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Demolire la Concordia al porto di Civitavecchia sarebbe più economico

Il Governo uscente ha già scelto Piombino ma secondo la Costa il Porto di Civitavecchia sarebbe una soluzione più economica

La vicenda dello smantellamento della Concordia scrive un’altra, ulteriore pagina, in quella che sta diventando una storia molto complessa. Da un lato il Governo ha da tempo deciso di affidare le operazioni di smantella mento al porto di Piombino, con un accordo peraltro prossimo alla scadenza. Dall’altra la compagnia Costa Crociere che avrebbe identificato nello scalo civitavecchiese il luogo ideale per lo smantellamento della nave. A questo proposito è intervenuto il presidente di Confapi Lazio Giuseppe Sarnella, che si è espresso così:

”Il porto di Civitavecchia è il luogo piu’ idoneo dove condurre e smantellare il relitto del Concordia”. Sarnella informa di aver scritto una lettera di sollecito alla Costa crociere affinche’ abbandonino definitivamente l’ipotesi di Piombino” dato che ”il Lazio, Civitavecchia e il suo hinterland non meritano questo sgarbo”.

Intanto però il porto toscano di Piombino resta quello identificato dal governo per lo smantellamento della Concordia e il ministro Clini ha ribadito che ”al momento non stiamo valutando sedi alternative”.

”Respingo anche solo l’idea – afferma Sarnella – che la scelta possa cadere su Piombino per avvantaggiare la Toscana, una regione che non ha certo bisogno di questi aiuti forzati”.

Secondo il presidente di Confapi turismo Lazio ”non va poi dimenticato un elemento fondamentale: il porto di Piombino non è in grado di ospitare un’operazione del genere. Il fondo di appena 4 metri contro i 15 necessari, un canale che non esiste, bacino e piattaforma inadeguati.

Attenzione quindi perche’ si potrebbe andare incontro ad un’altra brutta figura targata Concordia”, conclude Sarnella.

Fonte: Il Mondo

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Il Porto di Civitavecchia si conferma primo scalo crocieristico Italiano nel 2013

Il Porto di Civitavecchia conferma sostanzialmente i numeri del 2012 per le crociere e punta a potenziare l’accoglienza turistica

Civitavecchia si conferma nuovamente primo porto italiano nel 2013, con oltre 2.450.000 passeggeri movimentati, seguito da Venezia, Genova, Napoli e Savona. Questa la previsione per il 2013 fornita oggi dall’osservatorio genovese della Cemar Agency Network, di Genova, che ha diffuso in occasione del Seatrade di Miami i dati previsionali del comparto crocieristico per l’anno in corso.

Secondo Cemar, il 2013 porterà importanti variazioni nella classifica dei porti. Genova guadagnera’ due posizioni, superando i 1.100.000 passeggeri movimentati grazie a MSC Crociere e Royal Caribbean, piazzandosi in terza posizione dopo Civitavecchia e Venezia, e prima di Napoli e Savona. Livorno invece perde oltre il 18% del traffico, retrocedendo alla sesta posizione a favore di La Spezia. Nel 2013 ben 5 porti supereranno quota un milione di passeggeri (Civitavecchia, Venezia, Genova, Napoli e Savona), mentre altri 3 si assesteranno tra i 500.000 e il 1.000.000 (Livorno, Bari e Messina). Ben 6 porti saranno tra i 100.000 e i 500.000 passeggeri: Catania, La Spezia, Palermo, Salerno, Ancona, Cagliari.

In questo scenario il turismo diventa un’importante leva per Civitavecchia e il territorio circostante. In questo senso si muovono anche le istituzioni e il nuovo Piano Operativo Triennale (POT) dell’Autorità Portuale, presentato dal presidente Pasqualino Monti nel Novembre scorso, prevede una serie di interventi diretti dell’AP al fine di potenziare tanto l’accoglienza in porto dei turisti quanto incentivarne il soggiorno. Quasi 11 milioni di euro saranno destinati alla riqualificazione del porto storico, destinato a diventare uno dei marina yachting più affascinanti al mondo, con mega yacht attraccati tra la darsena romana, Porta Livorno, le mura di Urbano VIII con il mascherone del Bernini e il Forte Michelangelo.

E, demoliti i sili del grano e il magazzino del sale, con la delocalizzazione sulla banchina 26 del nuovo terminal granaglie, il POT, per oltre 35 milioni di euro, prevede la realizzazione di un museo marino e oceanario, con la possibilità di accogliere oltre 700.000 visitatori all’anno e la ricostruzione dell’Arsenale del Bernini, dopo la costruzione della nuova sede dell’Agenzia delle Dogane, già completata nei pressi del Terminal Container, e della nuova Direzione Marittima delle Capitanerie di Porto, nei pressi dell’ex molo 2 delle Ferrovie dello Stato.

E, ancora, 35 milioni di euro saranno investiti per realizzare un grande ‘terminal diffuso’, in grado di movimentare altro 36.000 passeggeri contemporaneamente. La società concessionaria Rct realizzerà, infatti, una serie di terminal al servizio delle 6 mega navi che, una volta ultimati gli investimenti, potranno stazionare contemporaneamente sull’antemurale, aggiungendosi agli altri 2 attracchi per unità più piccole situati nel porto storico e agli ulteriori 2 accosti dedicati, previsti a nord nella darsena traghetti.

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Il Porto di Civitavecchia studia nuove soluzioni per la logistica delle Merci

La Regione Lazio ha aderito al progetto Fastgate.net promosso dall’Autorità Portuale di Civitavecchia e AISCAT

Negli ultimi mesi abbiamo spesso sentito parlare del ruolo delle Autorità Portuali nell’organizzazione logistica su scala nazionale ed europea. In questo senso la regione Lazio vive un caso particolare. I tre maggiori scali del territorio (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta) ricadono infatti da qualche anno sotto la giurisdizione di un’unica Autorità Portuale. Il Network venutosi a creare ha lo scopo di realizzare e fare da base dell’intera piastra logistica laziale. Le idee del Presidente dell’Authority Pasqualino Monti sono chiare da tempo e il piano operativo triennale, illustrato nel Novembre 2012 va in questa direzione. Un passo avanti per la piena applicazione del Network portuale laziale è arrivata pochi giorni fa, con l’adesione da parte della Regione Lazio alla proposta Fastgate.net, che ha l’obbiettivo di configurare nuove soluzioni tecnologiche per la logistica nelle arre retroportuali. “La Regione Lazio, grazie al lavoro della Direzione Trasporti, ha aderito, come partner di progetto, alla proposta “Fastgate.Net” promossa dall’Autorità Portuale di Civitavecchia e da AISCAT, in base al programma europeo TEN-T. Il progetto, del valore di 4.000.000 di euro, ha come obiettivo quello di studiare modelli e soluzioni tecnologiche innovative per la logistica delle merci in ambito regionale (validando gli stessi nei principali nodi laziali: area portuale e retro portuale di Civitavecchia, interporto di Orte, CAR) e di realizzare un sistema integrato che possa gestire le distribuzioni da/verso i Centri di Distribuzione Urbana di secondo livello”. E’ quanto si legge in una nota della Direzione Trasporti della Regione Lazio. “Lo studio – prosegue la nota – validerà i processi di ricevimento, movimentazione e lavorazione delle merci, e sarà teso alla razionalizzazione delle risorse impiegate, all’organizzazione sistemica dei flussi e all’ottimizzazione dei tempi delle singole operazioni. L’interesse della Regione oltre alla trasferibilità delle azioni sul territorio ed al prezioso ruolo nell’azione di networking con le altre Regioni europee, è quello di analizzare il livello di soddisfazione percepita delle comunità locali coinvolte e di avviare azioni di sensibilizzazione e di dissemination verso i vari stakeholders laziali. La sinergia – conclude la nota – fra Direzione Trasporti ed Autorità Portuale sta producendo ottimi frutti: sulla progettazione europea ci aspettiamo un futuro caratterizzato dalla proficua collaborazione e da risultati significativi per il nostro territorio”.

Fonte: Civonline

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Sottoscritta l’intesa tra governo ed enti locali per l’HUB portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta

L’iniziativa, promossa da Pasqualino Monti (AP) e sottoscritta dal Governo porterà al completamento della piastra logistica portuale nel Lazio

Si è riunito ieri a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, il tavolo tecnico per la definizione dell’intesa generale quadro per la realizzazione dell’HUB portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, dei sistemi di rete e della logistica della stessa, proposta dal presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti. In una nota Palazzo Chigi precisa che al tavolo erano presenti i rappresentanti delle amministrazioni dello Stato competenti, degli enti territoriali interessati e delle aziende pubbliche coinvolte. In esito alla riunione Catricalà ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una task force che definirà, sul piano tecnico, in accordo con le parti interessate, i contenuti dell’intesa.

I suddetti contenuti riguardano le infrastrutture strategiche con forti prospettive di sviluppo per il Paese e per il territorio laziale. Un accordo volto a concordare in via definitiva il contenuto del Protocollo d’intesa per il completamente del piano strategico dell’HUB portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, del sistema di rete e della logistica. Il testo contiene una serie di opere infrastrutturali per cui andranno presentati alcuni emendamenti, in modo da inviare successivamente al Cipe un documento ufficiale e completo con una richiesta di finanziamento. Tra le opere da realizzare  rientrano il completamento delle infrastrutture da destinare a nuovi attracchi per le unità di crociera di nuova generazione, la riorganizzazione degli accessi marittimi all’area portuale attraverso la nuova apertura a sud e il ponte di collegamento con l’antemurale, la riorganizzazione degli accessi stradali attraverso la realizzazione di due nuove rampe a nord dell’area portuale e della viabilità interna per la separazione dei flussi merci e passeggeri, il completamento viario tra Civitavecchia e Orte attraverso la realizzazione del tratto Monteromano e Civitavecchia Nord e la concessione di costruzione e gestione ‘‘dell’intera tratta citata di collegamento con l’A1 a società all’uopo costituita’’. Il comune di Civitavecchia provvederà alla realizzazione del polo turistico-termale, del polo fieristico-museale e dell’ampliamento dell’Interporto e progetti relativi al miglioramento della viabilità di collegamento tra il porto e le zone sud e nord della città.

Fonte : Borsaitaliana.it

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Operazioni in porto più sicure a Civitavecchia: nuovo protocollo di intesa firmato da Pasqualino Monti (AP) e Pietro Vella (Capitaneria di Porto)

Il nuovo accordo prevede maggiori controlli su merci e passeggeri, demanio e vigilanza sulle iniziative ambientali in atto

Maggiori controlli su tutte le operazioni portuali, dai trasporti dei passeggeri a terra alla tutela dell’ambiente marino e costiero, ai controlli relativi al demanio, sono alla base del protocollo d’intesa siglato dal presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti e il direttore Marittimo del Lazio e comandante della Capitaneria di Porto di Civitavecchia, Pietro Vella. Il protocollo d’intesa prevede, tra l’altro, il rafforzamento delle attività di vigilanza e controllo in porto, gia’ normalmente svolte da parte della capitaneria di Porto, compresa la verifica sul corretto svolgimento dei servizi per il trasporto dei passeggeri che sbarcano e imbarcano dalle navi da crociera. Le attività di controllo, oltre all’applicazione delle norme del codice della strada, sono rivolte anche a riscontrare il possesso dei titoli autorizzativi dei servizi NCC e Taxi. A tal proposito i militari avranno l’incarico di presidiare le aree maggiormente frequentate dai crocieristi per il presidio delle suddette attività.

Sul fronte ambientale, la collaborazione fra i due enti prevede il potenziamento dell’attività di monitoraggio soprattutto nel tratto di mare interessato dal progetto di ripopolamento della flora marina attuato dall’Autorità Portuale. “Con questo atto – hanno dichiarato il presidente Monti e il comandante Vella – rafforziamo ulteriormente la proficua collaborazione già esistente tra le due istituzioni e potenziamo ulteriormente i servizi di controllo e prevenzione, a beneficio degli utenti del porto di Civitavecchia, garantendo inoltre un monitoraggio continuo di particolari attività sia in ambito portuale che negli specchi acquei antistanti”.

