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6 Settembre 2022

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Gruppo Riva: dall’avvio del primo stabilimento alle acquisizioni estere

Dalla sua nascita nel 1954, Gruppo Riva ha saputo consolidare una posizione di primo piano anche a livello internazionale. Dall’avvio del primo stabilimento italiano alle acquisizioni estere.

Gruppo Riva

La storia di Gruppo Riva: le principali tappe

Per ripercorrere le principali tappe della storia di Gruppo Riva è necessario tornare al 1954. Consapevole del grande potenziale del settore siderurgico nel secondo Dopoguerra, Emilio Riva decide, insieme al fratello Adriano, di dare vita a quello che oggi è il primo operatore siderurgico italiano e uno dei principali a livello europeo. Gli anni ’50 portano quindi alla nascita del primo stabilimento del Gruppo in provincia di Varese, nel comune di Caronno Pertusella. L’impianto era dotato di un forno elettrico ad arco con un volume piuttosto inconsueto per l’epoca: la capacità massima raggiungeva infatti le 25 tonnellate, portata maggiore rispetto alle 15 dei forni classici di quel periodo. Poco dopo arriva un ulteriore importante traguardo: negli anni ’60 Gruppo Riva introduce per la prima volta la tecnica della colata continua. I continui investimenti ed i conseguenti miglioramenti degli impianti consentono al Gruppo di intraprendere un grande processo di espansione e di avviare ulteriori stabilimenti sul territorio nazionale.

Le acquisizioni di Gruppo Riva in Italia e all’estero

È il 1966 quando Gruppo Riva rileva le Acciaierie e Ferriere di Lesegno, in provincia di Cuneo: hanno così inizio le prime acquisizioni degli anni ’60 nel settore siderurgico. All’epoca, la produzione annuale del Gruppo era in grado di raggiungere la considerevole cifra di circa 300mila tonnellate di acciaio. Il Gruppo decide quindi di orientare gli investimenti oltre i confini nazionali, consolidando una posizione di primo piano anche grazie al particolare riguardo nei confronti delle nuove tecnologie, dell’automazione del processo di colata e degli impianti computerizzati. La Siderúrgica Sevillana, in Spagna, è la prima acquisizione europea, seguita da quella dell’acciaieria francese di Iton Seine. Il 1978 segna un’importante partnership commerciale con la Cina che fino ad allora acquistava acciaio esclusivamente dal Giappone. Gruppo Riva prosegue poi con ulteriori acquisizioni: a quella delle Officine e Fonderie Galtarossa di Verona, si aggiungono lo stabilimento di Alpa in Francia il Consorzio Genovese Acciaio (COGEA), il laminatoio belga di Charleroi, due impianti nell’ex Germania Est e gli Stabilimenti del Gruppo Sam ancora in Francia.

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Nicola Volpi nel progetto VR46 Metaverse: Valentino Rossi sbarca sul metaverso

L’esperto di private equity Nicola Volpi ha partecipato come lead investor di The Hundred alla joint venture creata con VR46. Dall’operazione nasce VR46 Metaverse, piattaforma per lo sviluppo di contenuti digitali correlati al brand di Valentino Rossi.

Nicola Volpi

VR46 Metaverse, nuova joint venture per Nicola Volpi

Progettare e sviluppare contenuti dedicati al brand VR46 nel metaverso, nel gaming e nel mondo degli NFT (non-fungible token): nasce con questi intenti VR46 Metaverse, società frutto di una joint venture tra The Hundred, media holding guidata dal lead investor Nicola Volpi, e il brand di Valentino Rossi. “Entrare in questo settore è un’avventura davvero stimolante che ho deciso di affrontare in modo strutturato insieme a dei partner di livello”, ha dichiarato l’ex-pilota di MotoGP: “Mi entusiasma poter raggiungere i fans di tutto il mondo, portando loro l’atmosfera e l’entusiasmo di VR46 attraverso nuove tecnologie e penso che questo progetto segni un passo avanti importantissimo per il brand”. A prender parte in questa nuova avventura anche Nicola Volpi, pioniere del private equity in Italia, ex-CEO di Permira e oggi alla guida di Movidea, società di investimento specializzata nell’ambito dei beni e dei servizi di lusso a livello italiano e internazionale.

