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Scegliere i fiori per un evento speciale: consigli utili

Se sei alla ricerca di un buon servizio di consegna fiori per decorare una sala ricevimenti con mazzi di fiori diversi o semplicemente per inviare una singola rosa rossa, è essenziale rivolgersi a dei professionisti del settore. Nella scelta del tuo fiorista di fiducia, non fare troppo affidamento su graziose vetrine, ma prenditi il giusto tempo per ricercare un fioraio professionale direttamente sul territorio o attraverso i portali di fiori online. Ecco alcuni consigli per evitare brutte sorprese in occasione del tuo evento speciale.

1. Comincia subito la ricerca

Le richieste di fiori cambiano al variare delle stagioni. Le vacanze di dicembre innescano molte vendite, così come il giorno di San Valentino. La stagione delle nozze è maggio fino a ottobre. I servizi floreali sono molto richiesti in questi periodi, quindi non stare ad aspettare fino all’ultimo momento per trovare un fiorista che possa soddisfare le tue esigenze.

2. Leggi le recensioni, chiedi suggerimenti

Come per qualsiasi servizio, chiedere consiglio ad altre persone che hanno già vissuto la tua stessa situazione è un passo importante. Se hai bisogno di fiori per un grande evento come un matrimonio, chiedi consiglio agli amici che si sono recentemente sposati, per ottenere dei suggerimenti e nuovi spunti di riflessione.

3. Chiarisci il punto di consegna al fiorista

Assicurati che il fiorista serva effettivamente la zona in cui si celebrerà l’evento. Particolare attenzione va prestata nel caso in cui venga scelto un fioraio situato lontano dal luogo del tuo matrimonio. Alcune chiese / locali accettano le consegne dei fiori solo durante una breve finestra temporale: un forte traffico potrebbe provocare una consegna tardiva.

4. Visita il negozio di persona

I fiorai di solito offrono consulenze gratuite. Se sei intenzionato ad ordinare dei fiori per un matrimonio o un grande evento, è consigliabile chiamare in anticipo per prenotare un appuntamento, in quanto potrebbe essere necessario parlare con un dipendente specifico.

I fioristi hanno diverse composizioni in mostra per essere ispezionate e dovrebbero avere un album fotografico che mostra i lavori eseguiti dai loro designer. Se si prevede di acquistare un bouquet molto elaborato, chiedete prima di vedere una foto di qualcosa di simile che hanno fatto in passato, al fine di valutare la qualità dei precedenti lavori svolti.

5. Tratta sul prezzo e sulle modalità di pagamento

Prima di procedere alla firma del contratto, dovresti richiedere informazioni sui depositi e sui pagamenti: per eventi di grandi dimensioni, il fioraio probabilmente chiederà un deposito in anticipo, per poi pagare il saldo in una data successiva. Rivedi il contratto e assicurati di sapere se il deposito è rimborsabile. Se non puoi trattare sul prezzo, prova a chiedere delle condizioni agevolate di pagamento.

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I punti di forza dei social network per le aziende

Sempre più aziende, negli ultimi anni, hanno scelto di affidarsi a un’agenzia digital Pr Milano o a social media agency di Roma, ecc. con lo scopo di rafforzare la propria immagine online sfruttando la forza dei social network. Una scelta assolutamente condivisibile se si considerano le enormi potenzialità garantite dalle piattaforme sociali del web, che stanno assumendo un ruolo sempre più preponderante in seno alla gestione delle strategie di comunicazione aziendale. Se non sei ancora convinto dell’efficacia dello strumento, ecco un elenco dei punti di forza dei social network per le aziende.

Contenuti gratuiti e facili da utilizzare

Il primo punto di forza dei social network sta nella loro semplicità di utilizzo. Le piattaforme sociali sono pensate per essere utilizzate da tutti e, per tale ragione, sono semplici da utilizzare, intuitive e alla portata di tutti. Il tutto a titolo totalmente gratuito poiché esse non prevedono nessun costo di iscrizione e nessun canone.

Comunicazione diretta

I social network permettono una comunicazione diretta con il proprio pubblico. Facebook ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire la comunicazione aziendale proprio perché ha rotto definitivamente con i tradizionali modelli di comunicazione basati sul flusso monodirezionale. Grazie ai social network, l’utente non è più spettatore ma partecipante attivo delle dinamiche aziendali.

Relazioni dirette e acquisizione di feedback

La conseguenza più importante del punto precedente sta nella possibilità di promuovere relazioni dirette con i propri fan: ciò consente un confronto con gli utenti, i quali possono esprimere pareri, fornire suggerimenti, avanzare critiche. I feedback degli utenti sono una risorsa eccellente attraverso cui individuare gli errori strategici e correggerli in corsa.

Viralità

Altro aspetto cardine delle dinamiche social sta nella possibilità di raggiungere un pubblico potenzialmente illimitato. Il meccanismo della viralità può essere dirompente per il successo di una campagna di comunicazione poiché permette, grazie alle condivisioni degli utenti, di diffondere i propri contenuti in modo capillare e secondo una progressione esponenziale.

Tono di voce leggero

I social network sono, prima di ogni altra cosa, strumenti ludici attraverso cui gli utenti si rilassano e intrattengono. Tale aspetto permette alle aziende di presentarsi online utilizzando un tono di voce leggero, poco impegnato e, proprio per tale ragione, più vicino alla realtà e al modo di essere dei propri clienti effettivi e potenziali. Un approccio ludico favorisce la creazione di empatia tra marchio e pubblico e ciò può trasformarsi in una potentissima leva di marketing.

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Marketing esperienziale: che cos’è e come implementarlo

Oggi il consumatore non sceglie il prodotto in sé. Attraverso ciò che indossiamo, mangiamo, guardiamo e utilizziamo, esprimiamo noi stessi, il nostro modo di pensare e di stare in società. Visto dalla parte del venditore, le idee di comunicazione e di marketing mutano, orientandosi non più verso il posizionamento di beni e servizi bensì dell’intero brand, con tutte le implicazioni che la questione comporta. L’utente odierno vuole essere coinvolto nella conoscenza del marchio, desidera fare esperienza dell’acquisto in un modo plenario e inclusivo, vuole percepire l’esperienza di consumo. Per tale ragione, l’approccio che si basa sul marketing esperienziale è divenuto via via preponderante in seno alle strategie comunicative d’impresa.

Che cos’è il marketing esperienziale

Il marketing esperienziale fa riferimento a strategie e attività che si pongono l’obiettivo di includere l’utente in un processo di conoscenza del marchio che va oltre la mera transazione e mira, piuttosto, a trasformare il pubblico in parte attiva e partecipante. L’utente fa esperienza del brand in un senso più ampio, impara a conoscerne i valori, la storia, le rappresentazioni sociali attraverso cui la gente impara a definire se stesso all’interno della propria quotidianità.

Gli eventi aziendali

Non è certo un caso se i professionisti dell’organizzazione eventi aziendali Milano e Roma si attestano in sostanziale aumento: l’evento-marchio, oggi, rappresenta la risorsa più immediata per mezzo della quale un brand diffonde se stesso all’esterno, traccia la propria identità e assorbe gli spettatori in un processo dinamico. Non si parla più di economia di prodotto bensì di economia di esperienza, in cui l’elemento emozionale gioca un ruolo persino superiore al valore d’uso dell’oggetto in sé.

L’evento aziendale è lo strumento più efficace poiché permette di rompere il velo che separa la realtà in cui muove il marchio da quella in cui l’utente ne fa esperienza, includendo entrambi in uno spazio comune. Il marchio assume così colori, forme, odori e sensazioni tangibili, immediatamente riconducibili all’idea di consumo, introiettati però in un contesto concreto e dotato di senso proprio.

Centrale, qui, è il valore del ricordo, inteso come un collante, un mezzo attraverso cui consolidare nell’immaginario e nel bagaglio di esperienze e trascorsi del pubblico l’esperienza del marchio, dei suoi colori, odori, tratti caratterizzanti e differenzianti.

Customer satisfaction

Ciò implica, inoltre, che l’esperienza di acquisto non si esaurisce neppure al completamento del pagamento ma perdura finché l’oggetto o il servizio viene utilizzato dall’utente. Insieme alla merce, l’utente acquista anche i servizi di post-vendita e desidera fare esperienza di un bene che lo rende parte di un gruppo, lo identifica come membro di una comunità che ha compiuto le medesime scelte. La customer satisfaction, così, assume un significato e una valenza più ampi, poiché sono parte integrante del servizio. Assistenza, servizi aggiuntivi, aggiornamenti, scontistica sono elementi che servono a consolidare un legame tra consumatore e fornitore che assume l’aspetto di una relazione consapevole, in cui il brand sa di essere stato scelto tra tanti altri e deve fare in modo di meritarsi tale attestato di fiducia. D’altronde, il consumatore di oggi è infedele, specie se trascurato…

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Il Web design e lo sviluppo di un sito web

Il Web design è un’espressione inglese che sta ad indicare il processo di progettazione e sviluppo di un sito web. Esso comprende diversi aspetti, tra cui il layout della pagina web, la produzione di contenuti e la progettazione grafica. Mentre i termini web design e sviluppo web sono spesso utilizzati in modo intercambiabile, il web design è tecnicamente un sottoinsieme della più ampia categoria dello sviluppo web.

