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Lia PP

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Innovazione e sapere antico nell’edilizia

Conoscenze millenarie e innovazioni tecnologiche si fondono insieme nel settore edile: i macchinari migliorano sempre grazie alla tecnologia, ma le tecniche di costruzione seguono regole millenarie.
Già nel medioevo si era a conoscenza del fatto che i muri dovevano essere costruiti il più perpendicolarmente possibile rispetto al terreno, e per farlo si sfruttavano i mezzi più o meno rudimentali che erano a disposizione a quel tempo: oggi i macchinari moderni consentono di effettuare lo stesso procedimento con più facilità. Le macchine si evolvono, ma le modalità rimangono le stesse: in fondo, le leggi che segue l’edilizia sono, oltre a quelle legali dello Stato, quelle della fisica, che non cambia con il passare del tempo. L’evoluzione delle tecniche edilizie si può vedere nella storia, come anche nella letteratura: romanzi come I pilastri della terra di Ken Follett, ad esempio, danno un’idea di come potesse essere l’arte edilizia nel XII secolo, intrecciando la trama attorno alla costruzione di una cattedrale.
A ben pensarci, gli antichi Egizi costruirono le piramidi senza gru semoventi o gru telescopiche, e lo stesso vale per le costruzioni dei Maya, degli Aztechi, il Colosseo e tutti i monumenti antichi e maestosi che oggi ci troviamo a visitare da turisti. La costruzione di alcuni monumenti antichi, in effetti, è avvolta nel mistero, e si trovano ancora spiegazioni fantasiose e fantascientifiche per spiegarla, tirando in ballo civiltà extraterrestri, poteri speciali e altre ipotesi ancora, tra il fantascientifico e il paranormale.
Per fortuna, i cantieri edili di oggi hanno a disposizioni mezzi che non lasciano dubbi sulla modalità che seguono per costruire i loro edifici: dalle gru a cavo alle griglie metalliche, non manca nulla per completare l’opera seguendo leggi fisiche che non hanno bisogno di interpretazioni fantasiose. Siamo ben lontani, però, dal poter considerare facile o poco faticoso il mestiere degli operai e dei muratori contemporanei: nonostante i macchinari, la fatica rimane tanta, e sono sempre necessarie abilità ed esperienza.
E se nel XIX secolo ci fossero state le gru navali e gli apparati idraulici di oggi, come sarebbe stato costruire il Canale di Suez o, pochi decenni più tardi, quello di Panama? Non sarebbe di certo stato facile, ma forse i macchinari esistenti al giorno d’oggi sarebbero sicuramente stati apprezzati dai lavoratori dell’epoca.
Il lavoro che sta dietro l’edilizia è fatto di molte regole che vanno studiate; molte altre però vengono tramandate di mastro in operaio: sono regole che vengono dall’esperienza, non dai libri, e ci vogliono pratica e occhio, più che nozioni teoriche. Nell’edilizia bisogna riconoscere anche un forte valore artistico, che risulta evidente nel fatto che i risultati di un lavoro edile devono essere non solo durevoli e funzionali, ma anche ben fatti e piacevoli esteticamente. Non solo la resistenza fisica, quindi, ma anche la cura nei dettagli, l’abilità manuale e il senso estetico sono parti fondamentali del lavoro di un operaio, che si trova ad essere responsabile della buona riuscita di un’opera che poi sarà vissuta da altre persone e potenzialmente sotto gli occhi di tutti.

A cura di Lia Contesso
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Tanta varietà gratis: i giochi in internet

Esistono migliaia di giochi online: dai grandi classici ai giochi più nuovi, sono sempre più cliccati da giovani e meno giovani alla ricerca di svago in rete.
Innovativi, classici, di logica o di azione, i giochi gratis spopolano nel web: sono sempre a portata di mano per chiunque, bastano pochi click per trovarli e, se non si trova quello che si cercava, il problema non si pone: un altro click e appare immediatamente un nuovo gioco.
Dai giochi di cucina ai giochi di moto, ce n’è davvero per tutti: le categorie sono tantissime, i giochi pressoché infiniti, e per di più si evolvono e stanno al passo con avvenimenti di vario genere protagonisti delle notizie del momento. Si parla di politica, con i protagonisti (nel bene e nel male) della politica mondiale che vengono caricaturati e quindi trasformati in protagonisti di divertenti videogames – come Obama durante la sua lotta elettorale contro Hilary Clinton, e molti altri. Naturalmente, insieme alla politica anche lo sport influenza moltissimo i giochi online: ora, grazie ai Mondiali 2010 in Sudafrica, i giochi di calcio saranno non solo nuovissimi, ma anche gettonatissimi, come è successo in occasione delle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010, e di tutti i grandi appuntamenti sportivi mondiali che hanno avuto luogo negli ultimi anni. Oppure si potranno scegliere anche molti giochi che prendono spunto dall’attualità e dal gossip, riportando online fatti di cronaca, magari burlandosi dei vip finiti in prima pagina per chissà quale loro avventura: la realtà, spesso supera la fantasia!
Qualsiasi siano le vostre preferenze, quindi, difficilmente i giochi online vi lasceranno delusi: oltre a migliorare continuamente dal punto di vista della grafica, sempre più curata e in alcuni casi incredibilmente realistica sia per gli sfondi, sia per i personaggi in movimento, c’è un costante rinnovamento anche nei contenuti. I pilastri portanti dei videogiochi come i giochi d’azione e i giochi moto gratis, però, sono sempre a disposizione degli utenti, che possono continuare a gareggiare con auto e moto nei circuiti dei gran premi, nel deserto o in mezzo alle città, con una grafica sorprendentemente accurata.
Infine, l’innovazione dei giochi per il computer non tocca solo i contenuti e la grafica, ma la loro entrata nel mondo di internet ha influenzato anche le possibilità e il modo di giocare, creando nuove possibilità: grazie alla rete, infatti, ora i videogames non sono più giochi da fare da soli o al massimo in due, ma si può partecipare a sessioni di giochi multiplayer nelle quali i giocatori sono diversi, e possono provenire da qualsiasi parte del pianeta. Per internet, infatti, non ci sono frontiere, e quindi giocare può trasformarsi in un’occasione nuova per conoscere persone in ogni angolo del mondo, magari partecipando anche ai forum di discussione relativi al gioco a cui si partecipa.
Perciò, i giochi online possono essere un’ottima occasione per conoscere nuove persone, a seconda di come li si utilizza: l’unico limite, a questo punto, è la lontananza dei compagni di gioco, che potrebbero trovarsi anche a diverse migliaia di chilometri da noi.

A cura di Lia Contesso
Prima Posizione srl – indicizzazione nei motori

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Piazza San Marco: il salotto di Venezia

Piazza San Marco, oltre ad essere una delle piazze più grandi d’Italia e sicuramente una delle più famose, è anche un simbolo di Venezia, e la grandiosità e l’eleganza degli edifici che la racchiudono le hanno valso l’appellativo di “salotto più bello d’Europa”.

Unico spazio della città ad essere chiamato “piazza” (tutti gli altri sono detti campi o campielli), Piazza San Marco è sempre stata il fulcro della vita della città. Anche se la piazza così come appare oggi è caratterizzata da una forte componente rinascimentale, la zona ha cominciato a delinearsi già a partire dal Medioevo, ed ha subito nel corso dei secoli vari rifacimenti e modifiche. A venezia san marco cominciò a divenire il cuore della città verso l’828, quando a Venezia arrivarono le reliquie di San Marco, ma a quel tempo la conformazione della piazza era molto diversa da come appare ora: la piazza era infatti limitata dal rio Batario, che venne interrato nel 1156, come pure il bacino davanti al Palazzo Ducale, e nel corso dei secoli la piazza venne ampliata con nuovi edifici e monumenti e arricchita grazie anche ai materiali e alle opere d’arte provenienti dall’Oriente dopo la conquista di Costantinopoli, nel 1204. A partire dal Quattrocento e fino all’Ottocento la piazza ha cominciato ad assumere l’aspetto attuale, con il rifacimento di Palazzo Ducale e l’edificazione delle Procuratie Vecchie, della Torre dell’Orologio, della Libreria, delle Procuratie Nuove e dell’Ala Napoleonica.

Al giorno d’oggi Piazza San Marco è la meta immancabile per tutti i turisti che soggiornano in un albergo a venezia e visitano la città, che vi si dirigono sia per provare l’emozione di passeggiare in una delle piazze più belle del mondo, sia per ammirare e visitare i numerosi edifici che sorgono in questa zona e che costituiscono il cuore monumentale della città. Tra gli edifici più famosi della piazza, e di Venezia in generale, non si possono non citare la Basilica e il campanile di San Marco. La Basilica, rinnovata e modificata nell’arco dei secoli, è caratterizzata da un’architettura bizantina, veneziana e romana insieme (inconfondibile è la facciata decorata a mosaici dorati) e custodisce le spoglie di San Marco. A fianco della Basilica sorge il campanile, un tempo usato come faro per le imbarcazioni e oggi un simbolo della città.

In questa zona sorge anche Palazzo Ducale, altro edificio-simbolo della città. Costruito nel IX secolo, deve il suo aspetto attuale ai lavori eseguiti tra il XIV e il XVI secolo, e la monumentalità e la ricchezza che contraddistinguono sia i suoi esterni che i suoi interni servivano a far capire a tutti la potenza e la grandezza della Serenissima. Un capolavoro del gotico veneziano, Palazzo Ducale è stato in passato residenza del Doge, sede del governo e palazzo di giustizia, e oggi è adibito a museo, visitabile durante un last minute venezia.

Interessantissimo da visitare è anche il Museo Correr, ospitato nell’Ala Napoleonica, la cui costruzione risale al XIX secolo. Nata grazie ad una donazione di Teodoro Correr (morto nel 1830), col tempo la collezione si è ampliata e comprende numerose opere d’arte, oltre che costumi e oggetti d’epoca. Da una donazione, in questo caso di Giovanni Bessarione, nacque anche la Biblioteca Nazionale Marciana, una delle più importanti biblioteche d’Italia e meta, in passato come nel presente, di importanti studiosi.

Infine, tra i monumenti di Piazza San Marco non si può dimenticare la Torre dell’Orologio, un edificio rinascimentale costruito verso la fine del XV secolo che ospita i cosiddetti “mori”, ossia due statue di bronzo raffiguranti due pastori, che battono le ore su una campana.

A cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione srl – inserimento nei motori di ricerca

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“Esistono i pompieri a Venezia?” – le domande dei turisti alla scoperta di Venezia

Venezia è una città talmente unica da apparire quasi irreale, per chi non la frequenta abitualmente; le domande dei visitatori sono le più disparate, e i veneziani, attoniti, rispondono più o meno pazientemente.
Non appena arrivati in uno degli alberghi a venezia centro, la città diventa un enorme interrogativo per i turisti: da “come portano la posta?” a “esistono i pompieri a Venezia?”, la lista delle domande è potenzialmente infinita: si può andare in bicicletta? Come ritirano la spazzatura? Come fanno le mamme con i passeggini? Come arrivano i rifornimenti ai negozi? Dov’è il parcheggio più vicino a Piazza San Marco? I veneziani sanno guidare? Tutti hanno la barca? … e quante altre domande possono venire in mente ad un “campagnolo”, come i Veneziani chiamano scherzosamente gli abitanti della terra ferma … migliaia, e l’espressione di un abitante delle isole al sentire che i visitatori possono avere curiosità su cose che per loro sono naturali è sempre la stessa: stupiti, li osservano come farebbero con degli alieni – che in fondo è la stessa espressione dei turisti quando scoprono che gli autobus veneziani sono vaporetti, taxi, polizia, ambulanza, carabinieri e guardia di finanza girano per i canali con i loro motoscafi e i ragazzini, invece degli scooter, hanno i “barchini”. Per non parlare dell’espressione delusa di alcuni quando scoprono che non esistono parcheggi vicino a Piazza San Marco né in altri luoghi. E se ci si chiede se a Venezia esiste il codice della strada, la risposta è sì: esiste un codice … dei canali che regolamenta il traffico acquatico, dando istruzioni sul lato del canale da occupare e sulla velocità massima da tenere per limitare il moto ondoso, molto dannoso per la città; e c’è persino un semaforo.
La verità è che soggiornare per qualche giorno in delle camere hotel venezia non è sufficiente per trovare risposta a tutte le domande che vengono in mente girando per Venezia, e la cosa più facile, per chi non può fermarsi almeno qualche mese per vedere il funzionamento pratico della città, è chiedere. Le domande sorgono, e in fondo non sono poi così strane: in qualsiasi altra città le cose funzionano in maniera completamente diversa, e difficilmente si è abituati a considerare i canali come strade, le barche come macchine o addirittura camion e così via.
Il bello della città è, oltre che per le coppie in tour romantico che, scegliendo un hotel 4 stelle venezia centro, avranno tutto ciò che serve per trascorrere dei giorni di romanticissima vacanza, per i bambini: niente macchine, niente pericoli: Venezia è un grande parco giochi a loro disposizione. Ogni campo (così si chiamano le piazze di Venezia, che ha dei nomi tutti suoi per identificare i vari tipi di strade: oltre alle note calli, ci sono le fondamenta, che sono le strade che seguono il corso dei canali, i rii terai, che sono canali riempiti e trasformati in strade, e poi sotoporteghi, ovvero i sottoportici, campi e campielli, calli lunghe, larghe e così via) è perfetto per correre e giocare a palla, e il pericolo più grande è quello di perdersi o di cadere in canale … e sapete qual è la domanda con cui tutti lasciano Venezia? Rimane sempre la stessa: “come si vive a Venezia?”; la risposta più usuale, e verosimile, è “o la ami o la odi”.

