Si preannuncia una primavera molto calda nel mondo della scuola. A metà del mese di dicembre scorso il Ministero dell’Istruzione ha diramato una nota che contenveva le modalità per la preparazione del bilancio delle singole unità scolastiche.
Presidi e responsabili si sono resi conto dell’ennessimo taglio di fondi ed è scattata immediata la protesta: denunciano l’impossiiblità non solo di nominare supplenti in caso di necesssità ma anche i problemi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici.
Subito dopo la circolare, è scattata anche la protesta delle organizzazioni sindacali che stavolta compatte hanno fatto levare le proprie voci contro la decisione del Ministero che in questo modo metterebbe a repentaglio il normale svolgimento dell’anno scolastico. Inoltre sottolineano un trend che continua: quello dei tagli. Non si intravedono infatti inversioni di rotta nella politica economica delle scuole.
Una delle conseguenze più importante della circolare governativa è stata quella di valutare il possibile taglio dell’impoto di appalto delle pulizie delle scuole. Se mancano gessetti, carta per stampanti, cartucce d’inchiostro, figuriamoci prodotti per pulire pavimenti e detergenti di fondo che in realtà dovrebbero essere alla base di un sano ambiente scolastico.
Questo è quando denunciano con veemenza presidi e sindacati. Dall’altra parte la decisione viene difeso a spada tratta dal Ministero: l’obiettivo è quello di ridurre i numerosi sprechi che ogni giorni si conusmano nelle scuole e quindi in realtà non ci troviamo di fronte a dei tagli ma ad una semplice e fisiologica razionalizzazione della spesa, necessaria in un settore come quello scolastico da sempre caratterizzato da ingiustificati sprechi.
Siamo nella normale – purtroppo – dialettica politica italiana.
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