I siti web vengono creati utilizzando un linguaggio di markup denominato HTML. I web designer costruiscono pagine web usando i tag HTML, che definiscono i contenuti ei metadati di ogni pagina. Il layout e l’aspetto degli elementi all’interno di una pagina web sono tipicamente definiti utilizzando i fogli di stile o CSS. Di conseguenza, la maggior parte dei siti web include una combinazione di HTML e CSS, che definisce come ogni pagina verrà visualizzata in un browser.

Alcuni web designer preferiscono pagine di codice a mano (digitando HTML e CSS da zero), mentre altri utilizzano degli editor “WYSIWYG” come Adobe Dreamweaver. Questo tipo di editor fornisce un’interfaccia visiva per la progettazione del layout della pagina web e il software genera automaticamente il codice HTML e CSS corrispondente. Un altro modo molto diffuso per progettare siti web è con un sistema di gestione dei contenuti come WordPress o Joomla. Questi servizi forniscono diversi template di siti web che possono essere utilizzati come punto di partenza per la realizzazione di un nuovo sito web. I webmaster possono quindi aggiungere contenuti e personalizzare il layout utilizzando il pannello di amministrazione del sito.

Mentre HTML e CSS sono utilizzati per progettare l’aspetto di un sito web, le immagini devono essere create separatamente. Il disegno grafico può sovrapporsi con il web design, dal momento che i progettisti grafici spesso creano delle immagini da utilizzare sul web, servendosi di alcuni programmi grafici come Adobe Photoshop, strumento indispensabile per ogni agenzia che si occupa della realizzazione siti web a Lecce, Milano, Roma ecc. che fornisce un modo semplice per realizzare ed esportare le immagini in un formato ottimizzato per la pubblicazione web.

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Meglio acquistare un veicolo nuovo o usato?

Acquistare un veicolo nuovo è una scelta molto più costosa e impegnativa. Possedere un’auto nuova di zecca appena uscita dalla concessionaria è fantastico, ma sei davvero sicuro che sia la scelta più conveniente? Puoi evitare di pagare dei prezzi eccessivamente alti, le tasse aggiuntive e le spese relative all’acquisto di un nuovo veicolo rivolgendoti ad un concessionario di auto usate a Lecce, Roma, Torino ecc. a seconda della vicinanza territoriale. Non sei ancora convinto? Ecco i cinque vantaggi principali dell’acquisto di un veicolo usato.

Prezzi più vantaggiosi

Questo è abbastanza ovvio, ma è indubbiamente il motivo più grande per cui le persone scelgono i veicoli usati rispetto a quelli nuovi. In media, i prezzi dei veicoli usati sono quasi del 50% inferiori rispetto ad uno appena uscito dalla concessionaria. Con prezzi nettamente più bassi, l’acquisto dell’usato ti consentirà di acquistare un veicolo di fascia superiore che invece non potresti permetterti considerando i prezzi dei modelli nuovi.

I veicoli usati non subiscono un rapido deprezzamento

Se stai pensando di acquistare un’auto nuova, è bene sapere che la maggior parte del deprezzamento si verifica nel primo anno, con una perdita di valore che tocca anche il 40%! Sfruttate questo vantaggio cercando veicoli usati di uno o due anni, per ottenere un veicolo a prezzi vantaggiosi in condizioni perfette.

Zero costi aggiuntivi

Non c’è niente di peggio di impegnarsi ad acquistare qualcosa e poi scoprire una fila di tasse nascoste da pagare. Le spese di spedizione ei costi di preparazione dei rivenditori possono essere molto irritanti. Molte di queste tasse possono essere evitate con l’acquisto di un’auto usata.

Vantaggi ambientali

Tale affermazione può sembrare controversa, poiché i veicoli nuovi presentano delle migliori tecnologie che consentono un maggiore risparmio di carburante rispetto ai vecchi modelli. Ma quasi il 25% delle emissioni inquinanti di un veicolo avviene durante la sua produzione e la spedizione iniziale. In teoria, se più persone acquistano un’auto usata, saranno prodotti meno veicoli nuovi.

Risparmio sull’assicurazione

Registrare un’automobile usata costa meno rispetto ad un’auto nuova. Allo stesso modo, il premio assicurativo è influenzato dall’età della vettura. I tassi di assicurazione tendono ad essere meno costosi per i veicoli usati.

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Come abbattere i costi di gestione della stampante

Ridurre i costi di gestione della propria stampante è possibile. Anzi, non solo è possibile ma è persino più semplice di quanto si possa pensare. Ecco una guida al risparmio che ti permetterà di abbattere in modo significativo i costi di gestione del proprio dispositivo di stampa.

Scegliere la tecnologia giusta

Qual è la tecnologia migliore tra la inkjet e la getto d’inchiostro? Non esiste una risposta univoca a questa domanda: la tecnologia migliore è quella più adatta alle proprie esigenze e abitudini. La soluzione a getto d’inchiostro è indicata per un uso domestico, proprio di chi utilizza la stampante senza una regolarità specifica, su più formati di carta e per la realizzazione di file diversi (foto, immagini, testi, ecc.). La tecnologia laser è pensata per le stampe in serie, tipiche delle realtà d’ufficio e aziendali, e rende al massimo se utilizzata con regolarità e in modo intensivo, soprattutto per la stampa di file di testo.

Le stampanti inkjet utilizzano le cartucce, molto più economiche dei toner in dotazione alle soluzioni laser ma anche meno durature. In ogni caso, esistono soluzioni low cost come le cartucce e i toner compatibili per stampanti ma, in tal caso, occorre prestare massima attenzione al prodotto che si acquista: scegliete solo prodotti dalla qualità certificata e realizzati da aziende affidabili e di comprovata esperienza e riconoscibilità, meglio se europee.

I font più efficienti

A seconda del font che scegliete cambia anche la quantità di inchiostro consumato. Caratteri come il Garamond, il Times New Roman e il Calibri permettono un minor dispendio di inchiostro; la soluzione ideale, però, è un’altra e si chiama Ecofont, ovvero un carattere forellato sviluppato con l’obiettivo di ridurre al minimo il fabbisogno di inchiostro per la stampa.

Gestire al meglio il processo di stampa

Bastano piccoli accorgimenti per registrare un significativo risparmio di inchiostro. Prima di procedere con la stampa, effettuate una revisione approfondita del documento per assicurarvi che sia tutto ok (evitando di stampare lo stesso file due volte) e verificate anche tramite l’anteprima di stampa che formattazione e impaginazione abbiano mantenuto le impostazioni desiderate. Potete scegliere se stampare tutte le pagine o se escluderne qualcuna oppure potete eliminare immagini e altri elementi non necessari.

Prediligere la stampa in bianco a nero a quella a colori è un’altra abitudine che può abbattere in modo sostanziale i consumi così come la modalità “bozza di stampa”, che assicura una minor resa dal punto di vista della qualità e della definizione ma che va comunque benissimo se non avete particolari esigenze estetiche.

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Le scuole di massaggio più antiche: la tradizione asiatica

Il massaggio è una disciplina complessa, antichissima e che poggia su un basamento di dottrine e tecniche che, da millenni sono tramandate oralmente e trasmesse alle generazioni successive. Certamente oggi le cose sono diverse, la disciplina ha abbracciato la logica del mainstream e ogni corso di massaggio Lecce, Roma, Milano è orientato a trasmettere quel sapere ancestrale a coloro che si dimostrano disposti a comprenderlo appieno.

Tra le scuole di massaggio più note, prevale certamente quella orientale, la più antica e sistemica, articolata in diversi approcci propri di culture e popolazioni differenti. In Giappone, Cina e Thailandia il massaggio è parte integrante della cultura millenaria del Paese.

Giappone – Shiatsu

Lo shiatsu è l’arte del massaggio giapponese e risale al VI secolo d. C. La disciplina si basa sul principio secondo cui, tramite il massaggio, il corpo venga indotto a curarsi da sé. La tecnica si basa sull’applicazione di pressioni costanti e che si imprimono perpendicolarmente al corpo del ricevente (ukè). La disciplina prevede soprattutto l’utilizzo di palmi e dita delle mani ma, nell’approccio più complesso, sono utilizzati anche i gomiti, i piedi e le ginocchia. Lo shiatsu trae le sue origini da più antiche forme di manipolazione nate e sviluppatesi in Cina come il Tuina.

Cinese – Tui Na

Il massaggio cinese Tui Na è parte integrante della medicina tradizionale cinese. Della disciplina si trovano tracce già a partire dal 2.600 a. C. e utilizza un approccio versatile nell’alternare le pressioni con altre tecniche manipolative; per tale ragione, il Tui Na può essere considerata una tecnica dinamica in cui movimenti leggeri pensati per favorire il rilassamento si alternano a una digipressione più decisa, propria delle tecniche di massaggio rivitalizzanti. Il Tui Na prevede oltre 20 diverse tecniche, sebbene non esista alcuna classificazione ufficiale.