A cura di Lia Contesso
Prima Posizione srl – strategie marketing

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Suonare in garage sognando il palco

Qual è l’anello di congiunzione tra le serate di prove in garage e i palchi degli stadi? Cosa deve succedere perché un gruppo di appassionati diventi una band con migliaia di fan e date in giro per il mondo? L’ingrediente segreto? Pazienza e determinazione. Ma anche fortuna, e un pizzico di follia.
Quanti sono i gruppi che si trovano a suonare in garage o salette semi abbandonate, preferibilmente disperse nelle campagne per evitare almeno le lamentele del vicinato? Tantissimi. Gruppi di amici che si ritrovano una o più volte la settimana, o solo qualche volta al mese, a seconda degli impegni; che magari studiano musica, o che non ne hanno mai studiata. Alcuni suonano per pura passione, o per divertimento, altri per sognare … ma si ritrovano lì, per suonare in compagnia, per provare nuovi pezzi e migliorare quelli vecchi.
Danno l’assalto ai negozi di strumenti musicali non appena c’è un’occasione per farlo, che sia un compleanno, un anniversario o altro, e soddisfatti delle new entries tra gli strumenti o gli accessori provano con entusiasmo nuovi pezzi, o completano i pezzi vecchi con quel sound che proprio ci mancava. Nuove canzoni, nuovi strumenti, nuove sfide, molti rimangono a suonare nella loro saletta sperduta, ma non gliene importa: l’unica cosa importante, per loro, è la musica – e non è poco. Altri, invece, decidono di buttarsi: un’occasione colta al volo per una festa nella quale cercano un gruppo musicale, qualche ritocco al repertorio, una scaletta di fortuna ed ecco la prima serata: tante emozioni, tra paure e soddisfazioni, magari un po’ di vergogna, lì sul palco sotto gli occhi di tutti … ma è il primo passo, i primi applausi.
Poi, se tutto va bene e parlando con qualche amico qua e là, magari ci scappa una sagra, una festa di paese: un’altra data, un altro palco, e le chitarre acustiche ed elettriche, i bassi e tutti gli strumenti sono pronti, accordati e lustri, per farsi sentire.
Ci vuole pazienza, testardaggine e perché no?, anche un po’ di follia, incoscienza, o comunque la si voglia chiamare, perché il passatempo da garage possa diventare una vera e propria occupazione. Ci vuole tempo per passare dall’emozione semplice e genuina di provare dei nuovi effetti musicali a delle novità più grosse, come la soddisfazione durante una serata si essere travolti dalla nebbiolina delle macchine del fumo. Ma i più ostinati – che non necessariamente sono i più bravi – vengono premiati, e arrivano a calpestare i palchi degli stadi, con migliaia e migliaia di fan di fronte a loro, che fanno migliaia di chilometri solo per ascoltarli e vederli.
Impossibile? Ma no … è difficile, o tutt’al più improbabile, se proprio non ci volete credere, ma le cose impossibili sono altre; c’è chi ha la musica nel sangue. Se ce l’avete, allora suonate, cantate e lasciatela uscire; tanto, lei uscirà lo stesso, che voi lo vogliate o no. E comunque vadano le cose, la saletta delle prove sperduta nella campagna, ovunque essa sia, rimane sempre lì, pronta per ascoltarvi.

A cura di Lia Contesso
Prima Posizione srl – visibilità motori ricerca

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Strategie e metodi per il web marketing

Le strategie di marketing stanno cambiando: le pubblicità cartacee e televisive non bastano più, e le aziende sono finite nella rete.
Il web, la “rete” – non c’è modo migliore per definirlo: tutti finiscono nella rete, ma a ben guardare è l’unico modo per rimanere a galla: un’azienda senza sito internet che non cura il suo web marketing è praticamente sull’orlo del declino. Gli utenti vogliono sapere tutto e subito, prima ancora di vedere l’azienda nel mondo reale: prodotti, costi, storia, fotografie, e magari cercano anche la possibilità di comprare online senza disturbarsi ad uscire di casa. E, soprattutto, cercano garanzie: ispirare fiducia ai clienti è fondamentale perché questi decidano di fare degli acquisti o affidarsi ad un’azienda per la realizzazione di un progetto.
La gestione di tutto questo deve essere ovviamente affidata a degli esperti marketing, che hanno fatto del web marketing la loro missione e di internet il loro lavoro. I ragionamenti e la logica del web marketing sono modellati in base allo studio delle statistiche che, dando una panoramica dell’utilizzo di internet da parte degli utenti, aiutano a capire quello che gli utenti stesi cercano quando navigano in internet e visitano dei siti. Allo stesso tempo, il web marketing si basa molto anche sul funzionamento dei motori di ricerca di internet: posizionamenti, parole chiave e numero di visite sono il pane quotidiano di questi paladini del marketing virtuale, che districandosi tra statistiche e percentuali riescono a migliorare il sito e la sua visibilità, oltre a renderlo il più navigabile possibile migliorando le pagine e i contenuti. A questo punto, dopo aver curato il web design e organizzato il sito nel migliore dei modi, quest’ultimo sarà degno dell’attenzione dei visitatori e conquisterà, quindi, dei nuovi potenziali clienti.
Ma una volta arrivato sul sito, spesso capita che il nuovo potenziale cliente voglia concretizzare subito l’acquisto di ciò che cercava: ecco che entra in gioco la vendita online, che diventa sempre più fondamentale perché la visita vada a buon fine, trasformandosi immediatamente in un acquisto. Questo e altri servizi internet saranno messi a disposizione dall’assistenza web che sarà fornita al sito in questione dall’agenzia che si occupa del suo web marketing.
Insomma, per chi ha un sito che immette nel mondo virtuale l’azienda che gestisce nel mondo reale, affidarsi al web marketing è l’unico modo per districarsi nella rete del web; e per chi gestisce un’azienda nel mondo reale, avere un sito web è l’unico modo per non rimanere schiacciati dalla concorrenza spietata della rete. Tutto questo, naturalmente, mira a conquistare dei nuovi clienti, portandoli attraverso il sito ad affidarsi all’azienda: poi, ovviamente, la loro soddisfazione e il fatto che tornino a fare acquisti su quel sito o in quel negozio dipende dai prodotti e da quanto li hanno soddisfatti.
Tutto inizia con la scelta dei domini internet a cui affidare la propria azienda virtuale: un nome e un dominio per avere i servizi hosting delle web agencies e iniziare la propria avventura nel web – il modo migliore per non venirne intrappolati è quello di buttarcisi in mezzo, ma con criterio: meglio affidarsi a chi, di rete, ne capisce.

A cura di Lia Contesso
Prima Posizione srl – ottimizzazione motori di ricerca

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Packology, la fiera del packaging a Rimini

Durante una conferenza stampa tenutasi a Rimini il 16 ottobre scorso è stata presentata Packology, la nuova fiera del packaging dei costruttori italiani: la prima edizione sarà a giugno 2010.

La fiera, riservata agli operatori del settore, è nata dalla collaborazione tra l’UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche) e Rimini Fiera Spa, avrà cadenza triennale, e la prima edizione si svolgerà tra l’8 e l’11 giugno 2010. Una fiera appena nata, dunque, ma che ambisce a guadagnarsi un posto al sole tra le fiere del settore e di dare risalto ad un’industria molto forte in Italia: da anni il Belpaese è infatti uno dei principali produttori di macchine packaging. I numeri dell’investimento parlano chiaro: Rimini Fiera ha stanziato un budget di circa un milione di euro per questo evento, che verrà ospitato nel terzo quartiere fieristico d’Italia occupando 8 padiglioni, per un totale di 60.000 mq. Gli spazi fieristici di Rimini sono stati scelti, preferendoli a quelli di altre città (una fra tutte Bologna, che con le sue oltre 200 aziende operanti nel settore del packaging si è guadagnata l’appellativo di “packaging valley”) in virtù della loro modernità e funzionalità (tanto per rendere l’idea, il quartiere fieristico dispone di una stazione ferroviaria interna sulla linea Milano-Bari, e 110 milioni di euro sono stati stanziati per costruire il palacongressi più grande d’Italia, con 9300 posti e 42 sale congressuali). Il polo fieristico di Rimini ha inoltre una discreta fama ed esperienza nel campo (Rimini Fiera ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel settore delle fiere dedicate alle macchine industriali), ed è innegabile che la città sia votata all’accoglienza, con la sua lunga tradizione nel campo del turismo e dei servizi. Il fatto che all’organizzazione della fiera partecipi l’UCIMA è inoltre garanzia di serietà e successo: l’UCIMA rappresenta infatti i costruttori italiani delle macchine per il confezionamento, imballaggio e ribobinatrice, e raggruppa al suo interno oltre 100 aziende all’avanguardia e specializzate in diversi settori.

Tutti questi fattori fanno ben sperare per il successo di una fiera dedicata a un settore che, nonostante la crisi, non sembra aver subito contraccolpi troppo pesanti, anzi: il 2008 è stato un anno buono per l’industria italiana delle macchine imballaggio e confezionamento, sia per quanto riguarda il mercato nazionale che quello estero. Una nuova fiera del packaging risponde quindi all’esigenza della UCIMA di organizzare un evento dedicato specificamente a un’industria particolarmente sviluppata in Italia. In particolare, gli organizzatori della fiera si propongono di dare risalto alle eccellenze tecnologiche e di innovazione in tale settore, e di fornire un panorama esauriente dei vari ambiti del mercato: nei padiglioni della fiera saranno presenti produttori di macchine per il confezionamento, macchine di processo, materiale per imballaggi, tecnologie per l’etichettatura, la codifica e la marcatura, accessori e componenti, tecnologie dedicate alla logistica, all’editoria di settore e alla stampa, quindi anche alle macchine da stampa e macchine stampa digitali.

Packology si rivolge alle aziende che operano nel settore del confezionamento e dell’imballaggio per diversi settori industriali, da quello dei beni di consumo all’health care, dal beverage all’industria farmaceutica, dalla chimica per la casa alla cosmesi, e promette di essere un’ottima vetrina per tutti gli espositori presenti.

A cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione srl – iscrizione motori ricerca

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Il mercato online, quando e dove vuoi

Al posto delle bancarelle, pagine; al posto di mercanti, link: ecco la nuova era dei mercati, dove chiunque può diventare venditore o compratore, tutto ciò che serve è una connessione internet.
Dall’agorà agli annunci in internet, il mondo delle vendite si è sviluppato molto; il modo di vendere e comprare si è messo al passo con i tempi, accettando di entrare nel mondo virtuale.
Niente più urla, grida, né contrattazioni accorate e confusione: solo qualche click e un po’ di pazienza per cercare quello che interessa tra le migliaia di annunci gratuiti che i vari utenti hanno inserito nei siti, mettendo a disposizione di chiunque – ovunque si trovi – qualunque cosa: servizi, oggetti, prodotti, dalle ripetizioni alle case.
Girando per i siti internet, in effetti, si può trovare davvero qualsiasi cosa si cerchi: state cercando casa? Tra i tanti troverete sicuramente anche degli annunci case affitto, o magari annunci di case in vendita, se volete comprare: basta un click, ed ecco contatti, numeri di telefono e tutto il necessario per avere la possibilità di vedere qualche casa; il resto viene da sé. Ma naturalmente potrete trovare qualsiasi altra cosa: ripetizioni di ogni materia, traduzioni da e in ogni lingua, cessioni di bar, lavori e tutto – anzi: molto più di quanto cerchiate.
Il mercato, certo, ha il suo fascino: basta pensare a mercati rinomati come Porta Portese a Roma, o Portobello Road a Londra, ma anche più semplicemente il mercato della propria città … le bancarelle all’aperto, per strada o in piazza, piene di ogni genere di mercanzia, e la folla che si accalca per assicurarsi un’occasione … già. Ha il suo fascino. Ma, per la verità, i siti online offrono qualcosa in più: la comodità. Non è necessario che affrontiate orde di clienti agguerriti decisi a soffiarvi l’ultimo pezzo, né che vi gettiate nella mischia per tentare di accaparrarvelo; non serve uscire con la pioggia o sotto il sole torrido, né portare a casa pacchi magari ingombranti: basta accendere il computer e, con qualche click, ci si può assicurare quello che si cercava, che a seconda del genere di oggetto, potrà arrivare direttamente a casa, oppure scegliendo gli oggetti per zona si potranno andare a vedere e quindi decidere se procedere con l’acquisto oppure no.
È un ottimo modo per trovare annunci auto vendita, o perché no, per mettere in vendita la propria auto: i visitatori di questi siti sono sempre molti, e sono alla ricerca di tutto; e le occasioni, per i compratori e per i venditori, sono innumerevoli. Dagli annunci barche agli annunci di baby-sitter, c’è davvero un mondo di oggetti da comprare e di possibilità di vendere, infinite occasioni da cogliere al volo senza il bisogno di andare alla ricerca di posti sperduti dove, con un po’ di fortuna, forse è possibile trovare quel che si cerca, o almeno qualcosa di simile … è tutto lì, a vostra disposizione quando volete, nel vostro computer, sia che siate alla ricerca di qualcosa, sia che vogliate trovare qualcuno che quel qualcosa lo compri.

