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Il premio Braingnu 2013 a Lella De Marchi e Lucia Diomede

Il premio Braingnu 2013 a Lella De Marchi e Lucia Diomede
In arrivo la pubblicazione cartacea

 

Vince il premio BrainGnu edizione 2013 nella sezione narrativa Lella De  Marchi con “Tutte le cose sono uno”. La giuria presieduta da Francesca Patti ha incontrato un manoscritto con un carattere narrativo intenso e uno stile unico. Difficile comunque la valutazione e giungere a definire un vincitor unico visto che tutti i finalisti avevano presentato ottimi lavori. Il libro come primo premio verrà pubblicato in formato cartaceo da Prospettiva.
Al secondo posto per la narrativa (con pubblicazione in ebook per Librinmente) Luca Taddei con “Tutta in bicicletta. Ovvero: Ginger, la panchina e l’uomo dei non ricordi”.
Nella sezione poesia è stata giudicata prima Lucia Diomede con “Forme di suoni” e la silloge verrà pubblicata sempre in edizione cartacea con Prospettiva; seconda classificata Anna Minicucci con la raccolta “Essenze d’anima”     pubblicata in ebook da Librinmente.
Al terzo posto per la narrativa Fabiola Sciarratta con “Bloody Books”; Paolo Albertini con “Seconda vita”; Riccardo Colapicchioni con “Indiario”; Srdjan Radivojevic con “L’ultimo giro della giostra”.
Per la poesia Francesco Contardi con la raccolta “File su carta”; Antonio  Mastrandrea con “Occhi”; Dario Lodi con “L’insistenza delle parole”;      Maristella Bonomi con “Senso di blu”.
Grande soddisfazione al termine dei lavori per la grande qualità espressa dai partecipanti. Al termine della conferenza stampa è stato lanciato il bando del 2014 con scadenza 30 giugno 2014.

Altri due libri pubblicati in formato cartaceo e due in ebook come premio.

 

http://www.prospettivaeditrice.it/

 

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Riti di iniziazione e nonnismo. Il caso Folgore

Riti di iniziazione e nonnismo. Il caso Folgore.
di Massimiliano Santucci

Questo libro, frutto della rielaborazione di una tesi di laurea, costituisce un valido strumento, una “cassetta degli attrezzi”, per comprendere un fenomeno, il nonnismo, che andrebbe capito, prima ancora che “smontato” e contrastato.
Ad esso si riconduce qualsiasi forma di prevaricazione di gruppo che, trovando in supposte tradizioni e nella ritualità della caserma un terreno particolarmente fertile, si sarebbe trasformata in vera e propria cultura, da sempre presente nelle comunità militari e non solo.
La vulgata sul nonnismo è stata appannaggio dei media che lo hanno portato periodicamente alla ribalta in occasione di atti violenti o criminali ad esso ascrivibili occupando periodicamente le pagine di cronaca nera e giudiziaria.
Santucci, che ha prestato servizio militare all’interno della Brigata Folgore durante il corso di studi in Scienze politiche, è partito proprio dall’esperienza sul campo (ha valicato il limite) e, avvalendosi della sinergia tra discipline differenti (storia, psicologia, etnografia, sociologia e antropologia), ha definito un quadro di orientamento super partes, al di fuori di simpatie filomilitariste o idiosincrasie verso l’Esercito.
Ne risulta uno studio che potrà essere di ausilio a chi, non solo all’interno dell’organizzazione militare, debba affrontare o voglia approfondire un argomento del quale si parla meno dopo la fine della leva obbligatoria ma al quale non è certo impermeabile l’esercito professionistico.
Una lettura scorrevole su di un tema spinoso, che trova qui ampia e proficua trattazione.