Fonte: Ansa.it

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L’esempio da imitare del Porto di Civitavecchia. Cresce l’occupazione a dispetto della crisi

Firma dell’accordo sulla sicurezza sul lavoro tra il Presidente dell’AP Pasqualino Monti e i sindacati. Si evidenzia come al porto di Civitavecchia sia in aumento l’occupazione

Se l’emergenza occupazionale è ormai una realtà acclarata a livello nazionale, i dati regionali relativi al Lazio forniscono un quadro ancora più preoccupante di quello del paese. In quadro come quello appena descritto il porto di Civitavecchia sembra una rarissima eccezione. Grazie a un diffuso aumento dei traffici commerciali, ma soprattutto l’avvio di nuovi e importanti cantieri, il porto ha fatto registrare nel 2012 una considerevole crescita dell’occupazione rispetto all’anno precedente. La sottoscrizione dell’accordo sulla prevenzione in materia di sicurezza e igiene del lavoro in porto tra il Presidente Pasqualino Monti e i rappresentanti sindacali di categoria FILT-CGIL, FIT-CISL, UIL-TRASPORTI da l’occasione di snocciolare qualche numero in proposito.
Cresce infatti del 16%, rispetto al 2011, l’occupazione all’interno di cantieri e servizi interni generali nel porto di Roma, come sottolineato dal presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti. In particolare ad incidere sul trend positivo è stato l’avvio, la scorsa estate, dei lavori del Marina yachting nel porto storico e del cantiere della darsena traghetti e servizi che in totale impegnano circa 600 unità.
Rispetto al 2011, inoltre, è aumentata del 6% l’occupazione dei lavoratori portuali delle imprese articolo 16 (carico e scarico merci) e 17 (la compagnia Portuale) pari a circa 830 persone. Un aumento certo non considerevole ma in netta controtendenza con la crisi generale. Questo incremento è da attribuire principalmente alla crescita delle merci nello scalo civitavecchiese che, rispetto al 2011, ha registrato un + 3% per le rinfuse liquide e un + 24% per i prodotti ferrosi.

In crescita anche la movimentazione del carbone con un più 4% e 5 milioni di tonnellate e i cementi che aumentano del 22% rispetto all’anno precedente.
Sono i contenitori che fanno registrare un dato molto elevato con un +45% con circa 51.00 teus. Unico dato negativo è quello delle Autostrade del mare con un -12% rispetto al 2011 dovuto alle contrazioni dei collegamenti con la Sardegna.
Tengono le crociere che, soprattutto per la tragedia della Costa Concordia, calano leggermente e si assestano a circa 2.400.000 passeggeri.

Fonte: Civonline

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Un impegno concreto per il porto di Civitavecchia. Mario Monti incontra Pasqualino Monti

Il candidato premier Mario Monti ha rimarcato l’importanza degli investimenti promossi dal presidente dell’AP di Civitavecchia Pasqualino Monti, un piano che dovrebbe essere applicato su scala nazionale

Monti incontra Monti. Si tratta di un vertice che si è tenuto lunedì scorso tra il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti e l’ex presidente del Consiglio Mario Monti. Un incontro nell’interporto di Orte dove sono stati presenti anche i rappresentanti della società e dei lavoratori. «La struttura – ha detto il candidato premier – contribuisce certamente alla crescita del territorio ma anche a quella di tutta l’economia italiana. Può rendere molto più funzionale il sistema dei trasporti e della logistica». 

Su un altro fronte la giornata è servita al senatore per sottolineare l’impegno al completamento dell’autostrada Civitavecchia-Orte, «una priorità – ha detto – per il porto di Civitavecchia e per il centro Italia, una necessità che il territorio merita di vedere realizzata e che il mercato richiede». Il prossimo passo sarà la sottoscrizione di un protocollo d’intesa.

Siamo in tempi di campagna elettorale e l’incontro ha un valore relativo. Comunque sia, la giornata è stata utile per far ricordare all’Autorità Portuale di Civitavecchia di essersi impegnata a finanziare con due milioni di euro, insieme all’Anas che ne investirà 400mila, la progettazione definitiva ed esecutiva dei 18 chilometri mancanti tra Monte Romano a Civitavecchia. E’ stata anche lanciata una call europea per ottenere il co-finanziamento parziale. Come ha sottolineato Pasqualino Monti, questo protocollo servirà a «definire in tempi brevi l’apporto che ciascuno potrà offrire per la copertura dei 240 milioni di euro che saranno necessari per ultimare la Trasversale, con notevole risparmio rispetto ai 780 milioni preventivati con il precedente progetto».

Ma non c’è dubbio che dal punto di vista di Civitavecchia la giornata è stata ricca, confermando le sue ambizioni che partono da lontano e la porteranno, almeno sulla carta, a investire centinaia di milioni di euro in nuove infrastrutture, aprendo il porto verso nuovi settori di traffico, alcuni impegnativi come i container. In cosa consistono? Vediamo.

La società Compagnia Porto di Civitavecchia (ex Italpetroli e ora del gruppo Gavio insieme ad Enel e Unicredit) sta realizzando un investimento da 170 milioni di euro per la ‘Darsena Energetico Grandi Masse’, un polo di bunkeraggio con diga foranea, banchina multipurpose e 80mila metri quadri di piazzale disponibile. L’inizio dei lavori è previsto per il 2015. 

Verrà liberata la banchina 25 dai traffici crocieristici per trasformarla in terminal container con sei nuove gru. Per quest’anno si punta a movimentare 300mila teu, per arrivare a ben 700mila in qualche anno (nel 2011 sono stati 16mila). 

Per il 2015 è previsto il completamento della darsena traghetti. Costo: 193 milioni di euro (previsti nella Legge Obiettivo e finanziato dal Cipe e dall’Autorità portuale) per avere sei attracchi per cruise ferry ro-ro, due per navi da crociera e uno per i terminalisti. I primi due moli (27-28) saranno pronti già a giugno 2013.

11 milioni riguarderanno la riqualificazione del porto storico. 35 milioni sono previsti per la realizzazione di un museo marino e oceanario. Infine, a chiudere questa lista molto ambiziosa, altri 35 milioni di euro saranno investiti per realizzare un grande “terminal diffuso” in grado di movimentare fino a 36mila passeggeri contemporaneamente. La società concessionaria Rct realizzerà, per questo, una serie di terminal per servire fino a sei mega navi.

«Il porto di Civitavecchia è un esempio positivo per il Paese, in termini di sviluppo e di crescita infrastrutturale – ha concluso Mario Monti – che deve essere sostenuto con la realizzazione dei collegamenti mancanti». «Già da domani – ha replicato Pasqualino Monti – contatterò il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà con il quale sarà definito il contenuto del protocollo d’intesa, che sarà determinante per accorciare i tempi di progettazione dell’opera e per poi stabilirne la forma di realizzazione e gestione».

Fonte: Informazioni Marittime

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Mario Monti incontra Pasqualino Monti. Subito un protocollo d’intesa per la realizzazione della Civitavecchia-Orte

Il Premier uscente si è incontrato con Pasqualino Monti, Presidente dell’Authority di Civitavecchia, per discutere della realizzazione di un’infrastruttura “che il mercato richiede”

“Il porto di Civitavecchia è un esempio positivo per il Paese, in termini di sviluppo e di crescita infrastrutturale, che deve essere sostenuto con la realizzazione dei collegamenti mancanti”. E’ quanto affermato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Sen. Mario Monti nell’incontro avuto questa mattina presso l’interporto di Orte con il Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti.

Il premier si è impegnato a sottoscrivere, in tempi brevissimi, un protocollo d’intesa con tutte le istituzioni interessate al completamento della superstrada Civitavecchia-Orte, definita dallo stesso Presidente del Consiglio “una priorità per il porto di Civitavecchia e per il centro Italia, una necessità che il territorio merita di vedere realizzata e che il mercato richiede”.

“Sono grato al Presidente – afferma Pasqualino Monti – per l’attenzione rivolta al nostro porto, dei cui risultati il premier ha dimostrato di essere a perfetta conoscenza, particolare questo che non può che fare grande piacere a tutti coloro che fanno parte del nostro sistema portuale. Già da domani contatterò il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, con il quale sarà definito il contenuto del protocollo d’intesa, che sarà determinante per accorciare i tempi di progettazione dell’opera e per poi stabilirne la forma di realizzazione e gestione”.

L’Autorità Portuale si è impegnata a finanziare, stanziando 2 milioni di euro, insieme all’Anas (che metterà 400.000 euro e si avvarrà d i propri tecnici) la progettazione definitiva ed esecutiva dei 18 km mancanti da Monte Romano a Civitavecchia. I due enti nel frattempo hanno anche lanciato una “call” europea per ottenere il co-finanziamento parziale o completo dell’Unione Europea.
”L’invito – conclude Pasqualino Monti – a tutte le istituzioni come noi interessate a portare a termine questa opera così importante per lo sviluppo dell’intera area compresa tra Lazio e Umbria è quello di cogliere l’opportunità offerta dal Protocollo d’Intesa di Palazzo Chigi e di definire in tempi brevi l’apporto che ciascuno potrà offrire per la copertura dei 240 milioni di euro che saranno necessari per ultimare la Trasversale, con notevole risparmio rispetto ai 780 milioni preventivati con il precedente progetto”.

Fonte: Ansa.it

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Lo sviluppo del Porto di Civitavecchia passa anche per la realizzazione della Civitavecchia-Viterbo

La Superstrada è una priorità. Nuovi consensi per la proposta alternativa di Pasqualino Monti per completare l’opera

In un momento come quello attuale il completamento della Civitavecchia-Orte ritorna prepotentemente d’attualità. Anche il candidato alla Presidenza della Regione Nicola Zingaretti, nella sua recente visita a Civitavecchia, si è soffermato sull’argomento. Il collegamento diretto tra Civitavecchia e Viterbo potrebbe offrire importanti opportunità di sviluppo, soprattutto considerando l’importanza strategica del porto di Civitavecchia, che potrebbe agevolare l’approvvigionamento di tutto il viterbese.

In quest’ottica, e viste le scarse disponibilità della finanza pubblica, già a Dicembre la Regione si era detta pronta a valutare soluzioni low-cost per il completamento dell’opera. Lo stesso Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti si è detto pronto a farsi carico dei costi con la sua Authority pur di vedere completata l’opera.

“l’Autorità Portuale si farà carico della progettazione del tratto mancante di trasversale, al ministero abbiamo detto d’essere pronti. La strada costeggerà il Mignone e avrà un costo di 240 milioni di euro”. Gli interessi di Civitavecchia coincidono con quelli della Tuscia.” Al porto – precisa Monti – le banchine passeranno da diciassette a ventotto chilometri e nel 2013 con l’adeguamento della darsena ci prepariamo a ricevere anche le grandi navi, da 225 metri”.

‘Nella zona della Tuscia mancano le infrastrutture, ma c’è anche carenza di iniziative. Non è stato creato alcun percorso enogastronomico, non c’è una percorso culturale attrezzato. Dal punto di vista dell’attrattività c’è il deserto. Se si riuscisse a dirottare anche il 5% dei 2,6 milioni di turisti da Civitavecchia a Viterbo sarebbe una svolta”.

La proposta sta rapidamente raccogliendo consensi dalle varie amministrazioni locali. Nicola Zingaretti, Presidente uscente della Provincia di Roma e candidato alla carica di Governatore del Lazio, visitando il Porto di Civitavecchia ospite del Sindaco Tidei e dello stesso Pasqualino Monti, ha fornito l’appoggio al progetto della Superstrada:

“Con la Civitavecchia-Orte, che auspichiamo e sosterremo, sarà ancor più possibile il rilancio di un polo, di un ingresso in Italia di assoluta centralità e importanza per il Lazio e per tutto il Paese”. Grazie allo sviluppo del porto civitavecchiese si potrebbe costruire nel Mediterraneo “di uno di quei nuovi poli di sviluppo di cui spesso si parla. Per questo essere vicini ai territori è fondamentale”.