Thailandese – Thai

Il massaggio tradizionale thailandese, noto come Thai, fu postulato in forma scritta già a partire dal V secolo a. C. La disciplina assorbe diversi elementi delle culture cinese (agopuntura) e indiana (ayurveda e yoga), sistemizzati in una scuola che si basa sulla teoria dei sen: secondo il thai, infatti, il corpo umano è attraversato da 72 mila canali di energia, dentro cui scorre il prana, l’energia vitale. La teoria thai postula che il malessere fisico, mentale ed emotivo derivi dalla contrazione dei sen, che si pone come un ostacolo allo scorrimento dell’energia vitale lungo i tracciati. Attraverso una serie molteplice di tecniche di manipolazione, i sen vengono liberati e l’energia può tornare a scorrere nel corpo. La teoria thai prevede un approccio graduale volto, seduta dopo seduta, ad accedere fino ai sen più profondi della mente e dello spirito.

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Riciclaggio: una soluzione efficace… ma con dei punti deboli

La questione ambientale è divenuta centrale da diversi anni sulla agende di amministrazioni e governi, a livello locale, nazionale e internazionale. Tutti noi abbiamo imparato a comprendere l’importanza di un approccio sano al consumo e alla gestione dei rifiuti e la cittadinanza è sempre più coinvolta all’interno delle dinamiche di gestione dei materiali di scarto. Lo smaltimento rifiuti a Lecce, Milano o Roma segue un iter piuttosto simile, sebbene i sistemi di raccolta variano da comune a comune, e nella maggior parte dei contesti italiani il riciclaggio è stato inserito in modo strutturale come unica metodologia di raccolta.

Le criticità del riciclo

Tuttavia, occorre osservare la questione in maniera più ampia e riconoscere che, sebbene il riciclo sia l’unica via perseguibile per una corretta gestione dei rifiuti, esso presenta innegabili criticità strutturali.

Il riciclo permette di trasformare in nuove risorse materiali di scarto che, diversamente, finirebbero all’interno delle discariche e degli inceneritori. D’altra parte, non si può non riconoscere che il prodotto finale ottenuto dalla progressiva trasformazione del materiale di scarto è qualitativamente inferiore rispetto a quello di prima generazione e con possibilità di utilizzo ben più limitata.

Il processo di riciclo, poi, ha un costo che non può essere non considerato. Un costo che si esprime certamente in spese vive cui l’intera comunità è chiamata a farsi carico ma anche un costo ambientale, poiché l’intera filiera di trasformazione richiede la gestione di un processo complesso e dispendioso in cui il materiale utilizzabile viene separato e indirizzato verso gli impianti di trasformazione mentre lo scarto finisce ugualmente verso discariche e inceneritori.

Le altre soluzioni

Ciò che servirebbe è un nuovo approccio all’idea stessa di consumo. Il riciclaggio, a ben vedere, non è l’unica soluzione possibile. Prima di tutto, bisogna intervenire sulla coscienza civica dei cittadini e stimolare privati e aziende ad abbattere gli sprechi: sono in molti a sostenere, infatti, che il riciclo sia in un certo modo un incoraggiamento all’adozione di condotte orientate allo spreco. Manca poi un reale sistema di incentivazione che riconosca a privati e aziende virtuosi meriti concreti, tradotti ad esempio in detrazioni sui costi in bolletta. Il riuso, altra condotta virtuosa, perde progressivamente diffusione, trasformandosi sempre più in un’occasione mancata, al contrario di ciò che avviene, ad esempio, nell’efficientissima Germania.

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I vantaggi principali della bici elettrica

I grandi vantaggi delle bici elettriche provengono dal motore elettrico. La spinta extra che esso fornisce, rende il problema delle colline e dei venti una cosa di poco conto, oltre a consentire il trasporto di un carico di spesa sulla tua e-bike senza influire sulle prestazioni. Il motore standard da 250 Watt rende praticabile ogni percorso, facendoti percepire la sensazione di avere un atleta che pedala insieme a te. La potenza aggiuntiva consente di fare alcune cose che gli altri veicoli non possono: la velocità e l’accelerazione supplementare consentono di allontanarsi facilmente dai raccordi e dei semafori, ideale per i tragitti “start and stop” tipici delle città.

Per i pendolari, in particolare, il motore elettrico rappresenta un vantaggio fondamentale. Esso consente di ridurre lo sforzo fisico impiegato per recarsi in ufficio. Ciò significa arrivare a lavoro in modo impeccabile, senza alcun problema di sudore o di ricambio di vestiti, per un notevole risparmio di tempo.

Risparmio economico

Rispetto alla benzina, le bici elettriche possono essere facilmente caricate presso qualsiasi presa di corrente, al prezzo di pochi centesimi per un pieno di energia. Ma questo non è l’unico grande risparmio. Le spese relative al bollo, assicurazione e manutenzione possono essere eliminate, in quanto secondo il codice della strada la bici elettrica è considerata al pari di una tradizionale bici.

La generazione attuale e futura delle batterie elettriche per bici è basata su litio, molto simile a quella di un telefono cellulare o di un computer portatile. Il litio è la tipologia di batteria più resistente, efficiente e duratura dal punto di vista energetico. Le batterie possono essere ricaricate come il telefono cellulare o il computer portatile, in poche ore durante la notte o in ufficio per essere sempre pronti ad andare.

Con l’aiuto di un kit elettrico per bici inoltre, è possibile convertire la tua tradizionale bici, per cui se hai già una bicicletta, ma non la usi quanto vuoi, puoi elettrificarla risparmiando sensibilmente sui costi di acquisto del mezzo.

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Cosa c’è nel tuo olio d’oliva? Indagine organolettica

L’olio di oliva è particolarmente noto per i suoi benefici per la salute in molti libri di diete e ricette. Ma è davvero il nettare degli dei che noi tutti crediamo? Ma soprattutto, l’olio d’oliva presente nella tua dispensa è sano quanto pensi?

Le basi dell’olio d’oliva

Gli oli di oliva sono classificati in base al loro processo di estrazione e al loro valore di acidità dell’olio pressato. Il vero olio extravergine di oliva (EVO) viene estratto dalle olive utilizzando una sola pressione, in un processo noto come pressatura a freddo. Per essere considerato extravergine, l’olio di oliva deve presentare un tasso di acidità inferiore allo 0,8%. In Italia, l’olio extravergine di oliva pugliese è quello con i più bassi valori di acidità, considerato il più ricco di sostanze nutrienti, dal sapore fresco e fruttato.

L’olio di oliva vergine invece, deriva anch’esso dalla prima premitura delle olive ed ha circa il 3% di acidità.

Oltre alla dicitura “vergine” ed “extravergine”, potresti trovare anche una di queste descrizioni sull’etichetta della bottiglia:

  • Light: un olio che è stato filtrato per rimuovere gran parte del sedimento. (“Light”, in questo caso, non ha niente a che fare con il grasso o le calorie, ma si riferisce solo al colore);
  • Puro: una combinazione di raffinati oli vergini e extravergine.

Purtroppo, non si può sempre contare su ciò che dice la bottiglia, in quanto non vi è una legge chiara che disciplina l’etichettatura di olio extra vergine di oliva. Molti oli d’oliva, secondo la dicitura riportata, sono classificati come vergini, extra-vergini, o light ma, in realtà, non soddisfano gli standard di un vero olio di oliva di qualità previsti.

Se l’etichetta dice “Made in [nome di un Paese]” (come la Spagna o l’Italia), non è assolutamente da escludere che l’olio non sia stato coltivato in quel Paese, ma solo imbottigliato, in modo da dare più valore. Inoltre se non c’è alcuna informazione relativa alla data di raccolta sull’etichetta, si corre il rischio di acquistare un vecchio, forse rancido. Il vero olio EVO ha una durata di soli 18-24 mesi, pertanto è buona norma controllare sempre la qualità dell’olio che avete nella dispensa di casa.

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Investire nel video marketing: le scuse che non puoi utilizzare

Gli investimenti in attività di produzione video aziendali sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi due anni e sembra che la tendenza sia destinata a mantenersi costante anche da qui al prossimo futuro. Per una vasta frangia di imprenditori e aziende che hanno scelto di credere nel video marketing, però, ne esiste un’altra che continua a dimostrare reticenza nei confronti di una risorsa che, invece, è in grado di apportare valore aggiunto a qualunque tipologia di business e in ogni settore merceologico.

Spesso, il vero scoglio da superare non sta tanto in limitazioni tecniche o di budget quanto, piuttosto, in un approccio timido o scettico da parte del management o della proprietà. A ben guardare, si tratta in molti casi di vere e proprie scuse, accampate rifiutando di progredire verso una nuova direzione pubblicitaria. Ecco le scuse che non dovresti più utilizzare (e le diverse ragioni).

