono state ottenute integrando le informazioni tratte dal sito di Agireora edizioni con alcuni dati tratti dal dossier “Un prodotto insaguinato” – uno studio statisticamente rilevamente sulla produzione di pellicce in Finlandia – e dal sito Friends of Animals.

Non bisogna dimenticare che vi sono molte altre morti legate alla produzione delle pellicce. In particolare va considerata la quantità di “animali spazzatura” che vengono catturati o uccisi ogni anno dai cacciatori di pellicce. Vengono così definiti tutti quegli animali che finiscono uccisi o catturati “accidentalmente”, in quanto non sono interessanti, a livello monetario, per i cacciatori. Fare la stima di queste morti è difficile. Tom Regan in “Gabbie Vuote” riporta la cifra di Friends of Animals: 5 milioni di decessi all’anno, pari a circa 14.000 morti aggiuntive giornaliere.

Animale / Numero di esemplari richiesti

Agnello droadtail 30 – 45
Agnello Karakul 18 – 26 (si producono anche pellicce particolarmente pregiate con neonati o agnelli non ancora nati; in tal caso si stimano 60 esemplari morti per un capo di medie dimensioni)
Bob-cat 15 – 20
Cani 12
Castoro 16 – 20
Cavallino 6 – 8
Cincillà 130 – 200
Coyote 12 – 16
Criceto 120 – 160
Ermellino 180 – 240
Fishe 18 – 25
Foca (cucciolo) 5 – 8
Gatto 20 – 30
Ghiottone 5 – 7
Lince 8 – 18
Lontra 10 – 20
Lupo 3 – 5
Martora 40 – 50
Moffetta 60 – 70
Nutria 25 – 35
Ocelotto 12 – 18
Opossum 30 – 45
Procione 20 – 35
Puzzola 50 – 70
Scoiattolo 120 – 200

Tasso 10 – 12
Topo muschiato 60 – 110
Visone 30 – 50 (La specie in assoluto più sfruttata da questa industria. FOA parla di 60 visoni per pelliccia completa, nell’imponente produzione finlandese si va dai 60 agli 80)
Volpe 10 – 20
Wallaby 20 – 30
Zibellino 50 – 80

Il numero degli esemplari naturalmente varia in base a diversi fattori, in primis il tipo di indumento prodotto (il numero più alto si riferisce in genere a pellicce “complete”, lunghe fino al ginocchio).

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Aspettando la Befana…al Partenio!

Iniziare l’anno nuovo ricordandosi di chi è meno fortunato significa soffermarsi con lo sguardo ad altezza d’uomo ed avere così una chiara e reale visione del mondo contemporaneo. Il Centro Commerciale Partenio di Avellino parte dall’esperienza del territorio che fa quotidianamente tramite il contatto con le presenze giornaliere, accolte all’interno della struttura, tutte con la propria individualità, un proprio modo di vivere e quindi di spendere; individualità che non vanno solo a formare una statistica ma che raccontano una storia e non può non registrare un qualche indice di malessere in questa congiuntura storico-economica. Il Partenio non sarebbe il punto di riferimento di shopping e tempo libero che è per le famiglie se non si facesse carico delle esigenze della propria clientela e non intuisse i bisogni del proprio territorio di riferimento.
Il Centro Commerciale Partenio, tenendo presente di ciò, il 5 e 6 gennaio invita tutti i bambini a visitare il centro in quanto ci sarà la Befana in persona ad aspettarli, regalando dolci e caramelle a tutti. Il Partenio vuole trasformare così il 6 Gennaio in un giorno in cui tutti, ma davvero tutti, possano aprirsi ad un sorriso tanto da prendere accordi e rendere possibile l’impossibile. La novità del Centro è l’area Befana realizzata dal Maxistore Decò che al suo interno ha, appunto, adibito “un’area befana” davvero allettante con calze e dolci di ogni tipo. L’originalità del Centro, invece, è Ayoka il primo grande negozio dell’Irpinia dedicato completamente agli animali da compagnia. E’ quasi impossibile non lasciarsi affascinare dall’idea di regalare un cucciolo specialmente se si hanno bambini. La cosa entusiasmante e che le feste passano e gli animali rimangono. Nel momento in cui varcano la soglia di casa vostra, un cagnolino, un coniglietto, un criceto, un pesciolino, un pappagallo, una tartaruga ecc., diventano parte integrante della famiglia. Per questo vi invitiamo a visitare il 5 ed il 6 gennaio il Centro Commerciale Partenio e…conoscere la Befana in persona!