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50 Milioni di finanziamenti infrastrutturali al Porto di Gaeta. Ecco i progetti delle singole opere pianificate dall’Autorità Portuale

Pasqualino Monti l’aveva promesso a Novembre. Da Gennaio nuove infrastrutture al Porto di Gaeta con fondi del CIPE e dell’AP

La notizia era nota da tempo. Da quando Pasqualino Monti, Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia ha presentato il piano operativo triennale (POT) per i tre porti del Network (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta)nel mese di novembre. Al porto di Gaeta arriva un finanziamento vicino ai 50 milioni di euro, con il quale verranno finanziate opere di ampliamento e miglioramento delle infrastrutture portuali.

33 milioni di euro sono stati messi a disposizione dal CIPE. Lo stanziamento verrà utilizzato per lavori immediati di dragaggio per portare i fondali alla profondità di 14 metri, in modo da consentire l’attracco a navi di grande tonnellaggio. I lavori sui fondali inizieranno a metà gennaio e si protrarranno fino all’inizio dell’estate. La somma, disponibile fin da subito, permetterà anche di iniziare le opere di ampliamento ulteriore delle banchine e della superficie dei piazzali portuali, che passerà dagli attuali 40mila ai futuri 120mila mq.

Al finanziamento del CIPE se ne aggiungerà un altro da 14 milioni di euro da parte dell’Autorità Portuale di Civitavecchia (Porti di Roma e del Lazio) che servirà ad eseguire miglioramenti sul lungomare, con interventi agli impianti di illuminazione, incremento dei posti auto, rifacimento dei marciapiedi e realizzazione di una pista ciclabile. Un altro milione di euro stanziato dal Comune sarà utilizzato per l’arredo urbano.

La notizia ha raccolto il favore delle istituzioni e degli operatori portuali. In particolare Intergroup ha sottolineato come gli interventi consentiranno di aumentare la competitività dello scalo marittimo, in cui la società è presente con il suo quartier generale.

Fonte: Ship2Shore.it

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In arrivo 50 Milioni per il rinnovamento del Porto di Gaeta

Pasqualino Monti annuncia il completamento della procedura di approvazione dell’opera con fondi misti, 33 milioni dal CIPE e 14 milioni di fondi propri dell’Autorità Portuale

Nella serata del 2 Gennaio è arrivata la conferma ufficiale, per bocca del Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti. «Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha approvato, per l’area portuale di Gaeta, un finanziamento di 33 milioni di euro (sugli 80 disponibili nel fondo per le infrastrutture portuali), ai quali si aggiungono altri 14 milioni erogati dall’Autorità portuale, che ci consentiranno di portare i fondali a 14 metri di profondità, di realizzare tutti i piazzali, che passeranno dagli attuali 40.000 a 120.000 metri quadrati, e di ospitare navi che hanno bisogno di quel pescaggio. Con l’apertura conseguente di traffici più consistenti e il trasferimento di importanti risorse non solo per Gaeta e il suo porto ma anche per il territorio circostante». Queste le parole con le quali Pasqualino Monti ha illustrato a Gaeta, nella sede dell’Authority, il progetto per gli investimenti destinati a migliorare sensibilmente l’economia della zona. Il progetto era noto da tempo, adesso diventa realtà.

Le prime reazioni sono arrivate dal presidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati Gianfranco Conte, presente all’evento, che ha ricordato l’impegno personale presso il CIPE per la destinazione dei fondi in favore delle infrastrutture portuali di Gaeta e sottolineato come «è importante utilizzare bene queste risorse, che arrivano per la prima volta in misura così consistente per un porto piccolo come quello di Gaeta». Ha poi aggiunto che questi finanziamenti vanno visti «come un primo passo per rifare completamente la progettazione in ottica comprensoriale e per un rilancio economico dell’intero territorio». Soddisfatto anche il sindaco Cosimo Mitrano sottolineando «l’ottimo rapporto sinergico tra il Comune di Gaeta e l’Autorità portuale presieduta da Monti» e rimarcando che «si cominciano a raccogliere i primi risultati positivi per la sistemazione del porto commerciale, della banchina crocieristica Caboto e dell’intero waterfront, dal molo pescherecci fino alla zona di Gaeta Sant’Erasmo, migliorandone la competitività e lo sviluppo economico».

                                                                                                                                                  Fonte: Il Messaggero

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Pasqualino Monti interviene per la riassunzione di 23 lavoratori licenziati al porto di Civitavecchia

Riassunti i 23 addetti alla sicurezza e controllo varchi al porto di Civitavecchia grazie all’intervento del Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti 

Per i lavoratori del Porto di Civitavecchia gli ultimi mesi non sono stati tra i più semplici. Alcuni nodi problematici sembrano tuttavia aver trovato soluzione grazie all’intervento in prima persona del Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti. La vicenda, di non semplice soluzione, ha vissuto diverse tappe.

Dopo il licenziamento da parte della società National Service dei 23 dipendenti addetti alla sicurezza e controllo dei varchi del porto di Civitavecchia è intervenuta l’Autorità Portuale nella persona del Presidente Pasqualino Monti che ha annunciato l’assunzione in Port Mobility dal gennaio 2013, con contratto a tempo indeterminato, di tutti i lavoratori licenziati.
  
Il risultato è frutto di un accordo tra le organizzazioni sindacali Filt, Cgil, Fit, Cisl, Uiltrasporti e la Port Mobility, portato a buon fine sotto l’egida personale e diretta del Presidente dell’Autorità Portuale che ha seguito da vicino la vicenda.

Dopo l’avvenuto cambio della compagine societaria il nuovo management di Port Mobility, su precisa sollecitazione ed indicazione del presidente di Molo Vespucci Pasqualino Monti, ha convocato le parti sociali rendendole edotte del percorso che consentirà ai lavoratori di essere assunti con contratto a tempo indeterminato. I nuovi soci, insieme all’Autorità Portuale, hanno garantito il mantenimento dei livelli occupazionali attuali, impegnandosi inoltre a far fronte alle problematiche urgenti di carattere occupazionale rimaste aperte.

Più complessa appare invece la situazione legata al servizio finora svolto dalla Co.Se.Po., cooperativa storica del porto che svolge un servizio importante da oltre 40 anni, per risolvere la quale saranno necessari ulteriori incontri sia con le organizzazioni sindacali che con la cooperativa stessa.

Tutto l’operato dal Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti è da elogiare, dalla data del suo insediamento a oggi, soprattutto se sarà trovata al più presto una soluzione anche alla difficile situazione della Co.Se.Po.

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Cesare Geronzi tra D’alema e Confalonieri per presentare il suo “Confiteor”

Dopo la presentazione di Milano Cesare Geronzi torna nella “sua” Roma col suo tour per presentare “Confiteor”

Parterre delle grandi occasioni alla presentazione del libro-intervista di Massimo Mucchetti con Cesare Geronzi, martedì scorso al Palazzo della Cancelleria di Roma.

Tra i politici protagonisti, c’era Massimo D’Alema, che sfoggiava un sorriso delle grandi occasioni. Nel libro, il banchiere Geronzi l’ha ripetutamente citato come esempio di politico preparato e schietto con cui ha avuto un rapporto corretto e cordiale. Ma D’Alema non era il solo politico ieri sera: c’era anche l’ex ministro della Giustizia, il redivivo Oliviero Diliberto.

Per il centrodestra spiccava la presenza in prima fila di Gianni Letta, per anni sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Silvio Berlusconi. Tra i due non sono mancate strette di mano e i sorrisi nonostante le parole riservate da Geronzi a Letta stesso in Confiteor. Il progressivo affrancamento dal berlusconismo del “Banchiere di Sitema” d’altronde, è stata chiara anche ieri sera: “Ho votato Berlusconi nel ‘94. Ma forse oggi sarebbe tempo di lasciare”, ha detto l’ex presidente di Generali. Affermazione che ha suscitato consenso e approvazione da parte degli esponenti centristi presenti. C’erano l’economista ed ex banchiere Pellegrino Capaldo, c’era l’ex ministro Giuseppe Guarino, autore di un corposo saggio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche in cui sostiene che giuridicamente il Fiscal Compact violerebbe i Trattati europei; argomento che certamente sarà stato discusso nei conciliaboli tra Guarino e l’editorialista Angelo De Mattia, per anni al fianco di Antonio Fazio in Bankitalia. E c’era l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, sostenitore di Mario Monti come ha detto ieri in un’intervista al Financial Times.

Nel suo intervento Massimo D’Alema, sul palco vicino a Confalonieri, è ritornato su Berlusconi: “Il conflitto d’interessi è ancora davanti a noi e dovremo occuparcene”. E sulle critiche al suo governo all’epoca dell’Opa Telecom di Colaninno: “Credo che Guido Rossi si sia pentito di aver definito Palazzo Chigi una merchant bank, visto che lui era parte in causa perché aveva architettato la privatizzazione basata sullo 0,6% in mano a Fiat”. Fedele Confalonieri: “Cuccia diceva che i bilanci Fininvest erano falsi? Tutte balle”.

Battibecchi  che sul palco sono invece intercorsi tra il presidente Mediaset Confalonieri e Mucchetti, “reo” di aver ricordato nel libro che Enrico Cuccia rifiutò di portare in Borsa la Finivest, poi trasformata in Mediaset, perché secondo lui i bilanci della società di Berlusconi erano falsi. Confalonieri si è accalorato in una difesa a oltranza del suo gruppo, ricordando che la quotazione fu seguita da sei grandi banche nazionali, e che quote di Mediaset furono acquisite da tre grandi azionisti stranieri: “Possibile che nessuno si fosse accorto che in Fininvest c’era una contabilità opaca: quelle di Cuccia erano balle”. Al che Mucchetti ha ribadito che il tema dei bilanci Finivest-Mediaset, soprattutto per quel che riguarda i diritti tv dei film, è stato oggetto di inchieste giudiziarie e che all’interno di Mediobanca c’erano manager come Gerardo Braggiotti che avevano sollevato dubbi sul sistema di ammortamento dei diritti.

Il tema del conflitto d’interessi è stato sollevato da D’Alema che ha accusato gli imprenditori di usare i giornali per “tenere sotto scopa il potere politico”. “In Italia – ha detto D’Alema – ci sono molti conflitti d’interessi di cui l’intreccio di potere economico-mediatico-politico di Berlusconi è solo l’esempio più evidente. Cuccia e Geronzi, invece, avevano rispetto per le istituzioni e per la politica, perché pensavano che il mondo economico avesse una responsabilità verso il futuro del Paese”. “Non è vero – ha detto ancora D’Alema – che non abbiamo cercato di risolvere il conflitto d’interesse: nella bicamerale proponemmo di affidare alla Corte Costituzionale il giudizio sulle incompatibilità e io incaricai il sottosegretario Passigli di cercare di rendere più stringente la legge sul conflitto appena varata. Questo tema è ancora di fronte a noi e dovremo occuparcene”.

Per quel che riguarda Monti, D’Alema ha affermato: “Lo riconfermai commissario europeo e gli proposi di andare a Palazzo Chigi un anno prima che diventasse premier. Penso che abbia agito bene, soprattutto per ridare credibilità all’Italia all’estero. Ma il suo compito si è esaurito. Faremo tesoro del rigore del suo governo, da cui non si potrà deflettere. Ma è ora che torni la politica: e non ci si deve scandalizzare che governi chi vince le elezioni”. Alla fine ha preso la parola Geronzi che ha ricordato la sua lunga amicizia con Berlusconi: “Ricordo quando venne a parlarmi della sua discesa in campo nel 94: si presentò con una grande cartella piena di tabelle e grafici e mi disse che aveva parecchi contrasti in casa e in azienda. Era fantastico. Allora l’ho votato e gli sono sempre stato amico. E con amicizia gli dico che forse oggi è il caso di lasciare”.