Costa troppo

Falso. O meglio, non necessariamente vero. Certo, la realizzazione di un video può comportare esborsi imponenti e alla portata solo di poche realtà ma pensare che il successo sia direttamente proporzionale alla quantità di soldi immessa è da considerare una considerazione superficiale e, a conti fatti, sbagliata. Il web è pieno di esempi di persone e brand che hanno realizzato campagne trionfali con pochi soldi e tante idee. E poi esistono tanti format a basso costo ma che sono apprezzatissimi dagli utenti; basta pensare ai video tutorial, guide in video per la cui realizzazione bastano il proprio know how tecnico e una camera fissa, abbinati a una certa padronanza della ripresa.

I miei clienti non usano internet

A parte il fatto che, oggi, pensare che si possa fare a meno del web è da considerare quantomeno anacronistico, un approccio del genere deve essere ritenuto del tutto limitato e miope. Se davvero il vostro target è costituito da persone anziane o non avvezze alle nuove tecnologie, potrebbe essere giunto il momento di darsi una svecchiata, puntare anche sulle nuove generazioni, accompagnare la propria azienda verso un approccio più attuale e dinamico.

E di cosa dovrei parlare?

Io vendo bulloni, che video dovrei realizzare?” Non è raro che l’imprenditore scelga di non investire nel video marketing poiché ritiene i propri articoli di scarso interesse artistico. Il lavoro creativo, però, sta proprio nella capacità di creare interesse in ogni circostanza. Si può usare l’ironia oppure la commozione o, ancora, lo shock, lo spavento, le informazioni. Non è tanto importante il prodotto in sé quanto la storia che gli si costruisce intorno. Non esiste nulla al mondo che, se raccontato nel modo giusto, non possa diventare interessante.

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Biglietto da visita: gli errori più tipici (e da evitare!)

Dall’ideazione fino alla stampa biglietti da visita, è molto semplice commettere uno o più errori che limitano l’efficacia della propria business card. Ecco le ingenuità più comuni commesse che riguardano i bigliettini da visita, da evitare assolutamente!

Sbagliare il lettering

Il lettering, ovvero il font, il colore e la grandezza dei caratteri selezionati per la realizzazione di un documento, è un aspetto cruciale nello sviluppo della business card. Esso deve risultare perfettamente leggibile e ciò significa scegliere con cura il font e la grandezza ma anche le tonalità più adatte per fare contrasto con lo sfondo.

La scelta del carattere è anche orientata da motivazioni di comunicazione e immagine; attraverso un biglietto da visita, un’azienda mostra se stessa e lo fa in pochi centimetri quadrati di carta: ciò significa che ogni aspetto deve essere pensato con un approccio analitico e razionale. Il font deve essere adatto all’identità e all’immagine del brand e deve in un certo modo evocarlo.

Inserire poche informazioni

Ma sì, se sono interessati richiameranno in ogni caso”. Sono in molti ad adottare una politica di quel tipo… e sono in molti a sbagliare! Tra un potenziale cliente e un cliente acquisito spesso sono i dettagli a fare la differenza. Ricordate di inserire nel biglietto tutte le informazioni che possano essere utili al cliente, anche quelle relative alla vostra attività sui social, una risorsa sempre più decisiva per la visibilità di un marchio. E poi non abbiate paura di sperimentare, ad esempio inserendo un codice QR all’interno del bigliettino che rimanda al sito aziendale.

Non inserire elementi grafici

L’estetica influisce in modo rilevante sull’efficacia del messaggio. Immagini, elementi di design, colori accesi aumentano l’appeal del contenuto e rafforzano l’efficacia del messaggio. Gli elementi grafici rivestono notevole importanza e possono risultare decisivi per migliorare la capacità persuasiva del bigliettino.

Risparmiare sulla stampa o sulla carta

La business card parla di te e della tua azienda. Saresti disposto ad associare il tuo marchio con un prodotto mediocre? No, vero? E allora, perché farlo con i biglietti da visita? Risparmiare sulla stampa del bigliettino o optare per una tipologia di carta a buon mercato per abbattere le spese significa invalidare il lavoro di elaborazione del concept e della grafica. E non solo: un prodotto di bassa lega può persino rivelarsi dannoso per l’autorevolezza del brand! Insomma, meglio investire qualche euro in più e produrre un articolo qualitativamente di livello piuttosto che cercare di tagliare le spese per poi scoprire di aver messo a segno un clamoroso autogol.

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Le dinamiche sottili ed efficaci dell’influencer marketing

Secondo una recente ricerca, l’84% delle attività di marketing digitale di oggi passa dal coinvolgimento degli influencer. Oggi, l’impiego di personaggi a metà strada tra il consumatore e i testimonial per dare visibilità a una campagna di digital Pr rappresenta la tendenza più in crescita del settore e che, nel corso del 2017, troverà definitiva consacrazione.

Che cos’è l’influenza?

Prima di capire appieno identità e ruolo dell’influencer dobbiamo capire cosa significa influenzare il pubblico, evitando ambiguità semantiche. L’influenza è da intendere come la capacità di indirizzare le scelte di un determinato target di mercato, scelta che resta comunque libera e autonoma. L’influenza, dunque, non deve essere vista come un atto coercitivo quanto, piuttosto, come un modo di condizionare la percezione di valore, qualità e utilità manifestata dal pubblico, per mezzo di personalità carismatiche e riconosciute come autorevoli.

Chi è l’influencer

Quando si parla di influencer oggi si traccia il profilo di quello che possiamo considerare l’evoluzione dell’opinion leader. L’influencer opera principalmente sui canali del web e lo fa attraverso i social network ma anche blog, forum, siti web e attività di digital Pr. Esso gode di considerazione e credibilità, costruiti su un bacino d’utenza che si può considerare ampio e più o meno specifico.

L’efficacia dell’influencer marketing

I consumatori di oggi hanno imparato a gestire le pressioni della pubblicità intesa nella sua accezione più tradizionale. Riuscire a fare breccia attraverso gli approcci più classici della comunicazione risulta sempre più complicato e il marketing è in continuo divenire, con lo scopo di elaborare nuove metodologie di persuasione.

Molto più facilmente, gli utenti reagiscono in maniera positiva alla verità. L’influencer è un personaggio che ha saputo costruirsi un’immagine affidabile le cui opinioni sono degne di stima e di considerazione. Attraverso l’influencer marketing, la catena di comunicazione si arricchisce di un nuovo anello, che si frappone tra il target e il marchio, aggiungendo l’elemento della verità, appunto: gli utenti credono molto più facilmente a una fonte percepita come amica piuttosto che a un atto comunicativo prodotto da un marchio. Qui sta la vera forza dell’influencer marketing, che può contare anche su una distribuzione capillare e sulla specificità del pubblico in ascolto, tre tasselli vincenti del marketing di oggi.

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Si fa presto a dire SEO… quando il posizionamento non basta

Quando si fa riferimento alla SEO si intende, generalmente, tutta una serie di strategie e di attività volte a favorire il posizionamento sui motori di ricerca delle pagine del proprio sito web per una serie di parole chiave. D’altra parte però, la SEO dovrebbe essere intesa in un senso un po’ più ampio e secondo una prospettiva olistica.

Spieghiamo meglio: perché le aziende investono in SEO? Per posizionarsi su Google, certo. Ma perché il posizionamento è funzionale al business aziendale? Perché più traffico sul sito significa maggiori possibilità di concludere vendite, prenotazioni, click, ecc. Tuttavia, l’associazione diretta tra posizionamento delle keyword, aumento delle visite e conversioni, ai fatti, non è così immediato né scontato.

Le keyword non bastano

Non conta tanto la quantità di parole chiave posizionate quanto, piuttosto, la loro performanza. La questione è abbastanza logica: meglio essere in prima posizione per una parola chiave che genera 1.000 visite al mese piuttosto che per un set di 10 parole che, nel totale, non muovono alcun traffico. Per tale ragione, in una strategia SEO bene implementata risulta fondamentale la fase di analisi preliminare.

…E non basta neppure il traffico

Anche ammesso che la strategia SEO sia sviluppata con efficacia e successo, ancora siamo lontani dal raggiungimento dell’obiettivo. L’aumento del traffico, in sé, è certamente un ottimo risultato ed è una risorsa per quei siti che guadagnano tramite banner e affiliazioni ma non, ad esempio, per i piccoli siti aziendali, che utilizzano il sito web come mezzo per acquisire richieste di informazioni, ordini e via dicendo. Ciò che occorre è un sito web funzionale allo scopo. Inutile fare in modo che decine e decine di utenti raggiungano il proprio spazio digitale se poi la piattaforma non è in grado di soddisfare le aspettative del pubblico. Insomma, la SEO è un mezzo come lo è anche il sito web, ciò che conta, però, è il risultato finale: la tua azienda, alla fine del processo, avrà registrato utili grazie al web marketing?

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Cosa mangiare nel Salento: le tipicità locali

Il Salento è sinonimo di mare pulito, spiagge bianche e barocco… ma non solo. Oltre a queste meraviglie infatti, vi è un altro aspetto che lascia innamorati i turisti che, di ogni età e provenienza, vengono a visitarlo. Parliamo della cucina.

