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Obbligazioni, il boom visto nel 2021 sta frenando. Il 2002 sarà l’anno della verità

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  • 31 Ottobre 2021

A causa della pandemia, tutte le banche centrali hanno dovuto tagliare i tassi per agevolare la ripresa economica. Costi di finanziamento più bassi infatti agevolano l’accesso al credito e la circolazione di liquidità. Due fattori necessari per fare “girare” l’economia.
L’epoca dei tassi bassi ha avuto come conseguenza la crescita delle emissioni di obbligazioni a livello globale.

La spinta all’emissioni di obbligazioni

obbligazioniQuesta tendenza va avanti da molti mesi, e dovrebbe continuare ancora per diverso tempo. Probabilmente per tutto l’anno in corso le aziende che necessitano di risorse, sfrutteranno il trend following positivo per reperire risorse sui mercati attraverso le obbligazioni.
Soltanto nel 2022 si dovrebbe assistere ad una frenata, perché presumibilmente peggioreranno le condizioni di finanziamento.

Nonostante questo calo atteso, secondo il report di S&P Global Ratings,si resterà in linea con le tendenze di lungo periodo. Insomma, ci sarà una correzione rispetto ai livelli recenti, ma non sarà un vero e proprio rimbalzo dai livelli eccezionali del 2020 e del 2021.

Fusioni e riforma fiscale Usa

A spingere le emissioni globali di obbligazioni è stata anche la nuova ondata di fusioni e acquisizioni aziendali (M&A), che spesso vengono finanziate proprio tramite i bond.
Inoltre diverse aziende cercano di anticipare la prevista riforma fiscale negli Stati Uniti e una crescente aspettativa che i tassi di interesse aumenteranno nel 2022.

Prospettive

Proprio l’andamento globale futuro delle operazioni di M&A, ma anche le incertezze sulla potenziale riforma delle infrastrutture e delle tasse negli Stati Uniti, rendono più incerto lo scenario delle emissioni obbligazionarie in futuro. Va pure tenuto conto degli sforzi della Cina per ridurre la dipendenza dal debito.
Bisognerà quindi tenere conto dei segnali operativi che ci manderà il mercato nel prossimo periodo, per comprendere se il trend positivo di emissioni di obbligazioni continuerà.

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Obbligazioni e debito, nei paesi emergenti ci sono opportunità e rischi

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  • 6 Dicembre 2019

Nel mondo della finanza c’è sempre stata una certa cautela nei confronti dei paesi emergenti. Quelli cioè che non hanno un grado di solidità tale da poter camminare da soli, e che invece sono fortemente legati all’andamento delle economie altrui (in special modo quella USA). Tuttavia, soprattutto nel settore delle obbligazioni, ci sono interessanti occasioni.

Obbligazioni e paesi emergenti

obbligazioniNon è un caso che fino a pochi decenni fa, chi voleva investire nel debito dei mercati emergenti, poteva farlo soltanto attraverso pochi strumenti. Un gruppo molto ristretto di obbligazioni in dollari USA, per lo più provenienti dai paesi dell’America Latina. Lo scenario oggi è molto diverso, eppure non tutti colgono i vantaggi di questa asset class.

L’investimento obbligazionario essenzialmente poggia su quattro pilastri: quelle sovrane in dollari USA, quelle societarie, quelle di frontiera e infine le obbligazioni sovrane in valuta locale. Allo stato attuale, la maggior parte dei gestori punta poco sul debito dei mercati emergenti, mentre continua a preferire l’investimento sul debito sovrano in dollari USA.

Il rischio cambio che erode i rendimenti

Eppure, le emissioni dei mercati emergenti emesse in valuta locale presentano un rischio di default trascurabile, mentre assai più sostenuto è il rischio connesso la volatilità delle valute dei mercati emergenti. In sostanza al rapporto di cambio con il dollaro. Pensiamo ad esempio all’Argentina. Il peso nell’ultimo anno è crollato rispetto al dollaro. Da gennaio ad oggi ha perso il 34% del suo valore, con una sequenza di doji, morning star evening star pattern, ma anche di gap ribassisti. Quando si verifica questo, il rendimento viene eroso dal tasso di cambio: guadagno più peso, ma siccome al tempo stesso il peso perde valore, alla fine ci si rimette.