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“Confiteor” di Cesare Geronzi e la “sintonia magica” con Bazoli

In occasione della presentazione del suo libro “Confiteor” Geronzi rivendica l’importanza del rapporto con Giovanni Bazoli: “Il rapporto tra noi due è stato un bene per l’Italia”

È possibile che la tanto discussa figura del «banchiere di sistema» non esista. Ma in Italia le banche rappresentano senza dubbio un sistema, e sia Giovanni Bazoli che Cesare Geronzi sono indubbiamente protagonisti di questo sistema.  E i due si sono rincontrati sul palco della Fondazione Corriere della Sera recentemente, alla presentazione del libro di Cesare Geronzi “Confiteor”, scritto a quattro mani con il giornalista Mucchetti. Insieme ai due autori, e al già citato Bazoli, sul palco c’erano Carlo De Benedetti e il direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, coordinati dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Il libro, “Un’intervista scomoda fatta da un giornalista scomodo” per De Bortoli, “è un dialogo ser­ rato da cui emerge un racconto tra vero e verosimile- ha osservato Napoletano – che mette a nudo impietosamente le debolezze gravi di un sistema. Certo colpisce che a dirlo con più forza dello stesso Mucchetti sia uno dei protagonisti di questo sistema come Cesare Geronzi”.

In sala erano presenti tra gli altri, l’ex presidente dello Ior Angelo Caloia, il presidente dell’Enel Paolo Colombo, Giulia e Jonella Ligresti, Tarak Ben Ammar e Pietro Salini. Si è parlato del passato, ovviamente,  in un discorso pieno di stoccate ai presenti e agli assenti, qualche provocazione e – su tutto- il desiderio dei due banchieri di rimarcare la propria verità sui fatti raccontati, dai grandi riassetti bancari a Rcs, dalla Fiat a Telecom. Una verità, quella di Geronzi e Bazoli, che passa anzitutto per il legame che li ha sempre visti coinvolti. «Una collaborazione leale» per il presidente di Intesa, una «sintonia magica» per l’ex numero uno di Generali:

«Negli ultimi 15 anni, caro Nanni, il rapporto tra noi due è stato un bene per il Paese», dice Geronzi. Che ora sente la necessità di «reclamarne il merito: abbiamo lavorato per il bene dell’Italia, con spirito di servizio e per restare indipendenti».

Se è vero che Geronzi e Bazoli sono stato decisivi nel delicato riequilibrio del sistema bancario degli ultimi 15 anni, Geronzi reclama per sé e Bazoli il merito di quella che definisce una vera e propria «ristrutturazione». Un percorso fatto di «operazioni coraggiose» come il salvataggio del Banco di Sicilia nel’99 l’integrazione di Bipop-Carire del 2002 per far nascere Capitalia: «Abbiamo avuto coraggio anche se la politica – dice Geronzi – non ci ha fatto lavorare tranquillamente». Già, la politica. Ingerenze, collusioni? «Il problema non sono le relazioni, ma come si approccia il mondo politico», dice Bazoli, che non rinuncia a toccare un tasto delicato, come i rapporti tra Geronzi e Silvio Berlusconi: «Gli ha detto diversi no, e io ne sono sta­ to testimone».

La politica, dunque. Oltre alle banche e a tutti salotti buoni della finanza, dalle Generali (da cui «non so se sono stato cacciato o se ero io che non volevo stare più con loro», dice Geronzi) fino a Fiat, Pirelli, Telecom. Un ruolo a tutto tondo che, per Carlo De Benedetti, fa sia di Geronzi che di Bazoli  non  dei  banchieri  ma  dei power broker. Almeno Geronzi ha fatto il direttore di banca, ma Bazoli si è trovato lì perché l’ha voluto Andreatta. Ha fatto un lavoro eccellente, ma non sa neanche cos’é una banca», ha detto De Benedetti. Che dopo aver dedicato un passaggio all’attuale ministro Corrado Passera («È stato utile quando lo chiamai alla Olivetti perché il suo carattere era rotondo a differenza del mio piuttosto spigoloso»), non ha rinunciato a rivolgere una stoccata a Marco Tronchetti Provera: «Da membro del patto di sindacato Pirelli­ ha detto – considerai una stupidaggine acquistare da Gnutti la Telecom pagando un prezzo spropositato. Quella distruzione di ricchezza è un primato nella storia italiana».

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L’idea di Pasqualino Monti: un fondo d’investimento comune per ottimizzare le risorse dell’autonomia finanziaria

Il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia propone di sfruttare la leva finanziaria generata dall’accumulo dei fondi d’autonomia per ovviare al tetto di 70 milioni imposto dal governo

L’idea è quella di creare un fondo di investimento comune, come già avviene in altri ambiti, per ottimizzare i 70 milioni di euro (tetto massimo) che il governo prevede di restituire ai porti italiani in nome dell’autonomia fiscale. A proporlo è Pasqualino Monti, presidente dell’Authority di Civitavecchia. Da Marsiglia, dove si trovava per la fiera Seatrade Med, il vicario di Assoporti ha lanciato l’idea di cumulare le risorse concesse dal governo in un fondo comune, ottimizzandolo per poi ripartire i fondi sui vari scali italiani per finanziare i progetti di sviluppo più meritevoli. “Facciamo fruttare al massimo questi 70 milioni capitalizzandoli, creiamo un fondo per i porti italiani e agendo con il principio della leva finanziaria facciamoli diventare oltre 100 milioni da ridistribuire poi ai progetti più meritevoli” afferma convinto Pasqualino Monti, che proporrà ufficialmente il progetto ai suoi colleghi nell’ambito della prossima riunione di Assoporti in programma a Gioia Tauro a metà Dicembre.

Quello dell’autonomia finanziaria è un nodo molto discusso nei porti italiani. Se da un lato il governo tecnico ha recentemente riconosciuto il principio dell’autonomia finanziaria infrangendo uno storico tabù della politica italiana, dall’altro ha posto un tetto di 70 milioni di euro, molto basso rispetto al gettito generato dal sistema dei porti italiani. Il governo stesso si è mostrato poco o per nulla incline a riaprire la questione. Verrebbe da dire che i porti italiani debbano fare di necessità virtù e arrangiarsi con ciò che è stato loro riconosciuto con la riforma della legge portuale. In questo senso la proposta di Monti è da leggersi come un appello ad ottimizzare ciò che con molta fatica (e molti anni di ritardo) è stato ottenuto in materia di autonomia, poco o tanto che sia.

L’unico nodo da sciogliere resterebbe quello del criterio di ripartizione delle risorse di questo fondo comune, per non inciampare in incidenti diplomatici come nel caso dei 100 milioni di finanziamento al porto di Venezia comparsi improvvisamente nel testo dell’ultima finanziaria. “Questo non è il momento dei contrasti” ci tiene a precisare Monti, che di Assoporti è attualmente vicario e prossimo presidente. “Se vogliamo essere credibili e ascoltati a livello romano, dobbiamo prima confrontarci tra noi per ritrovare unità d’intenti e arrivare poi a proporre al Ministero dei Trasporti un progetto nazionale per il potenziamento infrastrutturale dei porti individuando alcuni progetti considerati strategici e prioritari”. Vale a dire: il sistema dei porti come insieme nazionale deve valere più degli interessi particolari.

La proposta di Pasqualino Monti ha già incassato la prima approvazione da parte di Luigi Merlo, attuale presidente di Assoporti, che giudica positivamente l’idea di un fondo comune. “L’idea in sé è valida – ha detto Merlo a MF Shipping & Logistica – in quanto leva sia per indurre il governo a fare una pianificazione strategica, ma occorrerebbe un fondo più cospicuo e comunque un riparto che tenga conto di quanto generato da ciascun porto. Al momento una parte di quei 70 milioni di euro sarebbe destinata ai porti di transhipment e poi, mancando le risorse per le manutenzioni ordinarie in alcuni scali, il fondo sarebbe ulteriormente ridotto”.

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No dell’Authority ai tagli retroattivi del Governo. Pasqualino Monti ai dipendenti: “Ricorrete al giudice del lavoro”

Pasqualino Monti  dalla parte dei dipendenti.  Insieme a Maurizio Ievolella si autotasseranno per permettere ai dipendenti di ricorrere al giudice del lavoro

Monti e Ievolella si “tassano” personalmente per consentire ai dipendenti di Molo Vespucci di ricorrere al giudice del lavoro contro i tagli retributivi retroattivi imposti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, vice presidente vicario di Assoporti, questa mattina si è schierato apertamente con i dipendenti e i dirigenti dell’ente, la squadra da cui provengono lo stesso Monti (che per 6 anni è stato direttore amministrativo) ed il neo segretario generale, offrendo una soluzione tecnica, al di là dello sciopero proclamato per domani dalle segreterie nazionali dei sindacati confederali di categoria, in grado almeno di congelare il motivo del contendere: Molo Vespucci infatti dovrebbe, secondo le indicazioni del ministero vigilante, operare tagli e recuperi sulle buste paga dei dipendenti dal prossimo mese di gennaio, partendo da un dettato normativo quanto meno contraddittorio.

Se da un lato, infatti, poco più di un mese fa è stato ribadito che le autorità portuali non sono soggette alla spending review, dall’altro oggi le si vorrebbe inserire negli enti della pubblica amministrazione a tutti gli effetti, facendo venir meno i presupposti anche del contratto unico dei porti (cha ha natura privatistica), conquistato dai lavoratori portuali dopo anni di intense battaglie sindacali.

In questo senso, la presa di posizione di Monti è significativa e di particolare tempismo, sia nei rapporti con il Ministero, che dovrà assumersi così la responsabilità, per una interpretazione della norma finora non sancita da alcun giudizio di merito, di centinaia di cause di lavoro con tutti i danni che potrebbero derivarne per l’erario; sia in vista di una possibile soluzione politica del problema, che potrebbe essere risolto con un emendamento alla legge di stabilità che chiarisca definitivamente la natura delle autorità portuali, per la quale ad oggi si è costretti a richiamarsi ad una classificazione dell’Istat.

Entrando nello specifico, le rappresentanze sindacali aziendali dell’Autorità Portuale hanno diffuso in serata una nota in cui “condividono la finalità dello sciopero e la soluzione tecnica proposta dal Presidente e dal Segretario Generale dell’ente, con una personale assunzione di responsabilità e solidarietà nei confronti dei lavoratori, di cui va loro dato atto, che partirà con il ricorso dei singoli dipendenti al giudice del lavoro. Le RSA, insieme con l’Autorità Portuale ed i lavoratori, impegnandosi a sensibilizzare in tal senso anche le OO.SS. territoriali di categoria, intraprenderanno, nell’ambito della suddetta proposta tecnica, tutte le azioni necessarie a giungere alla risoluzione del problema”.

Domattina, vedremo quale sarà l’adesione allo sciopero. Ma al di là della soluzione tecnica proposta da Monti, che peraltro non è stata posta come alternativa all’iniziativa dei sindacati, fin dai giorni scorsi si era avuta la netta impressione che probabilmente saranno in pochi ad astenersi dal lavoro.

Fonte: Civonline

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L’autorità portuale di Civitavecchia finanzia uno studio epidemiologico sul territorio

Dopo i risultati sull’incidenza delle cause naturali di decesso nella zona di Civitavecchia Pasqualino Monti (presidente AP) ha deciso di finanziare uno studio epidemiologico sull’inquinamento atmosferico

l’Autorita’ Portuale di Civitavecchia ha affidato al Dipartimento di Epidemiologia del SSR della regione Lazio, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma F, un’indagine sulla salute, sulle abitudini di vita e sui livelli di esposizione ambientale della popolazione residente nel comprensorio di Civitavecchia. Indagine che dovra’ studiare gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei residenti nell’area di Civitavecchia attraverso l’uso di indicatori biologici. L’iniziativa nasce per dare continuita’ agli studi epidemiologici condotti nell’area di Civitavecchia che in passato hanno evidenziato, sia sui residenti che sui lavoratori, eccessi di mortalita’ a causa di diverse patologie polmonari come tumore, mesotelioma pleurico e disturbi respiratori. Tutti i costi dell’indagine saranno sostenuti dall’Autorita’ Portuale di Civitavecchia, nell’ambito delle attivita’ di sostenibilita’ ambientale del porto. L’indagine coinvolgera’, nel biennio 2013-2014, 1200 persone residenti nell’area in studio (comuni di Civitavecchia, S. Marinella, Allumiere e Tolfa) e sara’ accompagnato da una valutazione delle ricadute al suolo delle emissioni atmosferiche degli impianti industriali presenti nell’area attraverso dei modelli di dispersione in collaborazione con ARPA Lazio. Il protocollo dello studio sara’ sottoposto anche all’approvazione di un Comitato Etico.

