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Consegnato il prestigioso Premio “Città di Roma” all’avvocato Corrado Labisi

Roma. Eleganza, moda e impegno sociale. Nel cuore pulsante del centro di Roma, al Teatro “Centrale”, in Piazza del Gesù, si é svolta la seconda edizione del Woman Elegance World, un evento che coniuga stile e cultura, e che ha visto sfilare in passerella anche la linea Perla Monsé, realizzata da Maria Monsè in collaborazione con lo stilista Luca Conti Taguali.

Tra i vari personaggi del mondo dello spettacolo presenti l’attrice Emanuela Titocchia, il giornalista di Rai 3 Fidel Banga Bauna, Leda Berté (sorella di Loredana Berté e Mia Martini), il Press Agent Emilio Sturna Furnò, la Duchessa Elena Aceto di Capriglia.

Uno spettacolo nello spettacolo, che contempla al suo interno anche il prestigioso Premio Internazionale “Città di Roma” assegnato alla stilista tunisina Zina, nota a livello internazionale per i suoi splendidi Caftani, alla giornalista e conduttrice Mediaset Safiria Leccese, per il successo con cui ha diretto il programma “La strada dei Miracoli” in onda su Rete 4, all’attore Claudio Saint Just, per i 45 anni di carriera, alla giornalista Roberta Damiata, per la direzione del settimanale “Eva 3000”, al Colonnello Angelo Jannone, il più stretto collaboratore del Giudice Giovanni Falcone, colui che ha seguito tutta l’indagine patrimoniale di Totò Riina, per due anni infiltrato nel narcotraffico della ‘ndrangheta, premiato per il suo ultimo libro “Aspettando Giustizia”, e all’Avv. Corrado Labisi premiato per le attività nel campo socio-sanitario e per il suo costante impegno nella lotta alla mafia.

Avv. Labisi, lei ha conseguito ad oggi 37 premi a livello nazionale ed internazionale, per le battaglie intraprese a sostegno dei diversamente abili e della lotta alla mafia ed é stato insignito di alti titoli accademici, a tal proposito qual é il suo pensiero in merito al processo di internazionalizzazione della mafia?

La vocazione internazionale della mafia risale certamente a vecchia data. Il movimento migratorio é stato indubbiamente uno dei fattori che ha favorito gran parte dei tradizionali processi di internazionalizzazione della stessa; poi l’esigenza di mantenere il controllo dei mercati internazionali del crimine, nonché la necessità di sovrintendere direttamente alle attività di grande rilevanza finanziaria ed ai rapporti con altre organizzazioni criminali, costituiscono altre cause che sicuramente hanno favorito il suo insediamento all’estero. Poi é da tener conto che il reddito della criminalità organizzata é riconducibile a due fonti: quello delle attività illegali di produzione e distribuzione, e quello delle infiltrazioni nelle attività legali.

Attività illegali e legali sono da intendersi in un continuum. Le organizzazioni criminali agiscono contemporaneamente in ambedue i settori. Per sradicare questa cultura della mafia bisogna partire dalle radici, importante a tal proposito é l’educazione alla giustizia dei giovani che andranno a formare la nuova classe sociale. Nelle lezioni di legalità da me tenute, unitamente a Magistrati e alti esponenti delle Forze dell’Ordine Pubblico, in quanto membro del Comitato Antimafia “Livatino-Saetta”, presso 21 plessi scolastici e dinnanzi ad un totale di oltre 8.000 studenti dei più prestigiosi licei di Catania, ho sottolineato come non esista pace senza giustizia sociale: il benessere individuale passa attraverso il benessere della collettività. E’ necessario lavorare sulla prevenzione ed educare i ragazzi alla legalità. La responsabilità é della politica, mentre la classe dirigente resta sempre più sorda davanti ai bisogni dei quartieri disagiati. Anche l’influenza dei media strumentalizzata da parte di una sfera politica dalla reputazione dubbia e chiacchierata, é stata in grado per anni di manipolare l’informazione, stabilendo spesso quali notizie potessero giungere o meno all’opinione pubblica e addirittura veicolare false notizie per screditare l’immagine di coloro che, come me, hanno intrapreso ardue lotte contro questo sistema corrotto e mafioso. Ne é di facile esempio un giornaletto online locale che cerca di screditare la mia immagine con diffamazioni che saranno presto smentite in una conferenza giornalistica radio televisiva, oltre a procedere per vie legali in sede civile e penale.