Massimiliano Santucci (Pinerolo, 1974) dopo la laurea in Scienze politiche, ha lavorato per 10 anni nel settore dei servizi all’impresa. Attualmente svolge l’attività di sindacalista presso Fisascat Cisl provinciale di Torino. Questa è la sua prima pubblicazione

Prospettiva editrice “Riti di iniziazione e nonnismo. Il caso Folgore” di Massimiliano Santucci. p.243 euro 12

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Un mare di lettere 2013

Torna a Civitavecchia “Un mare di lettere” festival del libro che si svolgerà alla Cittadella della Musica dal 18 al 20 ottobre. Nel suo programma tantissimi gli ospiti tra cui Stefania Limiti, Alberto Lori e Beppino Englaro.
Ecco il programma

Venerdì 18 ottobre
Ore 16,30 – Inaugurazione alla presenza di Franco Ciambella (delegato alla Cittadella della Musica), di Annalisa Tomassini (delegata alla cultura), di Mario Michele Pascale (delegato alla Biblioteca comunale), del Ten. Col. Simone Franchetti, direttore della Biblioteca del Ce.Si.Va., di Enrico Ciancarini degli stand della bibliolibreria, dell’esposizione dei libri della Biblioteca del Ce.Si.Va dell’Esercito italiano e dello spazio della Società storica Civitavecchiese.
Ore 17,00 – “Giochi… a Burraco?” presentazione del romando di Luigina Bianchi.
Ore 18,00 – “L’anello della Repubblica” di Stefania Limiti. Presentazione dell’inchiesta, edita da Chiarelettere, sulle stragi in Italia con documenti sugli intrecci tra servizi segreti deviati, Stato e criminalità.
Ore 19,00 – “La magia della mente” incontro con l’autrice del saggio Loredana Ciafani.
Ore 20,00 – Mariantonietta Ellebori presenta “I profumi semplici della vita” (Albatros)
Ore 20,30 – Alessandro Bisozzi presenta “Vittorio Tamagnini. L’uragano di Amsterdam” con Silvia Tamagnini, nipote del protagonista del libro.

Sabato 19 ottobre
Ore 17,00 – Il difficile mestiere dello scrittore. Incontro con gli autori Stefano Carnicelli, Gennaro Lo Iacono, Sergio Messere, Fabrizio Cugia.
Ore 18,00 – Il giornalista e voce storica della Rai Alberto Lori presenta il suo ultimo libro “Effetto Quantum” (MB editori)
Ore 19,00 – “La scuola di guerra di Torino. La formazione degli ufficiali del Regio Esercito, 1867-1915” di Enrico Ciancarini. Presentazione a cura della Società storica Civitavecchiese.
Ore 20,00 – “Il Bibliomane” presentazione della rivista e della trasmissione radiofonica con Mario Michele Pascale.
Ore 21 – Degustazione a cura della condotta Slow Food Garfagnana Valle del Serchio.

Domenica 20 ottobre
Ore 17,00 – Premio Carver 2013. Assegnazione del contropremio letterario alla presenza del presidente di giuria Andrea Giannasi e del giornalista Damiano Celestini anchorman dell’evento.
Ore 18,30 – “La vita senza limiti”. Incontro e riflessione sullo stato di diritto: dopo Eluana Englaro? All’incontro parteciperà Beppino Englaro.
Ore 19,30 – “Storie inverosimili di un aviatore” di Elena Braccini Scano. Tra spettacolo e letture. Voce recitante di Enrico Maria Falconi, direttore artistico del Teatro Nuovo Sala Gassman e musiche a cura dell’Ass.ne “Amici della Musica” di Allumiere. Pianoforte: M.Pistola. Violino/Viola: M.L. Beneduce
Ore 20,30 – “La tigre e l’ermellino”: protagonisti, simboli, misteri”. Presentazione del libro di Laura Malinverni. I segreti, le curiosità, gli aneddoti intorno alla potente famiglia degli Sforza.

Durante i giorni che precedono il festival vedrà svolgersi in città – nei locali pubblici, sui treni, sui tram, sulle panchine dei parchi – un grande Bookcrossing con la “liberazione” di 800 libri. Ogni volume avrà un’etichetta che riporta al festival del libro di Civitavecchia e che ricorda che il libro appartiene a tutti i lettori che lo troveranno e che dopo averlo letto dovranno lasciarlo nuovamente libero, per permettere ad altri di poterlo rileggere.

