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Tasso variabile o tasso fisso, l’eterno dilemma di chi accende un mutuo

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  • 5 Agosto 2014

Quando si decide di accendere un mutuo può risultare davvero difficile scegliere a quale banca affidarsi. Perché dovremmo optare per una banca piuttosto che un’altra? Dal momento in cui ogni istituto di credito un servizio diverso, e non sempre si ha il tempo o la capacità di analizzare nel dettaglio le caratteristiche di ogni singola offerta, ecco alcuni elementi utili per orientarsi nella decisione.

In generale, l’aspetto che interessa a chiunque si trovi nella condizione di richiedere un mutuo è il cosiddetto tasso di interesse che viene applicato ad esso. Si tratta di fatto del costo del finanziamento offerto dalla banca attraverso l’erogazione del mutuo. Prima di valutare ogni altro fattore, è bene innanzitutto chiarire se sia preferibile optare per il tasso variabile o il tasso fisso.

La differenza sostanziale tra queste due forme di tasso è che la rata mensile del mutuo a tasso fisso resta invariata per tutta la durata del mutuo, mentre quella a tasso variabile può diminuire o aumentare mensilmente in base all’andamento del mercato. Analizziamo nel dettaglio entrambi i tipi di tasso, confrontando i rispettivi pro e contro.

Il mutuo a tasso fisso prevede una quota mensile che viene calcolata e concordata al momento del contratto, e non subisce nessuna variazione fino all’ultima rata. I suoi vantaggi sono legati principalmente al fatto che, dal punto di vista psicologico o emotivo, si tratta di una soluzione decisamente più “rassicurante”, considerando che la quota mensile da destinare al rimborso del mutuo si mantiene costante.

Gli aspetti negativi del mutuo a tasso fisso sono legati invece al fatto che se optiamo per questa tipologia di tasso, non è possibile usufruire di un eventuale abbassamento della rata in un eventuale periodo di andamento del mercato più vantaggioso. Questo tipo di mutuo è particolarmente indicato per chi non vuole sottoporre le proprie finanze a rischi, e preferisce invece la stabilità di un tasso costante.

Il mutuo a tasso variabile invece prevede una rata mensile che può aumentare o diminuire in base all’andamento del mercato finanziario. Generalmente l’indice di riferimento che influenza il tasso è l’Euribor, Euro Interbank Offered Rate, ovvero il tasso di interesse a cui avvengono le transazioni interbancarie dei principali istituti bancari europei. Esistono più tipi di Euribor, che vengono classificati in base alla scadenza, che va da una settimana sino a dodici mesi. L’Euribor viene rilevato quotidianamente in base all’andamento del mercato. In base all’oscillazione di questi due fattori, varierà così anche la rata mensile del mutuo.

In alternativa ci sono anche altre possibilità, che però non tutte le banche offrono. È il caso del mutuo a rata fissa con durata variabile, una valida alternativa che permette di usufruire dei vantaggi del tasso variabile, ma con una rata mensile fissa; se il tasso dovesse aumentare nel corso della durata del prestito, sarà possibile aumentare il numero di rate per raggiungere la somma dovuta. Un’altra tipologia di mutuo a tasso variabile è rappresentata dal cosiddetto mutuo “interest cap“: al momento del contratto, si stabilisce un tetto massimo al di là del quale non potrà ammontare la rata mensile, anche in caso di aumento del tasso.

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Mutui sempre più piccoli:in sei mesi il valore medio delle erogazioni è calato del 20%

I mutui continuano a rappresentare la cartina di tornasole della situazione economica del Paese: per questo, l’Ufficio Studi di Mutui.it (www.mutui.it) ha fatto il punto della situazione guardando come sia cambiato il mercato in questo annus horribilis, scoprendo che negli ultimi sei mesi i mutui si sono davvero ristretti: considerando il periodo compreso tra aprile e settembre 2011 il valore medio delle erogazioni di mutuo si è ridotto del 20%. La percentuale sale fino al 24% se isoliamo le sole richieste di mutuo per l’acquisto della prima casa.
Questo dato, messo a confronto con la sostanziale stabilità sia del valore medio degli immobili (che oscilla, nel corso dei sei mesi, tra 240.000 e 260.000 euro), sia dell’importo richiesto (che varia da 140.000 a 145.000 euro), implica un drastico calo della percentuale finanziata. Se ad aprile 2011 le banche arrivavano a finanziare il 56% del valore dell’immobile, a settembre si fermano al 44%. In altre parole: se ad aprile il mutuo medio erogato era di 140mila euro, a settembre è sceso a 110mila euro.
Il quadro che affiora diventa anche più fosco se consideriamo solamente le erogazioni di mutui prima casa: in questo caso, il Loan to Value (vale a dire il finanziamento ottenuto rispetto al valore dell’immobile) si riduce maggiormente, passando dal 68% al 50%. Si è scesi, in sostanza, da 155mila a 120mila euro di mutuo.
Come interpretare questi dati? «La ragione di questa flessione nelle erogazioni – spiega Alberto Genovese AD di Mutui.it – va cercata, in primo luogo, nella maggiore diffidenza delle banche, sempre più restie a concedere mutui con LTV molto elevati, non supportati da sufficienti garanzie».
Tasso fisso sempre più richiesto
Complice l’incredibile clamore mediatico suscitato dal netto rialzo degli spread, le paure sul futuro del proprio mutuo sono aumentate sensibilmente, tanto da aver condotto molte persone alla prudenza a tutti i costi. Conseguenza di questa situazione è che anche se i finanziamenti a tasso variabile restano sicuramente i più convenienti nel breve periodo, l’interesse degli Italiani si sta focalizzando sempre più sul tasso fisso. Da aprile a settembre 2011 Mutui.it ha registrato un aumento del 9,34% delle richieste di mutui a tasso fisso: il netto incremento è bilanciato dal calo delle richieste di tasso variabile (-4,03%) e di tasso variabile con cap (-4,95%).
«Se nei mesi scorsi si paventava un aumento di Euribor ed Eurirs – continua Genovese – oggi sono gli spread bancari a incutere timore nei risparmiatori e in chi è alla ricerca di un nuovo mutuo. In questa generale difficoltà comparare le diverse proposte di banche e istituti finanziatori è indispensabile per muoversi nel mercato in maniera consapevole. Le opportunità migliori esistono, e vanno cercate.»

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