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10 regole per la salute degli animali in estate

Se non si prendono precauzioni il caldo estivo può essere nocivo non solo per le persone ma anche per gli animali. Ecco le dieci regole per tutelare salute e benessere dei nostri amici animali durante la stagione estiva, definite dal sottosegretario alla Salute.

Il caldo estivo può essere fatale per i nostri amici a quattro zampe. Spesso lo dimentichiamo e crediamo che siano dei piccoli robot che vanno avanti da soli. Nulla di più sbagliato. Anche loro soffrono il caldo come noi e anche per loro vanno prese una serie di precauzioni per evitare che il calore gli sia fatale. Stilate dal sottosegretario alla salute Francesca Martini, ecco le 10 regole per tutelare salute e benessere degli animali:

1.    Colpi di calore. Possono essere fatali, quindi: non lasciare mai il cane in macchina; non lasciare gli animali legati esposti alla luce diretta del sole; non fare passeggiate nelle ore più calde della giornata; assicurarsi che il cane o il gatto abbiano sempre acqua fresca a disposizione.
2.    In caso di un colpo di calore, occorre bagnare gradualmente l’animale, ma non con acqua ghiacciata. Meglio bagnare un po’ la zona del collo e la testa, ventilarlo e allontanarlo dalla fonte di calore; rivolgersi subito al più vicino veterinario.
3.    Nella ciotola dell’animale non vanno lasciati residui di cibo che con il calore possono andare in putrefazione e causare la comparsa di parassiti intestinali e intossicazioni alimentari.
4.    Dopo le passeggiate, se il cane scuote la testa, occorre ispezionare il pelo dell’animale per cercare i forasacchi, semi di  graminacea, chiamati ariste, proveniente da piante comuni come l'”orzo  selvatico” o l'”avena selvatica”. Questi possono provocare pericolose allergie.
5.    Durante le passeggiate in campagna, attenzione a cosa l’animale ingerisce, dal momento che spesso le campagne sono piene di veleni per topi e insetti e diserbanti.
6.    Durante la stagione estiva bisogna fare più spesso un trattamento antiparassitario sul peno degli animali, visto che a causa dei parassiti che aumentano c’è il rischio che possano contrarre malattie infettive come leishmaniosi, filariosi, erlichiosi ecc.
7.    Attenzione anche agli sbalzi di temperatura, quindi meglio non tenere gli animali in ambienti dove c’è una forte aria condizionata ( che fanno male anche a noi).
8.    Regole per il viaggio con il cane( o gatto): non viaggiare nelle ore più calde, tenere la temperatura interna della macchina né calda, né fredda, avere sempre a disposizione una ciotola d’acqua; guidare dolcemente per non provocare malesseri nell’animale; fare scendere l’animale spesso per fargli sgranchire le gambe e prendere un po’ d’aria.
9.    I cani giovani o i cuccioli sono più predisposti al mal d’auto( cinetosi). In questi casi meglio somministrare farmaci su consiglio del veterinario.
10.    Buona norma è quella di effettuare un check up generale sull’animale prima di partire( vaccini, antiparassitario). In più, per i viaggi all’estero, bisogna  farsi rilasciare un passaporto dai servizi veterinari dell’azienda sanitaria locale.

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LE VITAMINE PER AFFRONTARE AL MEGLIO L’INVERNO

La mancanza di determinati nutrienti nei cambi di stagione può portare un peggioramento dello stato generale dell’organismo, talvolta anche dei disordini metabolici stagionali ; in particolare con l’arrivo dell’inverno è importante bilanciare la propria dieta per fronteggiare al meglio l’arrivo del freddo e la mancanza del sole nei mesi a venire.

Tra l’altro, è noto che la mancanza di luce solare può portare un calo dell’umore generale delle persone ed agevolare gli stati depressivi.