A cura di Lia Contesso
Prima Posizione srl – inserimento motori di ricerca

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Pazyryk: il tappeto più antico del mondo

I tappeti sono formati da migliaia di nodi, fatti pazientemente uno a uno con fili di lana o simili; e il più antico del mondo ha circa 2500 anni.
Nel 1929 due studiosi russi, Sergej Rudenko e Mikhail Griaznov, si sono trovati di fronte quello che poi sarebbe stato individuato come il tappeto più antico mai ritrovato al mondo; i due studiosi durante degli scavi nella zona di confine tra Russia e Mongolia scoprirono cinque tumuli sciti, risalenti al secolo V-VI a.C. . All’interno di uno dei cinque, quello del capo tribù, c’era un tappeto che venne denominato di Pazyryk, che venne ritrovato sotto un blocco di ghiaccio: questo ne ha facilitato la conservazione per due millenni e mezzo.
Fortunatamente, il Tappeto di Pazyryk non è stato scoperto dai saccheggiatori che nelle varie epoche hanno fatto razzie nelle tombe dei capi tribù, che violavano per derubarle dei tesori che spesso contenevano: se lo avessero preso probabilmente sarebbe stato perso, o comunque non sarebbe arrivato a noi conservato come lo è stato grazie alla fortuita conservazione sotto al blocco di ghiaccio. Questo tappeto misura 200×182 cm, ed ogni metro quadrato ha 360 mila nodi turkibaft (ovvero i nodi tipici della zona della Turchia). Il disegno ha un campo centrale con un bordo formato da varie cornici; mentre il disegno centrale è geometrico, le cornici rappresentano alci, cavalieri e grifoni.
Il fatto di aver ritrovato un tappeto così antico dimostra che l’utilizzo dei tappeti risale ad epoche molto lontane (si pensi ai tappeti antichi iran, che risalgono ad epoche lontane e sono pregiatissimi per la loro lavorazione) e, soprattutto, dimostra che la capacità di annodare dei tappeti elaborati era stata acquisita già a quei tempi e da allora viene tramandata e migliorata; lo stesso studioso che ritrovò il tappeto di Pazyryk, Rudenko, dopo alcuni anni dal primo grande ritrovamento scoprì un altro tappeto, all’incirca nella stessa zona, lavorato ancora più finemente: i nodi erano 700 mila per metro quadro.
La vendita tappeti oggi propone diversi generi di manufatti; i più preziosi sono i tappeti antichi caucaso, o quelli di provenienza turca, iraniana, berbera o cinese, e ovviamente sono pezzi unici, lavorati a mano con tecniche che variano a seconda della provenienza e del periodo: si pensi ai tappeti pechino, per esempio, minuziosamente lavorati. I tappeti kilim, per esempio, hanno origine nella zona tra il Caucaso e l’Iran, e sono caratterizzati da disegni geometrici realizzati utilizzando i fili colorati della trama; i kilim e gli arazzi, tra i quali sono particolarmente degni di nota gli arazzi francesi, a differenza dei tappeti annodati, sono tessuti, ovvero sono formati da fili intrecciati tra loro che danno origine ad un drappo dalla superficie liscia, più o meno spesso a seconda dei fili utilizzati.
I tappeti annodati, invece, sono caratterizzati da tre strati: il vello, ovvero lo strato più superficiale, è formato da fili di lana corti e annodati sull’ordito, il secondo strato, ovvero l’insieme di fili paralleli tra loro e disposti verticalmente. L’ultimo strato è la trama, che consiste nei fili di cotone disposti tra le varie file di nodi. Il lavoro di annodatura è un lavoro minuzioso, preciso e per il quale sono necessarie tanta manualità e tanta pazienza; il risultato che si ottiene, però, dura nel tempo ed è di ottima qualità.

A cura di Lia Contesso
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Remare contro il moto ondoso a Venezia: la Vogalonga

Girando per Venezia si ha spesso l’impressione di vivere in un’altra epoca, in cui non ci sono macchine né traffico, e può sembrare che il tempo si sia fermato rendendo edifici, calli e campi immutabili e sempre uguali nel tempo.

Poi però basta affacciarsi sul Canal Grande, e ancora di più sul bacino di San Marco, per capire che la modernità, con i suoi annessi e connessi, è arrivata anche nella città lagunare: il rumore dei motori delle barche, che può cozzare con il silenzio delle calli interne alla città, e la vista delle grandi navi da crociera che si avvicinano alle coste ci riportano alla realtà. Ma guardando al Canal Grande, o percorrendolo a bordo di un vaporetto dopo aver passeggiato tra le calli senza tempo della città, nelle quali gli unici rumori sono le voci dei passanti, non si può evitare di chiedersi: chissà com’era Venezia quando non c’erano ancora le barche a motore, e si poteva spostarsi solo con le barche a remi?

Un pensiero del genere devono averlo fatto anche gli organizzatori della prima vogalonga, ossia uno degli eventi remieri più importanti di Venezia, una regata di circa 30 km cui partecipano ogni anno moltissime imbarcazioni a remi. L’esigenza di dare vita ad un evento del genere non derivava però dal semplice desiderio di ammirare Venezia così come doveva apparire in passato, ma dalla precisa volontà di protestare contro il moto ondoso causato dalle imbarcazioni a motore che, allora come oggi, rischia di arrecare dei gravi danni alla città lagunare. Lo scopo degli organizzatori della prima edizione della vogalonga, nel 1974, era proprio quello di esprimere il proprio dissenso verso un fenomeno dannoso per la città, e di attirare l’attenzione verso questo problema. Alla prima edizione della manifestazione parteciparono circa 500 imbarcazioni a remi, numero che aumentò di anno in anno fino a raggiungere le oltre 1500 partecipazioni degli anni più recenti. I numeri parlano chiaro, e mostrano il successo che l’evento ha avuto e continua ad avere, anche se bisogna dire che con gli anni la vogalonga ha perso un po’ quell’iniziale carattere di protesta, diventando più che altro un evento folcloristico e sportivo, cui prendono parte anche moltissimi vogatori stranieri che colgono l’occasione per dormire a venezia e trascorrere qualche giorno di vacanza.

Dalla prima edizione del 1974, ogni anno nel mese di maggio la vogalonga regala a Venezia, ai suoi abitanti e ai turisti una domenica senza traffico e senza motori (nel 2010 la manifestazione si svolgerà il 23 maggio), una domenica in cui la città lagunare si colora di centinaia di imbarcazioni a remi provenienti da tutto il mondo: durante la vogalonga una tipica barca veneziana può trovarsi fianco a fianco con le barche degli studenti delle università di Oxford e Cambridge, o con una dragon boat cinese. Sono anche questa varietà e questa internazionalità a rendere interessante l’evento, che pure era nato dal desiderio di recuperare antiche barche e tradizioni veneziane, quali la voga veneta, ma che con gli anni è diventato un evento di più ampio respiro che in quei giorni riempie gli hotel venezia.

Ad attirare così tanti vogatori anche dall’estero contribuisce sicuramente la bellezza della cornice in cui si svolge la vogalonga: le barche si radunano e partono dal bacino di San Marco, di fronte al Palazzo Ducale, per poi dirigersi verso le isole della laguna; rientrano poi a Venezia attraverso il Rio di Cannaregio, terminando il percorso a Punta della Dogana. Uno spettacolo anche per gli spettatori, che durante la loro vacanza a venezia hanno modo di vedere una Venezia insolita, animata da barche a remi di ogni foggia e nazionalità, e di gustare il sapore della Venezia del passato.

A cura di Francesca Tessarollo
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Cassino in festa per Sant’Antonio

Sant’Antonio di Padova è uno dei santi più famosi e venerati al mondo, e festeggiamenti in suo onore hanno luogo in vari paesi.

Anche la città di Cassino, conosciuta per la festa san benedetto, ospita ogni anno anche delle celebrazioni in onore di Sant’Antonio. In particolare i festeggiamenti hanno luogo, a Cassino come in moltissime altre città, il 13 giugno, giorno della morte del santo e della sua ascesa in cielo. La festa di Sant’Antonio è uno degli eventi di punta della città laziale, che al santo ha dedicato anche la chiesa in piazza Diamare, e sia gli autoctoni che i turisti apprezzano molto questo evento.

Cassino è solo una delle molte città in cui il 13 giugno si festeggia il santo: Sant’Antonio è considerato come uno dei più grandi santi della chiesa, e il suo culto è molto vivo e diffuso. A fare di Fernando Martim de Bulhões e Taveira Azevedo (questo il suo vero nome) un santo amato e venerato in tutto il mondo hanno contribuito sicuramente i tanti episodi prodigiosi e i miracoli che gli furono attribuiti poco dopo la sua morte, e che portarono alla sua canonizzazione in tempi assai brevi: morto a Padova il 13 giugno del 1231, Antonio venne proclamato santo il 30 maggio dell’anno successivo da Papa Gregorio IX, che aveva assistito alle sue prediche e che dunque lo conosceva, e che fissò anche la data della festa liturgica in suo onore al 13 giugno. Sant’Antonio ricevette un ulteriore importante riconoscimento nel 1946, anno in cui papa Pio XII gli conferì il titolo di Doctor Evangelicus in virtù del valore dei suoi scritti e delle sue prediche.

Un anno dopo la morte del santo, e per tutti gli anni a seguire fino ai giorni nostri, il 13 giugno è stato dunque il giorno consacrato a Sant’Antonio, che è diventato il patrono del Portogallo, del Brasile e di molte città italiane, Padova in primis. A Padova si trova la grande basilica che porta il suo nome e in cui sono conservate le reliquie del santo. La Basilica di Sant’Antonio a Padova è uno dei più importanti luoghi di culto del mondo, e attrae moltissimi pellegrini tutto l’anno, ma in particolare il 13 giugno, quando in città ha luogo una processione molto sentita.

Nonostante sia Padova la città italiana ad essere subito associata a San’Antonio e al suo culto, anche i festeggiamenti che si svolgono in suo onore a Cassino sono molto sentiti, e non solo dai fedeli, ma anche dai turisti e dagli amanti delle feste folcloristiche. La festa sant’antonio di Cassino, infatti, pur nascendo come festa religiosa, col tempo è diventata anche un interessante evento folcloristico. Le due anime della festa convivono perfettamente, rendendo l’evento uno degli appuntamenti da non perdere di Cassino: i festeggiamenti, che solitamente hanno luogo per alcuni giorni, pur avendo il loro fulcro il 13 giugno, comprendono una Santa Messa e una processione in onore del santo, cui solitamente segue un fantastico spettacolo pirotecnico. Ogni anno il programma degli eventi ciociaria, non solo religiosi, ai quali si può assistere soggiornando in un albergo a cassino, varia, proponendo spettacoli teatrali, concerti e musica dal vivo.

