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I vini Toso accompagnano Wilma Goich in occasione della Serata d’Artista

In occasione della “Serata con l’Artista”, che si terrà il prossimo sabato 14 aprile presso l’Agriturismo San Bovo di Cossano Belbo, la cantina Toso tornerà protagonista con la propria variegata offerta di vini.

Prosegue infatti il “progetto appetitoso per valorizzare il turismo, sposando l’arte con la cucina e i vini a Denominazione di origine”, con il patrocinio del Comune di Cossano Belbo e dell’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero.

Dopo Margherita Fumero e Alfredo Nocera, in programma per la prossima serata Wilma Goich, cantante di grande temperamento, che negli anni Sessanta e Settanta ha spopolato nelle principali gare canore del tempo con parecchi successi, tra i quali la celebre  “Le colline sono in fiore”, che l’ha affermata anche a livello internazionale.

Accanto all’arte e alla cucina uno spazio di rilievo spetta al vino, interpretato come nella serata del 10 marzo scorso dalla Cantina Toso, che ha volentieri condiviso il progetto per proporre attraverso l’iniziativa la qualità dei suoi vini ai consumatori finali, secondo un’impostazione che trova piena conferma anche nell’Enobottega che la Toso ha inaugurato nell’autunno 2011 insieme alla riapertura del Museo Enologico di famiglia.

Ad aprire le danze l’elegante flute del Roxé Pinot nero spumante in compagnia dello stuzzichino di entrata e del primo antipasto, seguito dal Piemonte Cortese Doc Frizzante della collana “Fiocco di Vite” a completare la sequenza dei piatti di entrata.

Sarà invece la splendida Barbera d’Asti Docg del 2010 ad accompagnare primo e secondo piatto, mentre il dessert (un tris molto accattivante con la torta di castagne insieme al semifreddo al limone e al rotolo alle fragole) troverà la sinergia di un classico, il Moscato d’Asti 2011, ancora del catalogo “Fiocco di Vite”.

A fine pasto, trionferà la tradizione con il classico liquore delle Langhe, quel Toccasana Negro che da tempo la Cantina Toso distribuisce insieme agli altri suoi prodotti.

Per ulteriori informazioni sulla serata, è possibile contattare l’Agriturismo San Bovo di Cossano Belbo (0141-88328) oppure visitarne il sito all’indirizzo www.agriturismosanbovo.com.

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Un vino per l’estate: Brachetto Toso

C’era una volta una bella competizione canora che catalizzava l’attenzione degli appassionati di musica durante tutta la stagione estiva. Era “Un disco per l’estate” e ha visto numerosi interpreti della canzone italiana imporsi e vendere dischi a palate.

Adesso, quella competizione canora non c’è più, ma vorremmo prenderne spunto per dare un senso compiuto a un vino particolarissimo che l’azienda Toso produce in due versioni. Il vino è il Brachetto – frutto dell’omonimo vitigno – e le due versioni di Casa Toso sono il Piemonte Brachetto Doc e il Brachetto d’Acqui Docg.

A tavola, sia il Brachetto d’Acqui che il Piemonte Brachetto sono “i vini per l’estate”, allegri e generosi, adatti ad accompagnare le torte e le insalate di frutta, i piatti dolci, le torte di panna e le paste di meliga e i dolci al cucchiaio. O per essere bevande dissetanti, gradevoli e a bassa gradazione alcolica e per un profumatissimo sorbetto.

Pochi giorni di riposo e i due Brachetto sono pronti per il consumo e per la festa: il tenue colore rosa che veste i due vini sembra migrare nel profumo fragrante, che ricorda la rosa, la fragola, la ciliegia e il ribes insieme alle note aromatiche dell’uva. Elegante è il sapore, dolce e acidulo, con una fragranza impeccabile che crea armonia.

Sono due anime dello stesso ambiente collinare che in Piemonte è legato ai vitigni aromatici: se il Piemonte Brachetto ha una zona più ampia, il Brachetto d’Acqui viene da una terra più specializzata. Tuttavia, il vitigno è lo stesso e così l’ispirazione produttiva.

Sono i filari di Brachetto coltivati in collina tra i 100 e i 300 metri slm, a Ricaldone, Alice Bel Colle, Strevi e Cassine, nella parte acquese della provincia di Alessandria, a regalare questi vini spumanti che si contraddistinguono per il delicato vestito rosa e un complesso olfattivo che oscilla tra i frutti e i fiori. Sono terreni compatti, calcarei e argillosi, dove la vite di Brachetto trova l’ambiente ideale, anche per quegli sbalzi termici tra giorno e notte ed estate e inverno che apprezza di più.

La vendemmia cade solitamente nella prima settimana di settembre e precede una serie di operazioni che fanno uno spumante spettacolare: la pigiatura con diraspatura delle uve, la fermentazione parziale con macerazione a temperatura controllata, la seconda fermentazione in autoclave e la presa di spuma e infine l’imbottigliamento a pressione costante.

In Casa Toso il brachetto rappresenta uno dei punti di forza dell’azienda: nel 2010, infatti, la vinificazione delle uve Brachetto ha toccato la quota di 570.000 chilogrammi e la produzione di vino ha sfiorato le 530.000 bottiglie tra Brachetto d’Acqui e Piemonte Brachetto.

