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Assoporti: consenso e condivisione delle organizzazioni imprenditoriali sul progetto di riforma portuale





L’intervento del Presidente Assoporti Pasqualino Monti è stato apprezzato e condiviso dalle principali associazioni del mondo marittimo






La presa di posizione di Assoporti, per bocca del suo Presidente Pasqualino Monti, sulla Riforma della legge quadro del settore, sta suscitando reazioni positive nel mondo della portualità italiana. In sostanza il Presidente Monti, nella recente Assemblea dell’associazione, aveva evidenziato tre punti fondamentali sui quali costruire la Riforma: uscita delle Autorità Portuali dalla lista ISTAT (e conseguente rimozione dei vincoli di investimento ad essa connessi), autonomia finanziaria e riconoscimento alle AP stesse del ruolo di capofila nella governance dei processi portuali e della filiera logistica che ne scaturisce.

 

A tal proposito le organizzazioni imprenditoriali del mondo marittimo condividono la posizione di Assoporti in materia di riforma portuale. In una nota, le associazioni nazionali Angopi (ormeggiatori e battellieri), Assorimorchiatori e Federimorchiatori (rimorchio), Fedepiloti (piloti dei porti), Federagenti (agenti marittimi), affermano in particolare che ''la posizione assunta da Assoporti contribuisce a consolidare in modo significativo il fronte di coloro che auspicano una rapida approvazione dei disegni di legge in materia di riforma portuale in discussione al Senato''.

Il provvedimento, precisano, ''sarà utile a rafforzare il ruolo di coordinamento delle Autorità portuali, oggi quanto mai necessario, non solo nel porto ma anche nella logistica, in coerenza ai compiti a queste ultime attribuiti''.

Viene condivisa, infine, la proposta del Presidente di Assoporti Pasqualino Monti di eliminare il tetto all'autonomia finanziaria e l'ipotesi di costituire un fondo presso la Cassa depositi e prestiti, ''soluzione tecnica efficace a garantire un ulteriore incremento di gettito a favore delle Autorità portuali per il miglioramento delle infrastrutture portuali indispensabili per competere a livello internazionale e a permettere l'utilizzo di tutti gli strumenti finanziari presenti sul mercato''

 

Fonte: Ansa


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Assoporti insieme a Parlamento e Governo per la Riforma dei Porti Italiani





Consenso unanime sulla relazione del presidente Pasqualino Monti ribadisce le priorità: uscita delle AP dall’indice ISTAT, governance logistica e autonomia finanziaria






«Accelerare il processo di esame del progetto di riforma portuale in Parlamento e parallelamente fornire al governo, con tutta l’autorevolezza che deriva dal ruolo e dalla funzioni che le Autorità portuali ricoprono e svolgono, le indicazioni di base per le verifiche che il ministero dei Trasporti ha avviato». Pasqualino Monti, presidente di Assoporti, ha messo le cose in chiaro, affermando di non voler accettare rinvii o mediazioni su tre punti fermi e irrinunciabili:

1) uscita delle Autorità portuali dalla lista Istat e quindi dal quadro di rigidità operative che tale inclusione ha comportato e comporta; 2) riconoscimento delle Autorità portuali quali unico soggetto di coordinamento globale per la governance dei processi in porto e nella filiera logistica e conseguente semplificazione dei loro compiti; 3) autonomia finanziaria.

Nell’approvare all’unanimità la relazione del Presidente Pasqualino Monti (anche per quanto attiene il tavolo nazionale sul lavoro per far fronte al precario equilibrio di imprese/agenzie autorizzate alla fornitura di lavoro temporaneo nei porti ex art. 17, L.84/94 e delle società terminalisti), il Consiglio direttivo di Assoporti ha indicato con chiarezza – quale priorità economica, sociale ed occupazionale per il sistema paese –  l’immediata soluzione dei problemi relativi al rilancio del settore portuale.

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione dei Porti Italiani ritiene che il dibattito sui d.d.l. di riforma dell’ordinamento portuale, ripreso nell’VIII Commissione permanente del Senato, debba  rapidamente completare il suo corso, recependo anche le indicazioni relative alle nuove normative per il settore di cui si sta discutendo in sede europea.

Per altro, preso atto che anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha manifestato l’intendimento di avviare rapidamente verifiche, approfondimenti ed elaborazioni intese a mettere a punto proposte sul tema, Assoporti, quale soggetto che aggrega le Autorità Portuali, intende confermarsi quale primo interlocutore per un confronto serrato con il Governo, il Parlamento e nelle sedi europee dove si dibatte il futuro assetto della portualità.

Fonte: Civonline


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Solidarietà di Assoporti ai lavoratori del settore portuale





Il Presidente Pasqualino Monti esprime solidarietà ai lavoratori. Uno sciopero che mette in luce l’esigenza di riforma di tutto il sistema portuale italiano 






E’ notizia di questi giorni lo sciopero nazionale, partito dal porto di Civitavecchia, degli operatori portuali italiani. Uno sciopero indetto dopo il mancato rinnovo del contratto nazionale e l’irrigidimento su confronto tra sindacati e datoriali sui temi della flessibilità e organizzazione. Le ragioni dei lavoratori non sono però isolate, tanto che anche Assoporti, l’associazione che raggruppa tutti gli scali italiani, si è espressa sul tema attraverso il suo presidente, manifestando vicinanza e iscrivendo le problematiche dei lavoratori del settore all’interno di un discorso più ampio (e vero nodo problematico della portualità italiana) della riforma della Legge che regolamenta e definisce le attività dei porti italiani.

Solidarieta' e condivisione delle motivazioni dello sciopero dei lavoratori dei porti italiani, dunque, e' il messaggio di Assoporti e del suo presidente Pasqualino Monti che, tramite in una nota dell'associazione, precisa: ''nel sottolineare come la cronicizzazione dei problemi minacci di distruggere tutto cio' che di buono e' stato realizzato negli scali del paese a partire da quella pace sociale che e' stata eccellente fattore di crescita e di recupero di affidabilita', ha riaffermato l'assoluta emergenza di realizzare in tempi brevi una riforma del settore a partire dalle tre indicazioni prioritarie che Assoporti ha fornito al Parlamento e al governo. Ovvero uscita delle Autorita' portuali dalla lista Istat, attribuzione alle Autorita' portuali di un ruolo di governance estesa che riguardi anche il ciclo logistico, e autodeterminazione finanziaria che consenta al sistema di svilupparsi disponendo di parte delle risorse che genera e quindi non incidendo ne' sui conti dello stato, ne' sul rapporto debito-Pil''.

Fonte: Agenzia Asca


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Pasqualino Monti: “La riforma dei porti va migliorata”





Intervenendo al Senato, il numero uno di Assoporti spiega la posizione dell’Associazione sulla riforma rivendicando il ruolo delle Autorità Portuali






"Rispettiamo il lavoro della commissione e il testo all'esame del Parlamento, chiediamo però di accogliere le nostre proposte di modifica"

Si può riassumere così l’intervento del Presidente di Assoporti Pasqualino Monti, intervenuto in commissione Lavori Pubblici del Senato, spiegando la posizione dell'associazione sulla riforma dei porti: "Non ho mai rilasciato una dichiarazione contro questo testo – ha detto –siamo positivi nei confronti della riforma, ma vogliamo collaborare per migliorarla".

Per Monti il vero ostacolo allo sviluppo in campo portuale è quello legato alla burocrazia "talmente vasta che è difficile da sconfiggere e incide sulla competitività dei porti".

Sollecitato dal senatore di Scelta Civica Maurizio Rossi che aveva chiesto ad Assoporti di chiarire la posizione sul testo di riforma, Monti ha poi confermato la preoccupazione legata ad una possibile trasformazione delle Autorità Portuali in Spa: "Si metterebbe a rischio l'autonomia finanziaria".

"Noi ci teniamo al ruolo delle autorithy – ha poi spiegato – siamo interfaccia del mercato ma non possiamo ad oggi soddisfare le esigenze del mercato stesso in questo quadro complicato con tanti enti coinvolti. Vista la molteplicità dei ruoli bisogna abbattere le barriere burocratiche".

La proposta di Monti è poi quella di portare avanti anche attraverso un decreto le riforme più urgenti: "Con il governo cerchiamo di occuparci di tre cose fondamentali in un decreto legge per risolvere dei problemi concreti".