Tra le vitamine, la D è soggetta a deficit nei mesi invernali, in quanto sono i raggi ultravioletti emessi dal sole a trasformare le sue forme non attive nella forma attiva, il calcitriolo, fondamentale per il metabolismo delle ossa. Recenti studi, stanno anche evidenziando un’attività della vitamina D sull’umore con un’azione antidepressiva, anche se al momento le evidenze non sono sufficienti a dare per certa questa proprietà.
Per quanto riguarda le vitamine del gruppo B, almeno 4 di esse sono coinvolte, a vari livelli nel metabolismo del sistema nervoso ed hanno una diretta attività su questo.
In particolare la vitamina B1  o tiamina, la vitamina B3 o niacina, la vitamina B6 o piridossina, la vitamina B12 o cianocobalamina.
Rispetto all’umore, mantenere un buon apporto di queste vitamine nei mesi invernali è sicuramente corretto ; per quel che riguarda le dosi ci sono parecchie differenti teorie, comunque i dosaggi che seguono sono al riparo da eventuali fastidi :

•    Vitamina D : per le persone che stanno spesso in posti chiusi la dose può variare tra i 5 ed i 25 microgrammi al giorno a seconda di età e peso
•    Tiamina : la dose raccomandata varia tra 0,5 ed 1,5 mg a seconda dell’età e del peso
•    Niacina : la dose varia tra 10 e 20 mg al giorno a seconda dell’età e del peso, anche se in determinate condizioni può arrivare anche a 3 g al giorno
•    Piridossina : la dose varia tra 0,5 e 2 mg al giorno a seconda dell’età e del peso
•    Cobalamina : la dose varia da 1 a 3 microgrammi al giorno a seconda di età e peso

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Colesterolo alto? Quale dieta

La quantità totale di grasso che si mangia, grasso inteso in senso lato, non è realmente collegato con malattie di tipo cardiovascolare o simili. Ciò che conta davvero è il tipo di grasso che si mangia.

I grassi  “cattivi”, saturi e trans, sono i veri responsabili dell’incremento di rischio per alcune malattie. I grassi “buoni”, monoinsaturi e polinsaturi portano con se una bassa incidenza di malattie. Di conseguenza una dieta dovrebbe mirare  prima di tutto a sostituire i grassi cattivi con i grassi buoni e limitare gli acidi grassi trans.
Il Colesterolo totale presente nel sangue è sicuramente importante. L’espressione comunemente usata “Ho il colesterolo alto” non è però del tutto veritiera. Scopriamo perché:

Il colesterolo è, chimicamente, un lipide, ossia una sostanza organica naturale, animale o vegetale, nel caso specifico esclusivamente animale. I lipidi hanno consistenza untuosa, oleosa, viscosa, e, chimicamente, sono esteri di acidi grassi ad almeno 10 atomi di carbonio;
il colesterolo viene sia ingerito con la dieta, per circa un terzo, che sintetizzato dall’organismo, in particolare dal fegato, per i restanti due terzi.
Le lipoproteine, formate da trigliceridi, proteine, fosfolipidi e colesterolo hanno l’importantissima funzione di inserirsi nella membrana cellulare e di modularne la consistenza in modo tale da permettere il passaggio di alcune sostanze all’interno della cellula e di inibirlo ad altre.
Queste lipoproteine esistono ad altà densità o HDL (high density lipoprotein) o a bassa densità o LDL (low density lipoprotein).
Le LDL, a causa della insolubilità e della elevata adesività alle membrane biologiche, sono responsabili di un fenomeno noto come aterosclerosi, ossia la formazione di placche che riducono lo spazio dell’arteria per il flusso sanguigno, il che può provocare una serie di eventi patologici.
Per questi motivi l’HDL è conosciuto come colesterolo “buono” e l’LDL come colesterolo “cattivo”.

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Le terapie dolci e naturali per curare i bambini

In natura esistono tanti rimedi dolci per curare i bambini, come l’arnica per le cadute, la camomilla quando il bimbo mette i primi dentini e la belladonna per la febbre. Vediamo quali sono e come agiscono.

In natura esiste già tutto quello di cui abbiamo bisogno, per vivere bene, essere felici, sani e in salute. Non è una cosa nuova, ci mancherebbe. Ma, spesso per pigrizia, tendiamo ad affidarci a molti farmaci che però contengono spesso anche sostanze nocive, se non tossiche. Bisogna sempre tenere presente che, tutti i farmaci presenti in circolazione sono sintetizzati in laboratorio da principi attivi naturali, cui vengono spesso aggiunti elementi chimici, che possono avere nel complesso interazioni ed effetti collaterali talvolta pericolosi.
Una via più soft esiste, ed è quella dei rimedi naturali, come ad esempio l’omeopatia che non ha effetti collaterali né controindicazioni. L’importante è essere tempestivi e somministrare il ritrovato appena si verifica il trauma o il sintomo. E’ chiaro che, laddove i sintomi dovessero perdurare, bisogna comunque rivolgersi al pediatra.
Ma quali sono i principali rimedi dolci per curare i bambini?