A cura di Francesca Tessarollo
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Tappeti e arredo: come sceglierli – e come mantenerli

Arredare una casa significa fare in modo che il luogo dove si vive diventi proprio, riflettendo gusti e personalità.
Ovviamente non è cosa facile: l’enorme varietà dell’offerta spesso arriva a confondere anche i gusti, e così a volte ci si trova a rimanere insoddisfatti dei propri acquisti. Le teorie sono svariate: c’è chi dice che il classico va sempre bene, chi invece sostiene il minimalismo, e chi ancora parteggia per il design; altri invece sono a favore della moda: abiti glamour, casa fashion.
I conti di fine mese, però, impongono un po’ di realismo: cambiare l’arredamento della casa non è come comprare un paio di scarpe. Quindi, se non è possibile cambiare tutto l’arredo della casa – il che, in fondo, è comprensibile – allora le si può regalare qualche cosa per abbellirla: i tappeti, in questo caso, sono perfetti.
Alcuni li considerano necessari, per altri sono vanità, ma i tappeti fanno comunque il loro lavoro: riempiono con discrezione e riscaldano, dando una sensazione sia fisica, sia psicologica, di calore. La scelta dei tappeti è vastissima: tra i tappeti di mucca e i tappeti design ci sono infinite possibilità di scelta, per dare ad ogni casa quel giusto tocco in più.
La scelta del colore va abbinata ai colori delle pareti e dei pavimenti, oltre che dei mobili, facendo attenzione a non appesantire l’ambiente: tappeti arredo e colori devono essere in armonia, e se si è d’accordo nel dire che la vera eleganza non si nota, allora il tappeto si confonderà con il resto dell’ambiente, diventando invisibile, ma allo stesso tempo assolutamente indispensabile: togliendolo si toglierebbe un pezzo di stanza.
Anche i materiali dipendono dal tipo di arredamento della casa: tappeti seta o in tessuto? Tappeti in pelle o in cavallino? I tappeti salotto sono di diversi stili, forme, dimensioni e materiali, e la varietà è pensata proprio per fare in modo che ogni tappeto possa entrare perfettamente a fare parte di un particolare salotto, o di una particolare stanza.
Una volta entrato nella “sua” stanza, il tappeto non uscirà più: toglierlo sarà come privare l’ambiente di un elemento indispensabile. Ma attenzione: per far sì che il tappeto possa rimanere al suo posto, va curato; è bene portarlo in negozi specializzati per la pulitura, facendo attenzione anche a trattarlo bene in casa. È bene ricordare che troppi pesi sopra, oltre a coprirlo, possono rovinarne il vello, nel caso dei tappeti annodati, ma anche nel caso dei tappeti in pelle, che hanno altrettanto bisogno di respirare. Inoltre, anche se il nome suggerisce il contrario, il battitappeti non è consigliato: i tappeti devono essere trattati con cura, e il battitappeti è evidentemente troppo violento per loro.
Per ultima, la temperatura: esporre i tappeti a temperature troppo alte potrebbe seccarli, opacizzandone i colori e rendendoli più fragili; anche il sole diretto non aiuta i tappeti, perché li sbiadisce: al momento dell’acquisto, dopo aver trovato il tappeto che mancava nella vostra stanza, informatevi dal rivenditore sul mantenimento e la pulizia, per essere certi di trattare bene il nuovo acquisto.

A cura di Lia Contesso
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Giocando s’impara

I videogiochi spesso sono una vera e propria passione per grandi e piccoli: forse perché ripropongono sul monitor del computer situazioni che fanno vivere virtualmente le proprie passioni del mondo reale.

Senza correre i rischi fisici di uno sport estremo, di un’avventura ai limiti del possibile o quelli economici di un’attività commerciale, si possono vivere avventure, praticare sport o gestire un’attività – virtualmente, certo, ma può servire a fare una prova nel mondo virtuale e capire se davvero si vuole provare nella realtà o se la finzione è sufficiente.

Insomma, di Indiana Jones ce n’è uno solo – e, a dirla tutta, anche lui non rientra proprio nei personaggi del mondo reale; quindi, se guardando il film pensate che vorreste vivere come lui, prima di lasciare casa e lavoro per andare alla ricerca di tesori perduti potete provare con un gioco di avventura online: è molto meno rischioso, e potete anche scegliere dei giochi multiplayer per interagire ancora di più e insieme ad altri giocatori nella storia. Se ancora non dovesse essere abbastanza, allora forse la vita da Indiana Jones fa proprio per voi … o forse basta giocare un altro po’.

Se invece siete dei tipi un po’ più tranquilli, non c’è problema: i giochi online soddisfano davvero tutti i gusti. Ce ne sono di cucina, di sport, di macchine, di … qualsiasi cosa. Potrete immedesimarvi in qualsiasi ruolo, imparare (virtualmente) a fare cose che nella realtà non avreste mai immaginato – come ad esempio andare in skateboard in giro per la città saltando su e giù dalle panchine e dalle ringhiere, partecipare alle Olimpiadi o combattere contro un ninja che ce l’ha proprio con voi, o anche fare virtualmente cose in cui nella realtà siete esperti. Ma c’è anche altro: tanti giochi da tavolo, per esempio, ai quali potrete giocare anche se la serata con gli amici è sfumata, o i giochi di carte, perché vi possiate allenare in attesa della prossima serata attorno al tavolo verde o al circolo del bridge.

La scelta, insomma, è molto più che vasta: i siti dove trovare giochi con cui vi potrete divertire online sono moltissimi, e le proposte abbracciano tutti i gusti e le possibilità, sia per l’argomento sia per la grafica – ultramoderna o retrò, giochi arcade e di ogni genere, le possibilità sono molte più di quelle che si possono immaginare. Lasciarsi trasportare un po’, quindi, può rivelarsi rilassante, e potrebbe addirittura far nascere nuove idee, aiutare a fare un po’ di pratica o far imparare qualche cosa di nuovo, ma questo dipende dalla predisposizione che si ha nel voler trovare spunti per imparare o cambiare qualche cosa. Le idee possono nascere da ovunque, basta solo saperle cogliere … ma se dai giochi gratis non si riuscisse a cogliere nessuna idea per un colpo nuovo a tennis, uno stacco differente nel salto in alto, per un panino nel proprio bar o per chissà che altro, non è niente di grave: in quel caso ci si può semplicemente godere una piccola e meritata pausa.

A cura di Lia Contesso

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Le spiagge del benessere della Riviera

Sole, mare e spiaggia sono già un sinonimo di benessere … e se ci si aggiungessero attività sportive, discipline bio naturali, ginnastiche e danze orientali?

Il mare, si sa, fa bene. Ma può fare anche meglio: all’aria iodata e al sole si possono aggiungere delle attività che si possono rivelare benefiche per il corpo e per lo spirito, aiutando a rilassarsi e a ritrovare un po’ di quell’equilibrio interiore che aiuta ad essere più sereni e, di conseguenza, a stare meglio anche fisicamente.

Ogni tanto è bene purificarsi un po’, e non solo dallo smog e dai cibi pesanti o che non aiutano nella ricerca dell’equilibrio alimentare: la purificazione dallo stress è altrettanto importante. E quindi ecco in aiuto le attività sulla spiaggia, per godere appieno dell’aria benefica del mare, svolgendo delle attività che finalmente porteranno a rilassare un po’, a sciogliere la tensione accumulata nel tran-tran quotidiano.

Tutto ciò accade sulle spiagge della Riviera Romagnola, in un evento chiamato “Le spiagge del benessere”, che accompagnerà gli abitanti e i turisti della Riviera dal 14 giugno al 21 agosto 2010; così, una volta finita la giornata in spiaggia, i turisti potranno rientrare nei loro alberghi centro benessere, portando così al massimo il relax: coccolati dalle cure dell’albergo, una volta tornati dalla vacanza i fortunati viaggiatori saranno ringiovaniti e rinvigoriti.

Per avere la possibilità di partecipare alle attività organizzate in spiaggia è sufficiente trovarsi al posto giusto nel momento giusto; per averne la possibilità, basta scegliere e prenotare un albergo in zona. La scelta degli hotel nella Riviera Romagnola è molto ampia: fin dagli anni ’60 infatti la Riviera è diventata la meta per eccellenza del turismo di massa in Italia, e quindi è preparata ad accontentare qualsiasi tipo di richiesta, via telefono, mail e anche online, per stare al passo con i tempi, dai B&B agli hotel con suite, per soddisfare nel migliore dei modi ogni genere di ospite.

Le proposte sono svariate: diversi tipi di danza, tra cui quelle orientali, la biodanza, la soft dance e le danze polinesiane; alcune pratiche per equilibrare e potenziare le energie del proprio corpo e della propria mente, come lo yoga, lo shiatsu, il thai chi chuan, il qi gong e altri ancora, per poi passare alle attività creative e alle conferenze, alle meditazioni all’alba e al tramonto, ai viaggi sciamanici – ovvero meditazioni in barca – e, per finire, alla ginnastica in spiaggia con il body fly e il pilates. Tutto questo può anche essere accompagnato, volendo, da un centro benessere massaggi al quale tornare la sera, per rilassarsi ancora all’interno del proprio albergo.

La versione relax dell’estate nella Riviera Romagnola si propone quindi come una valida alternativa alle notti brave per cui la Riviera è famosa, che comunque rimangono sempre una possibilità allettante: ma volendo scegliere il riposo, c’è tutto l’occorrente per lasciarsi alle spalle le preoccupazioni e i problemi di tutti i giorni, e darsi una possibilità di ritrovare le forze perdute per rientrare con energia sana e positiva nella propria quotidianità.

A cura di Lia Contesso

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Zaino in spalla! – come prepararsi per un’escursione

Primavera ed estate segnano la stagione delle gite: esperti e non si avventurano in passeggiate in mezzo alla natura, ma è importante non dimenticare alcune cose fondamentali.

Prima di tutto, la scelta della meta: a seconda delle proprie capacità sarà il caso di scegliere una destinazione adeguata, che varia seguendo l’età e l’esperienza; se la meta è la montagna, ci sono vari tipi di sentiero tra cui sarà bene scegliere quello più adatto alla situazione.

Una volta trovato il posto giusto per trascorrere la propria giornata di libertà all’aria aperta, arriva  il momento di scegliere l’attrezzatura giusta: sarà bene sceglierla sia a seconda della destinazione, sia a seconda della durata della gita.

Prima di tutto, l’abbigliamento: è bene essere preparati al sole caldo della montagna, ma anche a coprirsi da vento e pioggia improvvisi. Quanto alle scarpe, devono essere adatte al tipo di percorso che si affronterà: di solito si preferiscono scarponi alti, e sicuramente con una buona suola che aiuti a non scivolare.

Una volta preparato l’abbigliamento più adatto, passiamo al seguito: borse e zaini sono l’attrezzatura base per le passeggiate in montagna – ma anche in qualunque altro posto: comodi da portare, consentono di trasportare senza stancarsi troppo dei buoni carichi. Una volta trovato lo zaino, bisogna riempirlo con il necessario perché durante la giornata non manchi nulla. Per prima, una scorta d’acqua: abbastanza da non ritrovarsi assetati in mezzo ad un bosco, ma non troppa per non appesantirsi inutilmente; inoltre, qualcosa da mangiare se non si è diretti in un rifugio, ma in ogni caso è bene portare degli alimenti energetici. Poi una bussola e una cartina geografica per l’orientamento, un coltellino svizzero e una torcia, occhiali da sole e creme protettive, un cappello da sole e, sperando di non averne bisogno, il necessario per il pronto soccorso un fischietto, da utilizzare per richiamare l’attenzione in caso di necessità.

Gli zaini si sono evoluti enormemente, negli ultimi anni: senza contare il fatto che si possono trovare tutti i tipi di zaini online, soddisfano in maniera sempre più completa le esigenze di chi li porta, pensando a distribuire il peso non più sulle spalle, che, pur essendo più forti delle mani, dopo un po’ la camminata diventa faticosa: normalmente gli zaini moderni scaricano il loro peso sui fianchi, molto più forti delle spalle, e anche più vicini al baricentro. In questo modo migliora la resistenza e anche il bilanciamento, favorendo quindi anche l’agilità nella camminata.

Inoltre, consultando un buon catalogo, si potrà vedere come gli accessori zaini siano diversi a seconda dell’utilizzo a cui sono destinati: per gli amanti della montagna ci sono i cosiddetti “camel bag”, ovvero degli zaini con piccoli serbatoi integrati dai quali spunta un tubicino che permette di bere senza doversi fermare, cosa particolarmente utili per trekking e alpinismo, dove a volte fermarsi può essere complicato. Ma ricordiamoci che gli zaini possono essere utili non solo per la montagna, ma anche per altri scopi: ad esempio, per trasportare in maniera comoda e sicura computer portatili o attrezzatura fotografica. In questi casi, lo zaino dovrà avere le dovute imbottiture e scompartimenti per riporre ordinatamente i vari componenti, e per dare la sicurezza che questi siano protetti dagli urti e assicurati in modo da non muoversi.

A cura di Lia Contesso

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Abusivismo e (non) sicurezza

Gli interventi edilizi seguono precisi riferimenti normativi, contenuti nel Testo Unico dell’Edilizia, che prevede tutti i tipi di intervento, di costruzione ex-novo, di manutenzione o ristrutturazione di un edificio esistente – o almeno dovrebbero.