Fonte: Primocanale


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Pasqualino Monti: La riforma della legge 84/94 sui porti “non può essere fermata”





''I porti, al contrario di gran parte degli asset pubblici, oggi sono una risorsa per il Paese, non un onere''






I porti italiani sono una risorsa per il Paese e non un onere. E' proprio dal sistema portuale che puo' partire una vera e propria rivoluzione in tutto il comparto della logistica, volano per riattivare un percorso di crescita. Ma per questo servono "risposte e soluzioni rapide" per la governance delle autorità portuali, che consentano loro di abbattere i tempi decisionali anche in materia di investimenti in nuove opere. E soprattutto servono interventi per rafforzare la loro "autodeterminazione finanziaria". Sono queste le sfide alle quali sono ora chiamati i porti italiani e a indicarle è stato il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti dal palco dell'assemblea annuale dell'associazione.

E' proprio sull'autodeterminazione finanziaria che Monti pone con forza l'accento. Si tratta, infatti, spiega, di individuare "soluzioni che realizzino non tanto un'autonomia finanziaria ma quella che oggi mi piace chiamare una autodeterminazione finanziaria, ovvero una capacità di sfruttare tutti gli strumenti possibili per realizzare in tempi brevi una nuova offerta portuale e garantire efficienza senza incidere sul bilancio dello Stato".

E, su questa strada, Assoporti guarda alla soluzione Cassa depositi e prestiti."Assoporti -afferma Monti- ha concentrato la sua attenzione e i suoi sforzi per trovare anche gli strumenti finanziari nuovi, le chiavi multiple per finanziare nuove infrastrutture senza impattare sui conti e sui limiti di spessa dello Stato. E parliamo di autonomia finanziaria che pure ha fruttato il riconoscimento del diritto dei porti a trattenere l'1% del loro gettito con un tetto massimo di 90 milioni. Lo sappiamo tutti, questi 90 milioni -evidenzia Monti- che dovrebbero essere suddivisi percentualmente e correttamente in modo virtuoso, sulla base di quanto ciascun porto a prodotto, non sono solo insufficienti, prefigurano un quadro probabilmente non coerente con le necessità di ridare competitività al sistema e, per altro, ancora oggi non sono stati resi disponibili".

La soluzione alla quale guarda Assoporti "prevede -spiega Monti- l'attuazione di un fondo che puo' essere fondo presso Cassa depositi e prestiti e nel quale collocare le risorse provenienti da una ulteriore quota addizionale del gettito Iva e le risorse per interventi perequativi dell'attuale previsione normativa e che ci consenta quindi di utilizzare tutti gli strumenti coerenti con l'obiettivo da raggiungere".

"La soluzione Cdp -insiste Monti- permetterebbe di garantire il coinvolgimento di un intermediario finanziario, abilitato ad attivare tutti gli strumenti finanziari, al tempo stesso coinvolgendo il sistema del credito nel funding di questi strumenti. Dal cofinanziamento dei project financing al coinvestimento del fondo a monte o negli investimenti nella società di progettazione a valle, fino alla sottoscrizione dei project bond". In questo modo, si potrà attivare "un effetto leva che libererebbe risorse per oltre 2 miliardi di euro a favore della portualità italiana consentendo la realizzazione delle opere che oltre che strategiche sono possibili semplicemente per troverebbero ragion d'essere nella loro redditività".

Fonte: Adnkronos


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L’assemblea di Assoporti si riunisce su autonomia finanziaria e sviluppo portuale





L’associazione guidata da Pasqualino Monti si riunisce il 29 Ottobre, presente il Ministro Lupi, per intraprendere un cammino di riforma






Assemblea generale di Assoporti martedì 29 ottobre a Roma, presso Roma Eventi Fontana di Trevi, Piazza della Pilotta 4,  a partire dalle ore 10.00. Il Presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, terrà la relazione introduttiva su “La nuova formula dei porti” e sui temi della ”autodeterminazione finanziaria, sburocratizzazione e governance logistica”.  Obiettivo individuare quegli elementi di innovazione che potrebbero consentire al sistema portuale italiano di compiere un salto di qualità e di contribuire in modo ancora più consistente di quanto non accada già oggi, alla ripresa del sistema paese.

Il Presidente dell’Associazione, tenterà di intraprendere un percorso di riforma portuale necessario ormai da molti anni, e troppo spesso rinviato. Lo stesso Monti si muove su più fronti, considerando che rientra dal  al “Ten-T Days” di Tallin in Estonia, tenutosi la scorsa settiman .Nella tre giorni di meeting estone, in cui si sono incontrati i principali protagonisti della logistica e del trasporto del continente che fanno parte delle reti transeurope e intermodali, sono state evidenziate le principali policies della Commissione Europea in materia di reti Ten. Il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e di Assoporti Pasqualino Monti ha partecipato come relatore alla conferenza: “I porti come gates di ingresso del Trans European Network” insieme al commissario dei Trasporti della Ue Siim Kallas. Nel dibattito Monti ha evidenziato il ruolo sempre più centrale del Nord Africa nel trasporto mediterraneo ed ha rimarcato come i porti magrebini possano diventare il terminale delle reti Ten-T.

In relazione alla politica della Ue in materia di trasporti, Monti si è soffermato sull’accesso ai servizi portuali, oggetto del prossimo regolamento europeo in discussione presso le istituzioni dell’Unione. In particolare, il presidente di Civitavecchia e di Assoporti ha evidenziato come “l’attenzione debba anche concentrarsi sulla qualità dei servizi portuali e non solo sui vari processi di liberalizzazione e privatizzazione”.

“La qualità e la sua misurabilità – ha affermato Monti – sono gli elementi chiave su cui concentrare gli sforzi per omogeneizzare i servizi in tutta la Ue. E’ auspicabile redigere “carte dei servizi” dove prevedere i parametri e le modalità di fornitura del servizio e le modalità tariffarie fondate su trasparenza totale”.

Il meeting è anche stata l’occasione per un incontro tra il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il commissario Kallas e lo stesso Monti. Al termine della riunione, è stato firmato il documento che assegna fondi europei delle reti Ten-T all’Autorità Portuale di Civitavecchia ed all’Anas per la progettazione del completamento della superstrada trasversale Civitavecchia-Orte, per un importo pari a 2 milioni di euro.

 

Fonte: La Gazzetta Marittima


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Pasqualino Monti: “Individuare percorso della trasversale in sei mesi”





Il Presidente dell’AP di Civitavecchia illustra il piano per completare la Civitavecchia-Orte






Aprire i cantieri nel più breve tempo possibile, burocrazia permettendo, individuando un nuovo percorso ed aprendo la conferenza dei servizi per la realizzazione di questa importante arteria. È questa la strada tracciata dal presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, a pochi giorni dall’ottenimento del finanziamento europeo di 2 milioni di euro per la progettazione del completamento della superstrada trasversale Civitavecchia-Orte. “Si tratta dei 18 km che collegano Civitavecchia con Monte Romano – ha spiegato il numero uno di Molo Vespucci – a giorni sottoscriveremo con l’Anas un ulteriore protocollo di intesa perla programmazione definitiva della tratta, step preliminare poi all’appalto”. Ovviamente in questo contesto andranno coinvolti soprattutto gli enti locali, perché si dovrà andare alla ridefinizione del percorso della trasversale, rispetto a quello originario, impossibile da sostenere, di ben 800 milioni di euro. “Oggi dobbiamo andare ad abbattere i costi – ha aggiunto Monti – dalla fine di novembre, quando otterremo il progetto preliminare, ci daremo sei mesi di tempo per aprire la conferenza dei servizi e realizzare una cabina di regia con Regione Lazio ed enti locali”. Si dovrà poi affrontare il problema del finanziamento per la realizzazione dell’opera il cui costo, ovviamente, dipenderà dal tracciato che verrà individuato e che potrebbe prendere spunto da vecchi progetti o, più probabile, essere un percorso totalmente nuovo. Tre le strade percorribili per reperire i fondi necessari: quella del finanziamento pubblico, quella del project financing e quella del project bond. "Un ringraziamento particolare – ha sottolineato poi il presidente Monti – voglio rivolgerlo al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, per l’imput personale nel sostenere la nostra attività in Europa, attraverso l'impegno del direttore dell'ufficio di Bruxelles della Regione Lazio Claude Scheiber ed il responsabile delle relazioni con la comunità europea Cristiano Zagari; a loro il nostro grazie particolare per averci sostenuto, veicolando l'importanza del porto di Civitavecchia e, quindi, la necessità di completare infrastrutture necessarie come appunto la trasversale. E poi la nostra squadra formata da Luca Lupi e Lelio Matteuzzi, impegnati proprio in questa direzione. Il finanziamento europeo rappresenta il primo importante risultato di questa collaborazione oggi più che mai fondamentale”. 