Arnica. Cura cadute e traumi. Si trova in gel, da mettere in frigo e da applicare subito in caso di caduta.

Apis. Ottima contro le scottature ( ma è consigliabile anche l’aloe vera, basta coltivarmene una piantina, economica e prodigiosa, aprirne una foglia e spalmare il gel sulla parte).

Ledum e calendula. Contro le punture d’insetto. Applicare la pomata a base di calendula e assumere il ledum in granuli.

Fosforo. Se il bambino perde sangue dal naso. Si spalma alla radice del naso, bagnata con acqua fredda e alternando con Arnica montana. L a testa non va messa all’indietro perché il bambino può deglutire il sangue, ma tenuta in avanti.

Ipeca. Per il mal di viaggio. Nausea, vomito ed eccessiva salivazione.

Camomilla. Quando il bimbo sta mettendo i denti e si hanno sintomi come diarrea, inappetenza, febbre, tosse con catarro, irritabilità, insonnia.

Euphrasia. Per il bruciore agli occhi, ma anche quando lacrimano molto e provano fastidio alla luce.

Belladonna. Per la febbre alta. Utile anche l’Aconitum.

Inoltre, in caso di diarrea e vomito, si possono associare vari rimedi, dall’Ipeca alla Nux Vomica oltre agli ormai famosi fermenti lattici. I granuli vanno fatti sciogliere sotto la lingua, a bocca pulita, 20 minuti circa prima dei pasti, mentre nei più piccoli si può somministrare anche nel biberon con 200 cc di acqua oligominerale, da far sorseggiare ogni mezz’ora.

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Diventare sportivi? Segui le regole

Solitamente chi decide di dedicarsi allo sport, decide anche di modificare la propria vita e di operare un cambiamento radicale. Ma per farlo nel modo migliore bisogna seguire delle regole ed essere attenti non solo alla trasformazione del proprio corpo, ma anche al benessere dell’organismo.

Anche tu hai deciso di convertirti alla filosofia del benessere? Stai per organizzare le tue giornate in base agli appuntamenti in palestra? Allora devi tenere ben presente una serie di regole da seguire. Non puoi infatti fare sport dimenticando tutto ciò che ti aiuta a farlo.

Importantissimo è seguire una dieta equilibrata ricca di acidi grassi Omega 3 ed Omega 6, vitamine e proteine per il corretto funzionamento cellulare e per il potenziamento del tono muscolare. E’ importante limitare i grassi negli alimenti e non mangiare troppe fritture per quanto buone possano essere.

Ma se tutto passasse per l’attività fisica e la dieta allora sarebbe facile diventare degli atleti. In realtà bisogna stare attentissimi al proprio organismo e monitorare frequentemente i suoi cambiamenti. Per farlo devi necessariamente intervenire sul tuo stile di vita.

Come? Innanzitutto dai un taglio alle sigarette! Il fumo non consente di regolare adeguatamente la respirazione. In base alla respirazione noi possiamo aumentare la nostra resistenza fisica che dipende innanzitutto dall’ossigenazione che riusciamo ad apportare.

Inoltre non dimenticare controlli medici frequenti per monitorare le condizioni fisiche del tuo organismo. Ci sono momenti della nostra vita in cui non è consigliabile sopportare troppi sforzi e dunque bisogna limitare l’attività fisica.

Durante l’attività fisica è importante riportare il corpo gradualmente nella condizione iniziale di calma per poi ricominciare. In questo modo riusciremo ad aumentare la resistenza e sopportare sforzi sempre maggiori, oltre che ad aumentare il metabolismo.

Devi anche tenere presente che prima di allenarsi è importantissimo seguire 10-15 minuti di riscaldamento e idratarsi bene prima e dopo, per reintegrare i liquidi persi durante l’allenamento. Inoltre se ti poni un obiettivo devi fare di tutto per ottenerlo: seguire l’allenamento in base ad un programma rigido ed allenarsi sempre alla stessa ora, senza distrazioni, ti sarà di grande aiuto.

E dunque cosa aspetti per cambiare radicalmente la tua vita?