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Animali e Franchising, le idee crescono

Prodotti gustosi e coccole a go-go. Ci sono Franchising che nascono anche da queste idee, ed il business aumenta anche in momenti di crisi. E’ infatti un dato rilevante quello che l’Osservatorio InfoFranchising.it ha segnalato sul sensibile aumento di interesse verso le attività che puntano al benessere degli animali, e dei loro premurosi padroni. Aprire un negozio per animali può essere una idea in franchising interessante per chi si vuole mettere in proprio. Le soluzioni sul mercato sono tante, alcune richiedono il negozio fronte strada ed altre tagliano questi costi puntando a garantire un servizio a domicilio. Tra le seconde attività il caso Pet’s Planet è rappresentativo, una azienda che nasce nel 1997 e che fonda la sua esperienza sulla produzione alimentare per animali domestici che ora si diffiìonde in Italia ed Estero. Pet’s Planet appartiene ad un Gruppo che produce alimenti per cani e gatti da oltre 40 anni e, oltre ad essere socio di Assofranchising, fa parte dei soci dell’ASSALCO (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia), il cui Presidente nazionale è il Presidente dell’azienda stessa.
Per candidarsi o anche solo per sapere come fare, compilare il modulo di contatto sul sito specializzato sul franchising , InfoFranchising.it

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Nasce il blog culturale “Animalismo e Vegetarianesimo”

Nasce un nuovo blog dedicato alla riflessione sul rapporto uomo-animale: http://animalismoevegetarianesimo.blogspot.com/

Il nostro rapporto con gli animali è qualcosa su cui vale la pena di riflettere.
È impressionante come l’interesse per la questione animale riesca ad aprire le porte a una serie di conoscenze che toccano moltissimi ambiti della produzione culturale occidentale e allo stesso tempo diverse questioni basilari della nostra vita quotidiana, come i nostri capisaldi etici acquisiti, la nostra salute e la salute del mondo che abbiamo intorno.

Il blog “Animalismo e Vegetarianesimo” persegue diversi intenti strettamente correlati.

Vuole proporre una serie di analisi, approfondimenti e recensioni di opere letterarie (di Coetzee e Kafka, in primis) e filosofiche (a partire da uno studio sul fondamentale volume di Jacques Derrida, L’animale che dunque sono),

Vuole fare informazione sulle conseguenze più concrete e attuali del nostro rapporto “deviato” con gli animali.
Estratti da volumi di saggistica noti (come Un’eterna Treblinka e Se niente importa. Perché mangiamo gli animali) e meno noti, dati e indagini sull’industria della carne, sulle condizioni degli animali negli allevamenti intensivi, sui moderni metodi di pesca, sull’inquinamento ambientale causato dall’industria alimentare e molto altro ancora.

Vuole fornire spunti di riflessione sul vegetarianesimo e condividere informazioni basilari di nutrizionismo.

Tuttavia il blog non vuole essere “chiuso”, dedicato solo ad animalisti, vegani o vegetariani.
Nasce con l’idea che tutti possano giovare di riflessioni sul rapporto dell’uomo con gli altri esseri viventi, delle pagine che i grandi narratori hanno dedicato all’argomento, delle informazioni sul trattamento riservato agli animali ai nostri giorni, non lontano dalle nostre case, sull’inquinamento che ne deriva, sul cibo che ci viene propinato.
“Ho sempre amato gli animali, ma solo alcuni anni fa me ne sono accorto. Sono inoltre convinto che moltissimi altri li amino profondamente, senza essersene ancora accorti”.

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Per Fido è difficile andare in vacanza: animali ammessi solo nel 9% delle strutture per le vacanze.

Sono otto milioni e mezzo le famiglie italiane che convivono con un animale domestico, ma se portano in vacanza anche l’amico a quattro zampe, trovare una struttura che li accolga è ancora un problema. Grazie ai dati del suo sito CaseVacanza.it (www.casevacanza.it), l’Ufficio Studi di Immobiliare.it ha messo in luce come la disponibilità ad accogliere i migliori amici dell’uomo sia dichiarata solo nell’9% degli annunci di immobili dati in affitto per le vacanze.