Diversificazione

Come si affronta questo problema? Il rendimento di queste obbligazioni può essere stabilizzato tramite diversificazione. Però occorre armarsi di molta pazienza e sfruttando gli indicatori forex gratis migliori, osservare quelle valute che si muovono in tandem con quelle delle economie emergenti, come euro, sterlina e dollaro australiano. Queste ultime hanno un comportamento simile alle valute emergenti rispetto al dollaro: si svalutano contro l’USD durante le crisi, ma si apprezzano in tempi migliori.

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ENEL: DELIBERATA L’EMISSIONE DI NUOVI PRESTITI OBBLIGAZIONARI FINO A UN MASSIMO DI 5 MILIARDI DI EURO

Il Consiglio di Amministrazione di Enel SpA (“Enel”), riunitosi oggi sotto la presidenza di Paolo Andrea Colombo, ha deliberato una nuova autorizzazione all’emissione entro il 31 dicembre 2013 di uno o più prestiti obbligazionari, per un importo complessivo massimo pari al controvalore di 5 miliardi di euro, nell’ambito della strategia di estensione della scadenza media del debito consolidato e al fine di ottimizzare il profilo delle relative scadenze a medio e lungo termine.

Tali prestiti potranno essere collocati presso investitori istituzionali ovvero presso il pubblico dei risparmiatori individuali (“retail”), in funzione delle opportunità offerte di volta in volta dal mercato.

Le emissioni potranno essere effettuate direttamente da parte di Enel ovvero da parte della controllata olandese Enel Finance International NV (con garanzia della Capogruppo), in relazione alle opportunità che questa seconda soluzione potrà offrire per il collocamento sui mercati esteri.

Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre demandato all’Amministratore Delegato il compito di ripartire le emissioni obbligazionarie tra le due società sopra indicate, nonché di definire gli importi, le valute, i tempi e le caratteristiche delle singole emissioni, con facoltà di richiederne la quotazione presso uno o più mercati regolamentati.

Il Consiglio di Amministrazione ha disposto contestualmente la revoca dell’analoga deliberazione consiliare con cui lo scorso 9 novembre 2011 è stata autorizzata l’emissione entro il 31 dicembre 2012 di uno o più prestiti obbligazionari, da collocare presso investitori istituzionali ovvero presso il pubblico dei risparmiatori retail, per un importo complessivo massimo pari al controvalore di 5 miliardi di euro, facendo comunque salvi la validità e gli effetti dei prestiti emessi e delle garanzie prestate in attuazione di tale deliberazione.

Si informa che in esecuzione della indicata deliberazione consiliare del 9 novembre 2011, Enel e la controllata Enel Finance International NV (con garanzia della Capogruppo) hanno realizzato le seguenti operazioni:

  • nel mese di settembre 2012, un prestito obbligazionario collocato presso investitori istituzionali per un importo nominale complessivo di 1 miliardo di euro, caratterizzato da una durata di 7,5 anni e da un tasso fisso pari al 4,875%;
  • nel mese di febbraio 2012, un prestito obbligazionario a 6 anni collocato presso i risparmiatori retail per un importo nominale complessivo di 3 miliardi di euro distribuito in una tranche da 2,5 miliardi di euro a tasso fisso pari al 4,875% e una tranche da 500 milioni di euro a tasso variabile il cui tasso nominale annuo è pari all’Euribor a 6 mesi maggiorato di un margine pari a 310 punti base;
  • nei mesi di gennaio e febbraio 2012, sette private placement presso investitori istituzionali per un importo nominale complessivo di 632 milioni di euro, caratterizzati da una durata media ponderata di circa 13,5 anni e da un costo medio ponderato di circa il 6% annuo.

 

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