Fonte: Civonline


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Al via La nuova Assemblea nazionale Di Assoporti: parteciperà anche il ministro Lupi





L’Associazione presieduta da Pasqualino Monti è determinata a riformare la legge portuale 84/94






Si terrà martedì 29 ottobre dalle 10, a Roma Eventi Fontana di Trevi come di consueto, l’assemblea ordinaria di Assoporti che sarà aperta dal presidente Pasqualino Monti e conclusa – se non interverranno fatti nuovi a livello del sempre traballante governo Letta – dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi.

Il programma dei lavori prevede alle 10 la relazione del direttore del Certnet della Bocconi professor Lanfranco Denn su “I driver del cambiamento per i traffici portuali italiani”. Seguirà l’intervento di Carlo Pelanda, direttore del dottorato di ricerca in geopolitica economica dell’università Marconi di Roma su “Il sistema portuale come fattore di traino competitivo per l’Italia”. Pasqualino Monti terrà la relazione-clou dell’assemblea sulle problematiche e le prospettive della portualità italiana, anche in relazione alla lunga attesa – e alle frequenti delusioni – sulla riforma della riforma della legge portuale 84/94; e specialmente dopo il recente pronunciamento della magistratura suprema – il Consiglio di Stato – sulle candidature alle presidenze delle Autorità portuali, che devono avere “massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, possibilmente (nella norma) con lauree specifiche.

Sula relazione del presidente Monti interverranno Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Ferruccio Dardanello presidente di Unioncamere, Emanuele Grimaldi neopresidente di Confitarma ed Aurelio Regina vicepresidente di Confindustria.

 

Fonte : La Gazzetta Marittima


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Il ruolo delle Autorità portuali nella logistica. Assoporti scrive a Napolitano










L’associazione guidata da Pasqualino Monti e Luigi Merlo reclama un ruolo centrale dei porti nella logistica italiana.

Una nuova visione strategica per le Autorità portuali. Un soggetto logistico di area, sino a diventare Ap a competenze regionali, in grado di influenzare le politiche di assetto del territorio. Assoporti, che nell’estate scorsa ha ritrovato unità di scopi e propositi con l’elezione congiunta di Luigi Merlo e Pasqualino Monti alla guida dell’associazione, rompe gli indugi e in una lettera al Presidente della Repubblica espone la sua idea sulla filiera logistica nazionale: sul suo ruolo strategico, sulle sue deficienze, sulla centralità in un dibattito politico troppo “distratto”. E il primo passo riguarda il nuovo ruolo di “coordinamento” degli enti portuali. Attori in grado di integrare porti e interporti; di pianificare e realizzare interventi negli scali e per le connessioni tra questi le direttrici stradali e ferroviarie, i nodi logistici interni; di determinare e graduare i costi corrispondenti all’utilizzo dell’infrastruttura ed altri costi.

“E’ proprio da questo ruolo – sottolinea l’associazione – che discende l’obbligatorietà di un’autosufficienza economica della struttura di Autorità Portuale favorendo logiche di razionalizzazione e aggregazione  sino alla realizzazione di Autorità Portuali con compiti di amministrazione della portualità regionale”.

Una prospettiva ambiziosa che parte da alcune richieste concrete: la parziale e temporanea fiscalizzazione degli oneri sociali delle imprese autorizzate ex artt. 16, 17 e 18, L.84/94; una riduzione delle accise dei prodotti energetici utilizzati dai mezzi esclusivamente operanti in aree portuali; la fissazione di certe ed omogenee regole in tema di IMU sui beni demaniali marittimi affidati in concessione. Fondamentale anche “l’immediata elaborazione di un piano strategico di sviluppo del sistema logistico, imperniato sulla portualità nazionale che deve essere agganciata in modo razionale alla logica europea in materia di reti Ten e che oggi soffre di assenza di visione strategica anche nell’allocazione dei pochi fondi disponibili, di un basso livello di connessione fisica”.

Dando per scontato che la “mano pubblica” è, e continuerà ad essere, il principale investitore nel settore delle infrastrutture di trasporto, il Presidente di Assoporti chiede di concentrare le risorse sui  grandi investimenti già progettualmente e finanziariamente definiti, quindi cantierabili in tempi brevi; supportati da solide analisi costi/benefici nonché sui  progetti di miglioramento/adeguamento/manutenzione innovativa, che facilitino e consolidino flussi attuali. La scelta di selezione dovrà essere compiuta anche in funzione delle priorità condivise con attori delle politiche del territorio e delle grandi infrastrutture che non sono propriamente portuali (Regioni, RFI, ANAS, Autostrade).

Alla base delle proposte ci sono i numeri relativi al contributo della portualità al Pil nazionale. Per i servizi di logistica portuale e le attività ausiliarie, si stima un valore della produzione per oltre 6.500 milioni e quasi 32.000 occupati diretti: il sistema delle Autorità Portuali, secondo gli ultimi studi, genera, avvalendosi di soli 1280 occupati, un valore della produzione superiore ad un miliardo di euro con un effetto moltiplicatore di circa 4,7; nuove spese e investimenti per 100 euro da parte delle Autorità Portuali, generano cioè oltre 470 euro nel circuito economico complessivo.

Nasce da queste considerazioni anche la richiesta “di rimuovere improprie equiparazioni alle pubbliche amministrazioni, a partire da quelle riferite ai propri dipendenti”. “Il Presidente dell’Autorità Portuale o comunque l’autorità Portuale stessa – spiega la lettera – deve diventare l’ente effettivamente responsabile dell’efficiente e coordinato andamento di tutte le attività in porto, sia quelle  che si svolgono a terra sia quelle che si svolgono sul lato mare, sia delle attività svolte in regime di mercato, sia si tratti di attività delle pubbliche amministrazioni”.

Fonte: seareporter.it


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L’idea di Pasqualino Monti: un fondo d’investimento comune per ottimizzare le risorse dell’autonomia finanziaria

Il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia propone di sfruttare la leva finanziaria generata dall’accumulo dei fondi d’autonomia per ovviare al tetto di 70 milioni imposto dal governo

L’idea è quella di creare un fondo di investimento comune, come già avviene in altri ambiti, per ottimizzare i 70 milioni di euro (tetto massimo) che il governo prevede di restituire ai porti italiani in nome dell’autonomia fiscale. A proporlo è Pasqualino Monti, presidente dell’Authority di Civitavecchia. Da Marsiglia, dove si trovava per la fiera Seatrade Med, il vicario di Assoporti ha lanciato l’idea di cumulare le risorse concesse dal governo in un fondo comune, ottimizzandolo per poi ripartire i fondi sui vari scali italiani per finanziare i progetti di sviluppo più meritevoli. “Facciamo fruttare al massimo questi 70 milioni capitalizzandoli, creiamo un fondo per i porti italiani e agendo con il principio della leva finanziaria facciamoli diventare oltre 100 milioni da ridistribuire poi ai progetti più meritevoli” afferma convinto Pasqualino Monti, che proporrà ufficialmente il progetto ai suoi colleghi nell’ambito della prossima riunione di Assoporti in programma a Gioia Tauro a metà Dicembre.

Quello dell’autonomia finanziaria è un nodo molto discusso nei porti italiani. Se da un lato il governo tecnico ha recentemente riconosciuto il principio dell’autonomia finanziaria infrangendo uno storico tabù della politica italiana, dall’altro ha posto un tetto di 70 milioni di euro, molto basso rispetto al gettito generato dal sistema dei porti italiani. Il governo stesso si è mostrato poco o per nulla incline a riaprire la questione. Verrebbe da dire che i porti italiani debbano fare di necessità virtù e arrangiarsi con ciò che è stato loro riconosciuto con la riforma della legge portuale. In questo senso la proposta di Monti è da leggersi come un appello ad ottimizzare ciò che con molta fatica (e molti anni di ritardo) è stato ottenuto in materia di autonomia, poco o tanto che sia.