<<Questa percentuale molto bassa illustra bene la difficile situazione di chi vuole trascorrere le vacanze con il proprio cane o gatto – afferma Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – chi ha un animale domestico, per non separarsene spesso sceglie di affittare una casa piuttosto che andare in hotel; il fatto che la casa vacanza sia “pet-friendly” è una delle prime richieste di chi visita il sito in questo periodo, anche da parte di turisti stranieri. Ecco perché abbiamo aggiunto la possibilità di ricercare le case vacanza anche solo tramite l’opzione “animali accettati”; questo, chiaramente, semplifica e velocizza la ricerca per chi vuole andare in vacanza con il proprio animale domestico.>>

Dall’analisi di Immobiliare.it appare ancora più singolare e particolare la situazione se si scende nel dettaglio: sul totale dei privati che mettono in affitto case vacanze il 47% accetta animali, guardando invece agli immobili offerti dalle agenzie solo l’8% accoglie cani e gatti.

L’accoglienza per Fido è molto diversificata a livello regionale: secondo i dati diffusi da Immobiliare.it, le regioni con la maggior percentuale di annunci di case con disponibilità ad accogliere animali sono la Valle d’Aosta, con il 19%, seguita dall’Abruzzo con il 15% e dall’Emilia Romagna con il 12%; mentre le regioni meno virtuose sono la Lombardia (solo il 3% delle case vacanza dichiara la sua disponibilità ad ospitare animali), le Marche e la Sardegna, (in entrambe la percentuale è pari al 4%).

Anche se accolti, gli animali non sono comunque compresi nel prezzo, ma pagano a parte. In media portare in vacanza un cane o un gatto costa dai 30€ ai 50€ a settimana, ma se è di taglia grande potreste avere ulteriori brutte sorprese. Molte strutture, che pure dichiarano di accettare gli animali, accolgono solo quelli di piccola taglia e altre, se li accettano, applicano un’ulteriore maggiorazione sul prezzo.

Quando si dice…che vita da cani!

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Elefante selvatico irrompe nel Villaggio dei Bambini SOS in Kenya

Durante una domenica mattina di fine febbraio, i bambini del Villaggio SOS di Meru si sono svegliati trovando un enorme elefante maschio all’interno del loro villaggio, situato vicino alle pendici del monte Kenya e all’ombra della foresta Imenti, dove vivono molti animali selvatici tra cui bufali, scimmie, leopardi ed elefanti.

L’associazione SOS Villaggi dei Bambini Onlus si occupa di accogliere nei Villaggi SOS i bambini orfani o allontanati dai genitori (come ad esempio i bambini soldato), dove trovano una nuova casa accogliente ed una famiglia affettuosa. I Villaggi SOS sono presenti in 132 paesi del mondo, come in Kenya appunto.

“Osservare un elefante è uno dei passatempi preferiti sia dei piccoli ospiti del villaggio che dei collaboratori e volontari che lavorano quotidianamente con i bambini”, commenta Peter Wambugu, direttore del Villaggio SOS di Meru, “ma di solito ci divertiamo a guardarli al di là del recinto, mentre si nutrono di foraggio!”

L’elefante che ha fatto visita al villaggio SOS è stato identificato come appartenente ad una coppia che si era smarrita fuori dalla foresta durante la notte e che era stata allontanata da persone di una comunità vicina. Poco dopo l’alba, uno degli animali è riuscito a tornare nella foresta, mentre l’altro ha vagato, in primo luogo, negli spazi dell’università metodista del Kenya e, successivamente, si è diretto verso il villaggio SOS superandone le grosse recinzioni.

Il direttore del villaggio ricorda: “Molti di noi del villaggio SOS di Meru non avevano mai visto un elefante da così vicino e ci siamo svegliati tra un misto di stupore ed eccitazione: alcuni di noi si sono limitati a spiarlo dalle verande delle case del villaggio, mentre altri, più coraggiosi, si sono avvicinati dai prati. Abbiamo subito avuto l’impressione che l’elefante si sentisse al sicuro nel villaggio…”. Anche un altro membro dello staff volontario di SOS conferma “L’elefante deve avere intuito che il Villaggio SOS è un posto per tutti, un luogo dove ogni creatura viene curata con amore, sicurezza e rispetto, dove i diritti dei bambini sono protetti e i nostri piccoli ospiti, rimasti orfani e soli, possono trovare una casa e una famiglia adottiva!”

