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Il bicchiere giusto per il tuo vino

Sorseggiare vini doc e docg è un piacere al quale spesso ci abbandoniamo in maniera forse distratta e inconsapevole: il modo migliore per assaporare un buon vino, infatti, è quello di scegliere la tipologia di bicchiere più adatta ad esaltarne gusto e sapore,

Così la Flute per gli spumanti secchi mette in evidenza il perlage (fontanelle di bollicine), la grande coppa servirà per esaltare ed arricchire i bouquets dei vini rossi importanti.

Insomma: ad ogni vino il suo bicchiere!!

Ecco alcune indicazioni.

I vini rossi e giovani richiedono calici abbastanza alti e ampi, per esaltare al meglio il bouquet; il decanter, invece, è ideale per i vini invecchiati consentendone, grazie alla forma larga e al collo stretto, il fondamentale processo di ossigenazione. Affinchè questo avvenga occorrerà versare il vino nel decanter circa un’ora prima del consumo.

Al contrario per i vini bianchi o rosati  è preferibile un calice con stelo lungo e abbastanza stretto; se però questi vini sono particolarmente corposi allora preferite un calice ampio con stelo corto.

Veniamo alle regole più semplici: il classico bicchiere da spumante o champagne secco è il flute, dalla forma stretta e lunga che lascia trasparire al meglio l’effervescenza e mantiene più a lungo il profumo.

La coppa degli spumanti dolci, infine, sarà molto ampia per valorizzare l’aromaticità, mentre il calice per i vini liquorosi e passiti è a forma piccola e stretta.

Seguendo questi accorgimenti per l’assaggio dei vini potrete gustarne tutta la qualità nella maniera più appropriata: il bicchiere, certo, non sarà il protagonista della tavola, ma la “spalla” perfetta per l’attore principale.

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Ottima annata per la vendemmia 2011

Uve Moscato e Brachetto: vendemmia fortunata

Il carattere più evidente della vendemmia 2011 è stata la precocità, una situazione riscontrabile in Piemonte per tutte le uve e in tutte le aree vitate. Così è stato anche per la Toso SpA di Cossano Belbo, dove la fase più importante della trasformazione, vale a dire la pressatura delle uve Moscato e Brachetto si é conclusa il 10 settembre scorso, praticamente lo stesso periodo in cui, nel 2010, era iniziata.

L’annata 2011 ha regalato uve ben mature, con tenori zuccherini traducibili in gradazioni alcoliche globali superiori di un grado a quelle dell’anno passato per il Moscato e di mezzo grado per il Brachetto.

Dal punto di vista qualitativo, il quadro aromatico dei vini base si presenta molto ricco, soprattutto per il Moscato, stimabile alla Toso in un + 20% rispetto al 2010, con ottimi effetti sulla ricchezza e piacevolezza dei vini. Quanto alle uve Brachetto, si è riscontrata una grande ricchezza in polifenoli e antociani, una delle più rilevanti delle ultime annate, con indubbi riflessi sulla dotazione colorante dei vini.

Dal punto di vista operativo, quella del 2011 è stata una vendemmia “facile”: i viticoltori hanno collaborato limitando, soprattutto nella prima settimana di vendemmia, la raccolta dei grappoli solo alle ore mattutine,  più fresche e questo ha garantito un flusso vendemmiale costante, senza intasamenti o sovrapposizioni.

Elemento distintivo dell’annata è stato la situazione climatica molto imprevedibile. Nella sostanza, il caldo si è fatto sentire soprattutto in epoche meno convenzionali (inizio aprile, parte centrale di maggio, seconda metà di agosto e parte centrale di settembre), mentre nei periodi estivi più classici  (giugno e luglio) le punte di caldo sono state limitate e, soprattutto, il calore della giornata è stato controbilanciato dall’andamento fresco della notte.

Questo andamento atmosferico ha limitato molto l’incidenza dei tradizionali parassiti della vite (Peronospora e Oidio), favorendo la produzione di uve sane e integre. Il che ha limitato il numero dei trattamenti antiparassitari e, quindi, il loro problematico effetto ambientale.

Infine, per quanto concerne le quantità vinificate, i dati confermano di massima i valori degli anni passati:
nel caso del Moscato, sono stati vinificati circa 40.000 quintali di uva e prodotti 30.000 ettolitri circa di vini base per Asti e Moscato d’Asti; per il Brachetto, la vinificazione ha interessato circa 4.000 quintali di uva, con l’ottenimento di circa 2.000 ettolitri di vino Brachetto per le tipologie Doc e Docg, oltre a 1.000 ettolitri di mosto rosso generico, frutto di un accordo interprofessionale che tende a limitare le produzioni in vigneto tanto per il Brachetto d’Acqui quanto per il Piemonte Brachetto allo scopo di consolidare i prezzi.

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