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Carlo Belpoggio in libreria con la trilogia The Essential

Carlo Belpoggio è un autore romano giunto alla pubblicazione dell’intera trilogia The Essential, composta da tre romanzi, pubblicati singolarmente in digitale su Amazon. La trilogia The Essential è acquistabile solo in formato cartaceo tramite lo store online Amazon.it. Il prezzo supera di qualche centesimo i cinque euro ed è un’ottima soluzione per leggere un buon libro sotto l’ombrellone.

La trilogia presenta le tre seguenti storie: Second life, The Angel e The King. L’attività di autore per Carlo Belpoggio è cominciata da qualche anno in età adulta, con la stesura della prima storia, ispirata da un momento particolare dello stesso, Second Life. La storia narra come il protagonista sia riuscito a combattere il male oscuro della depressione, tra presente e ricordi del passato costellati di musica e band rock immortali, l’autore racconta un percorso di esplorazione verso la vita e di ritorno alla stessa, cominciando appunto una seconda vita. Una risposta talvolta può cambiare completamente l’esistenza, una sentenza inattesa spesso si rivela decisiva per il cambiamento ed è quello che è accaduto al personaggio principale della storia. Un viaggio piacevole che ci porta col tempo, al secondo racconto The Angel.

In questo secondo libro l’autore spinto anche dalla positività della prima esperienza di autore, si lancia in un’esperienza diversa, inserendo anche un aspetto fantasy; in questo libro troviamo un pianeta poco distante alla Terra, dove vivono anime della vita terrena umana importante, premi nobel e personaggi di valore appartenenti a diverse sfere professionali, che hanno il compito di vigilare sulle persone umane.

Queste vigilano ma in alcuni casi possono intervenire indirizzando qualche anima verso la giusta via, quando questa sembra perdersi nel corso della sua vita terrena.

Un elemento che ritroveremo nel terzo volume The King. In questo terzo libro che chiude la trilogia The Essential, conosciamo un tennista che rincorre l’obiettivo di un’intera esistenza: diventare il Re del tennis. Una carriera cominciata da bambino quando ad allenarlo era la figura genitrice del padre, con il quale nel corso della lettura, si scopre non esserci nel futuro del tennista, alcun rapporto di stima e affetto. Il padre non esalta mai le potenzialità del figlio, un comportamento che porterà alla ricerca del trofeo più ambito nel protagonista usando mezzi illeciti e discutibili. La vita scorre tra vincite e alberghi, ma presto il tennista che è riuscito a diventare un campione, scoprirà di essere una persona sola e col tempo pagherà anche a caro prezzo scelte sbagliate e immorali. Alla fine del testo un colpo di scena finale rimetterà in discussione la sua intera esistenza, ma sarà sempre lui il Re del tennis che dovrà prendere la sua decisione.

The Essential, su Amazon in formato esclusivamente cartaceo.

 

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da Lovecraft a Carpenter nella “Trilogia dell’Apocalisse”

Mentre aspettiamo l’avvento di Guillermo Del Toro, grande ammiratore di HPL, che ha appena comunicato d’esser pronto a portare sullo schermo il più importante dei suoi racconti, Le Montagne della Follia, lo sguardo si volge al passato, perché HPL ha comunque avuto, nonostante la scarsità di pellicole dedicate, ottimi estimatori tra i grandi nomi. Tra gli altri, Stuart Gordon, regista dell’indimenticabile Reanimator, di fatto la prima opera di Lovecraft ad essere portata sullo schermo con successo (per essere precisi la prima era La città dei mostri, di Roger Corman, anche se vengono citati come ispirazione sia HPL che E.A. Poe). Il Lovecraft degli orrori ignoti che attendono nell’Altrove dei Grandi Antichi, delle città come Arkham (che non esistono nella realtà) lo ritroviamo nella sua migliore forma nel visionario Il seme della follia, di John Carpenter (1995).

Howard Phillips Lovecraft morì all’ospedale di Providence il 15 marzo 1937, ad appena 47 anni, di tumore all’intestino. Morì solo e povero: nessuno, a parte rari amici della sua città natale, sapeva della sua malattia, e i suoi racconti pubblicati sulle riviste specializzate allora più note (Amazing Stories, Astounding Science Fiction e soprattutto Weird Tales) non gli davano alcuna sicurezza economica. Era, certo, assai noto, fra gli «amici di penna» e i lettori, ma non si può dire che avesse una vera fama letteraria; questa gli giunse solo dopo la morte e col tempo, è aumentata sempre più: oggi il suo nome è conosciuto in tutto il mondo e i suoi scritti tradotti in moltissime lingue. E il primo a meravigliarsi di tutto questo sarebbe stato proprio lui, ipercritico nei confronti di se stesso.