L’unico nodo da sciogliere resterebbe quello del criterio di ripartizione delle risorse di questo fondo comune, per non inciampare in incidenti diplomatici come nel caso dei 100 milioni di finanziamento al porto di Venezia comparsi improvvisamente nel testo dell’ultima finanziaria. “Questo non è il momento dei contrasti” ci tiene a precisare Monti, che di Assoporti è attualmente vicario e prossimo presidente. “Se vogliamo essere credibili e ascoltati a livello romano, dobbiamo prima confrontarci tra noi per ritrovare unità d’intenti e arrivare poi a proporre al Ministero dei Trasporti un progetto nazionale per il potenziamento infrastrutturale dei porti individuando alcuni progetti considerati strategici e prioritari”. Vale a dire: il sistema dei porti come insieme nazionale deve valere più degli interessi particolari.

La proposta di Pasqualino Monti ha già incassato la prima approvazione da parte di Luigi Merlo, attuale presidente di Assoporti, che giudica positivamente l’idea di un fondo comune. “L’idea in sé è valida – ha detto Merlo a MF Shipping & Logistica – in quanto leva sia per indurre il governo a fare una pianificazione strategica, ma occorrerebbe un fondo più cospicuo e comunque un riparto che tenga conto di quanto generato da ciascun porto. Al momento una parte di quei 70 milioni di euro sarebbe destinata ai porti di transhipment e poi, mancando le risorse per le manutenzioni ordinarie in alcuni scali, il fondo sarebbe ulteriormente ridotto”.

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L’autorità portuale di Civitavecchia finanzia uno studio epidemiologico sul territorio

Dopo i risultati sull’incidenza delle cause naturali di decesso nella zona di Civitavecchia Pasqualino Monti (presidente AP) ha deciso di finanziare uno studio epidemiologico sull’inquinamento atmosferico

l’Autorita’ Portuale di Civitavecchia ha affidato al Dipartimento di Epidemiologia del SSR della regione Lazio, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma F, un’indagine sulla salute, sulle abitudini di vita e sui livelli di esposizione ambientale della popolazione residente nel comprensorio di Civitavecchia. Indagine che dovra’ studiare gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei residenti nell’area di Civitavecchia attraverso l’uso di indicatori biologici. L’iniziativa nasce per dare continuita’ agli studi epidemiologici condotti nell’area di Civitavecchia che in passato hanno evidenziato, sia sui residenti che sui lavoratori, eccessi di mortalita’ a causa di diverse patologie polmonari come tumore, mesotelioma pleurico e disturbi respiratori. Tutti i costi dell’indagine saranno sostenuti dall’Autorita’ Portuale di Civitavecchia, nell’ambito delle attivita’ di sostenibilita’ ambientale del porto. L’indagine coinvolgera’, nel biennio 2013-2014, 1200 persone residenti nell’area in studio (comuni di Civitavecchia, S. Marinella, Allumiere e Tolfa) e sara’ accompagnato da una valutazione delle ricadute al suolo delle emissioni atmosferiche degli impianti industriali presenti nell’area attraverso dei modelli di dispersione in collaborazione con ARPA Lazio. Il protocollo dello studio sara’ sottoposto anche all’approvazione di un Comitato Etico.

Si tratta di un accordo storico che nasce soprattutto grazie alla volontà del procuratore Gianfranco Amendola.
«Come procura – ha spiegato Amendola – abbiamo iniziato un’indagine sui presunti danni alla salute provocati dall’inquinamento industriale, sulla base di un esposto presentato dal Forum Ambientalista presieduto da Simona Ricott. Ma compiere un lavoro del genere sarebbe costato qualcosa come 360mila euro. Una cifra così il ministero della Giustizia non avrebbe mai potuto finanziarla, visto che non ha i soldi nemmeno per la benzina delle auto di servizio, così ho pensato di rivolgermi al presidente Monti, il quale si è detto subito entusiasta e disponibile a finanziare questo progetto. Uno studio di cui questo territorio ha bisogno e che non è mai stato fatto. Per questo sono particolarmente grato sia al presidente dell’Authority che al professor Forastiere.» L’Autorità Portuale ha messo a disposizione anche 40mila euro in più rispetto alla cifra stimata dallo stesso Forastiere, arrivando così ad un finanziamento di 400mila euro. «Uno sviluppo senza la tutela della salute. No, questa partita non la gioco – è stata la frase simbolo dell’intervento di Pasqualino Monti, che poi ha proseguito – Questa è un’iniziativa che è perfettamente in linea con questa priorità che mi sono dato dal momento del mio insediamento a Molo Vespucci. Sotto questo aspetto infatti rientrano una serie di iniziative già intraprese, come l’elettrificazione delle banchine, per la quale abbiamo già stanziato 20 milioni di euro, l’installazione di impianti fotovoltaici che coprono già il 60% del fabbisogno dello scalo, il posizionamento della centralina Arpa per il controllo delle emissioni dei fumi delle navi, ma soprattutto i cassini Rewec 3, che producono energia sfruttando il moto ondoso e dunque ad impatto ambientale zero».

Fonte: Assoporti

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Il vicario di Assoporti Pasqualino Monti: “Le crociere possono rilanciare il sistema turistico italiano”

Pasqualino Monti, in qualità di vicepresidente Assoporti, interviene sulla rilevanza delle crociere. Grazie ad itinerari che valorizzino le bellezze storiche, archeologiche e culturali del nostro paese Civitavecchia è diventato il primo porto crocieristico del Mediterraneo

Si è parlato di crociere nel corso del Convegno “La rilevanza delle crociere nel settore del trasporto e del turismo”, organizzato venerdì 23 novembre al Senato dalla cattedra di Diritto della navigazione dell’Università di Roma Tor Vergata e dalla “Rivista del Diritto della Navigazione” che ha rivolto un appello alle forze politiche per un’urgente riforma del Codice della Navigazione – parte marittima, così come è già stato fatto per quella aerea. Nel corso del convegno sono intervenuti Cesare Cursi, Presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato; Renato Lauro, Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; Roberto Cazzulo, Chief Operating Officer del RINA.

Le conclusioni sono state infine affidate al vice presidente vicario di Assoporti Pasqualino Monti che è ritornato sui temi del rinnovamento già illustrati durante la presentazione del POT dei porti di cui è presidente (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta). Pasqualino Monti ha sottolineato come “la chiave per il futuro sia nel connubio inscindibile tra bellezze e ricchezze storiche, archeologiche e paesaggistiche del nostro Paese “che rappresentano il principale fattore attrattivo e di successo per il settore crocieristico in Italia, e la capacità dei nostri porti di trasferire alle città e ai territori turisti e ricchezza. A Civitavecchia abbiamo piantato un seme in tal senso con “La due giorni del Mediterraneo” che ripeteremo nel 2013 e in cui abbiamo lanciato l’idea del laboratorio degli itinerari, che stiamo sviluppando. La sfida sta nella capacità di realizzare strutture di accoglienza adeguate, collegamenti efficienti, offrire opportunità diverse ai turisti e occasioni di crescita diversificata”. Il Presidente Monti si è detto molto soddisfatto che dal Porto di Civitavecchia arrivino a Roma 1,6 milioni di turisti all’anno con pullman e treni, ma ha detto che lo sarà ancora di più “quando avremo costruito il nuovo porto commerciale a Fiumicino da dove faremo risalire il Tevere fino alla Capitale. L’obiettivo è dunque anche quello di creare nuovi itinerari per valorizzare tesori inediti per far crescere il connubio fra turismo ed economia del mare contribuendo a rimettere in moto il sistema Paese”.

Fonte: Civonline

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L’appello di Pasqualino Monti ad Assoporti: uniti per un nuovo piano industriale nazionale

Durante la presentazione del POT a Civitavecchia (460 mln) Pasqualino Monti (vicario Assoporti) auspica l’unità nazionale di Assoporti  per il rilancio del sistema portuale

Il presidente dell’ Autorità Portuale di Civitavecchia e vice presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, interviene nella polemica tra le authority di Genova e Venezia e lancia ” un appello all’unità del cluster portuale italiano proponendo a tutti i presidenti dei porti un cambio di marcia che ponga l’Associazione nella posizione di poter presentare al governo una proposta globale, condivisa, di rilancio del settore.