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Troppa stanchezza? Rafforza la personalità

Alla base della stanchezza cronica starebbe un problema di personalità. Lo rivela una ricerca pubblicata sul Journal of Psychotherapy and Psychosomatics. Uno studio che non da risultati definitivi, ma che pone dei punti interrogativi interessanti.

I ricercatori hanno analizzato 500 persone, 113 delle quali erano state colpite da sindrome da fatica cronica, 264 mostravano un malessere tuttavia non associabile alla stessa diagnosi ma più vicini alla depressione, e le restanti 123 erano prive di sintomi. Dopo accurate indagini è emerso che il 30% delle persone appartenenti al gruppo che soffriva di stanchezza cronica aveva anche un disturbo della personalità contro la media del 7% delle persone che avevano un disturbo simile.

I sintomi più comuni tra queste persone sono principalmente l’incapacità di adattarsi e la presenza di tratti paranoidi o schizoidi, comportamenti asociali e frequenti sbalzi d’umore.

Possiamo dunque ritenere la stanchezza cronica il sintomo più comune di una personalità poco sviluppata o disturbata. Questo è il risultato a cui sono giunti gli autori dell’articolo, sottolineando che chi ha dei disturbi della personalità è un soggetto a rischio per quanto riguarda la possibile insorgenza di sindrome da stanchezza cronica. Tuttavia non sono mancati anche i pareri contrastanti. Alcuni medici affermano infatti che  non bisognerebbe trarre conclusioni sula base di una diagnosi prestabilita. Ma osservare i soggetti che mostrano gli stessi disturbi della personalità che accomunano le persone del primo gruppo e verificare nel tempo se queste si ammalano di questo diffusissimo disturbo ed in quale percentuale.

Resta il fatto che se soffri di stanchezza cronica dovresti comunque cercare di assumere del Ginseng o regolare l’alimentazione e le attività da fare durante la giornata oltre che recarti da un medico per escludere eventuali cause.

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Un nuovo ricostituente naturale

Senza fare nomi per essere lontani dal discorso pubblicità, vorrei parlare di un nuovo integratore sul mercato dall’azione principalmente ricostituente che considero interessante rispetto ad una nuova combinazione di principi fitoterapici che presi singolarmente sono già noti per le loro particolari proprietà.
Parliamo di : Spirulina, Rhodiola, Acerola e Acai.

Prima di descrivere le peculiarità di ciascuna pianta, diamo un’occhiata generale al prodotto e alle sue vantate proprietà.

Ricostituente e tonico
La casa produttrice ritiene questo suo integratore un ricostituente ed un tonico adatto anche per coloro che sono particolarmente sensibili ad altri eccitanti come in Ginseng ed il Guaranà.
E’ indicato per coloro che si sentono un po’ scarichi e svuotati di energia a causa di un periodo intenso di lavoro fisico o intellettuale o entrambi o anche dopo una influenza.

E ‘indicato in generale per combattere la stanchezza, ma anche per migliorare le prestazioni psicofisiche mantenendo un tono dell’umore positivo e volitivo. Adatto sembra anche nella convalescenza perché favorisce il recupero grazie alle sue supposte attività rigeneranti.

5 proprietà “rigeneranti”
L’attività ricostituente (1) è dovuta alla sinergia che si attua fra la rhodiola e la spirulina, l’una ad azione pressoché tonificante e l’altra ad azione prettamente ricostituente.
L’attività di recupero (2), importante soprattutto per gli sportivi, si manifesta come incremento di resa nel lavoro fisico e muscolare, anche a livello cardiaco, con la simultanea diminuzione del senso di fatica.
L’attività di potenziamento (3) è dovuta principalmente alla rhodiola, infatti alcuni studi su volontari sani hanno dimostrato che se questa pianta viene assunta prima di uno sforzo è capace di aumentare le prestazioni cognitive, come attenzione, apprendimento e memoria, e le prestazioni fisiche in termini di resistenza alla fatica in maniera statisticamente significativa rispetto al placebo.
L’attività antistress (4) è dovuta al miglioramento della sensazione di benessere psicofisico indotto sempre dalla rhodiola, dal momento che essa agisce prevalentemente sul sistema nervoso centrale.
L’attività antifame (5) è dovuta alla sinergia di tutti i componenti che se presi prima dei pasti principali aiutano chi si trova ad affrontare un regime dietetico ristretto. La rhodiola agisce sulla cosiddetta fame nervosa, mentre l’acerola, la spirulina e l’acai agiscono sul processo digestivo.

