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Brindisi di Carnevale

Lo spumante dolce è stato il re dei vostri brindisi di fine anno? Benissimo, ma non finisce qui! Si, perché la nostra tradizione culinaria vuole che, ad appena un mese dagli ultimi festeggiamenti, si ritorni tutti ai fornelli – e dietro alla tavola – pronti per gustare nuove prelibatezze: quelle di Carnevale.

Tra le tante prelibatezze la scelta è ardua, almeno quanto quella del vino da abbinare. Ecco come prendere la decisione che appagherà il palato e vi darà la pace die sensi 😉

Le frittelle di mele, ad esempio, si sposano alla perfezione in un matrimonio di gusto e dolcezza con il Moscato d’Asti: tipicamente fragrante e aromatico, da consumarsi giovane e fresco.

In abbinamento alle chiacchiere di Carnevale, poi, non c’è niente di meglio di un vino bianco dal sapore ricco, morbido e dolce. Mentre per le deliziose zeppole (le frittelle farcite di crema pasticcerà) sarà ideale un vino avvolgente e vellutato, dal sapore intenso e fruttato.

Insomma, con questi abbinamenti da acquolina in bocca è davvero difficile non cadere in tentazione! Specialmente in questi giorni in cui le vetrine delle pasticcerie si colorano di chiacchiere, castagnole e frittelle, che regalano un profumo unico al dolce mese di febbraio.

Nonostante i buoni propositi per l’anno nuovo il Carnevale richiede d’obbligo uno strappo alla regola!

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Il bicchiere giusto per il tuo vino

Sorseggiare vini doc e docg è un piacere al quale spesso ci abbandoniamo in maniera forse distratta e inconsapevole: il modo migliore per assaporare un buon vino, infatti, è quello di scegliere la tipologia di bicchiere più adatta ad esaltarne gusto e sapore,

Così la Flute per gli spumanti secchi mette in evidenza il perlage (fontanelle di bollicine), la grande coppa servirà per esaltare ed arricchire i bouquets dei vini rossi importanti.

Insomma: ad ogni vino il suo bicchiere!!

Ecco alcune indicazioni.

I vini rossi e giovani richiedono calici abbastanza alti e ampi, per esaltare al meglio il bouquet; il decanter, invece, è ideale per i vini invecchiati consentendone, grazie alla forma larga e al collo stretto, il fondamentale processo di ossigenazione. Affinchè questo avvenga occorrerà versare il vino nel decanter circa un’ora prima del consumo.

Al contrario per i vini bianchi o rosati  è preferibile un calice con stelo lungo e abbastanza stretto; se però questi vini sono particolarmente corposi allora preferite un calice ampio con stelo corto.

Veniamo alle regole più semplici: il classico bicchiere da spumante o champagne secco è il flute, dalla forma stretta e lunga che lascia trasparire al meglio l’effervescenza e mantiene più a lungo il profumo.

La coppa degli spumanti dolci, infine, sarà molto ampia per valorizzare l’aromaticità, mentre il calice per i vini liquorosi e passiti è a forma piccola e stretta.

Seguendo questi accorgimenti per l’assaggio dei vini potrete gustarne tutta la qualità nella maniera più appropriata: il bicchiere, certo, non sarà il protagonista della tavola, ma la “spalla” perfetta per l’attore principale.

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Quarzente Toso: vino liquoroso alleato della Nocciola Piemonte

Dal sapore dolce e la fragrante eleganza, il Quarzente di Casa Toso è il grande alleato della Nocciola Piemonte e dei dolci che la vedono protagonista.

Un vino liquoroso che, in un’allenaza enogastronomica di grande successo, ha affiancato come sponsor le manifestazioni del mese di agosto: quando, in concomitanza con la raccolta, viene celebrato a Cortemilia (CN) il prezioso frutto dell’Alta Langa piemontese, apprezzatissimo dai pasticceri di ogni parte d’Italia per le sue eccezionali qualità organolettiche.