”E’ il momento per la portualità italiana di accantonare divisioni e dissapori e fare uno sforzo di coesione senza precedenti, attraverso un piano industriale nazionale, con progetti, investimenti e fonti di finanziamento per ciascuna opera di ciascun porto e per le infrastrutture di collegamento a terra ” ha aggiunto Monti.

”Con un paese che rischia ogni giorno di essere tagliato fuori dalle rotte del grande trade internazionale – ha detto Monti -, dobbiamo diventare noi, presidenti dei porti, la chiave per superare contrapposizioni e campanilismi e tracciare un documento serio e strutturato che definisca le priorità portuali e logistiche del sistema Italia”.

”Non è un futuro per i porti quello che chiediamo, ma un futuro per il Paese, che senza porti efficienti in grado di programmare uno sviluppo coerente con l’economia e il mercato, si autocondanna ad allargare il gap logistico e competitivo nei confronti dei concorrenti europei e mediterranei” ha concluso il vicepresidente di Assoporti.

Fonte: ANSA

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Pasqualino Monti: investimenti per 460 milioni per il Netowrk portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta

A Labitalia Pasqualino Monti presenta un piano ambizioso, con tante opere già approvate e appaltate, che punta a dare una svolta allo scalo portuale, specie in termini commerciali

“Abbiamo destinato circa 460 milioni alla realizzazione di nuove infrastrutture nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Parte di queste risorse sono dell’Autorità portuale, la maggior parte arrivano dal Cipe e sono totalmente destinate a nuove spese di investimento per realizzare importanti infrastrutture che consentiranno al nostro network di dire la propria in termini commerciali e non solo passeggeri”. Così il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Pasqualino Monti, spiega a Labitalia il contenuto del ‘Piano triennale delle opere 2012-2015’ dell’Autorità, presentato oggi a Civitavecchia. Un piano ambizioso, con tante opere già approvate e appaltate, che punta a dare una svolta allo scalo portuale, specie in termini commerciali.

 

“Per Civitavecchia, il porto leader del network, la nostra intenzione -spiega Monti- è farlo divenire nelle merci ciò che è nei passeggeri. Quindi creare l’intermodalità giusta, le interconnessioni viarie, ferroviarie e quant’altro per connetterla al mercato di consumo che è alle proprie spalle. Noi siamo il porto di Roma, ci affacciamo sulla Capitale e sul mercato dell’Umbria, siamo il porto della Thyssen Kroupp e delle acciaierie di Terni e così vogliamo aiutare servire il nostro mercato di consumo”. E l’obiettivo dell’Autorità portuale è di procedere spediti nella realizzazione dei lavori. “Abbiamo appaltato 230 milioni di euro -sottolinea Monti- stiamo realizzando la darsena servizi, la darsena traghetti con dieci nuovi attracchi e il prolungamento dell’antemurale”.

Ma il porto di Civitavecchia non vedrà nei prossimi mesi solo investimenti pubblici. “Il privato, con la società Compagnia Porto, sta realizzando un investimento per la ‘Darsena Enegetico Grandi Masse’ -spiega Monti- che ci consentirà di diventare un polo di bunkeraggio nel cuore del Mediterraneo”.

E le risorse non saranno destinate a sviluppare solo l’aspetto commerciale dello scalo portuale: “Stiamo realizzando le infrastrutture -dice Monti- con la sottoscrizione dell’Accordo di programma con il viceministro Ciaccia, stiamo trasformando il nostro vecchio e piccolo porto di Traiano nel ‘Marina di Roma’ per ospitare grandi yacht. Quindi una serie di investimenti che ci consentiranno di rispondere alle esigenze di mercato, che sono quelle degli armatori delle grandi navi di avvicinarsi il più possibile al proprio mercato di consumo”.

L’obiettivo finale degli investimenti, per Monti, è chiaro. “Civitavecchia -sottolinea- ha delle condizioni geo-fisiche naturali che forse nessun altro porto ha. Pesca 22 metri, 5 milioni di metri quadrati di retro porto, ha la possibilità di ampliare le proprie infrastrutture portuali per qualche chilometro, e, a differenza rispetto agli altri nostri grandi porti, abbiamo l’opportunità di allargarci e di continuare a farlo”. Anche per “entrare nei porti ‘core network’: perché tenere fuori Civitavecchia, il porto di Roma, dai porti di ‘core network’ risulterebbe un grave, gravissimo errore non per Civitavecchia ma per l’intero sistema portuale del Paese”.

Un porto, quello di Civitavecchia, che anche quest’anno, nonostante la crisi, ha mostrato dati in crescita. “Il cofinanziamento di queste opere -ricorda Monti- nasce anche dai risultati raggiunti in questo ultimo anno. Noi abbiamo aumentato del 10% circa la parte commerciale, rispetto ai passeggeri, e la nostra occupazione è aumentata del 16,8% in un anno”.

La speranza, con gli investimenti programmati e messi in cantiere, è di far crescere queste cifre: “Quando si parla di polo di bunkeraggio, di bacino di carenaggio, nuove infrastrutture, +16,8% dell’occupazione in un anno nonostante il porto sia tutto un cantiere -conclude Monti- noi ci auguriamo non dico di raddoppiare le risorse che lavorano nei nostri porti, ma certamente di avvicinarci a tali risultati”.

Fonte: Adnkronos

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Pasqualino Monti e il rinnovamento dei porti. Il porto di Civitavecchia prova a investire nonostante la crisi

Nei prossimi giorni Pasqualino Monti presenterà il nuovo piano operativo del porto di Civitavecchia, che dovrà sostenere lo sviluppo infrastrutturale in un momento difficile

Sono mesi importanti per il sistema portuale italiano, con la riforma della legislatura portuale al vaglio del Parlamento, e la volontà di rinnovamento spesso strozzata dalla crisi generale europea. Se da un lato infatti il sistema portuale diventa sempre meno competitivo rispetto ai concorrenti stranieri, ai porti italiani viene comunque chiesto di farsi promotori di un’azione di rinnovamento che porti ad un ripensamento dell’intero settore. Facile a dirsi, più difficile a farsi, per in realtà a rendere ancora più delicata la situazione è l’incertezza del ruolo presente e soprattutto futuro delle coste tricolori nello scacchiere europeo, dove tra corridoi interni e autostrade del mare gli avanzatissimi porti settentrionali, soprattutto quelli inglesi e olandesi, rappresentano un modello di efficienza a cui spesso la Commissione guarda per indirizzare e omogeneizzare le politiche comunitarie sul tema. Non è però così semplice adottare per le nostre autorità portuali l’organizzazione di stampo nordico. Innanzitutto perché in Italia i porti sorgono su terreni demaniali, mentre il più delle volte negli altri Paesi europei nascono e sono gestiti attraverso l’iniziativa privata. In secondo luogo perché il sistema delle concessioni segue logiche completamente diverse. In questo scenario come stanno reagendo gli attori protagonisti di quello che deve essere un rilancio dei porti su scala nazionale?

Prendiamo l’esempio del porto di Civitavecchia dove nei prossimi giorni (16 novembre)  il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Fiumicino Gaeta Pasqualino Monti presenterà il piano d’investimenti per i prossimi tre anni, progetti in nuove infrastrutture portuali «già esecutivi» (ovvero già cantierizzabili) per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro, dato che strappa il ruolo di più importante stazione appaltante nel campo della portualità italiana.

Il programma si pone molteplici obbiettivi strategici riguardanti la seconda area di produzione e consumo in Italia (Lazio, Umbria e Marche, collocate su un ideale corridoio Tirreno-Adriatico, destinato a spezzare la cronica incomunicabilità fra i due mari).

Il primo obiettivo sarà quello di replicare nelle merci e nella logistica la primazia raggiunta da Civitavecchia nel traffico crocieristico, facendo del porto della capitale un hub per container e altre tipologie di merce (c’è la disponibilità di aree retro portuali per oltre 5 milioni di metri quadri e gli accosti in acque profonde (22 metri) non hanno paragoni in Italia.

Il secondo obiettivo sarà rappresentato dalla realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino (gestito come anche Gaeta dall’Autorità portuale di Civitavecchia nell’ambito di un network regionale), che diventerà un secondo scalo crocieristico in grado di sviluppare su quattro accosti un traffico di oltre 1,8 milioni di passeggeri aggiuntivi rispetto ai 2,6 che oggi Civitavecchia (leader nel Mediterraneo) già accoglie.