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Salvare un matrimonio? Basta litigare!

Si dice che il matrimonio sia la tomba dell’amore, ma gli esperti hanno trovato un metodo per accendere reciprocamente l’attenzione dei coniugi sulla coppia: basta litigare! Però a patto che il litigio sia costruttivo. Una buona argomentazione che porti ad un accordo comune, infatti, consente di accresce la stima reciproca. Se anche tu tra i propositi del nuovo anno vuoi migliorare il tuo matrimonio, comincia a seguire questi suggerimenti:

Hai deciso di mandare a quel paese tuo marito perché non ti piacciono le sue idee? Prova ad affrontarlo! Questo è il consiglio degli esperti che affermano: “il litigio costruttivo salva il matrimonio! Gettare la spugna infatti è quanto di peggio si possa fare perché non ci aiuta a tenere le redini degli eventi che ci coinvolgono e, soprattutto, non ci rende freddi ed analitici nelle nostre decisioni”. Per quanto l’altro possa non riflettere su questa cosa, in realtà lo avverte emotivamente. Da questo deriva la mancanza di stima e di fiducia che fa fallire anche il più duraturo dei matrimoni.

A dirlo sono i ricercatori dell’Università del Michigan guidati da Kira Birditt che hanno redatto uno studio pubblicato anche sul Journal of Marriage and Family.
Secondo loro, litigare mantenendo orgogliosamente le proprie posizioni, da l’idea al partner che c’è ancora interesse a mantenere viva la coppia. Ecco perché esistono coppie di litiganti estremamente durature mentre l’amore più pacifico e tranquillo rischia di rompersi quando meno ce lo aspettiamo!

La ricerca è stata realizzata esaminando 373 coppie intervistate 4 volte nel corso di 16 anni, dal 1986 al 2002. Da questi dati è emerso che i coniugi che litigavano di più hanno avuto tassi di divorzio più bassi. Le coppie invece più stabili durante il primo anno di matrimonio erano arrivate di comune accordo al divorzio (circa il 46%). Ad essere meno propense al confronto sono state proprio le donne!

Dunque non rifuggire dal litigio, ma affrontalo a testa alta!

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Nuovo anno 2011: la moda è monocromo

Per il nuovo anno 2011 la moda è monocromo. Basta con multiabbinamenti, doppio o triplo colore e basta con la fantasia su maglioni e gonne larghe.

Sembra ormai superato anche l’abbinamento prugna-nero che ci ha accompagnato per tutto l’autunno e inverno 2009. Quest’anno si impazzisce con la moda monocromo: abiti, scarpe e accessori del medesimo colore! Al massimo si può accettare una cintura di un colore diverso.

Tra le tonalità predilette dagli stilisti e riproposti dalle case di produzione in abiti più casual, noterai i colori chiari: azzurrino, crema e soprattutto bianco! Colori spumeggianti che ci hanno accompagnato durante tutta l’estate per la loro eleganza e la loro solarità, ma quest’inverno ci ricorderanno la bellezza della neve e metteranno sicuramente in risaltò la femminilità di ogni donna!

Non sono esclusi décolleté con tacco alto, camiciotti larghi e vestiti che stringono sotto al seno per poi allargarsi progressivamente fino al ginocchio. Ma anche pantaloni elasticizzati con camicette eleganti! Tutto rigorosamente di un solo colore.

E cosa ne sarà delle fantasie? Le fantasie ci sono comunque ma richiedono un occhio più raffinato. Le composizioni infatti, negli abiti monocromatici, sono realizzate essenzialmente con la sovrapposizione di materiali differenti che, causando riflessi diversi, danno origine ad una fantasia. Un esempio sono le scarpe bianche pitonate con colori che sfumano dal bianco latte al bianco crema e grigio. Per i vestiti invece non sono escluse paillettes che rendano luccicante e luminoso il colore sottostante. Meglio se le decorazioni sono sui bordi: in questo modo si riesce ad incorniciare il colore rendendo elegante il vestito.

Provalo! Sarà un regalo vero alla tua femminilità

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Limitare i danni del cenone 2011

E tu sai come comportarti a Natale o a Capodanno per limitare i danni del cenone sulla tua linea? Basta seguire delle semplici regole in cucina per non rinunciare a niente e rispettare la forma fisica anche nel nuovo anno 2011.

