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Le nuove tendenze dell’abbigliamento per la ristorazione

L’abbigliamento professionale nel settore della ristorazione riveste un ruolo importante (quasi al pari delle stesse attrezzature per la ristorazione) che non deve essere sottovalutato da coloro che intendono avviare e gestire un’attività commerciale con competenza e nel rispetto delle norme igieniche. Vestono il corpo, identificano l’immagine di un locale, un ristorante, un bar, un’enoteca, una gelateria, un hotel. Allietano la vista dei clienti con la fantasia dei colori e gli stili più accattivanti. Riescono quasi a rendere più sopportabile il lavoro degli addetti al settore. Sono un inno alla quotidianità e alla comodità. Parliamo dei modelli per l’abbigliamento per la ristorazione. I cuochi hanno iniziato a scegliere con cura non solo le forniture del ristorante che andrà a usare ogni giorno, ma anche le divise stesse.
Anche le divise da cuoco si fanno ‘contaminare” dalle tendenze senza però perdere di vista la sobrietà classica suggerita, ad esempio, dal bianco e nero per il grembiule, per lo spencer e anche per la divisa (giacca, camicia, pantalone e gilet) da maître. Per il servizio sala & bar si spazia da colori soft e pacati per gilet e parannanze (bordeaux, blu e verde, marrone) fino al gessato, fantasie dai motivi leggeri (riga, quadro e pois). Più fantasia si nota nei modelli dedicati al servizio ai piani (abitini, grembiuli) dove spiccano il marrone, grigio, blu. 
Nella cucina professionale non manca la giacca da cuoco con allacciatura alla coreana affiancata dalla casacca e dal grembiule, dove dominano sempre i colori base. Molto importante anche il pantalone disponibile nella versione con o senza elastico, per lui e lei, e nella versione gonna per la cuoca. Tocco finale, ma non meno importante: la calzatura, per ‘volare” in sala e in cucina, ma soprattutto per stare comodi. Vanno ancora per la maggiore gli zoccoli bianchi, neri, colorati con o senza laccio, traforati, antiscivolo.
Seguire dettami fashion anche nel ramo dell’abbigliamento per la ristorazione è diventata una vera e propria esigenza. Rispetto a un tempo per esempio gli chef chiedono giacche da cuoco più sagomate e aderenti sui fianchi, in grado di vestire meglio le figure regolari. In sostanza si chiede alla divisa di rispondere anche agli stessi criteri estetici dell’abbigliamento moda. Ciò detto, ogni chef ha sue specifiche esigenze, che si possono soddisfare grazie alla completezza della gamma. Per esempio c’è chi per praticità preferisce gli automatici al posto dei bottoni e chi ama i dettagli colorati. Quasi tutti i top chef invece scelgono delle divise a cuoco completamente bianche, con dettagli di pregio come i bottoni fatti a mano e ricoperti in stoffa. Naturalmente è molto importante la scelta dei tessuti, che nelle principali collezioni spaziano da quello di grammatura leggera in cotone a quelli termoregolatori come il Tencel, una fibra cellulosica naturale derivata dall’essenza dell’albero di eucalipto che assicura durata, facilità allo stiro, una sensazione di freschezza sulla pelle e un’ottima regolazione dell’umidità corporea.

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La preparazione della cucina e dell’abbigliamento per la ristorazione

Prima di iniziare l’attività di preparazione dei cibi nelle cucine dei ristoranti, bisogna seguire due passaggi: allestire la postazione con tutti gli accessori delle cucine professionali, a seconda del menù che si va a realizzare, e preparare tutti gli elementi che compongono l’abbigliamento per la ristorazione.
Iniziando dalla mise en place del luogo di lavoro, essa varia a seconda della partita in cui si opera, del tipo di menu da approntare e da altri fattori. La partita del saucier, ad esempio, solitamente ha in linea: olio di oliva, olio di semi, burro, sale grosso, sale fino, pepe bianco e nero macinati e in grani, le spezie necessarie, zucchero, miele, aceto, vino bianco, vino rosso, cognac, marsala, farina, fecola, roux, mirepoix, cipolla, scalogno, aglio intero e tritato, prezzemolo tritato, alloro, timo, mazzetto aromatico, pomodoro concassé, purea di pomodoro, fondi di cottura. La mise en place minima degli utensili del ristorante prevede: tagliere, vari tipi di coltelli, forchettoni, spatole in acciaio, forbici, pelapatate, rigalimoni, arricciaburro, ago per cucire, scatole tagliaverdure e tagliapasta, raschie, pennelli, cucchiai, sac à poche e punte, placche per pulire, bacinelle varie, setaccio, colino cinese, padelle di ferro, grembiuli, asciugamani a perdere e panni per la pulizia.
L’abbigliamento per la ristorazione invece, oltre che dalla classica giacca da cuoco, è composto da una serie di elementi, ognuno dei quali svolge una funziona specifica per l’operatore che lavora nella cucina professionale. È importante sapere come scegliere e come utilizzare ogni parte della divisa da cuoco per proteggersi e non contaminare i piatti che si preparano.
Partendo dall’indumento centrale dell’abbigliamento per la ristorazione, la giacca da chef dovrebbe essere in doppio petto per assicurare un maggiore protezione.
È importante proteggere anche la testa e il collo durante il lavoro nelle cucine dei ristoranti, ecco quindi che bisogna utilizzare un cappello o una cuffia, sia per evitare che possano cadere capelli nelle pietanze, sia per tenere al riparo il capo da sbalzi di temperatura, grasso e condensa. Passando alla parte inferiore dell’abbigliamento, i pantaloni da cuoco vanno scelti sempre di colore bianco oppure nella cosiddetta variante sale e pepe e devono essere dotati di tasche resistenti e capienti.
Il grembiule è un altro accessorio della divisa da cuoco importante per la protezione dell’operatore, soprattutto per la preparazione di piatti più “rischiosi”; deve essere indossato dalla vita fino alle ginocchia comprese.

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