Il fenomeno dell’abusivismo edilizio infatti è un problema che in Italia si pone in modo sproporzionato rispetto ad altre realtà nazionali, tant’è che agli occhi di molti cittadini non è un vero e proprio reato ma viene considerato più semplicemente un piccolo raggiro per evitare noie e spese inutili.

In realtà, naturalmente, quelle che vengono considerate “noie” e “spese inutili” sono norme legislative, che servono a regolamentare l’edilizia e i piani urbanistici delle città: questo a favore della sicurezza, prima di tutto, ma anche del decoro, dell’ordine e della funzionalità. Fu negli anni ’70 il boom dell’abusivismo, per una specie di corsa alla seconda casa dettata da un’inflazione senza precedenti: il “mattone” fu istintivamente considerato l’unico modo per mettere al sicuro i propri risparmi, che stavano perdendo il loro valore giorno dopo giorno. Il tutto, quindi, avvenne senza curarsi delle normative, preferendo correre un rischio legale piuttosto di assistere alla scomparsa dei propri beni, e in quel periodo non solo i ceti più poveri, ma anche quelli medi parteciparono alla corsa al mattone, aumentando quindi il volume di costruzioni abusive.

Oggi l’Italia soffre ancora le conseguenze del boom dell’abusivismo edilizio degli anni ’70 e degli anni seguenti; i successivi condoni, pur avendo regolarizzato gli edifici, non hanno potuto risolvere le questioni di sicurezza e di disordine funzionale ed estetico a cui gli edifici abusivi sono portati, lasciando costruzioni che non dovrebbero esistere ma che, naturalmente, per molte famiglie rappresentano la loro casa.

Gli argomenti che hanno a che fare con l’edilizia e l’architettura  sono complicati e delicati; nel costruire un qualsiasi edificio bisogna tenere conto di un’infinità di fattori, ricordando anche che quel che si costruisce è destinato a rimanere nel tempo e sotto gli occhi di tutti, cambiando il territorio, la visuale, l’utilizzo della zona. Gli strumenti dell’edilizia, quei giganti manovrati da uomini, sono gru di ogni genere, dalle gru mobili utilizzate nei cantieri alle gru banchina dei porti, e le opere edilizie abbracciano una grande varietà di aree: parlando di edilizia, infatti, ci si riferisce non solo alla costruzione degli edifici, ma anche di opere di ingegneria di vario tipo.

Si pensi ad esempio alle conche di navigazione, ovvero quei canali che per mezzo di chiuse sono in grado di mettere in comunicazione tra di loro due bacini d’acqua che si trovano su livelli diversi, sfruttando il principio dei vasi comunicanti. Le officine che si occupano di impianti del genere spesso si dedicano anche alla filtrazione delle acque e ad altri lavori idrici; i cantieri edili, insomma, possono portare alla costruzione di opere di diverso genere.

Gli strumenti di cui dispone un cantiere edile sono moltissimi, dalle ben conosciute gru ai camion, dalle ad altre attrezzature di vario genere, come le griglie rotanti o fisse; le norme di sicurezza per il lavoro nei cantieri sono molte e precise. Seguirle costa? Certo. Ma stare alle regole ripaga, sicuramente in termini di sicurezza, ma, a lungo termine, anche economici.

A cura di Lia Contesso

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Aida e Carmen regine dell’Arena di Verona

L’Anfiteatro romano di Verona ospita ogni anno uno dei festival lirici più conosciuti d’Italia; assistere ad un’opera all’Arena è un’esperienza unica.

Verona è conosciuta come città dell’amore, grazie a Romeo e Giulietta, e della musica, grazie alla sua attivissima Arena, che ospita concerti di vario genere durante tutta la bella stagione, e un festival lirico che venne inaugurato nel 1913 con l’Aida.

La storia della sfortunata principessa etiope accompagna tutte le edizioni del festival: all’Arena di Verona Aida, la celebre opera di Verdi, è la più tradizionale e spettacolare, con le sue scenografie maestose che riproducono l’Antico Egitto. L’opera, infatti, fu commissionata nel 1869 da Ismail Pasha, l’allora sovrano d’Egitto, per celebrare l’apertura del Canale di Suez; la prima a Il Cairo, a causa della guerra franco-prussiana, fu solo nel 1871, alla vigilia di Natale. Ottenne subito un enorme successo, diventando una delle opere liriche più conosciute, soprattutto dopo la sua prima rappresentazione in Italia, circa un mese dopo la prima assoluta, l’8 febbraio 1872 alla Scala di Milano.

Il grande palco dell’Arena si rivelò subito perfetto per le grandi scenografie usate per l’Aida: cavalli, elefanti, piramidi, eserciti … tutto il necessario, e anche di più, per riprodurre al meglio le scene dell’Antico Egitto sul palco, accompagnate dalle sue celebri arie e musiche: Celeste Aida, la marcia trionfale … non serve essere appassionati d’opera per conoscerne il motivetto, magari non sapendo la sua origine.

La seconda per apparizioni sul palco dell’Arena è la Carmen: le sue stagioni sono 22 (contro le insuperabili 51 dell’Aida), seguita da Nabucco (18) e Turandot (16); anche alla Carmen Verona offre un palcoscenico meraviglioso, dove il regista può rappresentare al meglio la piazza di Siviglia, città in cui si finge la scena. L’opera di Bizet vanta delle arie celeberrime, tra cui la bellissima habanera (“L’amour est un oiseau rebelle”) che tutti gli spettatori si ritrovano a fischiettare una volta finito lo spettacolo; la prima assoluta della Carmen risale allo stesso periodo di quella dell’Aida, anche se in un’altra zona: fu a Parigi, all’Opéra-Comique, il 3 marzo 1875. Diversamente dall’Aida, però, il successo non arrivò subito: Bizet, che venne a mancare qualche mese dopo la prima, non arrivò a vedere la sua fortuna.

Per assistere ai suoi spettacoli arena di Verona offre tutti i servizi necessari: prevendite, vendite online e sul posto; ma è meglio acquistare i biglietti con un po’ di anticipo, per evitare di rimanere senza. Si può scegliere tra la platea, poltrone e poltronissime, e le gradinate, posti numerati e non; se si scelgono i posti non numerati però è consigliabile munirsi di cuscini: le scalinate di pietra non sono molto confortevoli, e le opere durano diverse ore … ma il trinomio “arena verona opera” rimane comunque inscindibile.

In effetti si può dire che a Verona opera e concerti siano parte integrante della città: all’arena opera, balletto e concerti di vario genere fissano gli appuntamenti degli abitanti di città e dintorni e dei turisti, che possono approfittare dei pacchetti creati appositamente dagli alberghi per tutta l’estate, vivendo serate di musica e spettacolo in un contesto meraviglioso, pieno di storia e di emozioni.

A cura di Lia Contesso

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Itinerari turistici nel comune di Bellaria

Il comune di Bellaria-Igea Marina ha creato in tutto il territorio diversi itinerari turistici, soprattutto da percorrere in bicicletta, per ammirare da vicino le bellezze di questo panorama.

I luoghi da visitare di certo non mancano, inoltre questo territorio, per le sue caratteristiche, si presta benissimo ad essere visitato e percorso in bicicletta. Questo è possibile sia per i turisti che vogliano fare una tranquilla e rilassante passeggiata su due ruote, ma anche quelli che invece vedono al vacanza come un momento di sport e da passare il più possibile all’aria aperta. Il comune di Bellaria e quelli vicini sono infatti da sempre ai primi posti per l’accoglienza ed ospitalità, ma anche per l’attività sportiva, l’attività all’aria aperta e il rispetto per l’ambiente: si potrà vedere con i propri occhi soggiornando in un albergo 3 stelle cesenatico, Bellaria o della zona.

Qui è possibile scegliere il percorso più adatto per chiunque, che si tratti di una passeggiata rilassante in pianura, oppure sulle dolci colline per chi vuole fare un po’ di esercizio, ma ci sono anche le piste più ripide e quindi più impegnative, per i veri appassionati ed allenati, si può quindi scegliere se noleggiare delle bici da strada, per i percorsi meno impegnativi, oppure le mountain bike, per gli itinerari più faticosi.

La maggior parte degli hotel 3 stelle bellaria è intatti attrezzata per soddisfare le esigenze dei cicloturisti, dall’offerta di orari flessibili a quella di servizi tecnici per le biciclette.

Per chi volesse davvero mettersi alla prova, uno dei percorsi più belli ma anche più difficili è quello denominato “Rocche e Castelli della Signoria dei Malatesta”. Questo itinerario parte da Bellaria, attraversa le Valli del Marecchia e del Conca, toccando le cime di Torriana, Montebello, San Marino e Montefiore con arrivo di nuovo a Bellaria, per un totale di 156 km, con un dislivello di 2700 m. Un’impresa certo non da poco, solo per chi è davvero allenato.

Un altro percorso molto impegnativo, ma sempre molto suggestivo è il “Mini 9 colli”, che si snoda per 135 km da Bellaria, attraverso Sogliano, Mercato Saraceno, Perticara, San Leo e San Marino per rientrare poi a Bellaria.

Uno dei percorsi più famosi invece è quello denominato “Sentieri per l’Uso”. Questo progetto riguarda la fascia fluviale dell’Uso nei Comuni di Bellaria-Igea Marina e di San Mauro Pascoli, che si potrà visitare comodamente alloggiando in un hotel igea marina. Sono stati attuati molto interventi per valorizzare, soprattutto ai fini turistici l’asta fluviale e i territori immediatamente circostanti, tramite una pista ciclopedonale su argine e la realizzazione di aree attrezzate per la sosta all’interno di spazi naturali formatisi lungo il corso del fiume e di un sistema di opere naturali per la riqualificazione ambientale e paesaggistica di questo territorio. Questa pista ciclo-pedonale si innesta sul sistema degli argini di quest’area, che è stato recentemente risezionato e riprofilato con numerosi interventi finalizzati alla messa in sicurezza idraulica del bacino dell’Uso.

Il percorso si snoda per una lunghezza di circa 6 chilometri, costeggiando il Fiume Uso in parte sulla sponda destra poi su quella sinistra, su strade bianche e tracciati segnati.

Lungo il corso del fiume Uso si trovano esemplari di querce e boschetti di pioppi bianchi e neri, salici, e pini mediterranei. Scegliendo come base un albergo Igea Marina, appena usciti da Bellaria ci si trova in un paesaggio di fitti canneti, che poi lasciano il posto a canali. Durante questi percorsi è possibile vedere anche aironi cinerini, martin pescatori, il rospo smeraldino.

A cura di Martina Meneghetti

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Confezioni? Anche l’occhio vuole la sua parte

La merce che compriamo tutti i giorni in tutti i negozi che frequentiamo – nei supermercati, nei negozi di articoli per la casa, di articoli da regalo e qualsiasi altro genere di rivendita – attraversa diversi stadi prima di raggiungere quello finale.

Dopo la fase finale di produzione dell’oggetto si passa alla preparazione dell’oggetto stesso per la vendita: questa è la fase del packaging, durante il quale il prodotto viene imballato ed è finalmente pronto per essere distribuito nei negozi.

Durante il packaging vengono utilizzati impianti di confezionamento industriale il cui scopo è quello di rendere resistenti le merci perché non subiscano danni durante il trasporto, dovuti a urti, umidità e altro ancora. Sono diversi i tipi di packaging riservati ai vari tipi di merci, a seconda che siano alimentari o no, che siano più o meno fragili, che abbiano bisogno di protezione sottovuoto oppure no … quella dell’imballaggio è un’industria specializzata nel conservare al meglio qualsiasi tipo di merce, dandole la protezione di cui ha bisogno per arrivare al meglio nel punto di vendita. I diversi tipi di macchina packaging, dalla macchina sottovuoto alla confezionatrice verticale, tengono in considerazione le necessità dei diversi tipi di prodotto, e di conseguenza nascono i vari stadi dell’imballaggio: quello primario, che contiene il prodotto stesso (le bottiglie dell’acqua, ad esempio). L’imballaggio secondario tiene insieme diversi imballaggi primari (come le confezioni che tengono insieme un certo numero di bottiglie d’acqua) e infine l’imballaggio terziario, ovvero quello che serve per il trasporto.

