Uve Moscato e Brachetto: vendemmia fortunata
Il carattere più evidente della vendemmia 2011 è stata la precocità, una situazione riscontrabile in Piemonte per tutte le uve e in tutte le aree vitate. Così è stato anche per la Toso SpA di Cossano Belbo, dove la fase più importante della trasformazione, vale a dire la pressatura delle uve Moscato e Brachetto si é conclusa il 10 settembre scorso, praticamente lo stesso periodo in cui, nel 2010, era iniziata.
L’annata 2011 ha regalato uve ben mature, con tenori zuccherini traducibili in gradazioni alcoliche globali superiori di un grado a quelle dell’anno passato per il Moscato e di mezzo grado per il Brachetto.
Dal punto di vista qualitativo, il quadro aromatico dei vini base si presenta molto ricco, soprattutto per il Moscato, stimabile alla Toso in un + 20% rispetto al 2010, con ottimi effetti sulla ricchezza e piacevolezza dei vini. Quanto alle uve Brachetto, si è riscontrata una grande ricchezza in polifenoli e antociani, una delle più rilevanti delle ultime annate, con indubbi riflessi sulla dotazione colorante dei vini.
Dal punto di vista operativo, quella del 2011 è stata una vendemmia “facile”: i viticoltori hanno collaborato limitando, soprattutto nella prima settimana di vendemmia, la raccolta dei grappoli solo alle ore mattutine, più fresche e questo ha garantito un flusso vendemmiale costante, senza intasamenti o sovrapposizioni.
Elemento distintivo dell’annata è stato la situazione climatica molto imprevedibile. Nella sostanza, il caldo si è fatto sentire soprattutto in epoche meno convenzionali (inizio aprile, parte centrale di maggio, seconda metà di agosto e parte centrale di settembre), mentre nei periodi estivi più classici (giugno e luglio) le punte di caldo sono state limitate e, soprattutto, il calore della giornata è stato controbilanciato dall’andamento fresco della notte.
Questo andamento atmosferico ha limitato molto l’incidenza dei tradizionali parassiti della vite (Peronospora e Oidio), favorendo la produzione di uve sane e integre. Il che ha limitato il numero dei trattamenti antiparassitari e, quindi, il loro problematico effetto ambientale.
Infine, per quanto concerne le quantità vinificate, i dati confermano di massima i valori degli anni passati:
nel caso del Moscato, sono stati vinificati circa 40.000 quintali di uva e prodotti 30.000 ettolitri circa di vini base per Asti e Moscato d’Asti; per il Brachetto, la vinificazione ha interessato circa 4.000 quintali di uva, con l’ottenimento di circa 2.000 ettolitri di vino Brachetto per le tipologie Doc e Docg, oltre a 1.000 ettolitri di mosto rosso generico, frutto di un accordo interprofessionale che tende a limitare le produzioni in vigneto tanto per il Brachetto d’Acqui quanto per il Piemonte Brachetto allo scopo di consolidare i prezzi.