Due mari e tanto pesce fresco

La cucina salentina inebria infatti le papille gustative grazie ad una dieta molto naturale e semplice in cui il pesce svolge un ruolo da protagonista. La caratteristica di trovarsi in mezzo a due mari permette infatti al Salento di offrire una vasta scelta di pesce di ogni varietà e specie. Dalle spigole alle orate, dalle cernie ai frutti di mare la possibilità di scelta è molto ampia tanto da essere un peccato privarsi di queste specialità.

Magra e leggera carne equina

Se non sei amante del pesce puoi orientarti sulla carne: una specialità gastronomica salentina è infatti la carne di cavallo. La carne equina la puoi trovare non solo sotto forma di fettine. Un piatto tipico, anche se più invernale, è la carne di cavallo a pezzetti cotta nel sugo di pomodoro. Per gli amanti dei sapori forti invece si consiglia una bella scorpacciata di polpette di cavallo.

Non semplici broccoli, ma rape

Altre pietanze salentine sono invece preparate con verdure. Parliamo soprattutto delle rape, particolarmente diffuse, spesso accompagnate con i fagioli cannellini.

La regina si chiama puccia

Quello che non puoi perderti però è la puccia. La puccia è un pane di piccole dimensioni la cui forma, grandezza e condimento varia a seconda dell’area salentina in cui ci si trova. Intorno alla zona di Lecce la puccia è si presenta molto piccola e contiene all’interno molte olive nere (varietà cellina); nel basso Salento la si trova di dimensioni un po’ più voluminose e senza olive.

Hai già scelto la tua casa vacanza?

Per poter fare la tua vacanza in Salento ti servirà anche un alloggio in cui dormire. Se hotel e b&b ti propongono dei prezzi troppo elevati scegli una tra le tantissime case vacanze nel Salento. Ce ne sono di ogni genere e tipo. Le case sono davvero tante ma occorre prenotare subito! Molti turisti le hanno già prenotate.

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Location originali per matrimonio: un sì fuori dalle righe

Il matrimonio più tradizionale è ormai passato di moda. Oggi sono sempre di più le coppie che scelgono di dirsi di sì in maniera non-convenzionale e che optano per location uniche, originali e ricche di suggestione. Cerchi qualche idea per il tuo ricevimento di nozze? Eccole!

In treno

Una soluzione sempre più diffusa e apprezzata per originalità, funzionalità e anche per un certo gusto allegorico: il matrimonio in treno è una trovata accattivante e ricca di fantasia. Un vagone dedicato alla coppia e agli invitati, agghindato per l’occasione all’interno di vecchi treni in legno da un fascino intramontabile. Iniziare la nuova vita con un viaggio, scendere in un luogo diverso da quello in cui eravate saliti… un modo romantico di giurarsi amore eterno!

In una serra

Il matrimonio nella serra è una soluzione incantevole. Il tendone lascia che le stelle si mostrino, in un contesto bucolico, suggestivo, incredibilmente stimolante, tra gli odori intensi dell’erba tagliata e l’aria fredda della campagna. Un matrimonio dai canoni senza dubbio fuori dagli schemi, per le coppie che più sanno apprezzare le suggestioni bucoliche e per invitati che potranno sbizzarrirsi nei look più particolari; d’altronde, la moda abiti da cerimonia Lecce come a Milano è sempre più varia e sfaccettata.

In una cantina vinicola

Oh, la tempra del legno delle botti, l’intensità del buio accennato, il gusto corposo dei vini d’annata. Questo e tanto ancora è il matrimonio in una cantina vinicola, in location incredibili e con quel gusto antico difficile da descrivere con le parole.

In riva al mare

Il matrimonio in riva al mare è quasi un classico, almeno nelle intenzioni di molti, anche se in pochi hanno poi il coraggio di osare. In effetti, un matrimonio sulla sabbia presenta una serie di inconvenienti e impone di predisporre un’alternativa al chiuso in caso di maltempo; ma cosa c’è di più romantico di promettersi amore eterno con lo sguardo che volge all’orizzonte marino?

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Gianduiotto e babà: il dessert italiano e la storia

Oggi è possibile richiedere dolci a domicilio su internet o servirsi presso grandi market dedicati esclusivamente al dolce; il dessert viaggia sul filo della tv e del web, si lascia scoprire nell’arte del design e si concede al grande pubblico grazie a tutorial e libri di cucina. la tradizione dolciaria del Made in Italy è una delle più rinomate ed apprezzate al mondo e, anche se oggi il settore è stato completamente rivoluzionato, alcune ricette antichissime rimangono parte integrante del patrimonio culturale nostrano.

Ad esempio, dessert scolpiti nella storia e nella tradizione di due città simbolo come Torino e Napoli – ovviamente gianduiotto e babà – possiedono una storia affascinante, che si perde in parte nel gusto della leggenda, che li rende forse ancora più buoni.

Gianduiotto

Il gianduiotto è l’anima della città di Torino e ha una storia davvero affascinante. A inizio ‘800 Napoleone, che governava su tutto il Nord Italia, aveva imposto l’embargo dei prodotti inglesi e delle loro colonie. Di conseguenza, il prezzo del cacao divenne insostenibile, motivando i pasticceri dell’epoca a elaborare nuove soluzioni più economiche. A Torino, il cacao venne sostituito dalle nocciole tonde gentili delle Langhe, ingrediente fondamentale per la nascita, nel 1806, del gianduia, il cioccolato tipico delle zone chiamato come la maschera del capoluogo piemontese. Nel 1865 nacque invece il gianduiotto, in occasione delle celebrazioni del Carnevale. Il chocolatier dell’azienda Caffarel Michele Prochet aveva modificato la ricetta del gianduia e la utilizzò per confezionare un cioccolatino a forma di barchetta che riscosse successo immediato. Da quel momento, Torino e il gianduiotto non si sono più separati.

Babà

Il babà è essenza dello spirito e della storia napoletani, eppure la sua ricetta ha origini tutt’altro che nostrane. Stanislao Leszczyński, suocero di Re Luigi XV di Francia, era amante dei dolci ma privo di denti. L’allora Duca di Lorena e di Bar (siamo nei primi anni del XVIII secolo) era particolarmente appassionato di gugelhupf, un tipico dessert tedesco che risultava, però, difficilmente masticabile poiché troppo asciutto. Fu proprio il Duca ad avere l’intuizione di bagnarlo con del rum, in modo da renderlo più digeribile. La ricetta ebbe successo presso la corte fino a giungere in Francia, a Parigi, dove il noto pasticcere Nicolas Stohrer giunse accompagnato da Maria, la figlia di Stanislao. Lì il babà assunse la tipica forma a fungo e sempre lì venne conosciuto dai pasticceri napoletani che lo avrebbero esportato nella tradizione partenopea.

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Le tappe più belle di Puglia: Ostuni, la città bianca

La Puglia è una delle regioni maggiormente prese d’assalto dai turisti nostrani e non solo e offre una serie di attrattive del tutto variegate e in grado di andare incontro alle aspettative di target turistici differenti. Tra le città più rinomate e apprezzate c’è sicuramente Ostuni, da molti conosciuta come la Città Bianca per via di un centro storico contraddistinto da edifici completamente bianchi e che risaltano alla distanza. Il colpo d’occhio è notevole e rende l’incontro con il borgo brindisino assolutamente unico e suggestivo. In estate, hotel e b&b Ostuni si riempiono ma la città ha saputo assicurarsi un flusso di turisti costante nel corso dell’anno, grazie a un contesto pieno di fascinazioni e attrattive storiche, artistiche e paesaggistiche.

La città bianca

Nei dintorni della Valle d’Itria, e in particolar modo nei pressi di Ostuni, c’è una grande abbondanza di giacimenti di calce. Nel corso dei secoli, gli ostunesi la utilizzarono massivamente per imbiancare i prospetti degli edifici, con l’obiettivo di riflettere il più possibile i raggi del sole e rifrangere parte della luce per le viuzze anguste del centro. Fino a pochi anni fa, il centro storico era completamente candido; oggi non sono rari gli edifici dipinti di colori più accesi, sebbene da lontano il colpo d’occhio non sia stato minimamente intaccato e, a guardare la città nel suo insieme, il bianco delle sue costruzioni resta abbacinante e decisamente particolare.

L’arte ostunese

Da un punto di vista storico, la città di Ostuni non si differenzia da tantissimi altri centri della Puglia. Nel corso della storia, la città conobbe un’alternanza ininterrotta di dominatori, possessori di retaggi culturali dissimili che non mancarono di manifestare anche sul territorio ostunese. Così, oggi la città bianca è un mosaico di arti, che si armonizzano nel centro storico e si susseguono. Tracce romane, bizantine, gotiche e barocche convivono con naturalezza e si fanno depositarie di una storia intensa e piena di fascinazioni ancestrali. la Basilica Minore di Ostuni resta la testimonianza più significativa di quegli avvicendamenti e ancora oggi si può apprezzare l’incrocio di stili, tra la facciata gotica, la pianta romanica e gli interni più marcatamente barocchi.