Nicola Volpi: il ruolo di The Hundred nel metaverso di Valentino Rossi

Dopo diverse operazioni di successo condotte sia in Italia che all’estero, Nicola Volpi si rende così protagonista di un nuovo progetto attraverso The Hundred, media holding italiana e azionista di minoranza di VR46. Come reso noto nell’ambito dell’operazione, l’inaugurazione del metaverso dedicato a Valentino Rossi è prevista entro il 2022, con l’intenzione di creare una piattaforma digitale globale interamente dedicata al pilota e al VR46 Racing Team. La realtà guidata da Nicola Volpi, per sua parte, metterà a disposizione un solido bagaglio di competenze specialistiche per la realizzazione di contenuti immersivi, ideati per il coinvolgimento dei follower e per accrescere la fanbase di Valentino Rossi. In programma anche esperienze di intrattenimento virtuale, gare e incontri con i piloti.

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EcoWorldHotel arriva anche in Campania con la Certificazione di una struttura a Padula

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  • 6 Settembre 2022

EcoWorldHotel certifica la prima struttura ricettiva in provincia di Salerno: Ca’ del Conte ha ottenuto 1 Eco Foglia. Cà del Conte desidera offrire ai suoi ospiti un’oasi di tranquillità con Percorso Bio Experience, passeggiate all’interno della tenuta attraversando il vigneto centenario, l’orto biologico con verdure di stagione e piante aromatiche e spezie selvatiche. Possibilità (previa prenotazione e disponibilità) di partecipare in prima persona alle operazioni in agricoltura (potatura, annaffiatura, coltivazione, zappatura, raccolta etc).

Ca’ Del Conte a Padula (SA) ha ottenuto 1 Eco Foglia grazie al rispetto dei 15 criteri base della Guida alla Certificazione al Marchio di Qualità Ambientale EcoWorldHotel aggiornata 16.03.2018

L’Agrihouse Ca’ Del Conte dispone di 4 camere curate negli arredi, di una sala caffetteria, di ampi spazi esterni dove divertirsi e di un parcheggio privato. 20.000mq di superficie immersa nello splendido scenario verde naturalistico della campagna padulese a poca distanza dalla meravigliosa Certosa di Padula.

https://www.ecoworldhotel.com/ca-del-conte

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White Dolphin Records presenta “Profondo Rosso”, la cover dei Goblin di Devis Simonetti

null La cover licenziata dalla White Dolphin Records con la produzione affidata allo studio ricerca e sviluppo della Ramkard, si basa sulla programmazione, sincronizzazione della soundtrack e delle sequenze M.I.D.I. completamente dagli smart phones.

“È tutto troppo pulitino, preciso, troppo formale…” Così all’inizio del film il protagonista Marcus Daly si esprime sul jazz, musica che ha la sua parte fondamentale in Profondo rosso: non solo perché ne è l’innegabile commento musicale (il contributo di Giorgio Gaslini è efficace al pari del tema omonimo – pur inconfondibile – dei Goblin), ma soprattutto perché ne è una sorta di leit-motiv strutturale. Profondo rosso è infatti il film del definitivo distacco dalla rigidità della detection, pure al cospetto (o forse proprio in funzione) di una sceneggiatura molto forte, forse la più equilibrata dei suoi film, piena com’è di tracce disseminate, macguffin e colpi di scena che paiono legarlo alla continuity tradizionale del giallo hitchcockiano, ed invece puntano alla loro dissacrazione e al loro superamento.