L’elefante, dal canto suo, appariva infatti così rilassato che anche l’abbaiare di 5 cani feroci li vicino non sono riusciti ad intimidirlo! Al contrario, procedeva lentamente quasi a passi di valzer in un campo sottostante la casa dei piccoli ospiti del Villaggio SOS, faceva un bagno nel fango, serpeggiava attraverso i giardini del villaggio e abbatteva le recinzioni quasi fossero ragnatele! Infine, trovava l’uscita facendosi strada ad alta velocità attraverso la rete metallica di recinzione, sradicava alberi e, con la sua corsa e il suo strombettare, faceva scappare tutti a gambe levate. Nel frattempo, i rangers del Kenya Wildlife Service arrivavano e rassicuravano il personale di SOS Villaggi dei Bambini del Kenya che l’elefante stava tornando sano e salvo verso la foresta!

Anche se questa è la terza volta che un elefante fa visita al Villaggio dei Bambini SOS di Meru, nessun bambino o membro dello staff SOS è mai stato ferito. Al momento sono in corso i piani per costruire un recinto elettrico sul lato del villaggio verso la foresta per evitare visite future da parte della fauna selvaggia locale. Ma la visita di un elefante è certamente un evento che i bambini SOS non dimenticheranno mai e che andrà ad aggiungersi ad una serie di bei momenti e ricordi che solo grazie alla solidarietà, all’impegno dei volontari e alla generosità delle adozioni a distanza sono possibili!

Per maggiori informazioni sui programmi di sostegno di SOS Villaggi dei Bambini Onlus e per adottare un bambino a distanza è possibile consultare il sito dell’associazione italiana: www.sositalia.it

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SOS Villaggi dei Bambini Onlus è un’organizzazione internazionale privata, apolitica e aconfessionale. È impegnata da più di 60 anni a lavorare con i bambini, nell’accoglienza di bambini privi di cure parentali o temporaneamente allontanati dalle famiglie e promuove programmi di prevenzione all’abbandono e di rafforzamento familiare in Italia e in altri 131 paesi del mondo. Aiuta più di 1.000.000 di persone attraverso programmi integrati di sostegno ai bambini e al loro contesto familiare e accoglie ogni anno circa 78.000 bambini. In Italia è presente con 7 Villaggi e aiuta 480 persone, di cui 326 fra bambini e ragazzi. Dal sito di SOS Villaggi dei Bambini Onlus è possibile informarsi sulle adozioni a distanza o fare donazioni per sostenere le famiglie disagiate: www.sositalia.it

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Vacanze con gli amici a quattro zampe: cosa pensare prima di partire

Spesso e volentieri la scelta della destinazione di vacanza è condizionata dalla possibilità di portare o meno il proprio animale domestico. Prima di partire in vacanza in compagnia del proprio amico a quattro zampe, bisogna prendere in considerazione che, ad esempio, non tutti gli hotel e stabilimenti balneari accettano animali domestici. Inoltre dovete assicurarvi che il vostro animale sia in buona salute e che sia stato sottoposto alle varie vaccinazioni di routine. HolidayCheck, il principale portale europeo per le recensioni di hotel, vi spiega come preparare al meglio una vacanza in compagnia del proprio animale domestico.

Preparazione del viaggio: passaporti e vaccinazioni
Prima della partenza, ricordatevi di portare il vostro animale domestico dal veterinario per assicurarvi che sia in buona salute e mettete nella valigia il suo libretto sanitario. Se viaggiate con cani e gatti verificate che abbiano fatto la vaccinazione antirabbica. Inoltre, se vi recate in Irlanda, Malta, Finlandia, Svezia oppure nel Regno Unito, bisogna provvedere a vaccinare il vostro animale contro la tenia. Anche gli animali domestici necessitano di un passaporto per viaggiare oltre confine. Il passaporto può essere richiesto presso il veterinario e contiene informazioni sull’animale e la sua situazione sanitaria.

Recarsi nella destinazione: mezzi di trasporto
Cani, gatti e altri animali domestici possono viaggiare tranquillamente in macchina, se tenuti in una gabbia apposita oppure nel vano posteriore al posto guida separato da una rete. Viaggiare in treno con animali domestici si può. In Italia, ad esempio, gli animali da compagnia di piccole taglie possono viaggiare gratuitamente alla condizione di essere custoditi in un’apposita gabbia. I cani di media-grossa taglia devono invece essere muniti di museruola e di guinzaglio e possono viaggiare unicamente negli ultimi posti dell’ultima carrozza in seconda classe. Sia in Italia che in Svizzera il trasporto di un cane di qualsiasi taglia non è gratuito: il padrone deve infatti acquistare un biglietto anche per il suo amico a quattro zampe. Infine, per quanto riguarda l’aereo, in generale cani e altri piccoli animali domestici possono viaggiare senza problemi. Alla compagnia aerea spetta stabilire il regolamento specifico per il trasporto dell’animale.