Il packaging primario, naturalmente, deve rispondere alle esigenze di design dell’oggetto che viene posto in vendita: la confezione, ormai, è da considerarsi parte integrante dell’oggetto, e non più un semplice involucro. Basti pensare all’esempio delle bottiglie d’acqua, che presentano forme e colori diversi per ogni marca di acqua, e sono proprio le forme e i colori dell’imballaggio primario (ovvero la bottiglia) a caratterizzare il prodotto a colpo d’occhio, rendendolo riconoscibile a tutti. Anche altri tipi di imballaggi alimentari sono fondamentali nel riconoscimento dei prodotti, anche grazie ai diversi tipi di prodotti per confezionamento che vengono utilizzati per l’uno o l’altro prodotto: bottiglie di vetro, di plastica, confezioni di polietilene oppure di altri materiali suggeriti non soltanto dalla praticità, ma anche dall’effetto che si vuole dare al consumatore finale.

La scelta dell’imballaggio di un prodotto quindi è sempre più importante, perché prima di provarlo effettivamente e decidere se si tratta di un buon prodotto oppure no, bisogna sceglierlo tra tanti; perché la scelta ricada proprio su di un prodotto piuttosto che su di un altro, deve in qualche modo attirare la nostra attenzione. Un colore, una forma … qualcosa che ci faccia decidere che vale la pena di provarlo anche senza conoscerlo; è vero che se non saremo soddisfatti non lo compreremo di nuovo, ma se vogliamo partire dal presupposto che sia un buon prodotto, allora bisogna mettere il consumatore in condizione di sceglierlo senza avere la certezza che è valido, e per farlo, in fondo, tra le altre cose bisogna ricordare che anche l’occhio vuole la sua parte.

A cura di Lia Contesso

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Come agevolare la lettura con il web design

I migliori lettori sono ostinati. Possiedono una capacità di resistenza quasi inesauribile che li porta a leggere a prescindere dalle circostanze in cui si trovano.

Alcuni riescono a leggere seduti in un bar rumoroso; persone che camminano tenendo un libro in mano e leggendo. E milioni di noi leggono quotidiani, riviste e blog sugli schermi, ogni giorno, nonostante tutte le dichiarazioni secondo cui oggi non legge più nessuno.

La lettura è un’esperienza solitaria, ma nel corso dei secoli i lettori hanno imparato come coltivare quella solitudine, come accrescerla negli ambienti meno inospitali.

A dispetto dell’ubiquità della lettura sul web, però, i lettori rimangono un pubblico negletto il più delle volte. La maggior parte dei discorsi intorno al web design gira quasi sempre intorno ad un senso di movimento: si pensa che gli utenti cerchino, trovino, guardino. Misuriamo quanto frequentemente cliccano ma non quanto a lungo stanno su una pagina. Ci preoccupiamo dei loro spostamenti e della loro partecipazione, di come si muovono da una pagina all’altra, con chi parlano quando arrivano lì, ma ci dimentichiamo spesso i bisogni di quelli che hanno come unico obiettivo quello di rimanere lì, fermi.

I lettori crescono quando hanno spazio, una minima distanza dalle chiacchiere della folla, e le web agency dovrebbero ancora fare molto per aiutarli a trovarlo un po’ di spazio in più.

Il rituale della pre-lettura è parte della cultura del libro. Comportamenti simili si ritrovano sul web. Quando arrivate alla pagina che contiene un articolo, è probabile che diate un’occhiata al logo per capire dove siete, osservate la navigazione per vedere cos’altro potete trovare sul sito. Quasi certamente osservate il titolo dell’articolo, o la foto e illustrazioni che lo accompagnano. Se c’è una citazione o un sommario, probabilmente li leggete, proprio come si leggono il risvolto di copertina o il retro di in libro. Magari leggete il primo paragrafo, ascoltando per vedere la voce del testo risuona dentro di voi. Se ad un certo punto durante queste attività di pre-lettura concludete che l’articolo non fa per voi, abbandonate la pagina e andate da qualche altra parte. Ma se c’è qualcosa che vi interessa, è probabile che rimaniate lì.

Ci sono molti lettori che si impegneranno nella lettura anche se il design della pagina non facilita questa operazione, ma i designer nella realizzazione siti hanno a disposizione molti modi per assistere i lettori nella transizione dal guardare al leggere.

Considerate tutti gli elementi che accompagnano un articolo e organizzate quelli che sono i più utili per coinvolgere l’interesse all’inizio. Sommari e citazioni di parti del testo rilevanti, così come le illustrazioni, consentono al lettore di capire rapidamente l’argomento dell’articolo. Categorie e link verso contenuti correlati forniscono informazioni di contesto. Il nome di chi l’ha scritto ci informa sull’autore. Tutti questi elementi, combinati, creano una specie di porta di ingresso nel terreno della lettura.

È probabile che il primo paragrafo (o i primi, dipende dalla lunghezza del testo) venga letto diversamente da quelli che seguono. Spesso leggiamo più lentamente all’inizio di un testo, mentre familiarizziamo con la voce dell’autore e decidiamo se vogliamo continuare. Segnali tipografici come le iniziali in maiuscolo o l’impostazione del primo paragrafo con un testo più grande o con un font diverso possono stimolare questo comportamento e rendere più agevole il passaggio alla lettura più confortevole. In un certo senso il primo paragrafo deve parlare con un tono di voce più alto di quelli che seguono per coinvolgere il lettore.

A cura di Martina Meneghetti

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La musica segue il tempo – e le epoche

La musica descrive i tratti dei periodi storici in cui viene composta: periodi romantici, scatenati, ribelli, tecnologici … ad ognuno di essi corrisponde un genere di musica.

Se per ogni periodo esiste un genere, per ogni genere esistono stili diversi a seconda di come ogni compositore interpreta il mondo che lo circonda. La musica è un campo libero, nel quale chiunque ne abbia le capacità (o, almeno, la voglia di mettersi in gioco) può esprimere la sua visione del tempo in cui vive, prendendo il punto di vista che preferisce: da qui nascono musiche che descrivono eventi personali, vita di coppia, eventi della vita di una persona, oppure eventi globali, con le musiche di protesta, di sostegno, di denuncia di situazioni che, bene o male, coinvolgono tutti.

Dalla musica classica al bebop, ogni genere rappresenta una sorta di fotografia musicale del suo tempo; in tempi più moderni si può pensare ai Beatles, che hanno segnato un’epoca con la loro musica, che ritraeva il loro tempo, come è stato anche per Joan Baez e Bob Dylan, con le loro musiche i cui testi ritraevano la società civile, con speranze e proteste, e poi per i Queen e tanti altri ancora.

Chi si avvicina alla musica lo fa per esprimersi: qualunque idea si scelga di esprimere attraverso il proprio talento artistico, i vari talenti devono essere accompagnati dai giusti accessori. I negozi strumenti musicali seguono sempre le tendenze dell’era musicale in cui si trovano, proponendo il necessario per addentrarvisi. Chi tende per la musica elettronica, ovvero la massima espressione del mondo della tecnologia, troverà un universo di possibilità negli accessori dj, che con campionatori, mixer, cuffie e tanto altro fanno entrare gli aspiranti dj nella musica che riflette l’era tecnologica. Chi invece ha un talento musicale più “classico” potrà scegliere tra una varietà di strumenti, le cui diverse forme daranno suoni ed effetti diversi: chitarre classiche, acustiche e semiacustiche, bassi elettrici o acustici, a quattro, cinque, sei corde, violini acustici ed elettrici … la scelta, in fondo, va sempre tra la versione acustica o elettrica dello strumento, in tutte le loro varianti: a seconda del genere e dei gusti si prenderà una strada o l’altra. In ogni caso,  saranno necessari degli amplificatori audio o delle casse acustiche, per poter diffondere il suono del proprio strumento anche in aree di grandi dimensioni.

Lo scopo della musica per chi la fa, insomma, è quello di esprimere le proprie idee e i propri sentimenti; per chi la ascolta è un modo per condividere le proprie idee ed emozioni, identificandosi in un genere o in un altro. Gli ascoltatori sono esigenti; possono avere preferenze, proprio come i musicisti, in merito agli strumenti acustici o elettrici, preferendo un gruppo con batteria percussioni acustiche e non elettriche, o viceversa. I cantanti, da parte loro, hanno la scelta del microfono e degli effetti, scelgono se camminare per il palco o utilizzare aste speaker, rimanendo fermi in un punto, magari seduti: piccoli particolari che fanno la differenza, contribuendo alla creazione del genere di ambiente che si ricerca con il proprio stile.

A cura di Lia Contesso

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Tutti pazzi per il barbecue

Il barbecue è sicuramente una delle tecniche di cottura della carne più antiche e apprezzate del mondo.

Fin dall’antichità l’uomo cucina la carne sul fuoco, e anche se nel corso dei millenni le tecniche di cottura si sono evolute e perfezionate, dando luogo a molte varianti culturali e geografiche, possiamo dire che questa tecnica di cottura è riuscita a passare indenne attraverso i millenni e a diffondersi pressoché in tutto il mondo. Sia che la si mangi in qualche ristorante, sia che la si cucini personalmente all’aperto, consumandola poi su dei tavolini di fronte a delle tende ferrino in mezzo alla natura, la carne alla griglia conserva un fascino innegabile in ogni angolo della terra.

Se volessimo fare un giro del mondo alla scoperta delle innumerevoli varianti del barbecue, troveremmo delle tecniche particolari in ogni paese, ma in ogni luogo scopriremmo una passione comune: quella della carne cotta alla griglia, un metodo di cottura semplice che regala però ai piatti di carne, ma anche di pesce, alle verdure e ai formaggi, un sapore unico. Il primo posto che ci viene in mente se sentiamo parlare di barbecue sono probabilmente gli Stati Uniti, dove il barbecue è una vera e propria istituzione. Si calcola che negli Stati Uniti circa l’80% delle famiglie possieda un barbecue, da tenere in giardino e mangiare all’ombra di un gazebo per giardino, e la domanda è in costante crescita. I dati rivelano inoltre che le famiglie statunitensi optano sempre di più per modelli moderni e sofisticati, dotati di tutti gli accessori barbecue necessari per fare una grigliata perfetta. Ma anche spostandoci dagli Stati Uniti possiamo trovare, in moltissimi altri paesi del mondo, numerose altre varianti del barbecue, varianti che pur avendo un nome diverso sono caratterizzate da una simile tecnica di cottura. In Sud America, per esempio, la carne alla brace o alla griglia assume nomi diversi: viene chiamata “asado” in Argentina e “churrasco” in Brasile. In entrambi i casi si tratta di piatti tipici di questi paesi, con una tradizione secolare, piatti che ormai hanno scavalcato i confini nazionali facendosi conoscere e amare in tutto il mondo. In Giamaica il barbecue è chiamato invece “jerk food”, una variante molto piccante e saporita della carne alla griglia, che viene preparata con peperoncini tipici di quei luoghi e spezie varie.

La tradizione del barbecue è diffusa anche dall’altra parte del mondo: tutti conoscono il kebab, uno dei piatti tipici dell’area del mediterraneo, araba e orientale, ma che ormai si può trovare sulle strade di ogni città del mondo. Naturalmente non si tratta di un tipo di barbecue “all’americana”, ma le basi sono simili: carne infilata in uno spiedo, in questo caso verticale, e cotta vicino ad una fonte di calore. Il kebab può essere servito come un vero e proprio piatto di carne o come ripieno di un gustoso panino. La carne alla griglia è una tradizione anche in Indonesia e in Giappone: nel primo caso si parla di “satè”, ossia di piccoli spiedini di pollo o di manzo grigliati, mentre in Giappone troviamo lo “yakitori”, cioè dei piccoli spiedini di pollo, verdure o pesce grigliati.

In conclusione, sia che si parli di carne grigliata su un barbecue a carbonella o un barbecue camping negli Stati Uniti, sia che si parli di un kebab gustato in un locale turco, in ogni caso la carne cotta sul fuoco riscuote sempre un enorme successo, e non sembra proprio conoscere confini.

A cura di Francesca Tessarollo

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Religione, guerra e natura a Cassino

Cassino è una cittadina del Lazio meridionale, vicina al confine con la Campania; ha una storia molto antica e la sua famosa abbazia la rende una meta molto interessante.

La celebre Abbazia di Montecassino è stata fondata nel 529 da San Benedetto di Norcia, e da qui nascerà l’ordine dei frati benedettini, che basano il loro stile di vita sulla frase “ora et labora”, ovvero prega e lavora: la vita dei benedettini, seguendo questa regola, è stata caratterizzata fin dall’inizio da un’attività molto intensa, sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello culturale. L’ordine, infatti, pur non prescrivendo delle ore da dedicare allo studio, ne sottolinea l’importanza, e i frati iniziarono a produrre manoscritti e a copiare antichi testi scientifici e letterari; inoltre, diffondevano in maniera attiva il loro credo, muovendosi tra la gente e costruendo sempre nuovi monasteri in nuovi posti.

