Diventa sempre più serrata la lotta contro i fenomeni del dumping sociale e della concorrenza sleale degli autotrasportatori in Francia. Alle nuove misure legislative più restrittive si aggiungono maggiori controlli sul territorio. Lo scopo è quello di tutelare ad ogni modo l’operato delle imprese locali, una missione non di facile attuazione che richiede il massimo impegno da parte di istituzioni e autorità.
A confermare la necessità di questo impegno ci ha pensato anche la DRIEA – la Direzione regionale e interdipartimentale delle attrezzature e pianificazione dell’Ile-de-France – con dei numeri significativi. Nel corso del 2015 sono stati effettuati controlli nell’Ile –de-France su 6.700 veicoli, un quarto dei quali appartenenti a non residenti francesi, e i risultati non lasciano ben sperare.
I 50 responsabili del controllo, chiamati a verificare la regolarità dei tempi di lavoro, hanno registrato un elevato numero di infrazioni. Nel dettaglio, sono 800 le infrazioni per mancato riposo settimanale, ben 5.400 quelle legate al mancato riposo giornaliero e addirittura 6.200 per aver superato gli orari di guida consentiti. Un altro reato molto comune è quello della manomissione dei tachigrafi presenti all’interno dei mezzi. I controllori hanno potuto verificarlo direttamente grazie ad un sistema informatizzato che ne permette il collegamento diretto.
Ed è proprio il cabotaggio uno degli argomenti principalmente scottanti, perché anche in questo caso sono state 800 le infrazioni commesse, la stragrande maggioranza delle quali per cabotaggio irregolare, cioè mancato rispetto delle regole. Ma significativa è anche la percentuale delle infrazioni commesse per cabotaggio illegale, ovvero non autorizzato.
Insomma, questi numeri non solo danneggiano le imprese di autotrasporto, ed ovviamente anche quelle di trasporto con bisarca, ma ci spiegano quanto possa essere precaria la sicurezza sulle strade dell’Ile-de-France. E le aspettative non sono certo ottimistiche perché, stando a quanto riporta la DRIEA, nel 2015 c’è stato un incremento del 3% dei reati illeciti rispetto all’anno precedente.