Avv. Labisi, l’Istituto “Lucia Mangano” di cui Lei é Presidente in questi ultimi quattro anni è diventato il fiore all’occhiello per il sud Italia in materia di neuropsichiatria e neurofisiologia, successo dovuto senz’altro alla sua gestione ed al suo impegno. Quali sono adesso i suoi progetti futuri legati a questa attività e più in generale alla sua opera di solidarietà nei vari campi del sociale?                                     

Senz’altro risollevare l’Istituto dalla cattiva precedente gestione é stato il mio impegno costante negli ultimi anni e grazie all’amore che da sempre mi lega alle mie attività sono riuscito ad ottenere importantissimi successi e riconoscimenti al livello locale, nazionale ed internazionale, non ultimo l’accreditamento dell’Istituto Medico Psico-Pedagogico “Lucia Mangano” come struttura d’eccellenza presso il Parlamento Europeo. Merito di questo grande successo é stato senz’altro anche l’esempio di mia madre, la Nobildonna Antonietta Azzaro Labisi, da sempre attenta ai bisogni della gente, soprattutto dei soggetti svantaggiati che a vario livello hanno potuto contare sul suo sostegno spontaneo e generoso; a questo si aggiunge la fitta rete di rapporti internazionali che ho costruito con l’intento di portare avanti importanti battaglie per i diritti umani. Molte delle quali già intraprese con successo, come quelle in Africa, Georgia, Ucraina, e chiaramente per i diversamente abili. Per cui i progetti futuri sono legati a quanto detto e alla volontà di Dio che da sempre segue i miei passi e che mi assegnò questa missione che accetto così come gli attacchi avversi delle forze demoniache che mi spingono sempre più a credere e capire di essere nella giusta strada. Da fervido credente, quale sono, ritengo infatti fermamente che ognuno nasca con una stella, e la mia mi ha portato ad oggi a servire l’umanità sofferente.

 

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Lezioni di legalità al Liceo Classico Nicola Spedalieri di Catania. Il ricordo dei giudici Livatino e Saetta e della prof.ssa Labisi