Si tratta di un accordo storico che nasce soprattutto grazie alla volontà del procuratore Gianfranco Amendola.
«Come procura – ha spiegato Amendola – abbiamo iniziato un’indagine sui presunti danni alla salute provocati dall’inquinamento industriale, sulla base di un esposto presentato dal Forum Ambientalista presieduto da Simona Ricott. Ma compiere un lavoro del genere sarebbe costato qualcosa come 360mila euro. Una cifra così il ministero della Giustizia non avrebbe mai potuto finanziarla, visto che non ha i soldi nemmeno per la benzina delle auto di servizio, così ho pensato di rivolgermi al presidente Monti, il quale si è detto subito entusiasta e disponibile a finanziare questo progetto. Uno studio di cui questo territorio ha bisogno e che non è mai stato fatto. Per questo sono particolarmente grato sia al presidente dell’Authority che al professor Forastiere.» L’Autorità Portuale ha messo a disposizione anche 40mila euro in più rispetto alla cifra stimata dallo stesso Forastiere, arrivando così ad un finanziamento di 400mila euro. «Uno sviluppo senza la tutela della salute. No, questa partita non la gioco – è stata la frase simbolo dell’intervento di Pasqualino Monti, che poi ha proseguito – Questa è un’iniziativa che è perfettamente in linea con questa priorità che mi sono dato dal momento del mio insediamento a Molo Vespucci. Sotto questo aspetto infatti rientrano una serie di iniziative già intraprese, come l’elettrificazione delle banchine, per la quale abbiamo già stanziato 20 milioni di euro, l’installazione di impianti fotovoltaici che coprono già il 60% del fabbisogno dello scalo, il posizionamento della centralina Arpa per il controllo delle emissioni dei fumi delle navi, ma soprattutto i cassini Rewec 3, che producono energia sfruttando il moto ondoso e dunque ad impatto ambientale zero».

Fonte: Assoporti

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Cesare Geronzi come non l’avete mai visto… in televisione

A pochi giorni dall’uscita del libro Confiteor, Cesare Geronzi accetta di apparire in televisione per parlare di trenta anni di finanza in Italia

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Cesare Geronzi è sempre stato restio ad apparire in televisione, ma da qualche giorno il suo Confiteor è disponibile in libreria e allora il “banchiere di sistema” ha deciso di partecipare alla trasmissione televisiva “L’Infedele” di Gad Lerner. Tra le altre cose si è parlato delle primarie del centrosinistra : “Non sono andato a votare ma confesso un dibattito in famiglia, mia moglie è stata un’accesa renziana”. Lerner ha chiesto a Geronzi se le possibilita’ di Bersani di andare a Palazzo Chigi sono serie. “Direi di si’ e me lo auguro anche”, ha risposto Geronzi. Ospiti in studio Massimo Mucchetti, che ha di recente firmato un libro insieme a lui dal titolo “Confiteor”, e Angelo De Mattia, ex “braccio destro” di Antonio Fazio in Banca d’Italia e molto vicino allo stesso Geronzi, di cui ha preso le difese spesso negli ultimi cinque anni su giornali finanziari come MF, sul Riformista, sul Foglio e sul Corriere della Sera.

                                                                                                                                                

Geronzi ha approfittato della platea per parlare di amici e nemici. Ha fatto un’apologia di Piero Giarda, attuale ministro dei rapporti con il parlamento, del quale ha magnificato la conoscenza delle pieghe del bilancio dello Stato. Significativamente, l’ha citato quando era stato tirato in ballo Enrico Bondi, il risanatore di Parmalat chiamato a lavorare di recente per il governo Monti, e nemico giurato di Geronzi, che con la sua Banca di Roma aveva finanziato Callisto Tanzi.

 

Con un Monti bis l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, potrebbe diventare ministro degli Esteri,  ha poi detto l’ex banchiere, supposizione “legata alla conoscenza che io ho di una forte e reciproca stima tra il presidente del consiglio attuale e Paolo Scaroni. Quindi l’ipotesi di un Monti bis potrebbe comportare questa nomina di cui io sono convinto”. Tuttavia Geronzi ha detto di non augurarsi un Monti bis: “Io guardo al primato della politica. Deve essere fatta da uomini politici. I tecnici servono, sono buoni consiglieri ma non devono fare la politica”. E’ ovvio che anche questo, come quello su Giarda, è un segnale abbastanza critico mandato dal banchiere di Marino a quell’establishment che oggi l’ha un po’ dimenticato. “Io con la politica, e lo dico in questo modo, non ho mai avuto nulla a che fare”, ha poi aggiunto Geronzi. ‘Il sottoscritto – ha aggiunto – è un banchiere di sistema perche’ ha svolto la funzione istituzionale di salvare alcune banche’. Geronzi ha quindi ricordato alcuni casi come il Banco di Santo Spirito, il Banco di Roma tutte “ex banche dell’Iri che ogni anno doveva ricapitalizzare”. In una recente intervista apparsa sul Corriere della Sera aveva detto che la finanza bianca non contava nulla e che era quella laica a comandare in Italia. Un’altra affermazione quantomeno fantasiosa, ma in linea con l’intenzione di mandare messaggi a pezzi di establishment. Dopo l’addio alle Generali con la vendetta subita da Mediobanca, di Geronzi si è parlato prima come possibile papabile al posto di Tremonti nel governo Berlusconi, e poi come capo dello Ior al posto di Gotti Tedeschi. Tutte  e due le occasioni non si sono concretizzare. Oggi colpisce vedere un banchiere pubblicare un libro-intervista, visto che la riservatezza è sempre stata un must per i banchieri della generazione di Geronzi. Ma si sa che i tempi cambiano e che un certo tipo di establishment (a detta dello stesso Geronzi) è giunto al capolinea.

Fonte: Il Giornalettismo

 

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Cesare Geronzi si confessa: ecco il suo Confiteor

È uscito in questi giorni Confiteor, il libro intervista in cui Cesare Geronzi, in cui il banchiere rivela tutto quello che c’è da sapere sulla vicenda che lo ha portato a rassegnare le dimissioni da Generali

Per molti anni Cesare Geronzi è stato l’uomo forte della finanza italiana. A lui sono stati attribuiti molti soprannomi, come “Dottor Koch”, per i suoi trascorsi a Bankitalia, “Cardinale” oppure “piccolo Cesare”. Geronzi, che ora ha 77 anni, ha visto la fine del suo dominio quando è stato estromesso dalla presidenza delle Generali. Il consiglio d’amministrazione del gigante italiano delle assicurazioni chiese le sue dimissioni, ad un anno circa dall’arrivo del banchiere romano alla presidenza dell’azienda di Trieste. Ieri è uscito il suo libro “Confiteor”, “confesso”, il cui titolo deriva dalla preghiera penitenziale che si dice a Messa. Come un fedele che confessa al Signore i suoi peccati, così Geronzi si confessa a Massimo Mucchetti. Il cuore di “Confiteor” è però la resa dei conti del banchiere romano con i suoi nemici, coloro i quali si sono messi d’accordo per estrometterlo dalle Generali. I nomi sono già noti: il primo è Diego Della Valle, il più vocale tra i suoi oppositori. Poi nell’elenco “nero” di Geronzi ci sono Alberto Nagel, il capo di Mediobanca, e Lorenzo Pelliccioli, la guida della De Agostini.

L’arrivo di Geronzi al vertice di Generali era stato un passo rischioso per lo stesso manager romano. Dopo aver prima dato forma e poi venduto Capitalia, fusasi con Unicredit, Geronzi scala i vertici della finanza italiana prima con la presidenza di Mediobanca, poi arrivando al vertice di Generali. La compagnia triestina è la “cassaforte” della finanza del nostro paese, un gigante assicurativo terzo in Europa, dietro la tedesca Allianz e la francese Axa. L’incompatibilità tra il banchiere romano e il management di Generali si è subito palesata, anche negli aspetti più personali. Dopo pochi mesi di ostilità crescente, lo scontro esplose nell’inverno del 2011. Diego Della Valle iniziò ad attaccare pesantemente il manager romano, dandogli del “vecchio arrugginito”. Altri, come Mediobanca, condivisero la sua sfiducia nei confronti di Geronzi. Il giorno del giudizio arrivò il 6 aprile del 2011, quando il banchiere romano si dimise dopo che 10 consiglieri d’amministrazione su 17 avevano palesato l’intenzione di sfiduciarlo. Re Cesare li anticipò, ma la ferita è ancora aperta, visti i giudizi dispensati nei confronti dei suoi avversari. “Della Valle è stato solo un emissario, anche se pensava di agire in autonomia”, dice Geronzi, mentre su Nagel e Pelliccioli rimarca come gli tremassero le voci dopo aver saputo la sua intenzione di dimettersi. L’addio alle Generali fu motivato dalla mancanza di un alleato storico, romano come lui.

Cesare Geronzi racconta la sua ultima cena da presidente delle Generali, il momento in cui capì, dopo gli scontri dei mesi precedenti, che la sua era volgeva ormai irrimediabilmente al termine. “La sera del 5 novembre parlai con Vincent Bollorè e ci accordammo per andare a cena. Mi disse che anche Francesco Caltagirone sarebbe venuto. Quando non si presentò, capii che era passato con i miei avversari. Senza il suo sostegno mi sarei dovuto dimettere. Andai a dormire con la decisione dell’addio praticamente già presa”. L’addio di Geronzi alle Generali, però, rimarca il Financial Times Deutschland, è stata una vicenda simbolo della trasformazione del capitalismo italiano. Cesare Geronzi rappresentava il sistema basato sulla stretta connessione tra banche, imprese e Chiesa cattolica. Il banchiere romano è tra le altre cose un confidente del numero due del Vaticano, Tarcisio Bertone. Questa base di potere si sta sbriciolando da molti anni, un cambiamento lento ma ineluttabile. Questo è ben simboleggiato da Mediobanca. Per molti decenni Piazzetta Cuccia decise il destino industriale del paese, come unica banca di investimento italiana. Negli anni novanta però perse il suo monopolio. Ora è diventata una banca normale, e le sue partecipazioni nelle industrie si è molto ridotta. La stessa vicenda della famiglia Ligresti, legatissima a Geronzi, evidenzia questa lenta ma costante trasformazione. Un cambiamento riconosciuto sottotraccia dallo stesso banchiere romano, che come confessa nel libro, ora può parlare di potere e scriverne senza l’ossessione del potere.

 Fonte: Il Giornalettismo

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Il vicario di Assoporti Pasqualino Monti: “Le crociere possono rilanciare il sistema turistico italiano”

Pasqualino Monti, in qualità di vicepresidente Assoporti, interviene sulla rilevanza delle crociere. Grazie ad itinerari che valorizzino le bellezze storiche, archeologiche e culturali del nostro paese Civitavecchia è diventato il primo porto crocieristico del Mediterraneo

Si è parlato di crociere nel corso del Convegno “La rilevanza delle crociere nel settore del trasporto e del turismo”, organizzato venerdì 23 novembre al Senato dalla cattedra di Diritto della navigazione dell’Università di Roma Tor Vergata e dalla “Rivista del Diritto della Navigazione” che ha rivolto un appello alle forze politiche per un’urgente riforma del Codice della Navigazione – parte marittima, così come è già stato fatto per quella aerea. Nel corso del convegno sono intervenuti Cesare Cursi, Presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato; Renato Lauro, Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; Roberto Cazzulo, Chief Operating Officer del RINA.