Il terzo obiettivo, infine, sarà quello di fare di Civitavecchia un polo di progettazione di business nel settore delle crociere e delle autostrade del mare. Il vice ministro ai Trasporti, Mario Ciaccia («Io credo in Civitavecchia perché credo nella portualità italiana») ha invitato l’Autorità portuale a sfruttare ulteriormente «l’autonomia finanziaria dei porti» esplorando meglio le possibilità che possono venire dalle obbligazioni di scopo e dai project bond («Sono stato contattato da fondi di investimento esteri, non perdiamo queste opportunità»).

Si muove intanto qualcosa dal punto di vista istituzionale. Il vice ministro dei trasporti Mario Ciaccia, infatti, ritorna sull’annosa questione dell’autonomia finanziaria dei porti: ”Stiamo seguendo con attenzione l’iter del decreto di ripartizione delle risorse ai porti perché’ la materiale assegnazione di questo fondo avvenga il più presto possibile”.

”Nello specifico il finanziamento di infrastrutture portuali in corso di ripartizione – ha ricordato Ciaccia – è stato così suddiviso: 20 milioni per il Porto di Genova, 25 per il Porto di Savona, 4,3 milioni per il Porto di Gioia Tauro e Cagliari, 33 milioni in 9 rate annuali per il Porto di Civitavecchia”.

”Con il decreto sullo sviluppo è stata finalmente disposta l’autonomia finanziaria dei porti, attraverso una specifica norma con la quale si è stabilito di dare impulso all’infrastrutturazione portuale, destinando ai porti parte dell’Iva e delle accise in essi prodotte” ha detto ancora il vice ministro.

”Per poter essere effettivamente competitivi con i porti del Mar del Nord – ha continuato Ciaccia – occorre che all’interno dei sistemi dell’alto Adriatico e dell’alto Tirreno ognuno degli scali sia messo in condizione di ricevere e trattare le grandi navi di domani. Questo per consentire l’interoperabilità, come terminali mediterranei efficaci, rispettivamente del corridoio Genova Rotterdam e del corridoio Adriatico Baltico.

Considerazioni analoghe vanno condotte per i sistemi portuali campano, pugliese e siciliano, da vedere come sbocchi mediterranei del corridoio Helsinki-La Valletta a servizio di quella parte d’Europa costituita dal Mezzogiorno d’Italia” ha detto il viceministro.

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Pasqualino Monti: “Nuova legge sui porti entro fine legislatura”. E i dati del porto di Civitavecchia confermano

L’intervento di Pasqualino Monti (vice presidente Assoporti) si concentra sul ruolo delle Autorità portuali nel sistema logistico

È auspicabile che la nuova legge italiana sui porti venga approvata entro l’attuale mandato parlamentare. Lo ha sottolineato il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Fiumicino Gaeta, Pasqualino Monti, che riveste anche il ruolo di vice presidente vicario dell’Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), nel corso della sedicesima edizione di Euro-Med Convention “From Land to Sea” a Palermo.

Sarebbe importante – ha detto Monti – «che entro la fine della legislatura venga approvata la legge di riforma: pur nella consapevolezza della necessità di ulteriori interventi, sarebbe comunque un segnale importante ed un significativo passo in avanti rispetto alla legge 84/94, che nacque vecchia già 18 anni fa, rispetto alle esigenze della portualità e del mercato, cui bisogna andare incontro. Penso, ad esempio – ha precisato – al superamento dell’attuale ruolo delle stesse Autorità Portuali, che a mio avviso dovrebbero avere competenze anche sulla logistica: non si può pensare, come ad esempio accade proprio a Civitavecchia, di sviluppare le infrastrutture portuali, di avere a disposizione cinque milioni di metri quadrati retroportuali e di rimanere strozzati senza adeguati collegamenti stradali e ferroviari. È necessario – ha rilevato Monti – un soggetto che possa mettere a sistema la rete infrastrutturale. La partita della competitività dei nostri scali non può essere limitata al solo ciclo portuale, ma si gioca anche sui collegamenti alle loro spalle, sull’efficienza nel muovere le persone e le merci una volta sbarcate e uscite dai porti, verso la loro destinazione».

I dati dell’Autorità portuale di Civitavecchia, aggiornati al 31 agosto 2012 riferiti ai primi 8 mesi di quest’anno rispecchiano le parole del suo presidente . In un difficile panorama nazionale il porto di Civitavecchia resta saldamente a galla. A determinare una crescita per lo scalo locale, che compensa le flessioni registrate sul traffico passeggeri, sono decisamente le merci. 

Nel periodo considerato il traffico complessivo di merci nel porto di Civitavecchia è pari a 7.226 milioni di tonnellate, di cui 680.750 di rinfuse liquide, in special modo prodotti raffinati (più 21%), 3.990 milioni di tonnellate di rinfuse solide (più 8%) e 2.550 milioni di merci varie in colli. A far crescere la percentuale delle rinfuse solide, di cui costituisce il 77% con oltre 3 milioni di tonnellate movimentate, ha contribuito il carbone in crescita del 7%. Aumentati del 30% anche gli sbarchi di prodotti metallurgici, in particolare il ferro cromo, che hanno toccato quota 224.900 tonnellate. Ma a segnare un più 50% è anche tra le rinfuse solide, il traffico dei coils in acciaio pari ad oltre 300 mila tonnellate. Più che positivo il dato del terminal container che registra un aumento del 52% per l’arrivo di container pieni (26.622 teus), mentre i teu vuoti sono diminuiti del 7%.

Nel suo intervento il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia ha evidenziato anche il rilevante ruolo dello scalo laziale nel sistema delle Autostrade del Mare italiane. «Nel momento in cui per la prima volta il porto di Civitavecchia guadagna traffici grazie alle merci, mentre “soffre” per i passeggeri per cause esogene – ha sottolineato Monti – vogliamo lanciare una sfida che parte proprio dalle Autostrade del Mare, con il raddoppio infrastrutturale ed operativo partito con l’inizio dei lavori della nuova darsena “Sant’Egidio”». Monti ha candidato il porto di Civitavecchia ad essere «lo scalo di riferimento per il mercato romano e del centro Italia, la seconda area di consumo del Paese e la quinta in Europa. «Il porto di Civitavecchia – ha aggiunto – è l’unico in Italia che oggi guadagna il 10% nel traffico delle merci e rispetto allo scorso anno vanta un +16,8% per quanto riguarda l’occupazione nel sistema portuale».

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Approvata la riforma dei porti in Senato, quante delle richieste del tandem Monti-Merlo sono state accolte?

La legge approvata dal Senato introduce autonomia e poteri alle AP, secondo le richieste del tandem Monti-Merlo, ma mette un tetto di spesa e aumenta il numero delle AP.

 

Il 12 settembre 2012, il Senato ha approvato con 258 voti a favore la riforma dei porti. In sostanza la norma prevede maggiori poteri alle Autorità Portuali (tra cui l’autonomia finanziaria), semplifica le procedure per i dragaggi dei porti, pone un tetto di spesa rispetto all’autonomia finanziaria e aggiunge due nuove Autorità di Manfredonia e Trapani.

Con fatica, il progetto di legge sulla riforma dei porti ha compiuto il primo passo per l’approvazione parlamentare, ora il testo passerà alla Camera. Si dovrà fare in fretta però, perché l’approvazione definitiva deve avvenire prima del termine della legislatura, altrimenti l’iter torna al punto di partenza.

Mario Ciaccia, vice-ministro per le infrastrutture e lo sviluppo rivendica l’importanza di questa legge, fondamentale e lungamente attesa da tutti i Porti italiani: ”Voglio segnalare come questo Governo in questo breve spazio di legislatura abbia dato e continuera’ a dare il suo contributo alla risoluzione delle problematiche del settore portuale ritenendo tale settore di rilevanza strategica per il Paese nonche’ importante volano per il rilancio dell’intera economia nazionale. È un risultato atteso da oltre un decennio dall’intero cluster marittimo e dalla portualita’ nazionale, il compimento di una riforma in grado di rappresentare un reale contributo all’incremento del nostro Pil, fattivamente foriera di sviluppo e crescita”.

 

Ma cosa si stabilisce con questa riforma? Innanzittutto I presidenti delle Autorità Portuali andrebbero ad avere maggiori poteri, perché gli atti di ordinaria amministrazione non dovranno più avere l’approvazione del Comitato Portuale, che interverrà solamente sulle scelte ritenute strategiche. Inoltre, il presidente potrà firmare le sanzioni per violazioni avvenute all’interno dell’area portuale di competenza ed avrà una funzione di coordinamento della logistica dell’intera zona sotto l’influenza del porto. 

