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Linee vita: A cosa servono?

Lo scopo delle linee vita è quello di consentire che il lavoro da svolgere ad alta quota sia eseguito in sicurezza.

Nei lavori in quota, dove i lavoratori sono esposti a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto, e quando il dislivello è maggiore di quello imposto dalla legislazione vigente (2 mt), devono essere adottate misure di protezione collettive (parapetti, ponteggi, impalcature, reti, ecc), in mancanza di queste e/o per eliminare rischi residui occorre utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale combinati con ancoraggi singoli o linee vita rigide o flessibili che siano. Come previsto dal D.L. 81 del 9 aprile 2008 art. 115.

Nei lavori in quota si è esposti a rischi, sia di caduta dall’alto o strettamente legati ad essa, sia di natura diversa in relazione alla attività specifica da svolgere e che procurano morte o lesioni corporali o danni alla salute.

Si individuano le seguenti tipologie:

1.Rischio prevalente di caduta a seguito di cadute dall’alto.

2.Rischio conseguente alla caduta derivante da:
a)Oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (effetto pendolo)
b)Sollecitazioni trasmesse dall’imbragatura sul corpo al momento dell’arresto della
caduta
c)Tempo di permanenza in sospensione inerte al dispositivo di arresto caduta.

3. Rischio connesso al DPI anticaduta:
a)Non perfetta adattabilità del DPI
b)Intralcio ai movimenti provocato dal DPI
c)Rischio di inciampo su parti del DPI.

4. Rischi innescanti la caduta:
a)Poca aderenza delle calzature
b)Vertigini
c)Abbagliamento
d)Scarsa visibilità
e)Colpo di calore
f)Repentino abbassamento della temperatura

5. Rischi specifici dell’attività lavorativa:
a)Natura meccanica (urti, tagli, caduta di oggetti, ecc)
b)Natura termica (scintille, fiamme libere, ecc)
c)Natura chimica
d)Natura elettrica

6. Rischi di natura atmosferica:
a)Vento
b)Pioggia
c)Ghiaccio o neve sul piano di calpestio

Le tipologie di caduta considerate sono:

1. Caduta libera. Distanza di caduta, prima che il sistema di arresto inizi a prendere carico, è superiore ai 0,6 mt, sia in caduta verticale che in caduta inclinata dove non sia possibile camminare senza l’aiuto di un corrimano. La caduta libera massima consentita è comunque comunque contenuta in mt 1,5 mt contenuta in mt 1,5 mt. Naturalmente lo spazio di arresto potrà essere superiore determinato dalla tipologia degli assorbitori, dall’allungamento fisico/meccanico del sistema sollecitato.

2. Caduta libera limitata. Come sopra ma da 0 a 0,6 mt.

3. Caduta contenuta. Spazio percorso non in caduta libera ma in fase di rallentamento/arresto per intervento dei sistemi di assorbimento di energia. Non oltre i 0,6 mt.

4. Caduta totalmente prevenuta. Situazione in cui non si può cadere per un sistema di trattenuta che impedisce all’operatore di raggiungere la zona a rischio.

La “linea vita” è normalmente costituita da un insieme di ancoraggi e funi orizzontali in acciaio che consente a più operatori di agganciarsi con mezzi di protezione individuale e di lavorare su coperture edili con un’ampia libertà di movimenti in completa sicurezza.

È necessario realizzare uno studio preliminare in funzione delle tipologie di coperture affidando l’installazione di quanto serve solo a personale qualificato.

https://www.lazzaronisrl.com/

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A cosa servono le linee vita?

Lo scopo di un sistema anticaduta é quello di consentire che il lavoro da svolgere ad alta quota sia eseguito in sicurezza.

Nei lavori in quota, dove i lavoratori sono esposti a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto, e quando il dislivello è maggiore di quello imposto dalla legislazione vigente (2 mt), devono essere adottate misure di protezione collettive (parapetti, ponteggi, impalcature, reti, ecc), in mancanza di queste e/o per eliminare rischi residui occorre utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale combinati con ancoraggi singoli o linee vita rigide o flessibili che siano. Come previsto dal D.L. 81 del 9 aprile 2008 art. 115.

Nei lavori in quota si è esposti a rischi, sia di caduta dall’alto o strettamente legati ad essa, sia di natura diversa in relazione alla attività specifica da svolgere e che procurano morte o lesioni corporali o danni alla salute.

Si individuano le seguenti tipologie:

1.Rischio prevalente di caduta a seguito di cadute dall’alto.

2.Rischio conseguente alla caduta derivante da:
a)Oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (effetto pendolo)
b)Sollecitazioni trasmesse dall’imbragatura sul corpo al momento dell’arresto della
caduta
c)Tempo di permanenza in sospensione inerte al dispositivo di arresto caduta.

3. Rischio connesso al DPI anticaduta:
a)Non perfetta adattabilità del DPI
b)Intralcio ai movimenti provocato dal DPI
c)Rischio di inciampo su parti del DPI.

4. Rischi innescanti la caduta:
a)Poca aderenza delle calzature
b)Vertigini
c)Abbagliamento
d)Scarsa visibilità
e)Colpo di calore
f)Repentino abbassamento della temperatura

5. Rischi specifici dell’attività lavorativa:
a)Natura meccanica (urti, tagli, caduta di oggetti, ecc)
b)Natura termica (scintille, fiamme libere, ecc)
c)Natura chimica
d)Natura elettrica

6. Rischi di natura atmosferica:
a)Vento
b)Pioggia
c)Ghiaccio o neve sul piano di calpestio

Le tipologie di caduta considerate sono:

1. Caduta libera. Distanza di caduta, prima che il sistema di arresto inizi a prendere carico, è superiore ai 0,6 mt, sia in caduta verticale che in caduta inclinata dove non sia possibile camminare senza l’aiuto di un corrimano. La caduta libera massima consentita è comunque comunque contenuta in mt 1,5 mt contenuta in mt 1,5 mt. Naturalmente lo spazio di arresto potrà essere superiore determinato dalla tipologia degli assorbitori, dall’allungamento fisico/meccanico del sistema sollecitato.

2. Caduta libera limitata. Come sopra ma da 0 a 0,6 mt.

3. Caduta contenuta. Spazio percorso non in caduta libera ma in fase di rallentamento/arresto per intervento dei sistemi di assorbimento di energia. Non oltre i 0,6 mt.

4. Caduta totalmente prevenuta. Situazione in cui non si può cadere per un sistema di trattenuta che impedisce all’operatore di raggiungere la zona a rischio.

La “linea vita” è normalmente costituita da un insieme di ancoraggi e funi orizzontali in acciaio che consente a più operatori di agganciarsi con mezzi di protezione individuale e di lavorare su coperture edili con un’ampia libertà di movimenti in completa sicurezza.

È necessario realizzare uno studio preliminare in funzione delle tipologie di coperture affidando l’installazione di quanto serve solo a personale qualificato.

Alla Misa Srl siamo specializzati in manutenzione e ispezione di Sistemi Anticaduta. Progettazione, collaudo e manutenzione di Linee Vita. Revisione di Imbracature e DPI Anticaduta.

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