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Tra le righe di Barga 2013

Tra le righe di Barga 2013
Il festival del libro in uno dei borghi più belli d’Italia

Sono Claudio Sabelli Fioretti direttamente da “Un giorno da pecora” di Radio2 Rai, Gigi Moncalvo, giornalista e conduttore televisivo Rai, Carlo A. Martigli, autore dei bestsellers Longanesi e il caposervizio de La Nazione Remo Santini gli ospiti della sesta edizione del “Tra le righe di Barga”, festival letterario che si svolge come ogni anno in uno dei borghi antichi più belli d’Italia.
Il “Tra le righe” che negli anni ha avuto ospiti come Beppino Englaro, Rosario Priore, Antonello Caporale, Paolo Guzzanti, Aurelio Picca, Nadia Francalacci, Vincenzo Pardini, Mario Rocchi, Domenico Manzione, Normanna Albertini, David Baldacci, Giampaolo Simi, si tiene nella sala di palazzo Pancrazi.
La manifestazione come ogni anno è patrocinata e sostenuta dal Comune di Barga. Sono presenti il sindaco Marco Bonini e l’assessore alla cultura Giovanna Stefani.
Organizzato da Prospektiva il “Tra le righe” rientra nel programma dei festival che si svolgono in quattro regioni italiane (Toscana, Puglia, Lazio e Calabria).
Collaborano alla realizzazione dell’evento la libreria Poli, Il Giornale di Barga, la Garfagnana editrice e Slow Food Garfagnana e Valle del Serchio.

Ecco il programma dell’edizione 2013.

Anteprima Tra le righe. Giovedì 11 luglio ore 21 – Agnelli segreti: Peccati, passioni e verità nascoste dell’ultima «famiglia reale» italiana.
Gigi Moncalvo presenta il suo ultimo libro dal titolo “Agnelli segreti” (Vallecchi). Andrea Giannasi intervisterà il giornalista (Corriere della Sera, Il Giorno, La Padania), conduttore televisivo (Canale 5 e Raidue), ex dirigente Rai, sulle figure dei consiglieri-cortigiani e sui misteri di famiglia.

Venerdì 12 luglio ore 21 – Il vero volto dei politici italiani.
Claudio Sabelli Fioretti (“Un giorno da pecora” di Radio 2 RAI).
L’autore e il conduttore della trasmissione radiofonica che mette sulla graticola i politici italiani. Il giornalista Alvaro Ranzoni intervisterà Sabelli Fioretti, facendo vedere preziose e inedite registrazioni.

Sabato 13 luglio ore 21 – L’eretico
Carlo A. Martigli (Longanesi) presenta L’eretico.
Autore di libri di successo (l’ultimo ha venduto oltre 300.000 copie) Martigli si presenta come uno degli autori thriller storici migliori d’Italia. Ospite di numerose trasmissioni televisive di Canale 5. Intervistato da Andrea Giannasi.

Domenica 14 luglio ore 20,30 – L’identità della scrittura
Anteprima con gli autori lucchesi Manuele Bellonzi, Patrizia Bartoli, Silvia Redini, Brunella Bertoni, Marco Bonini, Paolo Giannotti che dialogheranno con Andrea Giannasi alla scoperta del valore del raccontare il territorio.
Alle 21,15 Remo Santini (caposervizio de La Nazione a Lucca) presenterà i suoi libri sulla lucchesità, parlando dell’importanza dei valori e delle radici delle comunità.

