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2 Novembre 2021

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Uscita de “L’individualismo radicale di Max Stirner”, libro postumo di Giovanni Feliciani

L'individualismo radicale di Max Stirner - Bibliosofica Editrice

Bibliosofica Editrice pubblica l’opera postuma di Giovanni Feliciani, un nuovo studio sul filosofo tedesco Max Stirner: “L’individualismo radicale di Max Stirner”.

Non vi è una vera e propria letteratura specifica e bene articolata riguardo al pensiero e all’azione radicale. Alcuni aspetti della storia, infatti, sono stati messi all’angolo, poiché ritenuti “scomodi”.

Giovanni Feliciani, studioso ed editore, decide di non approfondire gli aspetti prettamente storici del pensiero anarchico, bensì gli elementi legati alla radicalità. In particolare, l’attenzione è rivolta al filosofo tedesco Max Stirner, senz’altro il più radicale tra i componenti della sinistra hegeliana e non solo. L’opera di Stirner verrà accolta e sviluppata dai nichilisti russi e dai terroristi anarchici.

Feliciani è, chiaramente, influenzato nei suoi studi dal filosofo tedesco, ma anche da Nietzsche e Simmel, tuttavia al centro del suo pensiero non vi è l’assenza di regole e certi stilemi più estremi di una certa corrente anarchica, ma l’individuo con le sue esigenze e privo di condizionamenti.

Tutti i libri, tutta l’attività da editore, tutta la sua vita, è stata segnata da una caparbia decisione di “andare oltre”; quindi di essere sé stessi fino in fondo.

 

Giovanni Feliciani (Siena, 1951 – Roma, 2017) è stato libraio, bibliotecario, ricercatore.

Ha fondato e ha diretto la Casa Editrice Bibliosofica, a Roma, presso la quale ha pubblicato: “Biblius. Libro dei Libri“(1999); “Bibliosofia. Scienza del Libro e della Lettura” (2011); “Vivere al ritmo della radicalità; nella storia“, (2015); inoltre ha curato, la raccolta di studi “La Biblioteca Pubblica. Antologia degli scritti di Virginia Carini Dainotti” (2014) e insieme ad altri il volume “La Cultura brucia. Anna e la libreria uscita nella Roma degli anni ’70” (2010). È stato cofondatore della collana di Studi Storici, Filosofici Umanistici “Tempora”.

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Centri storici, sicurezza e accessibilità: il contributo di Pietro Vignali

Pietro Vignali, Sindaco di Parma dal 2007 al 2011, riflette sui nuovi bisogni emersi nelle città a causa della pandemia.

Pietro Vignali

Pietro Vignali: per rilanciare le città serve un modello europeo

L’emergenza sanitaria e i suoi effetti socio-economici hanno cambiato il volto delle città. Il Covid-19 ha accentuato problematiche quali desertificazione dei centri storici, mancanza di sicurezza e quartieri periferici sempre più degradati. La riqualificazione dei centri urbani diventa dunque fondamentale in ottica di rilancio post-Covid. A dirlo è Pietro Vignali, ex Sindaco di Parma. Riguardo ai centri storici, un suggerimento arriva dai modelli europei. Grazie allo sviluppo e alla programmazione di iniziative culturali, commerciali e logistiche con la creazione di centri commerciali naturali come avevo fatto durante il mio mandato, è possibile creare un ambiente cittadino economicamente e socialmente sostenibile. Non solo. C’è bisogno inoltre di una riqualificazione del patrimonio di edilizia pubblica e di un grande piano casa che punti sull’Housing sociale, progetti che oggi necessitano di figure specializzate. L’ex Sindaco porta l’esempio del “City Manager”, introdotto negli anni del suo mandato proprio con lo scopo di rilanciare il centro storico di Parma. Si tratta di interventi che producono effetti collaterali estremamente positivi, spiega Pietro Vignali, in particolare in tema di vivibilità e sicurezza.

Pietro Vignali: Forze dell’Ordine da sole non garantiscono la sicurezza

La sicurezza urbana è uno dei temi principali affrontati da Pietro Vignali: “Non possiamo far finta di non vedere cosa succede nelle strade della città. Ma non si può pensare di risolvere i tantissimi problemi di degrado e microcriminalità solo con le Forze dell’Ordine, che sono poche e che hanno già tanti problemi più complessi di sicurezza pubblica da seguire”. Una possibile strada potrebbe essere quella di una riforma della Polizia municipale, che potrebbe garantire presidi fissi nei punti critici, sia di giorno che di notte, preservando “vivibilità e qualità della vita”, in particolare nelle città di medie dimensioni. L’ex Sindaco di Parma, che durante il suo mandato aveva elaborato la carta di Parma che era diventato un decreto legge sulla sicurezza urbana, sa bene che l’impiego delle Forze dell’Ordine da solo non è tuttavia sufficiente. Servizi mezzi pubblici migliori, accessibilità e rivitalizzazione sono gli elementi che consentono alle persone di riappropriarsi degli spazi pubblici in tutta sicurezza. Concetto valido soprattutto per i quartieri periferici, conclude Pietro Vignali, che oggi rischiano di diventare dei veri e propri ghetti.