Rilassarsi in spiaggia con il cane: ecco dove si può
Prima di partire in vacanza al mare prendete un’attimo di tempo per scegliere con attenzione la vostra destinazione: non tutte le spiaggie sono accessibili ai cani. Su 8000 chilometri di spiaggie italiane, solo 27 sono attrezzate per accogliere gli amici a quattro zampe. Queste spiaggie si trovano in otto regioni italiane: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna, Toscana e Veneto. Tra queste regioni, l’Emilia Romagna è risultata quella più attrezzata: ombrelloni, docce e piscine dedicate ai cani, sacchetti e palette e la presenza di un veterinario. Anche all’estero non tutte le spiaggie consentono l’accesso ai cani. Per andare sul sicuro recatevi sull’isola di Corfù (Grecia) o in Corsica (Francia), dove l’amico fido è accettato quasi ovunque.

Dormire: hotel per animali
Non tutti gil hotel accettano animali domestici, e soprattutto non tutti gli hotel accettano qualsiasi cane. Se viaggiate con il vostro amico fido, al momento della prenotazione è meglio quindi chiarire con l’albergatore quali cani sono ammessi. In alcuni alberghi sono infatti ammessi unicamente cani di piccola taglia oppure cani ben addestrati. Trovare un hotel che consente l’accesso ad un animale domestico non è difficile, ma ci sono alcuni alberghi che offrono servizi personalizzati per i vostri amici a quattro zampe, come : servizio di dog sitter, lettini e comodi cuscini e spazi recintati. L’Hotel Principe di Rimini, ad esempio, è specializzato per ospitare animali domestici. L’hotel prevede una spiaggia attrezzata per accogliere animali domestici, la possibilità di ordinare il piatto preferito del vostro amico a quattro zampe, un servizio veterinario 24 ore su 24 e molto altro. A pochi passi dell’hotel si trova un pet shop, dove potrete prendere un piccolo souvenir estivo al vostro animale.

Animali in città: la simpatica iniziativa di Roma
Lo scorso luglio è stato inaugurato il Bau Village di Roma: una piscina lunga 50 metri e una spiaggia dedicata esclusivamente ai cani. Questo villaggio si trova sulle sponde del Tevere, può ospitare fino a cento cani e si estende su una superficie di 400 metri. Durante l’anno vengono inoltre organizzate attività educative ed eventi per cani.

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Banca del tempo come scambio di mestieri, servizi e prestazioni … per la prima volta online

Nella banca del tempo si deposita la propria disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri usando il tempo come unità di misura.

Lo scambio

Prova a rispondere a questa domanda: “Cosa sai fare?” Sicuramente più di quanto immagini. Tira fuori le tue passioni, competenze, le arti messe da parte ma anche il tuo mestiere che vuoi far decollare e divulgare.

E ancora “Cosa ti serve?” Tramite bancatempo potrai usufruire di servizi, prestazioni, attività in forma gratuita, semplicemente scambiando.
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Non ti resta che curiosare su www.bancatempo.com

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Classifica 2010 agriturismi pet friendly

Buone notizie per chi spera di trascorrere il ponte del 25 aprile in mezzo alla natura, fra relax e benessere in compagnia del proprio amico a quattrozampe: in Italia un agriturismo su quattro è pet friendly. Secondo un’analisi condotta da Toprural su oltre 12.500 agriturismi, le strutture ricettive di tipo rurale che accettano gli amici a quattrozampe sono aumentate del 4,5% rispetto all’anno scorso. Le regioni più sensibili nei confronti dei turisti che viaggiano con animali a seguito sono la Toscana e la Basilicata. Mentre la prima è ai vertici della classifica italiana per turismo pet friendly, la Basilicata, pur essendo il fanalino di coda, ha registrato un aumento significativo del 12,5%, segno che qualcosa sta cambiando!
Oltre agli agriturismi, su Pethotels.it è disponibile un elenco aggiornato di hotels e alberghi, campeggi, B&B, residences e pensioni per animali. Per chi intende trascorrere la giornata del 25 aprile al mare, è sufficiente cliccare su ‘spiagge’ per cercare gli stabilimenti balneari pet-friendly, su tutto il territorio nazionale.
Anche solo per un weekend, non dimenticate di mettere in valigia il libretto sanitario del vostro amico a 4zampe, qualche giocattolo, la ciotola per acqua e alimenti, l’antiparassitario, spazzola e guinzaglio
.