La maggior parte delle opere di Lovecraft sono ispirate dai suoi incubi e forse il continuo e duraturo successo dei suoi racconti si deve proprio a questo collegamento diretto con i simboli dell’inconscio. I suoi «mostri» non è che non siano “rappresentati”, ma non è sul loro aspetto esteriore che si basa la paura che incutono, bensì sulla loro totale estraneità al mondo dell’uomo: sulla indifferenza a esso, sul retaggio di un passato a noi sconosciuto, sul desiderio di riprendere possesso di una loro antica proprietà che è la Terra, sull’annullamento e sulla sospensione delle leggi fisiche che governano il nostro mondo e ci danno sicurezza. Strettamente legato al tema precedente è il pessimismo cupo e angoscioso che permea tutta l’opera di Lovecraft. Nella sua concezione, definita cosmicismo, gli esseri umani sono, nella scacchiera dell’universo, pedine insignificanti sovrastate da potenze sconosciute e terribili. Lovecraft sdegnò in modo pressoché sistematico ogni forma di “lieto fine”; non a caso, nelle sue storie i protagonisti sono spesso antieroi che vanno incontro ad una fine tragica o appaiono solo come spettatori di vicende terrificanti, il cui esito non sono assolutamente in grado di modificare.

La trilogia dell’Apocalisse di John Carpenter è una trilogia tematica di film, che include La cosa, Il signore del male e Il seme della follia. Anche se non ci sono personaggi ricorrenti o legami tra i film, il regista ha spiegato esplicitamente nei suoi commenti DVD e nelle interviste che li considera parti di un corpo di lavoro unico, e si riferisce a questi come “trilogia dell’Apocalisse”.

Il seme della follia è pesantemente influenzato dai lavori di H. P. Lovecraft ma non sviluppa nessuna delle sue storie; più che altro si focalizza sulla relazione di un autore horror come Lovecraft e il suo pubblico. L’omaggio lovecraftiano più rilevante che attraverso un riuscito espediente Carpenter riesce a fare al nostro con il suo Il seme della follia, è però legato all’importanza della parola: Lovecraft era un convinto sostenitore della potenza della parola narrata, elemento facilmente riscontrabile nei suoi racconti, ricchi di grimori e libri proibiti, formule magiche e lingue perdute e oscene. Era attraverso oscuri formulari che le divinità malefiche ritrovavano la strada di casa – attraverso libri che la memoria dovrebbe dimenticare, come il già citato Necronomicon; perché è attraverso le parole che il male antico è  sopravvissuto e adesso dorme, in attesa che qualcuno lo risvegli. Usando le giuste parole: Carpenter sfrutta questo aspetto della prosa di Lovecraft, portando avanti in discorso simile e facendo di un libro, il testo dello scrittore protagonista, il veicolo della rinascita dei grandi antichi e delle sue parole il filo conduttore dell’intera storia, addirittura trasformando detto filo in una corda da equilibrista, muovendosi a cavallo tra una dimensione meta-filmica e una meta-letteraria. Il povero John Trent finisce così dentro una storia di Cane, che poi è una storia di Lovecraft, divenuta una storia di Carpenter… e in un cerchio, letteralmente, senza fine e senza scampo.

In questo “cerchio” si sviluppa in modo più pertinente e riuscito il precedessore Il signore del male, e la forza del film sta proprio nella “semplicità” del soggetto di partenza a dispetto della complessità delle materie trattate: l’oggetto d’indagine non è tanto il liquido verde in sé, né il rapporto tra bene e male; quello che Carpenter vuole indagare è il comportamento dell’uomo davanti all’irrazionale e l’atteggiamento di istituzioni come la scienza e la chiesa, davanti alle difficoltà.
Cosa sia specificatamente l’altra dimensione che si trova dentro a quello specchio (o come sia scientificamente definibile l’indefinibile) al regista (e allo spettatore) non è dato sapere; l’unica cosa verificabile è come quel muro di convinzioni, per cui l’uomo ha combattuto nel corso di secoli di storia, possa essere abbattuto in un attimo da ciò che non si conosce, facendoci affondare nell’insicurezza.

La cosa è un remake di La cosa da un altro mondo, ed è una versione molto più fedele del racconto Who goes there? che però è terribilmente debitore a LE MONTAGNE DELLA FOLLIA; questo libro infatti può essere considerato il precursore di un genere di racconti su storie di spedizioni alle regioni polari ormai divenute trame classiche. Tra essi possiamo ricordare Ice Station e Artico, ma anche di film più recenti come Alien vs Predator e fumetti e manga come Devilman e Mao Dante.

Basta legger la trama del romanzo di Lovecraft per credere di leggere la trama de LA COSA: “Una spedizione di sedici esploratori si trova in Antartide per condurre alcune ricerche. La storia è raccontata in prima persone da uno di loro, il geologo William Dyer. Il gruppo fa una scoperta incredibile: all’interno di una caverna vengono rinvenuti i resti di alcune creature mostruose, simili a raccapriccianti umanoidi anfibi.
Gli esseri, da una prima stima, sembrano essere sepolti in quello stato da milioni di anni e per questo viene dato loro il nome diantichi.
Contemporaneamente alla scoperta, un cane e un uomo di nome Gedney scompaiono senza lasciare tracce. Gli altri cani sembrano provare un astio furioso verso le creature, al punto che se potessero ne dilanierebbero le viscere.
I corpi vengono prelevati e custoditi al campo base. Dyer e un giovane ricercatore di nome Danforth salgono a bordo di un piccolo aereo per esplorare l’area intorno alla caverna. Con loro grande sorpresa, sulle montagne della zona scorgono  le rovine di antiche città abbandonate (?) e sepolte dalla neve”.