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Che cos’è e come funziona Google Penguin

Nell’aprile del 2012, i SEO statunitensi hanno scoperto Google Penguin, l’aggiornamento di Mountain View sviluppato con l’obiettivo di colpire le pagine (le pagine, non i siti web!) che utilizzano tecniche di link building che violano le policy di Google. I nuovi e più raffinati sviluppi dell’aggiornamento sono giunti a distanza di poco più di un anno e, già nel maggio del 2013, è stata rilasciata le versione 2.0 mentre la 3.0 ha fatto il suo esordio nell’ottobre dell’anno successivo. Nel novembre del 2015 è stata la volta di Penguin 4.0, sempre più raffinata e temuta dagli abituali utilizzatori di tecniche black hat SEO. Ogni agenzia SEO Milano o Palermo, Roma o Napoli ha dovuto in un certo modo prendere atto della nuova fase per le tecniche di posizionamento e configurare nuovi approcci alla disciplina. Ma come funziona Google Penguin e chi dovrebbe temerlo?

Tecniche di link building sconvenienti

Big G insiste da sempre sulla questione: ogni link esterno è un attestato di autorevolezza, esso non deve sembrare naturale bensì deve esserlo. Ciò apre a una serie di implicazioni di vario genere e che interessano globalmente il mondo della SEO. Perché un link sia naturale – e non sembri – occorre creare contenuti in grado di essere riconosciuti come di qualità. Google Penguin, in particolare, colpisce quei siti che utilizzano siti con basso trust, fuori tema o link farm, con il solo obiettivo di estendere la propria link profile. Il pinguino colpisce anche quei siti sospinti in SERP attraverso l’utilizzo di tecniche basate sullo scambio di link o su network di siti per lo scambio reciproco e interessa anche le pagine che impiegano anchor text secche o innaturali, oltre ai contenuti che utilizzano la keyword stuffing (l’abuso innaturale della ricorsività di keyword) per posizionare al meglio un contenuto.

In generale, Penguin si propone come il paladino dei link di qualità e assegna a ogni collegamento esterno un valore proporzionale alla sua tematicità e autorevolezza. Si tratta di un approccio che Google persegue da sempre e che sempre più si orienta verso l’analisi semantica della rete, come dimostrato anche dal lancio del nuovo algoritmo, Google Colibrì (o hummingbird nella lingua madre).

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La tradizione salentina attraverso al sua musica popolare

Oggi si parla del Salento come di un brand turistico, uno dei più riconoscibili e seducenti del Belpaese. Eppure, sono passati meno di 15 anni da quando il tacco d’Italia brancolava in un buio di manchevolezze e inadeguatezza strutturale, amministrativa e gestionale. Se oggi ogni hotel, b&b, residence Salento segna il tutto esaurito per almeno tre settimane l’anno, il merito è soprattutto di tutti quei fattori che hanno permesso la rivalutazione della tradizione del posto.

La gastronomia, il barocco, le spiagge sono tra le eccellenze del posto, ma non possiamo dimenticarci della pizzica, la musica e danza tipica salentina che, da anni, viene insegnata e raccontata anche al di là dei confini italiani, apprezzata per le sue suggestioni e per tutto ciò che evoca.

La storia della pizzica

La nascita della pizzica non è facilmente databile. C’è di certo che risale a un periodo antecedente la cristianizzazione dei costumi locali; attinge in parte dalla tradizione rurale e in parte dalle pulsioni incanalate nella figura del dio Bacco. il riferimento è a un territorio che, oltre 500 anni fa, viveva di agricoltura e poco più, in cui la stragrande maggioranza della popolazione si guadagnava da vivere nei campi, le donne, in particolare, nelle piantagioni di tabacco.

La storia della pizzica è storia della donna del Salento, in una società patriarcale che le vedeva come proprietà del marito, costrette a reprimere ogni pulsione, a fuggire i rischi della disapprovazione pubblica riducendo i propri istinti in isterie mute. La pizzica fa la sua roboante comparsa nella tradizione contadina, elemento di rottura degli schemi che verte sulla figura della taranta, il ragno della campagna che, secondo le narrazioni, mordeva le donna, costringendole a danzare al ritmo imposto dall’aracnide fino a liberarsi dal veleno. Un veleno vivifico, però, che legava donna e ragno in un rapporto di adorcismo, che è l’esatto opposto dell’esorcismo, vive sulla simbiosi, l’accordo e l’armonia. La donna ballava e, ballando, espelleva le tossine di un sistema retrogrado e sessista; ballava senza il rischio di incorrere nella condanna sociale, ballava di gioia e di passione.

Col tempo, la tradizione musicale è sopravvissuta nelle accademie, è diventata materia di studio e, solo in un secondo momento, grazie anche alla Notte della Taranta, di divertimento. Da circa due decenni la pizzica risuona prepotentemente tra le piazze e le strade di qualunque città del Salento, è diventata inno territoriale, felicità, sfrenatezza, si è spogliata di quel velo di ansia e frustrazioni per vestire gli abiti dell’attrattiva turistica, ma le orecchie più allenate, o semplicemente quelle pronte ad ascoltare, possono scrutare in ogni colpo di tamburo i dolori che generarono le ballate che ancora oggi, secoli dopo, assecondiamo con ogni parte del nostro corpo.

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I vantaggi di possedere una bicicletta elettrica

Il 2016 è l’anno della bici elettrica. Entro la fine dell’anno solare, le stime prevedono che oltre 35 milioni di e-bike saranno in circolazione per le strade di tutto il mondo; il pedelec è il mezzo a trazione elettrica più venduto del momento e le previsioni di settore suggeriscono un’ulteriore crescita del trend negli anni che seguiranno. Ma perché la bici elettrica è tanto apprezzata?

Mobilità urbana 2.0

Il modello smart city, tanto caro all’Unione Europea, inizia a prendere forma. Al centro delle politiche di ottimizzazione del contesto urbano in ottica green e tecnologizzazione dei sistemi ha nella bicicletta a pedalata assistita uno dei punti di forza. La città del futuro ha nella mobilità intelligente ed ecocompatibili uno dei centri attenzionali principali, con l’obiettivo di convertire le abitudini stesse della cittadinanza.

La bici elettrica è il mezzo pensato per una riconfigurazione del sistema dei trasporti urbano, che mira all’abbattimento del numero di automobili private in circolazione in favore di mezzi pubblici ad alimentazione verde e di veicoli ad impatto zero.

Efficienza per le strade

Il pedelec non è solo una soluzione per l’ambiente ma anche una risorsa eccellente per ottimizzare i tempi e le abitudini. Sempre più lavoratori che quotidianamente affrontano il traffico della grande città scelgono la bicicletta a pedalata assistita per raggiungere il posto di lavoro, abbandonando l’auto di proprietà e i mezzi pubblici.

Salute e benessere

Fare sport fa bene, utilizzare il pedelec, anche. A confermarlo è uno studio dell’University of Colorado Boulder, che ha messo in evidenza come siano sufficienti 2 ore di utilizzo della e-bike a settimana per assicurare un miglioramento netto delle condizioni cardiovascolari e della resistenza aerobica oltre che la regolazione dei valori glicemici.

Risparmio sugli spostamenti

Il costo di acquisto viene ammortizzato entro i primi mesi: sostituire l’automobile o il mezzo pubblico con la bicicletta elettrica significa eliminare le spese relative a carburante, parcheggio o abbonamento, per un risparmio consistente nel medio-lungo periodo.

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Compleanno della mamma: i 5 fiori più adatti per lei

Per il compleanno della mamma è il caso di scegliere il bouquet più adatto, che la rappresenti, la gratifichi e ne rappresenti l’essenza. I fiori per compleanno sono una tradizione che non è mai passata di moda; scegliere il fiore più adatto all’occasione, però, non è semplice; ecco i 5 fiori più adatti da donare alla propria madre.

Rosa bianca

La rosa, a seconda delle sue colorazioni, assume i significati più vari. La rosa bianca però è inequivocabile, intensa, forse non c’è neppure bisogno di dilungarsi. Il bianco, archetipo di purezza, si esalta nelle forme seducenti del fiore più noto e conosciuto al mondo, ed esprime un augurio di cuore.

Girasole

Il girasole è un fiore fortemente evocativo, rappresenta in maniera immediata e intensa l’idea di devozione. Come i fiori, nelle stagioni più calde e erti nei campi, si voltano alla ricerca dei raggi solari, così il figlio impara a prendere la propria madre come modello, a seguirla, a farsi proteggere da lei.

Camelia

Nel suo giorno, è bene rendere omaggio alla figura della mamma e alla sua presenza fondamentale per la famiglia. La camelia è un fiore distinto, ricco di quel fascino complesso proprio delle signore più sofisticate. Le colorazioni vivide, i petali ampi e vorticosi sono emblema di eccellenza e splendore.

Dalia

La mamma è la figura chiave di ogni famiglia, il cardine di un nucleo famigliare, affronta le difficoltà senza scomporsi né cedere. Dignità ed eleganza sono espressi con intensità massima e stile dalla dalia, un fiore candido ma dall’aspetto deciso, ricco di charme e classe allo stesso tempo.

Giglio bianco

Il giglio bianco comunica purezza, tipica degli occhi di un bambino che si volge verso la propria madre in cerca di conforto, protezione e sostegno. Un fiore bellissimo, dalle forme sinuose e accattivanti, splendido per come si mostra e per quello che racconta.