Le conclusioni sono state infine affidate al vice presidente vicario di Assoporti Pasqualino Monti che è ritornato sui temi del rinnovamento già illustrati durante la presentazione del POT dei porti di cui è presidente (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta). Pasqualino Monti ha sottolineato come “la chiave per il futuro sia nel connubio inscindibile tra bellezze e ricchezze storiche, archeologiche e paesaggistiche del nostro Paese “che rappresentano il principale fattore attrattivo e di successo per il settore crocieristico in Italia, e la capacità dei nostri porti di trasferire alle città e ai territori turisti e ricchezza. A Civitavecchia abbiamo piantato un seme in tal senso con “La due giorni del Mediterraneo” che ripeteremo nel 2013 e in cui abbiamo lanciato l’idea del laboratorio degli itinerari, che stiamo sviluppando. La sfida sta nella capacità di realizzare strutture di accoglienza adeguate, collegamenti efficienti, offrire opportunità diverse ai turisti e occasioni di crescita diversificata”. Il Presidente Monti si è detto molto soddisfatto che dal Porto di Civitavecchia arrivino a Roma 1,6 milioni di turisti all’anno con pullman e treni, ma ha detto che lo sarà ancora di più “quando avremo costruito il nuovo porto commerciale a Fiumicino da dove faremo risalire il Tevere fino alla Capitale. L’obiettivo è dunque anche quello di creare nuovi itinerari per valorizzare tesori inediti per far crescere il connubio fra turismo ed economia del mare contribuendo a rimettere in moto il sistema Paese”.

Fonte: Civonline

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Pasqualino Monti: museo marino e Oceanario nel porto storico di Civitavecchia

Operativo il piano industriale per lo sviluppo del network dei porti di Roma, con investimenti per la riqualificazione del porto storico: museo marino e marina yachting

Al nuovo piano d’investimenti triennale, presentato il 16 novembre a Civitavecchia, sono stati destinati circa 460 milioni per la realizzazione di nuove infrastrutture nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Parte di queste risorse sono dell’Autorità Portuale, la maggior parte arrivano invece dal Cipe e sono totalmente destinate a nuove spese di investimento per realizzare importanti infrastrutture. “Un piano ambizioso, con tante opere già approvate e appaltate, – spiega Pasqualino Monti – che punta a dare una svolta allo scalo portuale, specie in termini commerciali”. 

Si comincia con quasi 11 milioni di euro per la riqualificazione del porto storico, il  cui progetto prevede la costruzione di uno dei marina yachting più affascinanti al mondo, con mega yacht attraccati tra la darsena romana, Porta Livorno, le mura di Urbano VIII con il mascherone del Bernini e il Forte Michelangelo. 

E ancora 35 milioni di euro saranno investiti per la realizzazione di un museo marino e oceanario, con la possibilità di accogliere oltre 700.000 visitatori all’anno e in grado di movimentare altro 36.000 passeggeri contemporaneamente. 

La società concessionaria Rct realizzerà, infatti, una serie di terminal al servizio delle 6 mega navi che, una volta ultimati gli investimenti, potranno stazionare contemporaneamente sull’antemurale, aggiungendosi agli altri 2 attracchi per unità più piccole situati nel porto storico e agli ulteriori 2 accosti dedicati, previsti a nord nella darsena traghetti. Ma gli investimenti non riguarderanno solo Civitavecchia.  

A Fiumicino – ha spiegato Pasqualino Monti – “Verranno destinati 165 milioni di euro per il nuovo porto commerciale, che punta a rappresentare il nodo di completamento di un sistema logistico strategico per tutto il Paese, non solo per la posizione geografica, alle porte di Roma, ma soprattutto per la rilevanza degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti, quali l’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, Cargo City, Commercity, l’Interporto, la nuova Fiera di Roma, il nodo autostradale tra corridoio Tirrenico e GRA”. 

Oltre 10 milioni di euro verranno investiti invece per  mettere in sicurezza la foce del porto canale, in attesa della realizzazione del nuovo porto commerciale. Nel 2013 saranno avviati lavori per la messa in sicurezza idraulica della foce e la realizzazione di un nuovo ponte pedonale.    

A Gaeta, sono destinati 33 milioni di euro per la realizzazione dei nuovi piazzali operativi, mentre 950 mila andranno a interventi sul lungomare. Prevista anche la riqualificazione completa della zona demaniale del lungomare per un importo di circa 12 milioni di euro.                                              

 
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L’appello di Pasqualino Monti ad Assoporti: uniti per un nuovo piano industriale nazionale

Durante la presentazione del POT a Civitavecchia (460 mln) Pasqualino Monti (vicario Assoporti) auspica l’unità nazionale di Assoporti  per il rilancio del sistema portuale

Il presidente dell’ Autorità Portuale di Civitavecchia e vice presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, interviene nella polemica tra le authority di Genova e Venezia e lancia ” un appello all’unità del cluster portuale italiano proponendo a tutti i presidenti dei porti un cambio di marcia che ponga l’Associazione nella posizione di poter presentare al governo una proposta globale, condivisa, di rilancio del settore.

”E’ il momento per la portualità italiana di accantonare divisioni e dissapori e fare uno sforzo di coesione senza precedenti, attraverso un piano industriale nazionale, con progetti, investimenti e fonti di finanziamento per ciascuna opera di ciascun porto e per le infrastrutture di collegamento a terra ” ha aggiunto Monti.

”Con un paese che rischia ogni giorno di essere tagliato fuori dalle rotte del grande trade internazionale – ha detto Monti -, dobbiamo diventare noi, presidenti dei porti, la chiave per superare contrapposizioni e campanilismi e tracciare un documento serio e strutturato che definisca le priorità portuali e logistiche del sistema Italia”.

”Non è un futuro per i porti quello che chiediamo, ma un futuro per il Paese, che senza porti efficienti in grado di programmare uno sviluppo coerente con l’economia e il mercato, si autocondanna ad allargare il gap logistico e competitivo nei confronti dei concorrenti europei e mediterranei” ha concluso il vicepresidente di Assoporti.

Fonte: ANSA

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Pasqualino Monti: investimenti per 460 milioni per il Netowrk portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta

A Labitalia Pasqualino Monti presenta un piano ambizioso, con tante opere già approvate e appaltate, che punta a dare una svolta allo scalo portuale, specie in termini commerciali

“Abbiamo destinato circa 460 milioni alla realizzazione di nuove infrastrutture nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Parte di queste risorse sono dell’Autorità portuale, la maggior parte arrivano dal Cipe e sono totalmente destinate a nuove spese di investimento per realizzare importanti infrastrutture che consentiranno al nostro network di dire la propria in termini commerciali e non solo passeggeri”. Così il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Pasqualino Monti, spiega a Labitalia il contenuto del ‘Piano triennale delle opere 2012-2015’ dell’Autorità, presentato oggi a Civitavecchia. Un piano ambizioso, con tante opere già approvate e appaltate, che punta a dare una svolta allo scalo portuale, specie in termini commerciali.

 

“Per Civitavecchia, il porto leader del network, la nostra intenzione -spiega Monti- è farlo divenire nelle merci ciò che è nei passeggeri. Quindi creare l’intermodalità giusta, le interconnessioni viarie, ferroviarie e quant’altro per connetterla al mercato di consumo che è alle proprie spalle. Noi siamo il porto di Roma, ci affacciamo sulla Capitale e sul mercato dell’Umbria, siamo il porto della Thyssen Kroupp e delle acciaierie di Terni e così vogliamo aiutare servire il nostro mercato di consumo”. E l’obiettivo dell’Autorità portuale è di procedere spediti nella realizzazione dei lavori. “Abbiamo appaltato 230 milioni di euro -sottolinea Monti- stiamo realizzando la darsena servizi, la darsena traghetti con dieci nuovi attracchi e il prolungamento dell’antemurale”.

Ma il porto di Civitavecchia non vedrà nei prossimi mesi solo investimenti pubblici. “Il privato, con la società Compagnia Porto, sta realizzando un investimento per la ‘Darsena Enegetico Grandi Masse’ -spiega Monti- che ci consentirà di diventare un polo di bunkeraggio nel cuore del Mediterraneo”.

E le risorse non saranno destinate a sviluppare solo l’aspetto commerciale dello scalo portuale: “Stiamo realizzando le infrastrutture -dice Monti- con la sottoscrizione dell’Accordo di programma con il viceministro Ciaccia, stiamo trasformando il nostro vecchio e piccolo porto di Traiano nel ‘Marina di Roma’ per ospitare grandi yacht. Quindi una serie di investimenti che ci consentiranno di rispondere alle esigenze di mercato, che sono quelle degli armatori delle grandi navi di avvicinarsi il più possibile al proprio mercato di consumo”.

L’obiettivo finale degli investimenti, per Monti, è chiaro. “Civitavecchia -sottolinea- ha delle condizioni geo-fisiche naturali che forse nessun altro porto ha. Pesca 22 metri, 5 milioni di metri quadrati di retro porto, ha la possibilità di ampliare le proprie infrastrutture portuali per qualche chilometro, e, a differenza rispetto agli altri nostri grandi porti, abbiamo l’opportunità di allargarci e di continuare a farlo”. Anche per “entrare nei porti ‘core network’: perché tenere fuori Civitavecchia, il porto di Roma, dai porti di ‘core network’ risulterebbe un grave, gravissimo errore non per Civitavecchia ma per l’intero sistema portuale del Paese”.

Un porto, quello di Civitavecchia, che anche quest’anno, nonostante la crisi, ha mostrato dati in crescita. “Il cofinanziamento di queste opere -ricorda Monti- nasce anche dai risultati raggiunti in questo ultimo anno. Noi abbiamo aumentato del 10% circa la parte commerciale, rispetto ai passeggeri, e la nostra occupazione è aumentata del 16,8% in un anno”.

La speranza, con gli investimenti programmati e messi in cantiere, è di far crescere queste cifre: “Quando si parla di polo di bunkeraggio, di bacino di carenaggio, nuove infrastrutture, +16,8% dell’occupazione in un anno nonostante il porto sia tutto un cantiere -conclude Monti- noi ci auguriamo non dico di raddoppiare le risorse che lavorano nei nostri porti, ma certamente di avvicinarci a tali risultati”.

Fonte: Adnkronos

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Pasqualino Monti e il rinnovamento dei porti. Il porto di Civitavecchia prova a investire nonostante la crisi

Nei prossimi giorni Pasqualino Monti presenterà il nuovo piano operativo del porto di Civitavecchia, che dovrà sostenere lo sviluppo infrastrutturale in un momento difficile

Sono mesi importanti per il sistema portuale italiano, con la riforma della legislatura portuale al vaglio del Parlamento, e la volontà di rinnovamento spesso strozzata dalla crisi generale europea. Se da un lato infatti il sistema portuale diventa sempre meno competitivo rispetto ai concorrenti stranieri, ai porti italiani viene comunque chiesto di farsi promotori di un’azione di rinnovamento che porti ad un ripensamento dell’intero settore. Facile a dirsi, più difficile a farsi, per in realtà a rendere ancora più delicata la situazione è l’incertezza del ruolo presente e soprattutto futuro delle coste tricolori nello scacchiere europeo, dove tra corridoi interni e autostrade del mare gli avanzatissimi porti settentrionali, soprattutto quelli inglesi e olandesi, rappresentano un modello di efficienza a cui spesso la Commissione guarda per indirizzare e omogeneizzare le politiche comunitarie sul tema. Non è però così semplice adottare per le nostre autorità portuali l’organizzazione di stampo nordico. Innanzitutto perché in Italia i porti sorgono su terreni demaniali, mentre il più delle volte negli altri Paesi europei nascono e sono gestiti attraverso l’iniziativa privata. In secondo luogo perché il sistema delle concessioni segue logiche completamente diverse. In questo scenario come stanno reagendo gli attori protagonisti di quello che deve essere un rilancio dei porti su scala nazionale?