La seconda importante novità introdotta dalla legge riguarda i dragaggi ed i piani regolatori portuali e prevede che se il Comune non approva o respinge il programma sottoposto dall’Autorità Portuale entro dodici mesi, esso sarà automaticamente approvato secondo la regola del silenzio-assenso.

 

 

Il disegno di legge istituisce due nuove Autorità Portuali, a Manfredonia e Trapani. In contrasto con quanto chiesto dalla maggioranza degli operatori marittimi e  soprattutto da Assoporti. È stato respinto anche l’emendamento che elimina il tetto massimo di 70 milioni di euro l’anno all’autonomia finanziaria, recentemente introdotta dal Governo Monti. Proprio il tema dell’autonomia finanziaria è quello più caldo. Se l’introduzione della stessa è sicuramente un fatto positivo, il mantenimento di un tetto di spesa depotenzia molto il principio di partenza. 

A questo proposito sempre Ciaccia puntualizza e difende l’operato del Governo: ”nell’ambito dell’agenda per la crescita sostenibile e’ stata finalmente prevista una disposizione che attribuisce alle autorita’ portuali l’autonomia finanziaria, seppur nel limite dell’1% dell’Iva prodotta nei porti, creando le basi per la programmazione dello sviluppo del settore. Il vice ministro ha sottolineato ”lo sforzo del Governo finalizzato a sbloccare la realizzazione delle opere portuali, con priorita’ per i porti della rete strategica trans europea di trasporto essenziale, anche attraverso l’introduzione dello strumento della defiscalizzazione a favore delle societa’ di progetto in alternativa alla ridotta disponibilita’ di risorse pubbliche che autonomamente non sarebbero state in grado di consentire una pianificazione di nuove opere infrastrutturali e di collegamento”. E ancora, ”come non pensare all’utilizzabilita’ dei project bond per lo sviluppo infrastrutturale dei porti” ha consluso Ciaccia osservando che ”tali disposizioni di carattere finanziario, se pur non costituiscono la soluzione definitiva, rappresentano un importante corollario all’implementazione normativa in corso”.

 

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Pasqualino Monti: Assoporti, 2 Giorni del Mediterraneo e la speranza nel futuro

Tour de Force del Presidente dell’Authority di Civitavecchia Pasqualino Monti che, pochi giorni dopo aver ottenuto una linea unitaria per Assoporti, si getta a capofitto nel rinnovamento del Porto di Civitavecchia

Giornate intense per Pasqualino Monti che dopo aver proposto e ottenuto una linea unitaria per la presidenza Assoporti (che porterà ad una presidenza congiunta e alternata tra lui e Merlo) da domani sarà il “padrone di casa” della 2 Giorni del Mediterraneo, un evento nel quale verranno presentati i progetti per lo sviluppo portuale sia nel settore merci che in quello crocieristico. All’interno della manifestazione verrà anche posta la prima pietra per i lavori di costruzione della nuova darsena traghetti nel Porto di Civitavecchia. Ecco un’intervista concessa al settimanale “Il Mondo”.

Fonte: Ontit.it

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Assoporti: Pasqualino Monti fa “un passo indietro”. Governerà insieme a Merlo

Decisione unanime del direttivo. Il Presidente dell’Authority di Civitavecchia Pasqualino Monti avrebbe probabilmente vinto il testa a testa, ma ha preferito fare un passo indietro privilegiando lo spirito unitario, condurrà Assoporti insieme al collega Merlo.

 

Una ‘diarchia’ alla guida di Assoporti, l’associazione dei porti italiani: Luigi Merlo (Genova) e Pasqualino Monti (Civitavecchia). Lo ha deciso oggi, all’unanimita’, il direttivo di Assoporti, riunito a Roma, che ha approvato gli indirizzi strategici e la proposta per la presidenza, in vista dell’assemblea fissata per il 18 luglio prossimo. Merlo, che comincera’ per primo, e Monti, che gli subentrera’ tra un anno, si alterneranno alla presidenza per i prossimi due anni.

”Grazie alla disponibilita’ di Luigi Merlo e di Pasqualino Monti, i due candidati che avevano raggiunto il numero massimo di designazioni – si legge in una nota diffusa da Assoporti -, si e’ stabilito di proporre, in questa fase di transizione di due anni, una ‘staffetta’. La presidenza sarà assunta per il primo anno da Merlo. Monti, che ha formulato tale proposta privilegiando lo spirito unitario, sara’ vice presidente vicario. L’ anno successivo sara’ Monti ad assumere la presidenza dell’associazione, con Merlo vice presidente vicario”. ”In questo periodo – continua Assoporti – in cui si riprende la discussione sulla Riforma della Legge in tema di ordinamento portuale (L.84/94), in Senato approda la Legge sugli interporti, mentre il Governo sta assumendo provvedimenti importanti per il settore e sembra ancora indefinito il ruolo dell’Authority dei Trasporti in materia portuale, è necessario da subito imprimere un’accelerazione alla discussione ed al confronto con il Governo e il Parlamento”.

Fonte: Civonline

 
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Monti e Merlo insieme per ricompattare Assoporti

La proposta dei due Presidenti Pasqualino Monti e Merlo è quella di una presidenza congiunta per il bene dei porti italiani

Svolta per i porti italiani in vista della nuova presidenza alla guida di Assoporti: i due candidati in lizza, i presidenti delle Autorita’ Portuali di Civitavecchia, Pasqualino Monti, e Genova, Luigi Merlo, hanno deciso di candidarsi insieme.

 In una lettera congiunta, scrivono: ”Abbiamo deciso di fare ciascuno mezzo passo indietro e di proporre al Direttivo dei porti italiani una scelta innovativa: non due teste per una poltrona, ma due volonta’ per una strategia comune”. Una ”unica cabina di regia”.

 ”Con la forza del consenso che tanti colleghi ci hanno accordato – scrivono Merlo e Monti nella loro lettera – abbiamo scelto di presentare al Direttivo convocato prima dell’assemblea un’unica cabina di regia congiunta nella quale la fiducia della maggioranza dei porti in entrambi si traduca effettivamente in operativita’ a favore del settore. In altre parole ci poniamo entrambi a disposizione della portualita’ con l’impegno (entrambi senza emolumento, entrambi ugualmente responsabili) di mettere a fattore comune professionalita’, conoscenza, contatti, relazioni. Insomma una squadra coesa e forte”.

”Crediamo che l’emergenza nazionale dei porti, collocata all’interno di quella piu’ estesa del Paese, richieda uno sforzo coeso – proseguono Monti e Merlo -. Insieme saremo in grado di attuarlo. Ci proponiamo di lavorare insieme ad una proposta programmatica unitaria da sottoporre al direttivo, una proposta programmatica che sara’ caratterizzata anche dall’obiettivo di provare ad elaborare proposte di ‘autoriforma’ del sistema portuale italiano. Riteniamo che unirsi sulla strategia invece che dividersi su schieramenti o nomi sia gia’ una piccola rivoluzione, e ci auguriamo di poter essere nel nostro piccolo da esempio per questo Paese. Per il bene della portualita’ italiana, in questo momento non devono esserci divisioni territoriali, di appartenenza politica o identitaria”.

L’ultimo consiglio direttivo di Assoporti convocato a Roma l’11 giugno scorso, si era concluso con un nulla di fatto, con le Autorita’ portuali italiane spaccate sui due nomi. Per questa era stata fatta slittare a luglio l’assemblea dei Porti italiani, gia’ convocata per il 21 giugno. Oggi, con la loro proposta, Monti e Merlo contano di ricompattare l’associazione.

Una eventuale co-presidenza comporta peraltro una modifica dello statuto.

Fonte: Ansa.it

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Assoporti e Pasqualino Monti. I porti italiani sbarcano in Cina

Pasqualino Monti insieme ad Assoporti rappresenta il Porto di Civitavecchia al convegno “Transport and Logistic” in Cina.

Al centro dell’Italia per intercettare merci e persone provenienti via mare. Questa la mission del Porto di Civitavecchia che si ‘ presentato a Shanghai, sotto l’egida di Assoporti (l’Associazione dei porti italiani) che partecipa, fino a domani, alla fiera Transport and Logistic, la più importante del settore.