Per visualizzare la classifica delle regioni pet-fiendly clicca su www.pethotels.it/cani/classifica-2010-degli-agriturismi-che-accettano-animali.html

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Nasce “Coda Vispa Social Club”, il primo social network che dà voce agli animali

23 marzo 2009 – Oggi nasce Coda Vispa Social Club (www.codavispasocialclub.it), il primo social network che dà voce agli animali.Finalmente anche i nostri amici pelosi potranno diventare delle star della Rete, grazie ai profili e alla possibilità di scrivere aggiornamenti di stato, postare foto, commentare, messaggiare, tutto in perfetto stile Facebook.I loro padroni potranno invece condividere informazioni utili su alimentazione, salute, adozioni, cucciolate, locali pet-friendly. E c’è addirittura uno studio veterinario che risponde online ai quesiti degli iscritti!Coda Vispa Social Club è un social network gratuito ideato dai creatori de “L’Arresto del Carlino” (http://larrestodelcarlino.myblog.it), il primo quotidiano online dedicato agli animali che fanno notizia, e “Vanity Farm” (http://vanityfarm.myblog.it/), il settimanale patinato dedicato al pet chic.Coda Vispa Social Club: divertimento, amicizia e solidarietà per gli animali nell’era del web 2.0.Per informazioni: [email protected]

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Petbook potenzia i propri servizi

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  • 19 Febbraio 2009

Petbook, il facebook dedicato ai nostri amici animali, raggiunge il traguardo dei 4000 animali registrati e quasi 6000 utenti iscritti in nemmeno 6 mesi di vita, confermandosi come il primo social network per animali italiano. Tante le nuove funzionalità introdotte, funzionalità che lo hanno trasformato da semplice social network a strumento di pubblica utilità.

Ecco in sintesi le principali nuove caratteristiche introdotte:

– Relazioni tra animali
Attraverso questa funzionalità è possibile mettere in relazione tra loro una o più schede di animali
indicando il tipo di relazione che li lega: le relazioni che possono essere instaurate sono quelle di
amicizia oppure di parentela (padre, madre, fratello e sorella). Dalla scheda di un animale saranno
quindi visionabili le schede delle sue amicizie e dei componenti della sua famiglia.
A tendere sarà quindi possibile avere informazioni dettagliate sulla genealogia dei nostri animali
attraverso un servizio che verrà messo a disposizione prossimamente e che ricostruirà l’albero
genealogico in base alle informazioni di parentela inserite: inutile sottolineare come questa
funzionalità sarà utile ai possessori di cani con pedigree ma sarà sicuramente un servizio
utilizzato anche da tutti coloro che possiedono qualsiasi tipo di animale, non necessariamente di
razza.

– Registrazione di animali in cerca di adozione
Attraverso questa funzionalità è possibile indicare nella scheda dell’animale inserito se esso è in
cerca di una nuova famiglia: alcuni canili hanno già aderito all’iniziativa e hanno inserito schede
di animali in cerca di adozione, schede facilmente individuabili dal motore di ricerca di Petbook.

– Registrazione di animali smarriti
Attraverso questa funzionalità è possibile indicare nella scheda dell’animale inserito se esso si è
perduto: grazie alle numerose indicazioni inserite nella scheda e alle foto dell’animale, risulta
semplice diffondere un identikit preciso e dettagliato rendendo così più facile il suo ritrovamento.

– Invio Cartoline personalizzate
Attraverso questa funzionalità, in soli tre piccoli semplici passi, è possibile inviare una
cartolina personalizzata, con la foto del proprio animale e uno sfondo offerto da Petbook, ad amici e
conoscenti.

Molte sono le funzionalità in fase di sviluppo che andranno presto ad arricchire i servizi già offerti,
servizi utilizzati ed apprezzati dai nostri iscritti, persone come noi, innamorate dei loro amici animali
e che ci hanno seguito in questa avventura che, anche se appena iniziata, ci sta regalando fin da ora grandi
soddisfazioni e speriamo ci possa portare sempre più lontano.

Grazie a tutti di cuore e buona navigazione su www.petbook.it!

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