L’Abbazia di San Benedetto è stata eretta fuori dal centro cittadino, su di un’altura, e la città godeva della sua presenza dal punto di vista spirituale e umano; da sempre infatti è stata una fonte di ricchezza per la città di Cassino: grazie alla sua imponente presenza infatti Cassino ha sempre goduto di una grande affluenza di persone, grazie ai fedeli in pellegrinaggio per vedere i luoghi in cui San Benedetto ha iniziato la sua opera, e poi anche turisticamente, grazie all’importanza artistica dell’abbazia.

Oltre al suo interesse artistico e religioso, comunque, a Cassino si possono ammirare altri generi di bellezze, sia architettoniche, sia naturali: l’Haway Park, per i divertimenti, e le Terme Varroniane, per la natura: è un parco naturale che risale ai tempi del dopoguerra e si trova nella villa di Marco Terenzio Varrone. Le Terme nascono dalle sorgenti da cui ha origine anche il fiume Gari, e questa zona sorgentizia è considerata la più grande d’Italia; l’acqua che sgorga dalle fontane a getto continuo disseminate per il parco ha una temperatura di 13° C, ed è classificata tra le acque “bicarbonate medio-minerali fredde”. Inoltre, è possibile visitare il cimitero militare, dove riposano i militari caduti nella Battaglia di Montecassino, durante la Seconda Guerra Mondiale: il bombardamento, tra l’altro, prese di mira proprio l’abbazia, che fu rasa al suolo dagli alleati perché erroneamente sospettata di ospitare al suo interno dei reparti tedeschi, causando vittime e tragedie. Fu poi ricostruita tra il 1948 e il 1956, con i conseguenti dibattici sullo stile da seguire: nonostante i pareri contrari alla ricostruzione rispettando le forme precedenti, considerate un “falso antico”, venne ricostruita così com’era.

Un altro punto a favore di Cassino è la sua posizione geografica, che la mette al centro tra due delle più belle città italiane: Roma e Napoli. Entrambe sono a portata di mano, a meno di 100 km di distanza: questo rende possibili delle gite fuori porta di un giorno, o magari per un fine settimana; stare in un hotel Cassino quindi permette di visitare dei luoghi molto interessanti dal punto di vista storico, religioso, turistico e ambientale, non sono in città ma anche nelle zone circostanti.

A cura di Lia Contesso

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Il makeup di Cleopatra

Il trucco è un’arte che richiede attenzione e capacità, il cui scopo è mettere in risalto i pregi e nascondere i difetti; nei giorni più importanti come anche nella vita quotidiana molte donne ne fanno uso – da circa 6000 anni.

Tracce di diversi tipi di cosmetici, infatti, sono state trovate in diversi scavi archeologici che ci riportano nell’Antico Egitto, attorno al 4000 a.C.; a quanto risulta dagli scavi, comunque, ne facevano uso non solo gli antichi Egizi, ma anche i Sumeri, come dimostrano le statuette ritrovate nell’antica Ur, gli antichi Greci e i Romani.

Le popolazioni successive, in quasi tutte le epoche fino al 1800, fecero largo uso dei cosmetici, escludendo solo i ceti più poveri; poi la cosmesi attraversò un periodo di aperto e deciso rifiuto durante il regno della regina Vittoria, nel XIX secolo, perché veniva considerato una maleducazione. Dopo questo periodo, comunque, il trucco ritornò all’uso precedente e, salvo una breve pausa durante il regime nazista, non lasciò più la sua posizione, pur cambiando a seconda delle mode e dei periodi.

Oggi il makeup è molto utilizzato e varia a seconda non solo delle preferenze personali e delle mode, ma anche delle occasioni: il make up sposa, per esempio, è sicuramente diverso da quello che si usa tutti i giorni, come anche dal trucco per occasioni di altro genere. In fondo, lo scopo è sempre quello di apparire più belli, seguendo i canoni di bellezza del momento: l’abilità di chi si trucca, o del truccatore, sta nell’essere in grado di cogliere i dettagli che vanno evidenziati perché particolarmente belli, e allo stesso tempo rendere meno evidenti i difetti, che possono essere particolari conformazioni fisiche o anche immancabili sfortune: le piccole imperfezioni di passaggio capitano sempre al momento meno opportuno.

Il trucco oggi è diventato una vera e propria  professione: grazie alla loro esperienza di ogni giorno, i professionisti del makeup sono in grado di cogliere a prima vista i particolari fondamentali dei visi delle persone che sia affidano a loro. Le occasioni per rivolgersi a professionisti sono le più svariate, dai matrimoni al trucco fotografico, da importanti occasioni personali a occasioni di lavoro … e per ogni situazione i professionisti, tra cui avrete l’onere di scegliere il migliore tra una lunga lista, saranno in grado di puntare sul tipo di trucco più adatto per valorizzare, far notare, nascondere, migliorare.

Parlando di trucco, poi, si includono diverse cose, a partire da mani e piedi, e quindi manicure, pedicure e smalto per unghie, che come tutto segue mode e tendenze diverse, al trucco viso, che dà la prima impressione del volto e viene seguito poi dalla visione d’insieme, accompagnata da tutti i vari, e studiatissimi, particolari.

Per prepararsi ad un grande evento, insomma, bisogna prendere in considerazione moltissime cose; ma affidandosi alle cure di professionisti, ci si può immergere nella piacevolissima sensazione che si prova quando qualcuno si sta prendendo cura di noi: l’unica cosa che dobbiamo fare per fare bene la nostra parte è rimanere rilassate, magari immaginando di essere Cleopatra.

A cura di Lia Contesso

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Le gare non-competitive della Primavera veneziana

Le proposte di gare non-competitive della città lagunare per la stagione primaverile sono eventi unici che solo Venezia può offrire, e coinvolgono l’intera città e tutti coloro che, in quel giorno, hanno la fortuna e la voglia di trovarsi lì.

Il primo appuntamento per cui vale la pena di pensare di passare qualche giorno in uno degli alberghi Venezia centro storico si ha con la tradizionale marcia non competitiva “Su e zo per i ponti”, che si tiene ad aprile; si tratta di una marcia che segue un percorso di 10 km (o uno ridotto, di 5 km) “su e giù per i ponti” di Venezia. Chiunque può partecipare, bambini e non più bambini, correndo o camminando: l’importante è arrivare; la quota d’iscrizione, dopo aver coperto i costi organizzativi, viene tradizionalmente devoluta in beneficenza, che per il 2010, arrivata alla sua 32° edizione, andrà a favore dei terremotati di Haiti.

Il secondo appuntamento lascia ancora il tempo per organizzarsi e prenotare le proprie camere Venezia: è a maggio, con la “Vogalonga”. È una regata che parte dal Bacino di San Marco e termina alla Dogana, alla Chiesa della Salute, percorrendo circa 30 km tra i luoghi più suggestivi della città e delle isole che ci stanno attorno – Burano, Murano e altre. La Vogalonga nacque nel 1975 come manifestazione contro il degrado della laguna di Venezia, per sensibilizzare nei confronti del rispetto della natura e della cultura tradizionale della città di Venezia: il moto ondoso prodotto dalle imbarcazioni a motore, infatti, è uno dei pericoli contro i quali la città lagunare deve combattere. Per questo motivo, naturalmente, tutte le imbarcazioni partecipanti alla Vogalonga sono a remi, di qualunque tipo, realizzando l’obiettivo che sembrava impossibile di vedere il remo vincere sul motore.

Quest’anno la Vogalonga, poco più anziana rispetto alla Su e zo per i ponti, arriva alla sua 36° edizione, e le imbarcazioni partecipanti (nel 2009 sono state 1680, per un totale di oltre 6000 vogatori) riempiranno il Canal Grande e la Laguna di Venezia il 23 maggio; e se all’inizio le imbarcazioni provenivano al massimo dalle regioni vicine, ora i vogatori provengono da ogni parte del mondo: nell’edizione del 2009 gli stranieri a imbracciare i remi superarono di gran lunga i Veneziani – 3086 stranieri contro 1257 Veneziani, e 1755 provenienti da altre zone dell’Italia. Gli hotel lusso a Venezia e tutte le strutture ricettive della città sono preparate agli eventi, pronte per ospitare tutti coloro che vorranno assistere e magari partecipare alle manifestazioni.

Il carattere “non-competitivo” di queste manifestazioni è fondamentale per inquadrarle in eventi non puramente sportivi, ma legati anche (o soprattutto) alle tradizioni veneziane e all’amore per la città. Quello che li caratterizza maggiormente, infatti, è il fatto che entrambe prevedono un percorso che non mira semplicemente a coprire una determinata distanza, ma si propone di mostrare le parti più belle e caratteristiche della città, conosciute o meno, trasformandosi così non in un semplice percorso ma in un vero e proprio omaggio a Venezia e alla sua bellezza, non descrivibile altrimenti.

A cura di Lia Contesso

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I tappeti dal baratto alla rete

La storia dei tappeti inizia circa 6000 anni fa, con un tappeto conosciuto con il nome di Pazyryk; l’evoluzione dei tappeti quindi ha accompagnato un lungo pezzo di storia, durante la quale ha migliorato le tecniche, mantenendo quelle migliori, e seguito le mode e le usanze delle varie epoche.

Il tappeto di Pazyryk è stato ritrovato nel 1929 al confine orientale tra Mongolia e Russia in una tomba appartenente al capo di una tribù; misura 200×182 cm e per ogni metro quadrato ha 360 mila nodi turkibaft, ovvero fatti alla maniera turca.

Dai tempi del tappeto di Pazyryk ad oggi molte cose sono cambiate: ci sono tecniche nuove e, a seconda delle mode, vengono utilizzati anche materiali diversi. Le tecniche tradizionali, comunque, rimangono invariate; molti tappeti vengono ancora realizzati a mano, anche se il numero di nodi per metro quadro non arriva ai 360 mila del Pazyryk o addirittura ai 700 mila di un altro tappeto ritrovato a circa 200 km dal primo qualche anno più tardi, ma normalmente rimane attorno a qualche migliaio.

Seguendo varie le mode che si sono susseguite nei diversi periodi storici si possono trovare tappeti in una miriade di stili differenti; dal classico al design, si trova davvero di tutto. In più, oltre ai classici negozi di tappeti nei quali si può vedere e toccare con mano il tappeto che si metterà in casa, la tecnologia offre anche altre possibilità: nell’era di internet la rete non fa mancare nulla ai suoi visitatori. Una delle ultime mode, infatti, è non solo quella di utilizzare internet per qualsiasi cosa, dal conto in banca ai programmi tv, ma di trasformarlo anche in uno strumento di scambio: la vendita online è una pratica sempre più comune per molti negozi, che offrono non solo la merce contenuta negozio che tengono nel mondo reale, ma anche tutto ciò che immettono nel negozio che mantengono aggiornato nel mondo virtuale di internet, a cui si può accedere da tutto il mondo e in qualsiasi momento del giorno e della notte per ammirare i manufatti, ed eventualmente comprarli direttamente in rete. Se si preferisce acquistare con venditori in carne e ossa, internet può comunque essere un valido aiuto per evitare giri a vuoto: prima di andare al negozio si può fare un giro in rete per dare un’occhiata all’offerta di tappeti online, per poi andare al negozio e toccare con mano quello che si era scelto in internet.

Se si decide di acquistare online, comunque, niente di più facile: un click e l’acquisto è fatto. Come qualsiasi altro prodotto, anche i tappeti si sono dovuti adeguare alle nuove modalità di vendita: ormai tutti gli oggetti, dai più moderni a quelli più classici e tradizionali, hanno un loro posto nel mondo virtuale di internet. Il che ha dei lati molto positivi: la scelta è molto più ampia e non richiede nessuno spostamento, tuttavia dà la possibilità di contattare il negozio per avere delucidazioni, se lo si desidera. Grazie ad internet, quindi, l’offerta tappeti si è ingrandita a dismisura, offrendo un panorama completo su qualunque tipo di tappeto si cerchi: dai tappeti classici a quelli design, moderni, di pelle e altri materiali, tutto quello che si cerca lo si può trovare in un click.

A cura di Lia Contesso

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Su e zò per i ponti: camminare per beneficenza

Non c’è occasione migliore per unire movimento all’aria aperta e beneficenza: arrivata alla sua 32° edizione, la marcia non competitiva “Su e zò per i ponti” (su e giù per i ponti, in dialetto veneziano) torna il 18 aprile 2010.