Prendiamo l’esempio del porto di Civitavecchia dove nei prossimi giorni (16 novembre)  il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Fiumicino Gaeta Pasqualino Monti presenterà il piano d’investimenti per i prossimi tre anni, progetti in nuove infrastrutture portuali «già esecutivi» (ovvero già cantierizzabili) per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro, dato che strappa il ruolo di più importante stazione appaltante nel campo della portualità italiana.

Il programma si pone molteplici obbiettivi strategici riguardanti la seconda area di produzione e consumo in Italia (Lazio, Umbria e Marche, collocate su un ideale corridoio Tirreno-Adriatico, destinato a spezzare la cronica incomunicabilità fra i due mari).

Il primo obiettivo sarà quello di replicare nelle merci e nella logistica la primazia raggiunta da Civitavecchia nel traffico crocieristico, facendo del porto della capitale un hub per container e altre tipologie di merce (c’è la disponibilità di aree retro portuali per oltre 5 milioni di metri quadri e gli accosti in acque profonde (22 metri) non hanno paragoni in Italia.

Il secondo obiettivo sarà rappresentato dalla realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino (gestito come anche Gaeta dall’Autorità portuale di Civitavecchia nell’ambito di un network regionale), che diventerà un secondo scalo crocieristico in grado di sviluppare su quattro accosti un traffico di oltre 1,8 milioni di passeggeri aggiuntivi rispetto ai 2,6 che oggi Civitavecchia (leader nel Mediterraneo) già accoglie.

Il terzo obiettivo, infine, sarà quello di fare di Civitavecchia un polo di progettazione di business nel settore delle crociere e delle autostrade del mare. Il vice ministro ai Trasporti, Mario Ciaccia («Io credo in Civitavecchia perché credo nella portualità italiana») ha invitato l’Autorità portuale a sfruttare ulteriormente «l’autonomia finanziaria dei porti» esplorando meglio le possibilità che possono venire dalle obbligazioni di scopo e dai project bond («Sono stato contattato da fondi di investimento esteri, non perdiamo queste opportunità»).

Si muove intanto qualcosa dal punto di vista istituzionale. Il vice ministro dei trasporti Mario Ciaccia, infatti, ritorna sull’annosa questione dell’autonomia finanziaria dei porti: ”Stiamo seguendo con attenzione l’iter del decreto di ripartizione delle risorse ai porti perché’ la materiale assegnazione di questo fondo avvenga il più presto possibile”.

”Nello specifico il finanziamento di infrastrutture portuali in corso di ripartizione – ha ricordato Ciaccia – è stato così suddiviso: 20 milioni per il Porto di Genova, 25 per il Porto di Savona, 4,3 milioni per il Porto di Gioia Tauro e Cagliari, 33 milioni in 9 rate annuali per il Porto di Civitavecchia”.

”Con il decreto sullo sviluppo è stata finalmente disposta l’autonomia finanziaria dei porti, attraverso una specifica norma con la quale si è stabilito di dare impulso all’infrastrutturazione portuale, destinando ai porti parte dell’Iva e delle accise in essi prodotte” ha detto ancora il vice ministro.

”Per poter essere effettivamente competitivi con i porti del Mar del Nord – ha continuato Ciaccia – occorre che all’interno dei sistemi dell’alto Adriatico e dell’alto Tirreno ognuno degli scali sia messo in condizione di ricevere e trattare le grandi navi di domani. Questo per consentire l’interoperabilità, come terminali mediterranei efficaci, rispettivamente del corridoio Genova Rotterdam e del corridoio Adriatico Baltico.

Considerazioni analoghe vanno condotte per i sistemi portuali campano, pugliese e siciliano, da vedere come sbocchi mediterranei del corridoio Helsinki-La Valletta a servizio di quella parte d’Europa costituita dal Mezzogiorno d’Italia” ha detto il viceministro.

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Pasqualino Monti presenta il nuovo segretario generale dell’autorità portuale di Civitavecchia

Su proposta di  Pasqualino Monti il comitato portuale ha optato per una scelta interna, l’ingegner Ievolella da dieci anni a capo dell’area tecnica

E’ Maurizio Ievolella il nuovo segretario generale dell’Autorità Portuale. «Scegliendo un professionista già interno a Molo Vespucci – ha spiegato il presidente Pasqualino Monti – abbiamo premiato tutta la struttura: i risultati da raggiungere sono importanti, per far crescere lo scalo garantendo nuova occupazione. La strada l’abbiamo tracciata presentando anche in comitato portuale il piano industriale per i tre scali del network». Sul nome di Ievolella, per oltre un decennio a capo dell’area tecnica di Molo Vespucci, c’è stata l’unanimità del comitato portuale. «Sono onorato di questa proposta – ha spiegato il neo segretario – abbiamo obiettivi importanti per Civitavecchia e per tutto il network portuale, da proiettare in ambito mediterraneo. L’area tecnica, in questi anni, è stata fortemente impegnata, soprattutto considerato il volume degli investimenti: e di risultati ne abbiamo raggiunti molti». Commosso l’ex numero due dell’Authority Giuseppe Guacci. «Questo scalo deve andare avanti – ha sottolineato – guai a fermarlo, guai a opposizioni faziose. Oggi il porto di Civitavecchia è guidato da due ex dirigenti e questo deve essere un esempio per gli altri scali». Guacci ha ringraziato tutti i collaboratori che in questi anni lo hanno accompagnato, e in modo particolare il presidente Monti al quale ha promesso ancora collaborazione, almeno fino al nuovo incarico che potrebbe andare a ricoprire. «Guacci ha gestito una fase storica e delicata del porto – ha aggiunto il Presidente – oggi ha altre aspirazioni e questo ruolo gli va stretto: ma lo ringrazio per quanto fatto. Ho scelto Ievolella, preziosissimo collaboratore, anche perché quello che oggi è il porto, in termini di infrastrutture e di sviluppo, è anche merito suo, è l’artefice principale di quanto realizzato in questi ultimi dieci anni. Con lui prossimo entrare nella piena operatività: non c’era la necessità di catapultare qui, dall’esterno, qualcun’altro». Ievolella sarà sostituito dal collega Maurizio Marini.   

Fonte: Civonline

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Secondo le conclusioni della Consob, George Soros non era interessato all’acquisto della Roma di Rosella Sensi

Mancano gli elementi imprescindibili per determinare l’interesse all’acquisto. Rosella Sensi non ricevette mai un’offerta da Soros

Sono anni che nel mondo del calcio si fa un gran parlare di George Soros e della sua presunta offerta a Rosella Sensi per comprare la Roma. Sulla vicenda è stato detto tutto e il contrario di tutto ma a quattro anni di distanza non si è ancora riusciti a capire la verità in proposito. Recentemente sono però stati divulgati i risultati di un’indagine svolta dalla Consob, su richiesta della Procura, che dovrebbe scrivere la parola fine su questa bizzarra vicenda. Lo scopo dell’indagine era quello di stabilire quanto reale fosse l’interesse di Soros nella AS Roma.

Le conclusioni dell’indagine Consob si concentrano sulla definizione di interesse fatta propria dalla AS Roma (e di converso da Italpetroli SpA) nel periodo 1 settembre 2007 – 31 Maggio 2008, per stabilire se vi sia stata o meno una comunicazione atta a manipolare il mercato e provocare una sensibile alterazione del prezzo. In altre parole, la Consob si chiede se il gruppo facente capo a Rosella Sensi abbia o meno nascosto all’opinione pubblica e ai tifosi un reale interesse da parte di George Soros all’acquisto della società giallorossa.

Le conclusioni della Consob sono molto chiare: non si può ipotizzare un reale interesse da parte del magnate americano. Detto in altre parole, Soros non fece mai un’offerta concreta per l’acquisto della Roma. Secondo la Consob infatti, gli elementi per definire un interesse reale sono tre: la certezza della presenza di un soggetto che manifesti interesse all’acquisto, la verosimile sussistenza dei fondi economici da parte di questo soggetto e l’evidenza di una strategia volta a portare a compimento l’operazione. Nel caso della Roma, Soros non si manifestò mai in prima persona (i contatti intervennero solo tra intermediari), e non manifestò mai una strategia chiara per l’acquisto (non fece mai una proposta).

Grazie a queste deduzioni la Consob conclude che l’interesse, se ci fu, non fu mai reale e che i giornalisti all’epoca dei fatti entrarono in possesso di informazioni incomplete riportandole con enfasi a fronte di un’importante attenzione da parte dei sostenitori della squadra di calcio.

 
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Il porto di Civitavecchia è l’emblema della crescita, l’economia del mare può sconfiggere la crisi

Traffici in aumento per il porto di Civitavecchia, con investimenti e prospettive di segno positivo per il 2013

In tempo di crisi c’è un settore che cresce. È quello del mare, che sta facendo registrare numeri di tutto rispetto. L’Italia che naviga verso il 2013 carica di ottimismo perché, secondo le previsioni, il comparto registrerà un’ulteriore crescita. A far sorridere gli operatori ci sono i 478 milioni di tonnellate di merce movimentata nel 2011, i 37 miliardi di euro investiti in 10 anni per la modernizzazione di una flotta che, attualmente, è tra le più giovani e tecnologicamente avanzate, il 3° posto in Europa per merci movimentate via mare. Sono alcuni dei dati contenuti nella ricerca del centro studi Srm, collegato al gruppo Intesa-San Paolo, presentata martedì nella sede della Banca d’Italia a Genova. La ricerca, denominata “Trasporti marittimi e sviluppo economico”, affronta le dinamiche dell’Area Med mettendo in luce che, anche in tempo di crisi, il comparto italiano dello shipping continua non solo a tenere, ma a crescere. 

“Ci sono circa 7mila imprese nel cluster dello shipping italiano, di cui 1.300 circa sono nel Nord Ovest e, quindi, in Liguria”, ha sottolineato Massimo De Andreis, direttore di Srm.  “Questo comparto ha un valore moltiplicativo importante sul Pil, tocca molti componenti dell’economia, dalla metalmeccanica alla logistica, alla retroportualità. Non è importante solo per i numeri propri che genera, ma anche per l’effetto di leva che può avere sulla capacità competitiva di tutto il Paese”. Secondo lo studio, le prospettive sono quelle di una crescita del comparto nel 2013. I numeri del porto di Civitavecchia sono esemplificativi di questa situazione: la crescita per lo scalo locale determinata soprattutto dalle merci. 

Con riferimento ai primi 8 mesi del 2012 il traffico complessivo di merci nel porto di Civitavecchia è pari a 7.226 milioni di tonnellate, di cui 680.750 di rinfuse liquide, in special modo prodotti raffinati (più 21%), 3.990 milioni di tonnellate di rinfuse solide (più 8%) e 2.550 milioni di merci varie in colli. A far crescere la percentuale delle rinfuse solide, di cui costituisce il 77% con oltre 3 milioni di tonnellate movimentate, ha contribuito il carbone in crescita del 7%. Aumentati del 30% anche gli sbarchi di prodotti metallurgici, in particolare il ferro cromo, che hanno toccato quota 224.900 tonnellate. Ma a segnare un più 50% è anche tra le rinfuse solide, il traffico dei coils in acciaio pari ad oltre 300 mila tonnellate. Più che positivo il dato del terminal container che registra un aumento del 52% per l’arrivo di container pieni (26.622 teus), mentre i teu vuoti sono diminuiti del 7%.

Infine da registrare una flessione anche per quanto riguarda il traffico croceristico, che come è ben noto, dallo scorso gennaio ha dovuto fare a meno delle migliaia di passeggeri che ogni settimana avrebbero dovuto effettuare a Civitavecchia il turn around con la Costa Concordia. In totale nei mesi di luglio e agosto i croceristi transitati sono stati 666 mila, circa il 12% in meno degli stessi mesi del 2011 per un totale di 221 navi attraccate.