Partire dalla cultura, perché la cultura è nemica della mafia. Un assioma imprescindibile per il Comitato Antimafia Livatino Saetta che continua il suo viaggio della legalità nelle scuole della provincia etnea. Ultima tappa il Liceo Classico Nicola Spedalieri, dove una rappresentanza degli allievi ha partecipato con attenzione all’incontro sulla legalità presenziato dal presidente del Comitato Attilio Cavallaro, dal sostituto procuratore della Repubblica dott.ssa Rosaria Molè, dal presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico Lucia Mangano avv. Corrado Labisi, Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, la prof.ssa Rosaria Livatino, cugina del magistrato Rosario Livatino, l’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.
Ad introdurre la lezione il dirigente scolastico prof. Alfio Pennisi, che ha parlato di come la mentalità mafiosa possa essere sconfitta solo attraverso la vittoria della cultura. Poi la parola ai relatori, e la condanna senza appello da parte del presidente del Comitato Attilio Cavallaro delle fiction che hanno fatto della criminalità organizzata uno status simbol, a partire da “La Piovra” fino a “Il capo dei capi”.
Scorrono le immagini della strage di Capaci e le parole della vedova dell’agente Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta, strozzate dalle lacrime, arrivano come un pugno nello stomaco dei giovani spettatori che applaudono mentre prende la parola la dott.ssa Rosaria Molè, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania. “La mafia è difficile da debellare, è radicata nel tessuto sociale e non solo in Sicilia. La forma più semplice di criminalità – spiega – è rappresentata dal clientelismo: fare un favore comporta un obbligo morale, e lascia spazio ad ampie forme di ricatto.”
Sensibilizzare dunque al cambiamento di una mentalità illegale, iniziando dalla lettura della Costituzione, suggerisce la dott.ssa Molè, guida fondamentale per il vivere civile, prestando un’attenzione particolare alla sezione “Diritti e doveri dei cittadini”.
“Il concetto di legalità passa dalla giustizia sociale”: sono le parole di un altro testimone di legalità, l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati, struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles). Figlio della prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto e antesignana della lotta alla mafia, ha parlato con ammirazione della madre, una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Soprattutto nel quartiere di San Cristoforo Antonietta Azzaro Labisi per diversi anni aveva operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta consegnerà all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione.
“I giovani devono rendersi degni della democrazia – afferma l’avv. Labisi, citando le parole del filosofo Nicola Spedalieri al quale è intitolato il liceo – siate il tutto, l’esperienza, andate controcorrente, così come ha detto Papa Francesco. La speranza per la Sicilia siete voi: i grandi esempi della nostra terra che non vogliamo dimenticare, vi siano di esempio per cambiare il mondo. Il futuro vi appartiene.”
La lettura di una lettera custodita dal Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, scritta anni prima da uno studente di un istituto superiore catanese dal carcere minorile, attestato d’amore per la vita e monito a non cadere nella spirale dell’illegalità, ha poi concluso l’incontro, suggellato dal saluto della cugina del magistrato Rosario Livatino, Rosaria Carmela Livatino e dall’intervento dell’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.

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Lezioni di Legalità al Liceo Galilei di Catania e all’Istituto Mazzei di Giarre

Continua il viaggio del Comitato Antimafia Livatino Saetta nelle scuole della provincia etnea: lezioni di legalità che negli scorsi giorni si sono tenute al Liceo scientifico Galileo Galilei, alla presenza del presidente del Comitato Livatino Saetta prof. Attilio Cavallaro, il Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, il presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico Lucia Mangano avv. Corrado Labisi, il consigliere di Corte d’Appello di Catania Sebastiano Mignemi, il presidente dell’Associazione antiracket Asia dott. Salvo Campo, e l’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.

A moderare l’incontro, introdotto dalla dirigente scolastica prof.ssa Gabriella Chisari, gli studenti della classe IV sezione N dell’istituto preparati dalla prof.ssa Testa, pronti a presentare gli ospiti e ad intervenire con domande relative al tema della legalità.

La prima testimonianza arriva da Gianni Santonocito, una vita da agente di commercio vissuta sotto la morsa del racket delle estorsioni, e il coraggio di denunciare, nonostante la paura per sé e la sua famiglia.

Parola d’ordine legalità.

“Sarete voi, ragazzi, la nuova classe dirigente – spiega Attilio Cavallaro – siete voi per primi dunque a dover combattere la mafia. È la scuola la vera maestra di antimafia, la salvezza per la nostra terra, che deve correggere quell’eterno errore culturale che definisce i mafiosi “uomini d’onore”: ma quale onore c’è nel portare odio?”

Scorrono le immagini della strage di Capaci e le parole della vedova dell’agente Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta, e tra gli applausi prende la parola il dott. Mignemi, consigliere di Corte d’Appello di Catania Sebastiano Mignemi. Racconta delle indagini dell’omicidio Livatino da lui condotte, e di quanto le testimonianze dirette siano state preziose: “Bisogna essere protagonisti della propria vita e delle proprie azioni, rifiutando i compromessi.”

Altra importante testimonianza di legalità arriva dall’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati, struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles). Figlio della prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto e antesignana della lotta alla mafia, ha parlato con ammirazione della madre, una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Soprattutto nel quartiere di San Cristoforo Antonietta Azzaro Labisi per diversi anni aveva operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta consegnerà all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione.