Info e note sul sito http://www.prospektiva.it/festivaletterari.htm

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Il mistero della Stanza di Eliodoro presentato al Festival del libro di Civitavecchia

Il mistero della Stanza di Eliodoro presentato al Festival del libro di Civitavecchia

Potreste mai pensare che a Civitavecchia un’opera di Raffaello possa affiorare nella camera da letto di uno strabiliato carabiniere? Eppure proprio questo è successo.
La Stanza di Eliodoro, dipinta da Raffaello in Vaticano dal 1511 al 1514, o meglio una sua replica fedele, è rimasta per cinque secoli sepolta sotto strati di antiche tinteggiature nella parte più antica di Civitavecchia, allora piazzaforte marittima dello Stato Pontificio. Sarebbe rimasta ancora nascosta se un giorno l’appuntato dell’Arma Tarcisio De Paolis non fosse andato a ripulire le pareti di quella camera nell’appartamento appena acquistato, portando alla luce quella che sembrava la punta di una spada.
Dei dipinti raffaelleschi di Civitavecchia Alvaro Ranzoni, con l’aiuto di una serie di diapositive, parlerà domenica 7 ottobre alle ore 20, nel Mastio del Forte Michelangelo, a conclusione dell’edizione 2012 del Festival “Un Mare di Lettere” organizzato dalla Prospettiva Editrice di Andrea Giannasi.
Ranzoni racconterà la storia delle opere e con alcune diapositive farà gli incredibili confronti tra i dipinti di Civitavecchia e gli originali in Vaticano.
Il racconto diventa favola, come nel caso del contadino che trova nel campo una pignatta di monete d’oro o del pescatore subacqueo che recupera i bronzi di Riace. De Paolis segue con la spatola quella punta di spada, arriva alla mano che la impugna, poi al braccio e quindi alle figure di due “angeli” in volo. Non gli ci vuole molto per scoprire che tutte e quattro le pareti della camera contengono scene dipinte a colori intensi. Gruppi di personaggi a grandezza naturale, guerrieri a piedi e a cavallo, prelati e un ritratto di quello che, a giudicare dalla tiara, deve essere un papa. Basta poco per capire che si tratta di una replica prodigiosamente esatta di una delle quattro Stanze che Raffaello dipinse in Vaticano su commissione di papa Giulio II Della Rovere. I due “angeli” in volo sono in realtà i santi Pietro e Paolo che, insieme a un corteo di cardinali guidato dal papa, accorrono a salvare Roma dall’aggressore, Attila re degli Unni. Nella parete a fianco, un gruppo di oranti segue la Messa di Bolsena e assiste al celebre miracolo. Tutto come nell’originale in Vaticano.
E se fosse solo una copia recente, magari ottocentesca? No, affermano alcuni esperti: si tratta di una replica “contemporanea all’originale”. Secondo Nicole Dacos, grande studiosa di Raffaello, la Stanza di Civitavecchia rivela la mano di Ugo da Carpi, celebre incisore, che lavorò nella celebre bottega di Raffaello, di cui riprodusse in litografia molti capolavori. “Non esistono copie antiche delle Stanze, per cui questo ritrovamento è di straordinaria importanza” afferma Nicole Dacos.