Le proiezioni per 2013 sono però decisamente migliori. In uno studio fornito da Sergio Senesi di Cemar sul comparto crocieristico, in Italia si realizzerà un incremento in termini di passeggeri movimentati: 10.965.000 unità (+1,63% rispetto all’ottimo risultato del 2012, pari a 10.789.00 passeggeri). In questo contesto è forte l’aggressione al mercato italiano ed europeo da parte delle Compagnie Americane, in particolare il gruppo Royal Caribbean che il prossimo anno sbarcherà sulle nostre coste con la bellezza di 14 navi per una movimentazione di oltre 1,5 milioni di crocieristi. La grande novità targata Usa, è data dall’ingresso negli home port di Napoli per la prima volta scalo d’imbarco per il gruppo di Miami. Il porto principale resta però sempre Civitavecchia con 165 toccate-nave, seguita da Venezia con 113.

A conferma l’arrivo ieri mattina a Civitavecchia dell’ammiraglia della Celebrity Cruise, la «Reflection» inaugurata nei giorni scorsi ad Amsterdam. Un vero e proprio gioiello della marineria, quinta gemella della prestigiosa Classe Solstice, entrata ufficialmente a far parte della moderna flotta di navi di lusso Celebrity. Un autentico gigante del mare: è lunga 315 metri, larga 38 per 126mila tonnellate di stazza capace di ospitare 3.030 passeggeri. Rispetto alle gemelle, Celebrity Reflection può contare su un ponte in più (16 in totale).

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Indagine Consob : Rosella Sensi non ricevette mai una reale offerta da George Soros

Per la Consob mancano gli elementi fondamentali per parlare di reale interesse di Soros all’acquisto della Roma di Rosella Sensi

Recentemente sono stati resi noti i risultati dell’indagine della Consob relativa alla trattativa (o presunta tale) per la cessione della Roma al magnate George Soros ai tempi della presidenza di Rosella Sensi. I fatti in questione risalgono al 2008 e le conclusioni della Consob possono essere riassunte molto semplicemente: non ci fu mai un ‘offerta concreta, non vi fu quindi manipolazione dell’informazione (e quindi del mercato) da parte della società controllante la Roma.

Dagli atti dell’indagine emerge che la AS Roma e la Compagnia Italpetroli, hanno fatto propria una definizione di manifestazione di interesse, accettata nell’indagine dalla stessa Consob, che prevedeva contemporaneamente la presenza di tre elementi imprescindibili : la certezza della presenza di un soggetto seriamente interessato all’acquisto della società giallorossa, la verosimile sussistenza di adeguate risorse finanziarie in capo a tale soggetto e l’evidenza di una strategia volta a portare a compimento l’operazione.

Non sono stati raccolti elementi sufficienti per confermare la manipolazione del mercato di tipo informativo. La Consob dichiara la mancata presenza di 2 elementi fattuali necessari per la configurazione del reato : la falsità delle informazioni diffuse e la concreta idoneità dei comunicati a provocare una sensibile alterazione di prezzo.

Sulla base di quanto riportato all’interno delle conclusioni dell’indagine della Consob sul presunto “affaire” Soros – Roma, si evince quindi  che non ci siano mai stati i presupposti per considerare la trattativa come reale ed esistente.

Infine, riguardo al comportamento dei giornalisti nei confronti della vicenda e la discrepanza tra quanto indicato nei comunicati stampa dell’AS Roma e quanto riportato dalla stampa è spiegabile con il fatto che i giornalisti stessi siano entrati in possesso di informazioni incomplete in merito allo svolgimento degli stessi contatti e le abbiano riportate con enfasi, a fronte di un’importante attenzione da parte dei sostenitori della squadra di calcio.

 

 

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La Consob da ragione a Rosella Sensi. Mai un’offerta di Soros per la Roma

L’indagine Consob conclude che non ci fu mai un’offerta di Soros a Rosella Sensi per l’acquisto della Roma

 

Nessuna manifestazione d’interesse, nessuna offerta e nemmeno una partecipazione agli incontri attraverso un rappresentante. Questa, secondo gli atti prodotti da un’indagine della Consob in relazione alle azioni dell’As Roma tra il settembre 2007 e il maggio 2008, in possesso dell’Adnkronos, è la storia mai nata tra la società giallorossa e George Soros. Il nome del magnate statunitense è stato accostato per mesi, nel 2008, alla Roma, ma secondo gli atti della Consob, l’ipotesi del passaggio del club all’uomo d’affari americano, attraverso la mediazione della merchant bank Inner Circle Sports LLC, non è mai stata concreta. “Le informazioni fornite da ICS alla Consob tramite la SEC (l’organo federale statunitense equivalente della Consob ndr.) hanno confermato quanto sostenuto da Compagnia Italpetroli -si legge negli atti-. In particolare ICS ha confermato che in nessuno degli incontri con Gianroberto de Giovanni (legale di Compagnia Italpetroli ndr.) e la famiglia Sensi, ha mai partecipato alcun rappresentante di George Soros e che in nessuna occasione è stata mostrata a Gianroberto de Giovanni evidenza documentale degli accordi tra ICS e Soros Fund Management”.

Alla Commissione Nazionale per le società e la Borsa, inoltre, è stata inviata dallla SEC la copia del ‘confidentiality agreement’ che avrebbe dovuto vincolare ICS e Soros, ma il documento non era stato firmato dalle parti. Nella voluminosa documentazione, di oltre cento pagine, inviata alla Procura di Roma, la Consob ha fatto chiarezza, anche attraverso l’analisi di oltre 80mila email, ricostruendo le tappe principali della vicenda. Il 12 novembre 2007 Compagnia Italpretroli ha reso noto che “è stata rappresentata da parte di terzi, l’esistenza di un possibile interesse di un investitore americano in merito all’investimento nel capitale dell’As Roma; tuttavia, Compagnia Italpetroli non ha mai ricevuto, né direttamente né indirettamente, alcuna manifestazione di interesse, né offerta da parte del suddetto investitore, avente ad oggetto il pacchetto di maggioranza del capitale dell’As Roma”.

Solo il 25 marzo 2008 la merchant bank Inner Circle Sports LLC ‘ha svelato’ che il potenziale investitore era George Soros. A fare il nome del magnate statunitense è stato Steven Horowitz (manager di ICS ndr.) in una telefonata all’avv. Gianroberto de Giovanni, legale del gruppo Italpetroli. Il 22 aprile 2008, Horowitz ha comunicato a de Giovanni che “i rappresentanti del family office di George Soros (Soros Fund Management ndr.) non intendono più perseguire l’acquisizione del Club”. Per la Consob però “ICS non aveva prodotto alcune evidenza di un reale coinvolgimento di George Soros”. E lo stesso, evidenzia ancora la Consob, vale per “i due incontri successivi a cui ha partecipato l’avvocato de Giovanni”. In base all’esame degli atti e delle audizioni effettuate “il fatto che Compagnia Italpetroli non avesse mai ricevuto evidenza del coinvolgimento dell’investitore non è attribuibile alla volontà della stessa Compagnia Italpetroli”. Il 3 giugno 2008, su richiesta della Consob, Soros Fund Management ha diffuso un comunicato nel quale il magnate dichiarava di non avere alcun interesse nel condurre l’operazione. La nota ha posto fine a mesi di ipotesi attorno al nome di un personaggio che, secondo la valutazione della Consob, non ha mai manifestato un interesse concreto e tantomeno presentato un’offerta. La Consob ha posto particolare attenzione al comunicato del 10 aprile 2008 con cui As Roma e Compagnia Italpetroli hanno affermato che “seppur nel corso degli ultimi mesi” Compagnia Italpetroli “abbia ricevuto segnali in merito a possibili interessi da parte di soggetti terzi aventi ad oggetto la propria partecipazione in As Roma, nessuno di questi si è mai tramutato in offerte o concrete manifestazioni di interesse”. Tale comunicazione “non era connotata da elementi di falsità”.

Fonte: adnkronos

 
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Pasqualino Monti: “Nuova legge sui porti entro fine legislatura”. E i dati del porto di Civitavecchia confermano

L’intervento di Pasqualino Monti (vice presidente Assoporti) si concentra sul ruolo delle Autorità portuali nel sistema logistico

È auspicabile che la nuova legge italiana sui porti venga approvata entro l’attuale mandato parlamentare. Lo ha sottolineato il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Fiumicino Gaeta, Pasqualino Monti, che riveste anche il ruolo di vice presidente vicario dell’Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), nel corso della sedicesima edizione di Euro-Med Convention “From Land to Sea” a Palermo.

Sarebbe importante – ha detto Monti – «che entro la fine della legislatura venga approvata la legge di riforma: pur nella consapevolezza della necessità di ulteriori interventi, sarebbe comunque un segnale importante ed un significativo passo in avanti rispetto alla legge 84/94, che nacque vecchia già 18 anni fa, rispetto alle esigenze della portualità e del mercato, cui bisogna andare incontro. Penso, ad esempio – ha precisato – al superamento dell’attuale ruolo delle stesse Autorità Portuali, che a mio avviso dovrebbero avere competenze anche sulla logistica: non si può pensare, come ad esempio accade proprio a Civitavecchia, di sviluppare le infrastrutture portuali, di avere a disposizione cinque milioni di metri quadrati retroportuali e di rimanere strozzati senza adeguati collegamenti stradali e ferroviari. È necessario – ha rilevato Monti – un soggetto che possa mettere a sistema la rete infrastrutturale. La partita della competitività dei nostri scali non può essere limitata al solo ciclo portuale, ma si gioca anche sui collegamenti alle loro spalle, sull’efficienza nel muovere le persone e le merci una volta sbarcate e uscite dai porti, verso la loro destinazione».

I dati dell’Autorità portuale di Civitavecchia, aggiornati al 31 agosto 2012 riferiti ai primi 8 mesi di quest’anno rispecchiano le parole del suo presidente . In un difficile panorama nazionale il porto di Civitavecchia resta saldamente a galla. A determinare una crescita per lo scalo locale, che compensa le flessioni registrate sul traffico passeggeri, sono decisamente le merci. 

Nel periodo considerato il traffico complessivo di merci nel porto di Civitavecchia è pari a 7.226 milioni di tonnellate, di cui 680.750 di rinfuse liquide, in special modo prodotti raffinati (più 21%), 3.990 milioni di tonnellate di rinfuse solide (più 8%) e 2.550 milioni di merci varie in colli. A far crescere la percentuale delle rinfuse solide, di cui costituisce il 77% con oltre 3 milioni di tonnellate movimentate, ha contribuito il carbone in crescita del 7%. Aumentati del 30% anche gli sbarchi di prodotti metallurgici, in particolare il ferro cromo, che hanno toccato quota 224.900 tonnellate. Ma a segnare un più 50% è anche tra le rinfuse solide, il traffico dei coils in acciaio pari ad oltre 300 mila tonnellate. Più che positivo il dato del terminal container che registra un aumento del 52% per l’arrivo di container pieni (26.622 teus), mentre i teu vuoti sono diminuiti del 7%.

Nel suo intervento il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia ha evidenziato anche il rilevante ruolo dello scalo laziale nel sistema delle Autostrade del Mare italiane. «Nel momento in cui per la prima volta il porto di Civitavecchia guadagna traffici grazie alle merci, mentre “soffre” per i passeggeri per cause esogene – ha sottolineato Monti – vogliamo lanciare una sfida che parte proprio dalle Autostrade del Mare, con il raddoppio infrastrutturale ed operativo partito con l’inizio dei lavori della nuova darsena “Sant’Egidio”». Monti ha candidato il porto di Civitavecchia ad essere «lo scalo di riferimento per il mercato romano e del centro Italia, la seconda area di consumo del Paese e la quinta in Europa. «Il porto di Civitavecchia – ha aggiunto – è l’unico in Italia che oggi guadagna il 10% nel traffico delle merci e rispetto allo scorso anno vanta un +16,8% per quanto riguarda l’occupazione nel sistema portuale».

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