Durante le feste c’è sempre una regola: mai rinunciare ai tradizionali cenoni e pranzi sontuosi ed alle grandi tavolate di capodanno, ma è importante limitarne i danni. Quante volte infatti ti sei ritrovata il 7 Gennaio davanti allo specchio a contemplare la tua pancia? É una cosa che accomuna un pò tutti, uomini e donne.

Secondo le analisi compiute dai 2300 medici che compongono l’osservatorio nutrizionale Grana Padano, gli stili di vista a tavola degli italiani stanno diventando sempre meno mediterranei. Infatti risulta dai dati, che gli italiani assumono il 30% in più di grassi saturi (quelli cattivi) rispetto a quanto previsto dalla cucina mediterranea. Una percentuale che in periodo di festività può salire vertiginosamente. La ragione indubbiamente è anche il forte utilizzo di prodotti industriali acquistati nelle catene di supermercati e la fortissima riduzione prodotti artigianali.

Durante la lavorazione dei prodotti industriali, alcuni grassi buoni si trasformano in grassi trans-idrogenati andando così ad incidere sulla qualità del prodotto. Una prima regola dunque è quella di mangiare pane, pasta e dolci fatti in casa. In questo modo sarà possibile abbassare il colesterolo cattivo e tenerlo sotto controllo senza rinunciare al gusto di un piatto di pasta con condimento all’italiana!
Devono fare attenzione specialmente gli uomini che, dai dati dell’Osservatorio assumono 350 milligrammi di colesterolo in media al giorno contro i 250 milligrammi delle donne e 35 grammi di grassi saturi contro i 27 grammi delle donne.

Ma quali sono le altre regole da adottare in periodo di festività?
1) abbondare cibi ricchi di amido e fibre come pasta, cereali, vegetali. Si tratta di prodotti salutari e meno calorici che possono sostituire i cibi ricchi di grassi saturi.
2)limitare il consumo di bibite industriali ed arricchire la tavola di brocche d’acqua o bibite fatte in casa.
3) Per il soffritto non utilizzare burro ed olio, ma rosolare la cipolla con vino bianco che soddisfa il palato pur non aumentando i grassi.
4) preferire le cotture al vapore, alla piastra o alla brace e limitare la frittura.
5) nei condimenti utilizza l’olio crudo o l’aceto e riduci le quantità di sale.
6) Cerca di gustare pesce piuttosto che carne e le verdure al posto dei salumi.
7) il dolce può essere sostituito da sontuose e colorate macedonie di frutta.
8) ed infine non cercare scuse per stare quanto più tempo possibile in poltrona, ma cerca di passeggiare in una piazza, mangiando arachidi al posto del gelato o di una fetta di torta in pasticceria.

É possibile concedersi tutto senza danneggiare la nostra salute e la nostra forma fisica. In questo modo i cibi proibiti diventano cibi sani e fantasiosi che arricchiscono ancora di più l’atmosfera natalizia!

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Diventare mamma dopo i 50 anni

Sempre più donne decidono di avere figli dopo i 50 anni. A quest’età, però, le probabilità di
avere un figlio in maniera naturale sono rarissime e si ricorre, nella maggior parte dei casi, alla
fecondazione assistita.
In generale, l’età in cui le donne italiane fanno un figlio per la prima volta si è alzata sempre di più
e almeno il 34% diventa mamma dopo i 35 anni grazie a un benessere fisico e psicologico migliore rispetto al passato.
Il perché è da ricercarsi nel fatto che oggi le donne si sentono ancora giovani dopo i 35 o i 40
anni. Escono di casa tardi e si realizzano intorno ai 30- 35 anni, quindi si tende a rimandare il lieto
evento.

Ma quali sono i rischi principali per una donna che decide di fare un figlio a 50 anni?
Prima di tutto occorre sapere che i rischi aumentano se si tratta della prima gravidanza, se è indotta
dalla fecondazione assistita o se si tratta di una gravidanza gemellare.
La procreazione assistita, ad esempio, può essere causa di aborti mentre una gravidanza gemellare
può presentare il rischio di parti pretermine.
In più, a correre dei rischi è anche il feto che, oltre al pericolo di aborto, può nascere con
problemi di autismo, sindrome di Down, anomalie monogenetiche come il nanismo o altri disturbi
permanenti.