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Che cos’è la Black Hat SEO e perché evitarla

Nella SEO, come in tante altre cose della vita, ci sono due modi di agire: si può puntare su una programmazione costante e ad ampio raggio, che porti benefici e risultati solo dopo un certo periodo di duro lavoro oppure si può optare per un approccio più comodo, meno impegnativo ed efficace già nel breve periodo. Detta così, non si può che puntare sul secondo metodo, certo. In fatto di posizionamento sui motori di ricerca, però, il metodo ‘rapido’ è quello che in gergo è definito Black Hat SEO e si dia il caso che, oltre che più performante nel brevissimo periodo, è anche un approccio molto rischioso, i cui effetti negativi sono misurabili soprattutto a distanza di tempo.

La Black Hat funziona?

Ogni agenzia SEO Milano, Roma o Napoli che sia conosce benissimo le minacce insite nel praticare attività di SEO Black Hat… e si guarda bene del farlo (o è quello che ci si augura). Il lato oscuro della SEO si esplica in strategie e condotte sviluppate con lo scopo di approfittare di bug e limitazioni poste in essere dai crawler di Google e degli altri motori di ricerca, al fine di favorire una scalata rapida delle SERP.

D’altra parte, contravvenire alle indicazioni di Google significa esporsi al rischio, concreto, di subire una penalizzazione da parte di Big G e ritrovarsi, dall’oggi al domani, cancellati dall’elenco delle ricerche per le stesse keyword cui il giorno prima era stata conquistata la prima pagina.

Le strategie Black Hat

Una delle tecniche principali di SEO Black Hat consiste nel nascondere keyword e link all’interno di una pagina, allo scopo di ingannare i sistemi di scansione web dei motori di ricerca, risultando allo stesso tempo invisibili agli occhi degli utenti. Solitamente, chi pratica questa (antichissima) tecnica, inserisce elementi in grado di apportare vantaggi lato posizionamento nello stesso colore dello sfondo di pagina, falsando l’interpretazione dei contenuti.

Altro stratagemma è quello basato sull’utilizzo di doorway pages. Si tratta di veri e propri specchietti per le allodole, pagine spesso prive di contenuti e create ad hoc per forzare il suo posizionamento con lo scopo di canalizzare il traffico verso altre pagine del sito o verso siti terzi (i quali, in questo modo, non rischiano di essere individuati dai crawler di Big G).

Le tecniche più rudimentali hanno a che fare col keyword stuffing, ovvero l’over-ottimizzazione di contenuti dal punto di vista SEO copy, inserendo forzatamente la keyword principale secondo una ricorrenza innaturale; e con la link building sporca, ovvero attraverso l’ottenimento illecito di link esterni, acquistandoli o mediante scambi di link.

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Formazione ECM per il triennio 2014-16

In relazione al triennio 2014-16, è stato stabilito l’obbligo per i professionisti del settore medico-sanitario di conseguire un totale di 150 crediti formativi in ECM (Educazione Continua in Medicina). Lo stesso vincolo è previsto anche in relazione al triennio 2017-19 e con le medesime modalità.

La ripartizione dei crediti

Secondo quanto stabilito dall’accordo fra Stato e dipartimenti sanitari regionali, i tecnici sono chiamati ad acquisire i crediti previsti secondo una cadenza annuale, per un minimo di 25 ed un massimo di 75 crediti (minimo il 50% dei crediti previsti per ogni anno, ovvero 50, e un massimo del 150%). I professionisti che hanno già partecipato alle iniziative di formazione continua nel corso del triennio scorso (2011-2013) possono avvalersi di una riduzione di 5 crediti l’anno.

Chi riguarda l’obbligo di aggiornamento

Tutti i professionisti delle professioni sanitarie devono ossequiare quanto stabilito. Non solo medici, dunque, ma anche infermieri, tecnici di laboratorio, biologi, fisici, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, odontoiatri, dentisti, veterinari devono conseguire i crediti formativi. L’indicazione vale sia per i lavoratori stipendiati e sia per i liberi professionisti.

Come stabilito dalla Commissione nazionale in data 4 dicembre 2012, l’obbligo a partecipare ai corsi di formazione ECM per i professionisti del comparto sanitario scatta a partire dall’anno solare successivo a quello dell’iscrizione all’Albo. Per le professioni che non prevedono l’iscrizione ad un Albo professionale, l’obbligo decorre a partire dall’anno solare successivo a quello di conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione.

Tipologie di corsi

I corsi di formazione sono organizzati da provider ECM accreditati dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Sul sito dell’Agenas è possibile visualizzare l’elenco completo dei corsi, organizzati per aree tematiche e professionali e suddivisi per regione di appartenenza. I corsi sono suddivisi in tre tipologie:

  • Aggiornamento sulle conoscenze teoriche (sapere)
  • Acquisizione di nuove abilità tecniche e/o manuali (fare)
  • Acquisizione di nuove abilità di tipo relazionale e comunicativo (essere).
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Il Pandoro di Verona: la storia delle sue origini

Il Pandoro: non un semplice dessert ma un vero e proprio simbolo per un’intera città. Forse solo l’Arena e Romeo e Giulietta possono vantare, tra le eccellenze scaligere, una fama superiore a quella del dolce natalizio. Il pandoro viene distribuito in tutto il mondo, nei supermercati e nelle pasticcerie di alto livello, persino su internet, tramite e-commerce del dolciario che si occupano di consegna torte a domicilio. Pochi però sanno che le origini del dolce veneto sono antichissime e che, secondo alcune ricostruzioni storiche, se ne hanno tracce già a partire dall’epoca Romana.

Il pandoro nell’antichità

Uno scritto di Plinio il Vecchio, risalente a circa duemila ani fa, già parlava di un cuoco veronese chiamato Vergilius Stefanus Senex, il quale, racconta lo scrittore latino, preparò un pane con fiori di farina, burro e olio, secondo una ricetta già simile a quella dell’attuale panettone.

Oltre dodici secoli più tardi si hanno nuove notizie sul pandoro, o almeno sui suoi antenati: diverse fonti risalenti al XIII secolo parlano di un “pane de oro”, che, stando a quanto tramandato, era di gran voga nei banchetti della nobiltà veneziana del tempo.

La consacrazione ufficiale

Ufficialmente, se così si può dire, il pandoro nasce nel corso del XIX secolo. Fu Domenico Melegatti, proprietario dell’omonima azienda ancora oggi leader del settore, a depositare il brevetto di un pane dolce e soffice ricoperto di zucchero a velo e che già nella sua prima elaborazione presentava la tipica forma a stella con otto punte, concepita dal pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca.

Il pandoro oggi

Nel corso di oltre un secolo di storia, la ricetta del pandoro ha subito diverse rivisitazioni, allo scopo di rendere il prodotto sempre più appetibile sul mercato. Sebbene la versione originale sia concepita priva di guarnizioni, sono sempre più diffusi dolci ripieni di creme di vario tipo o cioccolata.

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Origini, storia e significato della collana

Al pari di bracciali e anelli, dell’utilizzo della collana si hanno tracce già a partire dall’Età del Bronzo, quando gli uomini preistorici dell’epoca erano soliti costruire in modo ornamentale dei semicerchi intorno al collo, adornati con pietre o conchiglie. Esse, così, rappresentano una preziosissima testimonianza di come. già oltre 4000 anni fa, gli uomini avessero sviluppato un gusto estetico, che trascendesse la mera funzionalità oggettuale. Il desiderio di decorare gli accessori e di impreziosirli con elementi di vario genere, dimostra come fin dal Neolitico l’uomo possedesse caratteristiche intellettive che lo portavano ad assecondare pulsioni come la vanità.

Nell’Antico Egitto, impero che fin da subito si sviluppò nell’oreficeria le collane erano utilizzate in maniera diffusa e gli artigiani dell’epoca riuscirono a creare un campionario molto ricco utilizzando materiali come il corno, la pietra, l’osso fino all’avorio.

Nelle città elleniche di Creta e di Micene si diffuse ampiamente il ricorso a preziosi per valorizzare la zona del collo femminile e le collane divennero un chiaro elemento utilizzato per ribadire il rango sociale delle donne libere del posto.

Per ciò che riguarda l’artigianato dei gioielli, l’Impero Romano risentì pesantemente della cultura etrusca, dove anelli, braccialetti e collane erano ampiamente utilizzati sia dagli uomini e sia dalle donne. A Roma si diffuse l’utilizzo delle collane in combinazione con le metodologie greche, impreziosite dall’introduzione di preziosi quali il corallo e il cammeo.

Durante il Medioevo, le simbologie legate all’uso della collana si sfaccettarono e si divisero tra il filone bizantino, che introdusse l’utilizzo di ciondoli a forma di croci e monete, e le usanze barbare, in cui venne dismesso l’utilizzo di metalli.

Fu durante il Rinascimento che (anche) l’oreficeria raggiunse la propria epoca aurea, grazie a un imponente sviluppo delle tecniche di lavorazione.