Resta da capire perché sia stata fatta questa replica (a tempera e non in affresco, come l’originale), chi la ordinò e a quale scopo. E qui viene il difficile, perché agli inizi del ‘500 quel luogo non era né un convento, né una chiesa e neppure una residenza gentilizia, che giustificherebbero una tale impresa. Secondo alcune ricostruzioni grafiche dell’antica cittadella, lì si trovava una vecchia torre, forse adibita a deposito di granaglie. Solo nel 1750 la torre fu inglobata nell’attuale edificio e l’antico ambiente fu integrato nel nuovo palazzo mediante l’apertura di due porte e una finestra: in questi spazi la pittura risulta, appunto, perduta.
“In mancanza, finora, di tracce documentali che si stanno attivamente cercando, una prima risposta può venire dal contesto storico-geografico” osserva il giornalista Alvaro Ranzoni, civitavecchiese, già redattore della Bbc e inviato speciale di Panorama, che segue dall’inizio le vicende di questa scoperta. “A 200 metri verso ovest da piazza Leandra, luogo dei dipinti, c’era l’antica Rocca, residenza dei papi durante i loro soggiorni a Civitavecchia. A 100 metri verso est, c’è il Forte Michelangelo, la cui prima pietra fu posta nel 1508 da Giulio II, il committente delle Stanze. Ogni anno il papa tornava per riposare e per seguire i lavori della fortezza che il Bramante, parente di Raffaello, gli stava costruendo” spiega Ranzoni. E aggiunge: ”Mi pare difficile non collegare la presenza ricorrente di Giulio II a Civitavecchia (nel 1510 per esempio sono documentati ben tre soggiorni) a questo duplicato della Stanza di Eliodoro. E’ proprio la Stanza che Raffaello stava finendo di affrescare in Vaticano quando il pontefice morì, nel febbraio del 1513”. E poi, questa è davvero una strana copia. Osserva Ranzoni: “Se è evidente l’assoluta identità con l’originale, colpiscono alcune inspiegabili differenze”, aggiunge. Per esempio, a Civitavecchia la scena di Attila si trova nel posto occupato in Vaticano da quella di Eliodoro cacciato dal Tempio e viceversa. “Chi, nel fare una copia di un’opera così importante, si azzarderebbe a scambiare di posto le due scene maggiori?” si chiede Ranzoni. Inoltre: i colori delle vesti di alcuni personaggi sono diversi dall’originale in Vaticano, mentre nel resto delle figure sono identici. Perché?
C’è un solo modo per saperlo: attendere i risultati della campagna di rilievi e restauro in corso da alcuni mesi da parte del Laboratorio Materiali dell’Università La Tuscia di Viterbo sotto la direzione del prof. Ulderico Santamaria. I risultati finora hanno confermato una sostanziale compatibilità con i materiali usati al tempo dell’originale in Vaticano.