Perché dopo i 40 è più difficile restare incinta?
Restare in cinta dopo i 40 in modo naturale è possibile ma sempre più raro e il modo migliore per
ottenere una gravidanza è la fecondazione assistita.
La causa è da ricercare nel fatto che, rispetto al passato, il periodo fertile delle donne si è accorciato
determinando una riduzione di ovociti, le cellule riproduttive femminili.

Come funziona la procreazione assistita?
La fecondazione assistita può essere autologa o eterologa. L’autologa consiste nel prelievo
dell’ovocita dalla madre che viene fecondato con gli spermatozoi del padre. Si tratta di una tecnica che
funziona soprattutto se la madre non ha particolari problemi ( salute, età avanzata, infertilità).
Quella eterologa, chiamata anche ovodonazione e vietata in Italia, consiste nell’utilizzazione di un
ovulo di un’altra donna molto più giovane della madre. L’ovulo viene poi fecondato in laboratorio
dagli spermatozoi prelevati da un uomo che può anche non essere il partner. L’ovulo fecondato è
poi impiantato nell’utero per portare a termine la gravidanza. La fecondazione eterologa presenta
maggiori possibilità di portare a termine una gravidanza dai 40 anni in poi.
Quali sono le altre tecniche per rimanere incinta dopo i 50 anni?
Prima di tutto la donna fa una cura a base di ormoni per ottenere una maggiore quantità di ovuli.
Questo aumenta le possibilità di gravidanza e spesso provoca parti gemellari perché vengono
fecondati più ovuli. I rimedi più conosciuti per restare incinta dopo i 50 sono il Fivet, in cui si preleva lo sperma e
gli ovuli e, attraverso la selezione in laboratorio degli spermatozoi migliori, si procede con la
fecondazione. Il metodo Icsi prevede invece la fecondazione dell’ovulo direttamente nell’utero
attraverso l’iniezione di uno spermatozoo accuratamente scelto. La Imsi è una tecnica ancora più
selettiva nei confronti dello sperma e avviene tramite microscopio per evitare anche le più lievi
anomalie. Infine, la Tese, prevede il prelievo degli spermatozoi direttamente dai testicoli e si usa
quando gli spermatozoi non sono presenti nel liquido seminale.

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Quanti anni dimostra la tua pelle?

Hai 29 anni ma la tua pelle ne dimostra  45? Oppure ne hai 40 ma la tua pelle ne dimostra 30? Ogni persona si differenzia per un’età biologica, ovvero quella reale, un’età anagrafica e un’età cutanea, vale a dire la pelle che ci si ritrova addosso, nonostante gli anni.

Ci sono anche molti casi di pelle coerente con l’età biologica, ma cosa fare se la pelle che hai dimostra più dei tuoi anni effettivi?

Se hai un problema del genere, probabilmente hai una pelle molto sottile, sensibile e vulnerabile ai segni del tempo. Per intervenire devi cercare di  ricostruire la barriera lipidica, dando alla pelle tutte le sostanze di cui ha bisogno, affidandoti a sieri rigeneranti, creme e oli da giorno e da notte, oltre ad intervenire con un’alimentazione ricca di antiossidanti e omega 3 al fine di ristabilire il benessere naturale della tua pelle.

Se invece hai 30 anni e ne dimostri 30, insomma, se l’età biologica e cutanea della pelle coincidono, è probabile che le cure che dispensi alla tua pelle siano buone. Quello che devi fare è continuare a stimolare i tessuti a produrre elastina e collagene, che sono i principi che la rendono compatta e giovane. Proteggi la pelle dai fattori Uv e usa un idratante molto ricco, da sostituire magari con sieri antiage a base di acido ialurnico, collagene e vitamine.

Se la tua pelle dimostra molto meno dell’età biologica probabilmente, oltre alla qualità intrinseca della pelle, dietro ci sono una certa attenzione per l’alimentazione e uno stile di vita adeguato. Un’operazione che può sempre dare giovamento alla pelle ad ogni età e soprattutto intorno ai 40 anni è quella di sottoporsi ad ogni cambio di stagione ad un peeling a base di acido glicolico ed enzimi rivitalizzanti .

In più, per ossigenare i tessuti e contrastare le rughe d’espressione intorno agli occhi e alla bocca, meglio smettere di fumare e ridurre al  minimo il consumo di alcol, entrambi fattori scatenanti dei radicali liberi, causa principale dell’invecchiamento cutaneo.

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