Il manifesto di quest’anno è esauriente, nella sua semplicità: un paio di scarpe da ginnastica attraverso le quali si vede Venezia. È proprio questo, in effetti, lo spirito della “non-competizione”: una marcia per Venezia, durante la quale si può correre, se si vuole, oppure semplicemente passeggiare per le calli, attraversando ponti, campi e sottoporteghi della città, per fare una meravigliosa passeggiata in una città unica e tra le più belle al mondo. Si può scegliere tra due percorsi,a seconda delle proprie possibilità e della propria voglia di camminare; il percorso standard è di 10 km, e quello ridotto di 5 km. La partenza per le scuole elementari e materne è alla Stazione Santa Lucia, tutti gli altri partecipanti inizieranno a marciare da Piazza San Marco, punto di arrivo di entrambe, al quale comunque non ci saranno vincitori né vinti: la vittoria è la partecipazione, e una medaglia ricorderà a tutti l’evento; esistono tuttavia delle premiazioni riservate a diverse categorie di partecipanti (ad esempio, alle prima scuole elementari classificate, al gruppo più numeroso, ai gruppi stranieri più numerosi, ecc). Camminare, guardare, vedere la città: una giornata, il 18 aprile 2010, dedicata agli amanti di Venezia, ma anche a chi non la conosce; dedicata agli amanti dello sport, ma anche a chi preferisce le passeggiate contemplative.

La manifestazione è ufficializzata dalla presenza delle autorità politiche, religiose e militari della città, e promossa da un apposito comitato capeggiato dal buon cuore dell’On. Gianfranco Rocelli, garantendo impegno e trasparenza in tutte le edizioni. Il costo dell’iscrizione è di 6 €, e il ricavato serve esclusivamente a coprire i costi della manifestazione: gli utili, seguendo quella che ormai è una tradizione, sono interamente devoluti in beneficenza.

Iscriversi è molto semplice: se si è da soli o in gruppi inferiori ai 20 partecipanti si può fare anche il giorno stesso; i gruppi da 20 a 50 dovranno iscriversi entro il 15 aprile, e quelli da 50 in su entro l’8. Su e zò per i ponti è una marcia che accoglie qualsiasi genere di partecipante: i bambini di oggi e quelli del passato, i gruppi di scolaresche, di amici e le associazioni di vario genere; la partecipazione dà la possibilità di passare una bella giornata in giro per Venezia e, oltretutto, di fare qualcosa di buono.

È anche un’ottima occasione per i turisti: insieme all’iscrizione possono fare una prenotazione albergo Venezia, e approfittare dell’evento per vedere la città attraverso il percorso proposto, con la certezza di vedere i punti principali della città, circondati da persone del luogo con cui condividere l’esperienza. L’offerta hotel Venezia è vastissima, ma le cose da vedere ancora di più: partecipare alla Su e zò per i ponti sarà solo l’inizio, che aiuterà i partecipanti provenienti da fuori ad avere un primo assaggio della città.

Il motto della manifestazione è “di nuovo insieme, più amici di prima”; è questo lo spirito che unirà tutti i partecipanti, da ovunque essi provengano: come si dice, l’importante è partecipare, con la certezza che non ci saranno vincitori né vinti, solo l’occasione per fare un bel giro o anche dei soggiorni a Venezia. Il 18 aprile a Venezia trionferanno solo la voglia di stare insieme e quella di conoscere un po’ la bella e ospitale città, che viene resa più viva da manifestazioni come questa che uniscono e accolgono chiunque, creando anche l’occasione per fare del bene: basta esserci.

A cura di Lia Contesso

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I giganti buoni dell’edilizia

Lo spostamento di grossi carichi è un stato problema ricorrente nella storia, che però ai nostri giorni ha trovato ottime soluzioni, che vanno migliorando sempre di più.

Si pensi, ad esempio, alle piramidi: il procedimento che gli antichi egizi seguirono per costruirle rimane a tutt’oggi un mistero, anche se di fatto loro sono ancora lì, stabili e forti nel loro terreno. Oggi i procedimenti costruttivi non sono solo chiari, ma anche ampiamente studiati in modo da risultare il più possibile rapidi e soprattutto sicuri: sono utilizzati quotidianamente per la movimentazione gru di vario genere, a seconda dei carichi da muovere e dell’ambiente in cui ci si trova. Ad esempio, per molte costruzioni edili vengono utilizzate le gru a bandiera, ovvero quelle che nell’immaginario di tutti sono le gru più classiche; chi è del mestiere però ne conosce molti altri tipi: la gru a ponte, la gru a torre, le gru idrauliche e molte altre ancora.

Chi lavora nel campo dell’edilizia deve tenersi sempre aggiornato e rimanere al passo con tutte le novità, che si muovono seguendo non solo le nuove possibilità tecnologiche, ma anche le normative legali che regolamentano le costruzioni e la sicurezza sul lavoro: è un argomento sempre più trattato, per dare più tutela possibile alla categoria dei lavoratori edili che, per forza di cose, spesso si trovano a lavorare in condizioni di alto rischio. Le novità, quindi, sono sempre tantissime: rtg, gru a braccio, gru idrauliche, un labirinto nel quale gli impresari edili si destreggiano quotidianamente per migliorare la loro attività in termini di celerità del lavoro e sicurezza dei lavoratori.

Celerità e sicurezza infatti sono elementi basilari dell’edilizia, e sono complementari ad una precisione stupefacente nella movimentazione carichi gru immensi: si parla di pesi che arrivano a svariate migliaia di tonnellate (pensiamo, ad esempio, agli immensi container per le navi, pesanti già da vuoti) e vengono sollevati, spostati e riappoggiati nel luogo esatto in cui devono arrivare. Per spostare i carichi con le gru vengono calcolati l’altezza, i tempi e l’ampiezza dello spostamento, tenendo conto delle oscillazioni naturali causate dallo spostamento stesso del carico e di quelle causate dai venti, che influenzano soprattutto i carichi più leggeri – ricordiamo che, anche se possono essere definiti “leggeri” per le gru, rimangono pur sempre nella fascia dei carichi pesanti o anche impossibili da sollevare e spostare in altro modo …

Nel caso dei container delle navi saranno le gru portuali a diventare fondamentali nel lavoro, grazie alla loro particolare conformazione e alle straordinarie capacità di carico; vengono utilizzate quotidianamente nei porti commerciali e sono assolutamente indispensabili per smuovere gli enormi carichi che i giganti marini hanno portato a destinazione o si accingono a trasportare.

Ciò che affascina delle gru è proprio la loro capacità di spostare carichi inimmaginabili: è come se li trasformassero in oggetti di gommapiuma. Ciò che le rende sicure, invece, è proprio il fatto che non c’è nessuna magia: i carichi rimangono pesanti, ma sono sollevati e spostati da giganti buoni più grandi e più forti di loro.

A cura di Lia Contesso

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Il baule dei giochi è diventato virtuale

Internet è una fonte inesauribile per qualsiasi cosa; c’è chi lo usa per lavorare, chi per trovare informazioni, per risolvere dubbi e curiosità, per fare shopping, per viaggiare e, perché no?, anche per giocare.

Da quando c’è internet, lo si usa davvero per tutto: per lavoro, per svago, per raccogliere informazioni … ci si può trovare tutto e lo si usa effettivamente per tutto. Ci si può controllare il conto in banca, ci si comprano i biglietti aerei, si prenotano alberghi, si trovano gli orari dei treni e si può controllare se un volo è in orario o in ritardo; e se tutto questo non bastasse, si può usare anche per giocare.

Ci sono giochi online che prevedono sfide tra giocatori e altri che invece, senza richiedere particolare impegno o dedizione, assicurano qualche minuto di divertimento e un’enorme varietà di scelta: si troveranno ad esempio i classicissimi giochi super mario bros e platform, che ripropongono i giochi in cui il protagonista deve affrontare una serie di nemici per poi arrivare al combattimento finale; gli amanti del pallone invece potranno divertirsi indossando la maglia della loro squadra preferita nei giochi calcio gratis virtuali; per chi invece preferisce altri sport, nessun problema: si possono trovare anche surf, basket skateboard, sci, pallavolo, moto d’acqua, bowling, atletica e tantissimi altri.

I giochi online sicuramente sono utili per avere qualche minuto di stacco, o per concentrarsi finalmente su qualcosa che non ha nulla a che fare con la routine di tutti i giorni; alcuni giochi possono anche rivelarsi utili per mantenere attiva la mente, come i giochi di intelligenza e logica, i cruciverba on line, i sudoku e tanti altri. Altri aiutano a migliorare i riflessi, come i giochi di auto e macchine o quelli di avventura, l’attenzione, come i giochi di strategia, o la precisione: si pensi, per esempio, ai giochi di biliardo. Alcuni studiosi, in effetti, sostengono che i videogiochi possano avere degli effetti positivi in relazione alla stimolazione del cervello dei giocatori, perché lo stimolo di fronte ai messaggi visivi immediati delle immagini di gioco è diverso da quello che proviene dalla vita reale, e il cervello quindi si abitua ad agire in maniera diversa, reagendo in situazioni non proponibili nella realtà.

Sono in atto anche dei tentativi di dare una funzione sociale e pedagogica ai videogiochi, utilizzando la possibilità che dà internet di far giocare diversi utenti ad un gioco e trasformando però la competitività in cooperazione: l’ONU per esempio ha lanciato un gioco online con lo scopo di sensibilizzare i più giovani rispetto alla costruzione delle città sicure per le calamità naturali e i disastri ambientali.

Insomma, un baule pieno di giochi tra cui scegliere, da aprire giorno per giorno per vedere le ultime novità che sono state aggiunte, per allenarsi e battere di volta in volta i propri record; un modo divertente che può rivelarsi anche utile per passare il tempo da soli o per coinvolgere gli amici in sfide all’ultimo click, per vedere chi riesce ad ottenere il punteggio più alto.

A cura di Lia Contesso

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Mens sana in corpore sano, e viceversa

Salute fisica e salute mentale spesso sono collegate: disturbi fisici possono facilmente essere causa di malesseri psicologici e viceversa, quindi volersi bene e concedersi dei piaceri fa bene allo spirito … e anche al corpo.

Lo scopo dei centri benessere è quello di mettere a disposizione quelle piccole coccole che fanno star bene e che nella vita di tutti i giorni, molto spesso, mancano: dal massaggio alla sauna, passando per la buona cucina e il semplice relax. Questo è quello che si può trovare in alcuni grandi alberghi centro benessere, per i quali la cura e il benessere dell’ospite sono un lavoro serio, e gli extra come la sauna, il bagno turco, i massaggi e le zone relax, diventano ovvietà, regalando agli ospiti un soggiorno da sogno, lontano dalla realtà di tutti i giorni in cui molti non trovano nemmeno il tempo per prendere un caffè seduti. Ecco allora che i centri benessere, che siano centri a sé stante oppure parte di grand hotel o di un hotel centro benessere, danno la possibilità a chi si rende conto di aver bisogno di rallentare un po’ il ritmo di dedicare un po’ di tempo a sé stessi: tecniche di massaggio orientale, bagni di cristallo, lettini rilassanti, saune … le possibilità di scelta sono moltissime, e le più semplici non sono certo da mettere da parte: una comoda sedia a sdraio con un bel libro, un aperitivo sorseggiato a bordo piscina o un bel tuffo in acqua, la varietà non manca, e le possibilità sono quelle che vogliamo darci. I soggiorni in grand hotel, che molto spesso funzionano anche da hotel meeting, danno la possibilità di godere dei piccoli grandi piaceri, tanto semplici quanto benefici; ricordarsi di voler bene a sé stessi, nella fretta del tran-tran quotidiano, a volte riesce difficile, e il risultato è che spesso si vivono le giornate per compiere i propri doveri, ma con pochissimi momenti dedicati a sé stessi. In fondo, ci meritiamo qualche ricompensa, no?

In più, ogni regione d’Italia, e ogni città, offre le sue specialissime coccole culinarie: la buona cucina è un punto d’orgoglio, soprattutto nel Bel Paese, in cui ogni regione è fiera di offrire la sua ampia gamma di specialità culinarie. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia ogni regione vanta un’enorme varietà di piatti, e ognuna presenta il suo cavallo di battaglia insieme ad una quantità di altri piatti meno conosciuti ma assolutamente degni di essere assaggiati. Per esempio, se la Romagna è conosciuta per la sua piadina, avrà tutto il piacere di far conoscere le altre sue specialità, come i cappelletti, gli gnocchi, il cotechino e tante altre.

La cucina romagnola è, diversamente dalla vicinissima e abbondante cucina emiliana, una cucina povera, dove per “povera” si intende non poco varia ma fatta con ingredienti semplici, facilmente reperibili in tutte le case, il cui risultato magari sono piatti comodi da mangiare fuori, al lavoro: anche pensando all’amata piadina, per esempio, è facile immaginare che fosse un pasto da consumare fuori casa, durante le giornate di lavoro nei campi; è particolarmente comodo per la sua forma e per il fatto che non è necessario mangiarlo appena fatto, anzi è buono anche freddo.

A cura di Lia Contesso

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