Un mare di lettere 5/6/7 ottobre 2012

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Un mare di lettere 2012

Il mistero della Stanza di Eliodoro presentato al Festival del libro di Civitavecchia

Potreste mai pensare che a Civitavecchia un’opera di Raffaello possa affiorare nella camera da letto di uno strabiliato carabiniere? Eppure proprio questo è successo.
La Stanza di Eliodoro, dipinta da Raffaello in Vaticano dal 1511 al 1514, o meglio una sua replica fedele, è rimasta per cinque secoli sepolta sotto strati di antiche tinteggiature nella parte più antica di Civitavecchia, allora piazzaforte marittima dello Stato Pontificio. Sarebbe rimasta ancora nascosta se un giorno l’appuntato dell’Arma Tarcisio De Paolis non fosse andato a ripulire le pareti di quella camera nell’appartamento appena acquistato, portando alla luce quella che sembrava la punta di una spada.
Dei dipinti raffaelleschi di Civitavecchia Alvaro Ranzoni, con l’aiuto di una serie di diapositive, parlerà domenica 7 ottobre alle ore 20, nel Mastio del Forte Michelangelo, a conclusione dell’edizione 2012 del Festival “Un Mare di Lettere” organizzato dalla Prospettiva Editrice di Andrea Giannasi.
Ranzoni racconterà la storia delle opere e con alcune diapositive farà gli incredibili confronti tra i dipinti di Civitavecchia e gli originali in Vaticano.
Il racconto diventa favola, come nel caso del contadino che trova nel campo una pignatta di monete d’oro o del pescatore subacqueo che recupera i bronzi di Riace. De Paolis segue con la spatola quella punta di spada, arriva alla mano che la impugna, poi al braccio e quindi alle figure di due “angeli” in volo. Non gli ci vuole molto per scoprire che tutte e quattro le pareti della camera contengono scene dipinte a colori intensi. Gruppi di personaggi a grandezza naturale, guerrieri a piedi e a cavallo, prelati e un ritratto di quello che, a giudicare dalla tiara, deve essere un papa. Basta poco per capire che si tratta di una replica prodigiosamente esatta di una delle quattro Stanze che Raffaello dipinse in Vaticano su commissione di papa Giulio II Della Rovere. I due “angeli” in volo sono in realtà i santi Pietro e Paolo che, insieme a un corteo di cardinali guidato dal papa, accorrono a salvare Roma dall’aggressore, Attila re degli Unni. Nella parete a fianco, un gruppo di oranti segue la Messa di Bolsena e assiste al celebre miracolo. Tutto come nell’originale in Vaticano.
E se fosse solo una copia recente, magari ottocentesca? No, affermano alcuni esperti: si tratta di una replica “contemporanea all’originale”. Secondo Nicole Dacos, grande studiosa di Raffaello, la Stanza di Civitavecchia rivela la mano di Ugo da Carpi, celebre incisore, che lavorò nella celebre bottega di Raffaello, di cui riprodusse in litografia molti capolavori. “Non esistono copie antiche delle Stanze, per cui questo ritrovamento è di straordinaria importanza” afferma Nicole Dacos.
Resta da capire perché sia stata fatta questa replica (a tempera e non in affresco, come l’originale), chi la ordinò e a quale scopo. E qui viene il difficile, perché agli inizi del ‘500 quel luogo non era né un convento, né una chiesa e neppure una residenza gentilizia, che giustificherebbero una tale impresa. Secondo alcune ricostruzioni grafiche dell’antica cittadella, lì si trovava una vecchia torre, forse adibita a deposito di granaglie. Solo nel 1750 la torre fu inglobata nell’attuale edificio e l’antico ambiente fu integrato nel nuovo palazzo mediante l’apertura di due porte e una finestra: in questi spazi la pittura risulta, appunto, perduta.
“In mancanza, finora, di tracce documentali che si stanno attivamente cercando, una prima risposta può venire dal contesto storico-geografico” osserva il giornalista Alvaro Ranzoni, civitavecchiese, già redattore della Bbc e inviato speciale di Panorama, che segue dall’inizio le vicende di questa scoperta. “A 200 metri verso ovest da piazza Leandra, luogo dei dipinti, c’era l’antica Rocca, residenza dei papi durante i loro soggiorni a Civitavecchia. A 100 metri verso est, c’è il Forte Michelangelo, la cui prima pietra fu posta nel 1508 da Giulio II, il committente delle Stanze. Ogni anno il papa tornava per riposare e per seguire i lavori della fortezza che il Bramante, parente di Raffaello, gli stava costruendo” spiega Ranzoni. E aggiunge: ”Mi pare difficile non collegare la presenza ricorrente di Giulio II a Civitavecchia (nel 1510 per esempio sono documentati ben tre soggiorni) a questo duplicato della Stanza di Eliodoro. E’ proprio la Stanza che Raffaello stava finendo di affrescare in Vaticano quando il pontefice morì, nel febbraio del 1513”. E poi, questa è davvero una strana copia. Osserva Ranzoni: “Se è evidente l’assoluta identità con l’originale, colpiscono alcune inspiegabili differenze”, aggiunge. Per esempio, a Civitavecchia la scena di Attila si trova nel posto occupato in Vaticano da quella di Eliodoro cacciato dal Tempio e viceversa. “Chi, nel fare una copia di un’opera così importante, si azzarderebbe a scambiare di posto le due scene maggiori?” si chiede Ranzoni. Inoltre: i colori delle vesti di alcuni personaggi sono diversi dall’originale in Vaticano, mentre nel resto delle figure sono identici. Perché?
C’è un solo modo per saperlo: attendere i risultati della campagna di rilievi e restauro in corso da alcuni mesi da parte del Laboratorio Materiali dell’Università La Tuscia di Viterbo sotto la direzione del prof. Ulderico Santamaria. I risultati finora hanno confermato una sostanziale compatibilità con i materiali usati al tempo dell’originale in Vaticano.

Un mare di lettere 5/6/7 ottobre 2012

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