Oggi le collane svolgono un ruolo che è principalmente estetico ma a cui si lega il desiderio di comunicare parte di sé, esprimendo un valore o un’ideologia o in riferimento a credenze e superstizioni antiche sopravvissute ancora oggi. La crescita del mercato dei ciondoli, testimoniata dalla diffusione di marchi del settore come Trollbeads, ha alimentato il filone della personalizzazione del prezioso, che è la tendenza che alimenta e arricchisce quasi tutti i settori merceologici che agiscono nei comparti legati all’immagine, al look e al design.

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Scegliere la stampante più adatta in relazione all’uso

Scegliere la stampante più adatta significa analizzare le proprie abitudini di utilizzo,valutare le esigenze e rapportare al budget messo a disposizione. Il punto è che non si può parlare della stampante migliore in termini assoluti ma occorre rapportare ogni valutazione all’uso che si intende farne. Di base, la scelta fondamentale da prendere è una: meglio una stampante laser o una che utilizza la tecnologia a getto d’inchiostro?

Molte stampe, poca variazione

Se per lavoro o per qualunque altra ragione utilizzi la stampante molto spesso, forse è il caso di orientarsi verso la tecnologia laser. Le stampanti a LED, infatti, sono le migliori in caso di utilizzo frequente, poiché più rapide e precise. A ciò occorre aggiungere che il toner delle stampanti laser ha un ciclo di vita significativamente più lungo rispetto alle cartucce delle inkjet.

La tecnologia LED è particolarmente indicata per le stampe di materiale testuale, con molte scritte e poche immagini, ed è perfetta per copie in bianco e nero.

Uso domestico

Se la stampante di casa è utilizzata raramente e per stampare materiale di diverso tipo (testi, foto, immagini, ecc.), la tecnologia inkjet si configura come la soluzione perfetta. Il getto d’inchiostro, infatti, è più performante della polvere di carbone del LED in caso di stampe a colore, figure e anche per l’utilizzo su più formati cartacei.

Per risparmiare

La questione prezzo pende a favore delle stampanti inkjet. Esse, infatti, hanno un costo d’acquisto inferiore (possono costare anche la metà); in aggiunta, il toner da acquistare a inchiostro finito, è più caro delle cartucce. Ulteriore vantaggio delle inkjet è dato dalla possibilità di acquistare cartucce compatibili o rigenerate, ad un costo ben più basso di quelle originali.

Va considerato, infine, che quasi tutte le stampanti a macchia d’inchiostro sono multifunzione, ovvero integrano anche la funzione di scanner, al contrario delle laser che non sempre assicurano tale servizio.

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I vantaggi delle cassette di sicurezza

In questi ultimi anni, le cassette di sicurezza stanno assumendo un’importanza e un apprezzamento crescenti, visto e considerato che il numero di furti e rapine nelle abitazioni sta aumentando a dismisura. Non sono pochi, infatti, i risparmiatori che stanno correndo ai ripari per tutelare al meglio tutti i propri oggetti di valore. Secondo il Censis, il numero degli italiani derubati in questi ultimi 10 anni è cresciuto in modo eclatante e almeno 1 cittadino su 3 ha subito il furto di un oggetto personale.

Le cassette sicurezza Lugano hanno rappresentato negli ultimi anni una soluzione molto gettonata anche da parte dei transfrontalieri italiani che hanno deciso di affidarsi alla riservatezza e alla discrezione degli istituti svizzeri. In realtà, i depositi italiani garantiscono prezzi più bassi ma, al contempo, non sono vincolati al segreto bancario, come avviene invece con le banche e gli istituti elvetici.

Tutte le cassette di sicurezza sono ubicate all’interno del caveau. In questo luogo sotterrato sono installati due sistemi di protezione: uno di allarme e uno di sorveglianza. Entrambi i sistemi sono sempre attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 incluso la domenica e i giorni festivi in modo tale da garantire al cliente la massima sicurezza anche nei giorni di festa.

Per ottenere una cassetta di sicurezza, è sufficiente sottoscrivere un contratto di locazione. Generalmente la durata è di 1 anno, ma per esigenze diverse, è possibile stipulare contratti anche per brevi periodi (almeno 3 mesi). Il canone è fisso e dipende dalla grandezza del deposito selezionato e, ovviamente, dalle politiche commerciali applicate dall’istituto. Spesso, sono previste agevolazioni particolari per chi ha già aperto un conto corrente presso la società, ma i due prodotti non sono vincolati l’uno all’altro.

Ecco qui di seguito i principali vantaggi garantiti dalle cassette di custodia:

  • Massima comodità e sicurezza;
  • Prezzi super vantaggiosi rispetto alle altre forme di protezione presenti sul mercato;
  • Ottimo il rapporto prezzo/qualità;
  • Possibilità di delegare anche terze persone per eseguire operazioni di immissione o prelevamenti.
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Cene aziendali: perché sono una risorsa

Da diversi anni anche in Italia si è consolidata una visione diversa di azienda, più orientata ala costruzione di un’immagine societaria che non sia mero luogo di lavoro quanto, piuttosto, un vero e proprio team, una causa da sposare, difendere e sospingere.

Alla base della concezione di impresa come una squadra vi è, senza dubbio, anche il concetto di team building: l’intuizione non è particolarmente rivoluzionaria, anzi. Già dagli anni ‘50, infatti, presso i Paesi più avanzati sotto il profilo dei diritti sociali e dei lavoratori, si è fatta larga l’idea che un dipendente motivato fosse anche più produttivo, oltre che meno incline a valutare nuove offerte di lavoro. Una concezione che, nel corso degli anni, è divenuta centrale al punto che oggi nessuna impresa immaginerebbe mai di metterla in discussione.

Le cene aziendali

Costruire affiatamento all’interno di un team di lavoro, però non è affatto semplice. Al di là delle differenze di caratteri, interessi, età, l’ambiente lavorativo non è esattamente l’ideale per spingere la gente a raccontarsi e farsi conoscere. Così, le attività extra-lavorative che permettono ai dipendenti di svestire i panni del professionista e indossare quelli di essere umani, diventano occasioni cruciali per imprimere un’accelerata alle relazioni interpersonali.

Le cene aziendali Milano, però, si rivelano spesso meri galà istituzionali, infarciti di retorica da ufficio e cura artefatta dell’immagine. Non a caso, molte società hanno iniziato a interpretare le cene aziendali in modo diverso, trasformandole in feste, momenti ludici, serate all’insegna del disimpegno. Il risultato? I dipendenti dimostrano maggior affiatamento nei giorni immediatamente successivi all’incontro, sono più disposti a venirsi incontro e l’efficienza in ufficio aumenta.

E gli altri eventi

Le cene aziendali sono solo una delle risorse che utilizzano le aziende per creare team building. Le alternative sono tantissime: c’è chi porta i propri dipendenti a praticare free climbing all’interno di specifici centri per appassionati, chi opta per il laser game e chi per eventi meno adrenalinici come serate al teatro o divertenti giochi di ruolo in cui l’unico obiettivo è quello di conoscersi meglio… e piacersi di più.

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Di cosa si occupa un ufficio stampa?

La domanda del titolo può apparire quasi come una provocazione; in realtà, è giusto provare a soffermarsi un attimo sulla questione per cercare di addentrarci meglio all’interno di una agenzia di ufficio stampa Milano e comprendere appieno di cosa si occupi e perché è tanto importante averci a che fare per dare forza al proprio business e all’immagine dell’azienda.

Gestione del sito web

Ogni società commerciale compie le proprie scelte riguardo alla gestione del sito web aziendale, c’è chi si affida a web agency, per un approccio più propriamente commerciale, chi ad agenzie SEO per puntare sul posizionamento organico e chi, invece, predilige l’aspetto della pura comunicazione efficace. In questo caso, un ufficio stampa è la scelta più indicata, per dare un taglio più editoriale al proprio website. In particolare, l’ufficio stampa si occupa dell’aggiornamento del blog e della diffusione dei contenuti tramite i social network aziendali, aggiorna il sito nel caso di riconfigurazioni commerciali o per comunicazioni di servizio.

Comunicati e conferenze stampa

L’ufficio stampa è anche l’organo che tiene in pugno i rapporti tra azienda e media. I comunicati stampa sono un’arma tradizionalmente utilizzata da moltissime imprese e che, grazie alla digitalizzazione del settore comunicativo e della forza sempre più significativa assunta dalle attività di e-mail marketing, oggi si rivela più forte di prima. Sta ai membri dell’ufficio stampa redigere il contenuto nel rispetto delle indicazioni ricevute, ma accomodandole nella forma più mediatica possibile.

Prima di un evento o del lancio di un nuovo prodotto, va organizzata una conferenza stampa. L’ufficio stampa ne cura la gestione dall’inizio alla fine: contatta gli addetti media per invitarli, fornisce il materiale informativo, si occupa dello streaming o della sua divulgazione sui media, sollecita le varie testate a farne menzione una volta conclusa la conferenza e, allo stesso modo, a fine evento o a lancio del prodotto avvenuto. Una è la regola aurea di un buon ufficio stampa: non fermarsi mai.

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