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“IL MILITE IGNOTO: ALLE RADICI DELL’IDENTITÀ ITALIANA”

In occasione del centenario della traslazione all’altare della patria della salma del milite ignoto, la rete accademica costituita da UniTreEdu, Fondazione Primato, ARS archivio storico e CE.DI.S. – Centro Studi e Ricerche sulle politiche del diritto e sviluppo del sistema produttivo dei servizi – dell’università eCampus organizza, con il patrocinio della Brigata di supporto al (HQ) NRDC-ITA, presso il Circolo Unificato dell’esercito di Milano la conferenza “Il Milite Ignoto: alle radici dell’identità italiana”.

La conferenza avrà luogo mercoledì 3 Novembre 2021 alle ore 18.00 presso il Palazzo Cusani, salone Umberto I, in via del Carmine 8 a Milano. L’incontro sarà coordinato dal Prof. Silvio Bolognini dell’Università eCampus (autore del volume sul Milite Ignoto di recentissima pubblicazione per i tipi di Mimesis Edizioni), con la partecipazione e l’intervento dei Prof. Massimo De Leonardis e Sergio Luppi dell’Università Cattolica di Milano e dei Prof. Marco Marinacci e Marina Simeone dell’Università eCampus.

 

Per informazioni e prenotazioni: [email protected]

L’evento sarà svolto nel rispetto delle misure riguardanti la sicurezza sanitaria attualmente in vigore con presentazione della carta verde (green pass)

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Non solo stile ed eleganza ma anche sostenibilità: il Palazzo Ravasio ideato da Antonio Franchi

Antonio Franchi è alla guida di un progetto di ristrutturazione che cambierà l’anima di Palazzo Ravasio rendendola più “green”.

Antonio Franchi

La mission del progetto sviluppato da Antonio Franchi su Palazzo Ravasio

Palazzo Ravasio è un antico edificio veronese la cui storia risale al 1924, anno in cui Giuseppe Ravasio acquistò il fabbricato, che fu in seguito demolito e ricostruito per realizzare un palazzo dallo stile monumentale contenente al suo interno degli appartamenti signorili. Per modernizzare l’iconico edificio ci si è affidati alla società guidata da Antonio Franchi, The Residenze, che ha messo a punto un progetto per rendere Palazzo Ravasio un esempio di edilizia ecosostenibile. Il team di The Residenze sa bene, ad esempio, che il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici sono tra i principali responsabili dell’inquinamento cittadino e per questo motivo, per la nuova versione di Palazzo Ravasio, mirano a “tagliare” la dipendenza dai fossili, orientandosi verso delle forme di energia più pulite. Un altro aspetto diventato fondamentale è il benessere umano, adesso al centro del progetto. Prestando particolare attenzione alla scelta dei materiali costruttivi e alla qualità dell’aria si garantisce un buon livello di comfort psicofisico degli occupanti. Sono questi gli obiettivi che il team guidato da Antonio Franchi intende raggiungere.

Antonio Franchi: i materiali “green” utilizzati nella ristrutturazione

Oltre all’installazione di impianti di ultima generazione e di sistemi di isolamento che ridurranno i consumi, garantendo al contempo il massimo comfort, l’intervento di ristrutturazione portato avanti da Antonio Franchi su Palazzo Ravasio prevede l’impiego di materiali ecosostenibili. L’isolamento termico, ad esempio, sarà assicurato da una controparete costituita da due pannelli isolanti in fibra di canapa vegetale e altri materiali che garantiscono anche un controllo dell’umidità e una riduzione degli inquinanti. Le pareti saranno poi rivestite con biointonaco (a base di calce naturale) e rifiniti con un’idropittura organica minerale eco-compatibile. I pavimenti in parquet saranno invece realizzati con legname biocompatibile e posati con una tecnica che non prevede l’utilizzo di collanti chimici. Persino i rivestimenti e le finestre dovranno essere ecocompatibili, con i primi prodotti con ceramica sostenibile di alta qualità e le seconde in legno lavorato con tecniche altamente sostenibili.

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