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Mutui, Tassi e limite di usura…

La forte variabilità delle loro caratteristiche, fa dei mutui una classe di entità proprie di un mondo in cui è sempre utile restare informati per non perdere il treno dei mutamenti. Gli aumenti del tasso variabile del 2008 sono un esempio di questi continui rivolgimenti. Sono insomma parecchie le cose da valutare. In particolare bisogna sapere che le banche hanno un tetto massimo oltre il quale il tasso d’interesse si trasforma in usura. È importante dunque capire come si calcola quest’ultimo. A seconda delle condizioni generali, l’indice può variare, non è un indice fisso. I livelli da non superare per non intercorrere nel reato di usura vengono stabiliti dalla Banca d’Italia, la quale rileva, ogni tre mesi i tassi d’interesse medi che sono praticati per un gruppo di operazioni bancarie, tra le quali ci sono i prestiti personali e naturalmente anche i mutui. In base a questa media determina, aggiungendo un sovrapprezzo del 50%, i tetti da non oltrepassare nella cessione del quinto, pena lo scattare de reato. I dati diffusi a dicembre 2010, e che restano dunque validi fino a marzo di questo nuovo anno, indicano una soglia del 4,02% per i contratti a tasso variabile, mentre ne stabiliscono una del 6,29% per i prodotti a rata fissa. Analizzandoli, se ne può trarre la conclusione che si tratta di valori storicamente bassi. Ciò è dato dal fatto che sono stati ricavati nel terzo trimestre dello scorso anno, un periodo in cui i tassi di mercato erano a livelli minimi. Le banche, in ogni caso, potrebbero avere problemi se i cambiamenti avvenissero rapidamente. Infatti il periodo in cui i tassi usurari sono rilevati e il periodo in cui vengono applicati possono variare dai quattro ai sei mesi, un lasso di tempo in cui può succedere qualunque cosa. Se si supera il tasso di usura il contratto di mutuo rischia di diventare nullo: a questo punto il mutuario ha la possibilità di chiedere la riduzione del tasso al di sotto della soglia massima.

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