Come in Lovecraft, anche ne La cosa, i protagonisti non sono uomini d’azione. Non devono esserlo. L’effetto disgregativo delle strutture sociali e razionali è più efficace quando i soggetti sono uomini di scienza. Il pilota di elicotteri interpretato da Kurt Russell (Fuga da Los Angeles, Grosso guaio a Chinatown) è l’ultimo a cedere proprio perché uomo d’azione; ma anche lui, alle prese con un nemico non identificabile, finisce per essere risucchiato nel vortice del sospetto e dell’impotenza, mentre il mostro continua ad assimilare i suoi compagni. Carpenter ci spinge verso questi “mostri quasi invisibili”, e verso quegli onirici viaggi in mondi assurdi e violenti, alla ricerca dei mostri nelle immensità dello spazio, che esistono nel fondo dell’animo umano.

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Aspettando il Natale con… Il pane e i pesci

Venerdì 17 dicembre a Bergamo Claudio Sottocornola presenta la sua nuova trilogia. L’uomo di cultura lombardo approfondisce le diverse facce ed evoluzioni della spiritualità contemporanea

Claude Productions
&
Velar Edizioni
sono lieti di presentare:

Claudio Sottocornola
in
Il Pane e i pesci

presentazione della trilogia

Venerdì 17 dicembre 2010
ore 17.30
Ex Chiesa di San Sisto in Colognola – Bergamo
Via Carlo Alberto

con elevazione musicale di canti natalizi
Corale di Santa Cecilia di Covo (Bg)

Venerdì 17 dicembre 2010 alle ore 17.30 nella Ex Chiesa di San Sisto in Colognola in Bergamo, Claudio Sottocornola presenterà la trilogia Il pane e i pesci che raccoglie scritti dal 1980 al 2010, in cui l’autore scandaglia le diverse facce ed evoluzioni della spiritualità contemporanea, nel tessuto delle relazioni di un quartiere urbano e nel più vasto mondo, con particolare attenzione al decennio degli anni ’80.

Il primo volume dell’opera presenta uno studio sulla figura di Charles de Foucauld, mistico ed esploratore, affascinato dal Sahara e dalla “vita nascosta di Nazareth”, che morì assassinato fra i suoi amati Tuareg. Recentemente beatificato, De Foucauld è riscoperto da Sottocornola, che ne valorizza il rapporto di struggente affetto per la cugina Marie de Bondy, l’ammirazione per l’Islam che lo orienta alla riscoperta di Dio, la conversione cristiana e la spiritualità dell’adorazione, l’esperienza di apostolato in Africa. Il secondo volume propone invece una silloge di articoli con una forte attenzione per la missionologia e delinea l’impegno di animazione nel quartiere di Colognola a Bergamo, a cavallo degli anni ’80, con l’inclusione di numerose interviste e indagini storiche. Infine, il terzo volume è uno Zibaldone di pensieri, citazioni, aforismi, che l’autore ha annotato, quasi un diario di formazione, dal 1980 al 2010, e che varia dalla riflessione scritturistica alla analisi filosofica, passando attraverso Heidegger, San Paolo, Panikkar, Tommaso, Mancuso, ma attingendo anche al serbatoio del popular, con Woody Allen, Jim Morrison e Selezione dal Readers’ Digest.

Dopo l’attività di analisi ermeneutica della contemporaneità nelle sue manifestazioni popular, il prolifico intellettuale lombardo affronta i temi delicati del rapporto con il sacro, componendo anche un ulteriore saggio: “ho deciso di scrivere una breve introduzione che facesse il punto su fenomeni come globalizzazione, scristianizzazione e mutate antropologie, interculturalità e mondo contemporaneo, trattandoli in modo non dottrinario ma divergente, per paradossi e provocazioni. È nato così “My status quaestionis 2010”, il quarto volume de “Il pane e i pesci”, che doveva essere una trilogia…”.

Alla presentazione interverranno come relatori:
Alessia Biasiolo giornalista e direttrice editoriale di “Quint’Essenza”, don Ezio Bolis, docente di Teologia spirituale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, e mons. Giancarlo Carminati, docente di Letteratura italiana presso il Liceo Giovanni XXIII di Città Alta a Bergamo. La Corale Santa Cecilia di Covo proporrà al pubblico una elevazione musicale di canti natalizi, con la direzione del Maestro Angelo Oldoni e all’organo la Prof. Marcella Rossoni.

L’ingresso è libero.

Info:
http://www.cld-claudeproductions.com

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