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Asti Toso: quando terroir e tecnologia s’incontrano

Se c’è un prodotto che ha accompagnato la crescita e lo sviluppo dell’azienda Toso questo è senza dubbio l’Asti, lo spumante dolce italiano per eccellenza, che sulle ripide colline raccontate da Cesare Pavese ha la sua culla esclusiva.

Quelle attorno a Santo Stefano e Cossano Belbo sono terre bianche, magre, con il calcare che prevale sulle restanti componenti pedologiche. Sotto il sole d’estate, i filari verdi segnano in modo inequivocabile un panorama nitido e quasi geometrico.

Questi suoli così compatti e poveri di nutrimento esaltano alla perfezione gli aromi intensi del Moscato bianco, quei profumi dolci di miele, fiori e pesca bianca che anche le api adorano.

Per riuscire a trasferirli nel vino occorre una tecnologia di cantina impeccabile, la pressatura soffice delle uve e un percorso di spumantizzazione a basse temperature che arresta la fermentazione quando il vino ha raggiunto i 7% Vol. e ha completato la presa di spuma.

Dolce senza eccesso, fragrante di fiori e frutti, decisamente spumante, l’Asti di Casa Toso, affascina al primo assaggio. Si beve tradizionalmente con i dolci a pasta lievitata, le creme e le crostate di frutta, si gusta con piacere come bicchiere rinfrescante a metà pomeriggio, sorprende incredibilmente al momento dell’aperitivo con i salatini e le acciughe.

Con una progressione che sa di conquiste fatte con gradualità, Casa Toso ha poco per volta condiviso il cammino dell’uva Moscato e dell’Asti, da un lato sperimentando nelle vigne di famiglia le scelte produttive più adatte a una produzione di qualità e dall’altro instaurando con tanti viticoltori che vivono la vigna tra le Valli del Belbo e del Bormida un rapporto di collaborazione e di rispetto reciproco, che porta ciascuno a fare bene il suo mestiere.

Così, con quella politica dei piccoli passi propria delle famiglie radicate tra queste colline, Casa Toso ha cresciuto di anno in anno la vinificazione delle uve Moscato fino ai 3.500.000 chilogrammi della vendemmia 2010. E anche le bottiglie di Asti Spumante sono aumentate e con la stessa gradualità, fino ai volumi di 2.500.000 di tutto il 2010.

Anche in prospettiva futura, l’impegno rimane lo stesso: continuare nella ricerca della qualità, nel rispetto dell’origine e nella condivisione di una strategia globale e delle sue problematiche con chi vive la vigna, nella consapevolezza che si opera in un settore che in Piemonte interessa tre province, 52 comuni, quasi 10.000 ettari di vigne e pressappoco lo stesso numero di famiglie di viticoltori.

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Vini piemontesi: il Dolcetto di Diano d’Alba diventa DOCG

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  • 15 Aprile 2011

Da gennaio il Diano d’Alba rientra tra i rinomati vini rossi DOCG del Piemonte.

Sono attualmente 15 le DOCG (46 sono le DOC) dei vini piemontesi; dal 27 Gennaio 2011, con l’approvazione all’unanimità del Comitato Vinicolo Nazionale, diventa infatti DOCG anche il Dolcetto di Diano d’Alba, uno dei vini rossi piemontesi più apprezzati.

La DOCG “Dolcetto di Diano d’Alba” o “Diano d’Alba” ha una superficie di circa 300 ettari ed una produzione di circa 8000 ettolitri e interessa il territorio del Comune di Diano.

Ecco quanto afferma Mino Taricco, Assessore all’agricoltura della Regione Piemonte: “Si tratta di un riconoscimento importante e atteso; il Dolcetto di Diano era da trent’anni una denominazione d’origine e ha una storia produttiva e commerciale che trova origine in tempi ancora più lontani. Oggi compie un passo avanti significativo, andando a collocarsi nell’elenco delle eccellenze dei vini piemontesi, e potrà fregiarsi anche delle menzioni geografiche “Sorì”, finora riservate a Barolo e Barbaresco.
Si tratta inoltre di un altro importante riconoscimento per la viticoltura dell’albese, dopo la recente approvazione della DOC Alba, un territorio da sempre vocato al turismo enogastronomico che potrà trovare ulteriori elementi di valorizzazione nelle nuove denominazioni.
Ricordo che la Regione ha lanciato il progetto di comunicazione e valorizzazione “Piemonte AgriQualità”, che abbraccia le produzioni DOC e DOCG, accanto alle DOP, IGP e ad altri prodotti che la Regione stessa andrà a censire e certificare, un progetto che intende comunicare organicamente, con un marchio e un sito web, la qualità dell’agroalimentare piemontese.
In questo contesto, mi auguro che campagne di promozione e nuovi riconoscimenti possano sostenere sui mercati un vitigno come il Dolcetto, che insieme al Barbera rappresenta una delle denominazioni più estese in Piemonte .”

Ricordiamo anche alcune tra le più prestigiose DOC Piemontesi: tra i vini rossi piemontesi abbiamo il Barbera d’Asti doc, il Dolcetto d’Alba doc, il Nebbiolo d’Alba doc mentre tra i vini bianchi piemontesi ricordiamo il Cortese doc e lo Chardonnay doc.

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