“E’ necessario lavorare sulla prevenzione – ha spiegato Labisi – educare i ragazzi al concetto di legalità, per questo siamo qui oggi. Servono centri di aggregazione nei quartieri, per togliere i giovani dalla strada, questo mia mamma l’aveva capito già nel 1958, ma da allora nulla è cambiato. La speranza per la Sicilia siete voi, alzate la testa, e non abbiate paura di andare contro corrente. I grandi esempi della nostra terra che non vogliamo dimenticare, vi siano di esempio per cambiare il mondo. Il futuro vi appartiene.

Siamo il mare nostrum la culla del mediterraneo, sono certo che se la mafia non è ancora stata sconfitta, la colpa è della politica. La politica è la vera mafia, che abbandona a se stesse la magistratura e le forze dell’ordine.”

A concludere gli interventi Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.

Anche l’Istituto Professionale per l’Agricoltura Mazzei di Giarre ha ospitato le lezioni di legalità del Comitato Livatino Saetta, e gli studenti seguiti dal Preside Stefano Raciti, dal Vice-Preside Francesco Arcidiacono e dalle Prof.sse Ferrante e Bonaventura, si sono distinti per la massima attenzione e per l’intelligenza con cui hanno formulato le domande ai vari relatori.

Tra i relatori dell’incontro il dott. Attilio Cavallaro, presidente del Comitato, l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico Lucia Mangano, il dott. Antonino Costa, Capitano della Guardia di Finanza di Riposto, il dott. Salvatore Fazzino, Vice Questore della Polizia di Stato, dirigente del commissariato di Acireale, il dott. Aldo Tiralongo, direttore della Casa Circondariale di Giarre, il dott. Salvo Campo, presidente dell’ass. antiracket Asia.

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Giornata della Legalità al Politecnico del Mare Intitolata l’Aula magna dell’Istituto alle vittime di mafia Rosario Livatino e Antonino Saetta, e alla prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi

Continua nelle scuole catanesi il viaggio del Comitato Antimafia Livatino Saetta: lezioni di legalità che hanno fatto tappa al Politecnico del Mare “Duca degli Abruzzi”, dove gli studenti hanno partecipato con entusiasmo all’incontro per l’intitolazione dell’aula magna dell’Istituto alle vittime di mafia Rosario Livatino e Antonino Saetta e alla prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi, antesignana della lotta alla mafia ed eroina della carità.

Ad aprire la lezione proprio la benedizione della targa commemorativa posta su una parete dell’aula; poi la parola alla preside Brigida Morsellino che ha introdotto l’incontro soffermandosi sui modelli di vita rappresentati da Livatino e Saetta, esempi di legalità e di rispetto per le persone.

Relatori della giornata di studio il presidente del Comitato Livatino Saetta prof. Attilio Cavallaro, il Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, il presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico Lucia Mangano avv. Corrado Labisi, il sostituto procuratore presso il Tribunale di Enna Augusto Francesco Rio, il dott. Giuseppe Agosta, figlio del maresciallo Alfredo Agosta ucciso dalla mafia a Catania, e l’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.

Rispetto delle regole, empatia e umanità, questo il concetto di legalità emerso dalla lezione, senza abbassare lo sguardo davanti a nessuno e mantenendo il giusto senso critico.

“Questo tour nelle scuole è un omaggio a chi non c’è più – ha spigato il presidente del Comitato, Attilio Cavallaro – a quegli eroi che hanno sacrificato se stessi per radicare nella società la cultura della giustizia, e che continuano a vivere idealmente in quanti sono animati da un desiderio di rivalsa contro qualunque forma di criminalità organizzata.”

A ricordare poi Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati – struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles) – le immagini di un video e la testimonianza del figlio l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto, che ha parlato di una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Soprattutto nel quartiere di San Cristoforo Antonietta Azzaro Labisi per diversi anni aveva operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta consegnerà a breve all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione.