Il Maestro Dario Argento fa riferimento al tema di Tubular Bells di Mike Olfield e commissiona alla band, in particolare, un main title dalle precise caratteristiche, che rispetterà le regole di ingaggio (tempo in 7/4, circolarità ossessiva del tema, drammaticità) e risulterà efficace e popolarissimo nell’incedere pulsante e pesantissimo del basso elettrico, nella scala lancinante del minimoog e nel maestoso organo a canne.

L’album vendette uno sfracello, un milione di copie solo nel primo anno: l’esordio strumentale di una band sconosciuta, figurarsi, che resterà la perla migliore ma non unica nella discografia dei Goblin.

Profondo rosso“, pur rischiando di sconfinare nella più stereotipata e vuota retorica é un capolavoro senza tempo, la summa della perfezione del cinema thriller, che si contamina con l’horror senza dimenticare, come invece accade oggi, le sue radici puramente giallistiche.

La cover di Devis Simonetti registrata e prodotta a Lucca per l’ etichetta White Dolphin Records, vede la partecipazione della vocalist toscana Patrizia Anzevino (aka Darquette, A.R. della medesima label) con arrangiamenti di vocal samples e “revers shouting“, costruendo la sequenza “oscura” in maniera informale…con la tecnologia telefonica. La produzione affidata allo studio ricerca e sviluppo della Ramkard, si basa sulla programmazione, sincronizzazione della soundtrack e delle sequenze M.I.D.I. completamente sugli smart phones.

Il tema principale (rifatto da Devis con frequenza di modulazione di bells con il sintetizzatore Yamaha DX7) che va ad accompagnare praticamente tutti i celebri piani sequenza del film è un loop ante-litteram, un giro di note ripetuto a oltranza sul quale si inseriscono via via i vari strumenti; dal basso sintetico ,ai sintetizzatori con arpeggi FM e dall’organo cattedrale, con aggiunte di loop di batteria elettroniche e campioni vocali, un brano ipnotico e inquietante, quasi claustrofobico (come i Maestri nel 1975 fecero l’opera prog con gli strumenti veri).

BIO : Devis Simonetti (aka Devya) é artista poliedrico, agente stampa e discografico italiano in pista da diversi anni. Si presenta sul mercato della musica elettronica con un disco dalle sonorità originali nel 2013, sicuramente apprezzabili anche al di fuori della nicchia degli amanti del genere. L’etichetta discografica Audio Ferox è lieta di annunciare l’uscita di “I don’t know what is Christmas”, l’album esordio di Devya.
Cresciuto nella scena post-punk del Nord-Est italiano , Devis Simonetti matura nella “nuova onda” londinese a cavallo del nuovo millennio. Ed è proprio in terra di Albione che mette a punto nuove tecniche di sintesi insieme a Lorenzo Bertoli e Roberto Concina ( Robert Miles) e campionamento per dedicarsi all’autoproduzione.

Il sound di “I don’t know what is Christmas”, suonato e prodotto interamente da Devis Simonetti, assorbe e rielabora elementi di stampo anglosassone, come il brit-pop, l’industrial e lo shoegaze. Nei 12 brani composti, che descrivono le meccaniche dell’amore, si incontrano e corteggiano le distorsioni di linee di basso elettrico di “Is all 4”, il gusto post punk di “The Fly” e il riff con il delay analogico di “We are together”. Il singolo synth – pop di punta è “Going To Town”, entrata in classifica MEI 2015 e vincitore di diversi concorsi radio internazionali, dove l’ opera si intesse con la triangolazione della chitarra, la linea di basso e i sintetizzatori. A chiudere l’album, le chitarre echeggiate di “The Last Rain”, che scrosciano nella pioggia liberatoria della fine di un rapporto logorante. Raggiunge una discografia di 50 released.

Simonetti Devis fonda in “lucchesia” la sua etichetta discografica White Dolphin Records nel 2020 e a Udine lo studio di sviluppo e ricerca elettronica Ramkard nel 2007.

La cover di “Profondo Rosso”, sarà disponibile su Bandcamp e negli altri store di musica digitale.

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