Il Quarzente ha accompagnato con successo le dolcezze a base di Nocciola Piemonte in particolare nel Menù Concerto del 19 agosto e nella serata di Gala di domenica 28 agosto 2011. Proprio durante la cena che l’ha visto abbinato ai tipici amaretti di nocciola, si è svolta la premiazione del concorso “Il migliore dolce alle nocciole d’Italia”, che ha avuto come presidente della giuria Paolo Massobrio, noto critico gastronomico e vero talent scout di “cose buone”. Presente alla cerimonia anche lo chef pluristellato Chicco Cerea del ristorante Da Vittorio, eletto per l’occasione testimonial nazionale della Nocciola Piemonte.

Intenso e avvolgente, con una bevibilità perfino più accattivante di un passito, con la sua nota alcolica morbida e calda, Quarzente si è rivelato compagno ideale non solo in abbinamento con le tradizionali torte di nocciola, la pasticceria secca e i classici amaretti della valle; ma ha saputo reggere egregiamente anche la prova con il cioccolato, che nelle diverse interpretazioni in simbiosi con le nocciole è diventato un “must” inconfondibile della pasticceria piemontese.

Del Quarzente colpisce la novità della sua formula, originale per un vino liquoroso e inusuale per un vino del nord: interamente giocata sulle uve Moscato, è ispirata nel metodo di produzione ad una tradizione del secolo scorso, quando le uve migliori e ben mature venivano selezionate alla raccolta per produrre un vino di riguardo, resistente all’invecchiamento e adatto all’esportazione.

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Un vino per l’estate: Brachetto Toso

C’era una volta una bella competizione canora che catalizzava l’attenzione degli appassionati di musica durante tutta la stagione estiva. Era “Un disco per l’estate” e ha visto numerosi interpreti della canzone italiana imporsi e vendere dischi a palate.

Adesso, quella competizione canora non c’è più, ma vorremmo prenderne spunto per dare un senso compiuto a un vino particolarissimo che l’azienda Toso produce in due versioni. Il vino è il Brachetto – frutto dell’omonimo vitigno – e le due versioni di Casa Toso sono il Piemonte Brachetto Doc e il Brachetto d’Acqui Docg.

A tavola, sia il Brachetto d’Acqui che il Piemonte Brachetto sono “i vini per l’estate”, allegri e generosi, adatti ad accompagnare le torte e le insalate di frutta, i piatti dolci, le torte di panna e le paste di meliga e i dolci al cucchiaio. O per essere bevande dissetanti, gradevoli e a bassa gradazione alcolica e per un profumatissimo sorbetto.

Pochi giorni di riposo e i due Brachetto sono pronti per il consumo e per la festa: il tenue colore rosa che veste i due vini sembra migrare nel profumo fragrante, che ricorda la rosa, la fragola, la ciliegia e il ribes insieme alle note aromatiche dell’uva. Elegante è il sapore, dolce e acidulo, con una fragranza impeccabile che crea armonia.

Sono due anime dello stesso ambiente collinare che in Piemonte è legato ai vitigni aromatici: se il Piemonte Brachetto ha una zona più ampia, il Brachetto d’Acqui viene da una terra più specializzata. Tuttavia, il vitigno è lo stesso e così l’ispirazione produttiva.

Sono i filari di Brachetto coltivati in collina tra i 100 e i 300 metri slm, a Ricaldone, Alice Bel Colle, Strevi e Cassine, nella parte acquese della provincia di Alessandria, a regalare questi vini spumanti che si contraddistinguono per il delicato vestito rosa e un complesso olfattivo che oscilla tra i frutti e i fiori. Sono terreni compatti, calcarei e argillosi, dove la vite di Brachetto trova l’ambiente ideale, anche per quegli sbalzi termici tra giorno e notte ed estate e inverno che apprezza di più.

La vendemmia cade solitamente nella prima settimana di settembre e precede una serie di operazioni che fanno uno spumante spettacolare: la pigiatura con diraspatura delle uve, la fermentazione parziale con macerazione a temperatura controllata, la seconda fermentazione in autoclave e la presa di spuma e infine l’imbottigliamento a pressione costante.

In Casa Toso il brachetto rappresenta uno dei punti di forza dell’azienda: nel 2010, infatti, la vinificazione delle uve Brachetto ha toccato la quota di 570.000 chilogrammi e la produzione di vino ha sfiorato le 530.000 bottiglie tra Brachetto d’Acqui e Piemonte Brachetto.

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