“E’ necessario lavorare sulla prevenzione – ha spiegato Labisi – educare i ragazzi al concetto di legalità, per questo siamo qui oggi. La speranza per la Sicilia siete voi, alzate la testa, e non abbiate paura di andare contro corrente. I grandi esempi della nostra terra che non vogliamo dimenticare, vi siano di esempio per cambiare il mondo.”

Un pensiero alla Nobildonna Antonietta Labisi è stato rivolto anche dalla Preside Morsellino, che l’ha definita figura di riferimento per gli studenti.

La consegna delle pergamene da parte del Comitato Antimafia Livatino Saetta alla preside dell’Istituto e ai dirigenti scolastici del Liceo scientifico Galileo Galilei Gabriella Chisari, dell’Istituto Alberghiero Karol Wojtyla Daniela Di Piazza, e della scuola media Fontanarossa di Librino Concetta Tumminia, ha condotto verso il finale della giornata di studi, suggellata poi dalla lettura della lettera di un ex compagno di scuola scritta anni prima dal carcere minorile, attestato d’amore per la vita e monito a non cadere nella spirale dell’illegalità.

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Incontro sulla legalità all’Istituto Comprensivo “Livio Tempesta” di San Cristoforo: il ricordo di Antonietta Azzaro Labisi

San Cristoforo non dimentica Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati – struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles) – e ad appena un mese dall’intitolazione dell’aula magna dell’Istituto Comprensivo “Cesare Battisti” a lei e ai magistrati Rosario Angelo Livatino e Antonino Saetta, è l’Istituto Comprensivo “Livio Tempesta” stavolta a ricordare l’appassionato impegno di una donna speciale, attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Nel noto quartiere popolare catanese Antonietta Azzaro Labisi per diversi anni aveva portato assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità.

Durante l’incontro sulla legalità organizzato dal Comitato “Livatino Saetta” e dalla preside della scuola la prof.ssa Biagia Grassia – alla presenza del giudice Nunzio Sarpietro, presidente dei GIP del Tribunale di Catania, il presidente del Comitato Attilio Cavallaro, l’avvocato Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano”, il commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, il dott. Giuseppe Agosta, figlio del maresciallo Alfredo Agosta ucciso dalla mafia a Catania, e Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia – il dott. Sarpietro, relatore del convegno, ha spiegato agli studenti il concetto di legalità e giustizia attingendo all’esempio dato dalle eroiche vite dei magistrati Rosario Livatino e Antonino Saetta, e ricordando la profonda carità che ispirò l’opera di Antonietta Azzaro Labisi, soprattutto nel quartiere di San Cristoforo. Ad intervenire poi l’avv. Corrado Labisi, che con partecipazione ha raccontato l’impegno della madre scomparsa prematuramente alla vigilia di Pasqua del 1983, vittima di un tragico incidente stradale. “Dal 1956, anno in cui mia mamma operava nel quartiere, in silenzio e in punta di piedi, sostenendo migliaia di famiglie e collaborando attivamente con gli allora parroci della Chiesa degli Angeli Custodi, Padre Pignataro e Padre D’Arrigo – spiega Labisi – poco è cambiato. San Cristoforo deve dare ai giovani luoghi di aggregazione, realizzare laboratori d’arte, teatri, per creare un’alternativa alla strada e alla malavita.

La mia presenza qui oggi – continua – che vuole proseguire il dialogo iniziato da mia madre, mi commuove ma mi rende più forte per combattere, come ha fatto lei, l’indifferenza di una classe politica sempre più becera, pronta ad avvicinarsi ai quartieri disagiati solo per chiedere voti e rubare la dignità di chi lì vive. L’unica cosa che però non può essere rubata è la speranza, e la mia missione è proprio dare questa speranza: qualcosa può cambiare.”

Al termine dell’incontro il dott. Nunzio Sarpietro, ha consegnato il Premio Livatino Saetta all’Istituto “Livio Tempesta” e alla sua preside la prof.ssa Grassia, e al dott. Gaetano Consiglio, membro attivo dell’Associazione Antonietta Labisi.

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