“Con i nuovi investimenti di 193 milioni di euro – spiega all’ANSA Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia – di cui 50 cofinanziati dall’Autorità Portuale con dieci nuovi attracchi che serviranno ad aumentare la recettibilità della nostra struttura. La razionalizzazione che abbiamo nel porto fa liberare molte aree anche nei container, che ci fa mirare a crescere in questo settore, molto forte in Cina. Siamo strategici non solo per questioni di posizione geografica, ma anche per essere fortemente collegati ad una rete viaria e infrastrutturale importante. Tra Napoli e Livorno arrivano 600.000 container che poi gravitano su Roma, puntiamo ad intercettarli. Abbiamo già forti esperienze con le imprese siderurgiche umbre ed ora, con la realizzazione di aree retroportuali, possiamo offrire la possibilità di finire in loco la produzione”

 

Fonte: Ansa

 
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Pasqualino Monti (Autorità Portuale Civitavecchia) parla di sviluppo portuale e investimenti

La costruzione della nuova Darsena traghetti a Civitavecchia è l’occasione per discutere del futuro della portualità italiana con Pasqualino Monti.

Dieci nuovi accosti per navi ro-ro e passeggeri saranno operativi entro il 2015 nel porto di Civitavecchia, dove sono appena iniziati i lavori per la costruzione della nuova darsena traghetti, un progetto da 198 milioni di euro.

“Quest’opera – resa possibile dallo stanziamento di 143 milioni di euro da parte del Cipe, cui si sommano altri 55 milioni da parte dell’Autorità Portuale – raddoppierà le superfici operative del nostro scalo”, spiega Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità Portuale. “I lavori dureranno due anni e mezzo e ci consentiranno di consolidare il primato del nostro porto sia nel comparto crociere (Civitavecchia è il primo porto del Mediterraneo con 2,6 milioni di passeggeri movimentati nel 2011), sia nei traffici ro-ro e traghetti, che già oggi vede il porto collegato con Barcellona, Catania, Palermo, Malta, Tripoli, Tunisi oltre, ovviamente, con la Sardegna»

Oltre a Civitavecchia – che ha conquistato anche i traffici di ferrocromo diretti agli impianti siderurgici di Terni e la frutta importata in Italia da Dole – il sistema dei porti di Roma del Lazio comprende pure gli scali di Gaeta e Fiumicino, sui quali sono previsti investimenti importanti: “Per Fiumicino è stato appaltata alla società Acquatecno Srl la realizzazione delle nuove infrastrutture dedicate alla nautica (progetto da 15 milioni di euro) mentre altri 60 milioni di euro (di cui nove da parte della Regione Lazio) sono stati stanziati per realizzare tre nuovi attracchi per navi da crociera e una nuova darsena pescherecci”, prosegue Monti, volgendo poi lo sguardo al terzo scalo che compone il sistema portuale laziale. «Per Gaeta sono stati stanziati 29,9 milioni di euro per i lavori di dragaggio, che aumenteranno i fondali da 10 a 12 metri, mentre le superfici dei piazzali saranno incrementate da 30mila a 160mila metri quadrati”.

Il nome di Pasqualino Monti, a distanza di soli 12 mesi dal suo insediamento al vertice dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e a dispetto della giovane età (38 anni), circola come candidatura forte per la presidenza di Assoporti in attesa dell’assemblea che si terrà a Roma il 21 giugno prossimo. Il diretto interessato non commenta queste indiscrezioni, anche se si dichiara lusingato per questa attenzione e dimostra di avere le idee chiare sulle necessità della portualità italiana.

Monti ritiene sia necessario “ripensare tutta la portualità italiana, compiendo lo sforzo di passare a un vero sistema portuale del Paese, a fronte oggi di micro porti (specie se rapportati a realtà nordeuropee) in concorrenza tra loro. La specializzazione degli scali nel seguire ciascuno le proprie vocazioni (container, merci, passeggeri) e ciò che la domanda del mercato di riferimento richiede e dovrebbe portare a una integrazione complessiva che porti a superare i fenomeni attuali di cannibalismo tra porti”.

Si tratta, in concreto, di riproporre a livello nazionale il modello che tanto bene ha funzionato per i porti laziali di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. “Sarebbe inoltre necessario – prosegue Monti – ripensare la natura stessa delle Autorità Portuali, allargandone le competenze e trasformandole in Autorità della Logistica. Non solo: bisogna ragionare in vista di un nuovo rapporto e nuove regole con i grandi concessionari nell’ambito della concreta realizzazione dell’autonomia finanziaria dei porti, incentivando al contempo l’utilizzo della finanza di progetto”. E anche sul tema sul tema della frammentazione dei porti, l’opinione di Monti è chiara: “Il fatto che ci siano 23 Autorità Portuali in Italia è inconcepibile”.

Fonte: Trasportoeuropa.it

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Assoporti: Pasqualino Monti per la corsa al vertice: si “cerca” presidenza di svolta

Nell’ambito delle consultazioni tra le autorità portuali italiane circola il nome di Pasqualino Monti per la designazione del nuovo presidente. A giugno l’assemblea che sancirà il cambio di guardia

Entra nel vivo la corsa per il rinnovo al vertice di Assoporti. Sulla base della ‘road map’, definita nell’assise di Cagliari a fine aprile, i tre saggi, nominati in quell’occasione, Luciano Guerrieri, Cristoforo Canavese e Aldo Garozzo, presidenti, rispettivamente, delle autorità portuali di Piombino, di Savona e di Augusta, si apprestano ad avviare le consultazioni tra i presidenti delle autorità portuali italiane per arrivare alla designazione del successore di Francesco Nerli, il cui mandato è in scadenza e non è più rinnovabile.

I tempi sono stretti: l’assemblea che sancirà il cambio della guardia si terrà, infatti, nel prossimo mese di giugno. Le consultazioni dei tre saggi dovrebbero richiedere un paio di settimane per poter arrivare a fine mese con l’indicazione del nuovo presidente.

E non è un lavoro facile quello che attende Guerrieri, Canavese e Garozzo per arrivare a un nome condiviso, che metta d’accordo tutti. Un nome che può fare la differenza, in un momento chiave per il rilancio dell’economia del Paese e per uno dei suoi settori strategici, come quello portuale. Tanto più che l’obiettivo è quello di ridare unità all’associazione delle Autorità portuali dopo almeno un paio d’anni di forti turbolenze. Il toto nomine è aperto ormai da tempo. Sono circolati i nomi di due senatori, Lorenzo Forcieri e Piergiorgio Massidda, rispettivamente presidenti dei porti di La Spezia e di Cagliari. Ma gettonati sono anche i nomi Marina Monassi di Trieste e di Pasqualino Monti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.

L’identikit che si delinea per il prossimo presidente di Assoporti è quello di un manager in grado di assicurare discontinuità. In questa ottica, anche guardando al profilo generazionale, ha buone credenziali il presidente del porto di Civitavecchia, che non ha ancora quarant’anni (è nato a Ischia nel 1974). Se pur molto giovane, Monti ha al suo attivo i buoni risultati della gestione del porto di Civitavecchia e può contare sul sostegno di una rete di relazioni bipartisan.

La richiesta che arriva dalle diverse realtà portuali italiane è quella di un progetto che sia in grado di ripensare la portualità italiana, che superi i microporti e che realizzi un vero sistema fatto di specializzazioni diverse per evitare il cannibalismo tra i diversi scali. Va rivista la natura stessa delle autorità portuali, estendendone la loro mission anche alla logistica e istituzionalizzando l’authority della logistica. Centrale è anche la ridefinizione di un nuovo rapporto e di nuove regole con i grandi concessionari: va incentivato il project management per rendere autonome le autorità portuali dal pubblico, garantendo incassi agli enti locali e remunerazione di mercato alle autorità portuali.

Secondo i rumors, nella rosa dei candidati c’è anche il presidente dell’autorità portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, considerato uomo della mediazione tra le diverse anime di Assoporti. ”Di Assoporti – ha detto recentemente- mi interessa l’attività di lobbismo in senso positivo ovviamente, per le cariche si vedrà. Io non ho chiesto niente, comunquè’. E c’è anche Luigi Merlo, presidente del porto di Genova, che conta ‘supporters’ tra i presidenti di alcune authority, soprattutto del Sud.

Fonte: Adnkronos

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